Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

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===Sistemi di difesa navale Britannici<ref>Fischer, Johann: ''I sistemi navali inglesi di difesa aerea'', RID Gen 1992 p. 48-53</ref><ref>Dati dalle corrispondenti voci di Wiki.en</ref>===
La RN si interessò di armi più potenti delle sue artiglierie a.a., non sempre felicissime come riuscita (per esempio le varie 12,7, 40 e 133 mm britanniche), già nel 1944 quando avviò il programma Lop/Gap, che poi agli inizi degli anni '50 divenne il GMS.1 (Guided Missile System No.1), affidato alla Hawker Siddeley. Esso era un grosso proiettile a razzo calibro 406 mm, con un sistema di guida radar, che per risparmiare in lunghezza era spedito in aria con 4 booster, tutti laterali, che gli davano una forma un pò a 'trimarano', come del resto armi tedesche quali l'HS.117, ma questo era molto più grande. Venne deciso di usarli sui caccia (in realtà incrociatori) classe 'County', che avrebbero avuto il sistema diventato con gli anni GWS.1 Sea Slug (GSW è per Guided Weapon System Mk.1).
 
Il primo dei 4 caccia 'County Batch 1' entrò in servizio nei primi anni '60, allorché l'HMS Devonshire venne completato nel novembre del 1962, più o meno ai tempi della conversione del Garibaldi italiano, ma in questo caso si trattava di navi interamente di nuova costruzione. Il sistema era tuttavia assai rozzo, assemblato manualmente sottocoperta dai marinai prima di farlo elevare nella sua rampa di lancio binata; il radar era il Type 901, che nonostante lavorasse in banda I e J (come i sistemi moderni) era vulnerabile a varie forme di ECM. Dal 1979 i 'County' vennero radiati dal servizio, prima i 4 Batch 1 e poi dopo le Falklands gli altri 4, assieme ai missili Sea Slug rimasti per qualche anno in servizio con i nuovi utenti, la Marina Cilena (l'unico Batch 1 esportato, il Babur, in Pakistan, è stato subito modificato sostituendo il Sea Slug).
 
Per dare una capacità di difesa a distanza ravvicinata venne anche realizzato, in sostituzione dei cannoni da 40 mm Bofors, il GWS.20 Seacat, radiocomandato con un lanciamissili quadrinato, prima a guida su linea di mira, poi il GWS.21, 22 e 24 che hanno ricevuto un sistema di guida ognitempo tramite un radar di controllo del tiro. Nel frattempo il Seaslug venne modificato nel tipo Mk 2, con maggiore gittata e maggiore capacità operativa. Infatti era a guida SARH e non radar su fascio direttore, molto più vulnerabile alle contromisure. Inoltre aveva anche una capacità superficie-superficie antinave. Il Seaslug era un sistema limitato, ma pur sempre in grado di coprire almeno 40 km di portata (e il lanciamissili aveva 32 armi disponibili); nonostante la sua rozzezza, esso dimostrò nei test un'affidabilità del 92%<ref>Armi da geurra 141</ref>, quando molti SAM dell'epoca non arrivavano nemmeno al 50%; tuttavia, l'unico lancio alle Falklands non ha avuto successo.
Nei suoi limiti (tra cui le prestazioni non del tutto soddisfacenti contro bersagli a bassa quota), la 'Pallottola del mare' era un apparato funzionale ed era parte della prima generazione di SAM britannici, tutti a lunga gittata: i suoi coevi erano il Thunderbird dell'esercito e il Bloodhound (a statoreattore) della RAF, anch'essi sistemi efficienti, piuttosto complessi e pesanti, dalle valide prestazioni. Il costo però era elevato data la ridotta produzione, e questa non aiutava nemmeno la rapidità nel rinnovare la componentistica, come invece stavano facendo, e a ritmi forsennati, sia gli americani che i sovietici.
 
Il '''Seacat''' è un prodotto della Short Brothers, una ditta di Belfast, che pur essendo un SAM, e quindi destinato al contrasto delle minacce più veloci, curiosamente derivava da un missile controcarri (che è destinato a colpire, al contrario, i mezzi militari più lenti), il grosso Malkara, rielaborato come Shorts Green Light prototype. Ebbe tanto successo da rimpiazzare l'Orange Nell, altro programma che serviva per trovare un'alternativa leggera al Sea Slug. I missili SAM erano considerati essenziali per abbattere gli aerei a reazione, che le artiglierie come i Bofors dell'epoca avevano difficoltà a distruggere a motivo della loro velocità (anche se va detto che i Bofors si dimostarono molto efficaci contro le V-1). Peso di circa 68 kg, lunghezza di 1,48 m, apertura alare di 65 cm e diametro di 19 cm. Gittata 5,5 km, quota 30-915 m.
 
Il Seacat è un prodotto della Short Brothers, una ditta di Belfast, che pur essendo un SAM, e quindi destinato al contrasto delle minacce più veloci, curiosamente derivava da un missile controcarri (che è destinato a colpire, al contrario, i mezzi militari più lenti), il grosso Malkara, rielaborato come Shorts Green Light prototype. Ebbe tanto successo da rimpiazzare l'Orange Nell, altro programma che serviva per trovare un'alternativa leggera al Sea Slug. I missili SAM erano considerati essenziali per abbattere gli aerei a reazione, che le artiglierie come i Bofors dell'epoca avevano difficoltà a distruggere a motivo della loro velocità (anche se va detto che i Bofors si dimostarono molto efficaci contro le V-1). Peso di circa 68 kg, lunghezza di 1,48 m, apertura alare di 65 cm e diametro di 19 cm. Gittata 5,5 km, quota 30-915 m.
 
Tuttavia, anche il Seacat non si può certo definire un'arma ad alte prestazioni. Il suo corrispondente di terra è il Tigercat, che usa rampe triple, mentre l'arma navale usa un più pesante sistema quadrinato. E' in ogni caso un piccolo missile subsonico con motore a razzo a propellenti solidi, a due stadi. E' radioguidato sulla linea di tiro (CLOS) con un joy-stick, almeno nella prima versione. La rampa di lancio è a caricamento manuale, ma l'arma è relativamente piccola e questo non dà problemi. Ha un aspetto piuttosto singolare, quasi una sorta di girino alato con una testata nettamente più grande del diametro del motore, mentre di lato sono presenti due serie di alette piuttosto grandi (manovra) a metà corpo, e piuttosto piccole in coda, per la stabilizzazione. La rampa di lancio ha una sorta di bulbo centrale, quella è semplicemente la protezione per l'antenna di comando per la guida delle armi. E' un complesso molto caratteristico, anche per il colore giallo o arancione di questo cupolino allungato, che rende molto visibile queste piccole rampe sulle navi che le portano.
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Durante la guerra delle Falklands questi piccoli missili, sia il Tigercat che il Seacat (pressoché identici di per sé, ma variavano gli apparati di lancio e supporto) vennero ampiamente impiegati. Gli Argentini si portarono sulle isole i Tigercat, di cui sette lanciatori vennero catturati a guerra finita. Parecchi missili furono sparati, ma senza mai colpire i veloci Harrier britannici.
 
Il Seacat, del resto, non si comportò meglio. Pur essendo presente nelle più recenti versioni, e pur avendo una testata rispettabile di 10 kg (grossomodo come quella del Sidewinder), le sue prestazioni lasciavanolasciarono molto a desiderare. E' decisamente grave che un missile SAM non sia supersonico, per giunta la gittata e la quota erano molto ridotte. E malgrado questo, esso era il principale missile SAM britannico, un'arma incapace di inseguire un caccia subsonico e semmai, se c'era tempo, impiegabile solo in attacchi di fianco o frontali. Nondimeno era facile da usare e rapido da lanciare, generalmente affidabile e pronto all'azione (cosa che non si poté dire del Sea Wolf, il suo sostituto), con sistemi estremamente semplici per la nave che lo usava, senza impatti significativi su di essa e come è giusto che sia per un'arma dalle poche pretese. Certamente contribuì molto a innervosire i piloti argentini, aiutandoli a sbagliare i lanci delle loro bombe; ne vennero tirati a volontà, oltre 80, dichiarando inizialmente quattro vittorie. Eppure, l'unico aereo abbattuto per certo risulta un A-4C del 4 Grupo, il 25 maggio (pilota Lucero, eiettato). Non è facile tuttavia capire quali aerei siano stati abbattuti dalle varie e numerose armi in azione simultaneamente, specie a S. Carlos, ma quel che è certo è che il Sea Cat si dimostrò totalmente obsoleto, seppure utile. Naturalmente i missili antinave non avevano 'paura', ed erano del tutto proibitivi per un ordigno così lento e capace nominalmente di una quota operativa nominale di appena 30-915 metri (circa 5,5 km di portata max), decisamente poco anche contro un cacciabombardiere che per esempio si fosse avvicinato a pelo d'acqua o fosse venuto giù in picchiata sulla nave-bersaglio. In ogni caso, se le due navi anfibie Fearless e Intrepid se la cavarono senza danni è anche per merito delle 4 rampe quadrinate che ciascuna di esse possedeva, sufficienti per ben 16 missili pronti al lancio.
 
Dopo le Falklands l'arma è stata radiata il più in fretta possibile; le Type 21 hanno ricevuto un CIWS Phalanx dopo la loro cessione al Pakistan. Nonostante le sue caratteristiche modeste, il Sea Cat ha ha sostituito tre cannoni L70 Bofors sui caccia 'Ostergotland', navi degli anni '50 rimaste in linea fino agli anni '80. Sulle sei 'River' australiane è rimasto in servizio fino ai tardi anni '90, dopo essere stato aggiornato allo standard GWS-21 con radar Mk-44 e un sistema ottico con binocolo come mezzo ausiliario. La HMAS Torrens lanciò per l'ultima volta i Sea Cat, con tre ordigni tirati in rapida sequenza e che ottennero due centri su bersagli trainati.
 
All'inizio degli anni '60 vennero iniziati anche i programmi per i successori Sea Dart e Sea Wolf, che videro anch'essi l'esordio in quella stessa guerra, alle volte chiamata 'dei missili' e non a torto, visto che forse, per la prima volta, questi ultimi superarono in importanza i cannoni. Il Sea Dart era nato per i caccia Type 82 e Tromp olandesi, questi ultimi erano coinvolti nella parte del programma per la realizzazione del radar 3D Roomstick. La Hawker Siddeley invece pensò al missile vero e proprio, iniziando nel 1962 lo sviluppo come Project CF.229 che adottava una notevole soluzione, quella del booster a razzo con ramjet, il che aumentava la gittata e rendeva il missile più manovrabile (perché il motore continua a bruciare per molti secondi, permettendo un lungo volo sostentato invece del 'lancio' con una veloce combustione durata pochi secondi e poi solo inerzia). L'arma era dotata di una presa d'aria nel muso e 4 antenne di ricezione sul principio dell'interferometo; il booster, unico, era in tandem con il mtore. Sebbene funzionale, questa soluzione era anche complessa e ingombrante: il Sea Dart era una sorta di piccolo Talos o Typhoon; l'Olanda nel 1965 diede un colpo pesante alle speranze britanniche allorché questo Paese, tradizionalmente un pò la via di penetrazione inglese nel continente (vedi gli Hunter), abbandonò il programma e scelse il Terrier americano, più compatto es emplice; nel mentre, i Type 82 vennero cancellati eccetto la capoclasse, allorché nel 1966 vennero cancellate le portaerei e quindi anche le 4 grandi navi di scorta divennero in eccedenza; rimase solo la prima, la HMS Bristol; ma l'esigenza della difesa antiaerea a lungo raggio rimaneva e così vennero costruiti i 14 caccia 'Type 42', più altri due (ironicamente) per l'export, proprio in quell'Argentina che finirà poi per combattere i britannici.

Con i numerosi e piccoli caccia 'Sheffield' in programma, anche il missile continuò il suo iter, con i primi lanci nel 1965 e nel novembre 1967 vi fu il primo ordine per i missili, entrati poi in servizio nel 1973, quando nel marzo di quell'anno venne consegnato il Bristol e poi arrivarono i Type 42. Questo missile, con lo statoreattore Odin e un serbatoio di cherosene, viene accelerato fino a mach 2 (per far entrare in funzione lo statoreattore: è la principale complicazione della soluzione a statoreattore) da un razzo R.O. Chow. Il sistema di guida è della Marconi e la spoletta della Thorm-EMI. La rampa binata elettrica è della Vickers, così come il tamburo inferiore di stivaggio e movimentazione missili, con un sistema a catena che li solleva dal tamburo rotante, poi venrono portati in una zona intermedia per dare avvio alla sequenza di lancio e sollevati alla rampa binata con un apparato idraulico; da qui escono tramite l'apertura dei due boccaporti corazzati, un per rotaia, a cui il missile deve essere allineato. La guida è affare del Marconi Type 909 da 2,44 m di diametro, contenuto nelle caratteristiche cupole plastiche protettive, e operante i banda G e H; per la designazione è presente un Marconi Type 992Q in banda E/F che è collegato al sistema ADAWS (Action Data Automation Weapon System) e che ha una potenza di ben 2 MW, con 750 impulsi al secondo da 2 microsecondi l'uno. La portata dei missili, una volta che il bersaglio è stato localizzato dal radar 2D a lunga portata (prima un Marconi Type 965 e poi il 1022), passato al 992 tridimensionale, identificato come nemico e illuminato dal radar, è valutata in 40-65 km, ma non è stata mai dichiarata; la quota è di circa 18.000 m. Tornando ai radar di scoperta aerea, il Type 965 operava in banda B (!) con potenza di 450 kW, e 200-400 implusi al secondo lunghi fino a 10 microsecondi. Il Type 1022 è più attuale e opera in banda D, opera con tubi TWT coerenti , compressione impluso e MTI; è frutto del precedente Type 1031 ma con l'elaborazione dati ereditata dall'LW-08 olandese della Signaal. Il Sea Dart, in ogni caso, era un'arma prevista per le alte quote e lunghe portate, piuttosto obsoleta per i contesti che dai tardi anni '60 cominciarono a maturare, con aerei a pelo d'acqua e in seguito anche i missili antinave. Il Sea Dart venne usato alle Falklands in almeno 24 esemplari, colpendo 4 volte su 5 aerei ad alta quota o elicotteri sorpresi a bassa quota (tra cui però un poco meritori 'fuoco amico' su di un Gazelle); a bassa quota funzionò molto meno bene e anche se un paio di A-4 vennero abbattuti sotti gli 11 metri di quota (quando questa è valutata in 30 metri come minimo operativo), spesso gli ingaggi vennero falliti o non ebbero nemmeno luogo, per l'incapacità del radar di localizzare i bersagli, specie se dietro avevano il clutter delle coste. Così andò perso l'HMS Coventry, mentre l'EXETER fu uno dei migliori, se non il migliore, tra i caccia inglesi. Già verso la metà degli anni '70 i limiti del Sea Dart, ben evidenti specie con i Type 42, erano stati identificati e si pensò al Sea Dart Mk 2, con spoletta migliore, ECCM superiori ed elettronica solid-state, ma i dettagli non sono noti; il Type 909 doveva essere modificato e i radar 992 e 965 sostituiti dal 1031; ma nel 1980 questo programma venne cancellato per ragioni economiche, impedendo di seguire l'evoluzione della tecnologia e sopratutto, restando privi di un sistema avanzato contro missili in volo a bassa quota o in picchiata da alte quote, come quelli sovietici.

In ogni caso, negli anni '80 l'oramai obsolescente flotta britannica portò avanti dei programmi utili: sostituire i Type 965 con il 1022, e poi, dalla fine del decennio, un aggiornamento significativo del missile con ECCM superiori, la spoletta e la testata cambiate nel 1987, il radar Type 9091 per inseguimento bersagli, contratto del 1986 (35 mln di sterline) ed entrato in servizio dal 1988; il Type 992Q sostituito dal Siemes-Plessey Type 996 e inanda E/F e l'ADAWS migliorato; tra i nuovi sistemi, il Type 996 è importante anche perché usa la scansione di frequenza per la copertura in elevazione e la scansione di fase per la ricerca cambiando le frequenze; infine il Type 1022 si è ritrovato i lobi laterali ridotti, migliorando l'efficienza e riducendo il rischio di essere colpito da un ARM. Nel 1991 due missili distrussero un Silkworm irakeno, il primo missile antinave sicuramente abbattuto da un SAM. Il caccia che li lanciò, per la cronaca, era l'HMS Gloucester. Tra le cose valevoli di mensione, l'interesse cinese per ammodernare i suoi caccia 'Luda' con contenitori-lanciatori per il Sea Dart, utilizzabili fin da navi di 500 tonnellate. Ma nonostante fosse un contratto importante, vari motivi spinsero ad annullarlo. Tra l'altro, il Sea Dart, al pari di molti SAM navali, è utilizzabile anche contro navi fino a portate di almeno 25 km. In tutto la produzione ha raggiunto e superato i 2.000 esemplari, che per un'arma così grande, costosa e quasi totalmente priva di successi ell'export, è indubbiamente un risultato notevole.
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Quanto al settore del corto raggio, il sostituto del Seacat è il più prestante Sea Wolf, costruito inizialmente dalla BAC (poi BAe) e attualmente dalla MBDA. E' un sistema altamente automatizzato, pensato per reagire prontamente contro i missili antinave, e come tale, tra i primi, se non il primo CIWS, specie considerando i sistemi missilistici veri e propri. In effetti, più che un sistema d'arma buono per la difesa di altre navi, è in realtà un apparato sufficiente più che altro per la difesa delle unità che lo imbarcano. E' stato realizzato nelle versioni GWS-25 e 26, nonché il modello VLS a lancio verticale.
 
L'equivalente del Rapier e sostituto del Seacat è nato da una richiesta del 1964 per un sistema a breve tempo di reazione; prima venne fuori il programma di fattibilità Confessor, poi ci si allarmò per la presenza dei nuovi missili SS-N-7 sovietici con capacità d'attacco a volo radente e da sottomarino immerso. Così venne fatto un ulteriore studio con un contratto del 1967 e la BAC, poi BAe, iniziò a far nascere il PX430 assieme alla Vickers e Bristol. Questo divenne poi il '''GWS.25 Sea Wolf''', che nel 1975 iniziò le prove in mare con l'HMS Penelope (una Type 12, preferita alle pur nuove Type 21 che del Seawolf avrebbero avuto indubbiamente bisogno) ed entrò in servizio nel maggio 1979.
 
L'arma ha un motore a razzo LACKCAT con propengolo a doppia base, le prestazioni sono molto migliorate rispetto a quelle del Sea Cat: mach 2, gittata 1.000-6.000 m e quota pratica 10-3.050 m; l'arma è più appuntita e senza soluzioni di continuità tra diametro della testata e quello del motore.
 
Il missile è guidato da un sistema ottico su linea di mira della AC/BAeD, con radiocomando le cui antenne trasmittenti (del missile) sono su due delle alette stabilizzatrici. La manovrabilità è tale da ingaggiare bersagli altrettanto veloci del missile. La spoletta è della Thorn-EMI e pesa 14 kg; gli ordigni sono sistemati su lanciatori a sei celle con 2 colonne di tre l'una, tutte corazzate e con un boccaporto di lancio a due valve caratteristico; vengono caricati con carrellini dai magazzini.
 
Acquisito il bersaglio dai radar Marconi Type 967 e 968 in banda D (per la scoperta) e 968 in banda E per l'identificazione (sono sistemi da ben 3 MW di potenza di picco, 2 microsecondi per ciascuno dei 750 implusi/sec) , viene passato al sistema d'ingaggio. Il radar di tiro è un Marconi Type 910 in banda I/J di tipo Pulse-Doppler e antenna da 1,6 m, capace di controllare due missili alla volta (non è chiaro se contro due bersagli alla volta o contro uno solo) della coppia selezionata per il lancio.
 
Il sistema, una volta ricevuti i dati, riesce a reagire da solo in pochi secondi e lanciare missili che poi vengono radiocomandati e seguiti anche con una camera LLTV, sempre della Marconi.
 
Il Sea Wolf era un'arma estremamente precisa e letale: è riportato che in un'occasione abbia abbattuto niente di meno che una granata calibro 114 mm, un bersaglio estremamente piccolo e veloce (allo sparo supera abbondantemente mach 2).
 
La carica è manuale, con piccoli carrelli, il peso è infatti sufficientemente basso per essere ancora maneggiabile dal personale di bordo, sebbene la necessità di ricarica a forza di braccia -specie quando il mare è molto mosso- suscitava qualche perplessità nell'ipotesi di attacchi di saturazione contro le singole navi.
 
Benché il funzionamento sia automatico, è anche possibile intervenire da parte dell'operatore al sistema. Il radar di controllo del tiro era in origine il Type 910 in banda I/J, che peraltro non sempre funzionò bene contro bersagli a volo radente alle Falklands (ma molto meglio dei sistemi Sea Dart); quando il bersaglio è agganciato, uno dei due missili della coppia selezionata viene tirato e poi inseguito da due radio-trasmittenti a bordo del missile e dalla camera LLTV (che segue il flare di coda), il computer misura lo scarto tra rotta del bersaglio e quella del missile e manda correzioni via radio in maniera del tutto automatica, che vengono eseguite dalle superfici di coda dell'ordigno (al contrario del Seacat). Ogni sistema di guida (due sulle Type 22, uno sulle Type 12) è capace di controllare una coppia di missili tramite la sua trasmittente a micro-onde. Non è chiaro se sia anche capace di ingaggiare due bersagli diversi, al limite sì se volano molto vicini.
 
Nondimeno, la gittata è ancora pressoché uguale a quella del Seacat, e in questo sta l'incongruenza dell'arma: difficile accettare che un sistema a corto raggio praticamente grosso e pesante come un sistema da difesa d'area, specialmente considerando che in giro c'erano i compatti SAM navali statunitensi come l'SM-1MR o anche il Sea Sparrow, pur più grande e prestante dell'arma britannica, anche se meno adatto al ruolo anti-missile.
 
Dal 1979, dopo quasi 10 anni di sperimentazioni, è in servizio (come GWS-25 Mod.0) con le Type 22 (cominciando dalla HMS Broadsword) e dal 1980 con le Type 12 Leander della terza serie, dotate di un solo lanciamissili a prua; le Type 22 ne hanno due ma, tra questi, i due depositi da 30 missili e altrettante direzioni di tiro hanno finito per pesare più dei Type 42, eppure hanno solo un sistema capace di una gittata di circa 6,5 km; la BAe era convinta che fosse difficile intercettare missili a distanze elevate, ma il punto è che il sistema è poco utile contro gli aerei, a meno che non serrino le distanze e allora, se il sistema non si 'spegne' o si sgancia, può accadere che un'intera formazione venga decimata in pochi secondi, come successe - in una sola occasione- durante la guerra delle Falklands. Dopo questa il missile venne collaudato con successo, pare per la prima volta, contro i missili Exocet.
 
All'estero il Seawolf non ha avuto molto successo, data la sua complessità e ingombri, e la limitata gittata, circa 6 km, che non supera gli 8-10 nemmeno nel tipo a lancio verticale. Validissimo contro bersagli ravvicinati, con prestazioni senza pari (del resto si pensava che i missili sovietici lanciati da sottomarini spuntassero dal mare a breve distanza), non ha sufficiente gittata per molti altri impieghi pratici. Il radar Type 910 è pesante e gli Olandesi pensarono che il sistema fosse sia poco flessibile, che molto costoso. L'India aveva chiesto la licenza di produzione, ma stranamente non gli fu concessa.
 
Le 'Leiku' della Malaysia sono tra le poche navi che lo hanno a bordo (16 in lanciatori VLS); la Marina brasiliana e quella cilena hanno le Type 22 di seconda mano e nel secondo caso, anche qualche Type 23 (sempre ex-RN).
 
L'impiego alle Falkands ha evidenziato capacità e limiti, con le HMS Brilliant e Broadsword. Esso ebbe spesso uso come sistema in combinazione con le navi dotate di Sea Dart, ma non sempre questo 'Type 64' (dalla somma delle due classi di navi) trovò la giusta coordinazione per funzionare bene; il 12 maggio ebbe un certo successo, abbattendo rapidamente 3 A-4 sui quattro che stavano attaccando, mentre l'ultimo riuscì a passare davanti alla nave (la HMS Brilliant) e a rompere l'aggancio dei radar di bordo. Però non si riuscì ad agganciare la seconda formazione di Skyhawks, che danneggiò il Glasgow e una bomba finì persino sulla Brilliant, ma rimbalzò senza esplodere. Il 25 maggio andò anche peggio e la Broadwsord, dopo avere rischiato di fare la stessa fine, a causa dello sganciamento del radar dai bersagli all'ultimo momento e della rotta assunta dal Coventry, non riuscì a proteggerlo dagli A-4, che lo affondarono con tre bombe in pieno. In tutto il Seawolf ebbe cinque vittorie, ridotte poi a 3+ 1 probabile, in otto occasioni nelle quali un numero non noto di queste armi venne lanciato (o forse furono proprio otto i missili complessivamente lanciati, un totale apparentemente troppo basso considerando le svariate occasioni in cui venne usato).
 
Quando funzionò, fu molto pericoloso, ma non sempre questo fu possibile a causa di problemi vari e delle condizioni ambientali estreme nelle quali fu impiegato (del resto non molto diverse da quelle del Mare del Nord, dove si pensava di usarlo). Nel dopoguerra ebbe estensivi collaudi e aggiustamenti e divenne il primo SAM ad abbattere un Exocet. Del resto venne spinto in servizio, dopo molte esitazioni, proprio per contrastare i missili a volo radente come i grossi SS-N 7; inizialmente sembrava che i sovietici non avessero armi del genere, ma la valutazione si dimostrò infondata perché al contrario erano già in servizio a far tempo dal '67. E in ogni caso, l'inerzia della RN di fronte alla diffusione di armi analoghe anche ad Ovest non poteva essere scusabile, fino a produrre i danni del 1982. Durante la guerra, è probabile che nessun Sea Wolf venisse sparato contro gli Exocet. In ogni caso, per affrontare tali minacce, difficili da rilevare da distanza adeguata, contava più che la potenza e la gittata, la rapidità d'impiego e l'agilità. E il Seawolf, con tempi di reazione di 5-8 secondi, e la capacità di ingaggiare armi fino a mach 2, era senz'altro una risposta valida, sempre che tutto funzionasse bene. Ma più che un SAM a corto raggio era di fatto una sorta di CIWS di gittata un pò maggiore del normale, quindi poco adatto per difendere altre navi, a meno di non navigare praticamente al loro fianco, pratica piuttosto comune per la scorta alle 'Invincible' e altre grosse unità britanniche.
 
Il passo successivo è stato il Sea Wolf Mod.3. Tra i cambiamenti il computer Ferranti 1600B sostituito dal 1600E, e il radar Type 910 dal 911 Mod 1 derivato stranamente da un tipo civile (il 805SW); esso opera in banda I per l'acquisizione, mentre la sua componente millimetrica (banda K) è derivata dal radar DN 181 del Rapier Blindfire, molto accurato a bassa quota. Da qui la sostituzione della telecamera prima presente con il Type 910. Esso divenne standard dalla settima delle Type 22 (oppure dalla 11ima, se è solo dal Batch 3, le fonti discordano).
Una cosa interessante è che non vi è più il sistema elettro-ottico come sistema di guida standard, ma è rimasto come back-up in caso di problemi al radar (ECM, guasti ecc).
 
Il sistema Sea Wolf Mod.3 è stato installato sulle Type 22 Batch 3, le altre (le Type 22 e le 5 Type 12) hanno mantenuto il Mod.0 ma con qualche miglioramento (Type 910) per dare origine all'ibrido Mod.4. Questo è specificatamente per le fregate Type 22 Batch 1 e due delle Batch 2, con un sistema ad immagine termica in aggiunta al radar d'inseguimento.
 
Il Seawolf ha conosciuto un successo significativo quando è diventato a lancio verticale, ma è stata anche introdotto un Type 996 3D come sistema di designazione al posto dei radar 967 e 968.
 
Successivamente alla scoperta del che il Sea Wolf è troppo pesante per quello che offre (il solo radar Type 910 pesava 13,5 t, ma solo 5 nel caso del Type 911), e che il sistema, per quanto semplice apparentemente richiede un impatto significativo nella nave che lo porta, è stato sviluppato un tipo 'Lightweight' che si può ottenere con un lanciamissili simile a quello del Seacat, per equipaggiare in particolare i Type 42 batch 3 e le 'Invincible' come supplemento al Sea Dart. I Type 42 avrebbero probabilmente dovuto rinunciare ad uno dei due radar guidamissili per ottenere questo sistema difensivo, il che non era una prospettiva molto confortante. Non è chiaro se sia entrato davvero in servizio e tanto meno se lo sia ancora (pare di no, evidentemente i CIWS Phalanx sono stati considerati più che sufficienti).
 
Ma il GWS.26 Mod 1 (da non confondersi con l'altro) è stata la vera carta vincende del sistema, che finalmente ha ottenuto anche dei successi (invero limitati) nell'export. Fin dal 1967, con il programma SINNER, si era stabilito che il lancio verticale era fattibile e certo vantaggioso, presumibilmente sperimentata su di una fregata classe 'Loch', la Loch Fada, ma non si procedette con questa moderna concezione, che rimase in naftalina per decenni.
 
Il missile ha un peso aumentato da 80 a 140 kg, è contenuto verticalmente su di un modulo di lancio e può essere lanciato senza il tedio della ricarica, che è difficile con mare in tempesta, e comporta un tempo in cui la nave è vulnerabile, sebbene 12 missili pronti al lancio siano una discreta garanzia di sopravvivenza (ma le Type 12 ne hanno solo sei). Con i missili a lancio verticale, che richiedono un autopilota per la correzione di rotta, è possibile coprire con un singolo lanciatore un settore di 360°, purché ovviamente vi siano anche sistemi di controllo del tiro adeguati.
 
I tempi di reazione, e la vulnerabilità dei sistemi di lancio sono pure migliorate (si pensi all'incidente in cui una nave brasiliana MEKO ha devastato un lanciamissili di una Type 22 brasiliana con una fortuita scarica da 40 mm). Il MoD autorizzò tuttavia lo sviluppo del Sea Wolf VL solo con l'entrata in servizio del modello base, e le prove reali non ebbero luogo se non nel 1987, grazie al pontone da 12.000 t, il Longbow, appositamente modificato per sperimentarne l'utilizzo, e che ebbe nel 1986 2 lanciatori tripli verticali.
 
Il programma andò avanti con un contratto di produzione siglato nel 1989. Obiettivo, equipaggiare le nuove 'Type 23', che tra l'altro, dovevano anche avere i Goalkeeper, che poi non sono stati installati. Così la difesa è rimasta centrata sui Sea Wolf VL. I contenitori-lanciatori sono più semplici di quelli (con apertura meccanica 'a valva') del tipo normale, e vengono controllati in gruppi di 8. Le Type 23 ne hanno ricevuti 32, tutti a prua. Nel 1990 vi sono stati test positivi conil radar associato Type 911 Mod.2. In seguito il missile avrebbe equipaggiato anche le navi di rifornimento tipo 'Victoria'.
 
A tutto il 1989 non erano stati lanciati più di 10 missili, ma tanto bastò per certificarne l'efficacia e per dichiarare che il nuovo ordigno era più veloce, più reattivo e con portata minima e massima (8 km) migliori del precedente.
 
La struttura dei lanciatori, solitamente raggruppati in moduli di 8 (ma non sono sistemi rigidamente definiti come nel caso dei prodotti americani) pozzi, ciascuno con il condotto per l'evacuazione dei gas combusti; l'apparato di controllo è compatto e un complesso di 8 celle pesa a vuoto 1.943 kg, a pieno carico 3.400 kg. Non è corazzato, ma può essere installato sia sotto i ponti che nelle sovrastrutture data la sua poca esigenza di spazio. Un altro tipo proposto è un container standard di 6,08 m, che nondimeno ospita al suo interno un totale di ben 16 missili e relativi controlli.
 
La struttura dei lanciatori, solitamente raggruppati in moduli di 8 (ma non sono sistemi rigidamente definiti come nel caso dei prodotti americani) pozzi, ciascuno con il condotto per l'evacuazione dei gas combusti; l'apparato di controllo è compatto e un complesso di 8 celle pesa a vuoto 1.943 kg, a pieno carico 3.400 kg. Non è corazzato, ma può essere installato sia sotto i ponti che nelle sovrastrutture data la sua poca esigenza di spazio. Un altro tipo proposto è un container standard di 6,08 m, che nondimeno ospita al suo interno un totale di ben 16 missili e relativi controlli. Nel 1985 la BAe ebbe -o così disse- un contratto per l'evoluzione del Sea Wolf, che si poteva anche arrivare a dotare di un cercatore radar attivo. Ma la cosa non ebbe poi seguito, visto che c'era già l'Aster all'orizzonte, dalle prestazioni nettamente superiori. Un concorrente forse imprevisto si è rivelato il Barak israeliano, che di fatto ha reso marginale la presenza del Sea Wolf, anche per la maggiore spregiudicatezza degli Israeliani nel vendere tecnologie avanzate anche a nazioni non esattamente 'grate' alla Comunità internazionale (come il Sudafrica dell'Apartheid, varie dittature sudamericane ecc.). Il Barak, onestamente, aveva dei vantaggi. Anche se nel 1989 aveva tirato solo circaqulache missilimissile in prova, questo missilesistema della IAI e Rafael era capace di ottemperare ad una specifica che non poteva essere pienamente raggiunta dal Sea Wolf: gittata compresa tra 0,5 e 12 km, oltre che colpire i missili antinave, già specialità del Sea Wolf, anche di tipi a ridotta traccia radar. Vi sono 3 moduli, uno cn il complesso di lancio, un altro con quello di controllo, e l'altro con il radar di sorveglianza: braccia, cervello e occhi del sistema. I moduli di lancio hanno 16 celle, ma queste sono ripartite in sezioni di otto. Queste sezioni di lancio, o moduli (non è chiaro) pesano appena 1.328 kg e richiedono 4,2 m2. I missili raggiungono mach 2 e pesano meno di 90 kg, ma ben 18 sono di testata. Come il modulo di lancio, anche il sistema di guida e radar pesa 1.328 kg; la possibilità di arrangiamento varia da due moduli con due celle l'uno, a 2 moduli con un totale di 64 missili. Insomma, un sistema più leggero e prestante, che ha finito per marginalizzare il pur 'combat proven' Sea Wolf<ref>Truver SC, ''I sistemi di lancio verticale'', Rid lu-1991 p.76-85</ref>.
 
Il Sea Wolf Block 2 è un aggiornamento dei missili già prodotti, così come il radar Type 911 sta avendo l'integrazione (finalmente) di una moderna camera termica per assicurare migliori capacità di visione ognitempo.
 
Da notare che l'arma era anche in sviluppo in una versione ancora più evoluta, la GWS-27. Essa era straordinaria in quanto totalmente 'fire and forget', forse con una guida radar attiva per ciascun missile, come nell'AMRAAM. Nel 1985 la BAe ebbe -o così disse- un contratto per l'evoluzione del Sea Wolf, che si poteva anche arrivare a dotare di un cercatore radar attivo. Ma la cosa non ebbe poi seguito, visto che c'era già l'Aster all'orizzonte, dalle prestazioni nettamente superiori, e questa pur interessante arma venne cancellata nel 1987
 
Ma nel 1989, con la partecipazione britannica al programma FSAF (Future Surface to Air Family) per ottemperare alla richiesta FAMS (Future of anti-Air Missile Systems), venne impostata una nuova rotta. Per la prima volta in assoluto, infatti, la Gran Bretagna abbandonava la sua stirpe di missili SAM navali e accettava di essere cliente di un sistema sviluppato all'estero, e basato sul SAM Aster francese. Così terminava la variopinta genia di SAM navali inglesi che nel bene e nel male erano di casa sulle navi di Sua Maestà da decenni, e che, con 11 abbattimenti confermati, hanno a tutt'oggi il record di successi bellici. Per il Seawolf è prevista la permanenza in servizio fino al 2020.
 
Insomma, ricapitoliamo questa vicenda complessa, perché si è fatto ogni sforzo per migliorare un sistema che pure da un lato già sembrava eccellente, e dall'altro è rimasto per certi versi comunque assai limitato:
 
*'''GWS25''' Mod.0, prove in mare dal 1975, servizio dal '79, radar Type 910, 967 e 968, LLTV, fregate Type 22 e 12
 
*Mod. 4, la versione migliorata del precedente, per le Type 22 Batch 1 e le prime Type 22, con camera termica
 
*'''Sea Wolf Mod.3''', per le Type 22 Batch 3, con radar Type 911 al posto del 910, ma senza camera LLTV (o almeno, non come sistema d'acquisizione primario).
Quanto alle corte portate, l'equivalente del Rapier e sostituto del Seacat è nato da una richiesta del 1964 per un sistema a breve tempo di reazione; prima venne fuori il programma di fattibilità Confessor, poi ci si allarmò per la presenza dei nuovi missili SS-N-7 sovietici con capacità d'attacco a volo radente e da sottomarino immerso. Così venne fatto un ulteriore studio e la BAC, poi BAe, iniziò a far nascere il PX430. Questo divenen poi il '''GWS.25 Sea Wolf''', che nel 1975 iniziò le prove in mare ed entrò in servizio nel 1979; ha un motore a razzo Lackcat con propengolo a doppia base, ed è guidato da un sistema ottico con radiocomando le cui antenne trasmittenti (del missile) sono su due delle alette stabilizzatrici. La spoletta è della Thorn-EMI e pesa 14 kg; i missili sono portati da lanciatori a sei celle con 2 colonne di tre l'una, tute corazzate; vengono caricati con carrellini dai magazzini; il radar di tiro è un Marconi Type 910 in banda I/J di tipo Pulse-Doppler e con antenna da 1,6 m, capace di controllare due missili alla volta (non è chiaro se contro due bersagli alla volta o contro uno solo). Acquisito il bersaglio dai radar Marconi Type 967 e 968 in banda D/E (3 MW, 2 microsecondi per ciascuno dei 750 implusi/sec), mentre il Seawolf, ricevuti i dati riesce a reagire da solo in pochi secondi e lanciare missili che poi vengono radiocomandati e seguiti anche con una camera TV e LLTV. Dal 1979 è in servizio con le Type 22 (cominciando dalla HMS Broadsword) e dal 1980 con le Type 12 Leander della terza serie, dotate di un solo lanciamissili a prua; le Type 22 ne hanno due ma, tra questi, i due depositi da 30 missili e altrettante direzioni di tiro hanno finito per pesare più dei Type 42, eppure hanno solo un sistema capace di una gittata di circa 6,5 km; il Type 910 è un radar pesante e gli Olandesi pensarono che il sistema fosse sia poco flessibile, che molto costoso. L'India aveva chiesto la licenza di produzione ma stranamente non gli fu concessa. La gittata è reputata troppo bassa, anche se la BAe dice che sia difficile intercettare missili a distanze elevate, ma il punto è che per l'appunto il sistema è poco utile contro gli aerei, a meno che non serrino le distanze e allora, se il sistema non si 'spegne' o si sgancia, può accadere che un'intera formazione venga decimata in pochi secondi, come successe in una sola occasione durante la guerra delle Falklands. Dopo questa il missile venne collaudato con successo contro i missili Exocet. Ma il successo nel settore export non venne raggiunto: il missile continuò sopratutto la carriera con le 14 'Type 22' e le 'Type 12' modernizzate.
 
*'''GWS.26 Mod 1''', il tipo a lancio verticale, provata dal 1987 e in servizio attorno al 1989 sulle Type 23 e i 'Fort', oltre che esportata con le 'Leiku'. Peso missile 140 kg, gittata 8 km (inizialmente prevista in 10), peso modulo con 8 missili, 3.400 kg. Radar degli ultimi tipi, più il Type 996 3D come sistema di designazione al posto dei radar 967 e 968.
Il passo successivo è stato migliorare i sistemi di tiro, come il computer, il Ferranti 1600B sostituitio dal 1600E, e il radar 910 dal 911 ad onde millimetriche derivato stranamente da un tipo civile (il 805SW); esso opera in banda I ma ha il sistema millimetrico DN 181 del Rapier Blindfire molto accurato a bassa quota. Il sistema Sea Wolf Mod.3 è stato installato sulle Type 22 Batch 3, le altre hanno mantenuto il Mod.0 ma con qualche miglioramento (Type 910) per dare origine all'ibrido Mod.4. Il Seawolf ha conosciuto un successo significativo quando è diventato a lancio verticale, ma è stata anche sviluppata una nuova versione con un Type 996 come sistema di designazione. Il GWS.26 è dotato nella versione Mod.2 di un radar Type 911 mod.3; esso ha il lanciatore quadrinato del Seacat modificato per portare i lanciatori dei Seawolf; è stato installato sulle portaerei 'Invincible' e sui Type 42 terza serie o 'Manchester' che sono le navi allungate e tra l'altro, con dotazione di Sea Dart passata da 20 a 40. Ma il GWS.26 Mod 1 è stata la vera carta vincende del sistema, che finalmente ha ottenuto anche dei successi (invero limitati) nell'export. Fin dal 1967, con il programma SINNER, si era stabilito che il lancio verticale era fattibile e certo vantaggioso. Il missile ha un peso aumentato da 80 a 140 kg, è contenuto verticalmente su di un modulo di lancio e può essere lanciato senza il tedio della ricarica, che è difficile con mare in tempesta, e comporta un tempo in cui la nave è vulnerabile, sebbene 12 missili pronti al lancio siano una discreta garanzia di sopravvivenza (ma le Type 12 ne hanno solo sei). Con i missili a lancio verticale, che richiedono un autopilota per la correzione di rotta, è possibile coprire con un singolo lanciatore un settore di 360°, purché ovviamente vi siano anche sistemi di controllo del tiro adeguati. I tempi di reazione, e la vulnerabilità dei sistemi di lancio sono pure migliorate (si pensi all'incidente in cui una nave brasiliana MEKO ha devastato un lanciamissili di una Type 22 brasiliana con una fortuita scarica da 40 mm). Il MoD autorizzò tuttavia lo sviluppo del Sea Wolf VL solo con l'entrata in servizio del modello base, e le prove reali non ebbero luogo se non nel 1987, con un contratto di produzione siglato nel 1989. Obiettivo, equipaggiare le nuove 'Type 23', che tra l'altro, dovevano anche avere i Goalkeeper, che poi non sono stati installati. Così la difesa è rimasta centrata sui Sea Wolf VL. I contenitori-lanciatori sono più semplici di quelli (con apertura meccanica 'a valva') del tipo normale, e vengono controllati in gruppi di 8. Le Type 23 ne hanno ricevuti 32, tutti a prua. Nel 1990 vi sono stati test positivi conil radar associato Type 911 Mod.2. In seguito il missile avrebbe equipaggiato anche le navi di rifornimento tipo 'Victoria'. Erano previsti altri miglioramenti, che avrebbero potuto portare anche ad un nuovo modello, il GWS.27, ma già il tipo base, che ha una portata sensibilmente incrementata (8, forse 10 km) è già un progresso notevole. Ma nel 1989, con la partecipazione britannica al programma FSAF (Future Surface to Air Family) per ottemperare alla richiesta FAMS (Future of anti-Air Missile Systems), venne impostata una nuova rotta. Per la prima volta in assoluto, infatti, la Gran Bretagna abbandonava la sua stirpe di missili SAM navali e accettava di essere cliente di un sistema sviluppato all'estero, e basato sul SAM Aster francese. Così terminava la variopinta genia di SAM navali inglesi che nel bene e nel male erano di casa sulle navi di Sua Maestà da decenni, e che, con 11 abbattimenti confermati, hanno a tutt'oggi il record di successi bellici.
 
*'''GWS.27''', versione leggera a quattro celle di lancio, sviluppo tra il 1985 e il 1987, poi non è chiaro se abbandonata o entrata in servizio limitatamente a qualche classe (Type 42 Batch 3 e Invincible), forse solo per pochi anni.
Abbiamo parlato dei sistemi a lancio verticale, ed è giusto ritornare sull'argomento specifico, perché non è banale costruire sistemi simili per un SAM. Il Sea Wolf VL ha visto le sperimentazioni grazie al pontone da 12.000 t, il Longbow, appositamente modificato per sperimentarne l'utilizzo, ebbe nel 1986 2 lanciatori tripli verticali. A tutto il 1989 non erano stati lanciati più di 10 missili, ma tanto bastò per certificarne l'efficacia e per dichiarare che il nuovo ordigno era più veloce, più reattivo e con portata minima e massima migliori del precedente.
La struttura dei lanciatori, solitamente raggruppati in moduli di 8 (ma non sono sistemi rigidamente definiti come nel caso dei prodotti americani) pozzi, ciascuno con il condotto per l'evacuazione dei gas combusti; l'apparato di controllo è compatto e un complesso di 8 celle pesa a vuoto 1.943 kg, a pieno carico 3.400 kg. Non è corazzato, ma può essere installato sia sotto i ponti che nelle sovrastrutture data la sua poca esigenza di spazio. Un altro tipo proposto è un container standard di 6,08 m, che nondimeno ospita al suo interno un totale di ben 16 missili e relativi controlli. Nel 1985 la BAe ebbe -o così disse- un contratto per l'evoluzione del Sea Wolf, che si poteva anche arrivare a dotare di un cercatore radar attivo. Ma la cosa non ebbe poi seguito, visto che c'era già l'Aster all'orizzonte, dalle prestazioni nettamente superiori. Un concorrente forse imprevisto si è rivelato il Barak israeliano, che di fatto ha reso marginale la presenza del Sea Wolf, anche per la maggiore spregiudicatezza degli Israeliani nel vendere tecnologie avanzate anche a nazioni non esattamente 'grate' alla Comunità internazionale (come il Sudafrica dell'Apartheid, varie dittature sudamericane ecc.). Il Barak, onestamente, aveva dei vantaggi. Anche se nel 1989 aveva tirato solo circa missili, questo missile della IAI e Rafael era capace di ottemperare ad una specifica che non poteva essere pienamente raggiunta dal Sea Wolf: gittata compresa tra 0,5 e 12 km, oltre che colpire i missili antinave, già specialità del Sea Wolf, anche di tipi a ridotta traccia radar. Vi sono 3 moduli, uno cn il complesso di lancio, un altro con quello di controllo, e l'altro con il radar di sorveglianza: braccia, cervello e occhi del sistema. I moduli di lancio hanno 16 celle, ma queste sono ripartite in sezioni di otto. Queste sezioni di lancio, o moduli (non è chiaro) pesano appena 1.328 kg e richiedono 4,2 m2. I missili raggiungono mach 2 e pesano meno di 90 kg, ma ben 18 sono di testata. Come il modulo di lancio, anche il sistema di guida e radar pesa 1.328 kg; la possibilità di arrangiamento varia da due moduli con due celle l'uno, a 2 moduli con un totale di 64 missili. Insomma, un sistema più leggero e prestante, che ha finito per marginalizzare il pur 'combat proven' Sea Wolf<ref>Truver SC, ''I sistemi di lancio verticale'', Rid lu-1991 p.76-85</ref>.
 
 
Il successore del Seawolf è stato annunciato nel 2007, noto come Common Anti-Air Modular Missile (CAMM), avrà componenti in comune con l'ASRAAM, tra cui probabilmente anche il tipo di guida.