Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan: differenze tra le versioni

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Quanto all'addestramento, esso consentiva solo ai migliori studenti di farsi le ali, iniziando con il College of Flying Training o il College of Aeronautical Engeneering. Il secondo aveva una durata di 3,5 anni e permetteva un titolo dell 'università di Karachi, mentre i piloti, che facevano parte della prima unità, erano laureati in scienze a Peshawar; poi volavano per un anno e mezzo e cercavano di immedesimarsi nel concetto espresso dal capo fondatore del Paese, Muhammed Ali Jinnah. Egli disse in merito: ''Un Paese senza una forte aeronautica è alla mercèmercé di qualunque aggressore e il Pakistan deve costituire una forza aerea rapidamente e che sia seconda a nessuno''. Era il maggio 1948 e l'esperienza del secondo conflitto mondiale era fresca. Così l'Accademia era necessariamente molto selettiva. 80 cadetti per ciascuno dei 3 corsi annuali era un gettito elevato, ma dopo un mese sul piccolo Mushsahk per un totale di 7-10 ore di volo, già il 20-25% veniva scartato. Poi si andava al Flying Training Wing, con volo basico, addestrativo e istruttori quali sezioni. La prima aveva 2 squadroni con 18 istruttori, e insegnava il volo elementare per 54 ore, dopo la prima dozzina da farsi anche in solitaria. Poi dal PFTW si passava al BFTW con altri due squadroni e 13 istruttori, 11 mesi di volo e 135 ore sui T-37, volate in genere con una missione di un'ora al giorno e comprendono anche 11 ore notturne, aumentate dalle sette originali per andare incontro alle capacità dei nuovi aerei come gli F-16. I voli a bassa quota prevedevano 75 metri, con formazioni di due o tre aerei. Il corso per istruttori invece prevedeva 80 ore e 22 settimane e manteneva l'efficienza dei piloti istruttori stessi.
 
Dopo avere passato le prove, i piloti ancora in gioco erano mandati al No.1 FCU (Fighter Convertion Unit) di Mianwali sugli FT-5. Questi aerei vanno spiegati perché si tratta di una sorta di MiG-17 biposto, sostituti dei vecchi T-33 e di alcuni FT-2, ed entrati in servizio dal 1975. Ce n'erano all'epoca circa 30, con motore TJ-5D da 1.225 kgs e peso massimo di 6.237 kg, cannone da 23 mm con 44 colpi per un minimo di addestramento al tiro, e predisposizioni per i Sidewinder come aerei da difesa d'emergenza, e tra l'altro molto robusti dato che reggono (in configurazione pulita) 8 g. Qui venivano volate 24 missioni e poi una seconda parte della preparazione per altre 41 variamente assortite, nonché 20 missioni finali che permettono voli acrobatici. Scartato un altro 20% circa di aspiranti piloti, i superstiti passavano al No. 1 FCU 'Eagles' con gli F-6 e FT-6. Non era facile: solo sei missioni potevano essere fallite in tutto il corso. A quel punto venivano fatte altre 32 missioni che includevano anche azioni di tiro con i cannoni NR-30 e molte di queste erano anche svolte superando mach 1. Insomma, da 2.000 domande per ogni corso, si sceglievano 80 allievi, e di questi solo 20 arrivavano ad ottenere l'incarico di pilota di prima linea. Questi erano quindi davvero un'elite, e nondimeno per i primi 2-3 anni dovevano accontentarsi di volare sugli aerei cinesi. Poi, durante la carriera, c'é da dire che i piloti che volevano aspirare al titolo di comandanti dovevano andare alla Combat Commanders School di Sargodha, per un corso che durava 5 mesi, dotata di aerei propri, ma che coinvolgeva anche vari squadroni di F-6, Mirage e anche F-16. Per il 1992 erano attesi alcuni F-7P. Due Falcon 20 ECM, con compiti di ricognizione, erano presenti sul locale aeroporto con il No.24 'Blinders' e ovviamente i loro incarichi erano altamente segreti. L'attività di volo, sia addestrativa che operativa, doveva fare anche i conti con quello che, involontariamente, era il flagello dell'IAF, ovvero stormi di uccelli molto diffusi e quindi, un pericolo potenziale per la navigazione a bassa quota.
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===Gli 'Americani' della PAF e la querelle F-16/atomiche<ref>JP-4 e l'apposita pagina dell'opera di Joe Baugher nel suo sito internet</ref>===
La PAF conobbe inizialmente un certo potenziamento dopo la fine della guerra: dai caccia Tempest e Fury si passò al Supermarine Attacker, un veloce, semplice e maneggevole (almeno a bassa quota) caccia a reazione con una fusoliera 'a sigaro' e ala dello Spiteful. Non era un velivolo eccezionale, ma rappresentò il primo aviogetto della FAA inglese, e poi della PAF, unica cliente estera con una cinquantina di aerei. Non era un caccia privo di doti ed era persino un po' più veloce del Sea Fury (prodotto dall'eterna rivale della Supermarine, la Hawker). Ma ben presto scomparve dalla scena e i primi importanti jet pakistani sono stati gli F-86 Sabre.
 
I 120 esemplari di questo caccia apparvero dal '54, ed erano gli efficienti F-86F-35, con ala migliorata, dalle dotazioni USAF, ma alcuni erano della sottoversione F-40 con ala migliorata per l'agilità ad alta velocità, tipica dell'ala 6-3, sia con un miglioramento alle basse velocità e quote che consentivano anche di ridurre parecchio (a circa 200 kmh) la velocità d'atterraggio. Questo spiega come mai vari F-86 precedenti vennero poi aggiornati a tale nuovo standard. Gli F-86 erano gli unici caccia pakistani davvero moderni e rimasero tali fino alla fine degli anni '60, quando divennero disponibili un numero sufficiente di F-6. Gli squadroni che ebbero i Sabre furono i No. 5, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, e 26, ma non contemporaneamente. Combatterono nella guerra del '65 ottenendo un apprezzamento notevole. Parecchi erano stati equipaggiati con i primi AIM-9B Sidewinder, per la precisione 22 esemplari. I piloti Indiani non erano in grado di sapere in anticipo se i loro avversari erano o no equipaggiati con i missili ma difficilmente volevano scoprirlo troppo tardi. I tanti Mystère, Hunter e Ouragan erano ben armati, ma non avevano il vantaggio psicologico di tali missili. A bassa quota i Sidewinder non funzionavano nella maggior parte dei casi, ma nei 22 giorni di guerra il lancio di 17 di essi ottenne 8 vittorie<ref>Armi da guerra 35</ref> o 9 vittorie su 33 tiri (Sgarlato). Il totale delle vittorie è controverso, al solito su tutte le guerre e le vittorie reclamate dai Pakistani sono largamente negate dagli Indiani (e viceversa). Il pilota asso della guerra fu Mohammed Mahomood Alam, che abbatté ben 11 aerei. La sua impresa, per la quale rimase famoso nella PAF, fu la reazione che ebbe durante un attacco di Hunter alla sua base, attacco che venne parato dal suo Sabre con un missile AIM-9 a segno e poi un rapido attacco in picchiata durante il quale avrebbe abbattuto gli altri 4 aerei. Non è chiaro se questo si sia verificato in tal modo: le ricerche postbelliche parlano di 2 o 3 aerei abbattuti, negando così la conquista, unico caso nella storia dei jet, del titolo di 'asso in un giorno'. Del resto, l'India rivendicò 73 vittorie e ammise 33 perdite, mentre il Pakistan rivendicò 113 vittorie ammettendo 19 perdite. In ogni caso l'F-86 ebbe problemi con i piccoli e letali Gnat. 7 soli F-86 vennero dichiarati persi dai Pakistani in combattimenti aerei durante la guerra, quasi tutti dagli Gnat, che forse ebbero un rateo di vittorie favorevole. Stranamente, i caccia Hunter vennero superati in combattimento dagli F-86, contrariamente a quanto ci si aspettava (non fosse altro che per l'armemento). Durante la guerra del '71 ottennero varie vittorie, stavolta c'erano i Sidewinder (due sotto le ali) per tutti gli aerei, anzi tutta la PAF era 'Sidewinderizzata' contando anche i MiG-21 e gli F-6. Dopo la guerra in Afghanista, gli F-86 vennero trovati del tutto inadatti ad affrontare la situazione e apparvero i caccia F-16 per rimediare a quello che i Sabre e anche gli F-6 non potevano più fare.
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Focalizziamoci adesso sugli aerei cinesi in Pakistan: F-6, A-5 e F-7.
 
Cominciamo con quello che è stata la sorpresa della Guerra del '71, ovvero l'F-6. Negli anni '60 la PAF era disperatamente a corto di nuovi caccia con cui contrastare la più potente IAF. Gli F-86 Sabre erano un po' vecchi, il pugno di F-104A insufficiente. Vennero comprati alcuni Mirage III, ma nemmeno questi, di cui il Pakistan diverrà poi collettore (basti pensare ai 50 Mirage IIIEO australiani comprati attorno a 18 anni fa per 100 milioni di dollari), erano sufficienti in termini numerici. Per superare l'impasse serviva un altro fornitore, e l'unico che si riuscì a convincere fu la Cina, tutt'altro che spiaciuta di rafforzare un nemico del suo nemico, l'India, con la quale ebbe anche una guerra di frontiera nel '62.
 
Gli unici velivoli interessanti che aveva da offrire, date le difficoltà nel realizzare il MiG-21, erano gli F-6, la versione locale del MiG-19, che ebbe anche più successo che in URSS, con una produzione di circa 4.500 unità contro 2.300. La cosa fu possibile, nonostante il livello qualitativo e tecnologico dei tipi prodotti fosse basso, perché era un velivolo robusto e oramai abbastanza sperimentato (in URSS invece doveva ancora 'maturare' ed ebbe molti incidenti). Nella sua mimetizzazione a due toni di grigio, era ancora in servizio nel 2000 al confine afghano, con due squadroni a Samungli, vicino a Quetta.