Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

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Oggi fa parte dalla Forza da sbarco della Marina Militare, insieme al Reggimento Carlotto, con cui condivide buona parte della storia.
 
Le origini dell'unità risalgono al 1713, quando Vittorio Amedeo II, duca di Savoia e neo-insediatosi re di Sicilia, istituì il Reggimento La Marina, un reparto composto da marinai della Squadra Navale, e questo reparto per primo entrò in Sicilia, per consegnare la regione al nuovo Re dopo che questi l'aveva ottenuta come regno dalla Spagna, a titolo di conquista, con la firma del trattato di Utrecht. Seguirono molte imprese militari per tutto il Risorgimento, fino a che questo reparto venne sciolo nel 1878 per volere del generale Benedetto Brin, ma reparti da sbarco vennero costituiti sulle navi principali e usati in varie occasioni, tra cui la prima vera missione 'internazionale' dell'epoca, la difesa delle Ambasciate durante la Rivolta dei Boxers, nel 1900. I Marò combatterono anche nella I GM con la 'Brigata Marina', seguirono vicissitudini varie come, dopo Caporetto, la difesa della città di Venezia sotto forma di un reggimento su tre, poi 4 battaglioni. Nel dopoguerra venne ricostituita come unità militare ufficiale, ricevendo la bandiera con il leone alato dal sindaco di Venezia. Nella Seconda guerra mondiale combattècombatté sopratutto in Nord Africa con 7 battaglioni, poi si unì alla guerra di Liberazione, ma non nella sua totalità, alcuni reparti infatti andarono a combattere per la RSI. Alla fine della guerra il Reggimento era stato protagonista dell'entrata a Venezia, come onore per il suo servizio bellico. Nell'immediato dopoguerra, dal 1951, i Fucilieri di Marina vennero riuniti ai Lagunari nell'unita interforze esercito marina denominata Settore Forze Lagunari, e stanziati a Villa Vicentina, presso Udine. Il Settore Forze Lagunari era composto da due battaglioni, il Piave e il Marghera: i "marò" del San Marco costituivano la compagnia anfibia, i lagunari dell'esercito la compagnia autoportata.
 
Nel novembre dello stesso anno l'unita fu di nuovo in prima linea, questa volta in una missione di pace: gli uomini del San Marco furono i tra primi a prestare soccorso agli alluvionati del Polesine.
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I 36 vecchi VCC-1, nonostante la loro età veneranda, sono ancora sulla breccia: sono gli unici che possono ottenere le corazze aggiuntive, o quantomeno che le hanno ottenute davvero, per questo sono andati anche in Irak. I 40 VCC-2 sono stati recentemente aggiunti, e in teoria, con la costituzione della brigata anfibia, avrebbero dovuto diventare tutti dei 'mini-LVTP' con il kit Aquisgator della Aris torinese, con eliche e muso con una specie di modulo dall'aspetto di un AAV-7. Ma questo accadeva nel 1999, quando si valutava davvero di costituire la Brigata anfibia Interforze o BAI. Poi il progetto fu abbandonato o meglio, sospeso, e il programma per modificare questi mezzi abbandonato. Solo 4 prototipi sono stati completati, e consegnati alla forza da sbarco della Marina (meglio di niente..). In tutto, dei 40 mezzi di questo tipo disponibili, ben 20 VCC-2 non arrivano dall'Esercito, ma dai Carabinieri, che per quanto potesse sembrare incredibile, avevano ricevuto ad un certo punto anche questi mezzi cingolati, che altro non sono che M113 con corazze aggiuntive e poche altre modifiche (naturalmente con questi pesi in più gli M113 hanno perso le capacità anfibie, già di partenza modeste, anche se 'ufficialmente' restano ancora mezzi anfibi..). Questi 20 ex-Carabinieri (nessuno modificato come Acquisgator) si differenziano da quelli dell'E.I. perché in configurazione 'Ordine Pubblico' (che notoriamente non fa rima con 'cingolato'..)ovvero con un sistema di protezione NBC uguale a quello dei Leopard: può sembrare strano, ma serviva per 'eliminare l'effetto dei lacrimogeni', prese d'aria motore protette per ridurre l'effetto delle bottiglie molotov, estintori sui cingoli per lo stesso motivo. Come aggiornamento, unico, di questi vecchi cingolati c'é stata la rimozione della radio RV4 in cambio della VHF Selex SRT 634. Si attendevano poi 12 VTLM, i Jipponi antimina e blindati di nuova generazione, che erano il primo lotto visto che poi dovevano seguire anche altri, quanto meno quelli porta-TOW o anche Stinger. Il mezzo standard restava il VM-90, in numerose configurazioni, anche con la possibilità di installare protezioni balistiche, e con la predisposizione per le radio SRT 634 con capacità COMSEC/TRANSEC, oltre a mezzi specifici con radio aggiuntive VHF, HF de UHF, e infine altri mezzi nuovi, tipo 36 Astra ACTL medi, ricevuti nel 2004.
 
Quanto al battaglione GOLAMETTO compendio del precedente, è quello che opera come 'logistica da combattimento' anzi, 'Logistica di aderenza' nella definizione all'italiana. Questo equipaggiamento logistico viene richiesto al btg. CORTELLAZZO del Rgt Carlotto, perché éè questo che lo ha contabilmente in carico, e questo accade prima ancora dello stivaggio a bordo delle LPD. Per curare la logistica sul campo di battaglia, il personale di questo battaglione è abilitato anfibio, e almeno per compiti di autodifesa è in grado di sparare come anche di usare -come personale trasportato- l'elicottero. Da notre che il personale brevettato per compiti anfibi ha il basco su sfondo rosso, mentre il personale della MM, anche quando ha la mimetica ha il fregio su sfondo nero.
 
Purtroppo non ci sono molte informazioni sull'organico del Golametto, che tra l'altro gestisce la logistica anche per le attività del Comando Forza da Sbarco e quella addestrativa del Carlotto. E' strutturato su comando, compagnia logistica, compagnia trasporti, e compagnia sanità. Provvede al sostegno logistico del battaglione Grado, e fornisce gli autisti dei vari mezzi blindati in dotazione alla forza da sbarco.