Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-8: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: È
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti
Riga 76:
I cannoni sovietici non hanno mai avuto un tipo 'revolver', e nessun tipo ad alimentazione esterna, come i cannoni 'a motore' (chain gun) americani, che in cambio di una affidabilità di funzionamento data da una fonte esterna, sono però più pesanti, ingombranti, costosi e con minore cadenza di tiro. C'é mancato poco che il GSh-301 non diventasse il cannone del JSF, facendo risparmiare preziosi chili, specie per nella versione VSTOL, che poi ha ottenuto il BK-27 tedesco, altro ottimo cannone, ma pesante 100 kg anziché 42.
 
Vi sarebbe da parlare anche delle armi pesanti di minor calibro; queste sono mitragliatrici, pertanto non rientrano in questa sezione. In ogni caso vale la pena ricordare come, sebbene non vi siano stati sistemi diffusi come i 'minigun' americani, i sovietici hanno realizzato una valida arma da 12,7 mm a 4 canne per i Mi-24, capace di circa 4.000 c.min, anche se inevitabilmente meno potente del Vulcan da 23 mm dei Cobra americani, almeno contro bersagli corazzati e forse in duello aereo. Il fatto che i Mi-24 sono presto diventati utenti di gunpod da 23 mm e poi del potente cannone bicanna da 30 mm, con notevole soddisfazione dei piloti (il GSh-302 era chiamato 'Singer' per la sua affidabilità ed efficienza), pur senza torretta brandeggiabile, dà l'idea di come la ricerca della potenza sia stata esasperata. Forse l'unico limite della munizione da 30x165 mm è stato proprio il fatto che, per un elicottero, essa sia un po' troppo potente e pesante, almeno per una torretta mobile. Così, il fatto che il Mi-28 abbia un 30 mm mobile, come l'AH-64, non deve ingannare, perché nel caso dell'arma americana essa è un debole 30x113 mm, rivitalizzato dall'impiego di munizioni speciali con capacità HEAT, dato che balisticamente sarebbero state troppo deboli per perforare i mezzi corazzati. Gli sforzi di rinculo che il Mi-28 deve sostenere sono molto maggiori. Forse l'unica installazione davvero sbagliata è stata quella sul MiG-27, che ha causato troppi problemi. Stranamente, nessuno ha pensato di rimpiazzarla con una ragionevole bicanna da 30 oppure due cannoni singoli dello stesso calibro. Questo, specialmente dopo la necessaria riduzione della cadenza da 6 a 4 mila c.min, che aveva reso poco conveniente la soluzione gatling. Quanto ai cannoni da 30 mm navali, essi sono stati i primi veri CIWS navali, fin dai tipi AK-230 delle motocannoniere missilistiche, armi molto potenti per il calibro e con un sistema automatizzato concettualmente molto avanzato. Le navi sovietiche, riccamente armate di artiglierie, hanno poi ottenuto gli AK-630 a sei canne rotanti, che dall'inizio degli anni '70 hanno costituito dei CIWS di alta potenza, superati solo dai Goalkeeper (armati con il cannone dell'A-10) anni dopo. Ogni caccia e incrociatore sovietico era armato di 4 torrette, alle volte 6, mentre le navi americane avevano solo 2 CIWS Phalanx, molto precisi ma pur sempre solo da 20 mm. Lo sviluppo finale, il Kasthan, è diventato il sistema CIWS più potente del mondo, paragonabile al Myriad, che però non è mai entrato in servizio e che, pur tirando 10.000 colpi, sparava con munizioni da 25x137 mm, balisticamente dotate di circa la metà dell'energia dei 30 mm sovietici. Inoltre il Kasthan, nato per gli stessi compiti, integrava anche radar, optronica e una batteria di missili a corto raggio iperveloci. Con lo stesso criterio nacque il Tunsugksa, solo con armi bicanna anziché gatling e anche in questo caso, si tratta della più potente realizzazione della categoria (anche qui c'era un concorrente, l'OTOMATIC, che nonostante le tante buone promesse non è mai stato posto in produzione). Il massimo livello di difesa antimissile-ravvicinata lo ha raggiunto la portaerei Kutzetsov, che tra Kasthan e AK-630 ha totalizzato 132 canne da 30 mm, un valore mai avvicinato da nessuna nave moderna e comparabile solo con realizzazioni della II GM, come l'armamento previsto per la portaerei 'Aquila', con 22 impianti sestupli aventi funzione analoga, ma si trattata di HS-404 da 20 mm; o come la 'Shinano' giapponese, armata con 145 armi da 25 mm. Tale attenzione sovietica per la difesa non era del resto ingiustificata, e come nel caso dell'Asse, dovuta alla superiorità aeronavale americana; da qui la necessità di proteggere il più possibile le proprie navi, specie se si poteva fare con sistemi relativamente semplici e compatti.
 
===Il cannone da 130 mm nella Marina Russa <ref>Po, Enrico: ''Il cannone da 130 mm nella Marina Russa'', RID lu 2006</ref>===
Riga 292:
Il razzo, l'elemento fondamentale di ogni MLR, ha un peso di 800 kg, ben 220 dei quali costituiti dalla testata, che può essere HE (alto esplosivo), ICM (submunizioni) o gas nervino. In tutti i casi la potenza della testata è tale da provocare un effetto di saturazione su singoli bersagli devastante. Il carico utile è recapitabile fino a 70 km di distanza, con ragionevole precisione, considerando che si tratta pur sempre di un sistema d'arma non guidato. La capacità del sistema infatti è tale da consentire anche azioni di difesa costiera, come se fosse un'artiglieria costiera di grosso calibro. Ogni razzo porta 9 gruppi di 8 submunizioni antipersonale e a frammentazione, ciascuna capace di produrre 1.368 schegge e di saturare 672.000 m2 con il lancio dei 12 razzi disponibili. Il progresso della tecnologia ha fatto sì che ciascuno di questi razzi sia capace di una gittata e una capacità di carico paragonabile ai razzi [[w:FROG-7|FROG-7]].
 
Una munizione particolare è il SPDE-D 'Bazalt', una submunizione controcarri guidata, da 1 kg di testata autoforgiante. E'È simile ad una versione di minor calibro sviluppata per il GRAD, al SADARM americano e al BONUS franco-svedese e scendendo con un paracadute apposito, esplora nel movimento a spirale un'ampia zona lanciando. La testata apposita è la 9N152. Quando caricato con aggressivi chimici lo Smerch può portarne, pare, addirittura 280 kg. La lunghezza del razzo arriva a 7,6 m.
 
Anche il sistema di controllo del fuoco e coordinamento tra le batterie è stato oggetto di particolare attenzione, essendo automatizzato con computer tattici e terminali appositi sui vari veicoli. Il nome dell'apparato, basato su di un computer da 288 Kb di RAM, è denominato VIVARI ed è entrato in servizio nel 1990. Persino la precisione dei razzi una volta in volo è stata ad un certo punti incrementata, grazie ad una guida intermedia per la correzione della rotta, eseguita via radio dalla centrale di tiro, assoluta innovazione che comporta l'assimilazione dello Smerch quasi ad un missile balistico leggero.
Riga 321:
Gli spessori delle corazze, anche per questo, sono limitati e molto inferiori rispetto a quelle di un carro armato standard, sufficienti per fermare i proiettili AP da 7,62 da 250 metri: corazza frontale inferiore 13,5 mm, superiore 15 mm a 60 gradi; lati 13,5 mm inferiore, 15 mm superiore; scafo posteriore 8-10,6 mm; tetto 15 mm, pavimento 13,5 mm; lato torretta 13,5 mm e mantello torretta 15 mm.
 
Del carro armato ha senz'altro la potenza di fuoco, con dei cannoni lunghi circa 3,5 m e capaci di perforare ben 96 mm d'acciaio anche a 1 km di distanza, quando usati con proiettili AP. Questo valore, grossomodo equivalente a quello ottenibile con i 35 mm KDA armati con proiettili APDS, è sufficiente per minacciare i fianchi di gran parte dei carri armati, specie all'epoca (basti dire al riguardo che lo scafo di un M47, e con ogni probabilità anche dei suoi successori 'Patton', era spesso solo 76 mm) e distruggere ogni AFV leggero incontrato sul campo di battaglia, persino usando proiettili HE (da 2,4 kg). Molto efficace come mezzo d'appoggio al suolo, e ben disegnato e solido, piuttosto veloce, lo ZSU-57-2 era tuttavia limitato dalla mancanza di un radar, tanto che i cannoni S-60 in versione trainata, ma abbinati ai loro radar di tiro, sono risultati tutto sommato più soddisfacenti, essendo capaci di fare fuoco con precisione e contro bersagli in condizioni ognitempo. Così una batteria di 4 ZSU con 8 cannoni finiva per essere considerata meno valida di una batteria di 6 S-60 con radar SON-9 o la PUAZO-6. Anche la velocità di movimentare queste pesanti armi non era del tutto accettabile: 20 gradi di alzo al secondo, 30 di direzione erano di qualcosa insoddisfacenti per ingaggiare aerei ad alte prestazioni, a meno che non si riuscisse a vederli in volo ad alta quota o distanze elevate, che non richiedono forti accelerazioni angolari per seguirli (ovvero: se ruoti la torretta a 10°/sec, puoi seguire un bersaglio in movimento a 100 m/sec o 360 km a circa 1 km; se lo inquadri a 3 km, allora puoi seguirlo fino a 1.100 kmh; lo ZSU aveva 4 km di gittata utile). A tale proposito l'M42 Duster era capace di un fuoco rapido e preciso, al confronto, pur con due cannoni da 40 mm meno efficaci (a meno che non avessero adottato proiettili con spoletta di prossimità, che il mezzo russo non aveva), tanto che era capace di movimentarsi a 25 e 40°/sec rispettivamente (del resto, aveva anche armi dalla gittata minore, quindi ne aveva bisogno). Quanto al Tipo 63 cinese, come nel caso sovietico ben corazzato per l'equipaggio, aveva sfortunatamente la torretta ad azionamento manuale, senza cioécioè il congegno idrodinamico, almeno per il brandeggio. Con quale effetto sulla capacità di inseguire bersagli aerei moderni, è facile da immaginare (in effetti, benché apparso molti anni dopo, questo sistema ha una tecnologia del tutto analoga a quella della II GM, accoppiando lo scafo T-34 con i cannoni M1939, entrambi già disponibili all'epoca, ma non realizzati in tale abbinamento). In ogni caso, lo ZSU-57-2 era arrivato solo dopo circa 10 anni di sviluppo e quindi era nato piuttosto vecchio, passando dai tempi degli AD-1 a quelli degli F-104. La modernizzazione è avvenuta con l'impianto N.174 ma nel '57 questo sviluppo venne terminato perché c'era in cantiere il successivo ZSU-23-4. La torre aperta rendeva il mezzo privo di protezione NBC e in generale agli attacchi aerei o di artiglieria. Però era possibile guardare tutt'attorno al mezzo molto meglio che con una torretta chiusa.
 
Date le sue limitazioni, pur disponendo di una notevole potenza bruta, esso è stato ben presto sostituito dal più piccolo ZSU-23-4 Shilka. Nondimeno, come mezzo d'appoggio al suolo è risultato altamente efficace e se soltanto gli fosse stato dato un munizionamento moderno e un radar di tiro con annesso computer, avrebbe potuto esplicare una validità tutt'altro che disprezzabile. Per esempio, la gittata massima (4 km pratici, 8,8 teorici, max sull'orizzonte 12 km) è tale da poter ingaggiare facilmente anche un elicottero con missili c.c. o un aereo in volo a media quota con armi guidate, due cose che di fatto sono impossibili per il suo successore. Anche gli americani del resto hanno avuto lo stesso problema con l'M163 Vulcan, che tra l'altro, pur avendo un radar di tiro non era un mezzo ognitempo, il che ha condotto al successivo M47 Divad, che ritornava -ma con tecnologia molto più moderna- ai due cannoni da 40 mm Bofors (del tipo L/70). Invece i sovietici avevano adottato per quell'ulteriore passo un sistema combinato cannone-missili, forse perché un'artiglieria a lunga gittata avrebbe richiesto uno chassis un po' troppo pesante e grande per essere facilmente adottato (oltre 40 t). Lo ZSU-57-2, che fu presente anche durante la disastrosa ritirata egiziana verso il Passo di Mitla (senza riuscire a contrastare in maniera efficace gli aerei israeliani), ha avuto qualche modifica locale. Pare che gli Egiziani abbiano dotato i loro di radar (forse quelli degli Shilka?) mentre vari mezzi Yugoslavi ebbero una copertura superiore in lamiera aggiuntiva, un po' come fecero molti utilizzatori con i cacciacarri M36 Jackson, anch'essi dotati di uno scafo da carro ma una torretta aperta superiormente.
 
 
Riga 332:
La Cina è rimasta relativamente interessata dal mezzo, visto che non lo importò prima della rottura, ma ne ottenne uno dall'Irak nei primi anni '80 e realizzò in pochi esemplari un clone su scafo Type 69, con peso aumentato a 30 t; l'obiettivo era soddisfare le richieste irakene, ma vennero anche messi in servizio nella PLA in pochi esemplari. L'esportazione del sistema, già obsoleto 20 anni prima, non andò bene, non così per le munizioni con spoletta di prossimità, molto migliori in efficacia rispetto a quelle standard a impatto o tempo, sia dello ZSU che dell'S-60. Gli Irakeni già nei primi anni '70 ottennero 100 esemplari del tipo originale, ma assieme anche agli ZSU-23-4. Attualmente gli unici semoventi sono i BRDM-2 con una KPV-2 al posto della torretta. L'Iran ne ebbe altri 100 esemplari nei tardi anni '70, in servizio fino al 2002. L'Egitto ha ordinato questi mezzi e li ha tenuti in servizio fino al 2003, usando anche spolette di prossimità. Alcuni sono stati anche modificati con un radar.
 
Cuba ha ottenuto nel '63 25 semoventi, lascito dei sovietici durante la Crisi dei missili. Il Vietnam del Nord usò queste armi nelle offensive e per proteggere la pista di Ho Chi Minh, fino al '75, specie per proteggere i reggimenti carri 201 e 202 durante l'offensiva del '72. Furono usati come armi contraerei, ma sopratutto ebbero un'alta efficacia come armi di supporto contro bersagli a terral Il problema era che il costo di questi mezzi era alto, per questo è stato sviluppato il Type 63 da 37 mm su scafo T-34. Gli ZSU-57-2 erano davvero molti in Vietnam, a causa della loro gittata, valida per contrastare gli aerei in volo a media quota, e alla fine della guerra, nonostante le perdite, ne sopravvivevano 500 esemplari, e a tutt'oggi ve ne sono in servizio 200. I cannoni irakeni erano linkati ai radar dei sistemi ZSU-23 o gli SA-9/13 e questo li rendeva un po' più efficaci, spesso usati proprio contro un valido bersaglio, l'AH-1J Cobra con missili TOW (e capace di tirare da 3 km distanza). Il 16 gennaio pare che un Tornado IDS inglese venne abbattuto da uno di questi semoventi. Questi mezzi semoventi vennero usati anche nel 2003 contro gli americani.
 
In Yugoslavia questi mezzi vennero usati anche in Croazia, dove due mezzi vennero anche catturati. Altri vennero usati nella guerra del '99.
Riga 358:
*Prestazioni: 65 kmh su strada, 500 km di autonomia
 
Tutto nacque dalla richiesta fatta già l'8 giugno 1970 dal Ministro della Difesa al Tula KPB. Si voleva un semovente più potente dello ZSU-23-4, efficace ma un po' troppo a corto raggio. Inoltre, dalle indiscrezioni sullo sviluppo dei nuovi aerei d'attacco sembrava che l'A-10, fosse poco sensibile ai pur potenti proiettili da 23 mm. Non si volle tornare al calibro maggiore, come le armi da 37 o 57 mm, ma continuare con proiettili con spoletta ad impatto, e come per altre applicazioni venne trovato che il 30 mm era ideale per combinare potenza e cadenza di tiro (basi vedere a come gli NR-30 avessero sostituito sia le armi da 23 che da 37 mm sui MiG). Era infatti possibile abbattere un velivolo (tipicamente espresso da un MiG-17) con 2-3 volte meno colpi da 30 mm vs i 23 mm (che del resto pesavano circa la metà). Ma non era solo questo: la distanza di tiro aumentava da circa 2-2,5 km a 3-4 km, un vantaggio importante, specie contro gli elicotteri con missili c.c., mentre i proiettili AP (se non anche HE) sarebbero stati micidiali contro i blindati leggeri, e anche contro i fianchi dei carri armati (esempio, il Leopard 1 era previsto come resistente al 20 mm, il che significava che i 35 mm di acciaio del fianco erano altamente vulnerabili al 30 mm AP). Inoltre, si voleva che il tempo di reazione fosse inferiore a 10 secondi. E siccome non si era ritenuto che un 57 mm con spoletta di prossimità fosse adatto (non vi sono state mai munizioni da 57 mm sovietiche con tale spoletta, applicata solo dal 76 mm in sù) si pensò di integrare al 30 mm una batteria di missili per le maggiori distanze.
Il tutto era sofisticato e richiese molta partecipazione da parte delle migliori industrie del settore: per esempio lo scafo da parte della fabbrica trattori di Minsk, i sistemi radar da parte della fabbrica di Ulyanovsk, e così via.