Caccia tattici in azione/Teen Fighters: differenze tra le versioni

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==F-18==
===In azione<ref>Ansaloni G, ''In volo con le Tigri'', A&D feb 1993</ref>===
Durante la Guerra Fredda, l'aviazione canadese è stata una delle principali realtà della difesa del centro-europa, nonché una delle principali utenti dell'F-18, o meglio del CF-18. Tra gli squadroni in Europa c'era il No.439 'Sabretooth tiger'. Una missione dimostrativa di quest'attività venne volata con un giornalista di A&D, e questo è quello che ne se ne ricavò. Si trattò di decollare con 6 aerei, al comando del Maj Berine De Gagne, un istruttore con 3.700 ore di volo, a dimostrazione di come i Canadesi, nemmeno dopo la fine dell'era Starfighter, avessero diminuito la loro attività di volo. All'epoca (metà anni '80) in cui i CF-104 vennero radiati, essi avevano comodamente 6.000 ore per cellula, quando i coetanei della LW non superavano mediamente le 2.000 nello stesso arco di tempo (oltre 20 anni) e quelli dell'AM, a metà del decennio successivo, raramente le 3.000.
 
Decollati per una missione alle 11.30 che si sarebbe chiusa alle 14.30, dopo un attacco al suolo e poi una missione di intercettazione aerea con rifornimento in volo. Il sedile dei CF-18 era un MB Mk.10S 0-0, mentre la mimetizzazione, da cui il nome del reparto, in una sorta di striatura con grigio medio-chiaro su grigio chiaro, ma non per tutti gli aerei. Ognuno era invece dotato del suo bravo cockpit falso, dipinto sotto il muso, e molto efficace a distanze -specie per chi guarda da terra- nel falsare l'assetto dell'aereo (e stupisce un pò che tale escamotage non sia diventato ben più diffuso). Il rifornimento in volo sarebbe stato dato da un B.707-347C del No.437, aereo per missioni di trasporto VIP, ma nondimeno modificabile con due pod subalari (che richiedevano appena 4 ore di lavoro, un fatto interessante per i tanti che si lamentavano e si lamentano di non avere aerocisterne, ma magari possiedono una nutrita flotta VIP). Quest'aereo, conosciuto nelle RCAF come CC-137, sarebbe stato quindi il supporto per gli Hornet. I piloti si dovevano vestire di tutto punto, c'era la tuta anti-g, il giubbotto per i lanci 'd'alta quota' (che possono risultare fatali a causa della temperatura molto bassa, prima ancora dell'anossia e della depressurizzazione), pacco di sopravvivenza in caso di lancio sul mare (diverso da quello dell'USN) e procedure di volo prestabilite da memorizzare. L'azione parte dalla base di Baden-Sollingen. Il tempo non è né cattivo né buono: nuvole a 1 km scarso dal suolo, leggero vento da Ovest. Gli Hornet decollano a circa 300 kmh, una prima coppia per compiti CAP e le altre in volo dietro, a circa 3 km di distanza tra aereo e aereo. Il volo, con diversi 'riporti' automatici, vide una quota mantenuta non inferiore a 300 m (erano passati oramai gli anni in cui si poteva scendere di livello a volontà, gli incidenti di volo non erano più accettati come qualcosa di inevitabile), la velocità mantenuta dagli aerei tutt'altro che eccezionale (778 kmh), probabilmente perché gli Hornet non hanno una grande finezza aerodinamica e risultano lenti anche come velocità di crociera. Dopo 30 minuti circa arriva l'attacco in prossimità di Dusseldorf, contro un reparto dell'esercito canadese. L'accampamento è distrutto in maniera simulata con le bombe Mk. 82, scendendo fino a 30 metri di quota dopo una secca manovra a 4,5 g. Completato l'attacco venne impostata la risalita oltre le nuvole, arrivando a un cielo limpido solo oltre i 6.000 m; l'appuntamento con l'aerocisterna era a 10.400 m e la velocità tenuta al rifornimento con il classico 'cestello'+sonda retrattile (lato destro del muso) era di 555 kmh (300 nodi). Caratteristico dei cestelli di rifornimento erano tre luci: una bianca per autorizzare l'aereo ad agganciarsi, una verde annunciava l'afflusso di carburante (725 kg/min, come accade attualmente alle auto di F.1 e non per caso: l'azienda che produce i sistemi di rifornimento usa tecnologia derivata da quella delle aerocisterne, e continuamente migliorata visto che fino a qualche anno fa erano solo 10 litri/sec e adesso sono 12); una luce rossa infine dà l'ordine di sgancio, che tipicamente richiedeva qualche minuto. In quel caso, tre. Ma l'F-18 ha una capacità di carburante interna, più due taniche esterne come quelle portate in questa missione, che poteva richiedere l'equivalente di oltre 10 minuti per essere riempita. Le tre luci sono importanti, perché consentivano di fare tutto in silenzio radio e con precisione e sicurezza, un vantaggio tattico notevole, specie se si fosse trattato di una missione prossima al confine, magari per un attacco oltre la frontiera. Certo che in quel caso è probabile che l'aerocisterna si sarebbe sforzata di volare ben più in basso, anche per non rischiare di essere abbattuta da qualche caccia in cerca di facili prede. I CF-18 tornarono passando sopra la Foresta Nera e il castello di Hohenzollern, quello del Kaiser Guglielmo II. In definitiva, nulla di eccezionale, ma solo una tipica missione di quelle che all'epoca si svolgevano a migliaia sui cieli di un'Europa ancora non del tutto 'disinnescata' (complice anche la guerra nell'ex-Yugoslavia) dai meccanismi della Guerra Fredda.
 
===Collegamenti===
Tre reparti dell'USMC con gli F-18:
[[Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/USA-77#Il_VMFA.28AW.29-533_.5B4.5D|VMFA-28]]
 
[[Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/USA-77#Il_nido_dei_Calabroni.2C_ovvero_il_VMAFT-101.5B3.5D|VMAFT-101]]
 
[[http://it.wikibooks.org/wiki/Forze_armate_mondiali_dal_secondo_dopoguerra_al_XXI_secolo/USA-77#F-18_ed_El_Toro.5B2.5D|Quelli di El Toro]]
 
 
[[Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Australia#A-18: gli Hornet .27Made in Avalon.27.5B5.5D|F-18 RAAF]]