Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

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Nonostante questo (che chiaramente faceva pensare alla possibilità di successivi potenziamenti) era un missile talmente potente, che si dimostrò capace di perforare senza problemi i carri bersaglio Conqueror. Un lancio nel '78 vide una di queste armi perforare la piastra principale, da 130 mm di spessore e 60 gradi d'inclinazione, di uno di questi mostri meccanici da 65 t. Non solo, ma l'angolo d'impatto era, orizzontalmente, di 40 gradi per cui lo spessore virtuale era di 130 mm x 2 x 1.4 circa. Con queste condizioni, non è scontato che il missile stesso esploda piuttosto che rimbalzare. Invece penetrò senza problemi nel veicolo causando gravi danni nello scomparto guida, in quello combattimento e pure in quello motore. Questo dà un'idea della letalità delle HEAT contro corazze monoblocco d'acciaio, senza nemmeno una spoletta con sonda telescopica. Questi ordigni, (capaci di perforare 800 mm d'acciaio omogeneo) erano in genere portati solo dai veicoli '''Striker''', cugini degli Scorpion, con una rampa da 5 missili e altrettanti di scorta. Ma vennero tentati altri impieghi, persino lanciatori tripli sui lati della torretta di un M47. A parte questo missile, gli inglesi hanno prodotto un missile ancora più notevole: il '''[[w:Hornet Malkara|Malkara]]''', anche se più precisamente si trattava di un'arma australiana. Di fatto questo ordigno venne usato dal British Army con un veicolo Humber 'Pig' appositamente modificato. Queste armi erano molto 'britanniche' nel senso che avevano una testata non HEAT, ma HESH, giusto come i carri inglesi. Di conseguenza era necessaria una testata più grossa, che in questo caso arrivava a 27 kg sugli 81 dell'arma. Solo due missili erano presenti a bordo del veicolo, su di una rampa elevabile di diversi metri. Avevano 4 km di gittata, ma richiedevano oltre 20 secondi per raggiungerla appieno. I missili Swingfire hanno sostituito questi mastodontici antenati, che tuttavia non sono scomparsi: sono gli antenati diretti dei Seacat-Tigercat. Come missili controcarri erano troppo grossi, come SAM si sarebbero rivelati invece decisamente piccoli ed economici.
[[Immagine:F Liberal (F-43).jpg|250px330px|right|thumb|LancioUna diType 21 lancia un Exocet]]
Quanto ai missili antinave, la Royal Navy ordinò nei primi anni '70 ben 300 MM.38 '''[[w:Exocet|Exocet]]''', armi ben note nella guerra navale. Curiosamente, pur essendo uno dei più grossi committenti, fu proprio a spese della RN che questi missili divennero famosi, nella guerra con gli argentini. Gli MM.28 erano presenti in 4 esemplari sulle fregate Type 12 modificate, 21, 22 Batch 1 e 2, 'County Batch 2 mod'. Con una gittata di 42 km, sia pure leggermente maggiore di quella nominale, erano troppo limitati e dalle Type 22 Batch 3 sono arrivati gli Harpoon, che ricorrono ad un più costoso ma efficiente turbogetto. Sono in servizio anche con le Type 23 e con i sottomarini come gli SSN Switsure e Trafalgar. Per il ruolo antinave avioportato sono stati comprati via via i summenzionati AS-12, AS-30, Martel, Sea Skua, Sea Eagle: un arsenale davvero considerevole anche come varietà, tanto che in effetti solo gli Harpoon sono diventati un'arma davvero diffusa su diversi tipi di piattaforme. Tra l'altro, gli Exocet sono stati usati anche per la difesa di Gibilterra: erano i lanciatori binati 'improvvisati' degli argentini, catturati e portati sulla fortezza mediterranea.
 
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[[Immagine:Bloodhound SAM at the RAF Museum.jpg|300px350px|left|thumb|La slanciata sagoma del Bloodhound, missile eccellentemente progettato]]
Il terzo tipo di SAM di prima generazione era il [[w:Bloodhound (missile SAM)|Bloodhound]], arma di ottime prestazioni con gittata di 80-120 km. Esso ha avuto origine dalle esigenze della RAF per un'arma che fosse destinata a basi fisse, e senza problemi di ingombro e peso. Le ali di coda erano mobili come quelle di un uccello e aiutavano il missile a manovrare. Il missile Bloodhoud è stato, come gli altri SAM a medio raggio inglesi, essenzialmente prodotto in due versioni: la '''Mk 1''' è del 1958, la '''Mk 2''' del 1964. Svizzera e Singapore sono stati gli utenti di quest'arma. Per quanto possa sembrare incredibile, il minuscolo stato di Singapore (600kmq) ne è utente, in quanto ne ha avuti alcuni lasciati dagli inglesi, primi di una serie di armamenti di incredibile complessità per la difesa aerea della città-Stato. Il parco dei missili Bloodhound è stato mantenuto in servizio dalla RAF con continui, piccoli aggiornamenti (come al solito per i missili SAM, particolarmente sensibili all'aggiornamento delle ECM: vedi per esempio gli aggiornamenti PIP degli HAWK americani). L'ultima esercitazione è stata organizzata nel 1990, con abbattimenti di bersagli anche a circa 100 m di quota e in presenza di ECM, anche se quest'ordigno non è mai stato particolarmente adatto per le azioni a bassa quota.
 
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Inizialmente nacque come iniziativa privata nel '61, dalla BAC. Questo nuovo SAM era noto come Sightline, un'arma supersonica per le basse quote ad alta manovrabilità e guida ottica, nonché grande precisione di tiro, considerata necessaria per colpire in pieno il bersaglio. Questo toglieva il bisogno di una grossa testata e di una spoletta di prossimità, e quindi costo e dimensioni del missile potevano essere ridotti apprezzabilmente. L'arma era così precisa per gli impatti diretti che venne soprannominata un 'hit-ile' piuttosto che un 'miss-ile', perché normalmente i SAM erano solo tenuti ad avvicinarsi abbastanza da far esplodere la spoletta di prossimità. L'Esercito inglese all'epoca era peraltro interessato al MIM-46 Mauler, un avanzato programma americano che tuttavia dal '63 dimostrò di essere troppo avanzato per l'epoca (il che l'avrebbe portato al fallimento). A quel punto venne chiesto alle industrie nazionali di fare qualcosa con l'ET.316, e queste dal Sightline svilupparono il Rapier. I primi test di fuoco ebbero luogo già nel 1966 e devono essere stati impressionanti, prima di allora nessun missile poteva vantare una tale precisione. Essi ebbero termine nel '68 ed è difficile capire perché -come si programmava per il Mauler- non se ne pensasse una versione navalizzata, senza bisogno di sviluppare il Sea Wolf, molto più complesso e tribolato. Nel '69 venne ordinato per la produzione e nel '71 entrò in servizio con l'esercito, e con la RAF nel '74.
 
[[File:Système Rapier DCA Suisse.JPG|300px350px|rightleft|thumb|Una rampa dell'esercito svizzero dà la misura delle dimensioni ridotte del Rapier]]
In questa prima forma il Rapier aveva un lanciatore trainato con 4 missili, una rampa di lancio dall'aspetto di cupola, con un'unità di inseguimento ottico, generatore e altre attrezzature trainate dal Land Rover (FUT, Fire Unit Truck), e da un mezzo di supporto (DSV). Il lanciatore aveva anche un'antenna radar tra le due coppie di Rapier pronte al lancio su ciascun lato, e un IFF, tutti sotto un radome superiore; sotto c'era anche il computer di guida e il trasmettitore e ricevitore radar, provvisti di un'antenna parabolica anteriore per la guida del missile, che era radiocomandato. Il sistema ottico era suddiviso in due sezioni una sopra l'altra con un telescopio, un sistema TV e la possibilità di lanciare l'arma e di dirigerla senza limiti di direzione. Il radar di ricerca è un Doppler con portata di 15 km, rotazione 60 giri.min, e sistema SEZ (Selector Engagement Zone) che permette di eliminare i disturbi selezionando i settori da escludere dall'osservazione. Dopo avere localizzato il bersaglio è possibile ingaggiarlo, l'operatore ha un campo di visuale in ricerca con il suo sistema ottico di 20 gradi e uno di inseguimento di 4,8, a maggior ingrandimento. E' possibile inseguire in automatico il bersaglio con il sistema TV (anche questo ha due campi visivi, 11° per l'aggancio e 0,55° per l'inseguimento); il missile è lanciato e seguito grazie ai 4 'flare' di coda, mentre le correzioni di guida automatiche sono ricevute dalle 4 piccole antenne. L'operatore tiene il bersaglio agganciato con il telescopio usando un joy-stick e il missile si dirige dove esso guarda, in base al principio SACLOS. Per distruggere il bersaglio basta la testata con appena 1,4 kg di peso, e spoletta a contatto ad attivazione chimica; il motore è a propellenti solidi e monostadio, capace tuttavia di imprimere circa mach 2, o 650 m.sec. Il tempo di risposta è di appena sei secondi dalla scoperta al fuoco, mentre il tempo di volo alla massima distanza è di 13 secondi. Il tempo di reazione, molto ridotto, è paragonabile ai 5-8 tipici (quando funziona) del Sea Wolf.
 
Già questo sistema era eccellente, ma per aumentarne le capacità ognitempo, pressoché inesistenti, venne introdotto già nel 1970 il radar Marconi DN 181 Blindifire, usato per primo dall'esercito iraniano, già nel '73. Quello britannico, a causa del costo, non lo comprò fino al '79 come Rapier FSA o "Field Standard A". Nell'insieme il Blindfire fu un successo con 350 radar costruiti entro il 1997. Questo sistema ha un fascio radar molto stretto e nondimeno insegue sia il missile che il bersaglio, con il sistema ottico allineato, ma è possibile persino usarlo per un secondo bersaglio mentre il radar ingaggia il primo, raddoppiando le possibilità di attaccare i bersagli in volo. L'unità di lancio Blindifire è nota come RTT, Radar Tracker Truck, sempre rimorchiata con un Land Rover.
 
Il missile venne usato alle [[Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/Falklands|Falkands]](vedi per maggiori dettagli) con la batteria T del Commando 3, sbarcata già a S. Carlos il 21 maggio e altre unità arrivate successivamente; si parlò di 14 vittorie e sei proabili, ma attualmente si è ridotto ad appena 4, addirittura si parla come unico successo confermato di un solo Dagger A del Grupo 6, il 29 maggio. Per il resto vi sarebbe il possibile abbattimento di un A-4B del Grupo 5 il 23 maggio, e due A-4C del Grupo 4 il 24 e il 25 maggio. Tra le valutazioni si parla di un successo certo, due probabili e due possibili. Così accade, quando i tiri vengono fatti nel mondo reale e non in un poligono ben controllato: il gran numero di sistemi d'arma in azione contemporaneamente ha reso difficilissimo verificare quello che accadeva, a parte le testimonianze e i filmati. Anche perché molti apparecchi eventualmente colpiti cadevano in mare, e quindi era pressoché impossibile capire cosa li avesse abbattuti. Del resto anche il Blowpipe ha ottenuto tutto sommato solo una-due vittorie anziché 9 e il Seacat 0-1 anziché 8. In effetti, pare che il Rapier avesse avuto una certa 'spinta' da parte politica per abbondare, approfittando della vittoria, nei risultati. Questo per non scoraggiare le vendite.. Tra l'altro non è noto nemmeno il numero dei missili complessivamente lanciati durante la campagna, sicuramente parecchi, ma senza molti successi. Tra le ragioni, tutt'altro che pretestuose, la mancanza di molte attrezzature per la manutenzione (lasciate in patria per problemi di spazio), i maneggi rudi dei missili (che non avevano alcun contenitore protettivo), i lanci da distanze brevissime a causa del cattivo campo visivo, il disturbo da parte dei radar delle navi e infine i danni subiti durante il trasporto da parte degli elicotteri, spesso costretti a scaricarli senza troppi complimenti quando si facevano vivi gli aerei argentini, per i quali erano facili bersagli.
 
Il maggiore problema tecnico, invece, era la mancanza di raggio utile, della spoletta di prossimità, e di un IFF. A quanto pare, la scommessa di basarsi sull'impatto diretto (come le armi moderne quali l'ERINT e il PAC-3) non riuscì a dimostrarsi totalmente vincente.
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Il '''Rapier Darkfire''', del 1985, è un missile con un nuovo sistema d'inseguimento, stavolta, termico: il Laserfire non era infatti pienamente capace di operazioni notturne. Forse è interessante notare come la tecnologia delle immagini termiche è stata padroneggiata dopo tutte le altre: radar, radio e anche laser. Questo per via della difficoltà e del costo della produzione di un sistema FLIR abbastanza sofisticato da visualizzare un'immagine. Può sembrare strano, se si considera che i primi missili AIM-9 Sidewinder, degli anni '50, erano già provvisti di un sensore IR (anzi, i primi in assoluto furono i Falcon). Ma questi apparati erano rudimentali e dotati di una griglia di soli quattro 'pixel', mentre gli apparati moderni dovevano funzionare anche nel vedere oggetti freddi, e nel darne la definizione con centinaia se non migliaia di punti sensibili al calore. Le prove iniziarono nel 1987 ed esso divenne operativo nel 1990 come FS2B, o per i tipi precedentemente prodotti e aggiornati, FSB1 o ancora (designazione commerciale) il Rapier 90. V'erano anche altre migliorie, che comprendevano la Tactical Control Console per rendere possibile il controllo di fino a 4 lanciatori missilistici da parte di una sola centrale, e i lanciatori -grazie alla miniaturizzazione dei sistemi- ebbero sei missili anziché 4, mentre il radar ebbe una nuova antenna di ricerca a faccia piatta, sebbene senza miglioramenti significativi.
 
[[File:Rapier-Jernas.jpg|350px|left|thumb|Il Jernas, con il suo nuovo sistema optronico]]
Nel 1988 venne migliorata la testata con l'aggiunta di una spoletta di prossimità, che contro bersagli piccoli era certamente importante. La produzione iniziò nel 1989 come Mk.1E.
 
Nel 1992 venne poi aggiornato il parco Rapier con una versione anche più capace, la Mk 2 con una spoletta ancora migliorata e varie migliorie al software; tra l'altro la testata vera e propria è disponibile nella versione Mk.2A a frammentazione e la Mk.2B, quest'ultima ha una carica HEAT che ne permette anche il tiro contro mezzi corazzati.
 
[[File:Rapier-Jernas.jpg|350px|left|thumb|Il Jernas, con il suo nuovo sistema optronico]]
Ma non è finita qui: il '''Rapier 2000''', sviluppato dal 1992 come (per il B.A.) FSC, entrò in servizio nel 1996, inclusa la versione Jernas venduta alla Malaysia. Ebbe un radar più moderno, un Alenia-Marconi Dagger 3D con IFF Mk 10, sistemato ora sul mezzo di trasporto e non sulla rampa di lancio, dove è invece presente un nuovo sistema ottico. L'elettronica più piccola ha consentito di ottenere altro spazio per missili, che ora sono diventati 8. Per il resto il Rapier 2000 è simile nell'impiego al Blindifire e può operare con aggancio ottico, IR o radar.
 
 
[[File:Rapier FSC-radar.JPEG|270px250px|left|thumb|Il moderno radar del Rapier FSC]]
In futuro si pensa che il sostituto possa essere il CAMM, come anche per il Sea Wolf. Probabilmente quest'arma sarà semplicemente l'ASTER senza il booster, il che ne riduce le prestazioni ma anche massa e peso (che cala a circa 110 kg). Di recente è stato sperimentato questo sistema d'arma, un candidato possibile e accettabile per la difesa ravvicinata delle navi che non possono permettersi il PAAMS completo.
 
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====Sea Dart====
[[Immagine:Sea-dart DN-SN-90-08592.jpg|300px|right|thumb]]
La sostituzione del Sea Slug venne ottenuta con il successivo '''[[w:Sea Dart (missile)|Sea Dart]]''', dotato di un sistema di propulsione a razzo-impulsore e poi uno statoreattore, come nel caso dei Talos/Thypoon. Essi erano delle armi ragionevolmente efficaci, ma non sempre le prestazioni della componente elettronica erano all'altezza dell'arma.
 
Era un sistema d'arma interessante: differentemente dal Masurca francese, praticamente l'equivalente dell'arma inglese e che era 'molto simile' ad un grosso Terrier, si trattava di un'arma ingegnosa con motore capace di assicurare una notevole gittata rispetto al peso. All'epoca era comune la passione per i missili con statoreattore, per renderli più prestanti a parità di gittata. Poi si è preferito migliorare il sistema di guida e ottenere armi con razzi potenti, a propellente solido, come motori per avere armi più semplici e di pari prestanza (vedi l'SA-11, successore dell'SA-6, o l'SA-12 successore dell'SA-4). Adesso, curiosamente, si ritorna allo statoreattore/ramjet per i missili AAM tipo il Meteor a lunga gittata. In ogni caso, i missili Sea Dart avevano una componente elettronica ingombrante e impegnativa per la piattaforma.
 
[[File:Sea_Dart_missile_HMS_Cardiff_1982.JPG|320px|rightleft|thumb|Il Seadart è tipicamente di un colore candido. Non si può dire lo stesso del lanciatore, costretto a subire le vampate del suo booster, che è di suo sorprendentemente piccolo. Notare in cima all'arma le quattro antenne del sistema SARH interferometrico e la presa d'aria dello statoreattore.]]
Il Sea Dart era nato per i caccia Type 82 e Tromp olandesi, questi ultimi erano coinvolti nella parte del programma per la realizzazione del radar 3D Roomstick. La Hawker Siddeley invece pensò al missile vero e proprio, iniziando nel 1962 lo sviluppo come Project CF.229 che adottava una notevole soluzione, quella del booster a razzo con ramjet, il che aumentava la gittata e rendeva il missile più manovrabile (perché il motore continua a bruciare per molti secondi, permettendo un lungo volo sostentato invece del 'lancio' con una veloce combustione durata pochi secondi e poi solo inerzia).
 
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Con i numerosi e piccoli caccia 'Sheffield' in programma, anche il missile continuò il suo iter, con i primi lanci nel 1965 e nel novembre 1967 vi fu il primo ordine per i missili, entrati poi in servizio nel 1973, quando nel marzo di quell'anno venne consegnato il Bristol e poi arrivarono i Type 42. Questo missile, con lo statoreattore Odin e un serbatoio di cherosene, viene accelerato fino a mach 2 (per far entrare in funzione lo statoreattore: è la principale complicazione della soluzione a statoreattore) da un razzo R.O. Chow. Il sistema di guida è della Marconi e la spoletta della Thorm-EMI. La rampa binata elettrica è della Vickers, così come il tamburo inferiore di stivaggio e movimentazione missili, con un sistema a catena che li solleva dal tamburo rotante, poi vengono portati in una zona intermedia per dare avvio alla sequenza di lancio e sollevati alla rampa binata con un apparato idraulico; da qui escono tramite l'apertura dei due boccaporti corazzati, un per rotaia, a cui il missile deve essere allineato. La guida è affare del Marconi Type 909 da 2,44 m di diametro, contenuto nelle caratteristiche cupole plastiche protettive, e operante i banda G e H; per la designazione è presente un Marconi Type 992Q in banda E/F che è collegato al sistema ADAWS (Action Data Automation Weapon System) e che ha una potenza di ben 2 MW, con 750 impulsi al secondo da 2 microsecondi l'uno. La portata dei missili, una volta che il bersaglio è stato localizzato dal radar 2D a lunga portata (prima un Marconi Type 965 e poi il 1022), passato al 992 tridimensionale, identificato come nemico e illuminato dal radar, è valutata in 40-65 km, ma non è stata mai dichiarata; la quota è di circa 18.000 m.
[[Immagine:Sea-dart DN-SN-90-08592.jpg|300px|right|thumb]]
 
Tornando ai radar di scoperta aerea, il Type 965 operava in banda B (!) con potenza di 450 kW, e 200-400 impulsi al secondo lunghi fino a 10 microsecondi. Il Type 1022 è più attuale e opera in banda D, opera con tubi TWT coerenti , compressione impluso e MTI; è frutto del precedente Type 1031 ma con l'elaborazione dati ereditata dall'LW-08 olandese della Signaal. Il Sea Dart, in ogni caso, era un'arma prevista per le alte quote e lunghe portate, piuttosto obsoleta per i contesti che dai tardi anni '60 cominciarono a maturare, con aerei a pelo d'acqua e in seguito anche i missili antinave.
 
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====Sea Wolf====
[[File:Sea Wolf Missile - Port Adelaide Museum.JPG|250px350px|right|thumb|Un Seawolf nel museo di Adelaide. Ironicamente, quest'arma non è mai stata in servizio in Australia]]
Quanto al settore del corto raggio, il sostituto del Seacat è il più prestante Sea Wolf, costruito inizialmente dalla BAC (poi BAe) e attualmente dalla MBDA. E' un sistema altamente automatizzato, pensato per reagire prontamente contro i missili antinave, e come tale, tra i primi, se non il primo CIWS, specie considerando i sistemi missilistici veri e propri. In effetti, più che un sistema d'arma buono per la difesa di altre navi, è in realtà un apparato sufficiente più che altro per la difesa delle unità che lo imbarcano. E' stato realizzato nelle versioni GWS-25 e 26, nonché il modello VLS a lancio verticale.
 
L'equivalente del Rapier e sostituto del Seacat è nato da una richiesta del 1964 per un sistema a breve tempo di reazione; prima venne fuori il programma di fattibilità Confessor, poi ci si allarmò per la presenza dei nuovi missili SS-N-7 sovietici con capacità d'attacco a volo radente e da sottomarino immerso. Così venne fatto un ulteriore studio con un contratto del 1967 e la BAC, poi BAe, iniziò a far nascere il PX430 assieme alla Vickers e Bristol. Questo divenne poi il '''GWS.25 Sea Wolf''', che nel 1975 iniziò le prove in mare con l'HMS Penelope (una Type 12, preferita alle pur nuove Type 21 che del Seawolf avrebbero avuto indubbiamente bisogno) ed entrò in servizio nel maggio 1979.