Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest-3: differenze tra le versioni

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Per le esigenze d'altura le 6 moderne navi da supporto logistico 'Elbe' possono portare anche 101 soldati. Sono le degne eredi delle 'Rhein', consegnate nel 1992-94, allo scopo di sostenere le piccole navi come sottomarini e navi missilistiche, con capacità di portare 450 t di gasolio e 130 di munizionamento, nonché d'eseguire riparazioni con le officine di bordo. Hanno anche un ponte di volo poppiero e come novità nella Marina tedesca, un paio di complessi chiamati 'Fliegerfaust' con 4 missili Stinger l'uno. Le 'Elbe' ovviamente sono tra le navi utilizzate per impieghi fuori area: la ELBE è per la 7a Squadriglia missilistiche, la MOSEL per la 5a Cacciamine, RHEIN e WERRA per la 3a cacciamine, la MAIN serve invece con lo squadrone Sommergibili e infine la DONAU è stata assegnata alla 1a squadriglia Corvette, destinata a ricevere le K-130.
 
 
===Navi minori, aviazione e programmi futuri===
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'''Progetti per il futuro''': altri 2 U-212, almeno 1 'Berlin', la possibilità di arrivare fino a 12 U-212, mezzo di indubbio successo visto che 3 sono per Israele (altri due richiesti), 2+ 2 in corso di realizzazione per l'Italia, e gli U-214 per Grecia e Corea del Sud. La terza 'Berlin' ordinata nel 2007 sarà consegnata nel 2011, ma forse, al posto della quarta, vi sarà una o due JSS, Joint Support Ship. Le F-125 sono fregate che dovrebbero sostituire anche le 'Bremen', 4 grosse navi da consegnare nel 2014-17, e altrettante verso il 2020. 148x 18 m, 6.800 t di stazza a pieno carico, sistema motore CODLAG, radar TRS-3D evoluto, cannone OTO LW da 127/64 mm e otto missili con capacità d'attacco in superficie, missili RAM, 2 MGL-27, 5 torrette HITROLE da 12,7 mm e altre armi minori, per lo più collegate ad apparati optronici e radar multifunzione, 2 NH-90 e un ROV antimine. Infine la presenza di un commando di 50 uomini con 4 mezzi veloci a chiglia rigida da 11 metri. Le navi, per 'spedizioni oltremare' dovrebbero navigare 210 giorni l'anno, e per questo saranno manovrate da un doppio equipaggio che, grazie all'automazione, sarebbe ridotto a 110 effettivi.
 
====Le corvette K-130<ref>Po, Enrico, articolo su RiD set '09</ref>====
Un altro programma è quello per le corvette K-130 'Braunschweigh', che per ora sono 5, impostate nel 2004-2006, consegne cominciate nel 2007. Derivate dalle MEKO 100, sono piccole fregate da 89 metri e 13 di larghezza, 1.840 t, ottimamente stabili, 4.000 miglia d'autonomia a 15 nodi, 2 lanciamissili binati per gli RBS-15 Mk.3 con capacità anche contro bersagli di terra, due RAM, 1 pezzo da 76 mm, 2 da 27 mm, ECM UL-5000K e sistemi MASS, il tutto gestito dal SEWACO FD in versione 'ridotta' CM&WDS. I sensori sono il radar TRS-3D/16 da 200 km di portata, sistemi ESM, link 11 e 16, ma niente sensori o armi ASW, quindi esiste solo l'elicottero imbarcato o gli UAV tipo il FIRE SCOUT. Il SEAMOS era stato pensato appositamente per le K-130 ma è stato cancellato. Al solito vi sono ampie cure per ridurre la traccia radar e di altri tipi, mentre i motori sono due diesel per 26 nodi. Se inizialmente si parlava di 15 navi, è possibile tuttavia che in seguito ne verranno ordinate una seconda serie di 5 per consegnarle entro il 2012. Sono previste altre 6 corvette chiamate MUKE, navi multiruolo forse di tipo del tutto anticonvenzionale come gli hovercraft o catamarani, con tecnologia PACSAT, sviluppata grazie ad un progetto UE del 2001 finanziato con 1,5 milioni di euro.
Un altro programma è quello per le corvette K-130 'Braunschweigh', che per ora sono 5, impostate nel 2004-2006, consegne cominciate nel 2007. Derivate dalle MEKO 100, sono piccole fregate da 89 metri e 13 di larghezza, 1.840 t, ottimamente stabili, 4.000 miglia d'autonomia a 15 nodi, 2 lanciamissili binati per gli RBS-15 Mk.3 con capacità anche contro bersagli di terra, due RAM, 1 pezzo da 76 mm, 2 da 27 mm, ECM UL-5000K e sistemi MASS, il tutto gestito dal SEWACO FD in versione 'ridotta' CM&WDS.
 
Erano i primi anni '90 quando la Marina tedesca, pensando agli impegni futuri lontano dalle proprie coste, dovette considerare la relativa inutilità delle sue motomissilistiche, navi pensate per il Baltico e come tali, con autonomia e tenuta al mare ridotte. Per i compiti a grande distanza c'era la necessità di navi meglio equipaggiate, seppure non necessariamente meglio armate. Il requisito operativo venne approvato nel 1995 e lo studio venne approvato già nel 1996 come K-130 (Korvette Type 130). Si pensava di costruirne ben 15 esemplari, di cui 4 entro il 2007 e gli altri scafi dopo il 2010. Nel novembre del 2000 questo programma sembrò eccessivo. Sebbene queste corvette erano circa un terzo delle vecchie motomissilistiche da rimpiazzare, i soldi per realizzarle mancavano e alla fine si decise di realizzarne solo cinque. Nel frattempo lo sviluppo, che si è portato avanti grazie ai ritardi (è un pò come per l'EF-2000, del resto), ha consentito di implementare nuove tecnologie, nel mentre si costituiva un consorzio chiamato ARGE K-130 (BW, Lurssen e Thyssen, EADS e Thales per l'elettronica). Il contratto, a prezzo fissato (186 mln di dollari per unità tutto compreso, notare che all'epoca non s'era ancora adattate le cifre all'euro) venne firmato il 13 dicembre 2001. Realizzate con tecnologie avanzate e procedure CPM (quelle stabilite dal governo, dal 2001 in poi, per le nuove forniture militari), la capoclasse, fatta come le altre con sezioni ripartite tra i costruttori, è la Braunschweig (F-260), che venne varata nell'aprile 2006 e consegnata nel gennaio 2008. Segue la F-261 Magdeburg, varata lo stesso periodo e consegnata nel luglio del 2008. La prima delle due è stata costruita nei cantieri B&V, la seconda dai Lurssen. Segue la F-262 Erfurt, varata nel settembre del 2006 e consegnata dai cantieri Nordseewerke al settembre 2008. Le ultime due sono la F-263 Oldenburg, luglio 2007-ottobre 2008 (da B&V) e la Ludwighdsafen, varata nel settembre 2007 e consegnata nel marzo 2009. Nell'insieme un tempo rimarchevolmente breve per queste nuove unità militari, almeno dopo la definizione e l'inizio della costruzione. I nomi sono per lo più quelli delle vecchie corazzate realizzate nei primi anni del '900 e rimaste in servizio fino alla II GM, dato che il trattato di pace del 1919 non prevedeva la rottamazione di navi delle generazioni più vecchie.
 
Lo scafo è 82,8 m tra le perpendicolari, 89,12 fuori tutto, per una larghezza di 13,2 m e un pescaggio di 3,4 m. Il dislocamento di 1.840 t ha margini per 140 t onde coprire crescite future, mentre per la stabilizzazione c'é un sistema che agisce sui due timoni, capaci di spostarsi in verticale un pò come pinne. L'aspetto delle navi è massiccio, basso, compatto, con due alberi piuttosto tozzi e dalla solida fattura, come tutto le sovrastrutture. Queste sono concentrate sopra una tuga centrale, comprendente una plancia di comando molto ampia. Le armi sono tutte qui sopra, mentre a poppavia vi è un ponte di volo di 24 metri x 12,6, capace di ospitare elicotteri fino a 12 t; purtroppo non vi è anche l'hangar, malgrado che uno potrebbe senz'altro essere realizzato, con una struttura telescopica, specialmente se si ospitassero elicotteri più piccoli, quali il Lynx (una soluzione, insomma, come quella delle Meko 140 di ultima produzione, e le stesse 'Lupo' italiane). Un hangar, a dire il vero, è effettivamente presente. Ma non serve per gli elicotteri, quanto per due UAV, e forse anche per questo il ponte di volo è definito come 'multifunzione', capace tra l'altro di ospitare 4 ferroguide per mine (fino a 60 esemplari). Per il resto, la costruzione è nel tipico stile MEKO, modulare sia per lo scafo che per sovrastrutture (sistema di modularizzazione noto come MFS). La linea delle navi tedesche, tuttavia, ha una particolarità. Non c'é il fumaiolo. Questo perché gli scarichi vengono espulsi sui lati dello scafo, appena sopra la linea d'acqua. Per questo, il tradizionale colore nero-fumo, in genere presente sulla sommità dei fumaioli (per non sporcarli nelle zone 'chiare' con gli scarichi) qui è sui lati delle navi: sembra una sistemazione mimetica come ai vecchi tempi, ma in realtà è per non rendere evidente gli effetti degli scarichi, i quali sono poco visibili anche fisicamente. E' senz'altro un sistema poco ortodosso, sperimentato da molto tempo anche con soluzioni più estreme, come lo scarico subacqueo, ma questa è la prima grossa classe navale che ne fa impiego, quando al contempo si vedono unità come le 'Orizzonte' con i loro fumaioli sgraziati e non simmetrici, abbinati in qualche modo alle alberature. Qui, l'assenza dei lunghi e pesanti scarichi consente di usare tutto lo spazio nelel strutture per altri impieghi, e limita anche l'emissione IR. La stessa soluzione è applicata alle future F-125. Per ridurre l'emissione IR è impiegato anche un sistema di raffreddamento ad acqua di mare spruzzata negli scarichi, riducendo la temperatura di picco a meno di 150 gradi centigradi anche con i motori a tutta potenza. Si può persino creare una cortina d'acqua nebulizzata usando degli ugelli laterali, riducendo ulteriormente la segnatura infrarossa. Le K-130 sono dotate di motori diesel, e questo aiuta a sua volta a ridurre l'emissione termica, specie nel campo delle temperature più elevate, e più facili da identificare. Quanto alle emissioni radar, le navi sono con la solita configurazione a X, ovvero con lati opportunamente sagomati per rendere più difficile agli echi radar la propagazione verso l'emittente, dopo avere colpito la struttura della nave. La progettazione è stata curata con l'uso di un software realizzato dalle F.A. tedesche e che simula l'emissione radar e la traiettoria delle sue onde (SIMPRASS). Ridotta anche la segnatura acustica con accorgimenti per isolare i motori diesel, piuttosto rumorosi, dallo scafo. La segnatura magnetica è stata curata con un sistema MES, che in sostanza è un generatore di corrente che produce un campo magnetico che è contrario e uguale a quello della struttura, per cercare di annullarne gli effetti. I risultati sono nell'insieme molto buoni: sono navi 'fredde', e con una segnatura radar simile ad una motocannoniera Type 143, che stazza appena un quarto (circa 400 t). Quanto alle misure interne, vi sono accorgimenti anti-shock e duplicazioni di sistemi essenziali, apparati antincendio con acqua di mare e schiuma (Questa per la sala macchine, generatori diesel e hangar per gli UAV). Non manca una difesa NBC, altro cardine delle moderne navi da guerra, sebbene meno importante oggi, negli scenari del dopo-guerra fredda. Questo funziona con la solita tecnica della sovrapressione e della filtrazione dell'aria: un sistema di filtri la 'pulisce' e poi la immette a pressione leggermente maggiore dell'esterno, così che non entri aria da altre parti della nave (chiaramente, se le poche aperture e finestre sono chiuse). La solita struttura delle murate alzate fino ad inglobare le sovrastrutture, in un tutt'unico, aiuta a ridurre i pericoli, la segnatura radar ed elimina i punti deboli, anche se in questo modo si può passare lungo il ponte di coperta solo entrando nelle sovrastrutture, visto che non vi sono passaggi esterni lungo le stesse, come nelle navi di vecchia generazione. In tutto, l'equipaggio è molto contenuto, 65 elementi di cui 11 ufficiali e 16 sottufficiali, come accade oramai diffusamente nelle navi moderne. Così è possibile ospitarlo in cabine da sei posti al massimo, mentre il comandante ha un alloggio bilocale. Data la riduzione dell'equipaggio e l'aumento del volume delle sovrastrutture rispetto alle navi più vecchie (per esempio, con l'allargamento fino alla murata della nave), l'abitabilità è migliore e l'autonomia più lunga. E' possibile usare anche solo 57 persone per mandare avanti una K-130 con tutte le sue funzioni intatte. Naturalmente, se vi è un incendio a bordo sarebbe necessario un equipaggio numeroso, ma per le emergenze si stima, nelle navi moderne, che basti aumentare l'automazione e la resistenza strutturale per ottenere risultati simili, con minori rischi di perdite umane in caso di disastro. Per la prima volta nella Marina tedesca, vi è un vero e proprio sistema Intranet (o Ethernet?) per collegare i vari sistemi, tra cui quello CDS (combattimento), logistico (PCLOA), comunicazioni (IMUS) e altri ancora. Questo sistema è costituito da un gran numero di sistemi digitali, 18 computer solo per il PCLOA e un totale di oltre 100 tra computer e consolles disponibili a bordo.
 
 
I motori sono gli MTU 20V 1163 TB94, quelli delle F-123. Inizialmente si pensava a configurazioni CODAG o tutto-turbina, ma poi è prevalsa l'idea del tutto-diesel. I due motori, in contenitori insonorizzati e scalati in lunghezza (per non essere presenti nello stesso settore dello scafo, cosa potenzialmente pericolosa in caso di danni a bordo), essi hanno una potenza di 10.065 hp a 1.350 giri-min, e consentono 26 nodi come massimo continuativo, 20 con un solo motore, e 3.500 miglia nautiche a 15 nodi. Quanto ai generatori elettrici, ve ne snono 4 da 570 kW l'uno, a loro volta raggruppati in due locali; vi sono anche le batterie di bordo, che consentono di resistere per due minuti senza corrente dei generatori.
 
Il sistema d'arma è ripartito con il cannone a prua, i lanciamissili RAM dietro il cannone e sopra l'hangar per UAV, i due cannoni da 27 vicini alla plancia, e i missili antinave dietro l'albero principale. Vi sono anche due motolance, una per lato. Il sistema di gestione della piattaforma è della CAE, l'IMCS con una serie di camere TV e il controllo dalla centrale o da 5 stazioni periferiche, con interfaccia HMI. Il sistema BDCS è una parte di questo apparato e consente di gestire i danni a bordo quando ve ne siano. La navigazione ha una stazione di lavoro in plancia, nel settore sinistro, e risponde a criteri moderni del tipo 'Integrated Bridge', con due radar in banda X e S Raytheon Pathfinder Mk .2 e vari sensori, anche subacquei, di comunicazione e posizione.
 
I sensori sono il radar TRS-3D/16 da 200 km di portata, un tipo specifico per queste corvette (banda C, peso 842 kg, antenna con 16x46 elementi, dimensioni 2,5 x 1,98 m). E' un sistema parte di una famiglia che è in servizio in una cinquantina di esemplari in sette marine, USN inclusa. I componenti sottocoperta del radar pesano 2.375 kg. Le modalità di funzionamento sono sei, e vanno da quella apposita per la scoperta a bassa quota, a quelle per le portate maggiori su aerei ad alta quota, fino alla correzione del tiro delle artiglierie con l'identificazione dei punti d'impatto sul mare. HA anche un IFF in banda S e può identificare, malgrado sia un apparato di medio raggio, fino a 400 oggetti aerei e navali, ma è particolarmente utile per la scoperta di minacce a bassa quota. E' l'unico radar importante, per il resto vi sono i due radar di navigazioen e scoperta in superficie di cui sopra, e non vi sono sistemi radar di controllo del tiro. Per il resto vi sono apparati passivi, come i due sistemi Thales MIRADOR MSP 500, uno per albero, con camere TV, termiche e laser. Nell'IR basso, da 3-5 micron, hanno campo di 2 x 1,5 gradi al massimo ingrandimento, 7,2 x 5,4 con quello minimo; nel settore IR a 8-12 micron hanno campo di 3-9 x 2,25-6,75 gradi. La camera TV è capace di un campo di 4,4 x 3,3 gradi e con uno zoom da 18x; l'LLTV ha 10 ingrandimenti e 5 x3,7 gradi di visuale; un tipo diurno per l'inseguimento, di tipo monocromatico, ha 2x1,5 gradi di visuale e mira stabilizzata. Infine il laser ha portata di 40 km e precisione di 5 metri. Il tutto è sistemato in una torretta pesante 375 kg con elevazione tra -30 e +120 gradi, elevazione di 4 rad/s e accelerazione di 8 rad/s (quindi molto superiori a qualunque esigenza pratica, un rad è circa 57 gradi), con una portata tipica contro un caccia di 25 km e tempo di reazione di 4 secondi tra scoperta e inizio dell'azione di fuoco. Per gli UAV, capaci di scoprire bersagli oltre-orizzonte, al momento attuale non si è ancora deciso, ma vi sono sistemi come il Camcopter S-100 collaudati a bordo delle navi, si tratta di UAV a forma di minuscolo elicottero. L'anticonvenzionale SEAMOS era stato pensato appositamente per le K-130, ma è stato cancellato.
 
Quanto ai sistemi d'arma, c'é il solito 76 mm, ottenuto dalle vecchie navi radiate, e aggiornato con il kit da 100 c.min, il che presuppone l'idea di usarlo anche per compiti antierei, altrimenti a che pro quest'aumento, per un'arma che già arriva a 85? Ufficialmente serve solo per bersagli di superficie. Più innovativo è senz'altro l'RBS-15 Mk.3, sono 4 contenitori-lanciatori a centro nave. Quest'arma, che entrò in servizio con la marina svedese nel 1983, si è evoluta con l'Mk 2 nel 1999 e adesso ha un'ulteriore aumento delle prestazioni. Grazie all'elettronica miniaturizzata e a un maggior quantitativo di carburante, può recapitare la testata da 200 kg ad oltre 200 km di distanza, grossomodo al livello dell'OTOMAT e superiore ai tipici Harpoon e persino all'Exocet Block 2. Tra le altre caratteristiche un autopilota digitale, un computer di missione riprogrammabile, tecniche di penetrazione più efficaci e maggiore velocità nel momento dell'attacco finale, nonché un radar-altimetro con modalità adattativa allo stato del mare, per finire poi con la cellula, ora più agile e con una certa cura della stealthness, nonostante l'aspetto tozzo che contraddistingue questo missile. Esso è anche utilizzabile per attaccare bersagli di terra, un pò come tutti i missili antinave moderni, attualmente piuttosto a corto di bersagli navali potenziali. La velocità è di mach 0,9 grazie al solito reattore Microturbo TRI-60. Per il resto, da segnalare il radar d'attacco in banda Ku e varie modalità, e in futuro vi è l'idea di un sistema duale con un radar LPI e un apparato IIR, quest'ultimo indispensabile per un attacco efficace contro bersagli terrestri. In ogni caso, l'arma è capace di volare con un sofisticato INS/GPS e la possibilità di programmare waypoints e coordinare l'attacco in simultanea, anche con traiettorie e quote diverse. Questo missile è quindi altamente flessibile nell'impiego e decisamente pericoloso per qualunque bersaglio. Inoltre, essendo un'arma a lungo raggio è possibile usarla anche con designazione oltre-orizzonte, in genere sistemi ESM della nave o sensori di operatori esterni. In teoria, una salva di 4 missili potrebbe benissimo essere scagliata oltre orizzonte, e tutte le armi sarebbero sul bersaglio apparendo da traiettorie del tutto diverse e con profili d'attacco differenti.
 
Questo sofisticato missile è nato da una joint-venture tra SAAB e Diehl BGT, per dare un sostituto ai missili antinave della Marina tedesca, oramai piuttosto superati. Venne scelto dopo la competizione serrata con il norvegese NSM e l'Harpoon Block II. Era il 2004 e nel marzo di quell'anno venne firmato un contratto per 120 mln di corone svedesi (15,9 mln di $) per l'integrazione del sistema sulle K-130, e nel 2006 seguì un contratto per i missili veri e propri. Tuttavia, malgrado le sue qualità, quest'arma non sarà per ora applicata ad altre navi tedesche, perché le F-125 saranno dotate dell'Harpoon. Mentre i missili antinave sono piuttosto eterogenei nella Bundesmarine, quelli SAM sono standardizzati dato che esistono anche qui i lanciatori Mk-49 dei RAM, ciascuno con 21 armi pronte al lancio, nelle versioni più recenti RIM-116 B1A. Essi hanno sistema IR e radar passivo, con il software HAS (elicotteri, aerei e bersagli di superficie). Un altro sistema interessante è senz'altro l'MGL-27, che è l'unica concretizzazione dell'idea di impiegare l'eccellente BK-27 (quello dei Tornado) come artiglieria CIWS. Ad un certo punto si pensava ad un sistema a 4 canne, capace in teoria anche di 6.800 c.min e quindi all'altezza di sistemi come il Myriad (10.000 c.min, ma da 25 mm). Attualmente, per sostituire le valide ma un pò invecchiate Rh-202 da 20 mm, è stato scelto questo sistema, molto sofisticato. I cannoni Mauser (ora Rheinmetall) sono armi revolver da 27 x 145 mm, e sono controllabili a distanza con un monitor TV e un apparato elettro-ottico sull'affusto. Questo ha una camera termica raffreddata ad appena 77 K (ovvero circa -196 centigradi), che funziona nell'infrarosso alto, 7,5-10,5 micron, con campo 3,3-11,5 x 4,4-15 gradi; vi è anche una camera TV di tipo CCD da 752 x 582 pixel, e infine un telemetro laser classe 3A da 1,543 micron, 40 km di portata strumentale e precisione di 5 metri. Si tratta dunque di un'arma molto sofisticata, il cui unico neo è il fatto di avere solo 90 colpi pronti nell'affusto, sebbene si possano incrementare del 50% (135) in opzione. Questo significa, a 1.000 c.min, solo 6 secondi di fuoco, poco più di 3 al massimo valore (sempre che sia applicabile in quest'installazione). Interessante anche descrivere il sistema difensivo Rheinmetall MASS (MUlti Ammunition Softkill System) che ha due lanciatori gestiti da computer e in fibra di carbonio, mobili sui due piani e con 32 tubi l'uno. Essi lanciano razzi con spoletta programmabile per induzione magnetica (all'uscita del tubo) del tipo OMNI TRAP, utilizzabili per coprire la nave nel settore del visibile, IR tra 2-14 micron, radar tra 8 e 18 GHz e IR vicino (0,5-1,9 micron), con modalità di confusione, dissimulazione ecc. ecc. Il tempo di reazione è di appena due secondi persino contro missili supersonici. Per il resto vi è un ESM EADS UL 5000K da 2-18 GHz, e un disturbatore EADS KJS-N-5000.
 
Il comando e controllo è basato sul Thales SIGMA SPLICE (ovvero il SEWACO-FD, ultimo nato della dinastia olandese), con architettura distribuita e apparso sulle F-124 Sachsen, con rete in fibra ottica (ridondante) e dati digitalizzati. I computer e programmi sono del tipo COTS (Commercial Of-The Shelf), ovvero sistemi commerciali militarizzati e sistemati negli ECC, delle strutture anti-shock e radiazioni EM. Vi sono programmi come il SDFPC, e altri tipi inclusi quelli addestrativi, tutti sviluppati nell'ambito del consorzio. Vi sono 8 stazioni con 2 schermi da 21 pollici l'una nella sola CIC (Centrale di combattimento) e altre 3 con uno schermo (una è in plancia) e due maxischermi. Una delle consolle principali è destinata alle ECM. Vi sono anche molte altre attrezzature di bordo, minori ma pur sempre importanti per impieghi particolari, incluso quello del cannone da 76 mm. da ricordare, tra i vari sistemi di bordo, i link 11 e 16 nonché il SATCOM in banda UHF, SHF e EHF.
 
Se inizialmente si parlava di 15 navi, è possibile tuttavia che in seguito ne verranno ordinate una seconda serie di 5 per consegnarle entro il 2012. Manca qualcosa a questo sofisticato set di sensori? Quelli ASW. Le K-130 non hanno alcun sistema antisommergibile, a differenza dello standard dei tempi della Guerra fredda. Del resto, mentre i sistemi ASW si sono resi sempre più sofisticati e costosi, la minaccia subacquea è scaduta progressivamente dopo il 1991 (in termini politici e quantitativi, non certo qualitativi). Questo programma, di suo, sarebbe forse stato cancellato con gli anni; ma per tenere occupati i cantieri con realizzazioni ad alta tecnologia nel periodo tra le F-124 e 125, è stato senz'altro un buon investimento. Dà l'idea di come le navi moderne siano campionari di tecnologie avanzate, anche quando hanno compiti limitati. La Polonia, allettata da questo progetto, ha deciso di comprarsi il simile progetto A-100P (classe Islazak), e la Malaysia ne ha comprate sei del tipo A-100 RMN (Classe 'Kadah'). Un buon affare, dunque, per l'export tedesco, dopo che per anni le MEKO 100 erano state proposte, ma senza acquirenti, tanto che le prime notizie della 'piccola' della famiglia (classe A, per l'appunto), risalgono nella stampa già ai primi anni '90.
 
Sono previste infine previste altre 6 corvette chiamate MUKE, navi multiruolo forse di tipo del tutto anticonvenzionale come gli hovercraft o catamarani, con tecnologia PACSAT, sviluppata grazie ad un progetto UE del 2001 finanziato con 1,5 milioni di euro.
 
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In ogni caso, la Marina tedesca si sta rinnovando in maniera molto consistente. Quello che le manca e che non è previsto nemmeno in futuro, è una portaerei e forze da sbarco anche ridotte, senza le quali non riesce appieno a togliersi dal novero delle flotte meramente regionali tipiche del Nord Europa. Fortissima nel Mare del Nord e Baltico meridionale, capace di interdire l'accesso a navi 'nemiche' con centinaia di vedette, aerei, sottomarini e campi minati, rimane ancora senza una vocazione veramente globale, che d'altra parte è difficile trovare finiti i confronti militari convenzionali. Eppure i cambiamenti sono stati enormi: anche solo il fatto di mettere a terra tutti i Tornado (persino più numerosi di quelli dell'AM) ne è un esempio, anche in termini di risparmio economico. Ma ancora non basta, e il futuro ci dirà cosa succederà dei tanti progetti e in generale dell'ambizione di controllare con mezzi militari 'umanitari' una situazione sempre più deficitaria in termini economici e politici.
 
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*3 navi SIGINT 'Oste', 1986-89
*1 nave scuola, '58
 
 
====Armi della Bundesmarine====
[[File:Kormoran missile.jpg|350px|right|]]
Forse il più caratteristico tra gli armamenti della marina tedesca è il''' Kormoran''', ben noto anche in Italia perché la sua sagoma appuntita e le sue alette a freccia sono state spesso ritratte sotto la pancia dei Tornado del 36° Stormo. Ecco quindi la storia di questo missile usato solo da Germania e Italia, ma comunque arma di primaria importanza ai tempi della Guerra fredda, letteralmente schierata dalle nazioni in prima linea. Sopratutto, è un'occasione per viaggiare all'interno di quel mondo oggi poco noto in cui i missili europei moderni vennero alla luce, con molti 'intrecci' tra ditte europee dei quali v'é rimasta ben poca memoria<ref>Ludi, Giovanni: ''Kormoran'', A&D dic 1987 p.18-25</ref>.
 
Mai inteso per lanci da elicotteri o mezzi di superficie, tantomeno subaquei, il Kormoran è un altro dei tanti missili antinave europei relativamente piccoli e capaci di penetrare le difese volando radenti alla superficie del mare. La sua nascita è datata 1962, quando la Marineflieger studiò assieme alla Bolkow un'arma stand-off per i suoi nuovi F-104G. Anche la Nord-Avion francese stava studiando un'arma analoga, l'AS-33, finanziato anche dalla Germania, nel mente la CSF, ovvero la Companie Generale de Télégraphie sans Fil, l'attuale Thomson-CSF, stava mettendo a punto un sistema di ricerca radar. Nel '64 arrivò la richiesta ufficiale tedesca per un'arma stand-off con capacità di ricerca autonoma del bersaglio dopo il lancio e acquisizione dello stesso in condizioni ognitempo, oltre che elevata letalità quando a segno. Evidentemente non era il caso di seguire la via che i francesi e inglesi all'epoca percorrevano con il grosso Martel, disponibile in versione antiradar e a guida TV, mentre qui serviva un sistema di guida nuovo e costoso, con relativo radar di bordo. Nulla di impossibile, in fondo gli americani avevano già realizzato un tale sistema con l'ASM Bat del '44. L'AS-34 era parente stretto, aerodinamicamente, del più piccolo AS-30 tattico, e la collaborazione tra Nord, CSF e Bolkow KG portò ad uno sviluppo che finì per essere noto come Kormoran. Sta di fatto che l'arma in parola è anche nota con la sigla, ovvero AS.34 Kormoran.
 
Nell'ottobre del '67, non è chiaro se prima o dopo l'affondamento dell'Eilat, il Ministero della Difesa tedesco, ramite il suo ufficio armamenti dava incarico alla MBB (Messerschimitt-Bolkow-Blohm) di realizzarlo come capocommessa, ma con la francese Aérospatiale come subcontraente, anzi originariamente era ancora la Nord Aviation, prima che confluisse nella nuova ditta. La realizzazione dell'elettronica di bordo era sopratutto merito suo, la Thomson CSF era interessata alla guida, la SNPE, altro nome storico della missilistica (Société Nationale des Poudres et Explosifs) era interessata al motore a razzo, la Boneenswerk Geratetechnik ai calcolatori di bordo e la MBB per la testata bellica. Per gli studi fu importante anche l'AS-33, missile non realizzato come tale, ma di cui vennero costruite diverse parti e implementate nel Kormoran. Anche se non figura come tale, pertanto, il missile prodotto poi essenzialmente dalla MBB è un'arma binazionale, imparentata con l'Exocet. Già nella primavera del '69 venne lanciato il prototipo inerte X.3, nel '70 l'X.4, e infine nel '71 veniva tirato dal centro di Cazaux, in Francia, l'X.5, con i sistemi di guida previsti. Poi gli esperimenti si spostarono al centro sperimentale 61 della Marina di Manching, fino a che terminarono nel dicembre del '74. Così successe che la missilistica francese, nata dalle esperienze tedesche della II GM, si portò nella terra delle sue origini. La tempistica dello sviluppo, per quanto iniziato molto tempo prima, era stata piuttosto lenta e di fatto coincise con quella di armi come l'Exocet e l'OTOMAT. Nel '74 un primo contratto per la difesa tedesca riguardò 469 milioni di marchi per 350 missili più 56 sistemi avionici per gli F-104G lanciatori; ogni missile sarebbe costato esattamente 1,234 milioni di marchi e tutta la fornitura doveva essere completata entro il 1981. Dopo sette lanci sperimentali, purché 4 almeno avessero avuto successo, il contratto si doveva considerare avviato. E così avvenne.
 
Il missile, dalla sagoma molto più appuntita dell'aspetto arrotondato dell'Exocet, è dotato di due serie di superfici, tutte a freccia, di cui le posteriori per la guida. Il motore è bistadio, ovvero un booster SNPE 'Prades' e un sostainer SNPE 'Eole IV'; dietro la prua vi è il radar Thomson RE-576, testata, INS Sagem, altimetro della TRT capace di una precisione di 30 cm e i sistemi elettrici: batterie, altimetro e calcolatore sono tutti attorno all'ugello di scarico, perché il motore è in realtà molto più avanti, all'altezza delle alette centrali. La testata di per sé pesa 165 kg, praticamente come quella dell'Exocet, ma è formata in maniera diversa e più letale, come si vedrà poi. Si è previsto che in missione il vettore volasse a circa 30-60 m, aggiornando il missile sulla posizione tentuta, fino ad accendere il radar di bordo a circa 40 km dal bersaglio, salendo di quota e cercando la nave. Prima fase, che serve a dare al missile le coordinate del bersaglio eventualmente acquisito (ovviamente l'aereo deve sapere già in maniera generica dove si trova, da altre fonti), poi segue il lancio e l'allontanamento rapido oltre l'orizzonte radar; sia il Tornado che l'F-104G sono molto veloci e stabili a bassa quota, per cui allontandandosi dopo il lancio da circa 30 km a circa 30 m e 300 m.sec, significa sparire rapidamente dal settore della contraerea navale, che oltretutto, prima del sistema AEGIS, non era certo particolarmente efficace contro bersagli a volo radente (vedi le Falklands) e a decine di km di distanza. Il missile procede autonomamente, con le sue batterie accande il motore, l'INS e tutto il resto.
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Il booster accelera l'arma a 9,2 g fino a 0,95 mach, poi il missile procede ad una quota a dire il vero piuttosto alta, simile a quella dell'aereo lanciatore, se non maggiore: circa 30 m. L'INS ha due giroscopi, per misurare la posizione verticale e orizzontale dell'arma, e le 4 alette posteriori sono azionate da altrettanti motori elettrici. Ad un certo punto si accende il radar, a circa 10 km dal bersaglio, e il missile a quel punto si abbassa a 3-5 m di quota. Da notare che il radar è capace di funzionare anche in modalità passiva, ma non è chiaro che significhi in particolare. La testata è di 165 kg, di cui 56 di esplosivo. E' semiperforante e testata anche per 70-90 mm di acciaio St.37, ma ufficialmente ci si accontenta di meno: perforare un fasciame di 12 mm di St.52 con impatto di 60°, cioé circa 2,5 cm di spessore in caso di urto tangente. La testata quindi perfora le navi tipiche, ma potrebbe, con un angolo ideale, minacciare anche un incrociatore leggero della II GM. L'esplosione della carica principale fa penetrare ben dentro la nave anche 16 cariche radialmente disposte, forse da 2 kg l'una, che esplodendo causano una devastazione notevole in rapporto al peso della testata, forse grossomodo come quella da 227 kg dell'Harpoon. Forse è l'unico missile che ha tale tipo di testata HE-ICM. Si può anche lanciare il Kormoran con un traguardo ottico di puntamento, ma in casi di emergenza, forse facendogli subito accendere il radar di ricerca. Per supportare l'arma , la MBB ha sistemi specifici, come i contenitori che normalmente contengono l'ordigno: 3, di cui uno è lungo 935 mm e largo 765x700 mm, pesante 228 kg con la testata; un altro è lungo 3.175 mm per il corpo, sezioen di 870-800 mm e pesa 640 kg; l'ultimo è largo 700x770 mm, lungo 1.480 e pesa 116 kg, per il radar di ricerca; infine c'é un contenitore da 550 kg e 4,96 m, sezione 94x99,8 cm, per trasportare l'arma completa, con un carrello per l'installazione sull'aereo; esiste anche un sistema ATG, di test automatico, per verificare in 15 minuti il funzionamento del sistema; infine c'é un mock-up per addestrare il personale all'arma vera.
 
*Motore: SNPE 'Prades' da 2.750 kgs per 1 sec e un SNPE Eole IV da 285 kgs per 100 sec
*Dimensioni: 4,40 x0,344 x 1 m (lunghezza,diametro e ap. alare)
*Peso: 600 kg
*Prestazioni: 1.163 kmh a 30 m, gittata 37 km, gittata max aerodinamica 42 km circa.
 
In servizio, il Kormoran è entrato nel '77, ma la diffusione nei reparti, iniziando con l'MGF.2 è avenuta solo alla metà del '78. Nel 1980 l'Italia, in previsione della compera dei Tornado, ordinava non meno di 60 armi. Nel 1983 è stata terminata la produzione dei missili, ma anche iniziata la definizione del Kormoran 2 o Mk.2, annunciato quel luglio; allungato a 5 m, con maggiore gittata e migliore avionica, pare anche una testata più potente, è un sistema poco noto. Ne sono stati prodotti 175 per la Marineflieger ed è stato implementato direttamente sui soli Tornado. Originariamente si pensava ad un inizio della produzione attorno al 1990, per cui è probabile che tali armi siano andate alla Marineflieger (non ci sono notizie di forniture all'AM) attorno al periodo 1990-92. Il missile ha tra l'altro un nuovo radar, sempre CSF. Così la Marineflieger si è dotata di oltre 500 missili Kormoran, ciascuno capace di affondare una normale nave da guerra. Non hanno una lunga gittata (inferiore a quella dell'AM.39) ma sono comunque armi temibili e che si vanno ad aggiungere alle centinaia di Exocet e Harpoon della Marina, più siluri e mine di vario genere. Decisamente i Tedeschi si sono ben premurati per affrontare la flotta sovietica del Baltico, anche con la fornitura di almeno 556 HARM, da usare in un mix di missili antinave e antiradar supersonici, potenzialmente letale anche per difese navali moderne, e numericamente molto consistente come stock di armi, sia pure per una forza che in origine aveva due stormi di attacco con circa 100 aerei. Con la chiusura attorno al 093 di uno degli stormi d'attacco, previsti per affrontare una minaccia oramai svanita, è probabile che i Kormoran 1 siano stati tolti dal servizio. Con la chiusura anche del secondo stormo d'attacco anche il Kormoran 2 ha la carriera terminata, apparso troppo tardi per affrontare la Morskoy Flot, non risulta sia stato ceduto nemmeno all'AM, nel qual caso sarebbe stato portato dagli aerei del 156° Gruppo/36° Stormo; ma attualmente questo tipo d'attacco non è più in auge e le armi guidate in uso sono essenzialmente contro obiettivi terrestri, così anche qui gli ultimi Kormoran sono stati ritirati qualche anno fa. Se munito di un booster più potente di quello d'origine il Kormoran sarebbe stato certo anche un buon missile superficie-superficie, ma qui il posto era già stabilmente occupato dall'Exocet e poi dall'Harpoon, mentre l'eventuale riciclo come batteria costiera non è stato preso in considerazione data l'inesistenza di una minaccia costiera per la Germania.
 
== Note ==