Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: È
Nessun oggetto della modifica
Riga 6:
 
==1982: guerra delle Falklands==
Il conflitto delle Falklands fu fondamentale per rilanciare il ruolo di potenza di una Gran Bretagna da molto tempo in decadenza. Il pretesto glielo diedero i Generali argentini, che dopo una lunga fase di relativa pace, tanto da essere anche stati buoni clienti dell'industria britannica della difesa, decisero a loro volta di fare la grande impresa che la loro gente rivendicava da secoli: prendersi le Falklands, che loro chiamavano e chiamano Malvinas. Per la storia dettagliata vedi:
Quest’anno fu quello che mise a dura prova, in maniera drammatica, le forze armate argentine e anche quelle inglesi. Il Generale Leopoldo Galtieri non era stato colui che diede inizio alla dittatura dei Generali in Argentina, in quanto andato al potere solo il 18 dicembre 1981. Nel suo programma vi era l’annessione delle Isole Malvinas entro il 1983. Ma cosa v’era di tanto importante in queste isole, e quali i precedenti storici che dovevano essere tenuti in considerazione per capire la necessità di tale programma?
 
'''[[Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/Falklands]]'''
Le Isole Falklands sono un arcipelago che ha la caratteristica di essere costituito da due isole principali, la West e la East Falkland. Il capoluogo è nella East Falklands, Port Stanley, un piccolo centro abitato con un aeroporto, mentre altri ve ne sono a Dunnuse Head e Goose Green. La popolazione è scarsa e il clima risente molto della vicinanza al Circolo polare Antartico. Le isole Falklands vennero scoperte dagli inglesi nel 1592, esattamente 100 anni dopo la scoperta delle Americhe, ma tale era la difficoltà di esplorarle e poco il valore attribuito che l’esplorazione iniziò solo nel 1594. Nel 1690 finalmente ebbero il loro nome definitivo, o meglio quello che attualmente le distingue, in onore del tesoriere della Marina Cary Falkland. Nel 1764 vennero occupate, dopo ben 164 anni dalla scoperta, dal francese de Boungainville, che le chiamò le Isole Malouines per via del fatto che la sua spedizione proveniva da St. Malò. La situazione però si rimise presto in discussione, perché nel 1765 sbarcarono gli inglesi. La Spagna trattò con la Francia per la cessione di queste isole nel 1767 mentre gli inglesi, nel 1774, ne lasciarono la proprietà alla Spagna, avendo abbastanza problemi all’ozizzonte (la guerra d’indipendenza americana preoccupava molto di più). Nel frattempo l’Argentina divenne indipendente e nel 1823, come eredità della Spagna si appropriò delle Isole con un altro sbarco. Dopo 10 anni arrivarono gli inglesi e stavolta occuparono definitivamente le isole, anche se gli argentini continuarono a chiederne la restituzione per almeno due buone ragioni: erano l’eredità spagnola e facevano parte della piattaforma continentale sudamericana. Agli inglesi facevano comodo per la fiorente industria baleniera, che nell’arco di un secolo avrebbe massacrato i cetacei dei mari meridionali, e perché base idonea alle navi che si muovevano da o per Capo Horn, prima del Canale di Panama l’unico modo per passare da un oceano all’altro, visto che le Americhe sono un continente che ha la particolarià di estendersi da un Polo all’altro (anche per questo Colombo non poteva mancarle, pur ignorandone l’esistenza). La questione della sovranità sulle isole contese continuò per decenni e generazioni di diplomatici non riuscirono a risolverla totalmente: le Falknads, ragionavano gli inglesi, erano state scoperte da loro e siccome erano disabitate si poteva dire con ‘inventio rei nullibus’. La popolazione, per quanto scarsa, che le abitava era essenzialmente di origine inglese. Tra il 1965 e il 1976 vi furono relazioni molto più amichevoli tra i due Paesi, tra l’altro non sempre così ‘nemici’ in quanto la Gran Bretagna vendette all’Argentina materiali come i bombardieri Camberra, bombe da 454kg, missili Blowpipe e Tigercat, oltre ad un paio di cacciatorpediniere Type 42 e altrettanti elicotteri Lynx Mk.23. Ma dal 1976 iniziò la cosiddetta ‘dittatura dei generali’ e le relazioni si interruppero del tutto fino al 1979. Nel febbraio 1982 si provò ad iniziare la risoluzione del contenzioso all’ONU, ma il 18 Marzo 1982 un gruppo di operai argentini issarono la bandiera nazionale nella Georgia del Sud, considerata parte dei possedimenti inglesi del Territorio Antartico Britannico. Il 2 aprile una forza di invasione di 2000 marines e fanti, portata da una flotta di navi comprendente mezzi da sbarco LVTP-7 e corvette A-69 (una delle quali fu danneggiata dal fuoco di reazione inglese, essendosi avvicinata molto a P.Stanley), sbarcò a Port Stanley. Gli inglesi avevano una piccola guarnigione e decisero di arrendersi presto, non potendo contare su nessun aiuto dalla madrepatria in tempi utili. Gli argentini avevano fatto la loro ‘blitzkrieg’ partendo da Rio Gallegos, e crebbero ben presto a 11000 truppe. Stando tanto vicini alla madrepatria, essendo la Gran Bretagna fin troppo impegnata con la Guerra fredda in Europa ma anche con una pesante crisi economica e gli irredentisti dell’Irlanda del Nord, non sembrava che le forze argentine, supportabili da una cospicua aviazione, corressero rischi. Nondimeno, la loro forza aumentò considerevolmente per scoraggiare gli inglesi ad una reazione. Ma la Tatcher comprese che non si poteva lasciar perdere senza una inaccettabile perdita di prestigio per la Gran Bretagna e nei giorni successivi ordinò l’operazione Corporate, la riconquista delle Isole, che tra lo stupore generale sarebbe incominciata prima della fine di quello stesso mese.
 
'''[[Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/Falklands-2]]'''
Il 10 aprile 200.000 argentini festeggiarono per le strade di Buenos Aires, quando appena pochi mesi prima facevano manifestazioni di massa per contestare il Gen. Gualteri. Il regime sembrava aver riconquistato la popolarità perduta, ma non aveva fatto i conti con la reazione inglese. In sede ONU si condannò l’invasione con un termine di 30 giorni entro cui le truppe argentine dovevano abbandonare le Falklands. In Gran Bretagna vi fu chi propose addirittura di provocare una esplosione nucleare a fini dimostrativi, nell’Atlantico meridionale, tanto per mostrare fermezza. Ma la cosa non ebbe seguito. Invece, senza aspettare nessuna scadenza, gli inglesi iniziarono a riempire le loro vecchie navi (tra cui alcune preziosissime, come le navi da sbarco classe Fearless, che avrebbero dovuto essere radiate a breve, mentre invece erano indispensabili per la riuscita dell’operazione) di ogni materiale utile e di truppe, e partirono da Porthsmouth dal 5 aprile, anche a costo di impoverire lo schieramento della Royal Navy contro il Patto di Varsavia, soprattutto in funzione ASW ovvero nella lotta contro i sottomarini sovietici. La Georgia del Sud venne riconquistata, con tanto della cattura del sottomarino Santa Fè, già il 28 aprile, mentre il 1 maggio arrivò il bombardamento con 12 Sea Harrier dell’aeroporto di Port Stanley, pieno di Pucarà e aerei leggeri. Gli argentini non rimasero inermi e lanciarono almeno 20 aerei contro le navi inglesi ma ne persero diversi. I Sea Harrier, che erano una macchina mai provata in combattimento reale, dimostrarono la loro superiorità nei combattimenti aerei contro i famosi Mirage. Il giorno dopo, esattamente un mese dopo la ‘reconquista’ delle isole, gli inglesi affondavano l’incrociatore Belgrano. Il 21 sbarcarono a San Carlos resistendo poi ai contrattacchi argentini, soprattutto con l’aviazione. Pochi giorni più tardi, il 26 maggio, gli inglesi vinsero clamorosamente la battaglia di Goose Green, combattendo con forze ridotte (450 paracadutisti e alcuni marines) contro 1500 argentini, poi rinforzati con elicotteri, e ben provvisti di mortai da 120 mm (le cui granate tuttavia tendevano a non esplodere o a esplodere con troppo ritardo nel terreno fangoso, non essendo dotate di spoletta di prossimità o altimetrica), obici da 105mm OTO, cannoni da 20 mm e binati da 35 (2), e dell’appoggio aerei di Pucarà e Skyhawk, tre dei quali a quanto risulta abbattuti dagli inglesi. Gli inglesi ebbero solo l’appoggio del cannone (ad un certo punto inceppatosi) della Arrow, una fregata inglese, e tre missioni degli Harrier. Furono molto bravi, però, a sopraffare i bunker argentini in cui le loro forze, troppo statiche ebbero la peggio, anche grazie all’impiego dei missili MILAN. Alla fine gli argentini ebbero 200 o più morti contro 16 inglesi, nonostante l’inferiorità dell’attaccante. A quanto pare i militari di leva argentini, malguidati e motivati, non seppero resistere nonostante la loro netta superiorità in termini di potenza di fuoco e conoscenza del terreno, cosa che d’altro canto si è verificata in molte occasioni nella Storia (basti pensare alle guerre arabo-israeliane o all’invasione tedesca dell’URSS o della Francia, o anche la Battaglia di Roma). Il 14 giugno un bombardamento con bombe a guida laser venne interrotto, su Port Stanley, giusto in tempo: gli argentini si stavano arrendendo. La campagna era finita con un minimo coinvolgimento, una volta tanto, della popolazione civile. Gli argentini persero oltre 700 militari uccisi e migliaia di feriti e prigionieri. Gli inglesi persero oltre 200 soldati morti. Le perdite materiali erano state di elevato livello: gli argentini persero praticamente tutta l’aviazione basata sulle isole, ovvero circa 25 Pucarà , 5 MB.339 e altri apparecchi, oltre 20 A-4, oltre 10 Mirage e Dagger, e altro ancora per un totale di circa 100 aerei, mentre gli inglesi ne persero una trentina. Gli argentini persero l’incrociatore Belgrano, la nave da trasporto Rio Carcaranha, e la Isla de los Estados, oltre al Santa Fè. Gli inglesi ebbero perdite più salate, perdendo 2 fregate, 2 cacciatorpediniere, 2 navi da sbarco e la perdita peggiore, che era solo una nave portacontainer modificata, la Atlantic Conveyor con 10 elicotteri a bordo. Numerose altre navi vennero danneggiate. Nell’insieme la guerra fu relativamente incruenta, ma portò enormi insegnamenti per tutti: la pericolosità dei missili come gli Exocet antinave, la necessità di sistemi CIWS per le navi, la pericolosità degli attacchi aerei a volo radente, l’inaffidabilità delle bombe sganciate a bassissima quota, l’efficacia di missili aria-aria di nuova generazione, e la scarsa efficacia e-o affidabilità di quelli superficie-aria. Gli argentini persero tra l’altro contro gli inglesi pur usando molte delle stesse armi come i missil Blowpipe SAM, e i fucili FAL che erano, nel caso argentino, con sistema di tiro anche automatico invece che solo semiautomatico come nel caso inglese. E malgrado tutto, i paracadutisti e marines, usati come fanteria leggera, vinsero. La RAF cercò di usare al meglio le sue possibilità e dall’isola di Ascension lanciò diverse missioni di bombardieri Vulcan, che dimostrarono in teoria la capacità di attaccare anche il territorio argentino ‘volendo’. Poco noto era l’appoggio dato dal Cile, che era retto da Pinochet ma venen considerato ‘amico’ a sufficienza per basarvi aerei da ricognizione della RAF e forse per attaccare direttamente l’Argentina, quantomeno per impedirle di concentrare tutte le forze contro la Gran Bretagna. In seguito il Cile beneficiò di molte navi ex-R.N. In pratica, quasi tutte le navi inglesi che parteciparono finirono entro pochi anni ad altre marine di seconda mano. La Royal Navy venne però rinforzata da forniture di navi migliorate, anche grazie all’esperienza accumulata, e trovò conferma sia la micidialità degli SSN in oceano aperto, che l’importanza di portaerei, anche piccole. I primi interdirono il mare agli argentini, le seconde però furono fondamentali per coprire la spedizione inglese. Le perdite di aerei argentini furono circa 20 contro i Sea Harrier, contro gli 11 abbattuti dai SAM navali inglesi, ma soprattutto gli argentini furono costretti a usare molta prudenza mentre gli inglesi poterono godere di una relativa superiorità aerea. Negli anni successivi anche l’Argentina si potenziò, con 4 sottomarini TR-1700 in ordine, con 4 fregate missilistiche Meko 360 e 6 Meko 140, ma soprattutto con una intera squadriglia di Super Etendard. I 5 disponibili affondarono, con appena 5 missili, 2 navi inglesi, mentre un sesto Exocet venne lanciato da una rampa terrestre derivata da una navale e mise KO il cacciatorpediniere Glamorgan. La forza dei Super Etendard, che i francesi, relativamente filo-argentini, continuarono a fornire, raggiunse i 14 esemplari complessivi con decine di missili Exocet, e questo appena entro il 1983: avessero avuto gli argentini una tale forza appena un anno e mezzo prima, gli inglesi avrebbero potuto agevolmente perdere la guerra, anche se usando gli stessi missili (in un modello meno avanzato) avrebbero dovuto conoscerne i segreti e i punti deboli.
 
Quest’annoIn fugenerale quellosi può dire che misequesta afu durala prova,lotta tra due nazioni che vivevano in manieracondizioni drammaticadifficili, leentrambe forzecon armateuna forte crisi economica in argentinecorso e movimenti anche quelledi guerriglia armata nei propri inglesiconfini. Il Generale Leopoldo Galtieri non era stato colui che diede inizio alla dittatura dei Generali in Argentina, in quanto andato al potere solo il 18 dicembre 1981. Nel suo programma vi era l’annessione delle Isole Malvinas entro il 1983. Ma cosa v’era di tanto importante in queste isole, e quali i precedenti storici che dovevano essere tenuti in considerazione per capire la necessità di tale programma?
===Totale forze aeree inglesi mobilitate===
 
La Tatcher avrebbe forse potuto anche soprassedere a questo schiaffo, ma reagì prontamente all'aggressione argentina. A quel punto, il prestigio di entrambe le potenze, per molti aspetti equivalenti nelle rispettive realtà geografiche, era messo totalmente in gioco: chi avesse vinto, avrebbe tratto degli indubbi benefici, purché non a prezzo eccessivo. Per chi avesse perso, la crisi politica sarebbe stata inevitabile. Gli Inglesi ci andarono giù 'duri', anche con atti alquanto arbitrari (e tragici) come l'affondamento del Belgrano. Nonostante fossero a oltre 10.000 km da casa e a 6.000 dalla base di Ascensione, riuscirono a battere il corpo di spedizione argentino che al confronto era letteralmente 'a casa sua'. Questo fu possibile per tante ragioni, a cominciare dal fatto che i britannici, nelle loro pur ridotte forze armate, erano del tutto professionalizzati, mentre l'esercito di leva argentino non si dimostrò all'altezza della situazione, specialmente per via della scarsa efficienza dei comandi superiori. L'aviazione argentina si batté con grande valore, ma subì la sorpresa degli Harrier, che contro le previsioni di molti, riuscirono ad imporsi persino ai Mirage e Dagger, celebri reduci delle guerre contro gli arabi. La guerra fu dura e relativamente breve, con gravi perdite per entrambe le parti, ma furono gli inglesi a vincere, rilanciando la loro politica. Per loro, il vero 'mondiale' di quell'anno fu giocato alle Falklands. La Tatcher sarebbe stata poi consigliera di un incerto Bush, insistendo che, anche nella crisi irakena, 'l'aggressore non abbia alcun vantaggio dalla sua azione'. Quindi le piccole Falklands furono, al pari di Grenada per gli USA, una ragione per rilanciarsi anche a livello di morale. Gli argentini invece si ritrovarono sconfitti e al punto di partenza, ovvero a contestare il brutale regime dei Generali, che di lì a pochi mesi dovette fare le valigie e lasciare il posto ad una democrazia, sia pure imperfetta e con eccessive tendenze alle liberalizzazioni (da cui la crisi del 2001). Fu una vittoria che di fatto azzoppò il trend delle dittature sudamericane, anche se non era certo per questo che i britannici si diedero così da fare. Le Falklands, sopratutto, sono una base di partenza fondamentale per un futuro ed eventuale sfruttamento delle risorse naturali dell'Antartico, ancora tutte da raggiungere, a parte l'industria baleniera, già all'epoca pressoché bloccata dopo tutti i danni che inflisse ai cetacei della zona tra il XIX e il XX secolo. In ogni caso, gli insegnamenti tratti, anche solo dal punto di vista tecnologico, furono impareggiabili: le Falklands sono l'unico esempio di guerra aeronavale convenzionale combattuta dal 1945, con un impiego esteso dei missili di tutti i tipi. Questi si confermarono superiori ai cannoni e alle bombe, ma tutt'altro che privi di difetti e limiti, specie la difesa antiaerea della RN si dimostrò particolarmente carente, così come la rinuncia a delle portaerei convenzionali altamente controproducente. E se la guerra fosse scoppiata qualche tempo dopo, gli argentini avrebbero potuto persino vincerla, forse senza nemmeno combattere. Le due LPD Fearless e Intrepid, fondamentali per la vittoria, erano quasi sul punto d'essere radiate dal servizio, nel mentre gli argentini si stavano dotando di una squadriglia di 14 Super Etendard e dozzine di missili AM.39. Bastarono 5 aerei e altrettanti missili per affondare due navi inglesi; così come, in prospettiva, l'acquisto di altri 4 sottomarini moderni avrebbe posto un pericolo gravissimo alle navi britanniche, già in difficoltà con il solo S.Louis, che pare abbia addirittura colpito una portaerei -senza che peraltro i siluri detonassero per un difetto di programmazione. Insomma, fu una vittoria inglese ma non senza perdite gravi e punti oscuri da migliorare. Molte delle lezioni vennero fatte proprie dalla NATO (e dai sovietici, dal loro punto di vista), e si dimostreranno utili per la vittoria del 1991 in Irak. Si pensi solo che nel 1982 i FAL britannici erano del tipo semi-automatico (40 c.min) quando gli argentini avevano la versione automatica (600 c.min), e più sistemi di visione notturna dei loro avversari, nonostante che la guerra si combattesse sopratutto di notte. Vi furono anche sorprese positive, come l'efficacia dei missili AIM-9L e dei MILAN. Ma nell'insieme, è evidente che solo una verifica 'sul campo' abbia potuto far capire i limiti e le possibilità di realtà così complesse come le moderne forze armate con la loro moltitudine di sistemi tecnologici, spesso mai usati prima in guerra. Dall'inaffidabilità dei Sea Wolf, ai danni allo scafo delle Type 21, ai limiti dei Sea Dart, insomma, vennero fuori molti problemi. In definitiva fu sopratutto la professionalità ed efficienza dei soldati di Sua Maestà che risolse un problema che all'epoca forse nessun altro, USN a parte, avrebbe potuto affrontare con successo.
* 6 Camberra PR Mk.9 e 4 PR Mk 7 del No.39 Sqn.
*10 Harrier GR Mk.3 dello 1 Sqn.
* 6 Avro Vulcan B Mk2 dei n. 44, 50, 101 sqn.
*28 Sea Harrier, sqn. 800, 801, 809, 899
*16 Hercules, sqn. 24, 30, 47, 70
*13 VC-10 no.10 sqn.
*23 Victor K Mk.2 Sqn. 55 e 57
*12 pattugliatori Nimrod MR Mk.1, 2, 2P degli sqn. 42, 51, 120, 201, 206
 
*11 Chinook HC Mk 1 del 18 Sqn.
* 1 Sea King JAR Mk.3 No.202 Sqn.
*45 Sea King
*57 Wessex
*31 Lynx
*23 Wasp
*12 Gazelle AH Mk.1 e 4 Westland Scout AH Mk.1 del No.1 sqn. Royal Marines
* 6 Scout Mk.1 e 6 Gazelle AH Mk.1 del No.656 Sqn.
 
==1991: Desert Storm<ref>Miller, David: ''Operazione Gramby'', RID Ottobre 1991 pagg. 30-46'' e Bustin, Ian ''Desert Challenger e Warrio'', RID Ottobre 1991 pagg. 47-51</ref>==