Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Panavia Tornado: differenze tra le versioni

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I Tornado italiani entrarono in azione alle RED Flag dal 1987, pagando oltre un miliardo per aereo. Nel 1993 una macchina del 154 Gruppo precipitò durante l'esercitazione RED FLAG-93-1, e quell'anno stesso, il peggiore per i Tornado AM, un'altra macchina precipitò in Italia, a novembre, in entrambi i casi con la morte degli equipaggi.
 
La missione del Tornado IDS veniva programmata nel seguente modo<ref>dal DVD Tornado, supplemento ad un numero di Aerei del 2007 </ref>: una sorta di mouse aveva un reticolo al centro nel quale si vedeva la cartina geografica sottostante, si premevano bottoni per stabilire i punti di riporto, il computer memorizzava la sequenza dei movimenti e la immagazzinava in un nastro magnetico inserito nel sistema dal navigatore. Questo nastro era in formato audiocassetta, prodotta in duplice copia. All'epoca non vi erano sistemi come le memorie flash o hard disk sufficientemente affidabili per un caccia capace di manovrare anche a 7,5 g e le cassette magnetiche, come nel caso dei programmi dei minicomputer degli anni '80 (tipo il VIC-20 Commodore) erano mezzi pratici ed affidabili. Il Tornado veniva allineato con precisione per attivare il sistema inerziale fin dalla piazzola di parcheggio, mentre una turbinetta rapidamente accendeva il motore destro, che dava poi energia a tutto l'apparecchio. La rapidità era fondamentale per macchine pronte per lo strike nucleare. Poi decollava e puntava sugli obiettivi. Il sistema di pilotaggio automatico era estremamente preciso e affidabile, come anche il sistema di navigazione inerziale, che in alcune missioni e esercitazioni si è dimostrato capace di un errore di pochi metri dopo migliaia di km<ref>Sgarlato, op cit</ref>. Se si considera che il Super Etendard o il Jaguar hanno errori medi dell'ordine del miglio per km si può apprezzare l'efficacia di questi apparati, che in pratica consentivano una navigazione paragonabile in precisione a quella del GPS. In seguito anche questo è stato aggiunto.
 
Come capacità di sopravvivenza la macchina si affidava e si affida soprattutto alla velocità e bassa quota con attacchi ognitempo, ma anche in combattimento aereo ha delle possibilità, purché in configurazione leggera e a quote relativamente basse.
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Il Tornado cominciò a combattere davvero proprio solo quando la Guerra Fredda, per la quale venne pensato, era finita. Ovviamente le occasioni di usarlo si presentarono, almeno potenzialmente: nel 1986 i due gruppi operativi nell'AMI sarebbero stati il principale argomento per il quale Craxi affermò che in caso di attacco all'Italia Gheddafi 'non sarebbe rimasto più al suo posto'. Del resto, a parte una ritorsione aerea, non ci sarebbe stato modo di fare null'altro in autonomia, a meno di non allearsi con gli USA: la Libia, per quanto poco efficiente bellicamente, non era certo la 'passeggiata' della guerra del 1911-12.
 
Malgrado le mille tensioni date dagli ultimi 8 anni di Guerra Fredda, che lo videro in azione come principale deterrente nucleare e convenzionale della NATO, il Tornado venne usato nell' Operazione Desert Storm contro l'Iraq, infliggendo pesanti danni ma subendone anche di rilevanti. Principale base dei Tornado inglesi fu Dhahran, in Arabia, circa 500 km dal confine. Questo consentiva di non ricorrere al rifornimento in volo per le azioni d'attacco. La RAF da sola ha mobilitato almeno 70 GR Mk.1 e in 42 giorni, ha scaricato circa 6.000 bombe per 3.000 tonnellate (un sesto delle quali, notabilmente, di tipo laser) dichiarando il 30% di centri con le armi normali ed il 90 con quelle laser (ma 50 volte più costose), 120 missili antiradar ALARM, altrettante JP-223 ed altro ancora<ref>dati da RID e JP-4, numeri del 1991</ref>. Lo svantaggio è che in assenza di minacce aeree concrete, la tecnica d'attacco a bassa quota per sfuggire ai radar si è dimostrata molto costosa con 4 perdite in 120 missioni nelle prime 100 ore di combattimento<ref>Price, A: ''Le cento ore più difficili'', RiD feb 1993</ref>. La presenza nell'arsenale iracheno di molte delle armi sovietiche ben note come tipo di minaccia ha aiutato nondimeno a ridurre le perdite, che si era preventivato, la Coalizione avrebbe potuto subire anche in misura di circa 150 apparecchi nei primi giorni di impiego. Per evitare la contraerea leggera (artiglieria) divenne necessario il cambio dei profili di volo: non più a bassissima ma a media quota, fuori del raggio utile della maggior parte della contraerea; il Tornado però non si è rivelato molto flessibile in questo cambio di 'habitat'. La perdita di otto esemplari britannici, uno italiano (con la cattura di Bellini e Cocciolone) ed uno saudita hanno rappresentato uno dei risultati peggiori tra le macchine impiegate e hanno dato adito a molte critiche nei confronti di quanto ci si sarebbe potuto attendere dalla sicurezza delle "bassissime quote" contro i paesi del Patto di Varsavia e se il rapporto di perdite non avrebbe in tal caso finito per essere assolutamente inaccettabile anche ammettendo l'efficacia degli attacchi sferrati. Il rateo di perdite non fu diverso, durante le azioni a bassa quota, da quello patito dagli Harrier durante la guerra dell'82, attorno al 3%.
 
I Tornado AMI arrivarono con la Missione Locusta, avviata nel tardo 1990. Le prime otto arrivarono con una missione senza scalo grazie al rifornimento in volo da parte di un VC-10 della RAF, che li accompagnò per tutto il tragitto. Basati ad al-Dafra, essi ebbero un totale di 34 equipaggi, i meglio preparati dell'AM. Il colore, originariamente tipicamente verde scuro e grigio, divenne giallo-sabbia, similmente ai tipi inglesi. In pratica, l'AMI entrò nell'era delle colorazioni a bassa visibilità (così anche per le coccarde), prima totalmente snobbate, con l'eccezione degli AMX appena entrati in servizio. Gli IDS italiani entrarono in azione il secondo giorno di operazioni, quando otto macchine attaccarono obiettivi iracheni. Ma le cattive condizioni meteo impedirono a sette su otto di rifornirsi in volo, tranne la macchina di Bellini e Cocciolone, che venne abbattuta da uno Shilka irakeno subito dopo lo sgancio delle armi.
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Le altre missioni avvennero Il 20, 22, 24, 27, 28, 29, 30, 31 gennaio e il 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10-18 febbraio. In totale essi sganciarono 565 bombe, volando 588 ore in guerra durante 226 missioni, per una media di 2,6 ore per sortita. Il carico bellico era costituito da bombe Mk 83 per la maggior parte delle azioni, che prima erano mirate ad obiettivi strategici e poi obiettivi via via più tattica, mentre la quota di sgancio e di attacco venne portata, dopo pochi giorni, a medie quote per evitare i cannoni antiaerei leggeri. Queste missioni erano sia d'attacco, generalmente con una configurazione dispari di bombe Mk 83 (5) sotto la fusoliera, che di rifornimento in volo con il pod Sergeant Fletcher. La missione, nonostante riguardasse il Kuwait e l'Iraq meridionale (su distanze teoricamente ben dentro il valore delle prestazioni dichiarate, ovvero circa 1.000 km da al-Dafra) richiedeva fino a tre rifornimenti in volo. I Tornado sauditi usarono anche i missili ALARM antiradar<ref>Questa parte è sopratutto proveniente dalla seconda edizione di Take Off, fascicolo 2</ref>. Le spezzoniere MW-1 , forse non casualmente, non vennero impiegate dall'AMI, mentre le similari JP-233 sviluppate solo come armi antipista furono usate da inglesi e sauditi.
 
Negli anni successivi, i Tornado sono stati impiegati in numerose altre guerre, come nei Balcani nel 1995 e 1999, in Afghanistan e nelle operazioni belliche "d'attrito" del periodo 1990-2003 con l'Iraq, con le operazioni Desert Fox e Iraqi Freedom. Nell'ultima un Tornado venne abbattuto per errorecentrato da un missile Patriot. Stranamente, con un'aviazione irakena pressoché inesistente, le batterie di missili SAM americane hanno abbattuto diversi aerei alleati funzionando in modalità automatica. Probabilmente la cosa è dovuta agli allarmi missilistici, gli unici che gli irakeni hanno potuto scatenare, ma suona bizzarro che in una guerra networkcentrica e con una supremazia aerea totale, così tanti danni siano stati fatti dai propri missili antiaerei.
 
I Tornado RAF ebbero sempre un ruolo di primo piano in queste azioni, con 12 macchine utilizzate durante l'operazione Desert Fox, dal 16 dicembre 1998 scattata contro l'Iraq. In realtà, praticamente tuttatutto il periodo tra il 1991 e il 2003 è stato caratterizzato da duelli tra la contraerea irachena e i caccia alleati, tra cui spesso vi erano macchine RAF, rischierate sia nei modelli ADV che IDS. In sostanza, un'occasione per provare missili e bombe sempre più perfezionati. Gli Irakeni, spinti da Saddam ad ottenere almeno qualche successo contro gli aerei della Coalizione, sono stati bersagliati senza riscontri, del resto i loro sistemi d'arma non erano molto migliori di quelli del Vietnam, contro sistemi di generazioni più recenti e sopratutto, con la possibilità di sparare fuori tiro nemico. Ad un certo punto, però, anche i mortali missili HARM, micidiali contro i radar irakeni nel 1991, divennero improvvisamente sempre meno efficaci, sia in Irak che contro la Iugoslavia. Così, sebbene incapaci di abbattere i loro obiettivi, gli irakeni spingevano a sprecare missili costosi senza risultato. Poco male, perché come risposta gli Alleati cominciarono a lanciare bombe e missili aria-superficie direttamente contro le postazioni di lancio e i centri di controllo, causando danni anche peggiori dei missili antiradar, che in genere si limitavano a danneggiare i sensori, spesso senza riuscire distruggerli totalmente (dopotutto, le vecchie antenne radar sono essenzialmente delle strutture metalliche a forma di gabbia, facili da riparare se colpite).
 
Nel 1999 la RAF ebbe un ruolo relativamente secondario, con appena 8 GR Mk 4 nell'operazione Allied Force. Parecchi invece gli aerei italiani coinvolti, spesso armati di missili HARM (di cui vennero lanciati oltre 100 esemplari) ma solo del modello IDS perché l'ECR, dopo diversi anni dal lancio del programma, non era ancora operativo. Gli ECR tedeschi ,almeno 15 schierati, invece lanciarono centinaia di HARM (complessivamente, comunque, vi furono pochi centri sui radar iugoslavi, confermando il trend già avvenuto in Iraq, ma il principale scopo era quello di forzare i radar a restare spenti durante gli attacchi). I velivoli RAF usarono, invece, un certo numero di ALARM, mentre sia questi che i velivoli italiani usarono bombe laser con propri pod di designazione. Differentemente dal '91, il governo italiano d'allora (D'Alema) negò per tutta la durata della guerra la partecipazione ad attacchi aerei, che quindi fu fatta in maniera sostanzialmente segreta rispetto alla popolazione. Solo i giorni successivi alla fine delle operazioni, durate 78 giorni si seppe che complessivamente erano state volate 1300 missioni e sganciate 700 armi, tra cui 500 bombe non guidate, anche da parte degli AMX. Ergo, se in questo caso dei piloti italiani fossero caduti prigionieri dei serbi, avrebbero potuto tranquillamente essere giustiziati..
 
Nell'operazione Iraqi Freedom, l'invasione dell'Iraq del 2003, invece vennero schierati oltre 100 aerei inglesi, tra cui 6elementi di sei squadroni di IDS GrGR Mk 4 (precisamente i No.9, 12, 13, 14, 31 e 617) e di 4 unità con gli ADV (i No.11, 25, 43 e 111). I primi erano con la 386th Air Expeditionary Group, sulla Ali Al Salem AB, Kuwait; i secondi facevano parte della 363rd Air Expeditionary Wing, che era sulla Prince Sultan AB, Arabia Saudita e che comprendeva anche forti unità dell'USAF con F-15, F-16, E-3 e E-8. Vennero usate per la prima volta anche i missili aria-superficie a lungo raggio Storm Shadow, ordinati anche dall'AM, e un Tornado venne abbattuto per errore da un missile Patriot PAC-3.
 
Gli aggiornamenti per il valido ma un pò anziano Tornado ora comprendono lo standard GR Mk.4, originariamente previsto per 165 aerei aggiornati e 26 nuovi, poi ridotti a 142, solo conversioni. Dimostratore in volo il 29 maggio 1993, ma l'entrata in servizio poté avvenire solo 5 anni dopo. Dotazione avionica comprendente HUD grandangolare olografico, schermi multifunzione a cristalli liquidi, schermo cartografico con generazione digitale dell'immagine e altre modifiche, come il Pod da ricognizione Raptor. Le macchine tedesche hanno avuto aggiornamento al Batch 5 e poi un sistema di aggiornamento chiamato KWKS, Kampfwertassungs program, che comprende calcolatore centrale e sistema di distribuzione dati MIL-1760, successivo al ben noto 1553.
 
I Tornado italiani hanno anch'essi avuto, nel tempo,aggiornamenti, ma a parte la conversione ECR-IT è stato approvato il MLU-It con il primo esemplare volante nel 2002. 18 macchine aggiornate in questo primo lotto con linguaggio ADA ,sistema atterraggio strumentale MLS e compatibilità con il Thomson CLDP (visore-designatore termico e laser), 20 dei quali ordinati negli ultimi anni. Attualmente i Tornado italiani hanno cominciato ad operare in Afghanistan (dal 2008) come ricognitori; l'ultima 'edizione' delle regole d'ingaggio volute dall'attuale governo italiano parla anche dell'impiego degli aerei in azioni d'attacco, sia pure limitandosi ai cannoni, precisi a sufficienza per eliminare i danni collaterali. Ma la situazione nella martoriata nazione asiatica non accenna a migliorare, a dispetto della potenza di fuoco schierata e delle munizioni sempre più intelligenti (tra cui i razzi MLRS dotati di sensore GPS), UAV, UCAV, visori termici e blindati antimina. Come nelle precedenti crisi internazionali, così ricorrenti dalla fine della Guerra fredda (e dalla sua logica di management politico attento e ben proporzionato alle necessità, come con la Crisi dei missili), si tratta di un problema causato sopratutto dalla mancanza di soluzioni politiche, demandate alla potenza delle armi, e come sempre, senza riuscire a risolvere un problema che non ha mai soluzioni facili e tantomeno basate sulla logica della tecnocrazia.
 
Attualmente (2006) esistono in servizio ancora 84 italiani, 125+ 34 EKA la Luftwaffe, la RAF 116 (+23 in riserva) e 96+45 ADV, la RSAF 22 ADV e 84 IDS<ref>Monografia Aerei, 2007</ref>.
 
Nell'insieme il Tornado è risultato un programma molto coraggioso e costoso, mae nonostante lo scetticismo di molti osservatori dell'epoca ha prodotto un apparecchio di prim'ordine. La documentazione sui Tornado è limitata, perché storicamente sono stati più i caccia con la loro maneggevolezza a interessare maggiormente il grande pubblico, grazie anche alle esibizioni negli air-show. Nondimeno, i bombardieri ognitempo a bassa quota erano una formidabile minaccia all'epoca della Guerra fredda. I Tornado IDS, numerosi ed efficienti, capaci di competere nonostante le ridotte dimensioni con le altre macchine della classe, erano un deterrente formidabile sia con missioni convenzionali che nucleari e gli addetti ai lavori, a differenza del grande pubblico (più facilmente sensibilizzato da Top Gun) lo sapevano bene. Del resto, non è un segreto che il Su-24 Fencer fosse una minaccia percepita e reale ben più seria dei nuovi e maneggevolissimi MiG-29, incapaci di fare molto più di qualche piroetta nel cielo (magari per cadere poco dopo sotto i colpi dei missili NATO, come è accaduto sistematicamente, anche contro i Su-27 etiopi), mentre i bombardieri ognitempo come i Su-24, Tornado e F-111 erano pronti 24/7 per cancellare dozzine di città e basi con precise missioni di strike nucleare.
 
 
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Lo scarso potenziale di crescita e flessibilità di questo sofisticato ma eccessivamente specializzato e compatto aeroplano ha avuto un epigono nel modello ADV ("Air Defence Variant", "Versione per la difesa aerea), nato essenzialmente delle esigenze e tecnologie inglesi, che ebbe il compito, sostanzialmente, di intercettare i bombardieri d'attacco, ovvero i velivoli della categoria a cui appartiene lo stesso IDS. Ergo, se il programma Tornado era sostanzialmente una macchina di chiara matrice inglese (epigono della linea evolutiva Mosquito-Camberra-Buccaneer),l'ADV è diventato un programma britannico, con una avionica interamente nuova e capace di una missione del tutto nuova, l'intercettazione aerea a lungo raggio.
 
Il programma partì nel marzo 1976 con finanziamenti inglesi, come del resto gran parte degli equipaggiamenti e lela specifichespecifica AST 395 del 1971; operative, il che comportò anche l'abbandono del programma PA-100 (originariamente MRA-75 'Panther') monoposto, un più piccolo aereo che non casualmente interessava l'Italia (essendo simile ad una sorta di MiG-23, più agile ed economico, più utile per i combattimenti aerei). Inizialmente doveva avere l'80% delle parti in comune con l'IDS, ma poi le cose, come spesso accade in queste situazioni, sono andate assai diversamente. Il prototipo ZA267 volò il 27 ottobre 1979 e i F Mk 2 hanno ottenuto 10 ordini +8 per i bicomando, il cui prototipo ZA267 volò invece il 18 luglio 1980. Il modello standard con il radar 'Foxhunter' (AI.24) era invece lo ZA283, del 18 novembre 1980 (ma il radar venne installato dopo, andando in volo per la prima volta il 17 giugno 1981). In tutto vennero ordinati 220 IDS e 165 ADV.
 
Con il radar GEC AI-24 'Foxhunter' era capace di scoprire bersagli aerei a oltre 180 km, fusoliera allungata di 539 mm, motori RB-199 M 104 da ben 7.800 kgs, doppio INS Ferranti, IFF Cossor, data-link, sofisticato RWR, nuovi sistemi avionici nell'abitacolo e sistema calcolo automatico AWS (Automatic Wing Sweep, per rendere automatizzata la regolazione della freccia alare, come sul Tomcat), solo molti anni dopo adottato anche sull'IDS aggiornato (è interessante notare che invece, i MiG hanno seguito la via inversa: l'automatizzazione della freccia alare, peraltro regolabile solo su tre posizioni, è avvenuta con il MiG-27, per sollevare il pilota dal compito di sorvegliare la configurazione alare durante la missione a volo radente; del resto il MiG è monoposto e quindi impone un elevato carico di lavoro per il suo occupante).
 
Per ragioni industriali e nazionali, essa venne preferita all'F-14, ma aveva rispetto a questo aveva pochi vantaggi, come la velocità e la stabilità a bassa quota, e la straordinaria autonomia a velocità di crociera.
 
La differenza maggiore è l'avionica, ma anche la fusoliera allungata, così come i motori, mentre il raccordo fisso dell'ala, ora a 67 gradi, è uguale alla freccia massima possibile usando la geometria variabile, mentre non vi sono più le alette Kruger di ipersostentazione; i motori inizialmente erano gli Mk.104, capaci con l'incremento di spinta del 7% di aumentare anche la salita, arrivando a 9.100 m in meno di 2 minuti (peraltro non è una prestazione eccezionale), con tempi di pattugliamento di oltre 2 ore a 550-740 km dalla base, più 10 minuti di combattimento. I primi 18 hanno avuto i motori Mk.103, questi erano gli F.Mk.2 per il No.229 Sqn OCU della RAF Coningsby.
 
L'Mk 2 venne allungato in fusoliera di circa 50 cm per avere una migliore aerodinamica e allogare 4 missili a media gittata sotto la fusoliera in due coppie in tandem (ma scalate), aggiungere ancora carburante e migliorare l'accelerazione e la velocità, mentre il muso, dove era stato sbarcato il radar TFR (della famiglia APQ-110 della T.I. americana) era adesso più lungo e affinato, migliorando il passaggio in volo supersonico.
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I radar erano gli AI.24A Foxhnter, della GEC-Avionics (ma originariamente della Ferranti, storica fornitrice di radar aeroportati, per esempio l'Airpass del Lighting) sbarcati a causa dell'inefficienza dimostrata sui primi aerei. Questi F.Mk 2 volarono dal 5 marzo 1984 e vennero consegnati dal 5 novembre, erano 18 esemplari, che rimpiazzarono il radar con una zavorra di piombo, per poi ricevere i 'parzialmente operativi' AI.24B dal 1985, in servizio dal 28 luglio 1986.
 
Non esistevaesiste più la cartina a mappa mobile, lasciando nell'abitacolo posteriore solo la dotazione di display multifunzione. L'ala ha avuto da subito il sistema di regolazione automatica della freccia alare per agevolare il duello aereo (sugli IDS solo molti anni dopo). I motori hanno avuto un condotto di scarico allungato ed altre piccole modifiche per tentare di renderli più efficienti nel volo prolungato ad alta quota e velocità. Il raggio d'azione dell'F Mk 3 subsonico è straordinario (1.850 km, autonomia di trasferimento 4.800) ma in missioni supersoniche esso non arriva che a 550, praticamente pari a quello di macchine come il Mirage 2000 (600 km) che invece a velocità subsonica hanno molta meno autonomia.
La vera versione operativa è la F.Mk 3 con motori Mk 104 dotati di spinta maggiorata e condotto di scarico allungato di 36 cm oltre che di numerosi altri miglioramenti. La lunghezza della fusoliera passava a 18,08 m. Per sperimentare le modifiche, vennero usati anche pannelli di legno (piuttosto che i più attuali materiali compositi) per la fusoliera e come ci racconta 'Take Off' (nell'articolo 'Collaudatore del Tornado'), vennero anche consultati esperti di legno per prevenire l'attacco dei tarli. Così il Tornado ADV, nei suoi primordi, è forse l'unico aereo supersonico fatto parzialmente in legno.
 
La vera versione operativa è la F.Mk 3 con motori Mk 104 dotati di spinta maggiorata e condotto di scarico allungato di 36 cm oltre che di numerosi altri miglioramenti, pienamente operativa (in realtà con varie limitazioni) dal 1990. La lunghezza della fusoliera passava a 18,08 m. Per sperimentare le modifiche, vennero usati anche pannelli di legno (piuttosto che i più attuali materiali compositi) per la fusoliera e come ci racconta 'Take Off' (nell'articolo 'Collaudatore del Tornado'), vennero anche consultati esperti di legno per prevenire l'attacco dei tarli. Così il Tornado ADV, nei suoi primordi, è forse l'unico aereo supersonico fatto parzialmente in legno.
La macchina ha avuto un sistema d'arma totalmente rinnovato, con un potente radar Foxhunter capace di intercettare bersagli multipli a oltre 180 km e strumenti dell'abitacolo ridisegnati. Esso operava in modalità Pulse-Doppler (ergo, era capace di distinguere con l'[[w:Effetto Doppler|Effetto Doppler]] gli oggetti in movimento dal terreno o dal mare) con una frequenza di 8 GHz ovvero lunghezza d'onda di 3,75 cm (la velocità della luce è divisa per la frequenza, ovvero i cicli al secondo, ottenendo automaticamente la lunghezza d'onda, ovvero C=l.f). La capacità dei Foxhunter sono state migliorate, essendo questo uno dei pochissimi radar capaci di arrivare alle 100 miglia nautiche di portata di scoperta ed oltre. Dopo i primi AI.24A e B, vi è stata la costruzione di 70 radar AI.24W per 62 aerei, 80 AI24Z per altrettanti F Mk.3, 76 AI.24Z Stage 1 per 46 aerei della RAF e i 24 della RSAF, standard a cui sono stati aggiornati altri 44 radar AI.24W. In seguito, con lo 'Stage' 2 si è ammodernato ancora il sensore (per la quinta volta in meno di 10 anni) con l'AI.24AA, messo a punto per la Guerra del Golfo. La capacità del radar, oltre di scoprire bersagli a bassa quota e con forte resistenza alle ECM, funzione di ricerca e inseguimento contemporanei (TWS), inseguimento automatico di 20 bersagli. Dal settembre 1988 lo Stage 1 è stato il primo (soddisfacente) standard pienamente operativo, sia pure ancora con dei limiti. Dal 1991, probabilmente dopo Desert Storm, è diventato disponibile lo Stage 2 che permette l'identificazione del bersaglio frontale, in base al ritorno delle pale dei motori (quando visibili, naturalmente), ovvero la capacità NTCR (identificazione radar su bersagli non cooperativi).
 
La macchina ha avuto un sistema d'arma totalmente rinnovato, con un potente radar Foxhunter capace di intercettare bersagli multipli a oltre 180 km e strumenti dell'abitacolo ridisegnati. Esso operava in modalità Pulse-Doppler (ergo, era capace di distinguere con l'[[w:Effetto Doppler|Effetto Doppler]] gli oggetti in movimento dal terreno o dal mare) con una frequenza di 8 GHz ovvero lunghezza d'onda di 3,75 cm (la velocità della luce è divisa per la frequenza, ovvero i cicli al secondo, ottenendo automaticamente la lunghezza d'onda, ovvero C=l.f). La capacità dei Foxhunter sono state migliorate, essendo questo uno dei pochissimi radar capaci di arrivare alle 100 miglia nautiche di portata di scoperta ed oltre. Dopo i primi AI.24A e B, vi è stata la costruzione di 70 radar AI.24W per 62 aerei, 80 AI24Z per altrettanti F Mk.3, 76 AI.24Z Stage 1 per 46 aerei della RAF e i 24 della RSAF, standard a cui sono stati aggiornati altri 44 radar AI.24W. In seguito, con lo 'Stage' 2 si è ammodernato ancora il sensore (per la quinta volta in meno di 10 anni) con l'AI.24AA, messo a punto per la Guerra del Golfo. La capacità del radar, oltre di scoprire bersagli a bassa quota e con forte resistenza alle ECM, funzione di ricerca e inseguimento contemporanei (TWS), inseguimento automatico di 20 bersagli. Dal settembre 1988 lo Stage 1 è stato il primo (soddisfacente) standard pienamente operativo, sia pure ancora con dei limiti. Dal 1991, probabilmente dopo Desert Storm, è diventato disponibile lo Stage 2 che permette l'identificazione del bersaglio frontale, in base al ritorno delle pale dei motori (quando visibili, naturalmente), ovvero la capacità NTCR (identificazione radar su bersagli non cooperativi).
C'erano poi una seconda piattaforma inerziale (INS) Ferranti FIN-1010, il sistema di limitazione dell'angolo d'attacco nelle manovre aeree per prevenire la vite (l'SPILS), e l'AMDS (per compensare le interferenze aerodinamiche tra i comandi di volo durante le manovre), poi è arrivato (durante la produzione) il sistema automatico per regolare l'angolo di freccia (25° fino a 0,75 mach, 45° fino a 0,88, 58° fino a 0,95, 67° in regime transonico-supersonico) e un utilissimo datalink Singer-Kearfott per l'interscambio dati con altre piattaforme; IFF Cosser per un'altra fondamentale funzione, l'identificazione dei bersagli; raddoppio dei Sidewinder sub-alari (da due a 4, ma solo negli F Mk.3), serbatoi da 2.250 l anziché 1.500. Poi il carburante interno è aumentato notevolmente, arrivando a 5.690 kg circa.
 
C'erano poi una seconda piattaforma inerziale (INS) Ferranti FIN-1010, il sistema di limitazione dell'angolo d'attacco nelle manovre aeree per prevenire la vite (l'SPILS), e l'AMDS (per compensare le interferenze aerodinamiche tra i comandi di volo durante le manovre), poi è arrivato (durante la produzione) il sistema automatico per regolare l'angolo di freccia (25° fino a 0,75 mach, 45° fino a 0,88, 58° fino a 0,95, 67° in regime transonico-supersonico) e un utilissimo datalink Singer-Kearfott per l'interscambio dati con altre piattaforme; IFF Cosser per un'altra fondamentale funzione, l'identificazione dei bersagli; raddoppio dei Sidewinder sub-alarisubalari (da due a 4, ma solo negli F Mk.3), serbatoi da 2.250 l anziché 1.500. Poi ilIl carburante interno è aumentato notevolmente, arrivando a circa 5.690 kg. circaDa rilevare che la sonda per il rifornimento in volo è qui totalmente diversa da quella dell'IDS. Nell'F.Mk.3 essa è a sinistra ed è totalmente retrattile dentro la fusoliera, senza 'bozze' esterne di sorta. Un risultato davvero encomiabile, pagato peraltro con la perdita del cannone sinistro, mentre il destro resta ma con la cadenza di tiro fissata al livello maggiore (1.700 c.min) per enfatizzare il ruolo aria-aria.
 
L'F Mk 3 ha introdotto anche gli AMRAAM al posto degli Sky Flash. Il cannone è solo sulla sinistra e solo con la cadenza di tiro di 1700 colpi al minuto. Non vi è IRST, ma il sistema RWR è molto sofisticato e preciso, più dei modelli IDS. Occasionalmente presenti lanciatori ALE-40 sotto le ali. La specialità del Tornado ADV è l'intercettazione a bassa quota e alta velocità di altre macchine veloci come i Su-24 e i Tu-22M, grazie alla stabilità e velocità a bassa quota. Nominalmente l'ADV è l'unica macchina capace per certo di raggiungere persino l'IDS. Ad alte quote il velivolo è decisamente fuori dalla sua ottimale zona operativeoperativa.
 
Parlando di pesi, un Tornado F Mk.3 a vuoto stazzerebbe circa 14.318 kg con l'equipaggio ma senza null'altro, 5.690 kg di carburante interno tipo JP-4, 84,5 kg per l'unico cannone da 27 mm (180 cp), piloni alari per circa 900 kg, 772 kg per i missili Skyflash (prima generazione, simile all'AIM-7E), 380 kg per i 4 Sidewinder, 2.213 kg per ciascuno dei due serbatoi da 2.500 l, per un totale di circa 26.532 kg. Nonostante il peso, il Tornado ADV già dal F Mk.2 dimostrava di essere più leggero, maneggevole e veloce dell'IDS, più 'caccia' insomma, grazie anche a dei tubi di scarico motori allungati per rendere più efficiente la combustione del carburante, che per un caccia intercettore non è ideale nel caso degli RB.199, tanto validi nel volo subsonico quanto assetati nel volo supersonico a pieno AB. Anche così l'agilità di manovra è grandemente inferiore rispetto ai caccia da superiorità aerea, e si è arrivati a dire, in numerose occasioni, che ai piloti piacessero più gli F-16, che pure sono macchine leggere, o un Phantom ammodernato (specie nel radar), entrambi più agili e facili da mantenere in servizio di quello che è stato definito, non a torto, un caccia 'turbodiesel'.
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La produzione del Tornado ADV è stata particolarmente difficile da tracciare: sul totale è stato a lungo difficile capire quale produzione sia stata fatta in tutto: non si sapeva bene se nel totale c'erano i Tornado ADV sauditi, se c'erano quelli omaniti, se c'erano stati o meno aggiornamenti dall'Mk.2, pressoché una macchina non operativa, all'F Mk.3.
 
In tutto, si parla di 2 F.2 o F Mk.2 prototipi, un Mk.2(T) a doppio comando (gli aerei a doppio comando mantengono le loro capacità di combattimento, altrimenti sarebbe difficile capire il gran numero di ADV costruiti), 10 Mk.2, 8 Mk.2T, 109 F.3 e 35 Mk.3T, totalmente quindi 165 velivoli. 8, più di recente rivelati essere 15, vennero ordinati dall'Oman, commessa poi cancellata; di questi almeno 8 erano F.3T bicomando. 8 sono stati incamerati dalla RAF e sette cancellati. I Sauditi hanno ordinato e ottenuto 18 F.3 e 6 F.3T.
Non esisteva più la cartina a mappa mobile, lasciando nell'abitacolo posteriore solo la dotazione di display multifunzione. L'ala ha avuto da subito il sistema di regolazione automatica della freccia alare per agevolare il duello aereo (sugli IDS solo molti anni dopo). I motori hanno avuto un condotto di scarico allungato ed altre piccole modifiche per tentare di renderli più efficienti nel volo prolungato ad alta quota e velocità. Il raggio d'azione dell'F Mk 3 subsonico è straordinario (1.850 km, autonomia di trasferimento 4.800) ma in missioni supersoniche esso non arriva che a 550, praticamente pari a quello di macchine come il Mirage 2000 (600 km) che a velocità subsonica hanno molta meno autonomia.
 
In tutto, si parla di 2 F.2 o F Mk.2 prototipi, un Mk.2(T) a doppio comando (gli aerei a doppio comando mantengono le loro capacità di combattimento, altrimenti sarebbe difficile capire il gran numero di ADV costruiti), 10 Mk.2, 8 Mk.2T, 109 F.3 e 35 Mk.3T, totalmente quindi 165 velivoli. 15 vennero ordinati dall'Oman, commessa poi cancellata; di questi almeno 8 erano F.3T bicomando. 8 sono stati incamerati dalla RAF e sette cancellati. I Sauditi hanno ordinato 18 F.3 e 6 F.3T.
 
In tutto sarebbero stati realizzati, secondo le informazioni più recenti, 139 F.3, 58 F.3T:
 
*Batch 1 Block 1, 2 ADV e 1 ADV(T), primo volo 27.10-79. Erano i prototipi.
*Batch 4 Block 8, 618 ADV(T), dal 12.4.84, noti come F Mk.2T
*Batch 4 Block 9, 10 ADV, 2 ADV(T), 11.1.85, sono gli F Mk.2 e Mk.2T
*Batch 5 Block 10, 12 ADV e 5 ADV(T), 20.11.85, erano i primi F Mk.3
*Batch 6 Block 12, 39 ADV, 7 ADV(T), 9.871987
*Batch 6 Block 13, 12 ADV e 10 ADV(T), 1.12.88
*Batch 7 Block 14, 7 ADV, 1990
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*Armi: 1 Mauser BK-27 da 27 mm e 180 cp (265 gr per proiettile) con cadenza fissata a 1.700 c.min, più 4 BAe AJ-521 'Sky Flash' 90 e 4 Raytheon (prima Philco) AIM-9L o M Sidewinder<ref>Sgarlato, Nico: ''Un caccia turbodiesel'', A&D giu 1995 p 30-39</ref>.
 
Dopo una ridotta produzione di F. Mk 2, si passò al più lungo Mk 3, con una ulteriore sezione di fusoliera, che accresceva la lunghezza ad oltre 18 m. La macchina era appena divenuta operativa nel 1990, ma non ha mai convinto del tutto pur essendo nominalmente una macchina potente e veloce. I motori hanno visto varie modifiche tra cui l'allungamento dei tubi di scarico tentando di aumentare l'efficienza degli stessi, senza risultati straordinari.
 
L'F Mk 3 ha introdotto anche gli AMRAAM al posto degli Sky Flash. Il cannone è solo sulla sinistra e solo con la cadenza di tiro di 1700 colpi al minuto. Non vi è IRST, ma il sistema RWR è molto sofisticato e preciso, più dei modelli IDS. Occasionalmente presenti lanciatori ALE-40 sotto le ali. La specialità del Tornado ADV è l'intercettazione a bassa quota e alta velocità di altre macchine veloci come i Su-24 e i Tu-22M, grazie alla stabilità e velocità a bassa quota. Ad alte quote il velivolo è decisamente fuori dalla sua ottimale zona operative.
 
Le sue caratteristiche sono rimaste a lungo piuttosto riservate, per esempio la superficie alare, fattore fondamentale per un caccia: con oltre 1.000 kg per m2 è infatti un valore eccezionale per il volo a bassa quota, ma totalmente inadatto per un caccia da duello aereo. Il Tornado ADV in effetti più che un caccia è un vero 'incrociatore aereo', concepito per pattugliare su lunghe distanza con un forte equipaggiamento di sensori e armi e velocità elevata a bassa quota per colpire anche i più veloci incursori volando in maniera sicura e stabile. La velocità di punta arriva
 
I Sauditi hanno lasciato perdere questo modello, ordinando nel 1992 aerei aggiuntivi della sola versione IDS. Ma altrove è accaduto esattamente il contrario.
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Questo è successo per tante ragioni: dei 165 ADV, passata la Guerra fredda (con la minaccia posta da Su-24 e Tu-22M) si è stabilito trattarsi di una forza eccessiva (e costosa, anche nell'impiego dato che il Tornado IDS già era dell'ordine dei 32 mln di lire all'ora di volo), così i caccia sono stati ridotti a 100 operativi, tanto che 24 sono stati messi in leasing nel '93 dall'AMI per dieci anni. A parte questo, i bombardieri sovietici non c'erano più (e quelli russi erano quasi spariti dai cieli); inoltre, come molti altri caccia (SU-27, F-15, F-14, MiG-29) destinati alla sola superiorità aerea e intercettazione, sono diventati esuberanti come tali e così hanno trovato un'altra 'ragion d'essere' nell'azione d'attacco con armi aria-superficie. Anche i Tornado ADV sono alla fine diventati parte di questo trend, anche se non sono mai stati convertiti come apparecchi pienamente utilizzabili per azioni d'attacco: infatti il 'Foxhunter', differentemente da radar come l'APG-65, 66, 68 e 70, non è un radar realmente multimode, avendo sì molti tipi di funzionamento, ma relativi al compito aria-aria. I Tornado ADV sono stati utilizzati per la soppressione difese aeree, anche se c'erano già gli IDS: questo perché il sistema RWR è molto più sofisticato e sensibile di quello degli IDS; ma certamente anche per la mancanza di ruoli apprezzabili per la flotta da caccia britannica.
 
Il vero debutto del Tornado ADV è stato a suo tempo la 'Golden Eagle', un tour mondiale durato 68 giorni e oltre 26.000 miglia, che dall'agosto del 1988 iniziarono gli aerei del No.29 Sn, tre nuovissimi Tornado F.3. Questo reparto era il secondo ad essere operativo con l'ADV, e i suoi aerei sono stati supportati da aerocisterne VC-10 e Hercules, partendo dall'Oman e arrivando fino a Singapore e poi in Australia, per poi raggingere le Hawaii e la California, fino a tornare il 26 ottobre in patria. Naturalmente il Tornado era stato protagonista di show e di esercitazioni, ma anche impiegato per ragioni pubblicitarie, per favorire il marketing del nuovo gioiello della RAF, nato dalla specifica AST395 del 1971. La differenza maggiore è l'avionica, ma anche la fusoliera allungata, così come i motori, mentre il raccordo fisso dell'ala, ora a 67 gradi, è uguale alla freccia massima possibile usando la geometria variabile, mentre non vi sono più le alette Kruger di ipersostentazione, mentre in compenso vi è l'AWS per la regolazione automatica della freccia alare, e di motori che inizialmente erano gli Mk.104, capaci con l'incremento di spinta del 7% di aumentare anche la salita, arrivando a 9.100 m in meno di 2 minuti (peraltro non è una prestazione eccezionale), con tempi di pattugliamento di oltre 2 ore a 550-740 km dalla base, più 10 minuti di combattimento. I primi 18 hanno avuto i motori Mk.103, e questi erano gli F.Mk.2 per il No.229 Sqn OCU della RAF Coningsby.
 
===Capacità e limiti===