Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-133: differenze tra le versioni

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Le bombe guidate sono state studiate essenzialmente dopo la seconda guerra mondiale. Basandosi su disegni tedeschi come le Fritz-X vennero estrapolati ordigni come i '''RAZON''' e '''TARZON''', utilizzate in Corea da 3 bombardieri B-29 per distruggere ponti e altri obiettivi. Non va peraltro dimenticato nemmeno il 'BAT', una bomba guidata dalle caratteristiche molto particolari. In origine si cominciò a pensare alle bombe guidate verso la fine della I GM, per esempio per lanciarle dai bombardieri pesanti o dai dirigibili Zeppelin. I tedeschi realizzarono armi come le Hs-293 e le Fritz-X, entrambi costruite attorno al corpo bomba di ordigni già esistenti: le armi da 500 kg d'impiego generale e quelle semiperforanti da 1.400 kg con appena 300 kg di esplosivo e una robusta struttura anteriore per sfondare qualunque cosa incontrassero nel loro cammino. Ma gli Americani andarono anche oltre: mentre gli ordigni tedeschi erano radioguidati e quindi teoricamente vulnerabili (e anche in pratica..) ai disturbi dei tipi più semplici, gli Americani sperimentarono le bombe plananti ASM-1 Pelican, da 907 kg, con guida radar semiattiva, che era un fatto davvero notevole per l'epoca (a dire il vero, era difficile anche vedere radar in giro, data l'epoca ancora pionieristica). Poi però decisero di continuare con le ASM-2 Bat, che ancora più straordinariamente avevano un vero radar di ricerca attiva della Bell Telephonics, nel musetto di materiale dielettrico di forma piuttosto tozza. L'aspetto, con tanto di coda doppia, era quello di un piccolo aereo tipo l'Hs-162 tedesco. Pesavano circa 850 kg di cui 450 della testata, che era quindi la metà di quella del Pelican. Ne vennero prodotte quasi 3.000 ma solo 3 squadroni di Liberator navalizzati l'ebbero in servizio. Sganciabile tra i 4.000 e gli 8.000 m, tra 260 e 390 kmh, copriva anche i 32 km se 'mollata' da 7,6 km di quota. Ma non era molto precisa, affidabile e sopratutto si dimostrava vulnerabile ai disturbi, anche accidentali. Non ebbe quindi molta fortuna nonostante qualche successo in azione e una versione speciale capace di attaccare anche i ponti. Certo che un'arma autoguidata nella II GM era una vera rarità, una sorta di Harpoon o di JDAM d'annata. Ma forse i tempi erano men che maturi: nella Guerra di Corea gli USA ricorsero a più normali aerei F-6F carichi di 3 bombe da 454 kg senza governali e radioguidati dagli F7F, abbastanza veloci e disponibili anche in modelli biposto. Anche questo è un fatto poco noto, ma gli USA avevano impiegato dei drones da bombardamento anche durante la guerra. Gli Hellcat furono più figli loro che dei Bat (e antenati di UAV come i Predator armati), ma in ogni caso di missili veri e propri di tipo aria superficie, non se ne sarebbero rivisti per molto tempo. Addirittura si pensò di usare la 'guida organica'. Che cos'era? L'idea di usare un piccione, opportunamente addestrato, a riconoscere un bersaglio 'beccando' la finestrella dove questo appariva, il che avrebbe permesso di trasmettere un segnale di guida al missile dov'era sistemato. Idea poco 'animalista' (ma non peggiore di quanto sarebbe successo con altri esperimenti, per non parlare della vivisezione), era un sistema capace di realizzare un velivolo kamikaze 'non umano'. Ma la soluzione sarebbe stata un'altra, quella dell'Intelligenza Artificiale, più facile da programmare (e da 'convincere') per missioni del genere.
[[Immagine:Walleye on A-7.jpg|250px|left|thumb|]]
Passarono quindi parecchi anni prima che a questi primordiali ordigni radioguidati ne seguissero altri, a cominciare dal Bullpup e dalla '''Walleye'''. Quest'arma, designata AGM-62 era il frutto delle ricerche del Naval Weapons Center di China Lake. Essa era in sostanza un ordigno tozzo, con 4 sole superfici di controllo, con una poderosa testata bellica.La guida, elemento fondamentale, era di tipo TV, quindi una sorta di antenato dei Maverick. Le consegne vennero fatte dalla Hughes nel 1966 e nel 1967 dalla Martin Marietta. Questi missili erano per la Marina USA. L'AGM-62A Walleye I e venne prodotta in ben 4.531 esemplari. Poteva essere lanciata fino a quote di 10.670 m e trasportata fino a mach 1,9 e usata nella guerra in Vietnam. Essa era indicata contro obiettivi 'duri' come ponti, ma mentre contro le strutture tipo ponti in legno era efficace, contro obiettivi in cemento era meno potente. Ovviamente gli ineffabili tecnici americani arrivarono rapidamente a fornire il prodotto adatto anche per questa missione di distruzione: così vennero ricostruite 1481 Walleye I e costruite ex-novo altre 529 Walleye come Walleye II, da parte della Martin Marietta. Queste nuove bombe avevano una capacità di esplosivo più che doppia, e come se non bastasse, la loro poderosa testata era a carica cava,anche se è strano che si utilizzi un tale sistema per distruggere una struttura di cemento. Certo, con una tale potenza la Walleye è forse l'unica arma capace di distruggere qualunque carro armato, anche i più moderni, e a dire il vero ha almeno un precedente: la colossale testata da 1.8 t del Mistel, capace di perforare circa 20 m di terreno e 3 m di cemento. Infine apparve l'Extender Range Data-Link: con i primi modelli quando il pilota lancia l'arma ne perde il contatto, ma con questo sistema l'arma è ancora puntabile dal pilota in quanto gli trasmette quello che la sua telecamera vede. La produzione iniziò nel 1972 e in questo modo vennero trasformate 1.400 Walleye I e poi prodotte altre 2400 Walleye II, non chiaro se anche per trasformazione delle precedenti. Questo consente ad un aereo di lanciare l'ordigno senza vedere affatto ( lui la telecamera della bomba) l'obiettivo, ma un secondo aereo con pod data-link può intervenire, vedere sullo schermo TV quanto gli invia la bomba, e guidarla verso un obiettivo designato dal pilota. Quest'arma venne utilizzata in 3 esemplari nel '72 colpendo il bersaglio, senza essere in nessun caso visibile al pilota dell'aereo lanciatore. Pensata per essere utilizzata principalmente dagli A-7, in questo modo può essere utilizzata al meglio della sua gittata senza esporre il velivolo lanciatore. Naturalmente il data-link può teoricamente essere disturbato o l'aereo che guida l'ordigno può essere abbattuto. Tra il 1970 e il 1979 un'ulteriore versione della Walleye ha trovato impiego: quella nucleare con testata W72 da 150 kT, trasformandola in ordigno d'attacco nucleare strategico, ad alta precisione. Anche Israele ha utilizzato la Walleye, e probabilmente da questa ha ricavato l'esperienza per il missile Popeye. La Walleye, potente arma d'attacco a bersagli essenzialmente stazionari, è rimasta in servizio fino a non molti anni fa. Il suo successore diretto è stato lo SLAM, ovvero la versione (praticamente con lo stesso tipo di guida) dell'Harpoon, che nonostante una testata minore da 227 kg ha un turbogetto che lo rende più costoso ma capace di oltre 90 km di gittata utile, e anch'esso debuttò nel 1991 quando la Walleye venne usata forse per l'ultima volta.
 
Ecco i dati dell'ordigno in parola:
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Il JSOW è una specie di intermezzo tra armi tipo lo SLAM e il JSSAM da un lato, e le bombe JDAM dall'altro. Di fatto è un dispenser planante con guida GPS, con una gittata praticamente da missile tattico. Il programma è iniziato attorno al 1986 come AIWS come arma guidata stand-off per dare successione alle Paveway e Walleye, per non parlare delle CBU Rockeye e APAM, i missili AGM-123 e AGM-65E (a guida laser). All'epoca le possibilità di guida tramite GPS, ognitempo e precise cominciavano ad essere valutate come economica via per la guida di armi in ogni parte del mondo e in ogni ora del giorno. I programmi per questi sistemi di nuova generazione richiesti erano la ABF-Advanced Bomb Family-, la Advanced Strike Weapon e l'AIWS, che poi sarebbero diventate poi la JDAM, il TSSAM (Tri-Service Stand-Off Attack Missile) e poi il JASSM (Joint Air Surface Stand-off Missile), e per l'appunto l'AGM-154 JSOW. La tempistica della gara vide la vittoria, dicembre 1991, della Texas Instruments, già artefice delle Paveway, che poi sarebbe stata 'mangiata' dalla Raytheon (quella dello Sparrow). Il contratto venne siglato a giugno del '92. L'USAF aveva il TSSAM, che era costruito dalla Northrop e forse chiese a sua volta la partecipazione dell'USN. Ma poi successe che il TSSAM venne cancellato dopo problemi risultati fatali per la riuscita del programma, e l'USN non ebbe patemi a portare avanti il suo ben più semplice SLAM, ovvero l'Harpoon modificato come arma d'attacco terrestre. Differentemente dall'ambizioso programma americano, l'USN non si fissò su programmi troppo costosi e sofisticati ma andò dritta verso un'arma semplice ed economica, che era la caratteristica tipica delle armi GPS, visto che sarebbe stato incongruo disporre di un sistema elettronico di supporto costosissimo (la costellazione GPS-Navstar) e una munizione correlata a sua volta molto costosa. Bastava una gittata a bassa quota di 9 km, capacità di aggancio bersaglio dopo il lancio e con costo basso, oltre che con architettura modulare, con un peso abbastanza ridotto da consentirne l'uso da aerei di piccole dimensioni. Insomma, la soluzione TI è stata quella di una bomba planante con guida GPS e INS, praticamente come una JDAM; i test dell'USN iniziarono al NAWC di China Lake e poi a Point Mogu, California. Su 11 lanci 10 ebbero successo, iniziando dal dicembre 1995; l'USAF seguì nel marzo 1996 con i test con gli F-16 di Eglin. Oramai il programma era chiamato JSOW e in particolare AGM-154A o JSOW 'Baseline'. Seguì rapido il modello 'B' con le submunizioni BLU-108/B controcarri guidate, con sviluppo iniziato all'inizio del 1996 e test con gli F-16D USAF (che era interessata al tipo) iniziati a luglio. Nel frattempo la TI venne comprata dalla Raytheon, compera storica formalizzata il 6 gennaio 1997. Il mese dopo l'OPEVAL dell'USN da parte di aerei della USS Nimitz e Eisenhower permise di appurare l'affidabilità formidabile di quest'arma: 42 successi su 44 lanci: il 95,5%. Non stupì pertanto che quest'ordigno venisse consegnato ai reparti operativi nel 1998, a luglio e con una cerimonia ufficiale, in cui si cercò di sottolineare la comunanza tra USAF e USN per quest'arma modulare. Infatti c'erano le JSOW sia sotto le ali di un F-16 e sotto un F-18, ma la cerimonia venne tenuta nella NAS di Forth Worth, che forse non era casuale visto come poi le cose si sarebbero evolute. La IOC, capacità operativa iniziale venne ottenuta nel 1999 con il modello A mentre la produzione a pieno iniziò nel 2000 dopo circa due anni dall'accordo per la piena produzione in grande serie. Subito dopo cominciarono le lamentele da parte dell'USAF perché le superfici di coda subivano a bassa quota e velocità vibrazioni eccessive con danni piuttosto significativi e la riprogettazione richiese oltre un anno. Terminò il tutto con 3 lanci da parte di F-16 e F-18, nel febbraio 2003, giusto all'alba dell'attacco all'Irak. Solo nel maggio successivo vennero implementate nella produzione. Ma poi, nel febbraio 1999, anche la versione B venne autorizzata per la produzione, solo per essere 'segata' dalla perdita d'interesse dell'USAF. Sempre in quell'anno venne iniziata la versione C della bomba, che aveva una nuova testata perforante di tipo speciale, con inizio della produzione a basso ritmo dal luglio 2003, OPEVAL nel 2004 contro bersagli vari (anche grotte) e fornitura alla Marina dal novembre 2004. La IOC è stato l'ultimo passo da compiere prima della piena operatività e venne fatto nel febbraio 2005.
 
Detto della genesi delle varie versioni dello JSOW, la sua tecnica è la seguente. Tutti i tipi hanno lunghezza di 4,05 m, apertura alare di 2,69 m, peso di 474 kg, 470 kg e 468 kg per le tre versioni A, B e C. Prima di parlare delle testate, bisogna dire cos'é di speciale lo JSOW. Per essere un sistema economico, uno dei segreti è quello di usare un sistema planante. E'È lanciabile da un aereo e questo rende possibile un raggio d'azione limitato, senonché la sua finezza con rapporto portanza-resistenza di 12: 1, quindi la gittata, una volta sganciati dai piloni BRU-55/A o -57/A, è di circa 130 km ma solo se lanciata nelle migliori condizioni, comunque si tratta di una portata tale da rendere possibile un tiro fuori tiro delle difese nemiche. A maggior ragione se ci sono in giro EA-6B con i sistemi ECM e missili HARM di bordo. I parametri sono, per il lancio, di 75-12.000 m e 0,6-0,95 mach (progettualmente era chiesta una velocità minima di 0,5 mach, ma in ogni caso quest'arma non era destinata a nessun elicottero). Da 150 m di quota è possibile lanciare ancora con una planata di 22 km, quasi 100 da 7.600 m e 130 km alla massima quota. È possibile lanciare anche verso bersagli alle spalle dell'aereo, per esempio fino a circa 40 km da 7,6 km e 75 km da 12.000 m, oppure sui lati, rispettivamente a 65 e 90 km di distanza. In ogni caso, si parla di una virata massima di 90 gradi e 1,3 g di accelerazione laterale dopo lo sgancio, quando le alette si aprono. Il sistema di controllo è dato da un apparato INS e GPS a prua, mentre le batterie sono a poppa, dove vi sono anche le 4 alette di controllo, mentre le ali di sostentamento sono a mezza fusoliera, sopra la fusoliera e la testata. Questa è data da 145 CBU-97/B Combined Effect Bomb (in sigla, CEB), che sono diffuse su di una superficie di circa un ettaro da un generatore di gas che fa praticamente scoppiare la zona della testata. Le submunizioni hanno paracadute, pesano 1,5 kg per una lunghezza di 16,9 cm prima e 35,6 cm dopo l'espulsione, con esplosivo Cyclotol poi sostituito dal PBXN-107 per venire incontro alle esigenze di sicurezza dell'USN. Con l'esplosione segue la frammentazione in oltre 300 schegge ed effetti incendiari grazie ad un anello di zirconio tutt'intorno alla testata. Questo problema non riguarda la DATM-154A inerte da addestramento. La versione B ha submunizioni Skeet: questi aggeggi infernali sono contenuti in sei BLU 108/B della Textron Systems, nati come sistemi SFW (Sensor Fused Weapon) che l'USAF voleva per distruggere i carri sovietici in attacco sull'Europa. Pesano 29 kg l'una per 13,3 cm di diametro e 79 cm di lunghezza, con 4 munizioni, radar altimetro e motore a razzo di piccole dimensioni. Quindi succede questo, nient'affatto scontato, tipo di sequenza: espulsione dal corpo missile, stabilizzazione-rallentamento da parte del paracadute, poi il motore a razzo s'accende e fa salire di quota fino a quanto prestabilito prima del lancio. Poi libera le 4 submunizioni. Queste sono pesanti ciascuna solo 3,4 kg e in questo peso vi è: un sensore IR passivo bicolore, fatto in maniera tale da essere capace di distinguere, per esempio, tra veicoli in fiamme o ancora intatti. Poi subentra, in caso di acquisizione di bersaglio valido, un laser che traccia il profilo del mezzo e ne consente il riconoscimento della zona più vulnerabile (il tetto ma sopratutto il vano motore) e ad una certa altezza l'esplosivo Octol (poi sostituito da un altro tipo) fa esplodere la testata da appena mezzo kg che scaglia un disco di rame 'forgiato' in proiettile dallo scoppio, come una sorta d'evoluzione rispetto al 'jet' della carica cava, con maggiore raggio d'azione anche se meno distruttivo: nondimeno, è abbastanza per penetrare, pur con materiale necessariamente malleabile, centimetri d'acciaio. Insomma, un solo JSOW può colpire fino a 24 veicoli, e a differenza delle CBU normali tipo Rockeye, se l'ordigno skeet, che viene espulso (e quindi plana nell'arco di secondi verso terra) non trova niente allora si autodistrugge ad una certa quota, o quantomeno si inattiva dopo la caduta a terra. È una differenza colossale rispetto a quella data dalle normali CBU, che tendono ad essere molto pericolose rispetto a chi poi sarà in zona dopo il loro uso. Ma all'USAF quest'ordigno non è piaciuto e ha deciso di sostituirlo con la WCMD , Wind Corrected Munition Dispenser, una specie di bomba CBU-105/B dotata di ali e che ha 10 BLU-108- Per uscire dal programma, nel dicembre 2003, l'USAF non ha esitato a pagare 100 mln di dollari di penale e così la versione B non è stata adottata anche se è possibile fornirla a clienti esteri. Quanto alla versione C, essa è capace di attaccare bersagli puntiformi altamente protetti con un grado d'intelligenza artificiale degno di nota. In sostanza, ha un sistema ATA (Automatic Target Acquisition) come nell'AGM-84H e K SLAM-ER, al posto del data-link bidirezionale che consentiva di guidare l'arma sul bersaglio con un operatore. Tutto superato: l'ATA e il sensore IIR permettono di riconoscere e attaccare bersagli 'caricati' nel calcolatore di bordo. E dire che il sensore è di tipo non raffreddato, addirittura di derivazione commerciale. La precisione è di un metro anziché 3 come nel tipo A e B. E una volta sul bersaglio, a bordo c'é la testata più adatta per colpire oggetti molto 'duri', impossibili da annientare con le altre testate viste prima. Essa è duale: la BROACH britannica è acronimo di Bomb Royal Ordnance Augmenting Charge, costruita da BAe Systems che in origine nacque per il CASOM (che per onore della storia significa Conventionally Armed Stand Off Missile), progenitore dello Storm Shadow. Significa in soldoni la presenza di una carica cava da ben 100 kg capace di fare un grosso foro dentro il cemento armato, che apre la strada alla Follow Trough Bomb da 146 kg, che scoppia dentro lo stesso, sia pure con esplosivi insensibili PBXN-109 e 110. Arma davvero micidiale, non è tuttavia l'unica con testata unitaria: nel 2004 l'USN ha richiesto il JSOW Block II che costa oltre il 25% in meno grazie ad una realizzazione curata con parti più economiche. Nondimeno il GPS è di nuovo tipo, il RAPTOR GPS con modalità speciali anti-disturbo. Inoltre da ricordare il 'cervello' elettronico della bomba, che a quanto pare nei primi tipi era niente di meno che il 486, ovvero il processore antecedente al Pentium. Qui è stato sostituito con un tipo nuovo (Pentium?) e le prove in volo sono iniziate il 12 ottobre 2006 mentre le consegne sono iniziate nel maggio 2007. L'economizzazione (non disprezzabile, dopotutto i costi del programma sono di 421 milioni) comprende anche la testata di tipo unitario, che è praticamente la BLU-111 della comune bomba Mk 82. L'export è stato autorizzato dal 2006, ma certo, occorre dire che le logiche da 'Guerra fredda' sono oramai tramontate: submunizioni, come anche testate ad autoguida sono ben poco necessarie per i compiti degli aerei moderni, specie negli oramai endemici 'conflitti a bassa intensità'.
 
Trasportabile dagli F-15E in 5 esemplari, 12 da B-1, 16 da B-2, 12 da B-52H, 4 da F-16 e F-18, ma anche da F-35 (ancora da realizzare l'integrazione), P-3, e altri tipi di aerei, l'AGM-154A è un'arma molto insidiosa. L'unico punto debole è che l'aereo lanciatore per colpire da distanza deve salire di quota e questo potrebbe renderlo vulnerabile alle difese nemiche. Il suo battesimo del fuoco è avvenuto con un programma 'crash' contro la pericolosa antiaerea irakena. Dalla CVN-70 'Carl Vinson' vennero inviati degli F-18 i cui equipaggi avevano avuto appena 2 giorni per familiarizzare con le nuove armi. 3 JSOW distrussero altrettanti siti SAM suscitando l'interesse generale visto che con aerei normalmente armati ci sarebbero voluti almeno 25-30 velivoli. Era il 25 gennaio 1999, poco dopo Desert Fox e ancora prima della IOC. Dopo di allora altri ordigni vennero lanciati, ma non molti: prima dell'invasione del 2003 circa 87 ordigni di questo tipo che sostanzialmente è una JDAM planante. Le capacità d'attacco ognitempo e di precisione vennero apprezzate anche durante l'attacco alla Serbia del '99, sempre ufficialmente prima della IOC, e in Afghanistan, poi contro l'Irak nel 2003 altre 300 armi vennero tirate contro bersagli individuati dalla ricognizione. Nell'insieme circa 3.000 ordigni sono stati costruiti dal '97, pochi se si considerano i faraonici quantitativi richiesti delle JDAM. I piani dell'USN prevedono 2.800 A e 7.000 C ma con comodo, entro il FY 2019, mentre l'USAF ne ha circa 500 ma ha smesso di comprarli nel 2005. La Polonia ha ordinato, con consegna dal 2008, i tipi C per i suoi F-16. Era il 2003 e questo fu il primo dei non moltissimi successi commerciali. Un altro è stato quello turco per circa 50 Block II e 50 A-1 (quello con la testata dell'Mk 82), infine sono seguite Grecia e Singapore. Ma nell'insieme è difficile non vedere la concorrenza con la più economica JDAM. Gli sviluppi futuri sono relativi all'adozione delle micidiali submunizioni a guida acustica-IR BAT, altra eredità della Guerra fredda, adesso note come Viper Strike, e sopratutto alla motorizzazione. Questa opportunità era già stata studiata nel 1994 con il programma inglese CASOM con il JSOW offerto con motore e i vari tipi di testate semiperforanti richieste. Si è arrivati anche ad un test: il 29 settembre 1995 un prototipo venne provato con un turbogetto Williams WJ24-8 che consentì 120 km di autonomia con solo i due terzi del carburante. Questa versione ovviamente pesava di pù 657 kg ma non era molto più grande e con una gittata stimata di 193 km. Altri tipi sono per esempio, il AGM-154C Block III con capacità d'attacco bersagli in movimento e il JSOW-ER con turbogetto Hamilton Sundstrad per una gittata di 550 km e maggiore carico utile. Intanto il Block III dovrebbe essere disponibile dal 2009.