Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Etiopia: differenze tra le versioni

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La Somalia aveva avuto un'aviazione nata con l'aiuto italiano nei primi anni '60, quando il territorio era ancora in amministrazione italiana. I primi aerei erano 8 P-51, tenuti in servizio fino al '68 nel Corpo di Sicurezza della Somalia. Di questi caccia non resta praticamente nessuna testimonianza. Con l'aiuto dei sovietici e un prestito di 35 milioni di dollari venne creato un esercito di 20.000 soldati e presto arrivarono 40 MiG-17 e 15 UTI, 3 trasporti leggeri An-24 e tre piccoli An-2, mentre la difesa aerea era affidata alle armi automatiche e anche ad alcuni missili SA-2. Vari campi d'aviazione vennero costruiti o ricostrutiti come Mogadiscio, Hargeisa, Baidoa. Inoltre vennero forniti 150 corazzati, più cannoni di vario tipo. Ad un certo punto l'esercito era di 13.000 uomini in 9 battaglioni meccanizzati con 700 uomini l'uno e vari BTR-40, 50 e 152; 4 battaglioni carri con i T-34, 2 artiglieria (armi da 76 e 122 mm) e uno cmmando. La difesa era costituita da due battaglioni di flak pesante con armi da 100 mm radar-guidate, e 3 con armi leggere da 14,5 e 37 mm. Non era poco, ma non c'era molta manutenzione per i mezzi più sofisticati e così l'efficienza era ridotta. Questo accadeva ancora nel '67, prima del colpo di stato, quindi la Somalia era già pesantemente 'sovietica' quanto ad armamenti. Nel '74, quando oramai c'erano molti consiglieri sovietici, cominciarono a giungere una forza di circa 40 MiG-21MF e UM e fino a 10 Il-28, nonché vari Mi-8. Eppure, tutto quello che l'aviazione riusciva a mantenere in efficienza era, attorno al '77, circa 30 MiG-21, una decina di MiG-17 e qualche Mi-8, perlopiù attorno a Mogadiscio e Hargheisa. C'erano anche dei Mi-4, ma rimasero in servizio per poco tempo. Del resto con appena 1.750 uomini il SAC (Corpo aereo somalo) non poteva davvero fare di più. C'erano anche 3 C-47, un C-45 e 3 P-148 italiani. Fu più facile superare i limiti dell'esercito, con i 4 battaglioni corazzati rinforzati come anche 4 unità meccanizzate. In questo modo vennero create 4 brigate meccanizzate, tra l'altro equipaggiate anche con alcuni Centurion britannici, come anche i nuovi BTR-60. Oltre ad un battaglione carri e uno meccanizzato, c'erano anche un battaglione artiglieria da 122 mm (artiglieria) e lanciarazzi BM-21.
 
Queste unità, comprensibilmente, divennero l'orgoglio dell'Esercito, ma non mancarono anche 12 motosiluranti dall'Egitto, il Sudan provvide un addestramento con i suoi consiglieri militari; l'addestramento veniva curato dall'URSS, Cina, Egitto, Italia e vari altri Paesi arabi. L'assistenza militare occidentale continuò fino al 1970, anche da parte di USA, Italia e Germania. Ma l'importanza della Somalia, terra povera e bruciata dal sole, non era particolarmente apprezzata, malgrado la sua posizione strategica, fino a che nel 1968 vennero scoperti dei depositi di uranio da parte di geologi americani. Questi depositi erano niente di meno che i più grandi del mondo. Chi si ricorda attualmente, che fu proprio quella scoperta che contribuì ad aumentare la richiesta di combustibile nucleare.
 
L'Etiopia era la più antica delle nazioni africane indipendenti, nonostante l'occupazione italiana per alcuni anni. All'epoca si chiamava Yaityopya Nigusa Nagast Manguist (Empire of Ethiopia), ed era erede di una tradizione di oltre 1.000 anni di regno, nonostante la minaccia continua degli arabi; anche in tempi moderni, con l'Egitto che negli anni '60 era un serio contendente per le acque del 'Nilo blu'. L'Etiopia aveva sofferto di prima persona il fallimento della Lega delle Nazioni nel bloccare l'aggressione fascista, e se ne ricordava bene nel sostenere il principio della Sicurezza collettiva caro alle Nazioni Unite, tanto da partecipare alla guerra di Corea nel 1951-53 e poi nel 1960-64 per il Congo. Lo stesso QG dell'Organizzazione dell'Unità Africana era ad Addis Abeba. L'Etiopia aveva potuto sopravvivere con la sua cultura cristiana arcaica (copta) tra nazioni animiste e sopratutto, musulmane. In tempi moderni arrivarono 300 soldati americani come istrutturi ed esperti di intelligence (qui vicino ad Asmara), giunti già nel 1942 costruendo lì la più grande stazione radio-ricevente in HF del mondo. Negli anni successivi l'assistenza americana continuò tanto che nel 1970 c'erano già stati 25.000 uomini addestrati direttamente negli USA e dopo l'ottobre di quell'anno si rinforzò ancora di più la collaborazione per addestrare totalmente l'esercito da 40.000 uomini delle forze militari etiopi. Ma governare l'Etiopia non era facile, con circa 40 gruppi tribali di cui gli Amhara e Tigreani erano il 40% della popolazione. Ma le persone che vivevano nelle coste erano oramai prevalentemente islamiche o islamizzate. Alla fine l'evidente sbilanciamento di ricchezze e di potere nelle mani degli Amhara causò rivolte e problemi, e l'Imperatore reagì accentrando il potere nelle sue mani. Nel 1960 vi fu un tentato golpe e in generale la situazione, con una terra immensa e arretrata sottoposta a differenti livelli di modernizzazione e di attrito con le proprie millennarie tradizioni. Per giunta ci si mise l'appoggio esterno egiziano ai musulmani d'Etiopia
 
Quindi i problemi erano oramai addensati attorno al Corno d'Africa. Due nazioni di opposti 'schieramenti', povere e influenzate dall'attività estera. Quanto agli Etiopi, la loro Forza aerea imperiale era costuita da soli 3.000 effettivi, con uno squadrone di Camberra B.Mk 52, 4 comprati nel 1968 e due superstiti nel 1977 ai tempi dell'Ogaden, solo per essere distrutti al suolo dai primi attacchi somali. Per il resto c'erano uno squadrone con 10 F-5A e 2 B, consegnati da USA (dal '66) e anche dall'Iran (dal '72); 12 F-86 erano stati consegnati inizialmente più altri provenienti dall'Iran dal 1970, uno squadrone COIN con 8 T-28A e 8 Saab 17, uno da attacco leggero e addestramento con 8-12 T-33A. Molto consistenti, come ci si poteva attendere dalla conformazione del territorio, circa 50 trasporti in due squadroni con 22 C-47 e 54, C-119, più 15 Saab 91 con uno squadrone e almeno 3 SA.316 Alouette di un uno squadrone di elicotteri. Le basi: Debre Zeit, Bishoftu, Jijiga, e Harar, più altre minori come Agordat e Gondar. In seguito vi sarebbero stati sviluppi interessanti: per esempio, nel 1985 alcuni F-5A vennero restituiti all'Iran. Nel frattempo c'erano 8 F-5E consegnati nel '75, più altri 9 e 3 F-5F sottoposti ad embargo. Questi sarebbero diventati poi famosi perché ebbero come destino d'essere impiegati in un'unità Aggressor dell'USN. Forse li abbiamo visti sullo schermo nella parte dei temibili MiG-28 nella pellicola 'Top Gun'.
[[File:Siad-Barre.jpg|300px400px|left|thumb|Il presidente Barre]]
A tutti gli effetti, l'Etiopia precedette per tanti aspetti l'Iran nelle sue vicissitudini. Selassie I era un imperatore sempre più impopolare e dopo la difficoltà di organizzare la repressione dei guerriglieri in Eritrea, avvenne un colpo di stato il 12 settembre 1974. Superstite di mille disavventure e dell'invasione degli italiani (in quella che è considerata largamente come la più 'fascista' delle guerre di Mussolini), Selassie finì i suoi giorni circa un anno dopo, giustiziato dal nuovo regime assieme ad alcuni dei suoi supporter. La confusione fu grande sotto il cielo d'Etiopia, povera e grande terra in un angolo di mondo dimenticato. Era una terra non solo povera, ma anche con una grande percentuale di persone analfabete. Non un buon inizio da cui sviluppare una nazione moderna. Per cercare di darsi un'idea su come procedere (abbattuto il tiranno, non si sapeva cosa fare, in buona sostanza), si formarono varie fazioni, ma sopratutto venne formato la Dergue o Derg, il Comitato, retto da due maggiori, Mengistu Haile Mariam e Atnafu Abate. Era questa coppia di diarchi che organizzò anche al colpo di stato del 23 novembre 1974 che costò il potere e la vita del gen. Amdom.