Bivona/Religione a Bivona: differenze tra le versioni

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La definitiva rottura tra il clero di Bivona e il governo italiano si ebbe il [[28 settembre]] [[1866]], quando venne rese esecutiva anche in Sicilia la legge di soppressione delle corporazioni religiose<ref name=quarantadue>{{cita|Antonino Marrone, 1997|42}}</ref>: in seguito a tale provvedimento, il clero bivonese reagì manifestando contro i progetti governativi che minacciavano l'autorità papale, e quando questi vennero realizzati (il [[20 settembre]] [[1870]] con la [[breccia di Porta Pia]]), i religiosi di Bivona decisero di isolare ed estromettere dalle cariche quei pochi sacerdoti che un decennio prima favorirono politicamente l'unità nazionale<ref name=quarantadue>{{cita|Antonino Marrone, 1997|42}}</ref>.
 
Tuttavia, il clero e le organizzazioni cattoliche di Bivona non riuscirono ad evitare il diffondersi nella società di una mentalità laica e talvolta anticlericale<ref name=quarantacinque>{{cita|Antonino Marrone, 1997|45}}</ref>, soprattutto tra le nuovi generazioni del ceto borghese ed operaio, educate al credo [[Positivismo|positivista]], o avverse alla figura di [[papa Pio IX]] o sensibili alle istanze della [[questione sociale]] su cui la Chiesa non aveva ancora elaborato alcuna dottrina ufficiale<ref name=quarantacinque>{{cita|Antonino Marrone, 1997|45}}</ref>.
 
===La dottrina sociale della Chiesa===