Bivona/Religione a Bivona: differenze tra le versioni

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La risposta della Chiesa alla crisi economico-sociale che colpì l'[[Italia]] nel periodo post-unitario fu l'[[enciclica]] ''[[Rerum Novarum]]'' di [[papa Leone XIII]], pubblicata nel [[1891]].
 
In Sicilia la situazione era particolarmente grave: solamente dopo l'istituzione dei [[Fasci sicilianiSiciliani dei lavoratoriLavoratori|fasci dei lavoratori]] ([[1893]]) e la loro repressione da parte di [[Francesco Crispi]] si avvertì l'urgenza di un adeguato apostolato sociale. Fu così che il comitato diocesano agrigentino, in un'adunanza del [[1895]], sollecitò i singoli comitati parrocchiali a promuovere la fondazione delle [[Casse Rurali]], il cui scopo, come disse don [[Luigi Sturzo]], era ''di fare affluire i piccoli capitali di quegli agricoltori, operai e commercianti che han messo da parte dei risparmi, a quegli agricoltori, operai e commercianti che per difetto di capitale devono o cessare dal lavoro [...] o ricorrere all'usuraio''.
 
A Bivona la nascita di una cassa rurale venne sostenuta dall'arciprete Damaso Pio De Bono, che, essendo stato nominato rettore del seminario di Agrigento e del collegio dei Santi Agostino e Tommaso (sempre nella città dei templi, nel [[1897]]) ed in seguito [[Diocesi di Caltagirone|vescovo di Caltagirone]] ([[1898]]), fu impossibilitato a sancirne la nascita.
 
===Il periodo fascista===