Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Falklands: differenze tra le versioni

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Gli Argentini ebbero modo di usare numerosi Blowpipe, ma non pare che alcuno dei SA-7 trovati venne impiegato; i Tigercat non ebbero successi nonostante il numero di armi lanciate fosse discreto, mentre i Roland 2, presenti con un solo tipo leggero, su rimorchio, spostato ogni tanto sui lati del campo d'aviazione e senza mai essere messo fuori uso dagli attacchi, tanto che venne catturato e portato in UK per essere esaminato. La Euromissile dichiarò 4 vittorie e un aereo probabile, dichiarando che il sistema ebbe modo di far cessare gli attacchi a P. Stanley, ma il Mod Britannico ne ha riconosciuta una sola. I sistemi di controllo del tiro vennero tattaccati talvolta da missili shrike, come il TPS-43 danneggiato e catturato dai britannici. I cannoni a.a. da 20 e 35 mm avevano i radar Fledermaus o Skyguard e almeno uno di essi venne messo KO da un missile Shrike.
 
 
 
Durante la Guerra delle Falklands non ne mai ebbero bisogno, e dimostrarono una disponibilità operavita del 95% e solo l'1% delle missioni dovette essere annullato per ragioni tecniche. Tutte le oltre 30 modifiche vennero rapidamente fatte, in circa 10 giorni, e i piloti erano addestrati al volo da sky-jump in una settimana: un vero programma 'crash'. La presenza degli Harrier era necessaria perché non c'erano abbastanza Sea Harrier, e con questi loro cugini terrestri vennero liberati per le missioni di difesa aerea.
10 GR.Mk 3 del No.1Sqn, imbarcati sulla HMS Hermes, vennero modificati per la guerra: tra l'altro i razzi SNEB (scarsamente stabili in un ambiente navale) vennero sostituiti con quelli da 51 mm di tipo navale, un pod ECM Blue Eric che non era altro che il potente Sky Shadow dei Tornado adattato in un pod per cannone, predisposizione per missili Sidewinder, lanciatori AN/ALE-40 e altro ancora. Uno venne anche modificato per lanciare missili Shrike, ma le ostilità vennero terminate prima che potesse essere usato. Il sistema FE541 venne aggiornato con elementi del FIN 1064, che era stato proposto per aggiornare il Jaguar. Il problema dell'INS dell'Harrier era il corretto allineamento in presenza dei movimenti di rollio e beccheggio della nave. Strano che non si siano usati piuttosto i sistemi dei cugini Sea Harrier. Questi sistemi non erano all'interno dell'aereo, ma vi venivano collegati per l'allineamento con un apposito carrello prima del decollo. Tuttavia questo accorgimento non si rivelerà particolarmente efficace. Nell'insieme si trattò di una serie di modifiche che rappresentavano salti nel buio, ma gli inglesi improvvisarono queste e tante altre modifiche (come nel caso dei Lynx, per esempio) e dovettero farlo in pochissimi giorni, per cui fecero davvero un eccellente lavoro. Con le procedure standard del tempo di pace, sarebbero occorsi anni per ottenere questi aggiornamenti.
 
Il debutto fu il 20 maggio 1982. Un deposito di carburante argentino, con numerosi fusti di benzina, era in quel momento in fase d'interramento da parte dei soldati argentini a Fox Bay. Si sapeva dei Sea Harrier, ma le nuvole erano basse e vi era una certa sicurezza di non essere visti in quella fredda mattina. Invece arrivarono all'improvviso 3 piccoli aerei che sibilando a bassa quota arrivarono sull'obiettivo e sganciarono due contenitori l'uno, che aprendosi lanciarono una quantità di piccole bombette. Come in una immagine al rallentatore questi piccoli cilindri estesero una sorta di piccolo paracadute e poi caddero a terra esplodendo, devastando tutto. Tutti si allontanarono sparendo all'orizzonte, senza che tra le fiamme e il fumo, nessun cannone antiereo ebbe tempo di azionarsi. Quest'attacco, presumibilmente su un obiettivo già noto, era il primo di tanti. Il giorno dopo avvennero gli sbarchi a S.Carlos.
 
La mattina dopo, a Mount Kent due Harrier volarono ancora a bassa quota per colpire obiettivi d'opportunità. Era appena sorta l'alba, ma nella bruma vennero avvistati un gruppo di elicotteri argentini: era un CH-47 Chinook, 2 Puma e 1 Huey: tutte macchine importanti, specie le prime 3, che in pochi secondi vennero crivellate di colpi da parte dei vecchi ma efficaci Aden da 30 mm, lasciando gli argentini con dei rottami bruciati al posto di 3 preziosissimi apparecchi da trasporto. Uno degli Harrier tornò con tre buchi di proiettile, i primi di tanti altri durante la loro pur breve carriera nel conflitto.
 
Lo stesso giorno un altro Harrier venne mandato in ricognizione su Port Howard, alla ricerca di postazioni nemiche. Non avendole trovate, gli venne ordinato un altro passaggio, cosa pericolosa se il nemico c'era, perché oramai era ben allertato. E così, quando ritornò sull'obiettivo, venne colpito da un impianto da 20 o forse da 35 mm ; il pilota riuscì a salvarsi eiettandosi e poi sottraendosi alla cattura, fino a che non ritrovò un team mandato a cercarlo.
 
Il 24 maggio vi fu un altro attacco a P.Stanley, dove si cercò di eliminare i pericolosi Pucarà. Gli Harrier avevano attaccato già Goose Green e Dunnuse Head. Due Sea Harrier lanciarono bombe a scoppio in aria, come al loro solito, mentre 4 Harrier si avvicinarono per sganciare le loro armi. Due aerei attaccarono da opposte direzioni con 3 bombe da 454 kg l'uno, ritardate con il paracadute. La seconda coppia doveva seguire a 30 secondi di distanza, ma in pratica arrivò solo dopo una ventina, ritrovandosi in mezzo ai detriti delle bombe, mentre la contraerea rimasta sparava all'impazzata. Tutti gli aerei rientrarono alla base, seppure con danni minimi. Stranamente, pare che proprio l'obiettivo più difeso, P.Stanley, non causò mai abbattimenti di aerei inglesi. Di lì a poco, il 27, due Harrier stavano attaccando con CBU e cannoni da 30 mm un obiettivo ben mimetizzato, quando uno di essi venne colpito a morte, forse da un missile. Durante la battaglia di Goose Green tre Harrier si avvicinarono ai cannoni che stavano tenendo sotto scacco i parà e da 15-30 metri, due di essi scaricarono le CBU, e un terzo picchiò con i razzi da 51 mm.
Seguirono altre due perdite, ma anche qui, senza che vi fosse anche quella dei loro piloti. Poi arrivarono anche le LGB. Il 27 maggio vennero paracadutati dai C-130 i kit di guida per modificare le bombe normali in Paveway. Dalla posizione 'Two Sisters' fu possibile impiegare i designatori laser di terra Ferranti per localizzare bersagli accuratamente scelti. Il 13 giugno vennero tirate LGB da 454 kg in due occasioni, da parte degli Harrier appena dotati di questi sistemi, anche se l'illuminazione era fatta da sistemi di terra. Le bombe dovevano essere usate in cabrata, per evitare le difese contraerei standone fuori tiro; l'illuminazione doveva essere fatta solo quando le bombe cominciavano la parte discendente della parabola, e mai prima. Delle due bombe lanciate in entrambe le occasioni, la prima mancò l'obiettivo, mentre la seconda lo centrò (forse perché la prima della coppia aveva avuto la designazione troppo in anticipo). Ci mancava solo questo per causare il crollo del morale degli argentini, che si arresero appena un altro Harrier si stava avvicinando per tirarne un'altra.
 
In tutto gli Harrier eseguirono 126 missioni, ma non certo senza effetti anche in negativo: 3 vennero abbattuti dalla pericolosa antiaerea argentina, e uno perso per incidente. Altri 4 vennero tanto danneggiati da rendere necessaria la loro messa fuori servizio, almeno per il momento. Non poco per una forza iniziale di appena 10 apparecchi. Anche i Sea Harrier eseguirono molte missioni, ma solo 90 di attacco (due perdite) e 1.200 di caccia (4, tutte per incidenti). In ogni caso, l'attacco contro un nemico ben preparato aveva causato, anche in assenza di missili a guida IR (pochi SA-7 vennero trovati nelle isole, forse mandati dalla Libia, ma non pare venissero usati; per il resto c'erano solo alcuni Stinger dati ai Marine britannici, responsabili dell'abbattimento di un Pucarà), danni notevoli agli Harrier, anche se nessuno venne colpito al motore, come invece accadde quasi sempre agli AV-8B persi nella guerra del '91, dove i missili IR abbondavano, mentre gli apparecchi in genere volavano assai più in alto che alle Falklands, per cui erano in pratica ingaggiabili sono con i missili. Di fatto, già queste azioni dimostrarono come fosse difficile sperare di farla franca solo considerando le azioni d'attacco a quota radente al terreno, specie contro obiettivi mobili. Anche se i Sudafricani sono riusciti a dimostrarne la validità (e anche gli israeliani), su 216 missioni sferrate dai cacciabombardieri britannici, si registrarono ben 5 perdite e vari aerei danneggiati, malgrado le dimensioni e la velocità degli Harrier sono estremamente ridotte rispetto a molte altre macchine del settore, e già allora la NATO cominciò ad avere dei dubbi sulle missioni strike a volo radente contro il Patto di Varsavia, preoccupazioni confermate poi dalle perdite subite dai Tornado RAF nel Golfo, nei primi giorni (quando il rateo di perdite, attorno al 2-3%, risultava analogo a quello dei piccoli Harrier/Sea Harrier 9 anni prima).
 
 
 
 
 
 
 
===Le forze a terra===
====Blindati====
Mentre gli argentini furono costretti a restare a Port Stanley con le loro piccole blindo AML-90, praticamente bloccate dal terreno fangoso, mentre i LVTP-7 usati per lo sbarco vennero rimandati subito sul territorio nazionale, gli Inglesi vennero sulle isole con un piccolo reparto di Scorpion/Scimitar. Si trattava del Reggimento esplorante Blues and Royals, normalmente a Windsor, che fornì due sezioni con gli Scorpion (cannone da 76) e gli Scimitar (cannone da 30 mm) nonché i Samson da recupero. Ogni sezione comprendeva due Scorpion, due Scimitar e un Samson. Entro 24 ore dalla richiesta del governo erano pronti i dieci corazzati, imbarcati sulla ELK, mentre gli equipaggio andarono sul Camberra, entrambe navi civili requisite. Passarono ali ordini della 3a Brigata Commando e si addestrarono su Ascensione, anche al guado anfibio, che normalmente è di 1,067 m, ma diventano mezzi galleggianti con il telone eretto.
 
L'armata navale venne divisa in un gruppo portaerei e uno anfibio (inclusa la 3a Brigata Commando), più un'altra forza logistica nelle retrovie.
 
Il 21 maggio vennero sbarcati i reparti britannici su S.Carlos, tra cui il Commando 40, il 2° Btg del Reggimento parà, il Commando 45 ad Ajax Bay, e il 3° Btg del Rgt Parà a Port San Carlos. Ma le rocce impedirono lo sbarco degli Scorpion e i mezzi dovettero essere portati a terra su di una spiaggia alternativa. Inizialmente questi mezzi vennero posti a terra e interrati per concorrere alla difesa da eventuali contrattacchi.
 
 
Una volta sbarcati, i blindati usarono le loro armi (elevabili tra -10 e +35°) per sparare addosso agli aerei argentini. Malgrado le torrette non fossero nominalmente adatte per questo scopo, esse erano meglio di niente: le 7,62 e i cannoni da 30 degli Scimitar (chiaramente non i 76 mm degli Scorpion). Uno Scimitar riuscì a colpire, a quanto affermarò l'equipaggio, un A-4 da circa 1.000 metri. Consolidati gli sbarchi, i veicoli cingolati vennero usati per il loro compito di esplorazione e supporto, aiutati dall'unico CH-47C che poteva portarli al gancio baricentrico (ma l'affondamento della Conveyor, con gli altri tre elicotteri, fu un grave colpo per le operazioni inglesi).
 
Il 27 maggio le operazioni stavano procedendo e il 45° Commando iniziò a muovere verso P. Stanley da Nord, mentre il 3° Battaglione passaò per Teal Inlet, supportati dai cingolati del 3° e 4° Plotone. La battaglia di Goose Green venne fatta dal 2° Battaglione senza l'appoggio dei blindati, perché si pensava che essi non potevano procedere su quel terreno. Anche a Nord c'era un terreno particolarmente difficile, acquitrinoso, che rendeva persino i potenti e leggeri Scorpion inadatti ad un rapido movimento, finendo spesso impantanati. Dalla loro avevano un cavo di traino di 40 mm di spessore, lungo 13,7 mm, in acciaio. Era attaccato ad un verricello che venne sfruttato ampiamente. La tecnica era di ingranare la marcia indietro per il veicolo trainatore, mentre quello impantanato imballava il motore, cercando di uscire dal fango senza spaccare la trasmissione. Ci volle da aspettare quasi la fine di maggio per completare un movimento che sarebbe stato senz'altro più rapido con veri mezzi da neve, come i BV 206.
 
Il 1 giugno unità della 5a Brigata sbarcarono a S.Carlos, cosa completata entro il 3 del mese, senza perdite e per tutta la grande formazione di fanteria. I reparti di cingolati operanti a Nord vennero dati in forza alla 5a Brigata a Fitzroy, e dovettero fare il trasloco con i propri cingoli. Ma ci riuscirono in sei ore anziché i due giorni previsti. Erano in zona quando attaccarono gli A-4 e colpirono le navi da sbarco, ma il loro fuoco non riuscì ad impedirne la messa fuori uso e gravi perdite per il 1° btg delle Guardie gallesi, che poi vennero soccorsi dai cingolati che si adattarono ad ambulanze di fortuna. In questo compito, però, i migliori erano gli elicotteri e in particolare i piccoli Scout, operanti con due barelle, si dimostrarono molto utili per queste missioni di seconda linea, ma pur sempre importanti.
 
Successivamente i cingolati attaccarono verso Stanley, assieme agli Harrier, ai cannoni da 105 e a quelli navali (derivati da questi) da 114 mm. Il 3° Btg parà attaccò Mount London sorprendendo nella notte i difensori, che però presto opposero resistenza accanita, tanto che ci vollero sei ore per averne ragione, solo considerando il lato est della montagna, poi conquistata anche nel settore occidentale con altre 4 ore. Gli Scorpion del 4° plotone appoggiarono con le loro micidiali HESH da 76 mm. Per l'inizio del 12 giugno gli obiettivi erano stati raggiunti e la fase successiva fu l'appoggio al 2° Btg parà contro Wireless Ridge con il 3° Plotone, mentre il 4° appoggiava il 2° Battaglione Guardie scozzesi su Tombledown Mountain. Uno Scorpion ebbe danni da una mina, ma il comandante passò su di un altro veicolo. Gli Scorpion e gli Scimitar appoggiarono il 2° Btg parà, e inaugurarono una nuova tecnica: sparavano mitragliate da 7,62 con l'arma secondaria, coassiale, verso sospette posizioni (ogni mezzo aveva 40 colpi da 76 e 3.000 da 7,62), e se questo rispondeva al fuoco lo annientavano con una cannonata da 76. Dopo che Wireless Ridge venne conquistata, era possibile dominare P.Stanley e gli Scorpion del 3° avanzarono con il 2° Parà per le strade della periferia, fino a che alle 21,00 venne dichiarato il cessate il fuoco. In seguito vennero raggiunti anche dal 4° plotone, e poi tutti si imbarcarono con la FEARLESS per tornare nel Regno Unito, assieme a due AML-90 trovate a P.Stanley. Questi mezzi non si scontrarono mai con gli Scorpion, nemmeno quando essi si avvicinarono al capoluogo, dove le blindo erano costrette a restare per via della condizione del terreno. Lo Scorpion danneggiato da una mina venne recuperato da un Chinook e poi rimpatriato. Fu una fortuna che i cingolat inglesi non venissero ingaggiati dalle AML, data la potenza del cannone (ma gli Scimitar con il loro preciso pezzo da 30 mm erano un nemico di tutto rispetto), e si pensò anche, dopo la guerra, ad aumentare la dotazione di sistemi di visione notturna. Tra i tanti handicap che le truppe inglesi avevano, dalla versione solo semi-automatica dei fucili FAL alle artiglierie di grosso calibro, c'era anche una certa carenza di sistemi di visione notturna, quando poi la maggior parte dei combattimenti ebbe luogo o inizio di notte. Il sistema di osservazione del cannoniere (IL, basato su di una camera LLTV) si dimostrò molto utile per l'osservazione, oltre che per il puntamento, ma se ne trasse anche la lezione che per il futuro molti più sistemi notturni dovessero essere distribuiti alla fanteria e all'esercito in generale.
 
 
Quanto all'artiglieria, i britannici portarono alle Falklands 5 batterie di cannoni leggeri da 105 mm, più i 114 mm navali, contro altrettante (ironia della sorte) batterie argentine, sempre da 105 mm, ma si trattava dei leggeri obici M56 da 105 mm someggiabili. Sempre con molta ironia del destino, queste armi erano appena state radiate dai britannici, sostituite con i cannoni leggeri. Questi ultimi, di concezione nazionale, pur possedendo una portata di circa 17 km anziché 11, erano sensibilmente più pesanti e forse nella circostanza non fu un grande affare. Inoltre le granate erano più veloci e potevano cascare con angoli meno elevati, cosa non positiva per i danni causabili a bersagli trincerati. C'era anche una batteria CITEFA da 155 mm, Mod 77, trasportata con i C-130 ma relegati alla difesa del capoluogo, specie in ambito costiero. Pesavano troppo per essere trasportate in altre zone delle isole.
 
 
 
 
Gli Harrier e i Sea Harrier sono senz'altro la rivelazione della guerra. Del resto già dal '71 la Hermes non aveva più le catapulte e nello stesso anno venne radiata la grande Eagle, mentre la Ark Royal venne tenuta in linea solo fino al '79. Le unità tipo Invincible, più che altro grosse navi comando ASW, erano entrate in servizio con la capoclasse solo nel luglio 1980 e la seconda delle tre appena alla fine della guerra.
 
I Sea Harrier del No.800 Sqn della Hermes ottennero secondo le loro rivendicazioni sei Dagger, sette Skyhawk e uno condiviso, tre Pucarà, un Puma e uno in compartecipazione e un A.109A. Quelli del No.801 dell'Invincible hanno ottenuto due Mirage, tre Dagger, un Camberra, un Hercules e un Puma condiviso. Gli Harrier Mk.3 del No.1, sempre sulla Hermes, hanno messo fuori uso un Chinook e un Puma. Sei Sea Harrier (di cui 4 per incidenti e due per la contraerea) e 4 Harrier (uno per incidente e gli altri per la contraerea) sono andati persi. L'autonomia in azione era tra i 20 e i 45 minuti di CAP sulle portaerei.
 
 
I Vulcan delle Black Buck sono pochi, cinque aerei e tutti selezionati tra quelli armabili con gli Skybolt, perché questi erano aggiornati con piloni subalari per il loro trasporto. Vennero equipaggiati in tutta fretta con i vecchi sistemi di rifornimento in volo ancora efficienti, e vennero comprati sei missili Shrike, forse perché più leggeri dei Martel, cosa importante per missioni già così al limite. Le missioni vennero svolte in condizioni limite, e ne vennero fatte 5 (fino alla B.Buck 7, perché le 3 e 4 vennero abortite). Le 5 e le 6 (31-5 e 3-6) videro l'uso dei missili Shrike, uno dei quali colpì un grosso TPS-43F, danneggiandogli l'antenna ma senza metterlo totalmente fuori uso. La B.Buck 7 venne fatta il 12 giugno, con l'aereo armato sia di Shrike che di bombe con spoletta prolungata, per poter esplodere (come le armi usate spesso in Vietnam) prima della penetrazione del terreno, il che dà effetti micidiali contro aerei e altri bersagli 'morbidi' in superficie. L'aereo però ebbe un problema e dovette atterrare in emergenza in Brasile, restandovi una settimana sequestrato, anzi i brasiliani confiscarono anche il missile Shrike. Le aerocisterne Vulcan, messe in campo per aiutare i Victor, videro impiego dal 18 giugno, una trasformazione rapidissima ma arrivata troppo tardi. I Vulcan servirono fino al 1984, poi vennero radiati. Curiosità e ironia del caso, l'Argentina nel 1981 aveva chiesto alla RAF di poter sostituire i Camberra proprio con i Vulcan.
 
 
 
 
===Fonti===