Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Olanda: differenze tra le versioni

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I sottomarini erano anch'essi di rilievo: i cantieri olandesi erano specializzati nella costruzione di navi di ottime capacità complessive, e tutte quelle entrate in servizio negli ultimi decenni erano olandesi. Due Zaardwis 'migliorati' vennero venduti a Taiwan con un ordine del 1981, ed equipaggiati con i siluri italiani A.184. I sommergibili olandesi, inclusi quelli della successiva classe Walrus, sono equipaggiati con siluri americani Mk 48 ad alte prestazioni: questi nelle versioni 1 e 3 hanno una portata di 32 km a ben 48 nodi di velocità con una testata di quasi 300 kg, può operare fino a ben 762 m di profondità raggiungendo così praticamente ogni sottomarino. L'Mk 4 ha una portata di 28 km a 55 nodi e può operare fino a 915 m. Hanno una filoguida doppia, che permette non solo di venire guidati dal sottomarino madre, ma anche di trasmettere (sistema TELECOM) i dati che i propri sensori raccolgono, permettendo una guida ben più precisa. Il sonar attivo del siluro arriva a circa 3,6 km di distanza, e la capacità di impiego è duale contro sottomarini (come facilmente immaginabile vista la profondità raggiungibile) e navi, con una testata potente e armata di una spoletta a contatto o di prossimità magnetica per scoppiare sotto la chiglia spezzandola e causando la perdita pressoché certa della nave. In uno dei test, un sottomarino bersaglio emerso venne affondato in 38 secondi netti, nonostante la robustezza dello scafo resistente. La versione ADCAP venne sviluppata per permettere prestazioni e capacità ancora superiori, ma non è chiaro se sia mai stata esportata. Di sicuro Taiwan non ebbe siluri del genere, ma si è dotata degli A.184, anch'essi bivalenti ma con prestazioni minori per via della propulsione elettrica: 25 km a 24 nodi oppure 10 a 36, quota massima di 520 m, sensore attivo e filoguida, testata da 250kg. Furono valutati dall'US Navy come possibile soluzione per siluri 'economici' in alternativa agli Mk 48, il che dà un'idea del maggiore limite di questi ultimi nonostante il gran numero prodotto ha consentito certamente economie di scala. Inoltre gli Mk 48 sono semplicemente sprecati, capaci di prestazioni oceaniche come sono, in acque costiere. Altri siluti utilizzati dai sub olandesi erano gli Mk 37 nella versione C o successive; esso aveva un calibro di 482mm, ed era stato utilizzato originariamente come arma ASW poi divenne bivalente. Essendo di calibro ridotto aveva bisogno di adattatori per i tubi da 533m e le sue prestazioni, che nelle versioni più moderne erano molto maggiori grazie al sistema di alimentazione termico anziché elettrico (mutuato nel primo caso dall'Mk 46) ha comunque portate di circa 20 km e velocità massime di circa 18-20 km (non è chiaro se vi sia la scelta tra due velocità, di ricerca e attacco, come nell'originale Mk 37 elettrico). La massa dell'ultima versione è scesa a 640 kg, come del resto la lunghezza a 3,9 m (contro 740 e 4,506 m dell'NT37E mod 2). Si tratta quindi di armi non propriamente definibili come pesanti: circa 3 volte la massa dei siluri leggeri ma la metà di quelli pesanti. La testata a guida attiva sonar ha una massa ridotta di 150 kg (d'altra parte anche l'Mk 24 Tigerfish inglese, pur pesando 1547 kg, ha solo 134 kg). Ovviamente vi è la possibilità di utilizzare più armi a bordo di un sottomarino, incrementandone l'autonomia complessiva, fattore critico per ogni unità subaquea moderna. Altre armi, oltre ad una ventina di siluri erano i missili Sub-Harpoon UGM-84A, per un totale di 20 armi tra Mk 37, Mk 48 e Harpoon, rimpiazzabili con 40 mine da fondo magnetiche.
 
Anche gran parte dell'elettronica delle navi olandesi era di progettazione nazionale, dai radar di scoperta a quelli di tiro, ai sistemi di comando e controllo SEWACO. Molti di questi apparati erano stati anche esportati, si pensi in proposito al radar guidamissili WM-28 adattato agli SM-1 sulle oltre 50 fregate PERRY americane (normalmente questo radar viene usato con missili a più corto raggio come il Sea Sparrow) e alla serie STIR per i cannoni e i missili SAM. Tutto questo non valeva per la parte 'hard' della componente bellica delle navi, ovvero le armi che non erano in nessun caso nazionali eccetto il Goalkeeper, peraltro realizzato con il cannone Avenger dell'A-10 americano. Quest'ultimo éè uno dei sistemi d'arma CIWS più potenti e ha conosciuto anche un buon successo di export, ma va detto che il Phalanx americano, nonostante il calibro modesto che non assicura la distruzione totale dei missili (perché le loro testate semiperforanti 'potrebbero' resistere all'impatto dei proiettili, che pure sono decalibrati con munizione DU da 12,7mm, recentemente sostituita da una in tungsteno), è assai apprezzato a sua volta (specie per la precisione) e sopratutto costa meno, pesa meno ed è più facile da integrare sulla piattaforma rispetto al Goalkeeper, che richiede spazio sottoponte (ma esiste almeno una versione 'sovraponte' con tutte le munizioni in un deposito simile ad una grande ciambella, ai piedi del cannone di per sé). I sensori, un radar distinto per la scoperta e uno per il tiro, sono olandesi e come struttura richiamano molto il Gepard o il Sgt. York. Nei test a fuoco un Goalkeeper è stato capace di distruggere due missili supersonici a circa 500 e 400 m in avvicinamento quasi simultaneo. Il 'Portiere' merita il suo nome, e ha trovato fortuna in Gran Bretagna e Korea del Sud tra gli utenti esteri.
 
A parte questo, la Marina aveva anche un servizio aereo con una aviazione navale di 1700 uomini, che controllava diverse squadriglie: 2 con 6 Atlantic (designati localmente SP-13H) l'una e 3 con 22 Lynx: 17 ASW (designati SH-14B) su due squadriglie imbarcate e 5 SAR (SH-14C) impiegati da terra. Curiosamente, alle Antille operava un singolo P-3C facendo dell'Olanda l'unico cliente di entrambi questi 'eterni' rivali. Infine da notare come per tutte le navi olandesi non bastavano certo i 17 Lynx, la cui forza era in programma di aumentare fino a 37 macchine, cosa che avrebbe permesso agevolmente di soddisfare l'esigenza di 20 macchine per le Kortenaer e una mezza dozzina abbondante per le altre: in effetti, così non v'era ancora modo di impiegare al meglio le Kortenaer, che spesso operavano con un unico elicottero, mortificando le loro capacità operative perché una sola macchina non può fornire una copertura continua (per avere almeno un elicottero pronto al volo se ne richiederebbero 2) nel ruolo ASW. Stranamente, l'acquisto di navi tanto costose non ebbe ricompensa con un numero di elicotteri adeguato.