Dati utili per wargamers/Cannoni controcarri: differenze tra le versioni

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Le corazze composite sono anche più difficili da valutare. I sovietici sono stati dei precursori in questo campo, ma quelle più note sono le 'Chobbam' inglesi. In pratica sono un sandwich di concezione segreta, fatto di piastre ceramiche, kevlar, spazi vuoti etc. tra due muri d'acciaio. Anche se hanno maggior volume a parità di peso, il loro vantaggio è che, a parità di massa, resistono di più alla penetrazione. Per esempio, la nostra piastra da 100 mm d'acciaio a 60 gradi (tipo quella di un T-62) offre 200 mm di LOS (spessore equivalente), di più se è di tipo laminato o spaziato, mentre per la Chobbam arriverebbe, con massa equivalente a 100 m, a 280 mm contro proiettili perforanti. Ma non solo questo: a complicare i calcoli c'é anche il fatto che qeusta corazza era stata pensata sopratutto contro le HEAT, visto che i proiettili perforanti degli anni '60-70 erano affrontabili con una certa sicurezza dai carri armati britannici (pesanti 55 t, bella forza..). Contro queste il miglioramento non è di 1,4 ma di 2+, quindi sarebbero 400 mm. Le Chobbam più recenti sono state ottimizzate anche per i proiettili perforanti, specie con piastre di ceramica o di uranio impoverito. In tutto si arriva anche a 600-800 mm per la protezione dello scafo, 1000-1500 mm per la torretta!
 
I carri sovietici hanno avuto uno sviluppo più economico, con piastre d'acciaio alternate a vari tipi di materiali sintetici. Un T-72 per esempio, ha una piastra anteriore tipicamente inclinata di ben 67 gradi, costituita da 80 mm d'acciaio, 2 strati da 50 mm l'uno di un materiale simile al ferodo dei freni, e poi altri 20 mm d'acciaio. Talvolta sono stati aggiunti (per proteggere dai proiettili M111 israeliani da 105 mm, che hanno aumentato la perforazione dei precedenti APDS da 100 a 150 mm, a 60 gradi e a 2 km) strati di 16 mm d'acciaio sopra questa struttura, raggiungendo spessori equivalenti vs perforanti ed HEAT di 400 e 500 mm circa: niente male per un carro da 40 t. Le corazze ERA, sviluppate dagli israeliani su idea tedesca, e copiate dai sovietici, sono capaci di proteggere i carri ma non senza controindicazioni: le ERA K-1 erano indirizzate a bloccare sopratutto le HEAT. Una ERA è un mattoncino con uno strato d'esplosivo senza spoletta, tra due o (spesso) più piastre metalliche, pronte ad essere proiettate via se l'esplosivo è fatto detonare. Potendo disturbare le HEAT (protezione in più sui 200 mm, contro perforanti 50-80 mm), è stato pensato anche a contrastare i proiettili APDSFS. Condizione necessaria e sufficiente sono piastre di maggior spessore e più pesanti: se si riesce a colpire con sufficiente forza un moderno proiettile perforante, che è fatto di materiale durissimo e con un rapporto l/d di oltre 20:1, è facile spezzarlo in almeno due parti. Inoltre maggiori spessori, per quanto rendano le ERA più pesanti, consentono di fornire protezione dai colpi di arma leggera e schegge (rischio di esplosioni premature) e di evitare che le ERA, una volta che esplodono, distruggano anche altre ERA vicine come spesso capita. In ogni caso è pericoloso per la fanteria trovarsi attorno a carri muniti di ERA, rendendo più difficile la cooperazione tra carri e fanti e quindi, indirettamente, più vulnerabili i carri stessi senza opportune tattiche di cooperazione. Le NERA sono simili: corazze reattive senza però cariche esplosive. Tra l'altro hanno il vantaggio di essere capaci di sopportare più colpi invece di esplodere al primo, anche se hanno un rapporto peso-efficacia minore. E'È facile realizzarle: basta mettere strati alternati di acciaio e gomma, che reagiscono alla penetrazione muovendosi come una ghigliottina. Inoltre sono sicure per la fanteria. Le corazze BDD sovietiche, per i carri meno recenti, sono fatte in questo modo. I tedeschi non hanno adottato le corazze chobbam: a parte quelle ad intercapedine o aggiuntive distanziate (a seconda se si tratta dei Leopard 1 più recenti o di quelli ammodernati tipo l'A5), hanno adottato per i primi Leopard 2 le corazze 'forate'. Sembra un controsenso, ma si tratta di piastre che, con la presenza di fori al loro interno, danno moltissimi problemi pratici ai proiettili perforanti e alle HEAT, deviando la traiettoria d'attacco.
 
Tutto questo ovviamente non parla se non dell'ingaggio contro bersagli maggiormente corazzati, nel settore frontale. Sui fianchi i carri moderni sono molto meno protetti dei loro coevi della IIGM, almeno facendo la relazione con le corazze frontali. I carri di vecchio tipo erano capaci di resistere da ogni direzione quasi con la stessa forza: quelli moderni no, perché devono concentrare la massa in avanti per fermare armi sempre più letali (a cui si aggiungono munizioni con attacco dall'alto e mine con carica HEAT..). Così un carro capace di reggere a distanza ravvicinata il 120 mm frontalmente, è vulnerabile sui fianchi al 25 mm (con colpi APDS), o quantomeno al 30 mm.
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===L'importanza della manovra, e il senso della 'corazza'===
Da tutto questo vi è una notevole incertezza. In sostanza, cosa si intende per corazzatura e per 'protezione'. E quest'incertezza è stata accentuata, non certo diminuita, negli scenari moderni di guerra. Ecco un esempio pratico. Come si è detto, i cannoni automatici moderni, con munizioni perforanti decalibrate, possono minacciare i carri moderni se tirano ai fianchi o di spalle. E'È difficile capire bene questo fatto, come si possa riuscire in sostanza a resistere ad un cannone da 105-120 mm, ma al contempo essere vulnerabili ad armi molto meno potenti, dell'ordine di 8-10:1 di differenza (500+ mm contro 50-80). La risposta non è facile. Ma di fatto la si può ricondurre allo sviluppo estremo della potenza di fuoco dei carri armati. Durante il 1940, i carri armati Matilda II erano capaci di resistere efficacemente a tutti i cannoni controcarri e da carro armato, eppure tutto quello che avevano era un'armatura di 78 mm. Contro cannoni che al più perforavano 50 mm a circa 100-500 m, questo era nondimeno sufficiente. La distanza di fuoco era pure importante: a 1000 m un cannone controcarri da 37-47 mm, calibri tipici dell'epoca, era inefficace contro armature da circa 30 mm, il che significava l'impossibilità di distruggere un carro armato con spessori laterali di questo livello a tale distanza. Insomma, se un carro come il Valentine britannico aveva 65 mm di corazza anteriore e circa 50-60 mm laterale, allora era praticamente invulnerabile. Il KV-1 sovietico, con piastre da 75 mm laterali (come del resto i primi Churchill) era invulnerabile ai carri armati tedeschi. C'erano carri armati che riuscirono a sopravvivere a oltre 70 cannonate. In pratica i tedeschi erano costretti a sparare da breve distanza e sui fianchi con i cannoni più potenti (come quelli da 50 mm), e con munizioni speciali.
 
Questo dei proiettili era un altro punto interessante. Le munizioni originarie, semplici AP, erano blocchi di acciaio duro di forma fusiforme, niente di più. Con il tempo divennero APC, con cappuccio balistico, che permetteva di evitare due fenomeni. Uno era quello della frantumazione: le corazze superficialmente indurite erano sufficienti per infrangere i colpi in arrivo che pure avrebbero dovuto essere in grado di perforarle. Il 'cappuccio' permetteva di 'bucare' la pelle della corazza, la più dura, facendo passare il nucleo perforante. Inoltre, ben presto c'erano stati progressi con l'adozione di colpi più aerodinamici (chiamati precisamente APBCB), il che evitava il problema del rapido decadimento di velocità (=capacità perforante) grazie alla migliore aerodinamica. I nuclei perforanti erano poi diventati del più costoso tungsteno, capace di perforare più facilmente l'accaio. La scarsità di tungsteno era però tale che i Tedeschi dovettero ricorrere a cannoni di calibro maggiore per utilizzare colpi in acciaio (da qui l'abbandono dei cannoni ad anima conica, che erano una specie di antisignani dei proiettili decalibrati) con sufficiente potere perforante. Poi arrivarono le munizioni HEAT, capaci di perforare 1-2 volte il calibro del colpo ad ogn distana essendo armi esplosive. Le HESH avevano una capacità di colpire con una 'onda d'urto' micidiale attraverso anche spesse corazze monoblocco. Inoltre c'erano i proiettili APDS, che apparvero durante la II GM, sopratutto da parte inglese. Essi consentivano di concentrare l'energia di un cannone su di un calibro piccolo, con una pressione esercitata altissima. I loro epigoni sono diventati micidiali, spesso sono in Uranio impoverito che tra l'altro ha un costo minore del tungsteno, ha una capacità di non perdere la sua forma 'acuminata' e peggio, una capacità piroforica capace di distruggere tutto quello che trova dentro il mezzo colpito. Le traiettorie sono diventate piatte ed estremamente veloci, con oltre 1,5 kms di velocità iniziale, i colpi stessi sono diventati molto stabili nella traiettoria, e i sistemi di controllo del tiro (specie nello stabilire la distanza, necessaria per l'equazione balistica oltre il km di distanza, prima il proiettile si muove tanto veloce da non richiederla) computerizzati micidialmente accurati, con alte percentuali di colpi a segno al primo tentativo, persino con carro in movimento e contro bersaglio in movimento. I sistemi di visione notturna IR consentirono di vedere nella notte, e con le camere termiche anche a grande distanza, passivamente, e anche attraverso cespugli e . 3w2NB, i Churchill vennero usati per primi a Dieppe, ma su circa 40 carri usati non se ne salvò nessuno da trappole e artiglieria. La tattica d'uso faceva la differenza. Come testimoniato dalla rivolta di Napoli, Stalingrado, la rivolta di Budapest, anche i carri più moderni, se isolati (vedi anche Groznj, più di recente), sono vulnerabili anche a mezzi rudimentali. Nel '56, a Budapest, i cecchini colpivano i carristi sovietici esposti sparando dai tetti, costringendoli a stare dentro ai carri, aiutando così i cacciatori di carri armati con le molotov ad incendiarli poi. Persino i carri JS-3, quasi invulnerabili ai carri nemici, finirono per ingombrare con le loro carcasse le strade ungheresi.
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Gli ostacoli da superare sono anch'essi fondamentali. Per questo è altrettanto fondamentale la presenza del Genio. In ogni caso i carri armati hanno adottato la capacità di guado profondo sott'acqua, e opzionalmente possono avere rulli antimine, pale apripista, sistemi per scavare posizioni come nel caso dei T-72.
 
Il raggio di tiro è anch'esso importante. Un tipico campo di tiro europeo è spesso dell'ordine di un km. Due carri si affrontavano nel '40, uno magari con 60 mm di corazza frontale e 40 mm laterale, l'altro con 40 e 30 mm. I cannoni, grossomodo equivalenti, erano in grado di perforare 60 mm a 100 m, 40 mm a 500 m, 30 mm a 800 m. In sostanza, uno dei due carri può perforare l'altro a 500 m frontalmente e 800 m lateralmente. Quindi l'altro era entro certi limiti invulnerabile nel raggio di tiro tipico. Il carro più pesante era invulnerabile, a seconda degli angoli, tra i 100 e i 500 m. Magari stiamo parlando di un Char B1 bis contro un Panzer III, ma non è realmente importante. Con carri moderni la cosa è notevolmente diversa. Sempre nel campo di tiro di 1 km, un carro M1 e un T-72 si possono affrontare con varie possibilità: l'M1 può distruggere il T-72 a tutte le distanze e angolazioni, il T-72 no; ma sui fianchi può fare fuoco a grande distanza e perforare lo stesso il mezzo nemico. Quindi la situazione è diventata più pericolosa, anche per il mezzo più pesante e protetto. Se anche un carro pesante può essere penetrato ad oltre 2-3 km, un tiro da posizioni defilate, ben difficili da vedere, rappresenta una minaccia potenziale formidabile. A questo si aggiungono gli stabilizzatori di tiro, computer di tiro, sistemi di visione notturna, e ottiche migliorate con un periscopio di puntamento e di osservazione che nei tempi della II GM era di 1,5-3x, adesso di 6-20x. La differenza maggiore tra Panther e Leopard 1 in sostanza è questa. Inoltre la luminosità dei mirini è migliore, perché l'ingrandimento da solo non basta ad ottenere un'immagine buona (per fare la prova si provi un binocolo 8x30 e un 10x25). E'È ben vero che nel Golfo gli M1 e i Challenger hanno stracciato i carri irakeni, ma anche qui, quale è stata la causa? Dopotutto anche gli AMX-30 francesi sono stati usati nel '91 e nonostante la loro corazza debole nessuno è andato distrutto nonostante combattimenti impegnativi.
 
Per le navi da battaglia e incrociatori è più o meno la stessa cosa. L'aerea 'di sicurezza' era intesa, per queste grandi navi, come quella entro cui il proiettile nemico non era in grado di perforare la cintura corazzata (protezione verticale) sulla linea di galleggiamento, che richiedeva tiro teso, e non era ancora in grado di perforare il ponte corazzato essendo ancora troppo tesa la traiettoria per dare un sufficiente angolo d'impatto. Per esempio, le corazzate 'Yamato' erano invulnerabili ai loro cannoni o equivalenti tra i 20 e i 35 km. Per questi livelli di protezione eccezionali, dovuti a minacce eccezionali, si richiese un tale livello di peso da fare navi sempre più pesanti e costose, nonché lente. Si arrivò a pensare a navi da 150 mila tonnellate, grosse il doppio delle Yamato (era un progetto tedesco rimasto sulla carta).