Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni

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===Quel Camberra che non tornò: Meteor contro RAF===
Sebbene gli anglofrancesi persero diversi aerei durante la guerra del '56, solo uno venne per certo abbattuto dai caccia nemici, almeno a quanto si sa ufficialmente (ma vi è anche il caso di un Wyvern, forse abbattuto da MiG-17), e questo accadde non in Egitto, ma, per quanto possa sembrare bizzarroparadossalmente, suinei cieli della Siria. Forse anche per questo, divenne unquesto caso che generò ben presto una vera e propria mitologia tra gli eventi militari moderni. In effetti le fonti sono discordi, perPer i britannici si trattò della vittima di un MiG-15 pilotato da sovietici o cecoslovacchi, dato che non c'erano ancora siriani qualificati per il loro uso, e lo stesso si disse anche per i pochi MiG che si avvicinarono ai velivoli alleati sull'Egitto.
 
In realtà le cose andarono diversamente. Infatti, il Camberra, un ricognitore PR.7, venne abbattuto davvero da un caccia siriano pilotato da siriani, e persino con il controllo radar di terra siriano, così comeanche se è pure vero che non c'erano ancora piloti qualificati per i MiG; infatti fu un Meteor l'autoreabbattitore dell'abbattimento,fu malgradoun lelento sueMeteor prestazioni fossero appena sufficienti per un tale bersaglioNF.13.
 
Questo Camberra era di Cipro, del No.13 Sqn, la prima unità che indel Mediterraneo venne convertita sui Camberra (prima aveva i Meteor PR.10, basati proprio ad Abu Swayr, ovvero nella zona del Canale, e poi, con l'evacuazione inglese, portata ad Akrotiri), iniziando con due di questiaerei nel maggio del '56, ovvero solo qualche mese dopo l'arrivo a Cipro. A settembre cce n'erano solo 4 aerei, e per giunta afflitti da problemi tecnici tra cui le perdite di carburante dai serbatoi alari (integrali), e un aereouno era anche stato danneggiato in un incidente. Così dal 1 agosto giunse anche un distaccamento del No.58, dato che l'operazione di attacco contro l'Egitto stava diventando una realtà, fino ad arrivare acon 4 aerei di rinforzo entro il settembre. Quest'unitàErano eragli l'unica diunici ricognitori Camberra in tutto ildel Medio Oriente, ma a terra i tecnici non avevaavevano ancora attrezzi per sviluppare in proprio le pellicole così da dovere mandarle ad Episkopi e poi farle tornare, impiegando 3-4 ore di tempo. Non era certo così con gli RF-84F francesi, che erano del tutto autosufficienti nella loro unità operativa.
 
Nel mentre, l'aviazione siriana cercava sia equipaggiamenti in URSS che in occidenteOccidente, e perciò, in questa politica di equilibrio, ebbe anche i Meteor. Inizialmente c'era uno squadrone con gli F.8 e due T.7,: ordinati nel '50, e a causa di un embargo del '51, vennero consegnati solo tra il 3 dicembre del '52 e il 9 marzo dell'anno dopo, in comodi lotti di 4 esemplari l'uno, per un totale di 12 F.8, piùe 2 i T.7 consegnati già a novembre.
 
Nell'estate del '54 giunsero anche sei NF.13 da caccia notturna, ex-RAF, ma senza i radar di bordo, così da essere impiegati principalmente come aerei d'addestramento (serial 471-76),; nel '56 giunsero altri sette F.8, sempre ex-RAF, sopratuttousati come cacciabombardieri, mentre non mancarono anche due FR.9 da ricognizione (480 e 481). Ma nel '55 la Siria aveva ordinato 25 MiG-1515bis e+ alcuni in versionevari UTI, e questi aerei venneropoi mandati ad Almaza (vicino il Cairo) per essere assemblati, poi rimasero nella nazione per seguire un corso di pilotaggio congiunto con i colleghi egiziani.
 
Del resto, i siriani sentivano la necessità di usare apparecchi all'altezza della situazione. I loro primi aerei non furono altro che pochi AT-6 Texan, usati durante la guerra con gli israeliani, poi arrivò uno squadrone di G.55 e 59, e successivamente 10 Spitfire F.22 ex-Egitto; nel mentre i piloti erano addestrati sia in Siria che in Irak (nel primo caso, ad Aleppo, poi diventata un'accademia aerea), con Chipmunk per il primo anno di volo e texanTexan per il secondo, piùe infine alcuni più impegnativi G.46, che erano il degno mentore per chi poi dovesse passare sui G.55 e 59. Tra i 15 cadetti della prima ondata, c'era niente di meno che Hafiz al-Asad, poi generale dell'aviazione e presidente siriano, che all'epoca si dimostrò un ottimo pilota addestrato anche sui Fiat G.55 e 59. Ma poco dopo venne anche incluso nel gruppo che avrebbe fatto il corso in Egitto (sei mesi) per pilotare i jet), anche se vi fu un incidente molto grave. L'istrutture volle provare gli Spitfire F.22 monoposto, dato che i biposto erano stati posti fuori uso. L'aereo però si schiantò al suolo non riprendendosi da una picchiata. Così gli Spit vennero messi a terra (perché il problema era stata la mancanza di sufficiente manutenzione), ecosì i siriani dovettero addestrarsi direttamente sui Meteor F.8. Nonostante che gli israeliani e i britannici fossero convinti che i sirianiSiriani si stessero addestrando per i MiG, in realtà questi si preparavano a Bilbays sui Meteor, addestramento che(a peraltroBilbays), venneaddestramento svolto anche in Siria. Gli Egiziani furono molto importanti nell'insegnargli sopratutto le tecniche di attacco al suolo, esperti com'erano già con gli Spitfire e i Vampire, e; trovarono che l'aviazione siriana, che all'epoca aveva solo tre squadroni (Meteor F.8, Meteor NF e G.55/59) aveva buoni piloti, ma poca esperienza e conoscenza delle tecniche di combattimento, specie nel mitragliamento al suolo per supportare l'esercito. Questa tecnica sarebbe stata poi appresa con buoni risultati. Nel mentre, i pochi istruttori britannici dei Meteor sembravano disinteressati ad insegnare le tecniche di combattimento, ma solo come volare con gli aerei. Ora che la Siria, con la firma del trattato di cooperazione del '55, era alleata con l'Egitto, gli aiuti furono molto importanti per darle una dignità di forza armata credibile. Ma anche un'azione d'attacco improvvisa da parte israeliana durante la campagna del Sinai condotta anche contro l'Egitto, e che causò considerevoli perdite anche ai Siriani, anche se non se ne parla praticamente mai.
 
I Camberra PR erano molto importanti per la ricognizione aerea, ma ancora il 29 ottobre, quando Israele invase l'Egittoil Sinai, molti nella RAF pensavano che in realtà dovessero operare contro Israelequesti, che dopotutto era ben più vicino a Cipro di quanto non fosse il Cairo, semplicemente: la collusione anglo-inglese e israeliana era sconosciuta a tutti i militari presenti. In ogni caso, si pensava che i Camberra avrebbero potuto eseguire azioni di ricognizione senza troppi problemi e rischi.
 
Le azioni di ricognizione partirono dal 20 ottobre 1956, ovvero oltre una settimana prima della guerra, iniziando con gli aerei del No.58 lungo la costa egiziana, da circa 9.100 m, apparentemente senza reazioni egiziane. Sebbene sembrasse che essi non fosserosembrassero individuati, in realtà era Nasser che non voleva creare le condizioni per un casus belli, intercettandoli. C'erano anche i nuovissimi U-2 che sorvolarono la zona del Canale volando dalla Turchia, e che passarono poi le informazioni che gli inglesi non potevano ottenere senza rischiare troppo. Solo il 28 ottobre vi furono sorvoli da parte dei Camberra sul Canale, mentre; c'erano anche i B-29 inglesi, del segreto No.192 Elint Squadron, per la rivelazione delle emissioni elettroniche, scoprendo che gli egiziani spegnevano i loro radar già dopo mezzogiorno. I loroErano radar erano obsoleti, con isei francesi ESV2 nella zona del Canale di cui sei da scoperta e altrettanti per la guda caccia; inoltre c'erae un Marconi MWT XXI per scoperta ad alte quote (ad el-Arish), mentre i numerosi radar di costruzione russa non erano ancora operativi e i loro operatori in addestramento.
 
Se non altro c'erano alcuni tecnici già esperti, e una scuola radar venne allestita ad Heliopolis. Quando scoppiò la guerra, il comandante Sidqi Mahmud chiamò il Maresciallo dell'Aria al-Hinnawy, che gli chiese se voleva volare un MiG-15 o un MiG-17, ma lui disse che non faceva differenza, poi però dichiarò che era meglio questche tutti usassero i 'ultimo17. E ilIl 30 o 31 ottobre, raggiunse assieme ad altri tre piloti un aereo inglese ad alta quota. Erano arrivati a 600 metri e quindi potevano già spararesparargli, grazie ai loro potenti cannoni. Ma quel grosso quadrimotoreB-29 (scambiato per un Halifax, cosacome abbastanza comprensibile, vistoquelli che questointercettava pilota si erain addestratoaddestramento con i Meteor contro tali bombardieri) non venne attaccato: gli ordinarono di non sparare perché gli inglesi non avevano ancora dichiarato guerra. Nel frattempo, però, a due Camberra era stato già tirato addosso da parte di altri MiG. Fu piuttosto seccante, perché il premier Eden aveva ordinato al ministrministro odelladella difesaDifesa di ottenere informazioni e così venne eseguita una ricognizione all'alba, fatta da 4 Camberra a 9-12 mila metri peronde localizzare le forze di terra egiziane e israeliane, venne eseguita, ma non ci si aspettava che fossero intercettati. Invece, presto un Camberra PR.7 venne raggiunto e le cannonate sibilarono su entrambi i lati del tettuccio, prima di colpire l'aereo ad un'ala; un altro Camberra non venne colpito dai proiettili anche se si salvò. Anche gli altri due vennero intercettati, un vero shock, come ricordò anche Eden, ammettendo l'ottima prova dell'EAF. Questa brutta sorpresa fece sì che i primi bombardamenti inglesi venissero poi spostati a quote più alte di quello che ci si aspettava inizialmentepianificava, perdendociperdendo in precisione. Eden stesso ricordò nelle sue memorie, che si trattò di un'esperienza shoccante e un'eccellente esempio di intercettazione, verso tutti e 4 gli aerei inglesi, e una sorpresa che gli egiziani potessero raggiungere persino i Camberra. Non si seppe spiegare perché poi l'EAF si dimostrasse così inefficace (la risposta fu in effetti, solo politica). Anche per via di quest'attività delladell' EAF, vennero presto dipinte delle striscie di riconoscimento per gli aerei impegnati in azione,fin dal 30 ottobre, mentre gli israeliani le unirono solo il 2 novembre. Per i Camberra vi fu una novità, il sestante nella cupolina astronomica, con un apposito periscopio, venne installato anche suisugli tipiesemplari da ricognizione più recenti dei Camberra da ricognizione, dato che si dimostrava efficace nell'avvistare gli aerei che si fossero avvicinati anche alle spalle, aiutando a non essere presi da un attaccoraggiunti di sorpresa. Può sembrare strano, ma non lo era: il pilota, nel suo cupolino, era troppo indaffarato a guidare l'aereo per guardarsi alle spalle, e il navigatore, peroltre a stare attento agli strumenti e prendereriprendere le foto praticamente non riusciva a fare nient'altro,. inIn pratica i ricognitori, una volta raggiunti, erano facili da sorprendere. Così spesso venne imbarcato unil terzo uomo per guardare'guardarsi le spalle dell'aereo con il cupolino. Certo che un problema del genere non era presente sugli Il-28, che peraltro volavano assai più bassi dei Camberra, ma che potevanoavevano una torretta difendersidifensiva con due cannoni da 23 in torretta, e persino altri due frontali, non sempre installatimm. L'inizio di Musketeer ebbe luogo secondo i piani, alle 16.15 GMT del 31 ottobre 1956, e per le 22 le prime bombe cadevano nella zona del Cairo. I Camberra avevano volato 4 missioni il 30, gli RF-84F altre sette il 31 ottobre; da notare che gli equipaggi del No.13 e del No.58 spesso si scambiavano gli aerei dei rispettivi reparti, e operavano con un massimo di sette macchine da presa.
 
L'inizio di Musketeer ebbe luogo secondo i piani, alle 16.15 GMT del 31 ottobre 1956; per le 22.00 le prime bombe cadevano già nella zona del Cairo.
Dopo l'attacco anglo-francese molti MiG siriani vennero distrutti al suolo ad Abu Swayr, per lo più da Venom e F-84F che si fecero sotto il 1 novembre, sebbene si dichiarasse che ben 60 aerei scappassero successivamente, tra cui 20 MiG siriani. In realtà pare che solo quattro macchine di Damasco riuscissero a lasciare l'aeroporto, tutti MiG-15UTI, pilotati da istruttori cechi fino ad Hama (Siria). Altri aerei, stavolta egiziani, lasciarono la base per andare in Siria e Arabia, e altri ancora in Egitto.
 
Dopo l'attacco anglo-francese molti MiG siriani vennero distrutti al suolo ad Abu Swayr, per lo più il 1 novembre da Venom e F-84F che si fecero sotto il 1 novembre, sebbene si dichiarasse che ben 60 aerei scappassero successivamente, tra cui 20 MiG siriani. In realtà pare che solo quattro macchine di Damasco riuscissero a lasciare l'aeroporto, tutti MiG-15UTI, pilotati da istruttori cechi fino ad Hama (Siria). Altri aerei, stavolta egiziani, lasciarono la base per andare in Siria e Arabia, e altri ancora in Egitto.
L'attacco era stato sferrato proprio quando il presidente siriano si stava dirigendo in visita verso l'URSS e telefonò a Nasser dicendo che annullava il viaggio, ma il collega del Cairo, al contrario, lo sollecitò a partire per guadagnare il supporto sovietico e così cominciò a parlare con Krushchev e Zhukov mentre le bombe cadevano, ma questi dichiararono che non volevano certo che scoppiasse la Terza guerra mondiale per la salvezza del Canale di Suez. Nel frattempo in Siria cominciarono i primi sorvoli di ricognitori alleati per verificare se era vero che c'erano, come sostenevano gli americani dell'ambasciata di Damasco, dei MiG sovietici in piste di volo segrete. Ora si sa che non è così, ma all'epoca la cosa comiciò ad innervosire parecchio gli alleati, interessati anche a trovare gli aerei egiziani scappati in Siria. Poco tempo dopo, i nazionalisti arabi siriani ruppero l'oleodotto che partiva dall'Irak al Mediterraneo, cosa che per la prima volta fece capire all'Occidente che l'energia poteva essere anche un'arma da usarsi contro le azioni militari, tagliando i rifornimenti, anche quelli delle compagnie americane (ma questi ultimi, su richiesta di Nasser, vennero risparmiati, dato che gli USA non sembravano della partita, ma anzi, tutto sommato 'amici').
 
L'attacco era stato sferrato proprio quando il presidente siriano si stava dirigendo in visita verso l'URSS; telefonò a Nasser dicendo che annullava il viaggio, ma lui, al contrario, lo sollecitò a partire per guadagnare il supporto sovietico; così egli stava parlando con Krushchev e Zhukov mentre le bombe cadevano in Egitto.
Oramai c'era bisogno di fare anche di più, e i due Camberra che sorvolavano regolarmente Lakatia , Aleppo e altre località, erano chiaramente una fonte di preoccupazione, raramente avvistati dai Meteor, che pure decollavano regolarmente per raggiungerli. Il 6 novembre Asad quasi colpì un Camberra, aprendo il fuoco da una certa distanza dopo avere serrato a sufficienza le distanze, ma il suo bersaglio riuscì a scappare. Nonostante la minaccia subita, il comando di Cipro insistette a far decollare una seconda missione di ricognizione, per riuscire ad ottenere foto degli aeroporti e dell'oleodotto. L'equipaggio, già reduce da un mitragliamento fatto da un MiG-15 o 17 il 30 ottobre, era costituito da tre uomini d'equipaggio e quindi poteva 'guardarsi le spalle'. Avevano l'aereo WH799 del No.58 e con questo volarono tra le nuvole verso il loro obiettivo. I Siriani non avevano radar efficienti e così ci si basava sull'uso del telefono per dare una pronta conferma dell'arrivo di aerei oltre confine. I piloti dei Meteor, che non aspettavano altro stando oramai quasi sempre negli abitacoli degli aerei, dovevano approntarsi ed intercettarli sulla base di queste informazioni. I sei piloti disponibili decollarono alle 10.00. Il Camberra volava piuttosto basso, a circa 3-4 km di quota, a causa della copertura nuvolosa che impediva di fare foto da alta quota; ma al contempo, era possibile anche volare senza essere visti da terra o da altri caccia. Ma proprio sopra Damasco, il cielo era diventato improvvisamente blu e sereno, senza più coperture. E loro erano bassi e vulnerabili, come dichiarò il pilota Flt Lt Hunter, non era quello il volo in cui si potesse desiderare di trovare un cielo sereno. I Meteor (Sqn Ldr Al-Assasa e Munir al-Garudy) erano sopra il Camberra, pensando che volasse a quote maggiori. Due di essi attaccarono con due passaggi a fuoco il Camberra e lo colpirono al secondo tentativo. L'aereo perse quota, uno dei tre uomini morì a bordo, gli altri due, Hunter e Small, caddero praticamente alla frontiera del territorio siriano, e per fortuna non avevano pistole con loro, a differenza di altri piloti inglesi. La folla che subito si radunò contro di loro li avrebbe certamente uccisi se avessero tentato di resistere, ma poi si salvarono perché si dichiararono appartenenti alla RAF. I Siriani pensarono di avere colpito due diversi Camberra, così come i britannici pensarono che erano state due coppie di Meteor ad abbattere il loro aereo, proprio per questo doppio passaggio che comportò la perdita di vista reciproca tra i due opponenti. Poco tempo dopo venne anche intercettato un aereo sconosciuto, da parte del Meteor pilotato da Asad, quasi certamente era un U-2 della CIA in cerca di conferme per i MiG sovietici. Al rientro, con i freni guasti (cosa di cui s'era già reso conto al decollo) l'aereo si sfasciò all'atterraggio finendo su di un campo profughi. Per questa imprudenza (decollo con freni difettosi) Asad fu accusato e condannato al carcere, ma con sospensione della pena, ma molti suoi colleghi piuttosto ce l'avevano con il comandante della base, che aveva mandato in azione il pilota con il sole oramai al tramonto e senza nessun ausilio per aiutarlo poi ad atterrare di notte.
 
L'attaccoI eraleader stato sferrato proprio quando il presidente siriano si stava dirigendo in visita verso l'URSS e telefonò a Nasser dicendo che annullava il viaggiosovietici, ma il collega del Cairoperò, aldissero contrario, lo sollecitò a partire per guadagnare il supporto sovietico e così cominciò a parlare con Krushchev e Zhukov mentre le bombe cadevano, ma questi dichiararonochiaramente che non volevano certo che scoppiasse la Terza guerra mondiale per la salvezza del Canale di Suez. Nel frattempo in Siria cominciarono i primi sorvoli di ricognitori alleati per verificare se era vero che c'erano, come sostenevano gli americani dell'ambasciata di Damasco, dei MiG sovietici in piste di volo segrete in Siria. Ora si sa che non è così, ma all'epoca la cosa comiciò ad innervosire parecchio gli alleatiAlleati, interessati anche a trovare gli aerei egiziani scappati in Siria. Poco tempo dopo, i nazionalisti arabi siriani ruppero l'oleodotto che partiva dall'Irak al Mediterraneo, cosa chee per la prima volta fece capire alll'Occidente capì che l'energia poteva essere anche un'arma da usarsi contro le azioni militari, tagliando i rifornimenti, anche quelli delle compagnie americane (ma questi ultimi, su richiesta di Nasser, vennero risparmiati, dato che gli USA non sembravano della partita, ma anzi, tutto sommato 'amici').
Finalmente alle 17 GMT del 6 novembre Londra e Parigi ordinarono di cessare il fuoco, cosa da fare a mezzanotte (tempo locale); per l'epoca i PR.7 avevano fatto 44 missioni, ma queste continueranno anche oltre la fine della guerra, almeno sulla Siria, e sebbene segrete, avranno la scorta di alcuni Hunter degli squadroni No.1 e 34; anche gli RF-84F vennero mandati sulla Siria a controllare la situazione, ma sempre in coppie per proteggersi a vicenda. Le ricognizioni britanniche continuarono fino al '58, approfittando della debolezza siriana. Poi, la formazione della Reubblica Araba Unita (UAR) rese queste azioni più pericolose ed esse vennero finalmente terminate. Da notare che queste azioni erano adesso volate anche da 15.000 m di quota, rendendosi più vulnerabili alle cattive condizioni meteo date le distanze dall'obiettivo. Il problema dell'intercettazione da parte dei MiG arabi era adesso visto con serietà, specie considerando che i temibili MiG-17 vennero presto comprati anche da Damasco: 60 aerei, di cui i primi arrivarono il 17 gennaio 1957, ma i piloti inizialmente erano egiziani, così che, quando il 17 aprile 1957 (giorno della festa nazionale) vennero mostrati i nuovi MiG, a pilotarli c'era anche gente come Ghazzawi, quello che aveva danneggiato un Ouragan durante la guerra, cosa che poi ne causerà lo schianto al suolo al ritorno. In seguito questo pilota diverrà Brigatiere generale, per poi ritirarsi dalle F.A. e iniziare la sua nuova vocazione di attivista islamico.
 
Oramai c'era bisogno di fare di più, e i due Camberra che sorvolavano regolarmente Lakatia , Aleppo e altre località, erano chiaramente una fonte di preoccupazione, raramente avvistati dai Meteor che decollavano su allarme. Il 6 novembre Asad quasi colpì un Camberra, aprendo il fuoco da una certa distanza dopo avere serrato a sufficienza le distanze, ma il suo bersaglio riuscì a scappare.
 
Oramai c'era bisogno di fare anche di più, e i due Camberra che sorvolavano regolarmente Lakatia , Aleppo e altre località, erano chiaramente una fonte di preoccupazione, raramente avvistati dai Meteor, che pure decollavano regolarmente per raggiungerli. Il 6 novembre Asad quasi colpì un Camberra, aprendo il fuoco da una certa distanza dopo avere serrato a sufficienza le distanze, ma il suo bersaglio riuscì a scappare. Nonostante la minaccia subita, il comando di Cipro insistette a far decollare una seconda missione di ricognizione, per riuscire ad ottenere foto degli aeroporti e dell'oleodotto. L'equipaggio, già reduce da un mitragliamento fatto da un MiG-15 o 17 il 30 ottobre, era costituito da tre uomini d'equipaggio e quindi poteva 'guardarsi le spalle'. Avevano l'aereoil WH799 del No.58 Sqn e con questo volarono tra le nuvole volarono verso il loro obiettivo. I Siriani non avevano radar efficienti e così ci si basava sull'uso del telefono per dare una pronta conferma dell'arrivodella presenza di aerei oltrenemici confine(in genere telefonando da Lakatia, sulla costa). I piloti dei Meteor, che nonoramai aspettavano altro stando oramaierano quasi sempre negli abitacoli degli aerei, dovevano approntarsi ed intercettarli sulla base di queste informazioni. I sei piloti disponibili decollarono alle 10.00. Il Camberra volava piuttosto basso, a circa 3-4 km di quota, a causa della copertura nuvolosa che impediva di fare foto da alta quota; ma al contempo, era possibile anche volare senza essere visti da terra o da altri caccia. Ma proprio sopra Damasco, il cielo era diventato improvvisamente blu e sereno, senza più coperture. E loro erano bassi e vulnerabili, come dichiarò il pilota Flt Lt Hunter, non era quello il volo in cui si potesse desiderare di trovare un cielo sereno. I Meteor (Sqn Ldr Al-Assasa e Munir al-Garudy) erano sopra il Camberra, pensando che volasse a quote maggiori. Due di essi attaccarono con due passaggi a fuoco il Camberra e lo colpirono al secondo tentativo. L'aereo perse quota, uno dei tre uomini morì a bordo, gli altri due, Hunter e Small, caddero praticamente alla frontiera del territorio siriano, e per fortuna non avevano pistole con loro, a differenza di altri piloti inglesi. La folla che subito si radunò contro di loro li avrebbe certamente uccisi se avessero tentato di resistere, ma poi si salvarono perché si dichiararono appartenenti alla RAF. I Siriani pensarono di avere colpito due diversi Camberra, così come i britannici pensarono che erano state due coppie di Meteor ad abbattere il loro aereo, proprio per questo doppio passaggio che comportò la perdita di vista reciproca tra i due opponenti. Poco tempo dopo venne anche intercettato un aereo sconosciuto, da parte del Meteor pilotato da Asad, quasi certamente era un U-2 della CIA in cerca di conferme per i MiG sovietici. Al rientro, con i freni guasti (cosa di cui s'era già reso conto al decollo) l'aereo si sfasciò all'atterraggio finendo su di un campo profughi. Per questa imprudenza (decollo con freni difettosi) Asad fu accusato e condannato al carcere, ma con sospensione della pena, ma molti suoi colleghi piuttosto ce l'avevano concriticarono il comandante della base, che aveva mandato in azione il pilota con il sole oramai al tramonto e senza nessun ausilio per aiutarlogli poi ad atterrare diatterraggi nottenotturni.
 
Finalmente, alle 17 GMT del 6 novembre, Londra e Parigi ordinarono di cessare il fuoco, cosa da fare aentro mezzanotte (tempo locale); per l'epoca i PR.7 avevano fatto 44 missioni, ma queste continueranno anche oltre la fine della guerra, almeno sulla Siria, e sebbene segrete, avranno la scorta di alcuni Hunter degli squadroni No.1 e 34; anche gli RF-84F vennero mandati sulla Siria a controllare la situazione, ma sempre in coppie per proteggersi a vicenda. Le ricognizioni britanniche continuarono fino al '58, approfittando della debolezza siriana. Poi, la formazione della Reubblica Araba Unita (UAR) rese queste azioni più pericolose ed esse vennero finalmente terminate. Da notare che queste azioni erano adesso volate anche da 15.000 m di quota, rendendosi più vulnerabili alle cattive condizioni meteo date le distanze dall'obiettivo. Il problema dell'intercettazione da parte dei MiG arabi era adesso visto con serietà, specie considerando che i temibili MiG-17 vennero presto comprati anche da Damasco: 60 aerei, di cui i primi arrivarono il 17 gennaio 1957, ma i piloti inizialmente erano egiziani, così che, quando il 17 aprile 1957 (giorno della festa nazionale) vennero mostrati i nuovi MiG, a pilotarli c'era anche gente come Ghazzawi, quello che aveva danneggiato un Ouragan durante la guerra, cosa che poi ne causerà lo schianto al suolo al ritorno. In seguito questo pilota diverrà Brigatiere generale, per poi ritirarsi dalle F.A. e iniziare la sua nuova vocazione di attivista islamico.
 
===Valiant===
Da notare che i Valiant ebbero una parte notevole nell’azione, anche se i risultati lo furono di meno. Del resto la RAF era reduce dall’aver appena sganciato la prima bomba atomica autarchica (la Blue Danube, provata su di un poligono australiano l’11 ottobre). Adesso invece sganciarono le bombe convenzionali sulle basi aeree egiziane, partendo in particolare da Luqa. Già come primo impiego, vennero attaccati sette campi d’aviazione. In tutto, considerando anche le altre missioni d’attacco, vennero sganciate bene 842 tonnellate di bombe, ma solo tre dei sette campi vennero seriamente colpiti. A discolpa parziale c’è da dire che i Valiant operavano da quote molto elevate e ancora non avevano il Navigational and Bombing System (NBS), quanto piuttosto usavano tecniche d’impiego tipiche della II GM. In seguito, con questo sistema poterono accreditarsi, tirando da circa 12.000 m, di una precisione sul bersaglio di appena 90 metri. In seguito ebbero anche modo di lanciare la prima H britannica, sempre in quegli anni, il 15 maggio 1957 (era la ‘Short Granite’, da parte di un aereo del No.49 Sqn), seguita da un’altra arma simile entro quel novembre. Fu una stagione breve ma intensa, con gli ultimi test atomici in aria eseguiti attorno al 1958 (tra l’altro, i poligoni australiani, malgrado fossero dati per ‘deserti’, in realtà erano popolati da aborigeni, che poi subirono pesantemente gli effetti delle radiazioni..), dopo di ché ebbe termine. Così come i Valiant non andarono lontano, quando, ad appena 7-8 anni dal picco della loro carriera (7 squadroni complessivamente presenti) vennero ritirati dal servizio per via dei cedimenti strutturali dovuti all’impiego ora devoluto alle basse quote, per via della minaccia dei SAM sovietici. Eppure, il Valiant B.Mk 2, appositamente studiato per le basse quote, non ebbe seguito, forse perché superato dal successivo TSR.2.