Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni

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===Guerra aerea sul Sinai<ref> Da Frè, Giuliano, ''Le Aquile del Sinai'', RID Sett '09</ref>===
In tutto, da ricordare come questi aerei vennero comprati in vari lotti, per un totale di 15 TR.Mk.33 recce-addestramento, 3 T.Mk.III da addestramento, almeno sette PR.Mk.XVI, il tutto comprato tra il 1948 e il '55 e revisionato prima della consegna. Non mancarono nemmeno gli NF.Mk.30 da caccia notturna, ma gli aerei più importanti erano i ricognitori, con le loro eccellenti prestazioni rivelatisi fondamentali per aiutare gli israeliani a saperne di più sui loro nemici prima della guerra.
 
La guerra del '56 iniziò in una maniera del tutto anomala, ma tipica della mancanza di scrupoli che gli Israeliani hanno sempre dimostrato quando si tratta di eliminare individui 'pericolosi'. Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, lo Il-14 presidenziale venne intercettato e abbattuto da Meteor israeliani, ovviamente tentando di assassinare Nasser. La guerra non era ancora stata dichiarata, ma già si tentava di far fuori il presidente egiziano, un'azione proibita in tempi di pace, ma che non diede i risultati sperati visto che il presidente a bordo non c'era. Solo quest'azione avrebbe meritato una dura risoluzione internazionale contro Tel Aviv, ma gli sviluppi successivi la lasciarono nell'oblio. Da questo momento in poi, per semplicità, distingueremo gli eventi nel Sinai da quelli sull'Egitto, con i minimi richiami per inquadrarli in maniera più pratica.
 
Il teatro di battaglia, per gli israeliani, sarebbe stato sopratutto il Sinai, da qui il nome della guerra. Gli Egiziani l'avevano trasformato in una sorta di fortezza con una mezza dozzina di basi aeree, come Sharm el -Sheikh, El Arish, Bir Hamma e altre ancora. Un'altra decina di basi era invece ad occidente del canale di Suez. Solo nel Sinai gli Egiziani disponevano di ben 75.000 uomini, 150 carri e 140 cannoni, forze non così impressionanti rispetto a quello che si sarebbe visto poi, ma per l'epoca più che considerevoli. Quanto ad Israele, esso mobilità 200.000 persone, quadruplicando con la chiamata alle armi le sue forze. La sua prima linea non era comunque molto consistente: 45.000 effettivi, 180 carri e 150 cannoni. Non sarebbe stato certo con la sola forza dei numeri che avrebbero potuto vincere. In tutto gli Israeliani schieravano 10 brigate complete, ma c'era anche il rischio del coinvolgimento siriano, dato che il suo comandante, quello della vecchia Legione Araba, tale Glubb Pascià, era stato destituito su volere di Nasser.
 
LaUfficialmente, la nuova guerra iniziòdoveva cominciare con un lancio di parà al passo di Mitla, per poi essere raggiunta da automezzi di terra per rinforzarla e poi attaccare Abu Agheila e Gaza. DopoLa sispiegazione sarebbeufficiale attaccataera Sharmun'azione elantiterrorismo, per eliminare evidentemente le basi palestinesi; ma un altro compito era anche quello di Sheikhcolpire, sicon sarebbel'aviazione, avanzatole nelcapacità operative dell'EAF sul Sinai, per impedire danni dall'alto contro le colonne israeliane, dirette in tre direzioni diverse: da Gaza, a Rafah, el-Arish e el- Quantara; un'altra da Beersheba, a Abu Agheila e Bir Jifjafa fino a Ismailia, e infine quella più difficile, da Kuntila, poi Themed, Nakhle, passo di Mitla e infine Suez. In tutto 4 fasi, prima Mitla, poi Rafah-Gazah, poi Sharm. Con l'ultima delle 4 fasi del piano, si sarebbe raggiunto il Canale all'altezza di Ismailia e el Quantara, in modo da circondare Gaza e restare al contempo a distanza dal Canale. Così avvenne.
 
Era il 29 ottobre, un lunedì. Scattava l'Operazione Kadesh, la conquista israeliana del Sinai.
Gli Israeliani vollero attaccare gli Egiziani in Sinai e usarono 9 brigate di fanti o carri, più una di parà.
 
I Mosquito PR.16 da ricognizione iniziarono l'attività bellica in sordina con i loro occhi indiscreti, scortati da vari Mystere e due P-51D. I ricognitori si spinsero fino al Canale di Suez, per controllare la disposizione delle forze egiziane. I Mosquito non ebbero per il resto un grande impegno.
Le operazioni, come si è detto, iniziarono con la 202a Unità parà, per lo più composta dalla 35a Brigata parà, che all'epoca era comandata da un altro giovane promettente, tale Ariel Sharon, all'epoca 28enne come del resto Mubarak. Alle 16 passarono la frontiera e 59 minuti dopo 395 uomini vennero lanciati da 16 C-47, perché i più capaci Noratlas erano solo tre e vennero usati caricati di materiali di rifornimento. Obiettivo: il Passo di Mitla, fondamentale per superare le montagne del Sinai e per giunta, ad appena 70 km dal Canale. Questa non fu la prima delle azioni di guerra, perché alle 15 già sei P-51 si diressero verso l'Egitto. Armati di ramponi, o forse addirittura con le sole eliche, demolirono le linee telefoniche egiziane, poi attaccarono anche con bombe e mitragliatrici le postazioni avversarie, il tutto volando spesso ad appena 4 metri da terra. In poco tempo venne raggiunto un obiettivo vicino a Mitla, che era a 200 km dal confine, ma i lanci furono piuttosto dispersi e i parà avevano bisogno di aiuto. Come prima cosa ne ebbero dall'arrivo di sei aerei francesi partiti da Malta. All'epoca gli elicotteri medi non erano ancora comuni, così i paracadute portarono gli assaltatori 5 km di distanza dal bersaglio ed ebbero subito 13 contusi nel prendere contatto con il terreno. Solo dopo oltre un giorno e qualche combattimento questo battaglione venne raggiunto dall'unità di Sharon, la quale ebbe più che altro problemi d'efficienza. Era partita con 153 camion e 13 carri, ma solo 46 e 3 erano ancora efficienti dopo 36 ore di marcia. Alla fine, alle 22.30 del 30 ottobre, si ricongiunsero ai parà asserragliati nelle retrovie nemiche. Il mattino dopo, nonostante tutto, vennero mandati all'attacco delle postazioni egiziane a Mitla, ma fallirono a causa dell'insufficiente preparazione contro una forza molto ben piazzata. Nel frattempo i corazzati facevano progressi e conquistarono Abu Agheila, tagliando fuori Gaza e puntando su El Arish. La HHA eseguiva nel frattempo un gran numero di azioni aeree, inclusa la scorta da parte dei veloci Mystere ai piccoli Cub che portavano via i feriti dei parà, fin dal 30, ovvero dopo che venne realizzata una striscia d'atterraggio per farli operare in zona.
 
Alle 14, vi fu un primo attacco aereo israeliano, in verità molto furtivo, ma non meno importante: sei P-51 del No.116 Sqn volarono ben dentro lo spazio aereo del Sinai con il compito di tagliare le linee telefoniche e telegrafiche sparandogli o con le eliche. Manovrando spesso ad appena 4 metri, riuscirono nell'intento, senza dare troppo nell'occhio.
Ma gli Egiziani non rimasero immobili mentre le loro forze nel Sinai venivano attaccate. La mattina di quel giorno, un mitragliamento da parte di sei MiG distrusse un Cub, e in seguito Vampire e MiG colpirono una colonna della 202ima unità e abbatterono un altro Cub sul Sinai. La HHA aveva già eseguito 37 missioni d'attacco contro basi e reparti egiziani, questi ultimi in special modo a Mitla. Sharon premeva perché aiutassero maggiormente i parà, e nel pomeriggio alcuni Mystere respinsero 8 caccia Meteor e MiG e altri sei Mystere attaccarono dei MiG-17, distruggendone uno. Gli Ouragan colpirono la 2a Brigata egiziana che marciava verso Mitla, e così la giornata andò a chiudersi. Gli Il-28 egiziani vennero mandati in azione fin su Eliat e altre località e basi israeliane, ma senza causare in quella notte successiva, danni apprezzabili, mentre uno Il-28 andava perso, pare per un guasto.
 
Alle 15 decollò un'ondata di aerei carichi di uomini della 202a Unità parà, per lo più composta dalla 35a Brigata parà, che all'epoca era comandata da un altro giovane promettente, tale Ariel Sharon, all'epoca 28enne come del resto Mubarak. Obiettivo: il Passo di Mitla, fondamentale per superare le montagne del Sinai e per giunta, ad appena 70 km dal Canale.
Alle 16 passarono la frontiera e infine la forza aerea di lenti trasporti, in totale 16 C-47 e tre Noratlas, scortati da vari Meteor F.Mk.8, arrivò al Passo di Mitla alle 17, nel lato orientale. I Dakota lanciarono 395 uomini , mentre i più capaci Noratlas erano solo tre e vennero usati caricati di materiali di rifornimento. All'epoca gli elicotteri medi non erano ancora comuni, così i paracadute portarono gli assaltatori 5 km di distanza dal bersaglio ed ebbero subito 13 contusi nel prendere contatto con il terreno.
 
Poi giunse anche una seconda ondata di aerei che portò armi pesanti, come 8 jeep, 2 mortai da 120 mm, 4 cannoni SR da 106 e munizioni. Con questa forza, minimamente contrastata, presente 200 km dietro le linee nemiche, venne messo a segno un primo importante punto a favore degli israeliani, mentre gli egiziani non avevano abbastanza informazioni e reagirono lentamene, dato che non capivano bene la ragione di tale raid.
 
Poi, però, ben 3 brigate dell'esercito vennero inviate da Suez per attaccare questi incursori, nel frattempo trinceratisi in zona. L'errore fu presumibilmente quello di un abbattere in rapida sequenza almeno alcuni dei Dakota con la contraerea e con i MiG, e in generale non presidiare un passo così importante.
 
Le operazioni, come si è detto, iniziarono con la 202a Unità parà, per lo più composta dalla 35a Brigata parà, che all'epoca era comandata da un altro giovane promettente, tale Ariel Sharon, all'epoca 28enne come del resto Mubarak. Alle 16 passarono la frontiera e 59 minuti dopo 395 uomini vennero lanciati da 16 C-47, perché i più capaci Noratlas erano solo tre e vennero usati caricati di materiali di rifornimento. Obiettivo: il Passo di Mitla, fondamentale per superare le montagne del Sinai e per giunta, ad appena 70 km dal Canale. Questa non fu la prima delle azioni di guerra, perché alle 15 già sei P-51 si diressero verso l'Egitto. Armati di ramponi, o forse addirittura con le sole eliche, demolirono le linee telefoniche egiziane, poi attaccarono anche con bombe e mitragliatrici le postazioni avversarie, il tutto volando spesso ad appena 4 metri da terra. In poco tempo venne raggiunto un obiettivo vicino a Mitla, che era a 200 km dal confine, ma i lanci furono piuttosto dispersi e i parà avevano bisogno di aiuto. Come prima cosa ne ebbero dall'arrivo di sei aerei francesi partiti da Malta. All'epoca gli elicotteri medi non erano ancora comuni, così i paracadute portarono gli assaltatori 5 km di distanza dal bersaglio ed ebbero subito 13 contusi nel prendere contatto con il terreno. Solo dopo oltre un giorno e qualche combattimento questo battaglione venne raggiunto dall'unità di Sharon, la quale ebbe più che altro problemi d'efficienza. Era partita con 153 camion e 13 carri, ma solo 46 e 3 erano ancora efficienti dopo 36 ore di marcia. Alla fine, alle 22.30 del 30 ottobre, si ricongiunsero ai parà asserragliati nelle retrovie nemiche. Il mattino dopo, nonostante tutto, vennero mandati all'attacco delle postazioni egiziane a Mitla, ma fallirono a causa dell'insufficiente preparazione contro una forza molto ben piazzata. Nel frattempo i corazzati facevano progressi e conquistarono Abu Agheila, tagliando fuori Gaza e puntando su El Arish. La HHA eseguiva nel frattempo un gran numero di azioni aeree, inclusa la scorta da parte dei veloci Mystere ai piccoli Cub che portavano via i feriti dei parà, fin dal 30, ovvero dopo che venne realizzata una striscia d'atterraggio per farli operare in zona.
 
Per contrastare l'avanzata nemica, gli Egiziani avevano una divisione di fanteria tra Gaza e Rafah, una in El-Arirsh e A. Agheila una brigata a Bir Jifjafa, e due divisioni di fanteria ad ovest del Passo di Mitla. Tutte unità ben equipaggiate e posizionate, ma prevalentemente si trattava di forze, almeno quelle ad Est di Mitla, per lo più sistemate in maniera talmente immobile da rendere difficile ogni movimento rapido, mentre Israele contava proprio sulla mobilità per averne la meglio.
 
Ma gli Egiziani occidentali non rimasero immobili mentre le loro forze nel Sinai venivano attaccate. La mattina di quel giorno, un mitragliamento da parte di sei MiG distrusse un Cub, e in seguito Vampire e MiG colpirono una colonna della 202ima unità e abbatterono un altro Cub sul Sinai. La HHA aveva già eseguito 37 missioni d'attacco contro basi e reparti egiziani, questi ultimi in special modo a Mitla. Sharon premeva perché aiutassero maggiormente i parà, e nel pomeriggio alcuni Mystere respinsero 8 caccia Meteor e MiG e altri sei Mystere attaccarono dei MiG-17, distruggendone uno. Gli Ouragan colpirono la 2a Brigata egiziana che marciava verso Mitla, e così la giornata andò a chiudersi. Gli Il-28 egiziani vennero mandati in azione fin su Eliat e altre località e basi israeliane, ma senza causare in quella notte successiva, danni apprezzabili, mentre uno Il-28 andava perso, pare per un guasto.
 
I Meteor e Ouragan appoggiarono al meglio l'operazione, mentre i Mystère erano in quota a proteggerli dai MiG, ma senza dover affrontare una grossa reazione nemica. Nel prosieguo anche i Mystère eseguirono azioni d'attacco, così come i vulnerabili P-51 (che mantenevano il problema tipico dei motori in linea, i radiatori vulnerabili al tiro nemico, anche perché non protetti da corazze).
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Nel frattempo le unità egiziane lungo il confine israeliano rimasero essenzialmente immobili, sebbene una prima brigata israeliana muovesse lungo i loro fianchi muovendosi di circa 40 km entro il loro territorio. La mattina del 30, a Mitla, gli israeliani crearono una piccola striscia di volo per ottenere rifornimenti di munizioni ed evacuare i loro feriti. I primi ad arrivare furono tre Piper Cub, scortati dai Mystere, piuttosto curiosamente visto che per caccia così veloci era certo difficile coordinarsi con i più lenti tra gli aerei della HHA. Finalmente, alle 7.30 si videro anche i primi caccia della EAF sul Sinai, e dopo avere riportato cosa stesse accadendo su quel terriotorio, visto che non c'era ancora la minaccia diretta degli 'alleati', venne ordinato di scatenare tutto il potenziale disponibile contro di loro, iniziando con due MiG-15 che attaccarono la striscia di Mitla distruggendovi un Cub trovato fermo al suolo. Altri due attaccarono una colonna della 202a Brigata, colpendo e distruggendo almeno sei mezzi; infine altri due intercettaroon un altro Piper sul Sinai e non persero tempo ad abbatterlo. Alle 11 arrivarono anche 4 Vampire mitragliando un'altra colonna che era sempre, come l'altra colpita, ad al-Thamed, il che causò anche più danni. NOn solo, ma poi si fecero sotto altri Vampire e Meteor del 5 Sqn, tutti scortati da MiG-15, il che causò danni non indifferenti agli israeliani che coraggiosamente avevano accettato una tale missione. La HHA non poteva restare immobile di fronte a tali azionie 37 dei suoi jet tra Ouragan, Mystere e Meteor vennero manati in aria quella stessa mattina per colpire le posizioni egiziane, specie le unità che si stavano muovendo verso il passo di Mitla. ALle 15.30 vi fu il primo scontro con i MiG, sei, che scortavano due Meteor F.Mk.8. I MiG-15 responsero i caccia israeliani e poi mitragliarono e bombardarono i parà, mentre la colonna che a terra doveva raggiungerli era stata vittima della sabbia troppo soffice e anche degli attacchi aerei. Alle 16 però, sei Mystere combatterono contro i nuovissimi MiG-17 (N.1 Sqn, di Almazana), vicino a Kibrit. I MiG vennero sorpresi mentre stavano ancora salendo, e uno venne abbattuto. Ma anche un Mystere venne danneggiato e alla fine gli israeliani dovettero ritirarsi. Tuttavia, questo diede il modo a diversi Ouragan di attaccare la 2a Brigata egiziana, distruggendole diversi mezzi mentre si avvicinava al Passo di Mitla. Data la situazione, gli Egiziani iniziarono anche a bombardare con i loro Il-28, che colpirono gli aeroporti di Tel Nov, Eliat e Ramat Rachel. Sebbene non si sappia quali danni causarono (nessuno per gli Israeliani) e un bombardiere venisse perso per problemi tecnici, il messaggio era chiaro: Israele non poteva difendersi efficacemente dall'aviazione egiziana. Ma non vi saranno poi altre missioni simili nel prosieguo della guerra. Ma tutto quello che volevano gli israeliani era per il momento raggiunto: dare modo ai 'preoccupati' anglo-francesi di chiedere, anzi imporre una pace, con relativo ultimatum, agli egiziani. E chiaramente, se si parlava di 18 km dal Canale di territorio libero da forze militari, questo avrebbe solo danno all'Egitto. Nasser non accettò, ma ora sapeva che c'era una flotta in mare che poteva minacciarlo. Forse avrebbe fatto bene ad accettare tale situazione, invece di cadere nella trappola.
===L'undicesima piaga d'Egitto: fuoco dal cielo===
Il mattino del 30 ottobre era oramai noto l'attacco israeliano, così come che la flotta si dirigeva verso l'Egitto dalle basi 'alleate', dopo essere salpati il 29 ottobre con le navi veloci (tanto che esse precedettero di 3 giorni quelle da sbarco, ben più lente). Nondimeno, si rischiò lo scontro con la VI Fleet, che cercò di fermare l'armada franco-spagnola fino al limite del conflitto a fuoco. Decisamente, in questo frangente gli USA non erano d'accordo con le aggressioni ad altri Stati sovrani.
Il 31 ottobre i combattimenti proseguirono. Vi fu la cattura del caccia al-Awal egiziano, dopo che esso aveva bombardato Haifa. Esso venne inseguito dal caccia Kersaint, e dai due caccia israeliani Yaffo ed Eilat. Attaccato anche da due Ouragan e da un C-47 usato come bombardiere, finì gravemente danneggiato e dovette arrendersi, venendo trainata ad Haifa, che poco prima aveva bombardato. Due Ouragna e i Meteor del No.117 colpirono El-Arish, mirando all'aeroporto, ma di fatto colpendo solo dei finti aerei, ottimamente realizzati.
 
A terra gli israeliani continuarono gli attacchi israeliani ma ad Abu Agheila vennero respinti dalla 3a Divisione egiziana entro quel pomeriggio, e fallirono anche gli attacchi delle brigate 4a e 10a, nonché della 37a meccanizzata (non è ben chiaro se vi fossero 3 brigate corazzate e 6 di fanteria, oppure fossero una corazzata 2 meccanizzate e 6 di fanteria) contro omm-Kattef nel mattino successivo. Il comandante della 202a brigata, l'allora col. Sharon, ordinò nel contempo un attacco da Mitla verso ovest, malgrado che i superiori non fossero d'accordo, specie considerando che l'aviazione supportava all'epoca sopratutto la 7a A.B. e non poteva fare lo stesso con i parà, che infatti, appena usciti dalle loro posizione vennero colpiti dai Vampire, e con notvoli perdite costretti a ritornare alle basi di partenza. Tuttavia, successivamente i Mystere abbatterono tre Vampire e danneggiandone un quarto. Come avrebbero fatto gli indiani 9 anni dopo, anche qui gli egiziani decisero che i Vampire non fossero più aerei capaci di azioni di prima linea, almeno non senza scorta. Nonostante questo, i piloti egiziani si dimostrarono molto migliori di quel che ci si aspettasse. L'unica vera differenza tra i piloti delle due parti era che gli israeliani avevano cannoni DEFA a maggior rateo di tiro, e comandi servo-assistiti. In ogni caso i sovietici mandarono MiG-15 e 17 aggiuntivi già in questa giornata ai loro alleati egiziani.
Il 30 ottobre, di pomeriggio, Londra e Parigi posero l'ultimatum al Cairo nonché a Tel Aviv, imponendo il limite di 18 km dalle coste del Canale entro il quale nessuna forza armata avrebbe dovuto stanziare, inoltre all'Egitto chiesero di accettare una occupazione temporanea di P.Said, Ismailia e Suez. Tutto questo doveva trovare un'accettazione chiara in appena 12 ore di tempo, e quel che è più bizzarro, senza passare per l'ONU, l'unica deputata per questo genere di risoluzioni. Anche all'epoca, dunque, c'era chi ritenesse che i propri interessi e punti di vista non dovessero perdersi nella 'burocrazia', dove sicuramente avrebbero incontrato il veto di qualche Potenza. L'ONU però all'epoca era ben viva, e immediatamente ribatté con una risoluzione che negava ogni autorizzazione a guerre in Medio Oriente. Ovviamente, Francia e GB non persero tempo ad usare il loro diritto di veto per non renderla esecutiva.
 
Alle 8 gli israeliani individuarono la 1a Brigata corazzata egiziana, che era diretta verso la guarnigione di Bir Jifjafa, tentando di rinforzarla; tentando invece di fermarla, la HHA o IDF/AF mandò quello che aveva al momento: niente di meno che 4 T-6 del No.140 Sqn. Uno venne abbattuto già mentre era in picchiata sul bersaglio, un altro si schiantò al suolo poco dopo. Davvero, se i Vampire accusavano qualche problema, i T-6 non erano assolutamente proponibili. Per fortuna loro, un'altra formazione di T-6 fallì a trovare il bersaglio. Ci riuscirono due Meteor del No.117, ma ebbero danni a bordo. Poi si fecero sotto i Mustang, e stavolta distrussero sei T-34. Ma due aerei vennero danneggiati e uno di essi fu colpito ancora da un MiG-15 e costretto ad atterrare nel deserto, con il pilota ucciso. Pare che si trattasse di una vittima causata da uno dei sette MiG-17 che stavano combattendo con due Mystere attorno alle 10.30. Prima tre aerei attaccarono i due jet, ma questi scapparono via, poi questi individuarono altri due Mystere ma i 4 aerei vennero sorpresi da diversi altri MiG, ma stavolta i Mystere riuscirono ad avere la meglio, colpendo duramente un MiG-15 che poi fu costretto ad ammarare nelle acque poco profonde di una vicina laguna, in seguito recuperato e riparato dagli israeliani. Un'ora dopo, forse meno, gli Ouragan del No.113 erano in azione per colpire obiettivi a terra quando apparvero vari MiG, scambiati inizialmente per Mystere. Fu un errore che pagarono caro, e nonostante che fossero costretti a sganciare i razzi e i serbatoi, uno finì il carburante e l'altro venne danneggiato da un colpo da 23 mm, che da solo causò tuttavia gravi danni. Questa stessa formazione di MiG poi abbatté un L-18 Cub su Mitla. I Mystere combatterono ancora nelle ore successive: 2 di loro contro diversi MiG-17, a loro volta in scorta ai Meteor del No.5 Sqn (diretti a colpire una colonna israeliana vicino Bir Hassana). Sebbene non riportato da fonti egiziane, uno dei MiG sarebbe stato abbattuto e il paracadute del pilota non si aprì. I Meteor, però, continuarono il loro volo e causarono gravi danni, tanto da uccidere 27 israeliani, sebbene uno dei cacciabombardieri, colpito, dovette fare un'atterraggio d'emergenza. Infine, 45 minuti dopo, attorno alle 13.30, gli Ouragan si presero una rivincita quando due di essi combatterono sul Sinai con diversi MiG e uno di questi ultimi venne danneggiato gravemente, ma riuscì a ritornare alla base.
Nel mentre, l'Egitto non poteva ritirarsi dalla zona del Canale, tanto meno in così poco tempo. Forse Nasser non si rendeva conto che gli Alleati facevano sul serio, mentre Israele era visto come un avversario senz'altro alla portata del Cairo. Gli Israeliani, distanti 140 km dal Canale, non ebbero certo problemi ad accettare l'intimazione, né l'occupazione 'temporanea', visto che già avevano dozzine di aerei francesi sui loro aeroporti. Così, il 31 ottobre gli 'Alleati', malgrado che le loro azioni fossero con ogni evidenza disapprovate dalla Comunità internazionale, passarono alle vie di fatto. Il 31 ottobre iniziò a scorrere sangue quando il caccia Kersaint, con i suoi cannoni da 127 mm, causò gravi danni al piccolo caccia di scorta Ibraim el Awal, un vecchio 'Hunt' britannico armato con pezzi da 102 mm. Sotto la minaccia di attacchi aerei da parte di due Ouragan, questa nave venne catturata e portata ad Haifa. Nel pomeriggio, però, gli aerei Alleati non erano ancora passati sulle basi aeree egiziane, la principale fonte di preoccupazione. Si temeva che i bombardieri britannici, privi di armi difensive, fossero un bersaglio facile per i MiG. Il pomeriggio del 31 quattro Camberra e 7 RF-84 passarono sul territorio egiziano scattando foto ad alta quota. Poi si sarebbe aggiunto un bombardamento, però da eseguirsi di notte. La popolazione egiziana era stata avvisata perché si allontanasse dalle basi aeree, poiché non era volontà di nessuno coinvolgere i civili. I Valiant e i Camberra maltesi iniziarono le loro pesanti azioni di attacco su Cairo Ovest, Kabrit, Abu Sueir e Inchas, ma in volo ricevettero la comunicazione che sul primo di questi aeroporti c'erano forse civili americani, il che fece sì che non venisse attaccato, ma in suo luogo venne scelto Almaza. Nel frattempo la situazione diventava sempre più ingarbugliata. Pare che il comandante della VIa Flotta chiese al Pentagono: 'ma il nemico chi è?', era davvero desueto per l'epoca d'oro della collaborazione tra USA e Europa, pensare di incrociare le armi con i propri più stretti alleati.
 
I T-6 Harvard tornarono ancora contro la 1a AB egiziana, ma stavolta i 4 incursori non vennero colpiti. Non così per i 4 Mustang del No.105, che usarono le micidiali bombe al napalm vicino Bir Jifjafa contro una colonna nemica, ma persero un aereo costretto ad un atterraggio di fortuna nel deserto.
Gli attacchi aerei contro gli aeroporti egiziani non erano privi di utilità pratica: gli Il-28 erano temuti, perché potevano raggiungere se necessario Cipro, pieno zeppo di aerei britannici, tanto da causare danni sicuramente elevati in caso di poche bombe andate a segno. Inoltre i MiG erano pericolosi clienti per gli obsoleti velivoli anglo-francesi (a parte i pochi Hunter), ed era molto meglio neutralizzarli al suolo.
 
Nel frattempo i Meteor del No.117 Sqn colpirorono ancora la 1a Brigata corazzata vicino ad Abu Agheila, ma ben 4 di essi vennero colpiti e due costretti ad atterraggi d'emergenza. Vi furono poi altri attacchi degli squadroni 105 e 117, e ben 14 Mustang vennero danneggiati in varia misura: addirittura il comandante del No.105 , mag Tadmor, rimase colpito e ucciso (non è chiaro, ma evidentemente anche il suo aereo venne abbattuto). Gli Egiziani ebbero sicuramente delle perdite, ma i Mustang non si dimostrarono certo i migliori incassatori sulla piazza, data la vulnerabilità dei radiatori ventrali, che avrebbero dovuto essere in qualche modo protetti. Un Mosquito del No.110 venne danneggiato invece in pomeriggio.
Ma la EAF era tutt'altro che pericolosa quanto i numeri mostravano. Comandata dal vice-maresciallo dell'Aira Sodky, aveva solo 6.400 effettivi nei due comandi Est e Centrale, per difendere il Sinai e il Delta del Nilo. Aveva circa 90 Vampire e 30 Meteor fino a poco tempo prima, ma ora stava portandosi su 120 MiG-15 e 17, con problemi nuovi e mancanza di sufficiente personale di supporto. Così solo il 60% degli aerei era mediamente operativo, anche gli aerei più vecchi. Per esempio il No.2 Sqn aveva 18 Vampire operativi, e 12 in riserva, nondimeno doveva difendere sia El Arish che Inchas, dove c'erano 39 Il-28 di cui 24 operativi degli squadroni 8 e 9. Il No.30 sqn aveva appena finito la conversione sui MiG-15, ma non era ancora pienamente operativo, altre due unità aeree erano in transizione su altri dei 69 MiG-15 operativi. Infine il No.1 Sqn, di Deverosoir era ancora in conversione con i MiG-17.
 
Entro quella giornata, l'HHA aveva volato 150 sortite, di cui 48 dagldagli Ouragan e 30 dai Meteor, subendo molte perdite e danni, ma impedendo alle colonne egiziane di arrivare sulle posizioni avanzate lungo il confine, e tagliando fuori i difensori di Abu Agheila. Ma non era così a Mitla, dove gli israeliani continuavano a subire pesantemente dalle unità egiziane che gli stavano sparando contro con tutto quello che avevano, inclusi vecchi Spitfire e Fury tirati fuori dai depositi, per un totale di oltre 100 sortite fatte con tutti gli aerei disponibili, il che era un forte aiuto anche psicologico ai soldati di terra egiziani, che si godevano la superiorità aerea conquistata sulle teste dei loro avversari. Anche i piloti egiziani, malgrado tutto, erano contenti di come le cose stessero andando. Sebbene non avessero ottenuto grossi successi nei combattimenti aria-aria, nondimeno nelle missioni d'attacco al suolo si erano dimostrati nettamente superiori, e si dimostrarono capaci di cooperare con le forze di terra in maniera ottimale. Non si diedero molta pena se poi alcuni ricognitori stessero volando sul loro territorio, anzi il 1 novembre alcuni Il-28 colpirono (alcuni volati da piloti russi) Hatzor, ma pare che fecero poco o nessun danno.
Questi ultimi vennero comprati tra sei e 12 esemplari (MiG-17F) tra l'ottobre del '55 e il novembre del '56. Ben pochi ebbero modo di operare, e forse con piloti sovietici piuttosto che arabi; la maggior parte sopravviverà alla guerra. In tutto, nel tardo ottobre la EAF aveva almeno 150 jet da caccia, 39 bombardieri e 440 piloti, ma solo 110 addestrati per i nuovi reattori russi.
 
Nel frattempo c'erano in costruzione siti radar per non meno di 60 sensori più armi a.a., anche se la rete radar, che serviva a difendere il Nord dell'Egitto, non era ancora completata e operativa. Non c'era molto da scegliere qualitativamente tra gli aerei, con i MiG leggermente più agili e veloci in salita dei Myster; sopratutto l'EAF era superiore alla HHA in azioni d'attacco al suolo, meno vulnerabili e meglio armati degli equivalenti israeliani. Ma non furono questi i loro avversari più letali. Stranamente, la resistenza anti-britannica non diede notizia agli egiziani dell'ammassarsi di tanti aerei a Cipro, e la sorpresa iniziale fu pressoché totale. Eppure i britannici già dall'Agosto avevano iniziato a schierare Camberra e Valiant, e in ottobre c'erano 112 aerei da combattimento nella sola Akrotiri, 127 a Nicosia e 46 a Tymbou. Tra questi aerei c'erano due squadroni dei nuovi Hunter F.Mk.1 e uno con i Meteor NF.13 da caccia notturna, tre con 36 DH Venom e infine 60 F-84F e 16 RF-84F francesi. Non mancavano i Camberra B.Mk.2 che avrebbero dovuto individuare i bersagli per i Valiant e i Camberra basati a Malta.
 
Nel frattempo, da parte navale, la nuova HMS Eagle era anche l'unica portaerei britannica pronta alle operazioni, all'agosto di quell'anno, una nave potente ma pallida testimone della potenza preesistente della RN. Altre due navi vennero tuttavia approntate nei due mesi successivi, la HMS Bulwark e la Albion, presto messe in campo con una forza di aerei completa: 163 apparecchi a reazione erano basati su queste tre unità al momento dell'invasione, tra cui 117 Sea Hawk. Le HMS Theseus e Ocean erano invece usate come trasporti truppe, ma per valorizzarne la natura di navi portaerei venne aggiunta una forza di elicotteri d'assalto: circa 12 per nave, nemmeno tanti, ma sufficienti per gli sbarchi che per la prima volta erano stati concepiti in questo modo. Nel frattempo i francesi si portarono da Capo Bon, Algeria, una flotta che comprendeva la Arromanches, portaerei inglese comprata nel '48, e la Lavfayette, affittata nel '51 dagli USA. Tuttavia gli aerei di bordo erano solo i Corsair e gli Avenger ASW, niente che potesse fermare i MiG e gli Il-28 eventualmente attaccanti la formazione navale. Tuttavia gli USA schieravano all'epoca le USS Coral Sea, Randoplph e l'incrociatore Salem, con circa 200 aerei ed elicotteri. Come si è visto, gli americani erano tutt'altro che contenti dell'operazione, e quasi si arrivò allo scontro diretto, ma alla fine venne lasciato correre il piano anglo-francese, senza eccessive difficoltà a quanto i fatti descrivono.
 
Nel frattempo, iniziò l'Operazione Kadesh, nella quale gli Israeliani dovevano attaccare gli Egiziani in Sinai e per farlo usarono 9 brigate di fanti o carri, e una di parà. La spiegazione ufficiale era un'azione antiterrorismo, per eliminare evidentemente le basi palestinesi; ma un altro compito era anche quello di colpire, con l'aviazione, le capacità operative dell'EAF sul Sinai, per impedire danni dall'alto contro le colonne israeliane, dirette in tre direzioni diverse: da Gaza, a Rafah, el-Arish e el- Quantara; un'altra da Beersheba, a Abu Agheila e Bir Jifjafa fino a Ismailia, e infine quella più difficile, da Kuntila, poi Themed, Nakhle, passo di Mitla e infine Suez.
 
Per contrastare tutto questo gli Egiziani avevano una divisione di fanteria tra Gaza e Rafah, una in El-Arirsh e A. Agheila una brigata a Bir Jifjafa, e due divisioni di fanteria ad ovest del Passo di Mitla. Tutte unità ben equipaggiate e posizionate, ma prevalentemente si trattava di forze, almeno quelle ad Est di Mitla, per lo più sistemate in maniera talmente immobile da rendere difficile ogni movimento rapido, mentre Israele contava proprio sulla mobilità per averne la meglio. Le operazioni aeree iniziarono il 29 ottobre 956, con i Mosquito PR.16 da ricognizione scortati da vari Mystere e due P-51D. I ricognitori si spinsero fino al Canale di Suez, per controllare la disposizione delle forze egiziane. I Mosquito non ebbero per il resto un grande impegno. In tutto, da ricordare come questi aerei vennero comprati in vari lotti, per un totale di 15 TR.Mk.33 recce-addestramento, 3 T.Mk.III da addestramento, almeno sette PR.Mk.XVI, il tutto comprato tra il 1948 e il '55 e revisionato prima della consegna. Non mancarono nemmeno gli NF.Mk.30 da caccia notturna, ma gli aerei più importanti erano i ricognitori, con le loro eccellenti prestazioni rivelatisi fondamentali per aiutare gli israeliani a saperne di più sui loro nemici prima della guerra.
 
===L'undicesima piaga d'Egitto: fuoco dal cielo===
Così, alle 14.00 di quel giorno si passò all'attacco: 6 P-51 del No.116 Sqn volarono ben dentro lo spazio aereo del Sinai con il compito di tagliare le linee telefoniche e telegrafiche sparandogli o con le eliche. Un'ora dopo 16 C-47 e vari Noratlas trasportarono unità della 202ima brigata parà, scortati da vari Meteor F.Mk.8, arrivando al Passo di Mitla alle 17, nel lato orintale. Poi giunse anche una seconda ondata di aerei che portò armi pesanti, come 8 jeep, 2 mortai da 120 mm, 4 cannoni SR da 106 e munizioni. Con questa forza, minimamente contrastata, presente 200 km dietro le linee nemiche, venne messo a segno un primo importante punto a favore degli israeliani, mentre gli egiziani non avevano abbastanza informazioni e reagirono lentamene, dato che non capivano bene la ragione di tale raid. Poi, però, ben 3 brigate dell'esercito vennero inviate da Suez per attaccare questi incursori, nel frattempo trinceratisi in zona. L'errore fu presumibilmente quello di un abbattere in rapida sequenza almeno alcuni dei Dakota con la contraerea e con i MiG, e in generale non presidiare un passo così importante.
Il mattino del 30 ottobre era oramai noto l'attacco israeliano, così come che la flotta si dirigeva verso l'Egitto dalle basi 'alleate', dopo essere salpati il 29 ottobre con le navi veloci (tanto che esse precedettero di 3 giorni quelle da sbarco, ben più lente). Nondimeno, si rischiò lo scontro con la VI Fleet, che cercò di fermare l'armada franco-spagnola fino al limite del conflitto a fuoco. Decisamente, in questo frangente gli USA non erano d'accordo con le aggressioni ad altri Stati sovrani.
 
Il 30 ottobre, di pomeriggio, Londra e Parigi posero l'ultimatum al Cairo nonché a Tel Aviv, imponendo il limite di 18 km dalle coste del Canale entro il quale nessuna forza armata avrebbe dovuto stanziare, inoltre all'Egitto chiesero di accettare una occupazione temporanea di P.Said, Ismailia e Suez. Tutto questo doveva trovare un'accettazione chiara in appena 12 ore di tempo, e quel che è più bizzarro, senza passare per l'ONU, l'unica deputata per questo genere di risoluzioni. Anche all'epoca, dunque, c'era chi ritenesse che i propri interessi e punti di vista non dovessero perdersi nella 'burocrazia', dove sicuramente avrebbero incontrato il veto di qualche Potenza. L'ONU però all'epoca era ben viva, e immediatamente ribatté con una risoluzione che negava ogni autorizzazione a guerre in Medio Oriente. Ovviamente, Francia e GB non persero tempo ad usare il loro diritto di veto per non renderla esecutiva.
Nel frattempo le unità egiziane lungo il confine israeliano rimasero essenzialmente immobili, sebbene una prima brigata israeliana muovesse lungo i loro fianchi muovendosi di circa 40 km entro il loro territorio. La mattina del 30, a Mitla, gli israeliani crearono una piccola striscia di volo per ottenere rifornimenti di munizioni ed evacuare i loro feriti. I primi ad arrivare furono tre Piper Cub, scortati dai Mystere, piuttosto curiosamente visto che per caccia così veloci era certo difficile coordinarsi con i più lenti tra gli aerei della HHA. Finalmente, alle 7.30 si videro anche i primi caccia della EAF sul Sinai, e dopo avere riportato cosa stesse accadendo su quel terriotorio, visto che non c'era ancora la minaccia diretta degli 'alleati', venne ordinato di scatenare tutto il potenziale disponibile contro di loro, iniziando con due MiG-15 che attaccarono la striscia di Mitla distruggendovi un Cub trovato fermo al suolo. Altri due attaccarono una colonna della 202a Brigata, colpendo e distruggendo almeno sei mezzi; infine altri due intercettaroon un altro Piper sul Sinai e non persero tempo ad abbatterlo. Alle 11 arrivarono anche 4 Vampire mitragliando un'altra colonna che era sempre, come l'altra colpita, ad al-Thamed, il che causò anche più danni. NOn solo, ma poi si fecero sotto altri Vampire e Meteor del 5 Sqn, tutti scortati da MiG-15, il che causò danni non indifferenti agli israeliani che coraggiosamente avevano accettato una tale missione. La HHA non poteva restare immobile di fronte a tali azionie 37 dei suoi jet tra Ouragan, Mystere e Meteor vennero manati in aria quella stessa mattina per colpire le posizioni egiziane, specie le unità che si stavano muovendo verso il passo di Mitla. ALle 15.30 vi fu il primo scontro con i MiG, sei, che scortavano due Meteor F.Mk.8. I MiG-15 responsero i caccia israeliani e poi mitragliarono e bombardarono i parà, mentre la colonna che a terra doveva raggiungerli era stata vittima della sabbia troppo soffice e anche degli attacchi aerei. Alle 16 però, sei Mystere combatterono contro i nuovissimi MiG-17 (N.1 Sqn, di Almazana), vicino a Kibrit. I MiG vennero sorpresi mentre stavano ancora salendo, e uno venne abbattuto. Ma anche un Mystere venne danneggiato e alla fine gli israeliani dovettero ritirarsi. Tuttavia, questo diede il modo a diversi Ouragan di attaccare la 2a Brigata egiziana, distruggendole diversi mezzi mentre si avvicinava al Passo di Mitla. Data la situazione, gli Egiziani iniziarono anche a bombardare con i loro Il-28, che colpirono gli aeroporti di Tel Nov, Eliat e Ramat Rachel. Sebbene non si sappia quali danni causarono (nessuno per gli Israeliani) e un bombardiere venisse perso per problemi tecnici, il messaggio era chiaro: Israele non poteva difendersi efficacemente dall'aviazione egiziana. Ma non vi saranno poi altre missioni simili nel prosieguo della guerra. Ma tutto quello che volevano gli israeliani era per il momento raggiunto: dare modo ai 'preoccupati' anglo-francesi di chiedere, anzi imporre una pace, con relativo ultimatum, agli egiziani. E chiaramente, se si parlava di 18 km dal Canale di territorio libero da forze militari, questo avrebbe solo danno all'Egitto. Nasser non accettò, ma ora sapeva che c'era una flotta in mare che poteva minacciarlo. Forse avrebbe fatto bene ad accettare tale situazione, invece di cadere nella trappola.
Il 31 ottobre i combattimenti proseguirono. Vi fu la cattura del caccia al-Awal egiziano, dopo che esso aveva bombardato Haifa. Esso venne inseguito dal caccia Kersaint, e dai due caccia israeliani Yaffo ed Eilat. Attaccato anche da due Ouragan e da un C-47 usato come bombardiere, finì gravemente danneggiato e dovette arrendersi, venendo trainata ad Haifa, che poco prima aveva bombardato. Due Ouragna e i Meteor del No.117 colpirono El-Arish, mirando all'aeroporto, ma di fatto colpendo solo dei finti aerei, ottimamente realizzati.
 
Nel mentre, l'Egitto non poteva ritirarsi dalla zona del Canale, tanto meno in così poco tempo. Forse Nasser non si rendeva conto che gli Alleati facevano sul serio, mentre Israele era visto come un avversario senz'altro alla portata del Cairo. Gli Israeliani, distanti 140 km dal Canale, non ebbero certo problemi ad accettare l'intimazione, né l'occupazione 'temporanea', visto che già avevano dozzine di aerei francesi sui loro aeroporti. Così, il 31 ottobre gli 'Alleati', malgrado che le loro azioni fossero con ogni evidenza disapprovate dalla Comunità internazionale, passarono alle vie di fatto. Il 31 ottobre iniziò a scorrere sangue quando il caccia Kersaint, con i suoi cannoni da 127 mm, causò gravi danni al piccolo caccia di scorta Ibraim el Awal, un vecchio 'Hunt' britannico armato con pezzi da 102 mm. Sotto la minaccia di attacchi aerei da parte di due Ouragan, questa nave venne catturata e portata ad Haifa. Nel pomeriggio, però, gli aerei Alleati non erano ancora passati sulle basi aeree egiziane, la principale fonte di preoccupazione. Si temeva che i bombardieri britannici, privi di armi difensive, fossero un bersaglio facile per i MiG. Il pomeriggio del 31 quattro Camberra e 7 RF-84 passarono sul territorio egiziano scattando foto ad alta quota. Poi si sarebbe aggiunto un bombardamento, però da eseguirsi di notte. La popolazione egiziana era stata avvisata perché si allontanasse dalle basi aeree, poiché non era volontà di nessuno coinvolgere i civili. I Valiant e i Camberra maltesi iniziarono le loro pesanti azioni di attacco su Cairo Ovest, Kabrit, Abu Sueir e Inchas, ma in volo ricevettero la comunicazione che sul primo di questi aeroporti c'erano forse civili americani, il che fece sì che non venisse attaccato, ma in suo luogo venne scelto Almaza. Nel frattempo la situazione diventava sempre più ingarbugliata. Pare che il comandante della VIa Flotta chiese al Pentagono: 'ma il nemico chi è?', era davvero desueto per l'epoca d'oro della collaborazione tra USA e Europa, pensare di incrociare le armi con i propri più stretti alleati.
A terra gli israeliani continuarono gli attacchi israeliani ma ad Abu Agheila vennero respinti dalla 3a Divisione egiziana entro quel pomeriggio, e fallirono anche gli attacchi delle brigate 4a e 10a, nonché della 37a meccanizzata (non è ben chiaro se vi fossero 3 brigate corazzate e 6 di fanteria, oppure fossero una corazzata 2 meccanizzate e 6 di fanteria) contro omm-Kattef nel mattino successivo. Il comandante della 202a brigata, l'allora col. Sharon, ordinò nel contempo un attacco da Mitla verso ovest, malgrado che i superiori non fossero d'accordo, specie considerando che l'aviazione supportava all'epoca sopratutto la 7a A.B. e non poteva fare lo stesso con i parà, che infatti, appena usciti dalle loro posizione vennero colpiti dai Vampire, e con notvoli perdite costretti a ritornare alle basi di partenza. Tuttavia, successivamente i Mystere abbatterono tre Vampire e danneggiandone un quarto. Come avrebbero fatto gli indiani 9 anni dopo, anche qui gli egiziani decisero che i Vampire non fossero più aerei capaci di azioni di prima linea, almeno non senza scorta. Nonostante questo, i piloti egiziani si dimostrarono molto migliori di quel che ci si aspettasse. L'unica vera differenza tra i piloti delle due parti era che gli israeliani avevano cannoni DEFA a maggior rateo di tiro, e comandi servo-assistiti. In ogni caso i sovietici mandarono MiG-15 e 17 aggiuntivi già in questa giornata ai loro alleati egiziani.
 
Gli attacchi aerei contro gli aeroporti egiziani non erano privi di utilità pratica: gli Il-28 erano temuti, perché potevano raggiungere se necessario Cipro, pieno zeppo di aerei britannici, tanto da causare danni sicuramente elevati in caso di poche bombe andate a segno. Inoltre i MiG erano pericolosi clienti per gli obsoleti velivoli anglo-francesi (a parte i pochi Hunter), ed era molto meglio neutralizzarli al suolo.
Alle 8 gli israeliani individuarono la 1a Brigata corazzata egiziana, che era diretta verso la guarnigione di Bir Jifjafa, tentando di rinforzarla; tentando invece di fermarla, la HHA o IDF/AF mandò quello che aveva al momento: niente di meno che 4 T-6 del No.140 Sqn. Uno venne abbattuto già mentre era in picchiata sul bersaglio, un altro si schiantò al suolo poco dopo. Davvero, se i Vampire accusavano qualche problema, i T-6 non erano assolutamente proponibili. Per fortuna loro, un'altra formazione di T-6 fallì a trovare il bersaglio. Ci riuscirono due Meteor del No.117, ma ebbero danni a bordo. Poi si fecero sotto i Mustang, e stavolta distrussero sei T-34. Ma due aerei vennero danneggiati e uno di essi fu colpito ancora da un MiG-15 e costretto ad atterrare nel deserto, con il pilota ucciso. Pare che si trattasse di una vittima causata da uno dei sette MiG-17 che stavano combattendo con due Mystere attorno alle 10.30. Prima tre aerei attaccarono i due jet, ma questi scapparono via, poi questi individuarono altri due Mystere ma i 4 aerei vennero sorpresi da diversi altri MiG, ma stavolta i Mystere riuscirono ad avere la meglio, colpendo duramente un MiG-15 che poi fu costretto ad ammarare nelle acque poco profonde di una vicina laguna, in seguito recuperato e riparato dagli israeliani. Un'ora dopo, forse meno, gli Ouragan del No.113 erano in azione per colpire obiettivi a terra quando apparvero vari MiG, scambiati inizialmente per Mystere. Fu un errore che pagarono caro, e nonostante che fossero costretti a sganciare i razzi e i serbatoi, uno finì il carburante e l'altro venne danneggiato da un colpo da 23 mm, che da solo causò tuttavia gravi danni. Questa stessa formazione di MiG poi abbatté un L-18 Cub su Mitla. I Mystere combatterono ancora nelle ore successive: 2 di loro contro diversi MiG-17, a loro volta in scorta ai Meteor del No.5 Sqn (diretti a colpire una colonna israeliana vicino Bir Hassana). Sebbene non riportato da fonti egiziane, uno dei MiG sarebbe stato abbattuto e il paracadute del pilota non si aprì. I Meteor, però, continuarono il loro volo e causarono gravi danni, tanto da uccidere 27 israeliani, sebbene uno dei cacciabombardieri, colpito, dovette fare un'atterraggio d'emergenza. Infine, 45 minuti dopo, attorno alle 13.30, gli Ouragan si presero una rivincita quando due di essi combatterono sul Sinai con diversi MiG e uno di questi ultimi venne danneggiato gravemente, ma riuscì a ritornare alla base.
 
Ma la EAF era tutt'altro che pericolosa quanto i numeri mostravano. Comandata dal vice-maresciallo dell'Aira Sodky, aveva solo 6.400 effettivi nei due comandi Est e Centrale, per difendere il Sinai e il Delta del Nilo. Aveva circa 90 Vampire e 30 Meteor fino a poco tempo prima, ma ora stava portandosi su 120 MiG-15 e 17, con problemi nuovi e mancanza di sufficiente personale di supporto. Così solo il 60% degli aerei era mediamente operativo, anche gli aerei più vecchi. Per esempio il No.2 Sqn aveva 18 Vampire operativi, e 12 in riserva, nondimeno doveva difendere sia El Arish che Inchas, dove c'erano 39 Il-28 di cui 24 operativi degli squadroni 8 e 9. Il No.30 sqn aveva appena finito la conversione sui MiG-15, ma non era ancora pienamente operativo, altre due unità aeree erano in transizione su altri dei 69 MiG-15 operativi. Infine il No.1 Sqn, di Deverosoir era ancora in conversione con i MiG-17.
I T-6 Harvard tornarono ancora contro la 1a AB egiziana, ma stavolta i 4 incursori non vennero colpiti. Non così per i 4 Mustang del No.105, che usarono le micidiali bombe al napalm vicino Bir Jifjafa contro una colonna nemica, ma persero un aereo costretto ad un atterraggio di fortuna nel deserto.
 
Questi ultimi vennero comprati tra sei e 12 esemplari (MiG-17F) tra l'ottobre del '55 e il novembre del '56. Ben pochi ebbero modo di operare, e forse con piloti sovietici piuttosto che arabi; la maggior parte sopravviverà alla guerra. In tutto, nel tardo ottobre la EAF aveva almeno 150 jet da caccia, 39 bombardieri e 440 piloti, ma solo 110 addestrati per i nuovi reattori russi.
Nel frattempo i Meteor del No.117 Sqn colpirorono ancora la 1a Brigata corazzata vicino ad Abu Agheila, ma ben 4 di essi vennero colpiti e due costretti ad atterraggi d'emergenza. Vi furono poi altri attacchi degli squadroni 105 e 117, e ben 14 Mustang vennero danneggiati in varia misura: addirittura il comandante del No.105 , mag Tadmor, rimase colpito e ucciso (non è chiaro, ma evidentemente anche il suo aereo venne abbattuto). Gli Egiziani ebbero sicuramente delle perdite, ma i Mustang non si dimostrarono certo i migliori incassatori sulla piazza, data la vulnerabilità dei radiatori ventrali, che avrebbero dovuto essere in qualche modo protetti. Un Mosquito del No.110 venne danneggiato invece in pomeriggio.
 
Nel frattempo c'erano in costruzione siti radar per non meno di 60 sensori più armi a.a., anche se la rete radar, che serviva a difendere il Nord dell'Egitto, non era ancora completata e operativa. Non c'era molto da scegliere qualitativamente tra gli aerei, con i MiG leggermente più agili e veloci in salita dei Myster; sopratutto l'EAF era superiore alla HHA in azioni d'attacco al suolo, meno vulnerabili e meglio armati degli equivalenti israeliani. Ma non furono questi i loro avversari più letali. Stranamente, la resistenza anti-britannica non diede notizia agli egiziani dell'ammassarsi di tanti aerei a Cipro, e la sorpresa iniziale fu pressoché totale. Eppure i britannici già dall'Agosto avevano iniziato a schierare Camberra e Valiant, e in ottobre c'erano 112 aerei da combattimento nella sola Akrotiri, 127 a Nicosia e 46 a Tymbou. Tra questi aerei c'erano due squadroni dei nuovi Hunter F.Mk.1 e uno con i Meteor NF.13 da caccia notturna, tre con 36 DH Venom e infine 60 F-84F e 16 RF-84F francesi. Non mancavano i Camberra B.Mk.2 che avrebbero dovuto individuare i bersagli per i Valiant e i Camberra basati a Malta.
Entro quella giornata, l'HHA aveva volato 150 sortite, di cui 48 dagl Ouragan e 30 dai Meteor, subendo molte perdite e danni, ma impedendo alle colonne egiziane di arrivare sulle posizioni avanzate lungo il confine, e tagliando fuori i difensori di Abu Agheila. Ma non era così a Mitla, dove gli israeliani continuavano a subire pesantemente dalle unità egiziane che gli stavano sparando contro con tutto quello che avevano, inclusi vecchi Spitfire e Fury tirati fuori dai depositi, per un totale di oltre 100 sortite fatte con tutti gli aerei disponibili, il che era un forte aiuto anche psicologico ai soldati di terra egiziani, che si godevano la superiorità aerea conquistata sulle teste dei loro avversari. Anche i piloti egiziani, malgrado tutto, erano contenti di come le cose stessero andando. Sebbene non avessero ottenuto grossi successi nei combattimenti aria-aria, nondimeno nelle missioni d'attacco al suolo si erano dimostrati nettamente superiori, e si dimostrarono capaci di cooperare con le forze di terra in maniera ottimale. Non si diedero molta pena se poi alcuni ricognitori stessero volando sul loro territorio, anzi il 1 novembre alcuni Il-28 colpirono (alcuni volati da piloti russi) Hatzor, ma pare che fecero poco o nessun danno.
 
NelQuanto frattempo,alla da parte navaleRN, la nuova HMS Eagle era anche l'unica portaerei britannica pronta alle operazioni, all'agosto di quell'anno, una nave potente ma pallida testimone della potenza preesistente della RN. Altre due navi vennero tuttavia approntate nei due mesi successivi, la HMS Bulwark e la Albion, presto messe in campo con una forza di aerei completa: 163 apparecchi a reazione erano basati su queste tre unità al momento dell'invasione, tra cui 117 Sea Hawk. Le HMS Theseus e Ocean erano invece usate come trasporti truppe, ma per valorizzarne la natura di navi portaerei venne aggiunta una forza di elicotteri d'assalto: circa 12 per nave, nemmeno tanti, ma sufficienti per gli sbarchi che per la prima volta erano stati concepiti in questo modo. Nel frattempo i francesi si portarono da Capo Bon, Algeria, una flotta che comprendeva la Arromanches, portaerei inglese comprata nel '48, e la Lavfayette, affittata nel '51 dagli USA. Tuttavia gli aerei di bordo erano solo i Corsair e gli Avenger ASW, niente che potesse fermare i MiG e gli Il-28 eventualmente attaccanti la formazione navale. Tuttavia gli USA schieravano all'epoca le USS Coral Sea, Randoplph e l'incrociatore Salem, con circa 200 aerei ed elicotteri. Come si è visto, gli americani erano tutt'altro che contenti dell'operazione, e quasi si arrivò allo scontro diretto, ma alla fine venne lasciato correre il piano anglo-francese, senza eccessive difficoltà a quanto i fatti descrivono.
A terra, però, le truppe avanzate degli egiziani erano nei guai, e verso la fine del 31 ottobre la 27a Brigata meccanizzata ruppe finalmente le posizioni egiziane a Gazah, spezzando la resistenza egiziana nella parte settentrionale del Sinai, e improvvisamente, dopo giorni di battaglia ben combattuta, gli egiziani si ritirarono precipitosamente abbandonando le loro armi, e consentendo agli israeliani di muoversi rapidamente verso ovest e nord, dove causarono molto panico e catturarono molti armamenti. Era diventato un caos improvviso e poco spiegabile, con le armate egiziane che si stavano perdendo nel deserto, o restavano bloccate dalla sabbia; tuttavia i loro comandanti cercarono di riprendere il polso della situazione, anche perché potevano sempre sperare nel sostegno dell'aviazione all'indomani. Ma poi successe qualcosa di diverso e imprevisto.
 
A terra, però, le truppe avanzate degli egiziani erano nei guai, e verso la fine del 31 ottobre la 27a Brigata meccanizzata ruppe finalmente le posizioni egiziane a Gazah, spezzando la resistenza egiziana nella parte settentrionale del Sinai, e improvvisamente, dopo giorni di battaglia ben combattuta, gli egiziani si ritirarono precipitosamente abbandonando le loro armi, e consentendo agli israeliani di muoversi rapidamente verso ovest e nord, dove causarono molto panico e catturarono molti armamenti. Era diventato un caos improvviso e poco spiegabile, con le armate egiziane che si stavano perdendo nel deserto, o restavano bloccate dalla sabbia; tuttavia i loro comandanti cercarono di riprendere il polso della situazione, anche perché potevano sempre sperare nel sostegno dell'aviazione all'indomani. Ma poi successe qualcosa di diverso e imprevisto.
 
RAF e Adl'A erano pronte all'attacco contro l'Egitto già alle 4.45 del 31 Ottobre, ma l'azione venne rimandata per permettere delle missioni di ricognizione giudicate necessarie, e svolte da 4 Camberra e 7 RF-84F nel giorno successivo. In tutto si stimò la presenza di oltre 110 MiG-15, 14 Meteor, 44 Vampire e 48 Il-28 efficienti: 35 MiG-15 ad Abu Swayr, 31 a Kibrit, 20 a Inchas, 25 (inclusi MiG-17) ad Almaza, assieme a 4 Meteor, 21 Vampire e 10 Il-28. A Fayid erano rilevati 9 Meteor e 12 Vampire, a Cairo Ovest 9 Vampire e 16 Il-28, infine a Luxor c'erano altri 22 Il-28 e a Kasfareet un Meteor e due Vampire. L'EAF non stette a guardare e alcuni MiG decollarono per affrontare i ricognitori, che non promettevano nulla di buono per il futuro. Due MiG arrivarono vicino ad un RF-84 e il pilota francese non si accorse di nulla. Furono solo le traccianti che gli passarono vicino all'abitacolo che lo misero in guardia e prontamente scappò a Cipro abortendo la missione. Nel frattempo c'era bisogno di tenere conto dell'Operazione Cover, che era quella che gli USA avevano allestito per evacuare i loro civili, cosa che ovviamente intralciò i piani degli anglo-francesi. Per questo si evitò di colpire Cairo Ovest, tanto che persino la prima ondata di Valiant del 148 Sqn, decollata nel pomeriggio del 31 ottobre da Malta ebbe ordine di non attaccare l'aeroporto del Cairo. La seconda ondata era costituita da 11 Camberra da Cipro, sempre mandati contro Cairo Ovest (e poi 'girati' ad Almaza), 11 da Cipro e 5 Valiant più 5 Camberra da Malta, mandati contro Kibrit. La terza ondata comprese altri 18 Camberra di Cipro e Malta, più 4 Valiant maltesi, qui diretti senza incertezze ad Abu Swayr; infine 17 Camberra attaccarono Inchas. In tutto circa 100 bombardieri britannici iniziarono le ostilità contro l'Egitto. I primi ad arrivare furono i Camberra del No.139, che colpirono alle 21.30 Almaza. In tutto vennero sganciate, da questo e da altri squadroni, 41 bombe da 454 kg. Riportarono che danni ingenti vennero causati a terra, ma poi ci si rese conto che avevano attaccato Cairo Ovest. Tuttavia, le bombe non causarono danni, con non poco sollievo visto che proprio quell'aeroporto era stato dichiarato 'intoccabile' per i motivi di cui sopra. Poi toccò ai Valiant, che colpirono minuti dopo Almaza, contrastati da tre Meteor NF del No.10 Sqn, tanto che uno dei caccia dell'EAF riuscì a mettersi in coda ad un Valiant, che riuscì a salvarsi dall'attacco del caccia, ma questo diede modo di capire che gli egiziani non avrebbero lasciato i bombardieri inglesi scorrazzare senza contrasto. Altri attacchi ebbero luogo con sette Camberra che sganciarono da 13.000 m su Kibrit, riportando danni molto maggiori di quelli modesti che la base subì. I britannici erano tuttavia in grado di bombardare, con i Camberra, anche da 15.000 m, come avvenne la notte successiva, aiutati da venti meno impetuosi e disturbatori data la maggiore quota (i Camberra erano davvero degli arrampicatori formidabili, arrivare tanto in alto con un carico di bombe completo). Vennero attaccati anche Abu Swayr e Inchas, ma non senza essere disturbati dai Meteor egiziani, che spararono anche ad un Camberra, senza tuttavia colpirlo.
 
Nasser osservava i bombardamenti aerei dalla sua casa di Almaza. A quel punto diede ordine di non confrontarsi più con gli inglesi, una decisione politica più che militare, perché voleva confrontarsi con Israele e non dare agli anglo-francesi troppi appigli per continuare l'attacco all'Egitto. In realtà la cosa non ebbe realmente successo, perché gli ordini di evacuazione per gli aerei e piloti non furono sufficientemente veloci. In effetti, il 1 novembre l'aviazione egiziana era a terra e senza mostrare una qualche reattività al nemico, che ci mise poco tempo ad approfittarsene. Inoltre l'esercito egiziano, che stava soffrendo molto contro quello israeliano, supportato dall'aviazione, si ritrovò pressoché privo di copertura aerea, e costretto a retrocedere nell'aerea di Suez.