Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-6: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m Bot: accenti |
||
Riga 2:
===I Flanker in azione <ref>Szulc Tomasz: ''Il 159° Reggimento caccia della V-VS'' Aerei Feb 1993 p.44-47</ref>===
[[Immagine:Su-27 05 croped.jpg|320px|left|thumb|Il 'babau' dei tardi anni '80, e forse anche attuale, per i caccia NATO: il Su-27 Flanker]]
''Due sagome si stagliano azzurrognole nel cielo blu delle alte quote. Non è difficile nemmeno da terra capire dalle loro apparenze che siano dei Flanker. Non sembrano pericolosi nel loro librarsi in cielo a migliaia di metri di quota. Dietro di loro appaiono all'improvviso altre quattro sagome uguali. E altre quattro giungono da una rotta leggermente divergente. Tutte appaiono affardellate di oggetti sotto le ali e la fusoliera. E quasi di sorpresa, a parecchi chilometri, altre due coppie di sagome blu appaiono sui lati di questa formazione principale, un
Potrebbe essere davvero accaduto da qualche parte, in Cecenia o in qualche altra 'guerricciola' locale, o più semplicemente in qualche esercitazione aerea. Un episodio del genere, basato sulle informazioni disponibili della fonte qui consultata, sarebbe stato pienamente possibile. Nei dettagli, i primi due Su-27 avevano appesi sotto fusoliera e ali 12 pod ECM con cui gettavano un'ombra elettronica che proteggeva loro e i compagni. Forse erano biposto, per gestire meglio l'azione, mentre non mancavano bianchi AA-11 sulle loro rotaie d'estremità alare. Stesso carico per ciascun Flanker delle due ondate d'attacco, ma assieme a 8 bombe da 500 kg, mentre le due coppie esterne completavano la 'cornice di sicurezza' con 4 'Alamo' e 4 'Archer' l'uno al posto di ECM e bombe. I Flanker di testa avevano anche usato buona parte dei loro 192 tubi da 40 mm, lanciando da questi nuvole di chaff per aiutare ulteriormente gli apparecchi che seguivano (tecnica usata per esempio, dai Phantom per coprire i loro compagni durante gli attacchi ai ponti Vietnamiti nel '72); i quali a circa 8 km dal bersaglio si gettano in picchiata verso le installazioni da colpire, mentre un invisibile raggio laser ne calcola la distanza e un ancora più invisibile groviglio di circuiti miniaturizzati estrapola la soluzione balistica per lo sgancio delle bombe. A 2.500 m di quota, 3.000 m di distanza e 900 kmh gli ordigni partono a grappolo poi i Flanker, liberati dalla massa delle bombe, accendono l'AB e puntano il naso verso l'alto, pur scendendo nel contempo fino a circa 1.500 m (tutte le quote vanno intese sul terreno, non slm.): se non l'avessero acceso avrebbero corso meno rischi, con i MANPADS che gli si avventano addosso come mosche al miele: ma sarebbero stati pur sempre dei grossi bersagli IR e la risalita sarebbe stata 'solo' a 200 ms. Così si allontanano quasi a candela mentre il variometro arriva fino a circa 300 ms, tantissima velocità come assicurazione verso eventuali, tardivi MANDPADS (che generalmente non volano più veloci di 500-600 ms, non molto per ingaggiare un bersaglio veloce in rapido allontamento), e lanciando al contempo dozzine di flares di cui i loro tubi erano per lo più caricati. Anche se non molto 'seducenti' rispetto al calore infernale dei motori, i flare sono pur sempre un aiuto. Tutti i Flanker ritornano in una ventina di secondi alla quota di sicurezza, poi si dirigono verso la loro base dove atterranno circa mezz'ora dopo, a 400 km di distanza. La missione è compiuta.
Riga 8:
Spesso si sente dire di questo o quel caccia sovietico, senza che tuttavia ne parlino mai i diretti interessati. Che non sono i reparti di valutazione NATO o gli 'Aggressors' ma dopotutto, i cacciatori dell'Est. Ecco perché le informazioni di quest'articolo pubblicato a firma di Szulc sono particolarmente interessanti. Ci dicono cosa succedeva in un reparto di punta sovietico niente di meno che al culmine della Guerra fredda e con il caccia migliore che loro avevano in forza; e continua poi descrivendo le poche novità che sono seguite dopo. Inoltre già che ci siamo si può tirare una riga e controllare l'operatività del Su-27/30 fino al giorno d'oggi.
Parliamo dunque del 159° Reggimento. Esso è una delle più decorate unità da caccia sovietiche dei tempi di quel massacro chiamato 'Grande Guerra Patriottica' in cui era appartenente alla Guardia, e la sua insegna ottenne due medaglie al valore. Esso era parte della V-VS e da molto tempo oramai, essendo costituito come Istrebeitel AviaPolk 88 =88imo reggimento caccia, nel 1940, a Vinnitsa, Ucraina. Aveva gli ancora validi I-16, poi ebbe i LaGG-3 pure moderni, già al momento dell'inizio delle ostilità. Con questi
Dal 1946 ebbe poi gli Yak-17, Yak-23, MiG-17PF, Yak-25, e dal 1961, i MiG-21F, per un certo tempo integrati anche con dei MiG-21SMR da ricognizione. Insomma, fino agli anni '60 ebbe macchine di prim'ordine, ma poi l'evoluzione terminò lì e i MiG-21, sia pure nei tipi più moderni (bis?) rimasero a lungo in carico, fino al 1985 almeno. Dovevano essere sostituiti dai MiG-29 già alla metà anni '80, saltando quindi l'era dei sofisticati ma costosi MiG-23; tuttavia questo non si è verificato perché i Su-27 in servizio da poco nella PVO si erano dimostrati superiori ai Fulcrum, già che c'erano, non solo nelle intercettazioni a lungo raggio ma anche negli scontri ravvicinati. E i piloti della FA, Frontavaya Aviatsiya erano tanto contenti da saperlo, che affermavano che, grazie al comandante, il Maresciallo Efimov, della FA, ora loro si trovavano svantaggiati anche rispetto alla PVO e non solo al nemico. Insomma, una certa malcelata insofferenza c'era; e allora nel 1986 lo Stato Maggiore decise di cambiare avviso: non più, come unico cliente, la IA-PVO, ma anche la FA per i potenti Su-27 Flanker. D'altro canto che se sarebbe fatta la PVO di un caccia tanto agile se poi il suo compito era solo quello di intercettare bombardieri? In questo ambito il 159 GIAP venne scelto per ottenere i Su-27 e finalmente uscire dalla preistoria a cui era confinato con il pur aitante MiG-21. Un gruppo di piloti arrivò già a Lipetsk ai primordi del 1987. C'era però un problema: se dei Su-27 non ve n'erano ancora molti, non c'erano che 3 Su-27UB, ed erano tutti per i reparti sperimentali. Così, ecco come funzionò il passaggio sul Flanker: lezioni teoriche, familiarizzazione con aereo e abitacolo, rullaggio, e poi decollo solista. Almeno a questo gruppo di volenterosi piloti avrebbero potuto mettergli a disposizione qualche MiG-29UB! Ma dimostrarono che la cosa 'se poffà': piloti legati a macchine vecchie di 2 generazioni e pesanti meno di 10 tonnellate, che dopo poche lezioni vanno in aria con un caccia da 30 t di ultima generazione. Per fortuna che il carrello d'atterraggio era molto robusto e di larga carreggiata. E i piloti, per quanto possa sembrare incredibile (basti vedere i complicatissimi corsi di volo per i passaggi sui caccia moderni che la NATO tiene, e che forse sono più uno spreco che un utile..), non trovarono problemi. Gli ufficiali piloti padroneggiarono il docile bireattore Sukhoi e poi assieme agli specialisti andarono a Komsmolsk-na-Amure, Estremo Oriente, dove c'erano da ritirare i nuovi Su-27 usciti dalla fabbrica. E così, dopo circa 6 mesi, i primi nove Su-27 arrivarono al 159°. Queste macchine, chiamate per il loro aspetto anche Gus (oca) o Kobra comprendevano anche un UB biposto. Chiaramente i migliori piloti vennero usati per questa missione di ambientamento e di preparazione, ma per i meno esperti ci voleva anche il biposto, giunto da Irkutsk (vicino al lago Bajkal, sorpendentemente i Su-27 sono stati inizialmente prodotti sopratutto in Estremo Oriente), che forse non faceva parte dei 9 di cui sopra. Inoltre c'era anche, finalmente, il simulatore di volo. I piloti si trovavano bene con il nuovo caccia, ma gli specialisti avevano le loro tribolazioni, abituati col semplice MiG-21. Inoltre, per i primi tempi non c'erano hangar corazzati di dimensioni adatte e i Flanker dovettero accontentarsi di grosse tende. E i tecnici di contorno divennero sempre più simili a personale borghese che ai classici meccanici militari.
Riga 32:
===Aviazione strategica: Engels, la città dei bombardieri <ref>Manbour, Hugo: ''Engels, città dei bombardieri, Aerei lu-ago 2003 p.18-25</ref>, <ref>Manbour, Hugo: ''Engels'', Aerei Dic 1998 p.20-25</ref> <ref>Nativi A, monografia sul Tu-160, RID Novembre 1995</ref><ref>Monografia Tu-160 su Aerei Nov. Dic 2007</ref>===
Gli M-4 iniziarono ad essere prodotti nella fabbrica GAZ-23 durante il 1954. Da questa fabbrica di Fili, vicino Mosca, vennero fuori complessivamente 2 prototipi più altri 33 apparecchi di serie. La ragione della modestia di tali numeri fu quella dell'eccessivo consumo del 'Bison': nonostante l'enorme quantità di cherosene, i turbogetti non erano abbastanza parchi di consumi da consentire di raggiungere gli USA e magari tornare in URSS. I successivi turbofan potevano farcela, ma inizialmente non erano sufficientemente affidabili e alla fine la competizione la vinse il Tu-95 a turboelica, quasi altrettanto veloce e con molta più (12.000 vs 8.000 km) autonomia operativa con la 'Bomba' da 5 t. Ma gli M-4 avevano molto carburante disponibile e finirono utilmente per fare da aerocisterna ai Tu-95 ed altri M-4: un
Nel 1999 ad Engels c'erano anche 3 Tu-22M-3 e 6 Tu-134UB-L. Non mancava un centro di manutenzione per elicotteri ma l'attività più importante era ancora quella di demolizione, che continuava a quasi dieci anni di distanza dalla ratifica dello START, con aerei oramai già di loro obsoleti o messi a terra da anni per mancanza di carburante e piloti. I tempi della politica. Del Bison si ricorda che il pilotaggio, malgrado la mole della macchina, non era difficile, ma bisognava stare attenti alle variazioni d'assetto a cui era sensibile: con tutto il carburante (oltre 100 t) di bordo la cosa non stupisce. Tra i piccoli inconvenienti c'era quello che il navigatore stava proprio sotto la cabina di pilotaggio e quindi ogni virata gli faceva cascare addosso matite, carte di navigazione e anche caffé. I bombardieri strategici, nonostante la mole, non sono macchine comode visto lo spazio per il carburante, armi e avionica (idem per il B-52); per rimediare al problema venne semplicemente messa una tendina apribile. L'aereo era caratteristico anche per altre ragioni: per esempio, perché aveva un carrello monotraccia che raggiunta una certa velocità si 'allungava' aumentando l'angolo di incidenza dell'ala senza dare a questa una sofisticazione o un disegno particolare (tipo il Crusader), quindi con una soluzione semplice che riguardava solo il carrello anteriore. Il suo disegno, sorprendentemente semplice per una macchina tanto grossa, guadagnava in pulizia grazie ai motori annegati nelle radici alari, che rendeva la sagoma e la traccia radar molto meno 'grandi' di quelle del B-52.
Riga 48:
Alla fine successe che Bielorussia, Ucraina e Kazakistan ratificarono lo START-1 come eredi di quell'URSS che lo firmò il 31 luglio 1991 (proprio prima, e forse non casualmente, del golpe). Accordo che mandò in apprensione Mosca: gli Ucraini erano in procinto di demolire tutti i 19 Tu-16; e non solo, tra gli 'ostaggi' c'erano anche ben 27 Tu-95MS e 38 Tu-22M-3 di ultima generazione, oltre a due Tu-134 UB-L. Inoltre c'erano i missili: 1.070 (!!) Kh-55 e 203 Kh-22 (i colossali AS-4 Kitchen da 7 tonnellate). E gli accordi con gli Americani diedero i loro frutti: il primo 'Blackjack' venne demolito nel novembre del 1998. Agli USA andava bene così, all'Ucraina apparentemente anche, ma alla Russia no: il 6 novembre del '99 riuscì però ad accordarsi con Kiev: in cambio della cancellazione del credito di 275 milioni di dollari (per le forniture di gas naturale, allora come oggi d'importanza strategica) riuscirono a farsi restituire 8 Tu-160, tre Tu-95 (segno che quelli russi erano considerati sufficientemente numerosi) e ben 582 missili. Fu un successo: nel periodo 5 novembre 1999- 21 febbraio 2000 arrivò tutto a Engels. I Russi avrebbero voluto altri aerei, ma gli USA si impuntarono e così non vi furono altre consegne: il 2 febbraio 2001 l'ultimo degli undici Tu-160 ucraini venne demolito; non solo, lo stesso giorno uno dei moderni e temibili 'bombardieri di teatro' Tu-22M-3 inaugurò la distruzione degli aerei di questo tipo; infine l'ultimo gigantesco Tu-95 venne demolito il 17 maggio. Mancavano meno di 4 mesi dall'attacco dell'11 settembre. Non tutti gli aerei sono stati distrutti: almeno qualcuno pare che sia stato usato come aereo da museo, come nel caso di un Tu-160 visto su di una base ucraina per qualche tempo. Nel frattempo, uno dei 4 aerei incompleti venne completato a Kazan grazie ai pochi fondi disponibili e così dopo 5 anni l'aereo sn.802 uscì dagli stabilimenti per volare il 10 settembre 1999, e andando a Engels il 4 maggio successivo. Tutto qui: 15 bombardieri erano tutto quello che si era salvato, quando 8 anni prima ce n'erano 19 in servizio (che all'epoca era tutt'altro che .. limitato), mentre la produzione totale, che era pianificata per circa 100 macchine, si è fermata a 35 più 3 incompleti. Da ricordare il tentativo di riciclare il Tu-160 come interessante vettore spaziale, con un razzo simile al vettore Pegasus, lanciato ad alta quota dal B-52: era chiaro che il Blackjack potesse fare molto meglio: con una arrampicata supersonica poteva fare molto meglio del vecchio Superfortress e mettere in orbita bassa un satellite ad una frazione (circa un terzo) del costo del lancio da terra. Il sistema era il Burlak-Diana, che era un vettore capace di mettere in orbita circa 1 t di carico a 1.000 km. Questo enorme missile pesava circa 32 t ed era lungo circa 20 m, ma il Tu-160, sotto controllo di uno Il-76 appositamente modificato, poteva lanciarlo da 12.800 m dopo avere accelerato a mach 1,7: una cosa che solo una macchina come questa poteva garantire, anche perché il Burlak era sistemato sotto una delle ali. Ma i pochi milioni di dollari necessari non sono stati trovati.
Il Tu-160, se non ricordo male, ha lavorato per un
E anche così Vladimir Putin non ha esitato, l'estate scorsa, ad annunciare che i bombardieri strategici avevano ricominciato i voli di deterrenza con tanto di armi nucleari a bordo. Precisamente avrebbero ricominciato questo compito da mezzanotte del 17 agosto. E non si è trattato di una boutade, perché lo stesso giorno due Typhoon dell'XI Sqn, Coninsgby hanno intercettato, con tanto di foto 'di gruppo', un Bear-H. Insomma: cambiano gli intercettori: Lighting, Phantom, Tornado ADV, sia pure prestigiosi, ma il babau da intercettare è sempre lui: il Bear.
Riga 58:
Altre fonti suggeriscono che i Tu-95 (Monografia di Aerei nov-dic 2006) siano 43 K, 20 Tu-142 navali e 27 MS. Ma la cosa non ha molto senso per varie ragioni: la stessa fonte dice che i K sono stati prodotti in sole 40 unità e inoltre è ben difficile credere che i preistorici AS-3 di cui era armata siano in servizio. Inoltre i Tu-95MS, basati sulla cellula del Tu-142 -leggermente allungata di 1,5 m, sono stati costruiti in 31 MS-6 e 57 MS-16 (poi riconvertiti in MS-6). Anche considerando la demolizione di 24 MS in Ucraina, ne resterebbero ancora 64. Inoltre tutti i vecchi Tu-95 sono andati demoliti, inclusi i K-22 con i missili AS-4, di cui solo 2 sono sopravvissuti alle distruzioni START. Chiaramente la cifra di 63 MS-6 è quella corretta, mentre per qualche motivo gli oramai demoliti K e K-22 sono stati inclusi nella monografia come presenti in ben 40 esemplari quando questo significherebbe sia la loro non demolizione, sia la demolizione in loro luogo di dozzine di MS-6.
Si tratta, è vero, di materiale un
Esistono poi quasi 500 caccia strategici Su-27 che, unitamente ai MiG-29 e ai MiG-31 costituiscono la totalità della caccia. Questi Su-27 sono in oltre venti esemplari della versione ammodernata Su-27SM, altrettanti del tipo navale Su-27SK, e poi dal 2006 sono arrivati i primi due Su-34 Platypus, i successori dei Su-24. Questi ultimi sono macchine oramai invecchiate, ma nondimento rappresentano (a maggior ragione dopo i tagli alle forze aeree tedesche e britanniche) di gran lunga la forza d'attacco a bassa quota/ognitempo più numerosa e potente. I Tornado tedeschi operativi sono ridotti a poco più d'un centiaio e più o meno lo stesso vale per quelli Inglesi; quelli italiani sono una sessantina (escludendo in tutti i casi gli aerei di riserva), l'USAF ha tolto di mezzo l'F-111 e così l'USN/USMC con gli A-6, per cui attualmente si basa su 200 moderni F-15E (forza totale in inventario).
Riga 82:
Il primo sorge a 1.300 km dalla capitale Russa; è il NII VVS, ergo il centro per il coordinamento delle attività di comando militari, fondato a Khodinka nel lontano 1920 e poi trasferito sull'aeroporto di Chkalovsky, a circa un'ora di macchina ad Est di Mosca. Ma qui sono rimasti solo i collaudi di aerei cargo ed elicotteri oltre al centro amministrativo dell'Istituto . Dal 1990 i reparti sperimentali sovietici, poi russi, sono ad Akhtunbink, base di nuova costruzione, ancora in fase di completamento. Per il resto non erano da dimenticare i centri sull'aeroporto di Volsk per i palloni aerostatici e la costruzione degli shelter(sulle rive del Volga a 100 km a N.O. di Santov), mentre a Naltchik, 160 NE da Grozny, c'erano i teleguidati e gli elicotteri SAR, ma anche il combattimento aria-aria in zona di montagna.
Tornando al centro di Akhtunbink, esso è una specie di base-città: quest'ultima venne costruita per le famiglie dei militari del centro, con un clima di 300 giorni l'anno di bel tempo, questa località sul fiume Akhtuba è vicino al Kazakistan. Come unico inconveniente c'é che si tratta di una zona desertica o semi-desertica, con una temperatura molto alta di giorno.
Un altro centro addestrativo del NII VVS ma anche usato dagli astronauti,anzi cosmonauti russi, era Chkalovsky, di cui si è parlato prima. La 'Città delle stelle' o anche 'Istituto Yuri Gagarin' era equipaggiata con alcuni L-39 e un Tu-134A per gli esperimenti con le stressanti procedure a 'gravità zero'. Poi v'erano aerei di tutti i tipi da trasporto, anche un Gulfstream II occidentale, per non parlare dei posti di comando volanti Il-22 Zebra, Il-22M Bison, Il-76 e Il-86 VKP, tutte macchine (specie le ultime) segrete e sorvegliate. Altri aerei erano usati per i collegamenti e i voli attraverso il Paese da parte dei militari russi e loro familiari, con un volo per esempio tra Mosca e Sperenberg nella ex-DDR, che parte proprio da Chkalovsky.
Riga 137:
Sempre tra i ricognitori, ma stavolta di tipo strategico, è ben lecito ricordare i MiG-25R, certamente i ricognitori ad alte prestazioni sovietici più importanti, rispetto a cui i MiG-21 sempravano dei giocattoli. I MiG 25 erano davvero macchine formidabili e del resto non poteva che essere così dato che vennero fuori dalla richiesta di intercettare i nuovi B-58 bisonici americani, contro cui in effetti avevano qualche possibilità posto che avessero il tempo di decollare e fare quota. Altra preda erano i ricognitori U-2 d'alta quota, tutt'altro che facili da 'beccare' dato che erano piuttosto maneggevoli persino a 20.000 m, dove un caccia normale semplicemente tendeva a stallare alla prima manovra, sempre che fosse nella condizione di volare senza eseguire 'parabole balistiche' che gli consentivano di salire sopra la sua usuale quota operativa massima, ma solo in un 'arco' di pochi secondi.
I MiG-25 divennero ben presto dei ricognitori. Il pericolo dei bombardieri XB-70 non era ancora ben noto quando si cominciò negli anni '50, a progettare il Foxbat, e in ogni caso questa macchina era troppo veloce per essere colpita anche dal MiG. In ogni caso i Foxbat erano almeno un deterrente contro gli spioni U-2 e i B-58, mentre la loro utilità contro gli eccezionali SR-71 era alquanto marginale,anche se la loro presenza era nondimeno un intralcio nelle pianificazioni degli aerei CIA. Ma anche i Sovietici misero in campo un ricognitore veloce che era quasi alla pari di quello americano, il Foxbat appunto, che usava la forza bruta dei suoi motori non per inseguire ma per scappare di fronte alla minaccia di altri aerei e sopratutto, SAM. Il MiG-25 fece impressione quando venne rivelato nel '67, assieme ad altri 'supercaccia' sovietici come il Su-15 e il MiG-23, sfatando per sempre il mito che i Sovietici non avessero caccia grandi e sofisticati da contapporre all'Occidente. Anche se va detto che nessuno di quegli aerei era ancora in servizio e che la psicosi che colpì l'Occidente dopo avere notato che razza di aereo potente e dalle linee moderne (di fatto anticipatrici di molte soluzioni dell'F-15 Eagle) fosse il Foxbat. l'Eagle venne progettato sopratutto per contrastarlo, nella considerazione che non c'era modo di fare lo stesso con il Phantom. Eppure il Foxbat era solo un caccia intercettore: l'uso come macchina da caccia offensiva sopra l'Europa era pura fantasia (contorta) occidentale. Ma psicosi o meno, due delle 5 versioni iniziali del Foxbat erano davvero 'offensive': il Foxbat B e il D, o meglio dell'R e RB. Quest'ultimo, a differenza di quello che si credeva, era capace di portare bombe fino a 6 t (magari anche nucleari) e di sganciarle tramite un apparato di precisione da alta quota, anche se per funzionare correttamente aveva bisogno di molte attenzioni ed esperienza. La prima segnalazione di un ricognitore, distingubibile per l'assenza dell'enorme dielettrico nel muso per il radar d'intercettazione, avvenne tramite la HHA: quel 10 settembre del '71 vennero fatti decollare su allarme degli F-4E appena forniti dagli USA, che tentarono di avvicinarsi al MiG-25R che era entrato nel loro spazio aereo, ma invano: non ebbero altro che tracce radar e non riuscirono a vedere la loro 'lepre', forse percHé era notte? In ogni caso il Mossad aveva parlato di una squadriglia di ricognitori russi mandata in Egitto sulla base di Cairo-Ovest dove i fantomatici X-500 volavano con piloti russi e insegne egiziane. Passarono molti mesi e il 6 novembre accadde la stessa cosa, anzi i Mirage e Phantom non riuscirono nemmeno ad ottenere il contatto radar: i loro 'clienti' erano in volo a mach 2.83 ad altissima quota, anche se questo era possibile -salvo degrado della vita utile, piuttosto bassa, dei motori- solo per 8 minuti o 400 km; oppure era possibile mandare i 'Tucia', come i piloti sovietici chiamavano i loro aerei, a mach 3 mentre non pare che l'aereo fosse mai stato capace di volare a mach 3,2 come suggerito dall'intelligence occidentale: di fatto i caccia intercettori erano limitati a 2,8, non tantissimo di più del massimo di altri caccia occidentali, ma erano limitati non per la potenza ma per il surriscaldamento delle prese d'aria: con i missili a bordo quindi, la velocità massima si riduceva di pochissimo in quanto avevano potenza in eccesso da offrire. Tucia, per la cronaca, significa nuvola. Il Mossad continuò ad interessarsi delle missioni di questi aerei, certamente grossi ed evidenti (e poi non c'erano altri Foxbat in Egitto, difficile sbagliare) dando informazioni sulla loro attività e sopratutto sul tempo dei loro decolli. La cosa in fondo era fattibile: dal 1971 i Foxbat R erano in Egitto, ma erano solo 4. Da notare che all'epoca non c'erano ancora in servizio i Foxbat-A da caccia, apparsi l'anno dopo. In un'occasione l'informazione fu corretta al punto che una batteria di HAWK
Non è però finita. Tra i clienti dei MiG-25R vi sono diverse altre nazioni, come forse l'Algeria e la Libia, ma soprautto Irak e India. Quest'ultima non ha mai adottato il MiG-25 da caccia ma è rimasta interessata della sua capacità, come ricognitore, di usare anche bombe, magari pure nucleari. Di fatto si è dotata di almeno 6 macchine in un unico reparto, recentemente le ultime 4 sono state poste fuori servizio e a quanto pare, tutte conservate come 'gate guardians'. Indubbiamente se lo meritano.
Ma è sopratutto l'Irak che ha usato i MiG-25, sia da caccia che da ricognizione e attacco. La questione è difficile da riassumere qui: diciamo che i caccia MiG-25P e successive sottoversioni sono stati usati come intercettori ma sopratutto come aerei offensivi, facendo quel ruolo di predoni che la NATO paventava: usati aggressivamente, volavano nel territorio iraniano in cerca di prede, anche aerei civili. La loro azione li ha visti contrastati talvolta dai minuscoli F-5 persino con qualche occasionale successo (se i Foxbat si facevano coinvolgere in scontri a quote e velocità più basse del dovuto), mentre gli F-4 non hanno ottenuto nessun risultato. Ma sopratutto, sono stati i caccia Tomcat che hanno affrontato i MiG, spesso in singolar tenzone. I Tomcat andavano in aria cercando di accellerare e di lanciare nella migliore geometria possibile i loro missili AIM-54. Per le 'cacce' ad alta quota i Tomcat erano pronti con carburante inferiore al pieno e con pochi missili, magari uno-due Phoenix. che d'altra parte si rivelavano micidiali. La serie di scontri ha visto i Tomcat iraniani abbattere i MiG-25 in una decina almeno d'occasioni. In molte di queste non si trattava di aerei da caccia, ma di ricognitori. Qualcuno di questi è stato colpito anche da missili SAM. I ricognitori erano usati come tali, ma sopratutto come bombardieri ad alta quota. Per essere una macchina sofisticata e costosa, da circa 37 t di peso era davvero notevole che il MiG-25 fosse tanto diffuso (in tutto ne vennero costruiti circa 1.200) ma i piloti Irakeni, secondo il Col. Ivlev, volavano troppo poco nonostante fossero un Paese in guerra e non sfruttavano al meglio i loro aerei. In ogni caso, i compiti degli RB erano quelli di sganciare bombe ad alta quota e velocità su grossi bersagli, come le città. Il problema era la precisione: spesso le strisciate di ordigni cadevano senza molto danno lungo chilometri di quota: le JDAM all'epoca non c'erano, altrimenti i Foxbat sarebbero stati dei veri 'terminator'.. con il tempo e le ripetizioni delle missioni era possibile acquisire una notevole precisione condiderando che si trattava di colpire bombardando dalla stratosfera, ma questo comportava anche una certa prevedibilità e conseguenti perdite: la cosa che preoccupava di più è se c'erano Tomcat in giro, specie per le capacità del loro radar e per i missili, realmente a lungo raggio e altamente letali,del tipo Phoenix. L'attività degli RB fu talvolta orientata persino al bombardamento, magari in associazione con i Tu-22 (anch'essi conversioni di ricognitori ex.sovietici), delle superpetroliere iraniane. Dopo qualche anno di attività (i Mig-25 cominciarono ben presto le loro scorribande sull'Iran, già nei primi anni di guerra) , gli Iraniani cominciarono a trovare enormi serbatoi da 5.000 l piovuti dal cielo: erano quelli dei MiG-25 che presto li adottarono: non avevano in effetti una grande autonomia nonostanet il carburante a bordo fosse circa il doppio di quello di un F-15 e non si rifornivano in volo in quasi nessuna versione; i serbatoi ausiliari però gli permettevano di entrare maggiormente nel grande spazio aereo iraniano. I difensori, oltre all'azione dei pochi F-14 si rivolsero anche ai SAM: la compera di un sistema a maggior raggio d'azione degli HAWK era necessaria. Ma gli HQ-2 cinesi, copie degli SA-2 sovietici, si dimostrarono del tutto insoddisfacenti, con tempi di reazione e di approntamento del tutto inadeguati per affrontare i velocissimi ricognitori-bombardieri irakeni o sovietici. L'SA-2 era già obsoleto, ma c'era un mondo di differenza tra diciamo un recente SA-2F e una copia cinese, di gran lunga inferiore all'originale (che tra l'altro
La presenza dei MiG-25 irakeni non era di poco conto: un reggimento, con due squadriglie caccia e una ricognitori, così ne parla Ivlev. Ma non era tutto. In Irak arrivarono anche i sovietici di persona, e usarono alcuni aerei e missili di tecnologia avanzata, a dire il vero senza molto successo contro gli esperti iraniani. Tra gli aerei usati c'erano anche 4 Tu-22K con missili AS-4 in versione antiradar, che tuttavia si dimostrarono scarsamente affidabili. La presenza russa era stata in realtà ben più consistente e diffusa, in Medio Oriente, di quanto non si sia ammesso. Si è detto del col. Ivlev, poi si dirà di altri casi.
|