Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Est: differenze tra le versioni
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I tre motori diesel erano gli M 504 a 56 cilindri, sviluppo degli M 503A per le motosiluranti. Questi motori erano arrangiati nella maniera più semplice: niente sistemi complessi di riduzione e connessione tra motori ed eliche, ognuno dei propulsori era collegato direttamente ad un asse, come del resto accade nelle navi più piccole come le motocannoniere missilistiche. Ma il motore centrale aveva il compito della navigazione di crociera e pertanto era provvisto di un'elica a passo variabile, così da avere la massima efficienza possibile. Gli altri due erano invece dotati di eliche fisse, più semplici ed economiche, che servivano per la navigazione ad alta velocità. L'autonomia non era comunque molto elevata, in linea con le esigenze del Baltico.
L'armamento è da trattare approdontimaente, perché era costituito dallo standard per le navi di piccolo dislocamento del Patto: Come artiglieria c'erano due cannoni binati, un AK-725 da 57 mm binato e un AK-230 da 30. Il primo, arma automatica del 1959, era molto diffuso sulle navi sovietiche anche di grande dislocamento, ed era diretto dal sistema ESP-72 con radar MR 103 'Muff Cob', con antenna parabolica da 1,3 m e una telecamera ottica asservita per compiti di backup in caso di guasti o ECM eccessivamente potenti. I cannoni sono raffreddati ad acqua per consentirne l'uso prolungato alla massima cadenza di tiro, fino a 120 c.min per arma. Nonostante si tratti di armi di calibro decisamente elevato, hanno un'alimentazione a nastro, ciascun cannone ha così ben 550 colpi in un unico nastro di alimentazione, sufficiente per circa 5 minuti e mezzo alla massima cadenza di tiro. L'unica cosa che non è stata resa completamente automatica, però, è che il primo colpo dev'essere inserito in canna manualmente. In caso di necessità è possibile restare con il colpo in canna almeno per un certo tempo, visto che un eventuale attacco aereo non darebbe un preavviso molto consistente. La torretta è anche azionabile localmente in caso di emergenza, differentemente da molti tipi più moderni, con tanto di un sistema ottico di tiro locale. La sua forma è caratteristica, piuttosto bassa con uno scudo metallico emisferico che fa anche da tetto. Si trattava di un sistema avanzato per l'epoca, poi sostituito dal pezzo singolo da 76 mm, già disponibile ai tempi delle Parchim e in particolare più efficace come arma antimissile, disponendo -a differenza dei proiettili da 57 mm- di spoletta di prossimità- Il radar MR 103 era però piuttosto obsoleto all'epoca delle 'Parchim', con elettronica a valvole e sistemi di calcolo probabilmente non adeguati a sfruttare le capacità balistiche delle potenti armi da 57/70 mm. Ma il vero problema era la mancanza di spolette di prossimità, il che richiedeva un impatto diretto per distruggere il bersaglio. Finché si tratta di un aereo, questo non è agevole ma nemmeno impossibile.
Il set dei sensori comprendeva anche un tipo molto diffuso di ricerca aerea, il radar 'Strut Curve', con un'antenna parabolica da 4 metri in banda F. Per essere il radar di una nave relativamente piccola, questo sistema garantiva una portata più che rispettabile di 110 km contro bersagli in volo a 5.000 m, circa 40 km contro bersagli a bassa quota o navi. La possibilità che, tramite questo radar (bidimensionale) le navi fossero usate come picchetto radar, era quindi discreta: 3 navi avrebbero potuto coprire teoricamente tra i 160 e i 440 km di spazio, grossomodo tutta la costa della DDR. La difesa ECM era presente, ma non con apparati molto sofisticati: un IFF, l'RWR multibanda Eloka e due lanciarazzi a 16 celle per chaff, che almeno consentiva la possibilità di ingannare eventuali missili in arrivo. In ogni caso, per gli scontri della Guerra fredda si trattava di un limite non di poco conto, tale mancanza di adeguate difese antiaeree e antimissile, specie considerando i Tornado e anche gli F-104G della Marineflieger. Del resto, la ridotta capacità a.a. non era certo un problema delle sole navi tedesco-orientali. Le unità della RN, per esempio, risultarono molto vulnerabili agli attacchi argentini durante la guerra del 1982, e molte navi occidentali di dimensioni ridotte non erano parimenti armate che di un impianto di cannoni medi e uno o due di armi di piccolo calibro.
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