Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni

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===Il Canale della discordia<ref>Marcon, Tullio: articolo su S.M. feb 2004</ref>===
Finita la costruzione del Canale di Suez, venne costituita la Compagnia del Canale, che con l'Egitto portò ad un accordo per ben 99 anni per lo sfruttamento della nuova 'grande opera'. Era il momento giusto per le potenze coloniali, si riduceva la distanza Gran Bretagna-India da 10.000 miglia ad appena 6.600, ovvero da 35 a soli 23 giorni, con una nave a vapore da 12 nodi, e con maggiore sicurezza rispetto alla navigazione lungo le coste africane. La Gran Bretagna poi comprò parte delle azioni dell'Egitto, che era in grave crisi finanziaria, e nel 1882, approfittando di una rivolta nel Sultanato, occupò tutto il Paese dopo un bombardamento devastante di Alessandria. Dopo la Convenzione di Costantinopoli del 1888, sottoscritta da 10 nazioni tra cui l'Italia, il Canale diventava una zona neutrale aperta a tutti, ma i risultati militari sul campo erano comunque tali che la Corona restò di fatto la dominatrice della regione; l'Egitto, nel 1914, divenne un suo protettorato. Ma i tempi in cui i soldati britannici si divertivano col tiro a segno sulla testa della Sfinge durarono poco: presto iniziò la rivolta dei nazionalisti arabi e nel '22 la Gran Bretagna riconobbe all'Egitto l'indipendenza, pur mantenendo un forte rapporto di potere con Il Cairo. Nel '36 morì il re Fuad, regnante dall'indipendenza; il successore designato Faruk era ancora minorenne, sicché la Gran Bretagna, impegnata nella crisi con l'Italia (Guerra d'Etiopia) mise in atto un nuovo trattato, che in concreto mirava a ridurre le forze al livello minimo per difendere il Canale, che per convenzione era autorizzato a far navigare ogni nave, anche in tempo di guerra. L'Egitto continuò ad essere nella sfera d'influenza britannica, e si dimostrò una retrovia fondamentale per contrastare l'Asse che operava in Africa del Nord durante la guerra. Finita anche la II GM, l'Egitto passò a reclamare l'indipendenza definitiva da Londra. C'erano allora 88 mila soldati a difesa del Canale, e il Cairo chiese nel '51 che questi lasciassero la zona, nonché l'annessione del Sudan. I Britannici non ci stettero, e l'Egitto denunciò i trattati del 1888 e 1936. Del resto c'era anche un terzo trattato, del '46, che parlava di ritiro inglese entro il '49. Un altro ancora, il 7 marzo del '49, impegnava Londra a cedere all'Egitto la gestione del Canale entro il 17 febbraio 1968. In realtà i britannici continuavano a permanere in zona, troppo interessati al Medio Oriente e al Canale di Suez per mollarlo definivamente, mentre per i nazionalisti non era accettabile aspettare ancora quasi 20 anni di tempo prima di prendere il possesso della preziosa opera. Arrivò un altro periodo di agitazioni popolari e una guerra civile vera e propria. La situazione si risolse nell'ottobre del '52, dall'avvento al potere del gen. Neguib, che instaurò una dittatura militare e mandò in esilio lo sfortunato Re Faruk.
 
Nel frattempo c'era stata la guerra con Israele e dall'ottobre 1948 l'Egitto ebbe, entro i 12 mesi successivi, tra l'altro, 39 G.55 (2 erano biposto), mentre la Macchi, malgrado un attentato israeliano ai suoi magazzini, vendette circa 40 Macchi 205. Nonostante gli attentati in Italia (ve ne furono anche altri, tra cui uno ad un aereo egiziano civile), nel '48 l'Italia vendette sei barchini MTM ad Israele (prodotti dalla CABI) , con la supervisione di istruttori della X MAS. In seguito questi danneggiarono una fregata egiziana, in un periodo in cui l'Egitto aveva di gran lunga le forze armate più potenti della regione.
 
Nell'aprile del '54 anche Neguib venne deposto dal col. Nasser, che poi (19 ottobre 1954) si mise d'accordo con i britannici perché questi ritirassero entro 20 mesi le loro truppe, oramai sempre più fuori luogo. Ma le sue richieste di armamenti occidentali non vennero stavolta esaudite e così si rivolse al blocco sovietico (settembre 1955), con il quale interagì positivamente.
 
Le armi servivano a difendere il Canale, e la Gran Bretagna era la principale fornitrice designata; però l'Egitto ebbe continui ritardi nelle forniture, in special modo di Vampire e Meteor, mentre gli istruttori erano stati a loro volta 'istruiti' affinché non dessero ai piloti del Cairo un addestramento particolarmente completo, giusto le basi del combattimento aereo. Questo avrebbe aiutato ad impedire atteggiamenti troppo 'aggressivi' con gli israeliani: l'Egitto doveva essere preparato per la difesa del proprio territorio, e non per attaccare Israele. Ma ovviamente, il Cairo aveva una diversa visione su cosa le sue F.A. dovessero fare. Visto che con la vicina Italia erano già in corso affari relativi agli armamenti -anche Israele era rifornito da Roma, impegnata in un difficile equilibrio diplomatico- vennero segretamente comprati dalla FIAT ben 58 Vampire. I primi numeri di serie erano 1524-40, poi non si sa con quali altri sn/c vennero siglati i successivi. Erano distinguibili dai Vampire inglesi per via del pannello anti-abbagliamento sul davanti del parabrezza. Poi divennero principalmente aerei da addestramento all'accademia di Bilbeis, dove molti vennero distrutti al suolo dagli attacchi anglo-francesi. Intanto ne settembre 1955, mentre i primi Fiat Vampire FB.52 erano in fornitura, l'Egitto bloccò gli stretti di Tiran, onde paralizzare Eilat. Israele iniziò a preparare gli attacchi in Sinai, ma divenne evidente che non c'erano abbastanza forze disponibili. Del resto, nemmeno l'Egitto era preparato né sufficientemente modernizzato. Viste le forniture di armi inglesi alquanto irregolari (e l'ostilità francese), Nasser ne chiese addirittura agli americani, ma senza successo, come del resto Israele: saggiamente gli USA non volevano aumentare le tensioni nella regione.
 
===Nubi di guerra<ref>Marcon, op cit</ref>===
Fu così evidente che l'unico che potesse aiutare l'Egitto fosse il blocco orientale: con la Cecoslovacchia stipulò un accordo per centinaia di carri e aerei moderni, e questo semplicemente in cambio di cotone (erano davvero altri tempi). Questo accadde il 27 settembre 1955, un primo passo per 86 MiG-15 monoposto e UTI, 39 Il-28, 20 Il-14, 20 C-11, 200 carri T-34, 330 corazzati vari, 500 artiglierie e altri materiali per trasformare radicalmente lo strumento militare dell'Egitto in una forza operativamente all'avanguardia. Presto giunsero i primi istruttori russi e cecoslovacchi, e non sarebbe trascorso molto tempo prima di chiedere oltre 100 MiG-15 e i primi MiG-17, elicotteri Mi-1 e numerosi addestratori Yak-11 e Zlin 226. Secondo Nassigh, il primo carico di armi arrivò il 27 novembre 1955, ma non tutte le fonti concordano su questa data.
 
Malgrado la dichiarata volontà di non allinearsi con nessuno, ora l'Egitto diventava un 'amico' del Patto. Peggio che mai, Nasser ora disponeva di aerei moderni, dopo che l'Occidente si era prodigato per consegnare armi di seconda scelta mantenendo bassa la capacità operativa delle nazioni dell'area.
 
Questo causò una reazione anglo-americana che comportò a Nasser la negazione dei fondi per creare la diga di Assuan, che a sua volta era considerata fondamentale per l'agricoltura egiziana. Andati via i soldati inglesi entro il 13 giugno 1956, Nasser, molto contrariato, arrivò a considerare il Canale come proprietà del governo egiziano (26 luglio 1956), perché così facendo sperava di ottenere i fondi per realizzare la diga. Il Canale era ancora gestito dalla Compagnia Anglo-francese, in pratica quelle che adesso si potrebbero chiamare multinazionali (il 44% delle azioni era del governo britannico, della parte francese la metà era stata piazzata sul mercato). Non era un proposito così bellicoso, ma il metodo irritò molto gli occidentali e in particolare il premier Eden, che odiava i dittatori e consideva tale anche Nasser. Tra l'altro, per ingarbugliare ancora di più la situazione, va detto che Eden chiese nel febbraio del '55 a Nasser di entrare a far parte di un'alleanza regionale, ma il presidente egiziano gli rispose picche: non gli interessavano le basi militari, ma lo sviluppo economico e sociale (purtroppo, gli eventi dei decenni successivi spingeranno invece ad una costosa corsa agli armamenti). Per una nazione che dipendeva dall'agricoltura per il 70%, e in special modo dalla coltivazione del cotone, non stupirà che il progetto della Diga di Assuan fosse ben più importante, e che le armi servissero solo per assicurare la propria protezione.
 
Subito Eden ordinò a due squadroni di Camberra e uno di Valiant di arrivare a Malta, in attesa dell'arrivo di un'armata navale dall'Atlantico. Nel frattempo si studiava come intervenire senza che l'Egitto figurasse vittima di un'aggressione colonialista. Inoltre laLa Francia era contrariata dall'Egitto, perchésia questiper supportavala lnazionalizzazione del Canale, sia per il supporto dell'FNL algerino. E sopratutto, c'era un altro protagonista di cui tenere conto.
 
Israele era nato ufficialmente il 14 maggio 1948, trovandosi subito in guerra con Libano, Siria, Egitto e Giordania, ma restando a 'galla' con l'armistizio dell'estate del '49. La questione palestinese era però tale, che le cose non sarebbero mai state 'aggiustate': oppressione israeliana, e dall'altra parte, l'opportunismo degli stati arabi, che consideravano Israele un corpo estraneo nella regione, e che erano ben contenti di arruolare i profughi palestinesi. Nel '51 l'Egitto aveva vietato il Canale di Suez all'accesso delle navi israeliane; poi Nasser, malgrado l'appello ONU per la rimozione del blocco, nell'estate del '56 lo estese anche al Golfo di Akaba, in Mar Rosso, per mettere in crisi l'unico porto israeliano nel Mar Rosso, quello di Eilat con l'uso della sua superiore Marina e delle artiglierie costiere.
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Nell'aprile del '56 la situazione era ancora talmente grave, che vennero registrati oltre 60 attacchi in 5 giorni, stavolta dalla Siria e Giordania che ospitavano altri esuli palestinesi. Nel mentre l'Egitto, potenzialmente ben superiore al piccolo Israele, stava aumentando il potenziale militare.
 
Nel frattempo l'Egitto cominciava a pensare adi trasferire anche aerei in Giordania, per attaccare o minacciare, in futuro, l'odiato Israele; mentre la Francia era senza riserve contro l'Egitto, Londra era intenzionata a restare molto più distante da eventuali politiche di appoggio diretto ad Israele, dato che la sua posizione era di non mettersi in uno scontro frontale contro i Paesi Arabi, i quali peraltro stavano aumentando la pressione sul piccolo stato ebraico. Questo significava a sua volta la considerazione di un attacco contro Gaza e il Sinai, colpendo di sorpresa e cercando di guadagnare tempo e spazio per contrastare la reazione degli altri Stati della Lega Araba, tra cui l'occidentale Giordania e una Siria sempre più filosovietica. Gli USA stavano in campagna elettorale per il secondo mandato di 'Ike' e non erano affatto interessati ad appoggiare attacchi colonialistici a Stati sovrani; l'URSS era invece interessata ad aumentare la tensione per aumentare la sua capacità d'influenza nel Medio Oriente e nel Mediterraneo, dove aveva cominciato a operare con 4 sottomarini e una nave appoggio nel porto di Valona, il primo esempio di Eskadra sovietica (distaccata dalla Flotta del Mar Nero). Ma nel Patto c'erano problemi con la Polonia e una tensione crescente con l'Ungheria. La DDR si era ribellata qualche anno prima (1951) ed era stata un'altra brutta grana, anche se in via di risoluzione dato che l'URSS aveva capito che non si poteva solo vendicare contro il popolo tedesco se voleva costruire una zona d'influenza stabile.
 
Questo significava a sua volta la considerazione di un attacco contro Gaza e il Sinai, colpendo di sorpresa e cercando di guadagnare tempo e spazio per contrastare la reazione degli altri Stati della Lega Araba, tra cui l'occidentale Giordania e una Siria sempre più filosovietica. Gli USA stavano in campagna elettorale per il secondo mandato di 'Ike' e non erano affatto interessati ad appoggiare attacchi colonialistici a Stati sovrani; l'URSS era invece interessata ad aumentare la tensione per aumentare la sua capacità d'influenza nel Medio Oriente e nel Mediterraneo, dove aveva cominciato a operare con 4 sottomarini e una nave appoggio nel porto di Valona, il primo esempio di Eskadra sovietica (distaccata dalla Flotta del Mar Nero). Ma nel Patto c'erano problemi con la Polonia e una tensione crescente con l'Ungheria. La DDR si era ribellata qualche anno prima (1951) ed era stata un'altra brutta grana, anche se in via di risoluzione dato che l'URSS aveva capito che non si poteva solo vendicare contro il popolo tedesco se voleva costruire una zona d'influenza stabile.
In tutto, le cose stavano diventando sempre più difficili, e il '56 si potrebbe definire una sorta di riedizione del '48 quanto a caos internazionale. La Francia si incontrò con Israele in termini diplomatici, ma espliciti: il ministro della Difesa francese chiese a quello degli esteri israeliano (Peres) se Israele avrebbe potuto conquistare il Sinai e raggiungere il Canale, e rispose di sì. Ma ad un patto: che la Francia fornisse supporto a tale azione. L'idea era sempre più pericolosamente accarezzata dalle nazioni occidentali. La Gran Bretagna e la Francia si accordarono così: se Israele attaccava, loro avrebbero dichiarato che i belligeranti dovessero allontanarsi di 10 miglia dal Canale onde permettere la navigazione internazionale, secondo i trattati in essere. Per Israele non c'era problema, ma l'Egitto non avrebbe rispettato tale accordo e loro avrebbero potuto sfruttare il pretesto per attaccarlo, con lo scopo di riprendersi il Canale. Dell'accordo di Sevres non si trovò conferma ufficiale, ma successivamente venne confermato dall'archivio di Ben Gurion, in Israele, dove i documenti che ne parlavano vennero trovati.
 
In tutto, le cose stavano diventando sempre più difficili, e il '56 si potrebbe definire una sorta di riedizione del '48 quanto a caos internazionale. La Francia si incontrò con Israele in termini diplomatici, ma espliciti: il ministro della Difesa francese chiese a quello degli esteri israeliano (Peres) se Israele avrebbe potuto conquistare il Sinai e raggiungere il Canale, e rispose di sì. Ma ad un patto: che la Francia fornisse supporto a tale azione. L'idea era sempre più pericolosamente accarezzata dalle nazioni occidentali. La Gran Bretagna e la Francia si accordarono così: se Israele attaccava, loro avrebbero dichiarato che i belligeranti dovessero allontanarsi di 10 miglia dal Canale onde permettere la navigazione internazionale, secondo i trattati in essere. Per Israele non c'era problema, ma l'Egitto non avrebbe rispettato tale accordo e loro avrebbero potuto sfruttare il pretesto per attaccarlo, con lo scopo di riprendersi il Canale.

Certo è che l'azione si configurava molto goffa: se quello fosse stato un atto non di aggressione, ma di polizia internazionale, sarebbe stata l'ONU a stabilirlo e ad affidare alle due potenze coloniali l'incarico di intervenire. Ma quest'accordo non teneva conto del problema di ottenere tale autorizzazione, che in effetti non arrivò mai. Per contro, si stabilì che il piano fosse in tre fasi: bombaramentobombardamento aereo degli aeroporti egiziani, affollati di aerei pericolosi, ma poco difesi di per sé (niente protezioni per i velivoli), attacco di obiettivi importanti, sbarco aeronavale a Porto Said. Questo era nulla rispetto al primo piano d'attacco: 80.000 uomini per marciare su Alessandria e poi il Cairo. Si puntava a togliere di mezzo Nasser. Inizialmente quest'operazione era chiamata 'Railcar', ma poi le cose andarono diversamente. Fu il 1 settembre che la Francia, nonostante i dubbi inglesi, propose il coinvolgimento di Israele nell'operazione. Ora c'era solo da cercare il 'casus belli' per mettere in moto il meccanismo. Il 29 settembre i britannici approvarono l'idea di arruolare anche Israele nell'allenza anti-egiziana. Ma non senza dubbi: tanto che, addirittura, prepararono un attacco (Operazione 'Cordage') ad Israele, se questi avesse mosso guerra contro la Giordania con i Venom FB.4 spostati ad Amman e se necessario, attacchi aerei contro gli aeroporti israeliani partendo da Cipro e Malta. E la cosa incredibile è che gli ufficiali britannici erano coinvolti in entrambi i piani, così che fino a 24 ore prima dell'attacco non sapevano nemmeno loro a quale dei due piani dovessero dare seguito!
 
In tutto c'erano 90.000 uomini, equamente messi in campo da entrambe le nazioni europee, per quest'azione spericolata. La Gran Bretagna mise in campo sopratutto la 16a Brigata parà, la 3a di fanteria (tolta dall'esercito stanziato in Germania) e la 10a corazzata, che proveniva dalla Libia. La Francia ci metteva sopratutto la 10a divisione aviotrasportata e la 7a mezzi veloci (Algeria), e 5 formazioni di commando. Probabilmente, la ragione di tale impegno era anche di tipo psicologico. La Francia era impegnata pesantemente in Algeria, aveva appena peso l'Indocina e voleva trovare il modo di risollevare il morale. Circa 90 navi da guerra e 70 mercantili requisiti formavano la flotta, basata a Malta e ad Algeri. C'erano poi 550 aerei ed elicotteri, 3 portaerei inglesi e due francesi, due portaelicotteri, gli aeroporti di Cipro (Nicosia, Tymbou, Akrotiri) e Malta (Luqa, Hal Far, Ta cali). L'11 agosto venne nominato comandante in capo il generale Keightley, comandante delle F.A. britanniche in Medio Oriente, mentre il suo vice era l'ammiraglio Barjot. Per le forze navali c'erano pure un comandante britannico e un vice francese, vennero comandati dagli inglesi anche le forze anfibie e aeree. L'Operazione nel suo insieme venne chiamata Musketeer (poi Musketeer revised per via delle modifiche apportate successivamente), e lo sbarco diverrà l'Operazione Telescope per P.Said, Toreador per quello a Suez.
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Il 18 ottobre 1956 le navi Alleate erano state radunate a Malta, oramai le trattative diplomatiche, in verità non così incisive, non portarono a niente. Gli Alleati adottarono le 'strisce d'invasione' per riconoscere i loro aerei, così come fecero gli Israeliani (il che diede ovviamente l'immediata dimostrazione dell'esistenza dell'accordo, visto che la casualità non poteva certo sortire un tale effetto).
 
Ma dall'altra parte del Mediterraneo, a Parigi, già il leader egiziano era noto come 'Hitler del Nilo' e il 15 ottobre Ben Gurion fece un discorso alla Knesset nel quale spiegava come Israele dovesse difendersi dalle incursioni arabe. E il 22 vi fu un accordo segreto: all'Operazione Kadesh, quella israeliana contro l'Egittoil Sinai, si sarebbe unita la Musketeer, che era anglo-americanafrancese e diretta sopratutto contro l'Egitto vero e proprio. L'obiettivo era far cadere Nasser. Ma come al solito in questi interventi di 'esportazione' della democrazia, le cose andarono ben diversamente. Anche allora, comunque, il problema non era certo solo politico: come tante guerre, questa nasceva da esplicite ragioni economiche. Nel 1939 il petrolio venne consumato in una quantità pari a 270 mln di barili; nel 1951 si era arrivati a 600 e il 'trend' era verso un inesorabile rialzo. All'epoca, come e più di adesso, i ricavati del petrolio finivano quasi tutti nelle tasche delle compagnie petrolifere occidentali, tra l'altro poco inclini a cedere l'osso (si veda l'Iran e la breve stagione di Mossadeq, che ebbe l'ardire di nazionalizzare i pozzi di petrolio per poi essere deposto da un colpo di stato organizzato dai servizi segreti anglo-americani). E Suez, da cui passavano i due terzi del fabbisogno petrolifero europeo, diventava sempre di più un punto di dominio strategico.
 
Vennero decisi i particolari: gli israeliani si sarebbero concentrati nel frantumare le truppe egiziane nel Sinai, e in generale c'era la volontà comune di far fuori Nasser. Dopo l'intervento, gli Alleati, che per non correre rischi di fuoco amico, avevano allestito le famose striscie giallonere similmente ai tempi di Overlord, sarebbero intervenuti dichiarando un cessate il fuoco che entro 24 ore avrebbe dovuto portare entrambi i contendenti lontano dal canale di almeno 18 km. Era una cosa a quel punto pressoché impossibile per il Cairo, impegnato in guerra appena oltre il canale con molte delle sue migliori truppe. Tanto fu ben congegnato il piano, che solo in un caso due Mystere si spinsero oltre il perimetro loro assegnato per attaccare, scambiandola per egiziana, una fregata inglese -fortunatamente senza conseguenze. Nel frattempo, un minimo di difesa doveva essere assegnata anche ad altri settori, specialmente per mettere sulla difensiva la Siria e la Giordania, per lasciar loro credere d'essere attaccate prossimamente, il che avrebbe scongiurato una loro iniziativa offensiva verso Israele, ora che questo era impegnato nella lotta ad Ovest.
 
Anche gli USA si mossero, ma per organizzare una conferenza per costituire un consorzio per la gestione del Canale, una mossa in un momento difficile -16 agosto- ma era ancora possibile fare qualcosa per evitare il peggio. Purtroppo, il disinteresse da parte dei partecipanti -GB e Francia incluse-, la mancanza di comprensione per i fenomeni sociali e politici arabi (a cui si tentava, sbagliando, di affibbiare delle definizioni occidentali), la scarsa partecipazione di altri stati arabi (Sauditi e Irakeni erano di fatto in competizione con l'Egitto per il ruolo di guida degli Arabi).
A quanto se ne sapeva, gli Egiziani potevano disporre di 110 MiG-15, 44 Vampire, 48 Il-28 (senz'altro i più pericolosi, potendo raggiungere anche Cipro, mentre la HHA non aveva niente di paragonabile), nonché altri 200 apparecchi di seconda linea. Quello che non si sapeva era che dei 500 piloti, solo un centinaio erano abilitati ad usare i jet da combattimento.
 
A quanto se ne sapeva, gli Egiziani potevano disporre di 110 MiG-15, 44 Vampire, 48 Il-28 (senz'altro i più pericolosi, potendo raggiungere anche Cipro, mentre la HHA non aveva niente di paragonabile), nonché altri 200 apparecchi di seconda linea. Quello che non si sapeva era che dei 500 piloti, solo un centinaio erano abilitati ad usare i jet da combattimento. Le stime erano peraltro molto variabili, con i Francesi che stimavano 80 jets, mentre i britannici arrivavano a 140 MiG, più 45 Il-28, 25 Meteor e 45 Vampire. Ma in realtà, gli aerei operativi mediamente erano solo una quarantina al giorno.
 
L'esercito era stimato in almeno 110.000 effettivi, di cui 30 mila della Guardia Nazionale; le divisioni erano 5: una corazzata vicino a Giza, due di fanteria vicino Alessandria, due nel Sinai, più unità minori.
 
La Marina egiziana aveva i due caccia russi, due 'Z' e due 'Hunt' britannici, 3 fregate 'River' e una 'Black Swan' ex-RN, una corvetta 'Flower' (idem), navi ausiliarie e minori. Non c'erano particolari note che si potessero spendere per questa forza, troppo inferiore rispetto alla marina nemica e ben poco combattiva, dato che non c'erano nemmeno ordini precisi su come impiegarla.
 
Israele aveva subito il diniego del Canada per 24 F-86, nella saggia decisione di non incentivare la corsa agli armamenti locale. Ma dal settembre del '55 vennero comprati i caccia francesi, date le relazioni sempre più strette tra le due nazioni. Ad un certo punto si parlava della presenza di 24 Mystere, 75 Ouragan e vari Meteor inglesi, più circa 40 Mosquito, 30 P-51, 21 T-6 e 2 B-17; completavano il totale 20 trasporti di cui 16 C-47 e 4 Noratlas, nonché aerei addestrativi e di seconda linea come i Cub. Gli Ouragan, grossomodo equivalenti agli F-84, furono dei supplenti importanti in attesa dei Mystère, i piloti israeliani li scelsero già poche settimane dopo l'arrivo dei MiG, durante le prove che tennero in territorio francese. Un primo lotto di 12 aerei venne seguito presto da altri 24, di molto aiuto per la HHA.
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Era il 23 ottobre e questi nuovi venuti formarono il No.199 Sqn della HHA, una designazione di comodo per nascondere la loro presenza nel territorio israeliano. Altri piloti francesi arrivarono per aiutare gli israeliani a pilotare il gran numero di Mystère ora disponibile. Infine, il 24 ottobre andarono in Israele, con scalo a Cipro, 18 F-84F degli EC.1/1, 2/1 e 3/1 formando un altro squadrone, il No.200, sempre con insegne israeliane. Il tutto serviva sopratutto per difendere Israele dagli attacchi degli Il-28. Gli F-84 arrivarono a Lydda, pur essendo aerei forniti dagli USA per tutt'altro compito, e certo questo non aiutava certo Washington a starsene più tranquilla.
 
Visti gli interessi convergenti, il 24 Ottobre venne firmato dai tre Stati il protocollo segreto di Sèvres, a Parigi; di esso non si trovò conferma ufficiale, ma successivamente venne confermato dall'archivio di Ben Gurion, in Israele. Così, di questo stato di cose ne beneficiò Israele, che venne riarmato, in segreto, dalle due potenze europee.
Israele non avrebbe dovuto spingersi oltre il Canale, per evitare rappresaglie degli Il-28 contro il proprio territorio. Le 9 brigate di fanteria e carri, che in tutto avevano 20.000 soldati, erano state anch'esse limitate in tal senso, e si sarebbero dovute aspettare una forte reazione dell'aviazione egiziana oltre a non penetrare in Egitto passando il Canale, perché in nessuna circostanza questo sarebbe stato politicamente accettabile.
 
Le flotte alleate vedevano la preminenza britannica con 5 portaeromobili, circa 50 navi tra cui le portaerei HMS Eagle, Albion, Bulwark, Theseus e Ocean, 4 incrociatori, 11 caccia, 4 fregate, 5 sommergibili, 8 dragamine, 5 navi da sbarco e 8 mezzi da sbarco, più la nave comando Tyne. Interessante notare come le basi di terra fossero sia a Cipro che a Malta; nella prima delle due, un nuovo aeroporto ad Akrotiri venne costruito e reso operativo entro il 25 settembre 1956. Per questa missione, che più che la II GM, ricordava non poco lo sbarco a Gallipoli, ma le idee su come risolvere la situazione continuavano ad essere discordi: per i Francesi, una missione rapida e di sorpresa, per dare meno tempo possibile alla comunità internazionale per reagire; gli inglesi avrebbero voluto invece lo sbarco come ultima carta, puntando piuttosto a bombardamenti aerei capaci di terrorizzare la popolazione e distruggere lo strumento militare nemico; alla fine l'ebbero almeno in parte vinta. Del resto erano loro che avevano più esperienza in Egitto, più mezzi e che avrebbero messo circa il 60% della forza militare. Tra le conclusioni vi fu anche la necessaria composizione delle due forze aviotrasportate: i francesi avevano reparti 'pesanti' con autonomia di fuoco anche di 2-3 giorni, i britannici no, erano piuttosto simili a 'commandos' e contavano solo su armi leggere. Alla fine ci si accordò per un compromesso, lanciare i parà solo il giorno prima degli sbarchi (Op. 'Omelette', poi eseguita il 5 novembre, a Pt. Said; poi 'Toreador' avrebbe portato altre forze ad occupare l'altra estremità della via d'acqua, circa un giorno dopo). La preparazione tecnica non fu facile per molte ragioni. Per esempio, il raggio d'azione dei caccia francesi, F-84 inclusi, non era sufficiente per raggiungere Cipro dalla Provenza o dall'Algeria. Così anche l'Italia si unì alla congiura, accettando uno scalo tecnico a Brindisi.
Le flotte alleate vedevano la preminenza britannica con 5 portaeromobili, circa 50 navi tra cui le portaerei HMS Eagle, Albion, Bulwark, Theseus e Ocean, 4 incrociatori, 11 caccia, 4 fregate, 5 sommergibili, 8 dragamine, 5 navi da sbarco e 8 mezzi da sbarco, più la nave comando Tyne.
 
I Francesi contribuivano con sole 36 navi, di cui due erano le portaerei, ma portavano anche, in aggiunta ai 'ponti piatti' (Lafayette e Arromanches) la corazzata JEAN BART, valutata utile per potere battere obiettivi a terra. Poi c'erano anche due incrociatori leggeri, 4 caccia, 12 fregate, 3 sottomarini, 3 dragamine, 7 mezzi anfibi e la nave comando G.Zédé.
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L'unica cosa in cui i Francesi, in evidente inferiorità, erano stati più impegnati furono i mercantili: 45 dei 60 impiegati li misero loro.
 
Le unità principali sarebbero state, in ambito terrestree, la 16a Brigata parà indipendente inglese, la 10a divisione aviotrasportata francese (a Cipro, dove giunse con i Noratlas a metà settembre), la 3a Divisione fanteria inglese (dalla Germania), la 7a 'mezzi veloci' francese, con 9.000 veicoli vari portati da 45 navi da carico, la 10a AD britannica, della Libia, tre battaglioni commando francesi e uno inglese di marines.
 
Anche i sovietici si davano da fare: ad Alessandria arrivavano 4 mercantili alla settimana scaricando grosse quantità di materiali militari, mentre la Marina era stata rinforzata di recente con due caccia Skoryj (giugno 1956).
 
Oramai era tutto pronto. Come ben di vedeva anche a Malta, dove i berretti da marinaio (bianchi per gli inglesi e con il pom-pom rosso per i francesi) sciamavano per le vie di La Valletta, Marsiglia e Algeri. Gli USA si stavano rendendo conto di quel che accadeva e mandarono ordini alla loro VI Flotta, che esisteva già dal 1 maggio 1946 ed era in Mediterraneo in funzione anti-sovietica, ma che in quel contesto venne allertata per tutt'altra ragione, mettnere sull'attenti i governi di Londra e Parigi, perché non c'era affatto la volontà americana di sostenerne l'azione. Tuttavia, il 22 ottobre 1956 venne deciso ugualmente di attaccare e in tempi ridotti; il 26 Israele mobilitava le truppe. Il 23 era scoppiata la rivolta in Ungheria, e questo sembrava il momento migliore perché l'URSS venisse messa 'fuori gioco', impegnata con una simile grana a due passi dai suoi stessi confini.
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===Corazzati in azione<ref>Pignato N., 'Storia dei mezzi corazzati', vol.6</ref>===
[[File:1956 Suez war - conquest of Sinai.jpg|750px600px|right|]]
Dopo la guerra per l'Indipendenza, ad Israele continuarono poi a giungere carri dall'Europa, per lo più di seconda mano: molti mezzi ex-inglesi, ma anche americani e via via, francesi, di nuova costruzione. La Francia non aveva particolari ragioni per appoggiare Israele, senonché il governo egiziano appoggiò l'FNL algerino. A quel punto i problemi di reperimento di risorse per l'ancora debole Zahal vennero superati con i primi carri nuovi: 100 AMX-13 leggeri con ilpezzo CN.75/50 (o V.1000, come i m.sec), mezzi che per il '57 vennero migliorati poi con motore diesel, trasmissione automatica, nuovo cannone da 75 mm, protezione aumentata e sistema di tiro computerizzato; 60 scafi analoghi usati per l'obice Modele 50 da 105/30 mm, più 150 semicingolati, 12 blindo Staghound e 60 Sherman. Tutto questo rese possibile costituire le brigate corazzate della riserva, la 27a e la 37a. Esse si sarebbero aggiunte alla 7a brigata di prima linea e a pieni organici, mentre i carristi israeliani venivano mandati ad addestrarsi a Samaur, in Francia. Questo non aiutò certo i rapporti franco-egiziani, e non sorprendentemente, Nasser aprì il campo all'URSS e decise di nazionalizzare il Canale di Suez. Le forniture di carri per gli egiziani ebbero luogo iniziando con 230 T-34 e 100 SU-100 provenienti dalla ex-Yugoslavia. Ma nel 1956 l'intesa tra Israele, Francia e Regno Unito si concretizzò nell'Operazione Musketeer: prima Israele attaccò il Sinai, grazie anche ai carri M50 (i Super Sherman con il cannone da 75 mm dell' AMX-13, il CN75-50). All'epoca erano disponibili tre brigate corazzate con M4, AMX e semicingolati per l'azione: la 7a, 20a e 37a, assieme a sei di fanteria e una di parà; un battaglione della 37a era stato dato in appoggio all'11a brigata di fanteria, mentre i parà avevano uno squadrone carri leggeri. Come si è detto, i mezzi israeliani erano tutt'altro che omogenei, e i migliori erano forse i Super Sherman, per affidabilità, mobilità complessiva e protezione contro le armi c.c. minori, tanto da essere denominato come carro 'pesante', del resto gli israeliani avevano questo e l'AMX-13 da 13 t. I semicingolati ebbero invece spesso aumenti di armamento con mitragliatrici in casamatta e missili SS-11.
 
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Quattro T-6 Harvard tornarono ancora contro la 1a AB egiziana, ma stavolta non vennero colpiti. Non così per i 4 Mustang del No.105, che usarono le micidiali bombe al napalm vicino Bir Jifjafa contro una colonna nemica, ma persero un aereo costretto ad un atterraggio di fortuna nel deserto.
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Il 31 ottobre i combattimenti proseguirono. Vi fu la cattura del caccia Ibrahim Al-Awal egiziano, un vecchio 'Hunt' con cannoni da 102 mm. Esso venne inseguito dal caccia Kersaint armato con i 127 mm, e dai due caccia israeliani Yaffo ed Eilat con i 114 mm. Attaccato anche da due Ouragan armati con razzi e da un C-47 usato come bombardiere, finì gravemente danneggiato e dovette arrendersi, venendo trainata ad Haifa, che poco prima aveva bombardato. E poi, la ribattezzeranno proprio con il nome della città.
 
Due Ouragan e i Meteor del No.117 colpirono El-Arish, mirando all'aeroporto, ma di fatto colpendo solo dei finti Vampire, ottimamente realizzati.
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Ma quel giorno, mentre i contendenti continuavano ad affrontarsi con un morale ancora alto, arrivarono direttamente in azione gli anglo-francesi, che già avevano svolto azioni di trasporto e di ricognizione (con i reparti francesi). Del resto, il fatto che in Israele vi fossero reparti con i Mystere e gli F-84F non faceva presagire niente di buono. E così fu. L'ultimatum di ritiro entro 24 ore dalla zona del canale, non poteva essere concretamente rispettato e così gli 'alleati', approfittando di tale condizione, attaccarono massicciamente con un potente armata anfibia. Già dalla notte del 31 iniziarono le operazioni, e il 1 novembre fu un disastro. Nasser ordinò di non entrare direttamente in azione contro le potenze occidentali, mentre queste bombardavano a volontà gli aeroporti nemici causando loro danni gravissimi.
 
Il Sinai vide di conseguenza le forze egiziane private del supporto aereo e gli israeliani solo il 1 novembre fecero 200 sortite operative, con un solo P-51 abbattuto dalla flak. Non solo, ma F-84 e Mystere francesi entravano direttamente in azione e stavolta causavano danni decisivi, distruggendo -pare- 38 T-34, sia pure con 2 aerei persi, entrambi F-84F fracassatisi all'atterraggio per i danni subiti dalla flak. Nel frattempo i P-51 colpivano Mitla e El-Arish, e alla fine la 27a Brigata Meccanizzata passò le linee egiziane. Quello stesso 1 novembre alcuni Il-28 colpirono (alcuni volati da piloti russi) Hatzor, ma pare che fecero poco o nessun danno. Anche l'incrociatore G.Leygues non ottenne molto dal bombardamento di Rafah, ma in ogni caso contribuì a colpire le retrovie degli egiziani.
 
Il 2 novembre l'aviazione egiziana scappava in Libia e Sudan, mentre circa 30 aerei israeliani venivano mandati su Sharm El-Sheik, dove era diretta la 9a Brigata, perdendo per l'occasione l'unico Mystere distrutto nella campagna. Altri attacchi vennero sferrati con il lancio di 175 parà su Al-Tur per interrompere la strada tra Sharm e Porto Said, cosa che fece sì che la guarnigione della prima si arrese entro il 4 novembre. Poi fu la volta di Porto Said, la mattina del 5 novembre invaso da 1.100 parà anglo-francesi (16a Brigata e 10a divisione rispettivamente), che precedettero lo sbarco dal mare, avvenuto il 6.
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Tra le lezioni apprese in questa guerra, l'importanza delle portaerei, quella del trasporto con elicotteri, e se v'é la sorpresa, la non necessaria presenza dei caccia per superiorità aerea (cosa che poi gli israeliani rimetteranno in studio con l'attacco anti-egiziano del 1967); nel mentre, i bombardieri in quota si dimostrarono, per quanto validi per certi aspetti, non così efficaci come i cacciabombardieri tattici, settore in cui la Gran Bretagna, tuttavia, abbandonerà gli studi autonomi durante i primi anni '60, quando pose fine al TSR.2 con un grave colpo alla sua industria aeronautica (e nel '66 si deciderà pure di privarsi delle portaerei convenzionali, fatte rientrare dalla finestra grazie ai Sea Harrier).
 
La Gran Bretagna, già in crisi economica, vide compromessa la propria immagine in Medio Oriente, ed Eden si dimise. Di fatto, politicamente fu una grave sconfitta, forse la peggiore subita da Londra nel XX secolo. Di buono vi fu che i britannici accelerarono il programma nucleare per ottenere un efficiente deterrente nucleare, onde non dover fare fronte alle minacce sovietiche solo con l'aiuto di Zio Sam. C'era poi il lato economico, che finiti i giochi di guerra, tornava prepotentemente alla ribalta: la crisi aveva causato gravi perdite finanziarie, il 15% delle riserve auree si era volatilizzato, la Borsa soffriva per la chiusura del Canale, e la Corona ebbe bisogno di un prestito dall'FMI, cosa possibile solo con denaro americano, che fu concesso ma non senza far pagare un interesse tutt'altro che di favore.
 
La Francia ebbe un danno netto in termini politici; la troppo rapida capitolazione politica britannica irritò i francesi, che da allora iniziarono a pensare sempre di più alla loro indipendenza dalla NATO.
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===Bibliografia===
Articoli dal sito Acig: ''Camberra Down!'', ''The war of the Stripes'' e ''Suez, 1956''. Per particolari: [http://it.wikibooks.org/w/index.php?title=Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo%2FGuerre_Arabo-israeliane&action=historysubmit&diff=175442&oldid=174984]
 
Nassigh, Riccardo: ''Suez 1956'', RiD Ott 1985
 
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