Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-8: differenze tra le versioni
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I semoventi d'artiglieria antiaerei erano invece un problema affrontato presto, con una serie di veicoli di ottime caratteristiche dagli anni '50 in poi. L'ultimo e migliore, ancorché anche il più pesante e costoso, è il 2S6 Tunguska.
In generale la concezione sovietica era: 'il fuoco conquista, la fanteria occupa', tanto per dare un'idea dell'importanza fondamentale dell'artiglieria (per gli occidentali si potrebbe quasi dire lo stesso dell'aviazione tattica). In effetti per la filosofia sovietica 'fuoco' non era solo artiglieria, poteva anche essere quello nucleare delle armi atomiche, ma in generale l'azione degli aerei era quella di 'interdizione del campo di battaglia' con attacchi dietro le prime linee, o anche in profondità. Per l'artiglieria, la definizione di Stalin: 'Bog Voiny', ovvero il Dio della guerra, diceva molto, e ancora di più se si considera che questo dio nefasto sia stato capace di causare oltre il doppio di perdite tedesche sul fronte orientale (il 70%) di tutti gli innumerevoli T-34, Sturmovik e fanti messi insieme. La stessa difesa della fanteria sovietica era fatta con cannoni portatili, se si vuole considerare così i fuciloni da 14,5 mm, armi eccellenti sia del tipo a colpo singolo che i più complessi e meno affidabili semiautomatici, capaci però di fornire un volume di fuoco maggiore sia per perforare con più colpi un veicolo a tiro utile in rapida sequenza, sia persino di ingaggiare bersagli aerei. In tutto l'artiglieria sovietica mise in campo 67.000 pezzi, compresi i mortai pesanti e i lanciarazzi Katijusha. La sola quantità utilizzata a Berlino, solo in minima parte (differentemente dai veicoli e corazzati) di fornitura alleata, ammontava a 41.000 pezzi e illimitate scorte di munizioni. E anche così la difesa della capitale tedesca vide un massacro da entrambe le parti di proporzioni impressionanti. Le artiglierie erano tanto vicine che
I razzi d'artiglieria sono la specialità sovietica più nota, ma in verità i primi razzi, propulsi da una carica di polvere nera, erano nati già in Cina e portati poi dagli Arabi in Europa. Come si sa, sono diventati presto elementi decorativi per feste, e questo sia ad Oriente che ad Occidente. Ma non sfuggì il valore potenziale di questi ordigni anche come armi da guerra, né tantomeno la potenza garantita dalla polvere da sparo. Nondimeno, non è che di queste armi si sia fatto un grande uso, e la polvere da sparo divenne presto importante, sopratutto in Occidente, per i ben più pesanti, ma anche più precisi cannoni, oltre che per i fucili (per i 'bazooka' bisognerà aspettare parecchio, le armi a razzo portatili non erano pratiche all'epoca anche se teoricamente realizzabili). I razzi erano stati utilizzati anche dagli inglesi con il breve esperimento dei Congreve, ma nonostante la loro estrema economicità e leggerezza, per motivi difficili da capire (forse collegati all'imprecisione e alla scarsa gittata) era finita presto. I sovietici furono capaci, finalmente, di costruire un sistema d'arma adatto con razziere multiple su autocarro. I sovietici sorpresero anche i tedeschi con un'altra arma, il mortaio pesante da 120 mm, tanto efficace che rimpiazzò gli enormi cannoni di fanteria da 149 mm per quanto fu possibile dai tedeschi.
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Poi certo, contro un'aviazione tattica avanzata e truppe mobili la cosa era meno facile, o addirittura impossibile. Serviva una maggiore flessibilità d'uso e gittata. Serviva una maggiore mobilità e sopratutto serviva di non farsi distruggere dagli aerei interi schieramenti d'artiglieria nell'arco di minuti. Gli anni '50 non passarono invano: 6 nuovi pezzi d'artiglieria erano stati introdotti in servizio solo considerando il calibro superiore a 100 mm, mentre i trattori cingolati AT, lenti ma con una forte capacità di movimento e trazione, rendevano possibile un impiego di maggiore validità. Ma i semoventi? A parte i cannoni d'assalto SU-122 e 152, e i SU-76 che erano efficaci anche come artiglieria indiretta,i sovietici non realizzarono altro che giganteschi cannoni da 310 mm d'assedio, con capacità nucleare, per ruolo d'assedio. Erano mezzi immensi e del tipo 'tutto cannone' tipo gli M110 e M107, ma più costosi e lenti. Non erano intesi come armi divisionali o di corpo d'armata.
MA come detto prima, i sovietici furono invece molto attenti a: dotarsi di cannoni a lungo raggio da 130 mm o anche tipi diversi, oppure tipi molto mobili come gli obici da
In ogni caso, dai primi anni '70 iniziarono finalmente a manifestarsi i risultati dei semoventi tattici, armi potenti anche se con gittata limitata dati i problemi posti da una torretta mobile e chiusa. Dal 1973 o anche prima iniziarono a comparire i semoventi 2S1 e 2S3 per le armi divisionali. Erano la versione, basata su scafi già disponibili, degli obici divisionali da 122 e 152 mm. In tutto vennero messi in produzione, in appena 9 anni, altri 6 tipi di obice da 152 mm, mortai da 120 e 240 mm, semoventi da 122, 152 e 203 mm. Il programma di semoventizzazione dell'artiglieria si dimostrò difficile e costoso: era già molto con i carri armati e con i mezzi per la fanteria, per non parlare poi dei semoventi antiaerei (i lanciarazzi sono molto meno costosi, ma pur sempre semoventi), figuriamoci pure l'artiglieria. Ma il problema era un altro: le artiglierie non erano più mobilitate da animali da traino, ma da trattori cingolati oppure dai più rapidi ed economici autocarri 6x6, con sistema di regolazione della pressione degli pneumatici (sistema tipico dei sovietici e molto efficace per migliorare la mobilità sui tipi di terreno). L'artiglieria trainata era quindi mobile, e non tanto meno costosa di un singolo sistema semovente: la differenza maggiore era la protezione, specie contro agenti NBC, cosa non certo rara nell'epoca della Guerra fredda. Continuò anche l'introduzione dei cannoni trainati da 152 mm, ovvero i Mod. 1976 e 1986, in rimpiazzo degli eccellenti cannoni da 130 mm (granata da circa 45 kg a 28 km contro 33 e 27 km). Venne anche introdotto l'obice M1966 da 76 mm, someggiabile.
Nel frattempo erano arrivati anche altri tipi di migliorie: proiettili a submunizioni, per esempio. Il livello di neutralizzazione o di distruzione delle forze nemiche era stimato nel 25 e 60% rispettivamente.
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Quanto ai sistemi di controllo, i reparti di comando di battaglione e reggimento artiglieria avevano radar d'acquisizione di controbatteria 'Big Fred' su scafo di MT-LB e curiosamente, un simile ma più piccolo sistema chiamato 'Small Fred' in ambito NATO equipaggiava i più potenti BMP (forse perché meno spaziosi?). Per l'osservazione e direzione del tiro d'artiglieria questi sistemi erano formidabili rispetto ai precedenti metodi 'tradizionali': dagli anni '60 i radar di controbatteria, capaci di rilevare le traiettorie dei proiettili e stabilire il punto di partenza hanno reso l'artiglieria non solo arma efficace per azioni offensive, ma anche per il contrasto di similiari unità. Per misurare precisamente la distanza di questi bersagli, gli ACRV M1972 avevano il telemetro laser 'Sage Gloss' e visori notturni usabili anche a terra, radar di rilevazione mortai 'Long Trough' radar meteo 'End Tray', sistemi fototelemetrici PZK, sistemi ESM 'Pole Dish' che si occupano di rilevare i radar e i sistemi radio avversari, e altro ancora. Autoblindo BRDM-2 e BRM potevano fornire altre utili informazioni. A parte questo, onde sfruttare effettivamente le informazioni rilevate, erano disponibili i sistemi di distribuzione dati, come i PUO-9 su autocarri leggeri GAZ-66 o i corazzati BTR-60PU, MT-LB e ACRV.
Invece non erano molto presenti altri sistemi
La distribuzione dell'artiglieria sovietica era basicamente
IN offensiva, per tenere sotto tiro il bersaglio erano previste non più di un terzo delle batterie in movimento contemporanemante. Un battaglione di obici da 122 mm D-30 o 2S1 era assegnato a ciascun reggimento fanteria o carri, con i semoventi distribuiti con precedenza a questi ultimi e ai reparti di BMP che strettamente vi cooperavano. A livello divisionale v'erano invece un battaglione (o gruppo) di artiglierie da 152 mm, possilbemnte 2S3 semoventi, e una batteria da 122 mm BM-21 su 18 armi. Le brigate d'artiglieria avevano impiego sotto il controllo dell'armata con armi tipo obici o cannoni da 152 mm, su diversi battaglioni, mentre un reggimento lanciarazzi aveva il BM-22 da 220 mm, quello che originariamente era noto come BM-27 (a quanto pare v'é stato un momento in cui i sovietici avevano disgiunto la sigla del lanciarazzi dal calibro in cm, e avevano invece inteso utilizzare la gittata: BM-21 non era un errore di battitura con le cifre invertite, ma si riferiva grossomodo alla gittata, come del resto altri razzi).
Per trovare le armi più potenti bisognava salire fino al livello d'armata, con le divisioni d'artiglieria, di cui ne vennero realizzate 16.
Quanto alle azioni di fuoco nell'offesa ve n'erano previste 4: fuoco di protezione, in realtà si potrebbe definire di preparazione o soppressione; fuoco di preparazione, per ammorbidire le difese e creare varchi nei campi minati (una poco nota capacità dell'artiglieria, ma fondamentale come mezzo di 'sminamento rapido'); fuoco di supporto all'attacco; fuoco in profondità contro le difese, dopo che la prima linea nemica è stata sfondata; gli obiettivi erano in ordine d'importanza: armi con capacità nucleare, centri comando e controllo, posti osservazione, centri radar, centri comunicazione, unità contraeree, schieramenti d'artiglieria, truppe di riserva, reparti logistici, caposaldi e strutture difensive.
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