Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 1: differenze tra le versioni

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La consegna dei primi Harrier è avvenuta il 23 agosto 1991, la fine però è avvenuta solo 6 anni dopo. Nel mentre i primi aerei erano già stati urgentemente mandati con il Garibaldi in Somalia. 'Peppino', nomignolo dell’ammiraglia della MM ha tratto indubbiamente beneficio dalla presenza di questi nuovi aerei, normalmente presenti in 6-8 esemplari e un numero simile di SH-3. Per quando i missili AMRAAM, fondamentali per ottenere la difesa aerea della flotta (gli AV-8 sono piuttosto lenti per un'intercettazione 'in caccia'), sono stati integrati, ma non prima del 1999; di lì a poco la nave, che dispone di 200 aviatori ed avieri più 582 d’equipaggio, ha avuto importanti lavori di modifica. Nel 2003 ha aumentato infatti le sue capacità di comando e controllo con nuovi sistemi come il Link 16 di trasferimento dati (1 MB/sec) al posto del vecchio Link 11, sostituito il sonar, spostato il lanciarazzi SCLAR e rimossi i missili OTOMAT, liberando la zona di poppavia. L’imponente sagoma del Garibaldi è stata presente in molte operazioni, come le tre operazioni in Somalia nel 1992-1995 e la Allied Force nel ’99, Enduring Freedom (2001-02) e Libano (2006) . Nel caso dell’impegno post-11 settembre, la nave partì con la fregata ZEFFIRO e il pattugliatore AVIERE, più il rifornitore ETNA. Gli Harrier volarono 288 missioni per ben 860 ore, non poche per circa una mezza dozzina di macchine disponibili, pattugliando l’Oceano Indiano ma spingendosi anche ad attaccare obiettivi in Afghanistan. Si suppone che la GARIBALDI resti in servizio fino al 2020, come anche gli AV-8. Fino ad allora almeno la Marina avrà quindi due unità portaeromobili. Una nave sorella doveva essere pronta attorno al 1994, come Progetto 148, leggermente ingrandita rispetto alla prima e come tale, con un dislocamento passato da 13.850 t a 15.000 t e la possibilità di installare il SAAM-IT al posto dell’Aspide. Ma sebbene questo ritardo fosse già notevole (uno sfasamento di 9 anni almeno tra due navi della stessa classe, per quanto importanti siano, non è certo un buon modo di uniformarne le tecnologie e le capacità, visto che diventano due generazioni diverse, come la sostituzione dell’Albatross con il SAAM-IT dimostra).
 
Il programma subì numerosi rimaneggiamenti, diventando poi Progetto 156, 156 A e 160, una nave arrivata a 20.000 t e dall’aspetto simile alla spagnola Asturias. Poi, però, dalla metà degli anni ’90 si arrivò ad una nave mista portaereomobili-LHD, una specie di piccola ‘Tarawa’, dato che, nonostante le 3 recenti navi da sbarco, venne considerata necessaria. Evidentemente non c’era fiducia in questo concetto, se la nuova portaerei avrebbe dovuto sacrificare una parte delle sue capacità aeree. Questo era dato dal fatto che la quarta nave anfibia da 13.000 t e con mezzi tipo EH-101 (6 di cui 5 in un hangar) e bacino per gli LCU a poppa, era stata cancellata per mancanza di fondi. Così era nato il Progetto 163 chiamato NUM, Nuova Unità Maggiore, o NUMA, che aggiungeva 'Anfibia’. Aveva secondo quanto previsto 20.000 t e bacino poppiero di 50 m con due LCAC, 4 AV-8 e 6-8 EH101. Non ha convinto e alla fine il bacino è stato abolito ed aumentata la capacità aerea. Alcune caratteristiche delle navi anfibie sono però rimaste, in particolare le rampe di carico e scarico sotto l’isola e a poppa. La costruzione è iniziata il 17 luglio 2001 e il varo dello scafo incompleto è avvenuto il 20 luglio 2004 a Riva Trigoso, senza la parte prodiera, implementata al Muggiano dopo avere rimorchiato lo scafo fino là. Il 18 dicembre 2006 sono iniziate le prove in mare e la consegna alla MM è avvenuta il 27 marzo 2008. E’È una nave molto più grande, a dire il vero la più grande nave militare italiana, essendo di 236 m per 39 di larghezza massima, 27.100 t e altre 2.500 potenziali, con sky-jump aumentato da 6,5 a 12°, e stavolta, senza ipocrisie, la si è definita da subito CVH, ovvero portaerei. La prima della Marina Militare. E certo lo resterà per molti anni. Berlusconi si è lamentato a suo tempo della ‘Portarei dell’Ulivo, che ci è costata 13 miliardi’. E’È stato necessario predisporre la nave per accogliere non solo gli Harrier, ma anche i loro successori, che potevano essere solo gli F-35B. Per il resto vi sono 32 missili ASTER-15 dei lanciatori A43, più 2 OTO SR e 3 KBB da 25 mm, 2 SCLAR-H e due SLAT. Questa grossa nave ha un equipaggio molto ridotto per le sue dimensioni e ruolo, appena 451 uomini (e donne), 203 per il gruppo di volo e quindi meno di quelli del Garibaldi, che pure stazza la metà. Vi è la predisposizione per 416 elementi della futura Brigata Anfibia (di cui si parla da un indicibile numero di anni, stavolta con la rivalità dell’Esercito). Ha il ponte hangar abbastanza robusto per tenere 24 carri Ariete o 50 Centauro/Dardo. I velivoli sono una ventina tra AV-8 e EH-101 e un elevatore esterno allo scafo consente di collegare il ponte di volo a quello hangar. Dall’evoluzione si possono anche capire quanto rilevanti fossero i limiti del Garibaldi, troppo piccolo per operare con gli aerei in guerre ad alta intensità.
 
Ancora più piccole sono le 3 ‘San Giorgio’ da circa 8.000 t e capaci di operare con 4 elicotteri, ma prive di un hangar capace di ospitarli. Forse potrebbero ospitare mezzi tipo A-129, A-109 e AB-206, ma non Sea King ed EH-101, dato che né l’elevatore né l’hangar hanno dimensioni sufficienti. Anche le navi di questo tipo hanno avuto diverse modifiche, come la rimozione del cannone di prua da 76 mm. Si presuppone che verranno sostituite dopo il 2018, e forse per rimpiazzarle vi sarà una nave tipo la BPE spagnola, la J.Carlos I, un tipo LHD. Ma è ancora presto per dirlo.