Caccia tattici in azione/Monoplani della Regia: differenze tra le versioni

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*da 5 a 6 km, 75 sec e 96 sec
 
La cosa bizzarra è che l'unica ragione per la quale il C.202 di serie poteva superare in velocità il prototipo, era la potenza maggiore del motore (certo non per l'aerodinamica, di fatto peggiorata dal ruotino fisso, così come il peso era aumentato); Ma il prototipo aveva un DB-601 originale, e così anche molti C.202 prodotti fino al '42: questo motore era più potente di quelli dei Monsone italiani, che pesavano anche qualche decina di kg in più. Forse per i Macchi di serie vennero adottati dei motori potenziati (almeno nel caso dei DB-601 'originali') sì da passare da 1.075 hp a, per il C.202 sr. IV uno da 1.175 hp, il che spiegherebbe la leggera superiorità registrata in pratica. Ma cosa succedeva con i motori di tipo italiano, che appesantivano e depotenziavano il Folgore? Tutto quello che si sa è che era meno potente, ma quanto ciò incidesse sulle prestazioni non è chiaro. In teoria, però, combinando sia la minore potenza che il maggiore peso, si può ipotizzare un calo di velocità di circa 4-5 kmh e un inferiore rateo di salita, diciamo di circa 1 m.sec. Anche questo aiuta a spiegare come mai i C.202 delle serie avanzate, anche quando ne ebbero le predisposizioni, preferissero non installare le mitragliatrici da 7,7. Indubbiamente, un armamento poderoso nel 1935 (con i CR.32bis) non era altrettanto rispettabile nel 1942, ma sopratutto, nel frattempo si era passati ai più pesanti e meno potenti motori italiani.
 
La differenza di velocità a bassa quota con il Macchi 205V, così come la salita (in pratica solo sopra i 5.000 m c'é una superiorità) sono piuttosto bizzarre, visto che sono pressoché uguali, tanto che a 1.000 il Macchi 202 è più lento di appena 9 kmh, e di 6 a 2.000 m. Da notare che è anche più veloce del Reggiane Re.2001, che slm arrivava solo a 440 kmh (410 il Re.2000). Il P-40N, nelle sue prime 'edizioni' era invece capace di fare la barba a tutti, con una punta di 608 kmh a 3.050 m, 8 più del Bf-109G-6 e ben 42 più del C.202.
 
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Detto dei confronti e delle incongruenze dei dati tecnici a nostra disposizione, diciamo che il Macchi C.202 è stato senz'altro il più importante caccia italiano della II GM. Forse non il più prodotto, o forse sì, dipende dalle valutazioni. Discendeva dal C.200, al quale era simile ma non uguale, solo che il C.200 venne prodotto in circa 1.300 esemplari, dei quali apparentemente almeno 156 (e più, considerando quelli persi nel periodo prebellico) prima del 10 giugno 1940. Invece il Macchi 202 volò dal 10 agosto del '40, e venne prodotto solo nel periodo bellico, e quasi esclusivamente per la R.A. Il C.205 se ne poteva considerare non solo la diretta evoluzione, ma una sua versione evoluta (in attesa del 'vero C.205', l'Orione), che stava al C.202 come lo Spit Mk IX all'Mk V (e l'Mk VIII al C.205N). Insomma, non stupisce che in origine si parlasse di Macchi C.202bis (bis sta per cambio del motore, anche se alle volte non era così inteso, vedi CR.32).
 
Non c'é molta coerenza sui numeri prodotti, si è parlato di 1.220, o di poco oltre 1.000 come appare dagli ultimi documenti. Nel 1943, per esempio, ne vennero prodotti 370 al 31 luglio 1943, o almeno questi sono (articolo di T.Marcon su Storia Militare Ago. 1998) quelli collaudati all'epoca, segno che erano stati sicuramente costruiti. Per la cronaca, in quei 7 mesi vennero realizzati quasi 1.800 aerei, tra cui 792 caccia, 81 bombardieri, 76 siluranti, 278 'assalto', 74 ricognizione, 234 trasporto, 208 scuola, 3 soccorso. Gli 'assaltatori' comprendevano 159 Ca.314C e per quel che ci riguarda, 113 Re.2002 cacciabombardieri; i caccia invece erano 125 CR.42, 10 G.55, 33 Ro.57, 5 C.200, 370 C.202, 128 C.205V, 89 Re.2001, 21 Re.2005, 11 SAI 207.
 
In tutto, a parte questo, si sa che i C.202 vennero collaudati con ben poche modifiche rispetto al tipo originale, uno sviluppo che si avvaleva delle esperienze già fatte con il C.200, anche se la sezione di fusoliera era più snella e l'ala leggermente diversa, e che riservò ben poche sorprese, al contrario del più avanzato ma delicato Re.2001, che pure volò prima del Macchi. Tra le poche modifiche rispetto al prototipo, la chiusura dei vetri 'posteriori' all'abitacolo, il ruotino di coda fisso, la struttura di sostegno al motore di lega leggera anziché in acciaio e l'antenna radio. La distribuzione iniziò presto, attorno al tardo giugno 1941 e quindi dopo appena un anno scarso dal primo volo. Si iniziò con i migliori gruppi e stormi da caccia: in particolare il 1° Stormo, ma già alla fine dell'anno anche il 4° fece il passaggio sui Folgore. Il 27 settembre 1941 il 9° Gruppo lasciò Gorizia e raggiunse Ciampino, poi con le congratulazioni del Duce, andò a Comiso con il nuovo caccia per combattere i temibili maltesi. I primi combattimenti aerei Al 27 settembre già il 9° Gruppo era totalmente riequipaggiato e così lasciò Gorizia per Roma, e poi, con tanto di coplimenti del Duce, Comiso.
 
Passò pochissimo tempo e i suoi aerei iniziarono l'attività bellica.
Il 30 Settembre vi fu già il primo incontro con gli Hurricane, che spesso si dilettavano a prendere l'iniziativa e a mitragliare gli aeroporti siciliani. 5 aerei del No.185 arrivarono nel pomeriggio su Comiso, ciascuno con sei bombe da 18 kg e due da 11,5 (queste incendiarie), coperti da altri sei aerei, sempre della stessa squadriglia. Vennero affrontati da 3 C.202 della 97ima Squadriglia e Frigerio abbatté il 27 enne W.Lintern, che venne visto paracadutarsi dall'aereo una volta arrivato vicino Gozo, ma mai più ritrovato. Per cercarlo venne inviato un Fulmar scortato da altri 5 caccia del No.185, ma si imbatté in 3 C.202 che scortavano uno Z.506. I Macchi attaccarono il Fulmar abbattendolo; l’equipaggio dell’aereo venne poi ripreso da uno Swordfish idrovolante, stavolta senza ulteriori attacchi italiani.
 
Il 1 ottobre 1941 il 9° iniziò le sue missioni su Malta, sette C.202 della 73ima si scontrarono con 8 Hurricane del No.185 Sq a quote superiori ai 7.000 m, mortali per i vecchi C.200, ma non per i '202. In ogni caso, furono questi ultimi ad attaccare per primi, abbattendo uno dei caccia inglesi, pilotato dall'asso Peter Mould, che all'epoca aveva 8 vittorie personali e 3 condivise. In tutto i Macchi dichiararono 2 vittorie e due probabili, oppure tre in tutto. Non senza contrappeso: un altro pilota inglese usò bene la potenza di fuoco del suo caccia e danneggiò un Macchi 202, costringendolo ad un atterraggio d'emergenza su di una spiaggia siciliana, dato che il serbatoio, nonostante fosse autostagnante, era stato perforato dai proiettili e perse il carburante fino ad svuotarsi.
 
Le cose iniziarono bene e si sarebbero anche confermate, ma con i Maltesi della RAF non sarebbe mai stato facile. Il 25 ottobre, nonostante una forza di ben 20 Folgore (più i C.200 di uno dei più scadenti gruppi italiani, il 54imo), i quattro Z.1007 del 9° Stormo vennero colpiti da uno dei pochi (8) Hurricane, e uno si sfasciò all'atterraggio. I Macchi abbatterono un Hurricane, ma un secondo inglese colpì un Folgore, che poi non rientrò alla base. Era quello del Ten.Col. Leotta. Il 4° Stormo, nonostante i suoi nuovi caccia, perse così il suo comandante. Un'altra perdita eccellente fu l'8 novembre, il captiano Pluda, comandante della 73ima Squadriglia, colpito e poi entrato in collisione con un Hurricane.
 
Il 22 novembre, nonostante la presenza di 61 C.200 e 202 in scorta a 10 Ju-87, i 21 Hurricane difensori riuscirono ad abbattere un altro Macchi 202. In tutto, nei soli combattimenti dei giorni 1/10, 14/10, 22/10 (addirittura 6+2 probabili), 25/10, 8/11, 12/11, 21/11 (due battaglie) e 22/11, gli italiani dichiararono oltre 24 vittorie e una decina probabili, ma in tutto i britannici nell'insieme ne ebbero solo otto (due almeno in azioni d'attacco sulla Sicilia), contro 4 Macchi e uno atterrato fuori campo e probabilmente radiato. Tra le perdite, l'asso Mould per la RAF; ma anche il capo stormo e due capi-squadriglia per la Regia. Malgrado tutto il vantaggio della loro velocità, i Macchi 202 avevano trovato pane per i loro denti nei determinati piloti britannici, che complessivamente ottennero maggiore fortuna contro i '202 di quanta ne ebbero gli Hurricane (circa 4:11).
 
Poi il 1° Stormo sbarcò in Africa, e lì le cose cambiarono. I piloti italiani erano tra i migliori disponibili nella R.A., mentre il grosso delle forze del Commonwealth non era così abile, e certo non lo erano quanto gli esperti di Malta dove 'non c'é spazio per i piloti mediocri'. L'esordio della caccia in questo settore fu molto affrettato, perché i britannici avevano fattos cattare l'offensiva Crusader. Stavolta, se non altro, non c'erano problemi nei filtri antisabbia, prontamente installati. I 18 aerei delle due squadriglie del 10° decollarono da Comiso già il 23 novembre, appena il giorno dopo la loro ultima battaglia su Malta! Dopo un volo di trasferimento con varie tappe (tra cui Pantelleria e Bienina, dove un Macchi venne danneggiato da bombe inglesi), entro la sera del 25 i caccia giunsero a Martuba dopo ben 2.000 km di volo. E poche ore dopo, i cacciatori italiani ebbero già il primo scontro. Era il 26 novembre 1941, un vero 'mezzogiorno di fuoco' allorché 10 aerei del 9° Gruppo attaccarono una ventina di Hurricane: 11 dello Sqn 238 e 12 del 229. In dieci minuti di combattimento dichiararono ben 8 vittorie contro gli Hurricane, quante ne ottennero (realmente) nei mesi precedenti. In realtà le cose andarono diversamente, e 'solo' quattro aerei vennero persi, con un pilota. Uno diquesti si fracassò al suolo a Tobruk. Pare che il grosso delle perdite, se non tutte, venne subito dal solo No.238, forse perché volava a quota più bassa rispetto all'altra. Forse altri Hurricane vennero danneggiati, ma non abbattuti. Anche i britannici reclamarono due vittorie, e in effetti due Folgore ebbero danni a bordo (il capitano Larsimont e Viglione). Quest'esordio così positivo rese finalmente gli italiani capaci di imporsi ai cacciatori nemici, ma 'Crusader' non poté essere arrestata e si concluse in una vittoria britannica.
 
Dei cacciatori vittoriosi quella giornata, non tutti riuscirono a raccontarla ai nipotini. Già 10 giorni dopo Novelli venne ucciso in un incidente di volo, una collisione con un altro Macchi 202 durante la scorta a degli Stuka. Entrambi caddero, ma l'altro pilota si salvò con il paracadute. Degli altri cacciatori, quattro ebbero poi lo status di 'asso', tra cui Barcaro (9 vittorie), Annoni (9), Salvatore (7) ma spratutto Malvezzi (10). Larsimont rimase ucciso in un bombardamento il 26 giugno 1942.
 
Non c'erano solo le minacce aeree, alle volte nemmeno solo quelle degli incidenti. Il famoso 'Paddy' Maine, esperto incursore del SAS, si infiltrò con altri tre nel campo di Uadi Tamet, dove i Macchi del 1° Stormo si erano appena trasferiti, dato che l'altro era troppo esposto alle minacce. Dei circa 60 caccia portati in Africa, pochi erano andati persi. Il 17° Gruppo ne aveva persi 8 per tutte le cause. Quella notte, le cariche incendiarie-esplosive (bombe Lewes) ne distrussero ben nove esemplari più un decimo danneggiato. Un colpo che ridusse a meno della metà la forza di quel gruppo da caccia e indebolì le capacità di difesa aerea italiane.
 
Ad ogni modo, i Macchi continueranno ad affluire in Africa e presto fu la volta anche dei caccia di altri reparti, in particolare del celebre 4° Stormo, con i suoi migliori piloti.
 
Nel frattempo, continuavano le battaglie sul Mediterraneo e Malta. Su quest'ultima la supremazia dell'Asse sembrava stabilita nella primavera del '42, ma l'arrivo -finalmente- degli Spitfire Mk V fu senz'altro fondamentale. Tra i neo-arrivati, l'asso Beurling, che si sarebbe accreditato di ben sette C.202 (oltre a 13 Bf-109), un valore mai ottenuto da altri piloti contro i Folgore. La sua mira era eccezionale, e tra le sue vittime vi fu anche l'asso (sette vittorie) e collaudatore Furio Niclot Doglio, l'unico uomo che riusciva a sfruttare le capacità del Breda Ba.88 (quattro record mondiali di velocità). Vi fu anche il caso di un Macchi che venne visto colpito da tre cannonate e poi, in effetti, ritrovato (dopo un atterraggio di fortuna) con i danni che Beurling aveva mentalmente registrato. Malgrado la generale inferiorità numerica, gli Spitfire si batterono con tale accanimento, che Macchi e Bf-109 non riusciranno più, dal maggio-giugno 1942, ad ottenere quella superiorità che oramai era stata stabilita sui sempre più inadeguati Hurricane.