Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni

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====Aerocannoniere<ref>Armi da guerra 119</ref><ref> per la modifica del 4-9-09: Margelletti, Poli, Clerici: ''Dallo Spooky allo Spectre'', RID Gen 1997</ref>====
====Aerocannoniere====
[[File:AC-130A_pylon_turn.jpg|350px|right|thumb|L'AC-130A. Come tutte le cannoniere volanti, aveva i cannoni in un solo lato]]
'Puff the magic dragon', 'Spooky', 'Stinger'. Nomi che oramai non dicono più molto, ma che nelle cronache di guerra degli anni '60 spesso si sentivano. Adesso si sente solo l'ultimo di questi, ma collegato ad un noto SAM portatile. Un altro nome, l'ultimo, è piuttosto noto: 'Spectre'. Sono le aerocannoniere ben note per le loro partecipazioni alle ultime guerre regionali.
'Puff the magic dragon', 'Spooky', 'Stinger'. Nomi che oramai non dicono più molto, ma che nelle cronache di guerra degli anni '60 spesso si sentivano. Adesso si sente solo l'ultimo di questi, ma collegato ad un noto SAM portatile. Un altro nome, l'ultimo, è piuttosto noto: 'Spectre'. Sono le aerocannoniere ben note per le loro partecipazioni alle ultime guerre regionali. Ma oramai è quasi dimenticato che la loro origine sia da ricercarsi oltre 40 anni fa. Gli americani si posero presto il problema di tenere costantemente sotto tiro un obiettivo a terra, il che poteva essere fatto solo con parecchi aerei che attaccavano di continuo con vari passaggi, rischiando d'essere abbattuti durante l'avvicinamento e l'allontanamento. Oppure orbitando attorno all'obiettivo, mantenendolo sotto controllo e sotto osservazione continua. Quest'ultima era la scelta più interessante. All'inizio si pensò di usare un cannone SR montato a bordo di un aereo leggero. Poi si elaborò il concetto con l'uso di un aereo cargo e una batteria di armi. Ecco il primo aereo della serie, il Douglas FC-47, poi noto come AC-47. Esso non era altro che il C-47 opportunamente armato. Da un lato gli spuntavano tre fasci di canne da 7,62 di una nuova arma, la Minigun. Scegliendo queste armi piuttosto che un tipo di maggior calibro, come le 3 da 12,7 mm dell'AC-47 del Salvador, si è corso un rischio, dovendo le 7,62 mm serrare maggiormente le distanze. Ma era troppo importante far valere il volume di fuoco di queste nuove armi, capaci di saturare un campo di calcio in qualche secondo, con una cadenza di tiro di 6.000 colpi al minuto come massimo, ma spesso ridotta a 2.000. La dotazione di munizioni è di qualche decina di migliaia di colpi. Quando i Vietcong attaccavano basi e città contavano sulla protezione delle tenebre, e sulle distanze ravvicinate contro gli americani e i Sudvietnamiti. Per colpirli nelle tenebre, dall'aria, erano necessari aerei abbastanza lenti eppure non troppo vulnerabili al tiro nemico, quindi stare costantemente in aria ma a distanza di sicurezza, colpendo con armi non troppo potenti ma molto precise. Lo Spooky o Puff the magic dragon orbitava sull'obiettivo, lanciava un bengala dietro l'altro e illuminava le truppe leggere nemiche, all'epoca quasi disarmate rispetto alla minaccia dall'aria. Poi scaturiva dal cielo una pioggia di fuoco, con le traccianti rosse che bruciavano per circa 800 metri, descrivendo la traiettoria dei colpi. I nuclei di soldati e guerriglieri potevano essere annientati uno per uno, senza troppi 'effetti collaterali', da una pioggia di pallottole.
 
Ma oramai è quasi dimenticato che la loro origine sia da ricercarsi oltre 40 anni fa. Ma per avere un'ulteriore approfondimento tanto vale parlare dell'attacco al suolo e del mitragliamento fin dagli albori della guerra aerea. Un primo esempio si trova già nella I GM, in particolare lo Junkers J-10 del 1918, apparecchio da mitragliamento, con una robusta struttura metallica ondulata e 390 kg di corazzature. Era di fatto l'antenato dell'A-10. L'appoggio al suolo continuò nella Guerra di Spagna, dove si specializzarono nell'attacco al suolo gli He-51, surclassati come caccia da superiorità aerea. Essi erano robusti e per l'occasione armati di 5 bombe da 10 kg, anche se l'armamento di base restava di appena due mtg da 7,92 mm. Mentre il bimotore d'appoggio tattico Hs-124 non ebbe successso, non così fu per un altro interessante biplano, l'Hs-123, impiegato fino alla II GM, prima di cedere sempre più il passo allo Ju-87 Stuka, pure questo apparso in Spagna. L'Hs-123 divenne poi uno dei protagonisti dei reparti di incursori notturni tedeschi, che del resto utilizzarono un pò tutti gli aerei disponibili. L'appoggio tattico era stato propugnato da persone come Mecozzi, e anche l'Italia ebbe presto i suoi apparecchi d'assalto, come i Breda 64 e i più potenti Breda 65. Ma al dunque, all'inizio della II GM, fu costretta a ripiegare anche sui caccia obsoleti, in particolare i CR.32, già ben armati con le Breda da 12,7, e provvisti di circa 100 kg di bombe di vario genere. In seguito vennero sostituiti dai più capaci CR.42, che potevano portare anche 200 kg di armi e che saranno usati largamente dalla LW come aerei incursori notturni. Così l'unico caccia di Gabrielli impiegato dalla LW operativamente sarà, durante la II GM, questo biplano, malgrado l'intenzione originaria di mettere in servizio un modello 'costumized' del G.55. Anche le altre nazioni ebbero molta cura per l'appoggio tattico, specialmente l'URSS con il suo Il-2 e anche altri tipi, risultati però meno validi (Su-2/6). I Tedeschi fecero qualcosa di simile con l'Hs-129, che peraltro era alquanto sottopotenziato e monomotore (niente armi difensive posteriori), e con tipi appositi come lo Ju-87G e vari tipi di Ju-88 e 288. I Sovietici sperimentarono anche un Tu-2 con cannone da 57 mm e uno con ben 88 mitra PPSh in un contenitore ventrale, per investire con una letale pioggia di proiettili i bersagli a terra, colpendo dalla verticale. Gli Americani ebbero l'idea di caricare con numerose mitragliatrici e bombe a frammentazione i loro bombardieri tattici come l'A-20, il B-25 (armato anche con un pezzo da 75 mm) e il B-26. L'A-26 fu un tentativo maggiormente specializzato, anche se era troppo grande e sofisticato come aereo d'attacco e 'mitragliamento', di fatto era piuttosto un bombardiere veloce. Il Mosquito britannico ebbe versioni cacciabombardiere e anche un tipo antinave prodotto in 27 esemplari, con cannone da 57 mm e 4 mtg da 7,7 mm. La R.A. rimase indietro nel settore, anche se riuscì a far volare il cannone più grande dell'epoca, un 90 mm ritubato a 102 con caricatore automatico, a bordo di un P-108A rimasto tuttavia prototipo.
 
La questione degli aerei-cannoniera rimase poi un binario morto perché razzi e jet sembravano averla accantonata. Il fatto che attaccare ad ondate un nemico a terra significasse concedergli tempo prima di essere colpito nuovamente, con successivi passaggi, non era tuttavia un limite trascurabile. Per cercare di superarlo, in Corea coppie di B-26 volavano con un C-47 che indicava loro, tramite bengala d'illuminazione, i bersagli a terra. In Vietnam i B-26 continueranno ad operare, stavolta come B-26K. Si trattava di sofisticati e formidabili apparecchi d'interdizione notturni, che potevano portare 8 M2 nel muso (ma senza più le torrette difensive), e 5 tonnellate di carichi vari esterni, con una lunga autonomia e sensori notturni. Il Nimrod diverrà un valido apparecchio d'attacco in servizio con il 609° Special Operation Squadron in Thailandia, con autonomia molto elevata, così come la potenza di fuoco. IN seguito operò anche nell'ex-Congo Belga.
 
Si tentarono anche altre vie. Il B-57 Camberra era l'americanizzazione del tipo inglese, scelto sopratutto per l'autonomia e l'agilità che lo rendevano molto adatto per la guerra di Corea. Tuttavia, nemmeno quest'aereo ebbe un totale successo in Vietnam, perché i reattori erano pur sempre mezzi costosi all'impiego, sopratutto in termini di consumo e quindi di autonomia. Inoltre erano un pò troppo veloci per tenere facilmente d'occhio obiettivi puntiformi. In seguito ebbero armi specifiche per l'appoggio al suolo. C'era anche un progetto per sistemare dentro il vano portabombe ben 52 armi da 7,62 mm (probabilmente del tipo M60) per investire gli obiettivi al suolo con una grandinata di pallottole. Oppure si pensava a pod con centinaia di spezzoni esplosivi, e infine al progetto Pave Gat con una torretta con cannone Vulcan da 20 mm orientabile. Quest'ultima soluzione venne usata a bordo di alcuni OV-1 Bronco, con notevole successo. Il Camberra ebbe invece il suo miglior risultato con la versione B-57G 'Tropic Moon III', che costituiva il primo esempio di aereo con bombe-laser e capacità notturna piena, tramite un FLIR. Usando ordigni da 227 kg Paveway, grazie alla sua stabilità e precisione mise a segno l'80% dei colpi durante la guerra del '72, pur operando di notte.
 
Ma questo non era ancora del tutto sufficiente.
 
Gli americani si posero presto il problema di tenere costantemente sotto tiro un obiettivo a terra, il che poteva essere fatto solo con parecchi aerei che attaccavano di continuo con vari passaggi, rischiando d'essere abbattuti durante l'avvicinamento e l'allontanamento. Oppure orbitando attorno all'obiettivo, mantenendolo sotto controllo e sotto osservazione continua. Quest'ultima era la scelta più interessante. All'inizio, già nel '42, si pensò di usare un cannone SR montato a bordo di un aereo leggero. Prima ancora c'era stato un esempio, un DH-4 dell'USAAC che già nel '27 venne dotato di un'arma da 7,62 mm perpendicolare all'asse dell'aereo, il cui unico scopo non poteva che essere quello di mitragliare un obiettivo a terra. Poi si elaborò il concetto con l'uso di un aereo cargo e una batteria di armi. Il concetto era di virare di continuo orbitando attorno ad un bersaglio, con un 'bank' di almeno 45 gradi per vedere e colpire un bersaglio a terra, restando sempre a distanza e senza dargli un attimo di respiro. L'autore dell'idea era sempre lo stesso del '42, tale Mac Donald, che nel '61 la riprese durante un incontro casuale con un ingegnere della Bell. Da notare che all'epoca gli USA non erano ufficialmente coinvolti in Vietnam. Non lo erano nemmeno nel '64, quando in estate vi fu il primo test, appoggiato dal potentissimo Capo dell'aviazione dell'epoca, Curtiss LeMay. Inopinatamente per lo scopo, venne usato un grosso aereo da trasporto, un C-131 Cargomaster. Esso venne dotato dell'allora sperimentale mitragliatrice gatling Minigun da 7,62 mm, capace di 6.000 colpi al minuto, e impiegato ad Eglin. Durante i test ci si avvide che, volando tra i 200 e i 1.000 metri di quota, questo aereo poteva sparare una raffica di 3 secondi verso il bersaglio (fanteria allo scoperto) e colpire, su di una superficie pari ad un acro, 19 manichini su 25. E così il test venne brillantemente superato.
 
Ecco il primo aereo della serie, il Douglas FC-47, poi -per via della protesta dei piloti da caccia, noto come AC-47. Esso non era altro che il C-47 opportunamente armato. Da un lato gli spuntavano tre fasci di canne da 7,62 di una nuova arma, la Minigun. Scegliendo queste armi piuttosto che un tipo di maggior calibro, come le 3 da 12,7 mm dell'AC-47 del Salvador, si è corso un rischio, dovendo le 7,62 mm serrare maggiormente le distanze. Ma era troppo importante far valere il volume di fuoco di queste nuove armi, capaci di saturare un campo di calcio in qualche secondo, con una cadenza di tiro di 6.000 colpi al minuto come massimo, ma spesso ridotta a 2.000. La dotazione di munizioni era di qualche decina di migliaia di colpi. Il traguardo di puntamento era solo quello di un vecchio AD-1E Skyrider (del tipo Mk-20 Mod. 4). I primi 4 aerei vennero rapidamente approntati e mandati a Bien Hoa già nell'autunno. Avevano anche 24.000 proiettili e 45 bengala, più un set di radio VHF, UHF, FM e TACAN: le capacità di comunicazione dovevano essere le migliori, per non rischiare di colpire di notte le truppe amiche piuttosto che avversarie. In tutto l'AC-47 richiedeva sei uomini, tre dei quali erano gli armieri. Fu così che nacque la leggenda di Puff the magic Dragon, per via del fiume di traccianti rosse che scaturivano dal cielo di notte. Era impressionante vederli in azione, anche se in genere tiravano con un solo minigun per volta. Nel '65 arrivarono altri di questi apparecchi e nel '66 inizieranno anche a volare sulla pista di Ho Chi Minh. Ma lì c'erano cannoni antiaerei potenti e le perdite dei lenti 'Spooky' non mancarono: ben sei aerei in poco tempo, cosa aggravata dal fatto che ognuno aveva ben sei aviatori a bordo. Così venne destinato alle missioni nel Sud del Vietnam, dove il pericolo era minore vista l'assenza di contraerea di grosso calibro.
 
Quando i Vietcong attaccavano basi e città contavano sulla protezione delle tenebre, e sulle distanze ravvicinate contro gli americani e i Sudvietnamiti. Per colpirli nelle tenebre, dall'aria, erano necessari aerei abbastanza lenti eppure non troppo vulnerabili al tiro nemico, quindi stare costantemente in aria ma a distanza di sicurezza, colpendo con armi non troppo potenti ma molto precise. Lo Spooky o Puff the magic dragon orbitava sull'obiettivo, lanciava un bengala dietro l'altro e illuminava le truppe leggere nemiche, all'epoca quasi disarmate rispetto alla minaccia dall'aria. Poi scaturiva dal cielo una pioggia di fuoco, con le traccianti rosse che bruciavano per circa 800 metri, descrivendo la traiettoria dei colpi (la cui gittata era maggiore, superando ampiamente il km). I nuclei di soldati e guerriglieri potevano essere annientati uno per uno, senza troppi 'effetti collaterali', da una pioggia di pallottole. I Vietcong spesso reagivano al fuoco degli aerei d'attacco, e specialmente degli elicotteri. Ma contro quella tempesta di fuoco continuativa che veniva giù dal cielo non riuscivano a fare nulla se non cercare un riparo: erano impotenti e persino timorosi di rispondere al fuoco di questi invisibili nemici, capaci di sparare con tutte le loro armi per quattro secondi e piazzare, da 1.500 metri, 1.200 pallottole in un cerchio di 10 metri di diametro, falciando chiunque vi si trovasse. Data la traiettoria obliqua dei colpi, era possibile coprire una notevole 'zona letale', non si trattava di colpi che finivano verticali sul terreno, ma che potevano intercettare i corpi di persone sorprese in piedi con notevole facilità. In tutto, gli AC-47 difesero tra il '64 e il '69 oltre seimila postazioni dagli attacchi nemici, e in nessun caso esse caddero quando un AC-47 era in zona. Apparvero anche nel film 'Berretti verdi' con J.Wayne, anche se non si trattò certo di un capolavoro (l'unico film di propaganda per la guerra del Vietnam).
 
Ritirato come aereo d'attacco, l'AC-47 venne rimpiazzato dal tipo da guerra psicologica EC-47 Gabby. Ma continuò le sue azioni con le forze aeree alleate come quelle del Laos, Cambogia e Vietnam, sebbene non riuscisse ad evitare la sconfitta contro i guerriglieri comunisti. Poi è stato anche adottato da altre forze, quali quella salvadoregna, come si è detto in anticipo.
 
Una cosa da rimarcare era il costo. L'AC-47 non era una macchina sofisticata: si trattava di un vecchio aereo da trasporto dai consumi limitati, equipaggiato con tre pod gatling da 7,62 mm (che costituirono il principale punto dolente e difficili da reperire, dato che erano molto richiesti anche per altri aerei, malgrado nessuno di essi potesse competere con lo Spooky quanto ad efficacia). In sostanza, un velivolo immensamente meno costoso dei cacciabombardieri veri e propri. Si pensi che l'appoggio tattico, in Vietnam, vennero usati anche i B-52, che sganciarono milioni di tonnellate di bombe con costi abnormi e danni a terra -anche ad obiettivi innocenti- enormi. Mentre le cannoniere volanti costavano una frazione infinitesima di questo sperpero di risorse (oltrettutto i bombardieri strategici erano nati per ben altra funzione), basti pensare ai 180.000 litri di carburante necessari per il pieno ad un B-52, e i costi enormi della manutenzione e logistica, mentre gli AC-47 erano solo vecchi cargo della II GM e le uniche cose che richiedevano erano pallottole da 7,62 e bengala. Anche per questo, nonché per la loro efficacia e precisione, divennero molto popolari e senz'altro i migliori aerei d'appoggio disponibili.
 
L'AC-47 fu efficace, ma anche limitato. Così ben presto si aggiunsero gli AC-119 e gli AC-130. I primi erano gli AC-119K e G, i primi con 4 minigun, i secondi invece, molto più armati. Infatti aveva 2 cannoni da 20 mm Vulcan, sempre a sei canne; avevano motori a reazione ausiliari e colorazione nera o comunque scura. Avevano per la prima volta dei sofisticati sistemi di mira e osservazione, con apparati radar e televisivi sotto al muso e alla fusoliera posteriore. Il primo AC-119G arrivò a Nha Trang il 22 dicembre 1968. Ma per allora c'era già l'AC-130 in giro.
 
Ma fu la trasformazione del C-130 Hercules che fece maggiore scalpore. Questo grosso quadriturbina venne modificato, pare per l'idea del giovane capitano Ronald W. Terry, già esperto con i C-47. Il programma era il PAVE AEGIS, ma il C-130 era troppo importante come cargo e così venne originato il Gunship III, per convertire i numerosi C-119 ancora disponibili, specie nell'ANG.
La trasformazione del C-130 Hercules che fece maggiore scalpore. Questo grosso quadriturbina venne modificato, pare per l'idea del giovane capitano Ronald W. Terry, già esperto con i C-47, essenziali ma un pò troppo limitato. Il primo YC-130 aveva volato il 23 agosto 1954 e questo fondamentale aereo da trasporto tattico e strategico ha avuto circa 40 clienti e 2.000 velivoli prodotti, anzi con il tipo J è ancora in produzione. Nel '65 l'esperienza con le cannoniere volanti era già tale che si modificò il C-130A 54-1626 in cannoniera volante a Wright-Patterson (Ohio), con 4 Minigun MXU-470 della G.E. e 4 cannoni Vulcan, con un sistema di intensificazione IL 'Starlight Scope', sensore IR, faro da 20 kW. A Nha Trang, Terry operò il 27 settembre 1967 per la prima volta contro i Vietcong contro una postazione d'artiglieria, e il 9 novembre attaccò per la prima volta contro la famosa 'Pista di Ho Chi Min'. I risultati erano notevoli, ma anche le discrepanze tra il numero dei veicoli rivendicati e quelli identificati la mattina dopo dalla ricognizione: si pensò sarcasticamente ad una creatura soprannaturale, la 'Grande mangiatrice di autacarri laotiana'. Quella prima notte vennero rivendicati 6 automezzi. Nel '67 già si diede incarico alla ditta texana E-Systems per convertire varie cellule di C-130A, ed ebbero stavolta in vero FLIR, l'AN/AAD-4 della T.I., computer di tiro e radar di ricerca con indicatore di bersagli in movimento, ovvero un MTI. Dall'inizio del '69 operarono con il 16° Special Operation Squadron da Ubon, Thailandia. Nel frattempo un altro AC-130 veniva inviato a Wright-Patterson per essere convertito in un sistema ulteriormente evoluto, il mortale AC-130A Spectre, armato con il Surprise Package. Questo significava due cannoni da 40/60 mm Bofors al posto dei cannoni da 20 posteriori, mentre i minigun erano eliminate. Nuovo sensore ASQ-145 della G.E. per vedere di notte (era un IL o LLLTV). Per giunta c'era il computer di tiro che una volta agganciati i bersagli li collimava e li attaccava a piacimento. Lo Spectre era quindi un mezzo molto preciso e letale, specie se poi veniva usato assieme agli F-4D armati di LGB: lo Spectre, orbitando attorno al bersaglio, poteva sottoporlo al fuoco dei suoi cannoni stando a distanze elevate, ma anche laserando obiettivi per i caccia in maniera molto più facile e ben calibrato rispetto a quello che facevano gli aerei normali. Orbitare attorno ad un obiettivo e sparargli contro senza perderlo mai di vista e quindi dargli modo di scappare o di riorganizzarsi era una tecnica micidiale, eppure semplice da applicare se non si volevano tecnologie troppo evolute, come dimostrano gli AC-47. Sorprende che questo tipo di aerei sia rimasto un'esclusività americana. La contraerea Nordista era però un grosso pericolo, in particolare i cannoni da 37 e 57 mm. Un AC-130A venne abbattuto il 24 maggio 1969 (54-1629) vicino Ubon, ma altri 9 AC-130A ebbero una trasformazione con il 'Pave Pronto'. Questi avevano il Black Crow, un micidiale sistema che poteva sentire le scariche elettriche del sistema di accensione di un motore, quindi trasformava un veicolo in una fonte di radiazioni. Nel dicembre del '70 questi aerei cominciarono ad arrivare in Vietnam.
 
Fu la Fairchild che nel febbraio 1968 iniziò la transformazione di 26 AC-119G e 26 AC-119K. La prima aveva quattro MXU-470 Minigun, pot da 7,62 mm, grandi quantitativi di munizioni, faro allo xenon da 20 kW, ma anche apparati LLTV, lanciabengala e un computer General Precision per dirigere il fuoco delle armi di bordo, fino ad allora affidato all'abilità del pilota. C'erano anche sistemi IFF per riconoscere postazioni amiche provviste di appositi transponder (evidentemente il problema del 'fuoco amico' era già sentito), ed ECM APR-25 o 29 per disturbare i radar. Infine, approfittando delle grandi capacità di carico, era stata anche allestita una protezione con piastrelle di ceramica balistica. Gli aerei vennero impiegati dal novembre 1968 con il 71° Special Operation Squadron, operante da Nha Trang. Gli aerei erano noti come 'Shadow'. Ma non furono i soli: in simultanea entrarono in azione anche gli AC-119K, ben più pericolosi, in quanto destinati specificatamente alle azioni offensive sul sentiero di Ho Chi Minh. PEr questo compito, essi ebbero un set ancora più completo, che introduceva, affiancando le minigun, due cannoni M61 Vulcan, grandemente superiori quanto a distruttività. Il compito era adesso colpire i veicoli e le 7,62 mm, più adatte per azioni anti-uomo, non erano sufficienti. Venne anche approvato un set di ricerca con radar AN/APQ-133, FLIR AN/AAD-4 in torretta, radar Doppler di navigazione capace anche di seguire il profilo del terreno. E il tutto era gestito da un computer di volo. In pratica, un innocuo trasporto tattico divenne una specie di aereo d'attacco dalle capacità nettamente superiori a quasi tutti, se non tutti, i jet dell'epoca. Si pensi che gli F-111 e gli A-6 coevi non avevano un FLIR. Per volare più rapidamente, l'AC-119K aveva anche due turbogetti J85 da 1.300 kgs (quelli degli F-5) in aggiunta ai due R-3350 da 3.700 hp radiali. Questo aiutava sopratutto al decollo con pieno carico e da piste corte, magari con temperature molto elevate che nuocevano alla potenza dei motori come anche alla portanza delle ali. Gli AC-119K erano noti come Stinger e si dimostrarono, senza quasi bisogno di dirlo, altamente efficaci. Ci si può chiedere perché allora vennero costruiti in parallelo agli Shadow. L'USAF avrebbe voluto solo gli Stinger. Ma questi gioielli della tecnologia, a motivo della loro sofisticazione, costavano ben quattro volte un AC-119G, così ci si rassegnò ad accettare un 'mix' che salvasse numeri ed efficacia, differenziando le missioni. Questo aiuta anche a capire quanto costasse l'avionica rispetto ai vecchi aerei impiegati, visto che la differenza di costi è praticamente tutta dovuta ad essa.
 
Quanto alla carriera, gli AC-119 ebbero il loro anno migliore nel '69. Erano giunti troppo tardi per l'offensiva del Tet, ma l'anno dopo spararono 35 milioni di proiettili, accreditandosi di 1.500 nemici e 200 camion eliminati. Il 30 settembre 1971 il 14° S.O. Wing venne tuttavia disattivato, dato il disimpegno americano dal Vietnam e pochi aerei vennero lasciati all'aviazione Sudvietnamita. Combatterono duramente anche gli anni successivi. Pare che il 30 aprile 1975, l'ultimo aereo perso in combattimento dai Sudvietnamiti fu proprio un AC-119K. Quello stesso giorno i carri nordisti entravano a Saigon e la guerra finì. Ma forse non così per la carriera degli AC-119, perché i Taiwanesi, che ebbero numerosi C-119, pare ne abbiano modificati alcuni come aerocannoniere, armate di cannoni da 20 e addirittura da 40 mm, oltre che con un'avionica molto moderna. Non si sa se essi siano ancora in servizio. Un'altra versione taiwanese sarebbe la BC-119G, che diventata addirittura un bombardiere, capace di portare missili AGM-142 Popeye israeliani, e forse anche altri ordigni come la BLU-82 da 6.800 kg, una bomba FAE di enorme potenza, ideale per eliminare eventuali teste di ponte durante gli sbarchi anfibi nemici.
 
Il primo YC-130 aveva volato il 23 agosto 1954 e questo fondamentale aereo da trasporto tattico e strategico ha avuto circa 40 clienti e 2.000 velivoli prodotti, anzi con il tipo J è ancora in produzione. Nel '65 l'esperienza con le cannoniere volanti era già tale che si modificò il C-130A 54-1626 in cannoniera volante a Wright-Patterson (Ohio), con 4 Minigun MXU-470 della G.E. e due cannoni Vulcan, con un sistema di intensificazione IL 'Starlight Scope', sensore IR, faro da 20 kW. Ovvero, si trattava dell'equipaggiamento dell'AC-119G e dell'armamento dell'AC-119K. Non era una modifica banale: far evoluire una macchina da 60 tonnellate come velivolo tattico non è facile. Anche se la motorizzazione, tutta a turbina, consente un ampio margine sia in consumi che in potenza rispetto ai tipi a pistoni o a pistoni+turbogetti.
 
A Nha Trang, Terry operò il 27 settembre 1967 per la prima volta contro una postazione d'artiglieria Vietcong, e il 9 novembre attaccò per la prima volta la famosa 'Pista di Ho Chi Min'. I risultati furono notevoli (questa prima missione vide la distruzione di sei autocarri, stando a quanto riportato), ma anche le discrepanze tra il numero dei veicoli rivendicati e quelli identificati la mattina dopo dalla ricognizione: si pensò sarcasticamente ad una creatura soprannaturale, la 'Grande mangiatrice di autacarri laotiana'.. Così, nonostante si trattasse di un progetto evolutivo, l'AC-130 Spectre apparve anche prima dell'AC-119.
 
Nel '67 già si diede incarico alla ditta texana E-Systems per convertire sette cellule di C-130A, ed ebbero stavolta in vero FLIR, l'AN/AAD-4 della T.I., computer di tiro e radar di ricerca con indicatore di bersagli in movimento, ovvero un MTI.
Dall'inizio del '69 operarono con il 16° Special Operation Squadron da Ubon, Thailandia.
 
Nel frattempo un altro AC-130 veniva inviato a Wright-Patterson per essere convertito in un sistema ulteriormente evoluto, il mortale AC-130A Spectre, armato con il 'Surprise Package'. Questo significava due cannoni da 40/60 mm Bofors al posto dei cannoni da 20 posteriori, mentre le minigun erano eliminate. Nuovo sensore ASQ-145 della G.E. per vedere di notte (era un IL o LLLTV), radar APQ-133, designatore laser Knorad AVQ-18. Per giunta c'era il computer di tiro AN/AVQ-21, che una volta agganciati i bersagli li collimava e li attaccava a piacimento. Infine, un'altra 'prima' di alta tecnologia: un videoregistratore, collegato alla LLTV per valutare i risultati ottenuti. Ora, per la prima volta, si otteneva un aereo capace di volare e combattere in condizioni ognitempo e di scovare i mezzi anche con il maltempo e la vegetazione.
 
Lo Spectre era quindi un mezzo molto preciso e letale, specie se poi veniva usato assieme agli F-4D armati di LGB: lo Spectre, orbitando attorno al bersaglio, poteva sottoporlo al fuoco dei suoi cannoni stando a distanze elevate, ma anche laserando obiettivi per i caccia in maniera molto più facile e ben calibrato rispetto a quello che facevano gli aerei normali. Orbitare attorno ad un obiettivo e sparargli contro senza perderlo mai di vista e quindi dargli modo di scappare o di riorganizzarsi era una tecnica micidiale, eppure semplice da applicare se non si volevano tecnologie troppo evolute, come dimostrano gli AC-47. Sorprende che questo tipo di aerei sia rimasto un'esclusività americana.
 
La contraerea Nordista era però un grosso pericolo, in particolare i cannoni da 37 e 57 mm. Un AC-130A venne abbattuto il 24 maggio 1969 (54-1629) vicino Ubon, ma altri 9 AC-130A ebbero una trasformazione con il 'Pave Pronto'. Questi avevano il Black Crow, un micidiale sistema che poteva sentire le scariche elettriche del sistema di accensione di un motore, quindi trasformava un veicolo in una fonte di radiazioni. Nel dicembre del '70 questi aerei cominciarono ad arrivare in Vietnam.
 
Almeno 11 aerei di tipo più moderno vennero ricavati dai C-130E, quindi AC-130E, iniziando le operazioni il 25 ottobre 1971. Stavolta erano apparecchi di nuova produzione, più robusti e meglio rifiniti rispetto ai vecchi cargo convertiti. Questo consentì anche di corazzare completamente il compartimento di combattimento.
 
Mentre il pilota era poco capace di vedere quello che succedeva, mentre chi faceva il lavoro peggiore era l'IO, l'illuminatore dei bersagli. Questo perché era esposto sulla rampa di carico semi-aperta, e anche se imbracato rischiava di cadere facilmente dalla rampa. Ma era fondamentale perché era l'unico che poteva dare l'avviso di missili e cannoni che sparassero contro l'aereo da dietro. Per fortuna comparvero, negli ultimi AC-130E, degli oblò nel portellone di carico il che consentiva anche maggiore confort, dato che con il portellone chiuso si poteva evitare immaginabili problemi all'equipaggio. Nel frattempo comparvero i primi missili SA-7 portatili, forse l'unica vera risposta alle cannoniere volanti, e almeno un AC-130 venne abbattuto con tale ordigno.
 
Per migliorare la potenza di fuoco, ma sopratutto la quota alla quale gli aerei (chiaramente in condizioni di superiorità aerea) potessero operare evitando i sistemi a.a. campali, vennero provati i cannoni SR da 57 e da 106 mm. Alla fine si stabilì di usare il cannone da 105 mm dell'Esercito con spegnifiamma, sistemata in quello che era il portello di lancio paracadutisti di sinistra. La larga fusoliera dell'aereo consentiva di usare quest'arma in un affusto piuttosto grande, al posto di uno dei cannoni Bofors. L'AC-130H iniziò le operazioni nel '72 e il suo obice si dimostrò micidiale anche in funzione controcarri, con un raggio massimo di circa 12 o 15 km (molto maggiore di quella tipica tirando da terra, circa 11 km). Ma anche prima dell'invasione di Pasqua gli Spectre combattevano duro. Il 30 marzo 1972, durante la ricerca di autocarri sul Laos, l'AC-130E 69-6571 trovò tre autocarri e li colpì. Mentre si attardava a colpire uno di questi ultimi per essere sicuri di distruggerlo, venne colpito da una cannonata da 57 mm nell'ala destra e un'altra nel serbatoio ausiliario subalare. Il capitano Fulk riuscì a portarlo fuori dalla minaccia antiaerea e riuscì a far scappare l'equipaggio di 14 elementi più lui prima che l'aereo precipitasse in fiamme.
 
Nel '73 venne aggiornato l'AC-130E con i motori T56 di ultima generazione ed eliche quadripala. L'AC-130H iniziò ad arrivare ad Ubon già nel '73, con la colorazione nero brillante sostituita da una grigio-metallica o nera opaca. Continuarono ad operare fino all'evacuazione di Saigon il 30 aprile 1975. In tutto, a parte questi ultimi, gli Spectre impiegati in Vietnam erano stati dunque 28, di cui 18 A e 11 'E'. Le loro missioni potevano durare, specie con i serbatoi ausiliari sotto le ali, anche più di 10 ore. I Sovietici non si resero conto se non dopo la fine della guerra della minaccia della loro elettronica, in particolare del segretissimo ma molto preciso 'Black Crow'. Stupisce che in Afghanistan non abbiano tentato in seguito qualcosa del genere con gli An-12, lasciando ai troppo veloci jet o ai troppo vulnerabili elicotteri i compiti d'appoggio tattico. In seguito le esperienze continuarono e nel '78 vennero dotati di sonda di rifornimento in volo, con 2 Minigun, 2 Vulcan, un obice da 105 mm, poi 1 Vulcan, 1 Bofors, l'obice da 105 mm.
 
Le ECM vennero aumentate con gli AC-130H: pod di lancio flare SUU-42, lanciatori AN/ALE-20, ECM ALQ-87 sotto le ali. Con questi nuovi set, gli Spectre divennero incursori notturni e aerei da ricognizione, SAR, ecc, incluse le missioni a supporto delle SOF, come per il campo di prigionia di Son Tay (trovato però vuoto), e il salvataggio dell'equipaggio della Mayaguez, sequestrata dai Khmer Rossi (anche questa fu però un'operazione a vuoto). Vennero poi impiegati come mezzi di ricognizione anche per sinistri e incidenti vari. Si pensava di usarne alcuni anche contro l'aeroporto di Teheran durante l'operazione Eagle Claw, ma certo non sarebbe stato facile con le batterie di HAWK, gli F-4 e gli F-14 pronti ad intervenire.
 
Un AC-130H, durante l'invasione di Grenada, combatté contro postazioni di tiro cubane per 16 ore, rifornito tre volte dai KC-10A, il 25 ottobre 1983. Pare che mise KO tre BTR-60 tirando 4 colpi da 40 mm, oltre a combattere contro altri bersagli. Il pilota dello Spectre venne poi bonariamente rimproverato dal suo superiore per avere 'sprecato' un quarto del denaro del contribuente americano (il colpo del Bofors non andato a segno). Un AC-130H venne abbattuto in Irak con le maggiori perdite umane dell'Aviazione, con almeno 14 aviatori perduti. Questa è forse l'unica vera pecca di questo tipo di aerei, l'elevatissimo numero di operatori a bordo, addirittura superiore a quello dei bombardieri della II GM.
 
Nel frattempo, gli Spectre sono diventati ancora più letali, per esempio con sitemi d'allarme antimissili AAR-44, ECM APR-36 e ALT-32, HUD GEC-Marconi. Ma dal 1985 è anche stato lanciato il programma AC-130U, detto 'U-Boat'. Questo ha un cannone GAU-12 da 25 mm a 5 canne rotanti (3.000 proiettili, ovvero quanto 10 AV-8 Harrier, che condividono quest'arma), più un cannone da 40 mm e quello da 105, quest'ultimo dotato anche di proietitli speciali FMU 153 per colpire bersagli 'duri' (forse con munizione DU?). Il radar è adesso l'AN/APG-180, che deriva dal più formidabile dei radar disponibili su di un caccia, l'APG-70 dell'F-15E. Agli inizi degli anni '90 iniziarono le consegne, ma non in tempo per Desert Storm (pare). Negli anni '90 l'USAF Special Operation Command aveva due squadroni con gli AC-130U e H, ovvero il 4° e 6° S.O.S. più il 711°, in riserva, ancora dotato di obsoleti AC-130A. Sembrava che persino la RAF volesse, all'epoca, sei aerocannoniere AC-130, magari da ricavare dalla sua numerosa flotta di Hercules.
 
La storia degli Hercules 'speciali', naturalmente, non finisce qui. Vi sarebbe da citare anche il gran numero di versioni per compiti ELINT, Sigint, supporto alle operazioni speciali, comando aereo volante ecc, come gli EC-130H, MC-130H e altri ancora, ma questa (così come le segrete versioni speciali degli altri cargo USAF, i vari EC-135, MC-141 e MC-5, nonché il cugino navale dell'Hercules, l'EP-3 Orion) è un'altra storia ancora da raccontare, meno spettacolare e facile da seguire, ma non meno importante per la potenza aerea americana.
Almeno 11 aerei di tipo più moderno vennero ricavati dai C-130E, quindi AC-130E, iniziando le operazioni il 25 ottobre 1971. Mentre il pilota era poco capace di vedere quello che succedeva, mentre chi faceva il lavoro peggiore era l'IO, l'illuminatore dei bersagli. Questo perché era esposto sulla rampa di carico semi-aperta, e anche se imbracato rischiava di cadere facilmente dalla rampa. Ma era fondamentale perché era l'unico che poteva dare l'avviso di missili e cannoni che sparassero contro l'aereo da dietro. Per fortuna comparvero, negli ultimi AC-130E, degli oblò nel portellone di carico il che consentiva anche maggiore confort, dato che con il portellone chiuso si poteva evitare immaginabili problemi all'equipaggio. Nel frattempo comparvero i primi missili SA-7 portatili, forse l'unica vera risposta alle cannoniere volanti, e almeno un AC-130 venne abbattuto con tale ordigno. Per migliorare la potenza di fuoco vennero provati i cannoni SR da 57 e da 106 mm. Alla fine si stabilì di usare il cannone da 105 mm dell'Esercito con spegnifiamma, sistemata in quello che era il portello di lancio paracadutisti di sinistra. La larga fusoliera dell'aereo consentiva di usare quest'arma in un affusto piuttosto grande, al posto di uno dei cannoni Bofors. L'AC-130E iniziò le operazioni nel '72 e il suo obice si dimostrò micidiale, con un raggio massimo di circa 15 km. Ma anche prima dell'invasione di Pasqua gli Spectre combattevano duro. Il 30 marzo 1972, durante la ricerca di autocarri sul Laos, l'AC-130E 69-6571 trovò tre autocarri e li colpì. Mentre si attardava a colpire uno di questi ultimi per essere sicuri di distruggerlo, venne colpito da una cannonata da 57 mm nell'ala destra e un altro nel serbatoio ausiliario subalare. Il capitano Fulk riuscì a portarlo fuori dalla minaccia antiaerea e riuscì a far scappare l'equipaggio di 14 elementi più lui prima che l'aereo precipitasse in fiamme. Nel '73 venne aggiornato l'AC-130E con i motori T56 di ultima generazione ed eliche quadripala. L'AC-130H iniziò ad arrivare ad Ubon già nel '73, con la colorazione nero brillante sostituita da una grigio-metallica o nera opaca. Continuarono ad operare fino all'evacuazione di Saigon il 30 aprile 1975. In seguito le esperienze continuarono e nel '78 vennero dotati di sonda di rifornimento in volo, con 2 Minigun, 2 Vulcan, un obice da 105 mm, poi 1 Vulcan, 1 Bofors, l'obice da 105 mm. Un AC-130H, durante l'invasione di Grenada, combatté contro postazioni di tiro cubane per 16 ore, rifornito tre volte dai KC-10A, il 25 ottobre 1983. Uno venne abbattuto in Irak con le maggiori perdite umane dell'Aviazione, con almeno 14 aviatori perduti.
 
====Firebee<ref>Fassari, Giuseppe: ''Firebee: il papà degli UAV'', Aerei nov-dic 2003 p.60-62</ref>====