Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni

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*1st Fighter Squadron, Meteor T.Mk.7 (due comprati il 10 giugno 1950, ma consegnati molto tempo dopo, anzi vennero 'girati' alla Francia; solo nel settembre del '52 vennero revisionati e poi venduti due esemplari alla Siria); F.Mk.8 (12 tra il dicembre 1952 e il marzo 1953, più aerei ex-RAF); 2 FR.9 consegnati nel '56, sei NF.Mk.13 (sn. 471-76), poi sostituiti dai MiG-17PF nei primi anni '60.
 
 
===Corazzati in azione<ref>Pignato N., 'Storia dei mezzi corazzati', vol.6</ref>===
Dopo la guerra per l'Indipendenza, ad Israele continuarono poi a giungere carri dall'Europa, per lo più di seconda mano: molti mezzi ex-inglesi, ma anche americani e via via, francesi, di nuova costruzione. La Francia non aveva particolari ragioni per appoggiare Israele, senonché il governo egiziano appoggiò l'FNL algerino. A quel punto i problemi di reperimento di risorse per l'ancora debole Zahal vennero superati con i primi carri nuovi: 100 AMX-13 leggeri con ilpezzo CN.75/50 (o V.1000, come i m.sec), mezzi che per il '57 vennero migliorati poi con motore diesel, trasmissione automatica, nuovo cannone da 75 mm, protezione aumentata e sistema di tiro computerizzato; 60 scafi analoghi usati per l'obice Modele 50 da 105/30 mm, più 150 semicingolati, 12 blindo Staghound e 60 Sherman. Tutto questo rese possibile costituire le brigate corazzate della riserva, la 27a e la 37a. Esse si sarebbero aggiunte alla 7a brigata di prima linea e a pieni organici, mentre i carristi israeliani venivano mandati ad addestrarsi a Samaur, in Francia. Questo non aiutò certo i rapporti franco-egiziani, e non sorprendentemente, Nasser aprì il campo all'URSS e decise di nazionalizzare il Canale di Suez. Le forniture di carri per gli egiziani ebbero luogo iniziando con 230 T-34 e 100 SU-100 provenienti dalla ex-Yugoslavia. Ma nel 1956 l'intesa tra Israele, Francia e Regno Unito si concretizzò nell'Operazione Musketeer: prima Israele attaccò il Sinai, grazie anche ai carri M50 (i Super Sherman con il cannone da 75 mm dell' AMX-13, il CN75-50). All'epoca erano disponibili tre brigate corazzate con M4, AMX e semicingolati per l'azione: la 7a, 20a e 37a, assieme a sei di fanteria e una di parà; un battaglione della 37a era stato dato in appoggio all'11a brigata di fanteria, mentre i parà avevano uno squadrone carri leggeri. Come si è detto, i mezzi israeliani erano tutt'altro che omogenei, e i migliori erano forse i Super Sherman, per affidabilità, mobilità complessiva e protezione contro le armi c.c. minori, tanto da essere denominato come carro 'pesante', del resto gli israeliani avevano questo e l'AMX-13 da 13 t. I semicingolati ebbero invece spesso aumenti di armamento con mitragliatrici in casamatta e missili SS-11.
 
Dal canto loro gli egiziani non si aspettavano un attacco israeliano e il grosso delle loro forze era a difesa della capitale. Oltre il Canale c'erano invece la II e III divisione di fanteria, tre squadroni di Sherman, cannoni da 57 mm sia britannici che sovietici, entrambi potenzialmente letali per qualunque corazzato israeliano. Non mancavano i palestinesi dell'VIII divisione, tra cui forse v'era anche il giovane Yasser Arafat, e altre unità minori, ma sopratutto il Primo Gruppo-Brigata corazzata, con un btg di T-34 e uno di fanteria su mezzi corazzati sovietici (BTR-152), nonché una batteria di SU-100 e una di cannoni a.a. leggeri. Le altre unità corazzate avevano mezzi di vario genere, tra cui anche i cacciacarri Archer inglesi, mezzi gettaponte su scafo Valentine, carri comando e recupero su base Sherman.
 
Così scattò l'operazione 'Kadesh', e i carri israeliani si misurarono con una difesa statica di stile sovietico, usando per la prima volta anche i missili controcarri SS-10 francesi con effetti materiali importanti, ma sopratutto psicologici dati da tali nuove armi. Nonostante che vi fossero solo 27 dei 100 M50 ordinati, distribuiti in due compagnie, il successo non mancò: fu un attacco violento che in 30 ore distrusse o catturò 27 T-34/85, 6 SU-100, 45 carri Valentine e i loro derivati cacciacarri Archer, 60 BTR-152, ben 282 Bren Carrier, e anche 55 carri Sherman. Alcuni di questi erano stati equipaggiati con la torretta dell'AMX-13 e relativo cannone da 75/61 mm, e così si trovarono mezzi simili a combattere su opposti fronti. I successi degli israeliani vanno ricercati nella maggiore flessibilità operativa, mentre l'Egitto, principale avversario (ma non mancarono anche i siriani e giordani dall'altra parte dei confini israeliani), soffriva di una pianificazione troppo rigida e burocratica. In una guerra, se il nemico riesce costantemente a manovrare con, diciamo, mezz'ora di tempo in meno del suo oppositore, dopo pochi giorni di guerra è totalmente padrone del terreno. E' quello che accadde anche qui, con l'aggravante che gli egiziani si servivano del sistema tattico sovietico di interrare grosse quantità di mezzi corazzati come fortini blindati, togliendo loro la mobilità necessaria per le operazioni nel deserto. Il confronto tra la tattica sovietica classica e la blitkrieg tedesca favorì ancora una volta la seconda. La quale, però, per essere svolta ha bisogno di ufficiali capaci a tutti i livelli, e di soldati ben addestrati, mentre gli egiziani non avevano sufficiente esperienza nemmeno per la manutenzione dei loro nuovi mezzi. Così non potevano fare, anche volendo, molto di più che quello che fecero, ovvero ancorarsi al territorio e resistere, per poi ritrovarsi praticamente senza appoggio aereo (dato l'intervento delle potenze occidentali) e schiantati dagli attacchi aerei e d'artiglieria, ma forse sopratutto dalle manovre d'aggiramento e dai lanci di parà. Inoltre molti mezzi erano assegnati ad unità di fanteria, e così i carri egiziani erano spesso colti isolati e senza mobilità pratica. Infine,quando si trattò di muoversi, gli egiziani cominciarono a perdere il controllo sotto i colpi dell'aviazione e le puntate dei carri, fino a trasformare la ritirata in rotta verso El Arish e Qantara, lungo la strada costiera.
 
Il principale successo venne tra la 7a Brigata corazzata contro il 1° Gruppo - brigata corazzata egiziano, a Kusseina, durante una battaglia durata complessivamente due giorni, allorché la 7ima brigata di fanteria del col. Aris tentò di aprire un varco nel dispositivo egiziano, tentando di raggiungere i parà a Mitla. Era il primo novembre quando la battaglia iniziò e in seguito quest'unità, la principale che avessero gli egiziani tra le forze corazzate, sarebbe stata poi costretta a ritirarsi, inseguita dall'aviazione israeliana fino a dover passare il Canale, e perdendo tutti i sei SU-100 e una trentina di T-34. Nel frattempo, dal 31 ottobre gli anglo-francesi iniziarono ad attaccare gli egiziani e il 5 novembre la loro imponente flotta di circa 90 navi iniziò gli sbarchi a Port Said, con la copertura degli aerei basati a Cipro e delle tre portaeromobili Albion, Eagle e Bulwark, più le portaelicotteri Ocean e Theseus, che per la prima volta usarono in massa gli elicotteri per azioni d'assalto. Nel frattempo i francesi avevano già usato i parà per creare la testa di ponte. I britannici useranno poi i Centurion nello sbarco principale, una vera operazione anfibia tradizionale. Ma presto le cose peggiorarono: gli USA, anziché esprimere favore o addirittura compartecipare, condannarono fermamente il gesto, i sovietici minacciarono di usare le armi atomiche, coinvolgendo di rimando gli USA nel assicurare un'eventuale rappresaglia contro l'URSS.
 
Il cessate il fuoco avvenne quando le truppe avanzate israeliane erano già a Sharm El Sheik e sulle coste del Canale a Nord.
 
Alla fine, con perdite umane di 150 soldati in tutto, gli Israeliani catturarono intatti 55 cannoni, 110 pezzi c.c., 125 carri, 60 APC, 260 Bren Carrier agli Egiziani. Sopratutto, gli Israeliani ebbero insegnamenti importanti, come l'appoggio aereo delle forze di terra, la necessità di assicurarsi la superiorità aerea, quella di potenziare il parco veicoli, trasporti inclusi e quella di rinnovare il parco carri. Gli AMX-13 furono tutto sommato poco impegnati e non si capì bene se i carri leggeri avessero ancora un futuro.
 
 
===Guerra aerea sul Sinai<ref> Da Frè, Giuliano, ''Le Aquile del Sinai'', RID Sett '09</ref>===
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Visto che gli egiziani non si aspettavano l'invasione di Pt. Said, non ebbero il tempo di trasferire le loro forze di Alessandria, così i pochi reparti in zona dovettero ancora combattere, per lo più con armi leggere ma anche con i temibili SU-100. Gli alleati misero in azione sopratutto i loro carri AMX-13 e Centurion, nonché gli M-47. Nel frattempo una piccola operazione anfibia, la Toreador, con altri contingenti, era sbarcata a Suez protetta da 5 navi.
 
Dopo poche ore, questa carnevalata finì: gli USA si stavano talmente arrabbiando che avrebbero potuto persino attaccare gli 'alleati'; i loro due sottomarini presenti in zona rendevano oltretutto impossibile l'azione ASW basata solo sui contatti sonar, dato che si voleva evitare tragici errori. Nel tardo pomeriggio Londra accettò il 'cessate il fuoco' da imporsi entro la mezzanotte, addirittura senza informarne Parigi.
 
Al dunque, premuti dall'ONU, USA, URSS, opinione pubblica e parlamentari d'opposizione, i governi delle due nazioni coinvolte dovettero cedere e fermarsi.
 
L'azione bellica era stata eccellente e, come nel 1882, si trattò più di un tiro a segno che di una dura battaglia. Gli inglesi ebbero in tutto 16 morti e 96 feriti, persero un Camberra, 2 Sea Hawk, 2 Wyvern, un Venom e due elicotteri Whirlwind; i francesi solo 10 morti, 33 feriti, un Corsair e un F-84F.
 
Israele ebbe 181 morti, 800 feriti, la perdita di almeno un Mystere, 2 Ouragan, 11 Mustang, 2 Harvard (T-6) e due Cub o Super Cub. L'Egitto ebbe 1.000 morti e 4.000 feriti solo nel Sinai, più 650 e 900 a P.Said; 260 aerei -tra cui ben 50 Il-28- e varie unità navali.
 
Tra gli altri dati, da ricordare le 5.000 sortite della sola Gran Bretagna, di cui 400 con gli elicotteri, 2.000 degli aerei imbarcati e 2.600 con gli aerei. Quanto alla penetrazione in territorio egiziano, gli Alleati avevano raggiunto una profondità di 34 km nel Canale di Suez. Sebbene fosse stata un'operazione valida, la mancanza di appoggio politico vanificò tutto. Gli anglo-francesi lasciarono l'Egitto il 22 dicembre 1956, mentre la liberazione del canale dai circa 40 vascelli affondativi richiese diversi mesi.
 
Tutto questo non diede luogo a una pace duratura, anzi.
 
L'Egitto divenne ancora più filo-sovietico, e l'URSS gli fornì mezzi militari di ogni tipo, nel giugno del '57 anche 3 sottomarini moderni, con gli equipaggi addestrati in URSS e Polonia.
 
La Francia ebbe un danno netto in termini politici; la troppo rapida capitolazione politica britannica irritò i francesi, che da allora iniziarono a pensare sempre di più alla loro indipendenza dalla NATO.
 
La Gran Bretagna, già in crisi economica, vide compromessa la propria immagine in Medio Oriente, ed Eden si dimise. Di fatto, politicamente fu una grave sconfitta, forse la peggiore subita da Londra nel XX secolo. Di buono vi fu che i britannici accelerarono il programma nucleare per ottenere un efficiente deterrente nucleare, onde non dover fare fronte alle minacce sovietiche solo con l'aiuto di Zio Sam.
 
Israele fu costretto ad abbandonare il Sinai dalle decisioni ONU, cosa che dovette fare entro il marzo 1957, così vanificò il suo tentativo di ridurre la minaccia ai suoi confini conquistando più terriotorio. 11 anni dopo questa guerra, per ragioni non dissimili sarà ancora Israele ad iniziare la guerra, stavolta da solo: l'Egitto aveva chiuso il Golfo di Akaba e l'Iran aveva chiuso le forniture di petrolio ad Israele, così questo passò all'attacco con la forza della disperazione, cogliendo la maggiore vittoria della sua storia.
 
I Paesi Arabi si dimostrarono più uniti che mai, incluso il danneggiamento -a scopo di ritorsione- degli oleodotti. Ora c'era la consapevolezza di poter usare le proprie risorse naturali come arma strategica.
 
L'URSS ebbe il doppio vantaggio di togliere l'attenzione internazionale dall'Ungheria, e di porsi come campione della lotta araba contro i colonialisti e Israele. Sul fronte opposto gli USA dimostrarono, come l'URSS, che erano le superpotenze che comandavano.
 
In termini strategici e tattici, la guerra del '56 dimostrò che anche un'operazione militare di successo e quasi a perdite zero è controproducente se la si mostra come una guerra d'aggressione, suscitando la reazione internazionale; che le portaerei erano ancora importantissime, e gli elicotteri ponevano la condizione di una nuova era per le operazioni di avioassalto, peraltro ancora efficacemente condotte anche dai tradizionali parà. I timori di non coinvolgere le popolazioni civili nei bombardamenti, e l'attività diplomatica anche a guerra in corso, ma anche l'incapacità ONU di decidere nettamente contro nazioni dotate di diritto di veto furono altri insegnamenti importanti. Le soluzioni non saranno tanto brillanti: per esempio, togliere il diritto di veto, sopratutto toglierlo alle nazioni coinvolte in prima persona nelle azioni belliche, sarebbe stato il minimo, ma non accadde e ancora oggi non è avvenuto, paralizzando l'ONU nel rendere esecutive le proprie risoluzioni, prima ancora di porsi il problema di come raggranellare le forze disponibili, visto che poi le capacità di 'proiezione di potenza' restano comunque nelle mani di pochi, quasi tutti con il diritto di veto e molti, troppi interessi nella gestione dei conflitti regionali.
 
Oltre ai britannici entrarono in azione anche 500 parà del 2.RPC (parà coloniali), stavolta sui ponti di al-Raswa. Vennero portati in zona dai Noratlas scortati da F-84F; i Noratlas erano dei gruppi ET.1/61 e 3/61; c'erano anche dei reparti di genieri. Due soldati vennero uccisi, ma il ponte occidentale venne preso rapidamente, con i Corsair delle squadriglie 14F e 15F impegnati in missioni CAS, che comportarono la distruzione di alcuni dei SU-100 inviati al contrattacco. Peggio che mai, gli F-84 distrussero due grandi serbatoi nella città, il cui fumo coprì gran parte della città nei giorni successivi. Di pomeriggio arrivarono altri 522 parà, stavolta lanciati su Port Fuad, e sempre con il supporto dei Corsair. Questi ultimi ebbero un impiego davvero notevole, tanto che sebbene la portaerei Lafayette avesse dei problemi con le catapulte, lanciò ugualmente almeno 40 volte i suoi aerei quel giorno, fino alla notte inoltrata, durante la quale gli ultimi 5 Corsair tornarono alla loro portaerei, malgrado che i piloti fossero senza abilitazione agli appontaggi notturni. In tutto, in quella giornata i francesi ebbero 10 morti e 30 feriti.
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Oramai era fatta militarmente, ma non politicamente. Ma accadde, in termini politici, che non fosse più possibile continuare con questa guerra francamente assurda, ben più di quanto non lo sia mediamente un conflitto tra nazioni civili. Così mentre i Centurion vennero fermati ad el-Cap, vicino al-Quantara, un altro assalto dei parà francesi venne annullato (1 RCP, da farsi vicino Ismailia), e infine, verso le 2 del 6 novembre, un Sea Hawk della Eagle, gravemente danneggiato, pur riuscendo ad atterrare sulla portaerei, risultò tanto danneggiato da essere radiato dal servizio (all'epoca, con quel poco che costavano gli aerei, non era poi conveniente tentare di ricostruirli, così come adesso non lo è fare lo stesso con le automobili). Stessa sorte per due Whirlwind, troppo danneggiati dal fuoco antiaereo.
 
Dopo poche ore, questa carnevalata finì: gli USA si stavano talmente arrabbiando che avrebbero potuto persino attaccare gli 'alleati'; i loro due sottomarini presenti in zona rendevano oltretutto impossibile l'azione ASW basata solo sui contatti sonar, dato che si voleva evitare tragici errori. C'erano notizie di afflusso di aerei sovietici in Siria, forse un vero e proprio corpo di spedizione pronto all'attacco. Nel tardo pomeriggio Londra accettò il 'cessate il fuoco' da imporsi entro la mezzanotte, addirittura senza informarne Parigi.
Ma perché questo improvviso stop, dopo tanti giorni di schermaglie diplomatiche? Le ragioni erano diverse, tra cui la segnalazione americana riguardo circa 132 MiG basati in Siria, forse erano pronti ad attaccare (però avrebbero dovuto essere presenti anche gli Il-28) gli aeroporti ciprioti. Per accertarsi della presenza di tali apparecchi, la RAF mandò alcuni ricognitori Camberra, uno dei quali venne quasi intercettato da un Meteor, mentre un altro, diretto su Aleppo, venne subito raggiunto ed abbattuto da due Meteor, con uno dei tre uomini ucciso e gli altri due prigionieri. Così altri voli con i Camberra vennero intrapresi, ma con la scorta di F-84F e Hunter.
 
Oramai, tra la pressione delle superpotenze, e dell'opinione pubblica, c'era rimasto poco da fare per la potenza militare così ostentatamente impiegata dagli anglo-francesi. Vi fu anche un pilota della RAF che venne posto sotto corte marziale perché danneggiò intenzionalmente l'aereo con cui stava decollando, un Camberra basato a Malta, in maniera da evitare di attaccare l'Egitto. Evidentemente, anche tra i militari non c'era un consenso unanime su quella campagna. Non era poi nemmeno stato accordato il cessate il fuoco, che l'ONU iniziò a mettere insieme un contingente di pace che già il 15 novembre giunse ad Abu Swayr con DC-4 e 6 forniti dalla Swissair.
 
Insomma, nonostante tutto, gli 80-90.000 soldati, 550 aerei, circa 100 navi impiegati, quest'operazione anglo-francese ebbe tanto successo militare, quanto fu un disastro politico. In tutto l'HHA volò 1.846 sortite, incluse però anche 831 dai Cup e Kayders, dei quali primi tre vennero distrutti (uno in aria e uno a terra da un MiG, e uno per incidente l'ultimo giorno di guerra, sulla Giordania). I Dakota e Noratlas israeliani volarono invece 192 sortite, e gli aerei di prima linea, nel loro insieme, inclusi quelli ad elica, solo 489. Per giunta persero nelle loro azioni non meno di 9 Mustang, un Mystere e due T-6, per non dire di altri 5 P-51 che pare siano stati radiati per i danni subiti. Dovrebbe essere stato eliminato anche almeno un Ouragan, a meno che non riuscì a fare un atterraggio sufficientemente buono da evitare la distruzione o la radiazione. In tutto, l'HHA perse anche 5 piloti uccisi e uno catturato, mentre dichiarò la distruzione di 8 aerei (4 Vampire, 3 MiG-15, uno Il-14), più 22 carri, 17 blindati e 260 mezzi non corazzati.
 
Quanto ai caccia francesi, non è noto quale attività ebbero nel loro complesso, ma si stima solo un centinaio di sortite, con la perdita di due F-84F a causa di incidenti o di danni in combattimento (che causarono altri danni all'atterraggio). L'EAF invece si limitò a circa 200 sortite contro l'esercito israeliano. Tutte le sue perdite sarebbero state di tre MiG-15, di cui uno catturato dagli Israeliani; 4 Vampire FB.52, due Meteor e due Mraz Sokol, uno dei quali catturato intatto. Non furono grandi perdite, anzi, anche considerando il MiG-17 probabilmente perso, ma non ufficializzato, e lo Il-14 che gli israeliani dichiararono, si arriva solo a 13 velivoli, davvero la pretesa israeliana di distruggere l'EAF si era dimostrata per quello che era, un'affermazione campata in aria, visto che in proporzione nella guerra delle 100 ore gli israeliani persero molti più velivoli e si dimostrarono superiori in termini aria-aria, ma non negli attacchi al suolo.
 
I danni peggiori vennero subiti dall'esercito, con almeno 1.000 morti e 4.000 feriti in Sinai, le perdite vennero fatte ascendere e circa 400 carri e corazzati vari, mentre a P.Said si parlò di 650 morti e 900 feriti: ma i piloti dell'aviazione egiziana, tragicamente lasciati a terra proprio quando c'era bisogno di loro (contro gli anglo-francesi e i loro inferiori apparecchi da combattimento), poterono andare ragionevolmente fieri di quanto riuscirono a fare contro gli israeliani. L'EAF perse in tutto solo 5 piloti, ma circa 200 altre persone vennero uccise o ferite durante gli attacchi aerei sugli aeroporti, e su questi l'aviazione egiziana venne totalmente distrutta, incluse le infrastrutture. Dopo avere analizzato il totale dei mezzi perduti, gli inglesi conclusero che le loro dichiarazioni erano state un pò ottimistiche, ma che anche così, anche dimezzando le stime iniziali, si poteva supporre certa la perdita di ben 105 MiG-15 e 17, nonché 26 Il-28, 30 Vampire, 11 Meteor e 63 altri tipi. Inoltre, si era considerato che 10 MiG-15, 16 Il-28, 4 Meteor, 14 Vampire, sei Spitfire, 30 aerei d'addestramento, 31 trasporti e 22 altri aerei fossero o danneggiati leggermente, oppure scappati in Siria e Arabia. E' quindi presumibile che l'URSS, anche se in maniera del tutto futile, fornì in una settimana almeno 30 MiG aggiuntivi rispetto a quelli già presenti all'inizio della guerra.
 
 
Tutto questo non poteva contrastare l'attività aerea degli anglo-francesi, che nell'insieme eseguirono più di 5.000 sortite durante questa guerra, da Malta i Camberra eseguirono 72 missioni e i Valiant altre 49, con lo sgancio di ben 1.439 bombe da 454 kg, a quanto pare l'unico tipo di munizione usato. L'HMS Eagle lanciò i suoi aerei 621 volte, l'Albion altre 415. In tutto, queste sole due portaerei superarono le mille sortite in meno di una settimana, e i loro aerei, per quanto semplici e limitati, lanciarono 72 bombe da 454 kg, 157 da 227, 1.448 razzi e 88.000 colpi da 20 mm.
 
Nonostante le gravi perdite inflitte e quest'attività così sostenuta e aggressiva, i britannici ebbero solo 23 morti e 96 feriti, oltre alla perdita di un Camberra, un Venom, due Sea Hawk, 2 Wyvern e due Whirlwind in azione, ma anche una cinquantina d'altri velivoli danneggiati e in qualche caso anche radiati dal servizio. I Francesi ebbero anche meno perdite, 10 morti e 33 feriti, persero un Corsair ed ebbero vari aerei danneggiati, mentre qualche F-84F venne distrutto o messo fuori uso per i danni subiti. Tra gli aerei più attivi i Corsair, gli F4U-7 volarono 132 sortite.
 
Tra le lezioni apprese in questa guerra, l'importanza delle portaerei, quella del trasporto con elicotteri, e se v'é la sorpresa, la non necessaria presenza dei caccia per superiorità aerea (cosa che poi gli israeliani rimetteranno in studio con l'attacco anti-egiziano del 1967); nel mentre, i bombardieri in quota si dimostrarono, per quanto validi per certi aspetti, non così efficaci come i cacciabombardieri tattici, settore in cui la Gran Bretagna, tuttavia, abbandonerà gli studi autonomi durante i primi anni '60, quando pose fine al TSR.2 con un grave colpo alla sua industria aeronautica (e nel '66 si deciderà pure di privarsi delle portaerei convenzionali, fatte rientrare dalla finestra grazie ai Sea Harrier).
 
I Francesi dovettero constatare sia l'importanza delle portaerei, sia che le loro erano troppo piccole per eseguire valide azioni d'attacco (per giunta, senza aerei a reazione imbarcati, malgrado fossero in corso d'opera per ospitare apparecchi come gli Aquilon, la versione francese dei Venom). Così, senza porre tempo in mezzo, vennero autorizzate le due nuove portaerei e una nuova generazione di caccia. Mentre i britannici non sembrarono capire che l'assenza dell'EAF aveva a che fare con una decisione politica, i francesi si premurarono di ordinare da subito anche gli F-8 Crusader per non ritrovarsi senza copertura aerea contro un nemico meno remissivo.
 
Infine, ovviamente, entrambe le nazioni pensarono a sviluppare a piena potenza i loro arsenali nucleari, date le minacce subite dall'URSS e la necessità pratica di essere difesi dagli USA, che a propria volta non avevano per nulla voglia di difendere degli aggressori colonialisti vecchio stile. A parte questo, aerei ed elicotteri da trasporto dovevano essere aumentati nel futuro, specie approfittando dell'avvento delle turbine aeronautiche. Nacque anche l'idea delle forze di reazione rapida, per reagire a crisi improvvise senza le complicazioni tipiche delle armate convenzionali, che peraltro furono lestamente approntate da entrambe le potenze europee; i britannici dovettero rinfrescarsi la memoria nel 1982, quando avevano quasi dimenticato la lezione di 26 anni prima, ma anche allora riuscirono nell'intento, e stavolta senza invadere niente di più dell'indispensabile (Falklands).
 
Israele, a sua volta, ebbe modo di approfittarsi della situazione creatasi: aveva vinto la guerra, ed evitato gli strali della politica, che erano concentrati sui suoi due ingombranti alleati, a loro volta fondamentali per vincere in Sinai. Ora Israele aveva dimostrato d'avere una forza militare rispettabile, specie se si considera che i suoi successi furono enfatizzati e 'gonfiati' in maniera non indifferente, malgrado la pura verità sarebbe stata già senz'altro positiva. Forse la cosa migliore furono le truppe parà e corazzate, ma anche di più la HHA dimostrò d'essere, per quanto vulnerabile e manchevole, una realtà ben addestrata e professionale, sopratutto nella cooperazione con le forze di terra. Inoltre, la Francia -differentemente dall'UK- rimase ancora filo-israeliana, ed equipaggiò anche negli anni successivi Israele con le proprie armi più moderne.
 
Alla fine, le ultime truppe anglo-francesi lasciarono l'Egitto il 22 novembre del '56, ma dal 7 i bombardieri basati a terra erano già in ritirata. Solo gli squadroni della RAF No.15, 61 e 109 restarono a Cipro anche nel '57, mentre le forze navali si ritirarono dal 10 novembre, assieme ai loro ombreggiatori dell'USN (che per fortuna, non pare siano mai stati scambiati per 'amici' di queste forze navali). Vi saranno tuttavia altri strascichi, con aerei e uomini 'tirati' al massimo per una settimana, logorati e stancati dall'impresa: nel solo periodo 14-18 novembre, andarono persi un Sea Hawk, un Sea Venom, un Corsair e anche un RF-84F (di Akrotiri).
 
L'Egitto, sebbene battuto, poteva sempre dire che era stato oggetto di un'aggressione multipla e imperialista, e politicamente era finalmente riuscito a mandare via tutte le truppe inglesi, anche se presto nella nazione cominciarono ad essere d'importanza preminente i sovietici. Poco male: con loro c'era la ragionevole certezza che un'altra aggressione occidentale non si sarebbe più presentata. E questo significò una nuova era per le nazioni arabe, specie dopo la sconfitta francese (anche qui, più politica che militare) in Algeria: ora venne l'epoca dell'indipendenza, con i suoi cambiamenti, e purtroppo, anche nuovi conflitti.
 
===Quel Camberra che non tornò: Meteor contro RAF===
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Oramai c'era bisogno di fare anche di più, e i due Camberra che sorvolavano regolarmente Lakatia , Aleppo e altre località, erano chiaramente una fonte di preoccupazione, raramente avvistati dai Meteor, che pure decollavano regolarmente per raggiungerli. Il 6 novembre Asad quasi colpì un Camberra, aprendo il fuoco da una certa distanza dopo avere serrato a sufficienza le distanze, ma il suo bersaglio riuscì a scappare. Nonostante la minaccia subita, il comando di Cipro insistette a far decollare una seconda missione di ricognizione, per riuscire ad ottenere foto degli aeroporti e dell'oleodotto. L'equipaggio, già reduce da un mitragliamento fatto da un MiG-15 o 17 il 30 ottobre, era costituito da tre uomini d'equipaggio e quindi poteva 'guardarsi le spalle'. Avevano l'aereo WH799 del No.58 e con questo volarono tra le nuvole verso il loro obiettivo. I Siriani non avevano radar efficienti e così ci si basava sull'uso del telefono per dare una pronta conferma dell'arrivo di aerei oltre confine. I piloti dei Meteor, che non aspettavano altro stando oramai quasi sempre negli abitacoli degli aerei, dovevano approntarsi ed intercettarli sulla base di queste informazioni. I sei piloti disponibili decollarono alle 10.00. Il Camberra volava piuttosto basso, a circa 3-4 km di quota, a causa della copertura nuvolosa che impediva di fare foto da alta quota; ma al contempo, era possibile anche volare senza essere visti da terra o da altri caccia. Ma proprio sopra Damasco, il cielo era diventato improvvisamente blu e sereno, senza più coperture. E loro erano bassi e vulnerabili, come dichiarò il pilota Flt Lt Hunter, non era quello il volo in cui si potesse desiderare di trovare un cielo sereno. I Meteor (Sqn Ldr Al-Assasa e Munir al-Garudy) erano sopra il Camberra, pensando che volasse a quote maggiori. Due di essi attaccarono con due passaggi a fuoco il Camberra e lo colpirono al secondo tentativo. L'aereo perse quota, uno dei tre uomini morì a bordo, gli altri due, Hunter e Small, caddero praticamente alla frontiera del territorio siriano, e per fortuna non avevano pistole con loro, a differenza di altri piloti inglesi. La folla che subito si radunò contro di loro li avrebbe certamente uccisi se avessero tentato di resistere, ma poi si salvarono perché si dichiararono appartenenti alla RAF. I Siriani pensarono di avere colpito due diversi Camberra, così come i britannici pensarono che erano state due coppie di Meteor ad abbattere il loro aereo, proprio per questo doppio passaggio che comportò la perdita di vista reciproca tra i due opponenti. Poco tempo dopo venne anche intercettato un aereo sconosciuto, da parte del Meteor pilotato da Asad, quasi certamente era un U-2 della CIA in cerca di conferme per i MiG sovietici. Al rientro, con i freni guasti (cosa di cui s'era già reso conto al decollo) l'aereo si sfasciò all'atterraggio finendo su di un campo profughi. Per questa imprudenza (decollo con freni difettosi) Asad fu accusato e condannato al carcere, ma con sospensione della pena, ma molti suoi colleghi piuttosto ce l'avevano con il comandante della base, che aveva mandato in azione il pilota con il sole oramai al tramonto e senza nessun ausilio per aiutarlo poi ad atterrare di notte.
 
Finalmente alle 17 GMT del 6 novembre Londra e Parigi ordinarono di cessare il fuoco, cosa da fare a mezzanotte (tempo locale); per l'epoca i PR.7 avevano fatto 44 missioni, ma queste continueranno anche oltre la fine della guerra, almeno sulla Siria, e sebbene segrete, avranno la scorta di alcuni Hunter degli squadroni No.1 e 34; anche gli RF-84F vennero mandati sulla Siria a controllare la situazione, ma sempre in coppie per proteggersi a vicenda. Le ricognizioni britanniche continuarono fino al '58, approfittando della debolezza siriana. Poi, la formazione della Reubblica Araba Unita (UAR) rese queste azioni più pericolose ed esse vennero finalmente terminate. Da notare che queste azioni erano adesso volate anche da 15.000 m di quota, rendendosi più vulnerabili alle cattive condizioni meteo date le distanze dall'obiettivo. Il problema dell'intercettazione da parte dei MiG arabi era adesso visto con serietà, specie considerando che i temibili MiG-17 vennero presto comprati anche da Damasco: 60 aerei, di cui i primi arrivarono il 17 gennaio 1957, ma i piloti inizialmente erano egiziani, così che, quando il 17 aprile 1957 (giorno della festa nazionale) vennero mostrati i nuovi MiG, a pilotarli c'era anche genetegente come Ghazzawi, quello che aveva danneggiato un Ouragan durante la guerra, cosa che poi ne causerà lo schianto al suolo al ritorno. In seguito questo pilota diverrà Brigatiere generale, per poi ritirarsi dalle F.A. e iniziare la sua nuova vocazione di attivista islamico.
 
 
Da notare che i Valiant ebbero una parte notevole nell’azione, anche se i risultati lo furono di meno. Del resto la RAF era reduce dall’aver appena sganciato la prima bomba atomica autarchica (la Blue Danube, provata su di un poligono australiano l’11 ottobre). Adesso invece sganciarono le bombe convenzionali sulle basi aeree egiziane, partendo in particolare da Luqa. Già come primo impiego, vennero attaccati sette campi d’aviazione. In tutto, considerando anche le altre missioni d’attacco, vennero sganciate bene 842 tonnellate di bombe, ma solo tre dei sette campi vennero seriamente colpiti. A discolpa parziale c’è da dire che i Valiant operavano da quote molto elevate e ancora non avevano il Navigational and Bombing System (NBS), quanto piuttosto usavano tecniche d’impiego tipiche della II GM. In seguito, con questo sistema poterono accreditarsi, tirando da circa 12.000 m, di una precisione sul bersaglio di appena 90 metri. In seguito ebbero anche modo di lanciare la prima H britannica, sempre in quegli anni, il 15 maggio 1957 (era la ‘Short Granite’, da parte di un aereo del No.49 Sqn), seguita da un’altra arma simile entro quel novembre. Fu una stagione breve ma intensa, con gli ultimi test atomici in aria eseguiti attorno al 1958 (tra l’altro, i poligoni australiani, malgrado fossero dati per ‘deserti’, in realtà erano popolati da aborigeni, che poi subirono pesantemente gli effetti delle radiazioni..), dopo di ché ebbe termine. Così come i Valiant non andarono lontano, quando, ad appena 7-8 anni dal picco della loro carriera (7 squadroni complessivamente presenti) vennero ritirati dal servizio per via dei cedimenti strutturali dovuti all’impiego ora devoluto alle basse quote, per via della minaccia dei SAM sovietici. Eppure, il Valiant B.Mk 2, appositamente studiato per le basse quote, non ebbe seguito, forse perché superato dal successivo TSR.2.
 
===La fine dell'avventura: vincitori e vinti===
===Corazzati in azione<ref>Pignato N., 'Storia dei mezzi corazzati', vol.6</ref>===
L'azione bellica vera e propria era stata eccellente e, come nel 1882, si trattò più di un tiro a segno che di una dura battaglia.
Dopo la guerra per l'Indipendenza, ad Israele continuarono poi a giungere carri dall'Europa, per lo più di seconda mano: molti mezzi ex-inglesi, ma anche americani e via via, francesi, di nuova costruzione. La Francia non aveva particolari ragioni per appoggiare Israele, senonché il governo egiziano appoggiò l'FNL algerino. A quel punto i problemi di reperimento di risorse per l'ancora debole Zahal vennero superati con i primi carri nuovi: 100 AMX-13 leggeri con ilpezzo CN.75/50 (o V.1000, come i m.sec), mezzi che per il '57 vennero migliorati poi con motore diesel, trasmissione automatica, nuovo cannone da 75 mm, protezione aumentata e sistema di tiro computerizzato; 60 scafi analoghi usati per l'obice Modele 50 da 105/30 mm, più 150 semicingolati, 12 blindo Staghound e 60 Sherman. Tutto questo rese possibile costituire le brigate corazzate della riserva, la 27a e la 37a. Esse si sarebbero aggiunte alla 7a brigata di prima linea e a pieni organici, mentre i carristi israeliani venivano mandati ad addestrarsi a Samaur, in Francia. Questo non aiutò certo i rapporti franco-egiziani, e non sorprendentemente, Nasser aprì il campo all'URSS e decise di nazionalizzare il Canale di Suez. Le forniture di carri per gli egiziani ebbero luogo iniziando con 230 T-34 e 100 SU-100 provenienti dalla ex-Yugoslavia. Ma nel 1956 l'intesa tra Israele, Francia e Regno Unito si concretizzò nell'Operazione Musketeer: prima Israele attaccò il Sinai, grazie anche ai carri M50 (i Super Sherman con il cannone da 75 mm dell' AMX-13, il CN75-50). All'epoca erano disponibili tre brigate corazzate con M4, AMX e semicingolati per l'azione: la 7a, 20a e 37a, assieme a sei di fanteria e una di parà; un battaglione della 37a era stato dato in appoggio all'11a brigata di fanteria, mentre i parà avevano uno squadrone carri leggeri. Come si è detto, i mezzi israeliani erano tutt'altro che omogenei, e i migliori erano forse i Super Sherman, per affidabilità, mobilità complessiva e protezione contro le armi c.c. minori, tanto da essere denominato come carro 'pesante', del resto gli israeliani avevano questo e l'AMX-13 da 13 t. I semicingolati ebbero invece spesso aumenti di armamento con mitragliatrici in casamatta e missili SS-11.
 
Israele ebbe 150 o 181 morti, 800 feriti, la perdita di almeno un Mystere, 2 Ouragan, 11 Mustang, 2 Harvard (T-6) e due Cub o Super Cub. L'Egitto ebbe 1.000 morti e 4.000 feriti solo nel Sinai, più 650 e 900 a P.Said; 260 aerei -tra cui ben 50 Il-28- e varie unità navali.
Dal canto loro gli egiziani non si aspettavano un attacco israeliano e il grosso delle loro forze era a difesa della capitale. Oltre il Canale c'erano invece la II e III divisione di fanteria, tre squadroni di Sherman, cannoni da 57 mm sia britannici che sovietici, entrambi potenzialmente letali per qualunque corazzato israeliano. Non mancavano i palestinesi dell'VIII divisione, tra cui forse v'era anche il giovane Yasser Arafat, e altre unità minori, ma sopratutto il Primo Gruppo-Brigata corazzata, con un btg di T-34 e uno di fanteria su mezzi corazzati sovietici (BTR-152), nonché una batteria di SU-100 e una di cannoni a.a. leggeri. Le altre unità corazzate avevano mezzi di vario genere, tra cui anche i cacciacarri Archer inglesi, mezzi gettaponte su scafo Valentine, carri comando e recupero su base Sherman.
 
Tra gli altri dati, da ricordare le 5.000 sortite della sola Gran Bretagna, di cui 400 con gli elicotteri, 2.000 degli aerei imbarcati e 2.600 con gli aerei. Quanto alla penetrazione in territorio egiziano, gli Alleati avevano raggiunto una profondità di 34 km nel Canale di Suez. Sebbene fosse stata un'operazione valida, la mancanza di appoggio politico vanificò tutto. Gli anglo-francesi lasciarono l'Egitto il 22 dicembre 1956, mentre la liberazione del canale dai circa 40 vascelli affondativi richiese diversi mesi.
Così scattò l'operazione 'Kadesh', e i carri israeliani si misurarono con una difesa statica di stile sovietico, usando per la prima volta anche i missili controcarri SS-10 francesi con effetti materiali importanti, ma sopratutto psicologici dati da tali nuove armi. Nonostante che vi fossero solo 27 dei 100 M50 ordinati, distribuiti in due compagnie, il successo non mancò: fu un attacco violento che in 30 ore distrusse o catturò 27 T-34/85, 6 SU-100, 45 carri Valentine e i loro derivati cacciacarri Archer, 60 BTR-152, ben 282 Bren Carrier, e anche 55 carri Sherman. Alcuni di questi erano stati equipaggiati con la torretta dell'AMX-13 e relativo cannone da 75/61 mm, e così si trovarono mezzi simili a combattere su opposti fronti. I successi degli israeliani vanno ricercati nella maggiore flessibilità operativa, mentre l'Egitto, principale avversario (ma non mancarono anche i siriani e giordani dall'altra parte dei confini israeliani), soffriva di una pianificazione troppo rigida e burocratica. In una guerra, se il nemico riesce costantemente a manovrare con, diciamo, mezz'ora di tempo in meno del suo oppositore, dopo pochi giorni di guerra è totalmente padrone del terreno. E' quello che accadde anche qui, con l'aggravante che gli egiziani si servivano del sistema tattico sovietico di interrare grosse quantità di mezzi corazzati come fortini blindati, togliendo loro la mobilità necessaria per le operazioni nel deserto. Il confronto tra la tattica sovietica classica e la blitkrieg tedesca favorì ancora una volta la seconda. La quale, però, per essere svolta ha bisogno di ufficiali capaci a tutti i livelli, e di soldati ben addestrati, mentre gli egiziani non avevano sufficiente esperienza nemmeno per la manutenzione dei loro nuovi mezzi. Così non potevano fare, anche volendo, molto di più che quello che fecero, ovvero ancorarsi al territorio e resistere, per poi ritrovarsi praticamente senza appoggio aereo (dato l'intervento delle potenze occidentali) e schiantati dagli attacchi aerei e d'artiglieria, ma forse sopratutto dalle manovre d'aggiramento e dai lanci di parà. Inoltre molti mezzi erano assegnati ad unità di fanteria, e così i carri egiziani erano spesso colti isolati e senza mobilità pratica. Infine,quando si trattò di muoversi, gli egiziani cominciarono a perdere il controllo sotto i colpi dell'aviazione e le puntate dei carri, fino a trasformare la ritirata in rotta verso El Arish e Qantara, lungo la strada costiera.
 
Nonostante gli 80-90.000 soldati, 550 aerei, circa 100 navi impiegati, quest'operazione anglo-francese ebbe tanto successo militare, quanto fu un disastro politico. In tutto l'HHA volò 1.846 sortite, incluse però anche 831 dai Cup e Kayders, dei quali primi tre vennero distrutti (uno in aria e uno a terra da un MiG, e uno per incidente l'ultimo giorno di guerra, sulla Giordania). I Dakota e Noratlas israeliani volarono invece 192 sortite, e gli aerei di prima linea, nel loro insieme, inclusi quelli ad elica, solo 489. Per giunta persero nelle loro azioni non meno di 9 Mustang, un Mystere e due T-6, per non dire di altri 5 P-51 che pare siano stati radiati per i danni subiti. Dovrebbe essere stato eliminato anche almeno un Ouragan, a meno che non riuscì a fare un atterraggio sufficientemente buono da evitare la distruzione o la radiazione. In tutto, l'HHA perse anche 5 piloti uccisi e uno catturato, mentre dichiarò la distruzione di 8 aerei (4 Vampire, 3 MiG-15, uno Il-14), più 22 carri, 17 blindati e 260 mezzi non corazzati.
Il principale successo venne tra la 7a Brigata corazzata contro il 1° Gruppo - brigata corazzata egiziano, a Kusseina, durante una battaglia durata complessivamente due giorni, allorché la 7ima brigata di fanteria del col. Aris tentò di aprire un varco nel dispositivo egiziano, tentando di raggiungere i parà a Mitla. Era il primo novembre quando la battaglia iniziò e in seguito quest'unità, la principale che avessero gli egiziani tra le forze corazzate, sarebbe stata poi costretta a ritirarsi, inseguita dall'aviazione israeliana fino a dover passare il Canale, e perdendo tutti i sei SU-100 e una trentina di T-34. Nel frattempo, dal 31 ottobre gli anglo-francesi iniziarono ad attaccare gli egiziani e il 5 novembre la loro imponente flotta di circa 90 navi iniziò gli sbarchi a Port Said, con la copertura degli aerei basati a Cipro e delle tre portaeromobili Albion, Eagle e Bulwark, più le portaelicotteri Ocean e Theseus, che per la prima volta usarono in massa gli elicotteri per azioni d'assalto. Nel frattempo i francesi avevano già usato i parà per creare la testa di ponte. I britannici useranno poi i Centurion nello sbarco principale, una vera operazione anfibia tradizionale. Ma presto le cose peggiorarono: gli USA, anziché esprimere favore o addirittura compartecipare, condannarono fermamente il gesto, i sovietici minacciarono di usare le armi atomiche, coinvolgendo di rimando gli USA nel assicurare un'eventuale rappresaglia contro l'URSS.
 
Quanto ai caccia francesi in Israele, non è noto quale attività ebbero nel loro complesso, ma si stima solo un centinaio di sortite, con la perdita di due F-84F a causa di incidenti o di danni in combattimento (che causarono altri danni all'atterraggio). L'EAF eseguì circa 2.000 sortite contro l'esercito israeliano. Tutte le sue perdite sarebbero state di tre MiG-15, di cui uno catturato dagli Israeliani; 4 Vampire FB.52, due Meteor e due Mraz Sokol, uno dei quali catturato intatto. Non furono grandi perdite, anzi, anche considerando il MiG-17 probabilmente perso, ma non ufficializzato, e lo Il-14 che gli israeliani dichiararono, si arriva solo a 13 velivoli, davvero la pretesa israeliana di distruggere l'EAF si era dimostrata per quello che era, un'affermazione campata in aria, visto che in proporzione nella guerra delle 100 ore gli israeliani persero molti più velivoli e si dimostrarono superiori in termini aria-aria, ma non negli attacchi al suolo.
Il cessate il fuoco avvenne quando le truppe avanzate israeliane erano già a Sharm El Sheik e sulle coste del Canale a Nord.
 
I danni peggiori vennero subiti dall'esercito, con almeno 1.000 morti e 4.000 feriti in Sinai, le perdite vennero fatte ascendere e circa 400 carri e corazzati vari, mentre a P.Said si parlò di 650 morti e 900 feriti: ma i piloti dell'aviazione egiziana, tragicamente lasciati a terra proprio quando c'era bisogno di loro (contro gli anglo-francesi e i loro inferiori apparecchi da combattimento), poterono andare ragionevolmente fieri di quanto riuscirono a fare contro gli israeliani. L'EAF perse in tutto solo 5 piloti, ma circa 200 altre persone vennero uccise o ferite durante gli attacchi aerei sugli aeroporti, e su questi l'aviazione egiziana venne totalmente distrutta, incluse le infrastrutture. Dopo avere analizzato il totale dei mezzi perduti, gli inglesi conclusero che le loro dichiarazioni erano state un pò ottimistiche, ma che anche così, anche dimezzando le stime iniziali, si poteva supporre certa la perdita di ben 105 MiG-15 e 17, nonché 26 Il-28, 30 Vampire, 11 Meteor e 63 altri tipi. Inoltre, si era considerato che 10 MiG-15, 16 Il-28, 4 Meteor, 14 Vampire, sei Spitfire, 30 aerei d'addestramento, 31 trasporti e 22 altri aerei fossero o danneggiati leggermente, oppure scappati in Siria e Arabia. E' quindi presumibile che l'URSS, anche se in maniera del tutto futile, fornì in una settimana almeno 30 MiG aggiuntivi rispetto a quelli già presenti all'inizio della guerra.
 
Tutto questo non poteva contrastare l'attività aerea degli anglo-francesi: da Malta i Camberra eseguirono 72 missioni e i Valiant altre 49, con lo sgancio di ben 1.439 bombe da 454 kg, a quanto pare l'unico tipo di munizione usato. L'HMS Eagle lanciò i suoi aerei 621 volte, l'Albion altre 415. In tutto, queste sole due portaerei superarono le mille sortite in meno di una settimana, e i loro aerei, per quanto semplici e limitati, lanciarono 72 bombe da 454 kg (mai dai Sea Hawk), 157 da 227, 1.448 razzi calibro 76 mm e 88.000 colpi da 20 mm.
 
Nonostante le gravi perdite inflitte e quest'attività così sostenuta e aggressiva, i britannici ebbero solo 16 o 23 morti, 96 feriti, oltre alla perdita di un Camberra, un Venom, due Sea Hawk, 2 Wyvern e due Whirlwind in azione, ma anche una cinquantina d'altri velivoli danneggiati e in qualche caso anche radiati dal servizio. I Francesi ebbero anche meno perdite, 10 morti e 33 feriti, persero un Corsair ed ebbero vari aerei danneggiati, mentre qualche F-84F venne distrutto o messo fuori uso per i danni subiti (uno o due esemplari). Tra gli aerei più attivi gli F4U-7 con 132 sortite.
 
Gli inglesi ebbero in tutto 16 morti e 96 feriti, persero un Camberra, 2 Sea Hawk, 2 Wyvern, un Venom e due elicotteri Whirlwind; i francesi solo 10 morti, 33 feriti, un Corsair e un F-84F.
 
Alla fine, le ultime truppe anglo-francesi lasciarono l'Egitto il 22 novembre del '56, ma dal 7 i bombardieri basati a terra erano già in ritirata. Solo gli squadroni della RAF No.15, 61 e 109 restarono a Cipro anche nel '57, mentre le forze navali si ritirarono dal 10 novembre, assieme ai loro ombreggiatori dell'USN (che per fortuna, non pare siano mai stati scambiati per 'amici' di queste forze navali). Vi saranno tuttavia altri strascichi, con aerei e uomini 'tirati' al massimo per una settimana, logorati e stancati dall'impresa: nel solo periodo 14-18 novembre, andarono persi un Sea Hawk, un Sea Venom, un Corsair e anche un RF-84F (di Akrotiri).
 
Tra le lezioni apprese in questa guerra, l'importanza delle portaerei, quella del trasporto con elicotteri, e se v'é la sorpresa, la non necessaria presenza dei caccia per superiorità aerea (cosa che poi gli israeliani rimetteranno in studio con l'attacco anti-egiziano del 1967); nel mentre, i bombardieri in quota si dimostrarono, per quanto validi per certi aspetti, non così efficaci come i cacciabombardieri tattici, settore in cui la Gran Bretagna, tuttavia, abbandonerà gli studi autonomi durante i primi anni '60, quando pose fine al TSR.2 con un grave colpo alla sua industria aeronautica (e nel '66 si deciderà pure di privarsi delle portaerei convenzionali, fatte rientrare dalla finestra grazie ai Sea Harrier).
 
La Gran Bretagna, già in crisi economica, vide compromessa la propria immagine in Medio Oriente, ed Eden si dimise. Di fatto, politicamente fu una grave sconfitta, forse la peggiore subita da Londra nel XX secolo. Di buono vi fu che i britannici accelerarono il programma nucleare per ottenere un efficiente deterrente nucleare, onde non dover fare fronte alle minacce sovietiche solo con l'aiuto di Zio Sam.
 
La Francia ebbe un danno netto in termini politici; la troppo rapida capitolazione politica britannica irritò i francesi, che da allora iniziarono a pensare sempre di più alla loro indipendenza dalla NATO.
I Francesi dovettero constatare sia l'importanza delle portaerei, sia che le loro erano troppo piccole per eseguire valide azioni d'attacco (per giunta, senza aerei a reazione imbarcati, malgrado fossero in corso d'opera per ospitare apparecchi come gli Aquilon, la versione francese dei Venom). Così, senza porre tempo in mezzo, vennero autorizzate le due nuove portaerei e una nuova generazione di caccia. Mentre i britannici non sembrarono capire che l'assenza dell'EAF aveva a che fare con una decisione politica, i francesi si premurarono di ordinare da subito anche gli F-8 Crusader per non ritrovarsi senza copertura aerea contro un nemico meno remissivo.
 
Infine, ovviamente, entrambe le nazioni pensarono a sviluppare a piena potenza i loro arsenali nucleari, date le minacce subite dall'URSS e la necessità pratica di essere difesi dagli USA, che a propria volta non avevano per nulla voglia di difendere degli aggressori colonialisti vecchio stile. A parte questo, aerei ed elicotteri da trasporto dovevano essere aumentati nel futuro, specie approfittando dell'avvento delle turbine aeronautiche. Nacque anche l'idea delle forze di reazione rapida, per reagire a crisi improvvise senza le complicazioni tipiche delle armate convenzionali, che peraltro furono lestamente approntate da entrambe le potenze europee; i britannici dovettero rinfrescarsi la memoria nel 1982, quando avevano quasi dimenticato la lezione di 26 anni prima, ma anche allora riuscirono nell'intento, e stavolta senza invadere niente di più dell'indispensabile (Falklands).
 
Israele, a sua volta, ebbe modo di approfittarsi della situazione creatasi: aveva vinto la guerra, ed evitato gli strali della politica, che erano concentrati sui suoi due ingombranti alleati, a loro volta fondamentali per vincere in Sinai. Ora Israele aveva dimostrato d'avere una forza militare rispettabile, specie se si considera che i suoi successi furono enfatizzati e 'gonfiati' in maniera non indifferente, malgrado la pura verità sarebbe stata già senz'altro positiva. Forse la cosa migliore furono le truppe parà e corazzate, ma anche di più la HHA dimostrò d'essere, per quanto vulnerabile e manchevole, una realtà ben addestrata e professionale, sopratutto nella cooperazione con le forze di terra. Inoltre, la Francia -differentemente dall'UK- rimase ancora filo-israeliana, ed equipaggiò anche negli anni successivi Israele con le proprie armi più moderne.
 
Tuttavia la tensione con gli arabi non venne affatto risolta, e anzi, si posero le basi per un conflitto ancora irrisolto, e dovendo abbandonare (entro il marzo 1957) il Sinai, di fatto rimase senza quella protezione dagli attacchi palestinesi al suo territorio.
11 anni dopo questa guerra, per ragioni non dissimili sarà ancora Israele ad iniziare la guerra, stavolta da solo: l'Egitto aveva chiuso il Golfo di Akaba e l'Iran aveva chiuso le forniture di petrolio ad Israele, così questo passò all'attacco con la forza della disperazione, cogliendo la maggiore vittoria della sua storia.
 
L'Egitto, sebbene battuto, poteva sempre dire che era stato oggetto di un'aggressione multipla e imperialista, e politicamente era finalmente riuscito a mandare via tutte le truppe inglesi, anche se presto nella nazione cominciarono ad essere d'importanza preminente i sovietici. Poco male: con loro c'era la ragionevole certezza che un'altra aggressione occidentale non si sarebbe più presentata. Specialmente quando, nel giugno del '57, vennero consegnati 3 sottomarini moderni, con gli equipaggi addestrati in URSS e Polonia. E questo significò una nuova era per le nazioni arabe, specie dopo la sconfitta francese (anche qui, più politica che militare) in Algeria: ora venne l'epoca dell'indipendenza, con i suoi cambiamenti, e purtroppo, anche nuovi conflitti.
 
I Paesi Arabi si dimostrarono più uniti che mai, incluso il danneggiamento -a scopo di ritorsione- degli oleodotti. Ora c'era la consapevolezza di poter usare le proprie risorse naturali come arma strategica.
 
L'URSS ebbe il doppio vantaggio di togliere l'attenzione internazionale dall'Ungheria, e di porsi come campione della lotta araba contro i colonialisti e Israele. Sul fronte opposto gli USA dimostrarono, come l'URSS, che erano le superpotenze che comandavano.
 
In termini strategici e tattici, la guerra del '56 dimostrò che anche un'operazione militare di successo e quasi a perdite zero è controproducente se la si mostra come una guerra d'aggressione, suscitando la reazione internazionale; che le portaerei erano ancora importantissime, e gli elicotteri ponevano la condizione di una nuova era per le operazioni di avioassalto, peraltro ancora efficacemente condotte anche dai tradizionali parà. I timori di non coinvolgere le popolazioni civili nei bombardamenti, e l'attività diplomatica anche a guerra in corso, ma anche l'incapacità ONU di decidere nettamente contro nazioni dotate di diritto di veto furono altri insegnamenti importanti. Le soluzioni non saranno tanto brillanti: per esempio, togliere il diritto di veto, sopratutto toglierlo alle nazioni coinvolte in prima persona nelle azioni belliche, sarebbe stato il minimo, ma non accadde e ancora oggi non è avvenuto, paralizzando l'ONU nel rendere esecutive le proprie risoluzioni, prima ancora di porsi il problema di come raggranellare le forze disponibili, visto che poi le capacità di 'proiezione di potenza' restano comunque nelle mani di pochi, quasi tutti con il diritto di veto e molti, troppi interessi nella gestione dei conflitti regionali.
 
Alla fine, con perdite umane di 150 soldati in tutto, gli Israeliani catturarono intatti 55 cannoni, 110 pezzi c.c., 125 carri, 60 APC, 260 Bren Carrier agli Egiziani. Sopratutto, gli Israeliani ebbero insegnamenti importanti, come l'appoggio aereo delle forze di terra, la necessità di assicurarsi la superiorità aerea, quella di potenziare il parco veicoli, trasporti inclusi e quella di rinnovare il parco carri. Gli AMX-13 furono tutto sommato poco impegnati e non si capì bene se i carri leggeri avessero ancora un futuro.
 
===Bibliografia===