Prontuario di diritto romano/L'estinzione delle obbligazioni: differenze tra le versioni

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*(debitore): '''''Quod ego tibi promisi habesne acceptum?'''''
*(creditore): '''''Habeo'''''
Era dunque un ''actus legitimus'' che non ammetteva condizioni termini, incompatibili peraltro col tenore della dichiarazione formale, che nel tardo diritto cominciò ad essere usata come una sorta di '''''pactum de non petendo''''': rispondendo di aver ricevuto il pagamento, il creditore si impegnava con il debitore a non richiedere la prestazione; quindi, sostanzialmente si trattava di una remissione del debito, che poteva valere solo nei confronti del debitore (''ne a te petam'') oppure nei confronti di tutti i soggetti (condebitori, eredi, garanti, ecc.) coinvolti nel rapporto obbligatorio (''ne petam'').
 
[[w:Ulpiano|Ulpiano]] diceva: «tra ''acceptilatio'' e '''''apocha''''' (=[[w:quietanza|quietanza]]) c'è questa differenza: <nowiki>l'</nowiki>''acceptilatio'' in ogni modo scioglie il vincolo e libera il debitore, anche se la ''pecunia'' non è stata data, mentre la ''apocha'' non libera se non è stata versata la ''pecunia''».</br>
Per Ulpiano, ''(...)quia hoc iure utimur, ut iuris gentium sit acceptilatio: et ideo puto ut Graece posse acceptum fieri, dummodo sic fiat, ut Latinis verbis solet'' (trad.: "perché secondo il nostro diritto l' ''acceptilatio'' è un'istituzione del ''ius gentium''; e sono percióperciò d'avviso che essa possa essere fatta in greco, a condizione che sia fatta così come è usuale in parole latine: "tu hai ricevuto tanti denari?" "si, li ho ricevuti".)</br>
Anche [[w:Gaio|Gaio]] parla dell' ''acceptilatio'' come ''veluti imaginaria solutio'', nel senso che è un pagamento immaginario: era sufficiente che il debitore chiedesse ''«Quod ego tibi promisi, habesne acceptum?»'' (trad.: ciò che ti ho promesso tramite una stipulazione, tu lo hai ricevuto?), e che il creditore rispondesse: ''«Habeo»''.</br>
Nel diritto classico, l' ''acceptilatio'' fu usata principalmente come atto di [[w:remissione|remissione]] di un debito appartenente al ''ius gentium'': era infatti il [[w:Negozio giuridico|negozio]] di chi ''non accipiat pecuniam, sed habere se dicat''.