Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-5: differenze tra le versioni

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====La nuova generazione: Le FREMM francesi<ref>Po, Eugenio: ''Le fregate 'Aquitaine', RID mar 09</ref>====
Nate da un programma che mira alla sostituzione di navi come le corvette A-17 (ancora 15 in servizio), le 2 Tourville ASW e le 7 più moderne Leguyes, le FREMM (Fregate Europee Multi Missione) sono navi importanti per le due marine principali del Mediterraneo, sia quella francese che quella italiana. Ma quest'ultima marina, al solito, non ha lesinato in richieste di prestazioni e armi al top, senza riguardo per criteri d'economicità; quella francese, invece, aveva più in mente navi di relativa seconda linea, un po' delle 'Super La Fayette'. Così la comunanza, che viene dichiarata del 90% per i caccia Orizzonte, è scesa in questo programma apparentemente gemello a no più del 25%. In pratica si tratta di due tipi di navi del tutto diverse. Nell'agosto 2002 venne fatto un accortdo tra i due governi. Erano da subito in ballo cifre enormi, ma all'epoca si parlava di appena 6 mila miliardi, per 24 navi e quindi 250 mld per nave. Ad ottobre 2004 la presentazione del programma ad Euronaval, in cui si precisò che c'erano in ballo 17 navi per la Francia e 10 per l'Italia, quest'ultima interessata a rimpiazzare le 4 'Lupo' e le 8 'Maestrale', ottime navi ma che prima o poi sarebbero risultate obsolete e comunque strutturalmente invecchiate. Le 'Lupo' in effetti vennero radiate poco tempo dopo, le 'Maestrale' resistono ancora. Le navi francesi sarebbero state più numerose di quelle italiane ma anche meno costose: il programma fu dell'ordine dei 6,5 mld di euro come prezzo stabilito in maniera definitiva, contro 4,5 delle navi italiane. Il costo unitario era quindi di 285 mln contro ben 350. Tutte e due le Marine scelsero una versione ASW e una antisuperficie, ma siccome i francesi, come gli Italiani del resto, hanno ordinato solo due 'Orizzonte', è finita che hanno preferito aggiungere una quinta tipologia, la terza per loro, ovvero due 'FREDA', la versione da difesa aerea delle FREMM, che in pratica è un 'Mini-Forbin' (la classe 'Orizzonte' com'é nota in Francia), che si aggiungono alle AVT (antisuperficie) e alle ASM (ASW). Questa classe ha missili Aster 30 più pesanti e prestanti e radar HERAKLES. I lanciatori sono due da 8 colpi l'uno. Intanto vennero ordinate 8 navi il 16 novembre del 2005 al costo di 4,19 mld di euro: Aquitaine, Normandie, Provence, Bretagne, Languedoc, Lorraine del tipo ASM, e le 'Auvegne' e 'Alsace' per il tipo AVT. Le altre 9 dovevano essere ordinate nel 2011, ma poi l'ordine pare sia stato ridotto a 3, di cui due del tipo antiereo. Infatti la Francia ha deciso di ridurre nel 2008 la forza delle sue fregate e caccia da 24 a 18, e le FREMM destinate a proteggere gli SSBN, il territorio nazionale e la portaerei C. de Gaulle. I lavori di costruzione sono iniziati nel 2007 e la nave impostata ufficialmente il 15 dicembre, a Lorient. Era la prima, la AQUITAINE e si presume sarà completata nel 2011. La NORMANDIE è stata invece venduta (per essere rimpiazzata? Non è chiaro) al Marocco come ammiraglia della sua flotta.
 
Le navi del tipo FREMM francesi sono più numerose e quindi, anche se meno costose, nell'insieme più impegnative delle unità della MM. Costruite con uno scafo di 142,2 x 19,7 m, immersione di 5,4 m e carico massimo di 6.040 t, hanno la costruzione in moduli pre-assemblati per un totale di 19 unità, comprendenti 10 moduli per lo scafo, 6 per le sovrastrutture e 3 per albero, torrione e fumaiolo. Queste unità hanno uno scafo pensato per la tenuta al mare, ma meno per la velocità, data la necessità di allargare la carena per i lanciatori missilistici Sylver A70. L'ottimizzazione è per velocità di una quindicina di nodi mentre le navi italiane sono ottimizzate per circa 25, praticamente quasi al massimo della loro velocità. Lo scafo non è solo largo, ma ha anche un sistema di stabilizzazione italo-francese per operare senza degradazioni fino a mare forza 5, grazie all'uso dei due timoni contro il rollio, cosa che è più economica delle alette di stabilizzazione. Segnature radar, IR e acustica sono ridotte al massimo, grazie all'esperienza con le La Fayette e le loro cospicue evoluzioni per le varie Marine estere che le hanno adottate, tanto da essere addirittura prevista una minore RCS pur con un dislocamento superiore del 50%, grazie alle superfici inclinate tra i 7 e gli 11 gradi sul mare o verso l'alto, per riflettere convenientemente le onde radar. AL solito tutte le aperture sono ridotte al minimo, e anche le imbarcazioni e i missili antinave sono nascosti alla rilevazione da saracinesche e strutture varie. Infine l'hangar da 18 m e 12,5 di larghezza con un ponte di volo di 18,5x26,5 m (larghezza e lunghezza), con sistema ad arpione Samahe come sulle La Fayette per operare con l'elicottero in sicurezza anche con mare agitato, grazie ad una griglia larga 1,8 m su cui viene sparato un arpione, e una rotaia per portare l'elicottero da e per l'hangar. Gli scarichi dei motori diesel sono sui lati dello scafo per ridurre l'emissione IR con apposite attrezzature norvegesi largamente costruite in titanio e provviste di raffreddamento degli scarichi ad acqua di mare.
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Pur se dimensionalmente molto grosse, le navi hanno solo 108 membri d'equipaggio elevabili al massimo a 145, grazie ad un'estesa automazione che permette di ridurre il personale, il quale ha il 40% dello spazio in più rispetto alle navi attuali francesi e il 15% rispetto anche alle 'Forbin' in corso d'introduzione. L'autonomia è di almeno 45 se non 60 giorni e comporta 65 m3 di acqua potabile, 65 t di carburante TR5 per l'elicottero e 620 m3 di carburante per i motori, oltre ad attrezzature per rifornirsi in mare da entrambi i lati.
 
Quanto al motore, esso è stato un'altra grana da risolvere, dato che gli italiani volevano un sistema a turbine a gas più diesel, e i francesi per ragioni di economia un sistema tutto-diesel, un po' nella loro tradizione. I Francesi volevano sei motori diesel di cui 2 da 8 MW collegati agli assi e 4 ai generatori, inclusi quelli che servivano due motori elettrici da 2,1 MW; gli italiani volevano invece una turbina a gas al posto dei due motori principali da 24 MW complessivi. Alla fine si pensò ad una turbina, motori diesel generatori ed elettrici in configurazione CODLOG per la MN e CODLAG per la MM, il che significa poter usare sia la turbina che i motori insieme. Per la turbina, essendocene una sola, era necessario scegliere tra i motori britannici RR MT-30 e gli americani (co-prodotti con la Fiat Avio) LM-2500, qui nella 4a generazione con maggiore potenza. Non sorprendentemente la soluzione n.2 ebbe la meglio dato l'interesse della Fiat Avio. La turbina da 32 MW e i 4 diesel MTU tedeschi 16V 4000 da 2,2 MW l'uno hanno così costituito il motore e la generazione di potenza per la nave, assieme ai due motori elettrici Jermont da 2,1 MW. Le navi francesi sono state tuttavia limitate dai motori di un tipo inferiore rispetto alle esigenze della MM e sopratutto da eliche a passo fisso. I motori, insonorizzati in appositi comparti, sono due nel comparto di prua e due, più la turbina, in quello di poppa, nettamente separato. I generatori forniscono potenziale di 6,6 MV e 6 Hz. Infine sempre a poppa vi è un motore retrattile per le manovre di precisione, da 880 kW e capace di spingere la nave a 6-7 nodi in emergenza. In pratica, quindi le 'Aquitaine' sono navi elettriche, con motori elettrici che azionano tutta la loro capacità motrice ed energetica. Il carburante è per lo più a mezzanave, in mezzo ai due comparti motori massicciamente separati.
 
Quanto ai sistemi, per gestire la piattaforma c'é lo SHIPMASTER, ampiamente dotato di computer commerciali e sensori (oltre 7.000!) di tutti i tipi, controllato nella centrale operativa di piattaforma con vari sottosistemi, per la navigazione, gestione piattaforma. controllo danni, malfunzionamenti, addestramento di bordo per l'equipaggio.
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Per il combattimento c'é il sistema SETIS (Ship Enhanced Tactical Information System), successore dei precedenti SENIT francesi e ad architettura aperta, con 17 consolles multifunzione con 3 schermi l'una e due grandi schermi di presentazione dati a parete. Tutte le consolles sono totalmente multifunzione piuttosto che specializzate su questo o quel tipo di operazioni. Insomma, è stato come passare dai vecchi videogiochi dei bar anni '80, ciascuno con un solo gioco e una sola scheda dati, ai sistemi come le consolles per giochi o semplicemente i PC, programmabili per un'infinità di diverse situazioni.
 
Quanto riguarda i sensori e le armi, è ovviamente il top dell'evoluzione delle tecnologie europee. Il Thales HERAKLES è il principale sistema della nave, un sensore radar phased array passivo sviluppato come private venture ma presto impostosi per le sue capacità. Opera in banda S, ha un sistema IFF, portata 250 km contro aerei e 80 km contro bersagli di superficie. E'È l'evoluzione del tipo ARABEL e gestisce fino a 500 tracce di cui 200 di superficie e 300 aeree. Usa dei sistemi modernissimi, con sfasatori che funzionano con il principio delle 'lenti a microonde'. Ci sono 1.761 sfasatori capaci di elevare il fascio elettronico fino a 70°ç e distribuiti su di una struttura troncoconica, formata da 40 moduli da 16 kg l'uno, raffreddati a liquido e con potenze di picco di 50 kW. La parte posteriore è la 'retina' del sensore, che spara questi impulsi verso la parte frontale del sistema per poi farli ritornare indietro e processarli con 200 microchip. Il radome ruota a 60 giri al minuto e ha peso di 3 t, con tempi di inseguimento del bersaglio dalla scoperta di 1-2 secondi e forme d'onda dedicate a ciascun bersaglio. E'È usato anche per la guida dei missili ASTER e nel settembre del 2004 è stato ordinato in sei esemplari per le 'Formidable' di Singapore. Il secondo sistema radar è lo SCANTER 2001 danese in banda X per navigazione e ricerca in superficie. Esso è capace di funzionare anche in cattive condizioni del mare e forti ECM. Ce ne sono due, di cui quello di poppa è usato anche per guidare l'appontaggio dell'elicottero. I radar sono solo questi, ma poi vi sono sensori ottici avanzati. L'IRST Thales ARTEMIS è un sistema di 3 sensori IR sull'albero della nave, ciascuno con un campo visivo di 120 gradi con altezza di 25, e serve per la scoperta continuativa sui 360°. Differentemente dal precedente Vampyr, esso è quindi un sistema fisso con tre occhi che rilevano continuativamente tutto l'orizzonte attorno alla nave. Può seguire e classificare 200 bersagli ed è stabilizzato sui movimenti della nave. Il NAJIR è della Sagem, e serve per controllare il tiro del cannone; pesa circa 90 kg de è una specie di cilindro dentro cui sono presenti una camera TV CCD, sensore IR operante (come l'Artemis) nella gamma di circa 3-4 nanometri, e un laser da 1,5 nanometri del tipo eye-safe. Ha settore di puntamento verticale di -30 e +80° e precisione di 1 milliradiante. Serve per il controllo del tiro del cannone. Quanto ai sonar, il Thales Underwater Systems /TUS 4110CL è a prua, con trasduttore prodotto dalla WASS di Napoli con peso di 9 t e 480 elementi ceramici, a media frequenza e modalità di funzionamento attiva e passiva anche in funzione antisiluro e antimina. Il sistema rimorchiato TUS 4229 è lo sviluppo del Type 2087 delle Type 23 inglesi con modalità di funzionamento attiva fino a 2,1 kHz e passiva per allarme antisiluro, 0,1-2 kHz, con un sensore lungo 2,2 m e pesante 1.250 kg, 4 trasduttori e 3 file di idrofoni, con cavo lungo 900 m e filabilità completa entro 20 minuti.
 
Quanto alle erami, le navi hanno un sistema assai vario. 8 missili Exocet MM.40 Block 3 a mezza nave, 16 MBDA MdCN SCALP Navale per i due complessi A70 a prua, missili Aster e cannone da 76 mm Super Rapido. I missili Scalp sono lo sviluppo dello Storm Shadow, con un programma iniziato nel 2002 e apposito lanciatore realizzato dalla DCN e da cui derivano le forme della prua più tozze data la necessità di un lanciatore alto 7 metri. Lo Scalp è stato poi ordinato in 250 esemplari, di cui 50 per i sei SSN 'Barracuda' di nuova generazione e gli altri per le FREMM. La consegna è per il 2012, i missili hanno gittata di oltre 1.000 km, sistema GPS o Galileo, INS, sensore IIR per l'attacco finale e datalink d'aggiornamento bidirezionale. Vi è una testata derivata dalla britannica BROACH e il turbogetto Microturbo TR-50.