Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni

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==1956==
Se c’è un conflitto convenzionale ma anomalo, tra i tanti del XX secolo, è senz'altro questo. Come tutte le guerre degli anni '50, con la parziale eccezione della Corea, passò un pò in sordina, ma è responsabile di una gran parte degli eventi successivi, nei ben più famosi e studiati anni '60. Un decennio difficile i '50', che suggellò il passaggio dalle rovine della II GM ad una nuova era, con le sue conquiste e libertà, ma anche molti nuovi problemi e conflitti. E un nuovo protagonista: la televisione, che dopo la carta stampata e la fotografia è stata un'altra rivoluzione nel rapporto tra storia e opinione pubblica. Se il Vietnam ha oscurato la Corea, le guerre del '67 e del '73 hanno fatto lo stesso con quella del '56, un conflitto, tra l'altro, senza gloria: il successo militare, rapido e decisivo, ma una gestione politica semplicemente disastrosa, che finì per danneggiare molto di più i vincitori che non i vinti. Ma la cosa che forse deve far più riflettere, è che dalle scaramucce di frontiera in un teatro periferico, tra Stati di secondo piano, si sviluppò una tale escalation da far temere la Terza Guerra Mondiale, con impiego massiccio di armi nucleari. Forse fu la prima volta nella Storia, anche se di sicuro non sarà l'ultima. Solo il sangue freddo e il buon senso delle nuove dominatrici, le Superpotenze (USA e URSS) ridurrà a zero tale rischio. Detto questo, la guerra delle 100 ore, in realtà un pò di più, rappresenta dal punto di vista tecnico non pochi punti di interesse. Così, nell'insieme, si tratta senz'altro di un conflitto sottostudiatopoco studiato. Se si chiedesse ad un appassionato medio quando si rischiò per la prima volta una guerra nucleare, o quando si verificò il primo eliassalto dal mare, quando i primi missili tattici ebbero impiego bellico o ancora in quale guerra i paracadutisti ebbero maggiore parte, difficilmente risponderebbe: la Campagna di Suez, che è stata vitale sia per dimostrare come si combatte sul campo, sia quanto grande sia la necessità di preoccuparsi delle conseguenze politiche delle proprie azioni se non si vuole trasformare in un boomerang persino le più brillanti vittorie militari.
 
===Il Canale della discordia<ref>Marcon, Tullio: articolo su S.M. feb 2004</ref>===
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Malgrado la dichiarata volontà di non allinearsi con nessuno, ora l'Egitto diventava un 'amico' del Patto. Peggio che mai, Nasser ora disponeva di aerei moderni, dopo che l'Occidente si era prodigato per consegnare armi di seconda scelta mantenendo bassa la capacità operativa delle nazioni dell'area.
 
Questo causò una reazione anglo-americana che comportò a Nasser la negazione dei fondi per creare la diga di Assuan, che a sua volta era considerata fondamentale per l'agricoltura egiziana. Andati via i soldati inglesi entro il 13 giugno 1956, Nasser, molto contrariato, arrivò a considerare il Canale come proprietà del governo egiziano (26 luglio 1956), perché così facendo sperava di ottenere i fondi per realizzare la diga. Il Canale era ancora gestito dalla Compagnia Anglo-francese, in pratica quelle che adesso si potrebbero chiamare multinazionali (il 44% delle azioni era del governo britannico, della parte francese la metà era stata piazzata sul mercato). Non era un proposito così bellicoso, ma il metodo irritò molto gli occidentali e in particolare il premier Eden, che odiava i dittatori e considevaconsiderava tale anche Nasser. Tra l'altro, per ingarbugliare ancora di più la situazione, va detto che Eden chiese nel febbraio del '55 a Nasser di entrare a far parte di un'alleanza regionale, ma il presidente egiziano gli rispose picche: non gli interessavano le basi militari, ma lo sviluppo economico e sociale (purtroppo, gli eventi dei decenni successivi spingeranno invece ad una costosa corsa agli armamenti). Per una nazione che dipendeva dall'agricoltura per il 70%, e in special modo dalla coltivazione del cotone, non stupirà che il progetto della Diga di Assuan fosse ben più importante, e che le armi servissero solo per assicurare la propria protezione.
 
Subito Eden ordinò a due squadroni di Canberra e uno di Valiant di arrivare a Malta, in attesa dell'arrivo di un'armata navale dall'Atlantico. Nel frattempo si studiava come intervenire senza che l'Egitto figurasse vittima di un'aggressione colonialista. La Francia era contrariata dall'Egitto, sia per la nazionalizzazione del Canale, sia per il supporto dell'FNL algerino. E sopratutto, c'era un altro protagonista di cui tenere conto.
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Comunque, il problema non era solo politico: come tante altre, questa guerra nasceva da esplicite ragioni economiche. Nel 1939 il consumo di petrolio fu pari a 270 mln di barili; nel 1951 si era arrivati a 600 e il 'trend' era verso un inesorabile rialzo. All'epoca, come e più di adesso, i ricavi del petrolio finivano quasi tutti nelle tasche delle compagnie petrolifere occidentali, tra l'altro poco inclini a cedere l'osso (si veda l'Iran e la breve stagione di Mossadeq, che ebbe l'ardire di nazionalizzare i pozzi di petrolio per poi essere deposto da un colpo di stato organizzato dai servizi segreti anglo-americani). E Suez, da cui passavano i due terzi del fabbisogno petrolifero europeo, diventava sempre di più un punto di dominio strategico.
 
Vennero decisi i particolari: gli israeliani si sarebbero concentrati contro le truppe egiziane nel Sinai. Dopo, gli Alleati sarebbero intervenuti dichiarando un cessate il fuoco che entro 24 ore avrebbe dovuto portare entrambi i contendenti lontano almeno 18 km dal Canale. Una cosa a quel punto pressoché impossibile per il Cairo, impegnato in guerra appena oltre il canale con molte delle sue migliori truppe. Tanto fu ben congegnato il piano, che solo in un caso due MystèresiMystère si sarebbero spinti oltre il perimetro loro assegnato per attaccare, scambiandola per egiziana, una fregata inglese, ma senza conseguenze. Nel frattempo, un minimo di difesa doveva essere assegnata anche ad altri settori, specialmente per mettere sulla difensiva la Siria e la Giordania, e fargli credere d'essere attaccate prossimamente, il che avrebbe scongiurato una loro iniziativa offensiva verso Israele, ora che questo era impegnato nella lotta ad Ovest.
 
Anche gli USA si mossero, ma con una conferenza per costituire un consorzio per la gestione del Canale, una mossa in un momento difficile -16 agosto- ma si poteva ancora evitare il peggio. Non fecero purtroppo molti progressi, dato il disinteresse da parte dei partecipanti -GB e Francia incluse-, la mancanza di comprensione per i fenomeni sociali e politici arabi (a cui si tentava, sbagliando, di affibbiare delle definizioni occidentali), la scarsa partecipazione di altri stati arabi (Sauditi e Irakeni erano di fatto in competizione con l'Egitto per il ruolo di guida degli Arabi).
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All'inizio del '56, con il rinforzo della propria alleanza reciproca, la Francia fornì ad Israele nuove armi, come i primi 18 Mystère IVA nel maggio successivo. Su questi iniziarono presto ad operare piloti provenienti dagli Ouragan. In Agosto vennero comprati altri 36 Mystère e 6 Ouragan (cifre discordanti con altre fonti), e tre Meteor NF.13.
 
I MystèresarebberoMystère sarebbero presto diventati gli aerei più importanti e moderni, in particolare con il No.101 Sqn.
 
Dopo l'accettazione di Israele nella 'coalizione', vennero forniti ulteriori mezzi. Dato che i Mystèrenon erano ancora totalmente pronti per le operazioni, così come i loro piloti, i buoni, vecchi e solidi Ouragan vennero forniti in altri 12 esemplari più altri 23 Mystere. In tutto la HHA ebbe, attorno a metà del '56, circa 176 aerei da combattimento, di cui 112 erano caccia a reazione. Tanto che il No.101 Sqn si ritrovò ben 52 Mystère IVA, sebbene avesse solo 16 piloti qualificati per usarli, e altri in addestramento accelerato.
 
Il No.113 Sqn aveva invece 24 Ouragan, il 115 e 117 i Meteor, altri due squadroni i P-51, uno i trasporti e in totale erano presenti 131 piloti. Solo 53 di loro erano però addestrati per i jets, come si vede si tratta ancora di numeri miseri rispetto a quello che verrà negli anni successivi. Eppure i comandanti della HHA pensavano di poter battere e distruggere l'EAF da soli. Cosa che non era condivisa dagli anglo-francesi, che invece consideravano gli israeliani incapaci persino di difendere il proprio spazio aereo dagli attacchi egiziani. Anche i politici israeliani la pensavano allo stesso modo. Per questo i francesi mandarono 36 MystèredeiMystère dei vari squadroni EC.1/2, 2/2 e 3/2 vennero mandati ad Haifa, liberando così i britannici dalla loro presenza a Cipro e contrastando meglio i MiG, troppo pericolosi per gli Ouragan.
 
Era il 23 ottobre e questi nuovi venuti formarono il No.199 Sqn della HHA, ovviamente una designazione di comodo per nascondere la presenza dell'A d'A. Altri piloti francesi arrivarono per aiutare la HHA a pilotare il gran numero di Mystère ora disponibile. Infine, il 24 ottobre andarono in Israele (Lydda), con scalo a Cipro, 18 F-84F degli EC.1/1, 2/1 e 3/1 formando un altro squadrone, il No.200, sempre con insegne israeliane. Il tutto serviva sopratutto per difendere Israele dagli attacchi degli Il-28. Gli F-84 vennero forniti dagli USA per tutt'altro compito (difesa dall'URSS), e certo questo non aiutava certo Washington a starsene più tranquilla.
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I Francesi contribuivano con sole 36 navi di cui due erano la Lafayette e l'Arromanches, la corazzata JEAN BART, valutata utile per potere battere obiettivi a terra; due incrociatori leggeri, 4 caccia, 12 fregate, 3 sottomarini, 3 dragamine, 7 mezzi anfibi e la nave comando G.Zédé.
 
In tutto c'erano 410 aerei britannici e 137 francesi: 84 da attacco, 116 bombardieri, 37 caccia, 38 ricognitori, 16 pattugliatori, 72 trasporti e 23 elicotteri, più 143 aerei d'attacco imbarcati, 18 da avvistamento aereo e gli elicotteri già mensionatimenzionati.
 
L'unica cosa in cui i Francesi, in evidente inferiorità, erano stati più impegnati furono i mercantili: 45 dei 60 impiegati li misero loro.
 
Le unità principali sarebbero state, in ambito terrestreeterrestre, la 16a Brigata parà indipendente inglese, la 10a divisione aviotrasportata francese (a Cipro, dove giunse con i Noratlas a metà settembre), la 3a Divisione fanteria inglese (dalla Germania), la 7a 'mezzi veloci' francese, con 9.000 veicoli vari portati da 45 navi da carico, la 10a AD britannica, della Libia, tre battaglioni commando francesi e uno inglese di marines.
 
Anche i sovietici si davano da fare: ad Alessandria arrivavano 4 mercantili alla settimana scaricando grosse quantità di materiali militari, mentre la Marina era stata rinforzata di recente con due caccia Skoryj (giugno 1956).
 
Oramai era tutto pronto. Come ben di vedeva anche a Malta, dove i berretti da marinaio (bianchi per gli inglesi e con il pom-pom rosso per i francesi) sciamavano per le vie di La Valletta, Marsiglia e Algeri. Gli USA si stavano rendendo conto di quel che accadeva e mandarono ordini alla loro VI Flotta, che esisteva già dal 1 maggio 1946 ed era in Mediterraneo in funzione anti-sovietica, ma che in quel contesto venne allertata per tutt'altra ragione, mettneremettere sull'attenti i governi di Londra e Parigi, perché non c'era affatto la volontà americana di sostenerne l'azione. Tuttavia, il 22 ottobre 1956 venne deciso ugualmente di attaccare e in tempi ridotti; il 26 Israele mobilitava le truppe. Il 23 era scoppiata la rivolta in Ungheria, e questo sembrava il momento migliore perché l'URSS venisse messa 'fuori gioco', impegnata con una simile grana a due passi dai suoi stessi confini.
 
===Gli opposti schieramenti (aviazione)<ref>Cooper,Tom: ''War of the Stripes''</ref>===
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'''Israele'''
 
La HHA o IAF, diretta dal Brig. Gen. Tolkovsky, aveva solo 79 jets attivi, 43 in riserva e 64 aerei a pistoni tra P-51, Mosquito e persino due B-17 convertiti in pattugliatori marittimi con tanto di radar. Mentre gli Egiziani avevano ancora in servizio molti aerei britannici Meteor e Vampire, oltre ai primi MiG, gli Israeliani avevano materiale misto anglo-francese. 42 Ouragan, 37 nuovissimi Mystère IVA appena arrivati e per questo, al 29 ottobre, operativi in appena 14 esemplari. Ma come abbiamo visto, nemmeno i MiG brillavano per efficienza all'epoca. Poi c'erano circa 30 Meteor. Da notare che i primi jets erano gli Ouragan, e con questi la HHA ebbe i suoi primi successi ai danni degli agili ma lenti Vampire egiziani: 4 aerei abbattuti senza perdite durante le battaglie del '55 lungo la frontiera. Solo nel maggio del '56 apparvero anche i Mystère, ma in tutto il 101st Sqn all'inizio della guerra aveva solo 16 piloti qualificati per questo nuovo aereo con ali a freccia e cannoni DEFA da 30 mm. Questo apparecchio era fondamentale per ottenere una certa superiorità aerea contro i nuovi MiG in fornitura agli arabi. Ma, mentre gli Ouragan erano superiori ai Vampire, e i Meteor un ‘equalizzatore’ per tutti i contendenti, i MystèreeranoMystère erano solo un equivalente. La differenza numerica, le tattiche, l’impiego e l’abilità dei piloti sarebbero stati gli elementi fondamentali per decidere a chi sarebbe andato il successo. In ogni caso, i cannoni DEFA erano i migliori delle opzioni (assieme agli Aden britannici) per l’impiego aria-aria, grazie alla combinazione tra cadenza di tiro, velocità dei proiettili e potenza distruttiva.
 
Nonostante una forza rispettabile, la HHA aveva solo 131 piloti, di cui appena 53 addestrati per i jets, veramente non molto anche considerando i problemi in cui si dibattevano gli egiziani, tra l'altro assistiti dal Patto di Varsavia. All'epoca oltre alla HHA c'era il comando delle Forze di Difesa Aerea, che comprendeva radar e cannoni a.a. Nell'insieme era un'aviazione priva delle capacità belliche sufficienti per vincere una guerra contro l'Egitto.
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'''RAF'''
 
Il 31 ottobre già quasi tutti gli aerei ebbero le strisce in stile Normandia, dato sopratutto che in aria si era appurata l'attività egiziana con aerei piuttosto simili e quindi facili da scambiare per nemici o amici in maniera comunque erronea. Le strisciestrisce erano tre gialle e due nere, da un piede (30,5 cm) di larghezza se per aerei piccoli, o 2 per quelli più grossi; Valiant ed elicotteri non ebbero tali elementi, ma la Vickers, successivamente, 'fotoshoppò' (come si direbbe oggi) i suoi bombardieri con le strisce sistemate nelle foto ritoccate, tanto per essere chiari sul fatto che i loro gioielli avevano combattuto. A Cipro mancava la vernice gialla, e così la sostituirono con altre simili, per esempio giallo oro.
 
 
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Nel caso francese, l'applicazione delle strisciestrisce fu molto precisa, malgrado che il nero non fosse strettamente necessario dato che gli aerei erano in Glossy Sea Blue, colore già piuttosto scuro.
 
I Corsair F4U-7 erano una variante specifica per la Francia, in tutto 94 vennero consegnati con 4 squadriglie da combattimento e tre da addestramento dell'aviazione navale. Per il resto è interessante notare come i Francesi comprarono anche 140 TBM-3E, S, S5, U e W2 Avenger, il tutto operato dalle squadriglie 4, 6 e 9F, quest'ultima l'unica ad operare nel '56 contro l'Egitto.
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Gli Israeliani vollero attaccare gli Egiziani in Sinai e usarono 9 brigate di fanti o carri, più una di parà.
 
I Mosquito PR.16 da ricognizione iniziarono in sordina l'attività bellica, con i loro occhi indiscreti, scortati da vari MystèreeMystère e due P-51D. I ricognitori si spinsero fino al Canale di Suez, per controllare la disposizione delle forze egiziane. I Mosquito non ebbero per il resto un grande impegno.
 
Alle 14 vi fu il primo attacco aereo israeliano, molto furtivo ma non meno importante: sei P-51 del No.116 Sqn volarono ben dentro lo spazio aereo del Sinai con il compito di tagliare le linee telefoniche e telegrafiche sparandogli o con le eliche. Manovrando spesso ad appena 4 metri, riuscirono nell'intento, senza dare troppo nell'occhio.
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Alle 16 passarono la frontiera e infine la forza aerea di lenti trasporti, in totale 16 C-47 e tre Noratlas scortati da vari Meteor F.Mk.8, arrivò al Passo di Mitla alle 17, nel lato orientale. I Dakota lanciarono 395 uomini mentre i più capaci ma pochi Noratlas vennero usati caricati di materiali di rifornimento. All'epoca gli elicotteri medi non erano ancora comuni, così i paracadute portarono gli assaltatori 5 km di distanza dal bersaglio ed ebbero subito 13 contusi nel prendere contatto con il terreno.
 
Poi giunse una seconda ondata di aerei con armi pesanti, 8 jeep, 2 mortai da 120 mm, 4 cannoni SR da 106 e munizioni. Con questa forza, inizialmente solo minimamente contrastata, presente 200 km dietro le linee nemiche, venne messo a segno un primo importante punto a favore degli israeliani, mentre gli egiziani non avevano abbastanza informazioni e reagirono lentamenelentamente, dato che non capivano bene la ragione di tale raid.
 
Poi, però, ben 3 brigate dell'esercito vennero inviate da Suez per attaccare questi incursori, nel frattempo trinceratisi in zona. L'errore fu presumibilmente quello di un abbattere in rapida sequenza almeno alcuni dei Dakota con la contraerea e con i MiG, e in generale non presidiare un passo così importante.
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I Meteor e Ouragan appoggiarono al meglio l'operazione, mentre i Mystère erano in quota a proteggerli dai MiG, ma senza dover affrontare una grossa reazione nemica. Nel prosieguo anche i Mystère eseguirono azioni d'attacco, così come i vulnerabili P-51 (che mantenevano il problema tipico dei motori in linea, i radiatori vulnerabili al tiro nemico, anche perché non protetti da corazze).
[[File:Israeli_troops_in_sinai_war.jpg|300px|left|thumb|Truppe israeliane in Sinai]]
Nel frattempo le unità egiziane lungo il confine israeliano rimasero essenzialmente immobili, sebbene una prima brigata israeliana muovesse lungo i loro fianchi muovendosi di circa 40 km entro il loro territorio. La mattina del 30, a Mitla, gli israeliani crearono una piccola striscia di volo per ottenere rifornimenti di munizioni ed evacuare i loro feriti. I primi ad arrivare furono tre Piper Cub, scortati dai Mystere, piuttosto curiosamente visto che per caccia così veloci era certo difficile coordinarsi con i più lenti tra gli aerei della HHA. Finalmente, alle 7.30 si videro anche i primi caccia della EAF sul Sinai, e dopo avere riportato cosa stesse accadendo su quel terriotorioterritorio, visto che non c'era ancora la minaccia diretta degli 'alleati', venne ordinato di scatenare tutto il potenziale disponibile contro di loro, iniziando con due MiG-15 che attaccarono la striscia di Mitla distruggendovi un Cub trovato fermo al suolo. Altri due attaccarono una colonna della 202a Brigata, colpendo e distruggendo almeno sei mezzi; infine altri due intercettaroonintercettarono un altro Piper sul Sinai e non persero tempo ad abbatterlo. Alle 11.00 arrivarono anche 4 Vampire mitragliando un'altra colonna che era sempre, come l'altra colpita, ad al-Thamed, il che causò anche più danni. Non solo, ma poi si fecero sotto altri Vampire e Meteor del 5 Sqn, tutti scortati da MiG-15, il che causò danni non indifferenti agli israeliani che coraggiosamente avevano accettato una tale missione. La HHA non poteva restare immobile di fronte a tali azioni e 37 dei suoi jet tra Ouragan, Mystèree Meteor vennero mandati in aria quella stessa mattina per colpire le posizioni egiziane, specie le unità che si stavano muovendo verso il passo di Mitla. Alle 15.30 vi fu il primo scontro con i MiG, sei, che scortavano due Meteor F.Mk.8. I MiG-15 respinsero i caccia israeliani e poi mitragliarono e bombardarono i parà, mentre la colonna che a terra doveva raggiungerli era stata vittima della sabbia troppo soffice e anche degli attacchi aerei. Alle 16, però, sei Mystère combatterono contro i nuovissimi MiG-17 (N.1 Sqn, Almazana), vicino a Kibrit. I MiG vennero sorpresi mentre stavano ancora salendo e uno venne abbattuto. Ma anche un Mystère venne danneggiato e gli israeliani dovettero ritirarsi. Questo diede il modo a diversi Ouragan di attaccare la 2a Brigata egiziana, distruggendole diversi mezzi mentre si avvicinava al Passo di Mitla. Ma tutto quello che volevano gli israeliani era per il momento raggiunto: dare modo ai 'preoccupati' anglo-francesi di chiedere, anzi imporre una pace, con relativo ultimatum, agli egiziani. E chiaramente, se si parlava di 18 km dal Canale di territorio libero da forze militari, questo avrebbe solo danno all'Egitto. Nasser non accettò, ma ora sapeva che c'era una flotta in mare che poteva minacciarlo. Forse avrebbe fatto bene ad accettare tale situazione, invece di cadere nella trappola.
[[File:Attackingconvay.jpg|300px|right|thumb|MiG attacca una colonna israeliana (foto esemplificatrice, questa è del '67]]
A terra gli israeliani continuarono gli attacchi israeliani ma ad Abu Agheila vennero respinti dalla 3a Divisione egiziana entro quel pomeriggio, e fallirono anche gli attacchi delle brigate 4a e 10a, nonché della 37a meccanizzata (non è ben chiaro se vi fossero 3 brigate corazzate e 6 di fanteria, oppure fossero una corazzata 2 meccanizzate e 6 di fanteria) contro omm-Kattef nel mattino successivo. Il comandante della 202a brigata, l'allora col. Sharon, ordinò nel contempo un attacco da Mitla verso ovest, malgrado che i superiori non fossero d'accordo, specie considerando che l'aviazione supportava all'epoca sopratutto la 7a A.B. e non poteva fare lo stesso con i parà, che infatti, appena usciti dalle loro posizione vennero colpiti dai Vampire, e con notvoli perdite costretti a ritornare alle basi di partenza. Tuttavia, successivamente i MystèreabbatteronoMystère abbatterono tre Vampire danneggiandone un quarto. Come avrebbero fatto gli indiani 9 anni dopo, anche qui gli egiziani decisero che i Vampire non fossero più aerei capaci di azioni di prima linea, almeno non senza scorta. Nonostante questo, i piloti egiziani si dimostrarono molto migliori di quel che ci si aspettasse. L'unica vera differenza tra i piloti delle due parti era che gli israeliani avevano cannoni DEFA a maggior rateo di tiro, e comandi servo-assistiti. In ogni caso i sovietici mandarono MiG-15 e 17 aggiuntivi già in questa giornata ai loro alleati egiziani.
 
Alle 8 gli israeliani individuarono la 1a Brigata corazzata egiziana, che era diretta verso la guarnigione di Bir Jifjafa (o Abu Agheila?), per rinforzarla; tentando di fermarla, la HHA o IDF/AF mandò quello che aveva al momento: niente di meno che quattro T-6 del No.140 Sqn. Uno venne abbattuto già mentre era in picchiata sul bersaglio, un altro si schiantò al suolo poco dopo. Se i Vampire avevano problemi, i T-6 non erano assolutamente proponibili. Per loro fortuna, un'altra formazione di T-6 fallì a trovare il bersaglio. Ci riuscirono due Meteor del No.117, ma vennero danneggiati. Poi si fecero sotto i Mustang, che dichiararono sei T-34. Ma due aerei vennero danneggiati e uno di loro fu colpito ancora da un MiG-15 e costretto ad atterrare nel deserto, il pilota rimase ucciso. Pare che venne colpito da uno dei sette MiG-15 o 17, che stavano combattendo con due Mystère attorno alle 10.30. Prima tre aerei attaccarono i due jet, ma questi scapparono via, poi questi individuarono altri due MystèreassiemeMystère assieme ad altri MiG, ma stavolta i Mystère vinsero, colpendo duramente un MiG-15 che poi fu costretto ad ammarare nelle acque poco profonde di una vicina laguna, in seguito recuperato e riparato dagli israeliani. Un'ora dopo, forse meno, gli Ouragan del No.113 stavano colpendo obiettivi a terra quando apparvero vari MiG, scambiati inizialmente per Mystère. Fu un errore che pagarono caro, nonostante che sganciassero razzi e serbatoi: uno finì il carburante atterrando fuori campo e l'altro venne danneggiato da un colpo da 23 mm, che da solo causò gravi danni. Questa stessa formazione di MiG poi abbatté un L-18 Cub su Mitla.
 
I Mystère combatterono ancora nelle ore successive: 2 di loro contro diversi MiG-17, a loro volta in scorta a 5 Meteor del No.5 Sqn (diretti a colpire una colonna israeliana vicino Bir Hassana). Sebbene non riportato da fonti egiziane, uno dei MiG sarebbe stato abbattuto e il paracadute del pilota non si aprì. I Meteor, però, continuarono il loro volo e causarono gravi danni, tanto da uccidere 27 israeliani, sebbene uno dei cacciabombardieri, colpito, dovette fare un'atterraggio d'emergenza.
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Il Sinai vide di conseguenza le forze egiziane private del supporto aereo e gli israeliani solo il 1 novembre fecero 200 sortite operative, con un solo P-51 abbattuto dalla flak. Non solo, ma F-84 e Mystèrefrancesi entravano direttamente in azione e stavolta causavano danni decisivi, distruggendo -pare- 38 T-34, sia pure con 2 aerei persi, entrambi F-84F fracassatisi all'atterraggio per i danni subiti dalla flak. Nel frattempo i P-51 colpivano Mitla e El-Arish, e alla fine la 27a Brigata Meccanizzata passò le linee egiziane. Quello stesso 1 novembre alcuni Il-28 colpirono (alcuni volati da piloti russi) Hatzor, ma pare che fecero poco o nessun danno. Anche l'incrociatore G.Leygues non ottenne molto dal bombardamento di Rafah, ma in ogni caso contribuì a colpire le retrovie degli egiziani.
 
Il 2 novembre l'aviazione egiziana scappava in Libia e Sudan, mentre circa 30 aerei israeliani venivano mandati su Sharm El-Sheik, dove era diretta la 9a Brigata, perdendo per l'occasione l'unico MystèredistruttoMystère distrutto nella campagna. Altri attacchi vennero sferrati con il lancio di 175 parà su Al-Tur per interrompere la strada tra Sharm e Porto Said, cosa che fece sì che la guarnigione della prima si arrese entro il 4 novembre. Poi fu la volta di Porto Said, la mattina del 5 novembre invaso da 1.100 parà anglo-francesi (16a Brigata e 10a divisione rispettivamente), che precedettero lo sbarco dal mare, avvenuto il 6.
 
Per gli Israeliani la campagna aerea di Suez era stata adeguatamente svolta. Avevano fatto 1.846 sortite tra il 29 ottobre e il 4 novembre, in questa sorta di guerra dei Sei giorni ante-litteram, con diverse perdite in azione, tra cui il Mystere, un Ouragan, e un Meteor (vittima di un MiG-15 del 1° Sqn), e sopratutto tra sette e ben 14 Mustang (a seconda delle fonti), dimostratisi (per il motore raffreddato a liquido, essenzialmente), un pò troppo vulnerabili; poi vennero persi anche 2 T-6 (abbattuti dalla flak), e tre Cub (uno distrutto al suolo, uno abbattuto da un caccia e uno perso per incidente), più numerosi altri aerei danneggiati. 5 piloti rimasero uccisi e uno catturato. Un P-51, atterrato a 60 km dal fronte israeliano, a causa dei danni subiti dalla flak, vide il suo pilota costretto ad una marcia nel deserto (per fortuna che l'estate era finita) di ben 37 ore.
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In poche ore, sebbene in misura differente da base a base (aerei assenti- ben dispersi-decoy ecc) il 40% degli aerei egiziani era stato distrutto o danneggiato e i piloti erano frustrati dal fatto che non avevano l'autorizzazione a decollare e a confrontarsi con i vulnerabili apparecchi nemici, spesso grandemente inferiori ai loro. L'ultima ondata ebbe luogo tra le 13.30 e le 17.00, con altre 187 sortite da Cipro e ben 200 dalle portaerei inglesi (notare bene che non pare che in questa fase fossero coinvolti anche quelli francesi). In tutto, già nella sola Almaza, i piloti entro la fine della giornata dichiararono ben 22 MiG-15 (probabilmente anche -17), confermati dai ricognitori. Dopo il tramonto, finalmente, molti aerei vennero mandati via da quella zona così pericolosa, prima nel delta del Nilo, poi persino in Siria, Egitto del Sud, e Arabia Saudita. In tutto, almeno 100 aerei da combattimento egiziani vennero distrutti, come i risultati che di quel passo avrebbero potuto ottenere gli israeliani in settimane di combattimenti. Uno Il-28 in fuga venne anche intercettato da un Meteor NF.13 israeliano, che però nella notte lo scambiò per un Canberra inglese. I Sovietici che lo guidavano dichiararono che il loro fuoco difensivo danneggiò due caccia nemici con la postazione di coda.
 
Gli Anglo-francesi, così, non ebbero problemi e non si dovettero confrontare con nessun combattimento aereo contro gli egiziani, ma l'USN diede molto disturbo con i suoi caccia Fury, che in almeno due occasioni entrarono nel perimetro difensivo delle portaerei inglesi, tanto che queste dovettero lanciare i loro obsoleti intercettori per controllare gli intrusi, e vi fu persino una richiesta degli ammiragli americani di attaccare direttamente le portaerei anglo-francesi, tanto grave era la tensione in quel momento tra i cosidetticosiddetti 'Alleati' occidentali.
 
Ora era chiaro che l'invasione sarebbe stata imminente da parte anglo-francese, e gli egiziani si dovettero affrettare a ordinare la ritirata dal Sinai, mentre cercavano di rinforzare P.Said. Ma fino ad allora, le truppe egiziane erano capaci di tenere testa in molte circostanze ai loro oppositori israeliani, ma ora dovevano abbandonare le loro posizioni fortificate , almeno quelle che erano ancora utilizzabili, o non superate dalla manovra israeliana, e sotto attacchi aerei israeliani ora senza pressoché alcun contrasto aereo egiziano. Ora che gli Egiziani si stavano ritirando gli israeliani cominciarono ad inseguirli per metterli in rotta, e ci riuscirono nella zona del Sinai. La strada costiera verso El Arish divenne presto intasata dal traffico, con i Mustang che continuavano le loro azioni d'attacco sulle colonne, con una sola perdita dovuta alla contraerea.
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Durante la giornata l'EAGLE mandò un attacco contro il ponte di Gamil, con i Sea Venom e Wyvren che usarono le bomb, ma senza riuscire a colpire l'obiettivo. Altri 8 Sea Hawk della Bulwark colpirono Almaza, dove riuscirono a distruggere ancora tre aerei: un Meteor, un C-46 e un T-6. Questa stessa base fu perseguitata anche dai caccia francesi, ma i Corsair non erano i migliori opponenti per i due Meteor visti decollare dalla base. Uno degli aerei francesi si staccò dalla formazione, già impegnata in una precipitosa fuga, per seguire i due egiziani, ma poi non fu più rivisto. Pare che fu abbattuto (Lt. de Lancrenon) dalla contraerea, gli egiziani dissero che era morto nell'abitacolo (cadde sui quartieri popolari del Cairo), l'addetto militare italiano disse che era stato linciato dalla folla dopo essere atterrato in paracadute. Altri tre Corsair ebbero danni a bordo o guasti, uno tornò addirittura con una bomba che penzolava dalla sua ala, non correttamente sganciata (la portaerei era la Lafayette). Nel trionfo generale, questa non fu una missione fortunata. Negli attacchi successivi al ponte di Gamil venne abbattuto anche il Wyvern di McCarthy, che tuttavia riuscì a raggiungere il mare e poi a lanciarsi. Inizialmente si pensò che fosse vittima della flak, ma pare che in realtà venne colpito da diversi colpi tirati da uno dei due MiG-17F (pilotati da sovietici) che erano in pattugliamento sul Canale di Suez. Tuttavia la cinemitragliatrice dell'abbattitore non funzionava e così non gli venne accreditata ufficialmente come vittoria. Gli attacchi su Gamil continuarono senza tregua e una bomba da 454 kg colpì in pieno il ponte, abbattendolo. Il lavoro non era finito nemmeno ad Almaza, dove i Sea Fury della HMS Bulwark dichiararono ben 18 aerei tra Meteor, Fury, T-6, Chipmunk e addirittura Lancaster.
 
Nel frattempo la situazione politica internazionale si stava surriscaldando. Tutt'altro che indeboliti dalla crisi in Ungheria, i sovietici minacciarono di usare i loro missili nucleari contro Londra e Parigi; gli USA, per reagire a questa minaccia disposero l'allerta per il 306th BW (B-47), che all'epoca era basato a Ben Guerir, in Marocco e del resto già il 26 ottobre erano arrivati in un altro aeroporto marocchino alcuni B-47 (70th SRW) sulla base di Sidi Slimane, questi usati per missioni di ricognizione su Cipro e Egitto, tanto che nel primo caso vennero intercettati in più occasioni dagli Hunter. Nel frattempo i caccia dell'USN continuavano a provocare le difese delle navi inglesi, così facendo 'bruciavano' molte delle sortite possibili per gli squadroni della RN in decolli su allarme di Sea Hawk e Sea Venom, peraltro entrambi inadeguati contro i Fury e i Cougar. Per pattugliare il mare e mettere sotto controllo le navi americane, gli Shackleton MR.2 del No.37, presenti in Libia e a Malta, vennero mandati in azione. Anche gli aerei da pattugliamento americani erano in volo, e gli S-2 Tracker iniziarono a cercare i sottomarini anglo-francesi nella zona a sud di Cipro. La sera del 3 novembre, per sbaglio, alcuni aerei israeliani attaccarono un caccia inglese che era vicino a Sharm. La cosa fece innervosire così tanto gli ufficiali britannici che chiesero l'esclusione degli omologhi israeliani dal comando congiunto deledelle operazioni, anzi si paventò persino l'attacco allo stesso Israele! Così i due piani alternativi rischiavano .. di essere usati insieme. Poi la calma tornò, in quella strana guerra in cui tutti sembravano contro tutti, a parte il sodalizio Egitto-URSS e quello Francia-Israele.
 
Il 4 novembre c'era ancora molta attività nei cieli, malgrado che sia l'EAGLE che le due portaerei francesi venissero mandate fuori dalle operazioni per rifornirsi, mentre i bombardieri della RAF non tornarono in azione. Del resto, con 158 aerei egiziani stimati come distrutti su di una forza localizzata di 216, non c'era ragione per insistere più di tanto. Eppure, Albion e Bulwark eseguirono ben 355 missioni di combattimento con i loro caccia, stavolta colpendo le installazioni dell'esercito, tra cui Huckstep, nonché colonne mobili e altri obiettivi tattici. Alle 7 del mattino vi furono anche attacchi contro unità navali della marina egiziana. Ma a quel punto, vi fu un altro colpo di scena: la grande USS Coral Sea arrivò nel mezzo della formazione britannica e lanciò i suoi aerei, rischiando seriamente uno 'scontro' fisico, sia con le navi che con gli aerei in volo. Nel frattempo gli aerei della RAF (Venom) dichiararono 5 MiG-15 distrutti al suolo (ad Abu Swayr), gli F-84F colpirono emittenti radar con i razzi, e dal pomeriggio iniziarono gli attacchi contro Porto Said, sopratutto contro le truppe lì acquartierate.
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Poi, dopo l'alba andarono all'attacco i Venom del No.249 Sqn, sulle postazioni d'artiglieria, ma si vide anche un MiG-15 che eseguì l'unico attacco contro i parà di P.Said, e riuscì a scappare ai Venom. Poi iniziarono gli sbarchi navali alle 5.45 con le forze dei Commando 40 e 42, che sbarcarono a P.Said. Mezz'ora dopo sbarcarono già i primi dei pochi Centurion. Tutta questa forza andò verso la città, muovendosi da Sud. Ma non c'erano solo loro.
 
Le navi alleate colpirono con le artiglierie gli obiettivi costieri, ma data l'esigenza di non coinvolgere obiettivi civili, non si usò calibri superiori ai 152 mm, tranne che 4 colpi tirati dal Jean Bart, con i suoi 380 mm. Alle 4.50 del 6 novembre circa 100 navi arrivarono in vista del porto e iniziarono a sbarcare i contingenti britannici del 3° Commando dei marines britannici, e ella 45ima Brigata commando. Il primo dei due usò 12 elicotteri Whirlwind, per la prima azione anfibia eliportata della storia. In tutto sbarcarono 415 soldati e 23 t di materiali, chiaramente non in un'unica ondata, da questi elicotteri americani (S-51) prodotti su licenza, e scortati per compiti SAR da alcuni Sycamore. Tutta l'operazione venne completata alle 6.20, mentre alle 6.45 iniziarono gli sbarchi francesi con le navi per mezzi corazzati (LST) che dovettero arrivare a Pt. Fuad per evitare le navi egiziane affondate in porto per fare da barriera a bastimenti invasori (su ordine di Nasser). Questo fu tutto sommato positivo per gli attaccanti, perché usando il molo di Port Fuad evitarono molte spiaggiespiagge minate dagli egiziani poco prima.
 
Fatto questo, i Whirlwind del NAS 845 sbarcarono anche i soldati del 45 Commando vicino allo stadio di calcio. Mossa troppo azzardata, tanto che presto vennero circondati dagli egiziani e gli elicotteri dovettero reimbarcarli tra le pallottole (uno fu colpito almeno 22 volte). Si continuò gli elisbarchi da altre parti della città, e alla fine, in 90 minuti di azioni continue, sei Whirlwind HAR.2 e altrettanti Sycamore HC-14 della Joint Helicopter Unit o JHU, e 7 Whirlwind del NAS 845, riuscirono a sbarcare in meno di 20 minuti di missione ben 417 soldati, ritornando con i feriti. Uno dei Whirlwind del NAS 845 venne però perso, in quanto cadde in mare per mancanza di carburante mentre stava evacuando feriti, ma per fortuna tutti gli occupanti vennero salvati. Danneggiato anche un Sycamore a causa di un appontaggio 'duro' sulla Ocean.
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Le azioni di ricognizione partirono dal 20 ottobre 1956, ovvero oltre una settimana prima della guerra, iniziando con gli aerei del No.58 lungo la costa egiziana, da circa 9.100 m, apparentemente senza reazioni egiziane. Sebbene sembrassero individuati, in realtà era Nasser che non voleva creare le condizioni per un casus belli, intercettandoli. C'erano anche i nuovissimi U-2 che sorvolarono la zona del Canale volando dalla Turchia, e che passarono poi le informazioni che gli inglesi non potevano ottenere senza rischiare troppo. Solo il 28 ottobre vi furono sorvoli da parte dei Canberra sul Canale; c'erano anche i B-29 del segreto No.192 Elint Squadron, per la rivelazione delle emissioni elettroniche, scoprendo che gli egiziani spegnevano i loro radar già dopo mezzogiorno. Erano radar erano obsoleti, sei francesi ESV2 nella zona del Canale da scoperta e altrettanti per la guda caccia; e un Marconi MWT XXI per scoperta ad alte quote (ad el-Arish), mentre i numerosi radar di costruzione russa non erano ancora operativi e i loro operatori in addestramento.
 
Se non altro c'erano alcuni tecnici già esperti, e una scuola radar venne allestita ad Heliopolis. Quando scoppiò la guerra, il comandante Sidqi Mahmud chiamò il Maresciallo dell'Aria al-Hinnawy, che gli chiese se voleva un MiG-15 o un MiG-17, lui disse che non faceva differenza, poi però dichiarò che era meglio che tutti usassero i '17. Il 30 o 31 ottobre, raggiunse assieme ad altri tre piloti un aereo inglese ad alta quota. Erano arrivati a 600 metri e quindi potevano già sparargli, grazie ai loro potenti cannoni. Ma quel grosso B-29 (scambiato per un Halifax, come quelli che intercettava in addestramento con i Meteor) non venne attaccato: gli ordinarono di non sparare perché gli inglesi non avevano ancora dichiarato guerra. Nel frattempo, il premier Eden aveva ordinato al ministro della Difesa di ottenere informazioni e così venne eseguita una ricognizione all'alba, 4 Canberra a 9-12 mila metri onde localizzare le forze di terra egiziane e israeliane, ma non ci si aspettava che fossero intercettati. Invece, presto un Canberra PR.7 venne raggiunto e le cannonate sibilarono su entrambi i lati del tettuccio, prima di colpire l'aereo ad un'ala; un altro Canberra non venne colpito dai proiettili anche se si salvò. Anche gli altri due vennero intercettati, un vero shock, come ricordò anche Eden, ammettendo l'ottima prova dell'EAF. Questa brutta sorpresa fece sì che i primi bombardamenti inglesi venissero poi spostati a quote più alte di quello che si pianificava, perdendo in precisione. Non si seppe spiegare perché poi l'EAF si dimostrasse così inefficace (la risposta fu in effetti, solo politica). Anche per via di quest'attività dell' EAF, vennero presto dipinte delle strisciestrisce di riconoscimento fin dal 30 ottobre, mentre gli israeliani le unirono solo il 2 novembre. Per i Canberra vi fu una novità, il sestante nella cupolinacupolino astronomicaastronomico, con un apposito periscopio, venne installato anche sugli esemplari da ricognizione più recenti, dato che si dimostrava efficace nell'avvistare gli aerei che si fossero avvicinati anche alle spalle, aiutando a non essere raggiunti di sorpresa. Può sembrare strano, ma non lo era: il pilota, nel suo cupolino, era troppo indaffarato a guidare l'aereo per guardarsi alle spalle, il navigatore, oltre a stare attento agli strumenti e riprendere le foto praticamente non riusciva a fare nient'altro. In pratica i ricognitori, una volta raggiunti, erano facili da sorprendere. Così spesso venne imbarcato il terzo uomo per 'guardarsi le spalle' con il cupolino. Certo che un problema del genere non era presente sugli Il-28, che volavano assai più bassi dei Canberra, ma che avevano una torretta difensiva con due cannoni da 23 mm. I Canberra avevano volato 4 missioni il 30, gli RF-84F altre sette il 31 ottobre; da notare che gli equipaggi del No.13 e del No.58 spesso si scambiavano gli aerei dei rispettivi reparti, e operavano con un massimo di sette macchine da presa.
 
L'inizio di Musketeer ebbe luogo secondo i piani, alle 16.15 GMT del 31 ottobre 1956; per le 22.00 le prime bombe cadevano già nella zona del Cairo.
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Nonostante la minaccia subita, il comando di Cipro insistette a far decollare una seconda missione di ricognizione, per riuscire ad ottenere foto degli aeroporti e dell'oleodotto. L'equipaggio, già reduce da un mitragliamento fatto da un MiG-15 o 17 il 30 ottobre, era costituito da tre uomini d'equipaggio e quindi poteva 'guardarsi le spalle'. Avevano il WH799 del No.58 Sqn e tra le nuvole volarono verso il loro obiettivo. I Siriani non avevano radar efficienti e così ci si basava sull'uso del telefono per dare una pronta conferma della presenza di aerei nemici (in genere telefonando da Lakatia, sulla costa). I piloti dei Meteor, che oramai erano quasi sempre negli abitacoli degli aerei, dovevano approntarsi sulla base di queste informazioni. I sei piloti disponibili decollarono alle 10.00. Il Canberra volava piuttosto basso, a circa 3-4 km di quota, a causa della copertura nuvolosa che impediva di fare foto da alta quota; ma al contempo, era possibile anche volare senza essere visti da terra o da altri caccia. Ma proprio sopra Damasco, il cielo era diventato improvvisamente blu. E loro erano bassi e vulnerabili, come dichiarò il pilota Flt Lt Hunter, non era quello il volo in cui si potesse desiderare di trovare un cielo sereno. I Meteor (Sqn Ldr Al-Assasa e Munir al-Garudy) erano sopra il Canberra, pensando che volasse a quote maggiori. Due di essi attaccarono con due passaggi a fuoco il Canberra e lo colpirono al secondo tentativo. L'aereo perse quota, uno dei tre uomini morì a bordo, gli altri due, Hunter e Small, caddero praticamente alla frontiera del territorio siriano, e per fortuna non avevano pistole con loro, a differenza di altri piloti inglesi. La folla che subito si radunò contro di loro li avrebbe certamente uccisi se avessero tentato di resistere, ma poi si salvarono perché si dichiararono appartenenti alla RAF. I Siriani pensarono di avere colpito due diversi Canberra, così come i britannici pensarono che erano state due coppie di Meteor ad abbattere il loro aereo, proprio per questo doppio passaggio che comportò la perdita di vista reciproca tra i due opponenti. Poco tempo dopo venne anche intercettato un aereo sconosciuto, da parte del Meteor pilotato da Asad, quasi certamente era un U-2 della CIA in cerca di conferme per i MiG sovietici. Al rientro, con i freni guasti (cosa di cui s'era già reso conto al decollo) l'aereo si sfasciò all'atterraggio finendo su di un campo profughi. Per questa imprudenza (decollo con freni difettosi) Asad fu accusato e condannato al carcere, ma con sospensione della pena, ma molti suoi colleghi piuttosto criticarono il comandante della base, che aveva mandato in azione il pilota con il sole oramai al tramonto e senza nessun ausilio per gli atterraggi notturni.
 
Finalmente, alle 17 GMT del 6 novembre, Londra e Parigi ordinarono di cessare il fuoco entro mezzanotte (tempo locale); per l'epoca i PR.7 avevano fatto 44 missioni, ma queste continueranno anche oltre la fine della guerra, almeno sulla Siria, e sebbene segrete, avranno la scorta di alcuni Hunter degli squadroni No.1 e 34; anche gli RF-84F vennero mandati sulla Siria a controllare la situazione, ma sempre in coppie per proteggersi a vicenda. Le ricognizioni britanniche continuarono fino al '58, approfittando della debolezza siriana. Poi, la formazione della ReubblicaRepubblica Araba Unita (UAR) rese queste azioni più pericolose ed esse vennero finalmente terminate. Da notare che queste azioni erano adesso volate anche da 15.000 m di quota, rendendosi più vulnerabili alle cattive condizioni meteo date le distanze dall'obiettivo. Il problema dell'intercettazione da parte dei MiG arabi era adesso visto con serietà, specie considerando che i temibili MiG-17 vennero presto comprati anche da Damasco: 60 aerei, di cui i primi arrivarono il 17 gennaio 1957, ma i piloti inizialmente erano egiziani, così che, quando il 17 aprile 1957 (giorno della festa nazionale) vennero mostrati i nuovi MiG, a pilotarli c'era anche gente come Ghazzawi, quello che aveva danneggiato un Ouragan durante la guerra, cosa che poi ne causerà lo schianto al suolo al ritorno. In seguito questo pilota diverrà Brigatiere generale, per poi ritirarsi dalle F.A. e iniziare la sua nuova vocazione di attivista islamico.
 
===Valiant<ref>Da wiki.en</ref>===
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Tra gli altri dati, da ricordare le 5.000 sortite della sola Gran Bretagna, di cui 400 con gli elicotteri, 2.000 degli aerei imbarcati e 2.600 con gli aerei. Quanto alla penetrazione in territorio egiziano, gli Alleati avevano raggiunto una profondità di 34 km nel Canale di Suez. Sebbene fosse stata un'operazione valida, la mancanza di appoggio politico vanificò tutto. Gli anglo-francesi lasciarono l'Egitto il 22 dicembre 1956, mentre la liberazione del canale dai circa 40 vascelli affondativi richiese diversi mesi.
 
Nonostante gli 80-90.000 soldati, 550 aerei, circa 100 navi impiegati, quest'operazione anglo-francese ebbe tanto successo militare, quanto fu un disastro politico. In tutto l'HHA volò 1.846 sortite, incluse però anche 831 dai Cup e Kayders, dei quali primi tre vennero distrutti (uno in aria e uno a terra da un MiG, e uno per incidente l'ultimo giorno di guerra, sulla Giordania). I Dakota e Noratlas israeliani volarono invece 192 sortite, e gli aerei di prima linea, nel loro insieme, inclusi quelli ad elica, solo 489. Per giunta persero nelle loro azioni non meno di 9 Mustang, un MystèreeMystère e due T-6, per non dire di altri 5 P-51 che pare siano stati radiati per i danni subiti. Dovrebbe essere stato eliminato anche almeno un Ouragan, a meno che non riuscì a fare un atterraggio sufficientemente buono da evitare la distruzione o la radiazione. In tutto, l'HHA perse anche 5 piloti uccisi e uno catturato, mentre dichiarò la distruzione di 8 aerei (4 Vampire, 3 MiG-15, uno Il-14), più 22 carri, 17 blindati e 260 mezzi non corazzati.
 
Quanto ai caccia francesi in Israele, non è noto quale attività ebbero nel loro complesso, ma si stima solo un centinaio di sortite, con la perdita di due F-84F a causa di incidenti o di danni in combattimento (che causarono altri danni all'atterraggio). L'EAF eseguì circa 2.000 sortite contro l'esercito israeliano. Tutte le sue perdite sarebbero state di tre MiG-15, di cui uno catturato dagli Israeliani; 4 Vampire FB.52, due Meteor e due Mraz Sokol, uno dei quali catturato intatto. Non furono grandi perdite, anzi, anche considerando il MiG-17 probabilmente perso, ma non ufficializzato, e lo Il-14 che gli israeliani dichiararono, si arriva solo a 13 velivoli, davvero la pretesa israeliana di distruggere l'EAF si era dimostrata per quello che era, un'affermazione campata in aria, visto che in proporzione nella guerra delle 100 ore gli israeliani persero molti più velivoli e si dimostrarono superiori in termini aria-aria, ma non negli attacchi al suolo.