Bivona/Monumenti e luoghi d'interesse: differenze tra le versioni

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Il ''Casino'' ([[XVII secolo]]), sito in prossimità del Monte Il Casino, da cui prende nome. Si tratta di una costruzione con rinforzi angolari (a forma di torre) che domina l’alto di un colle, da cui si scorge la Diga Castello, situata a pochissimi chilometri. Il complesso, che assume le sembianze di un vero e proprio castello, si svolge su una pianta articolata di forma rettangolare. All’interno sono ancora presenti i ruderi di una cappella religiosa, decorata da stucchi settecenteschi, e i ruderi di altri ambienti con arcate, dai quali era possibile raggiungere i piani superiori dell'edificio. Si pensa che tale costruzione fosse di epoca secentesca e che fungesse da residenza per i periodi di caccia ai nobili del luogo. A breve distanza dal "Casino" si trova un abbeveratoio ottogonale, probabilmente attinente all'edificio<ref>{{cita web|url=http://www.terredihalykos.it/it/p/Bivona%2CBivona.html|titolo=Terre di Halykos - Bivona|accesso=01-04-2009}}</ref>.
 
I ruderi del ''Castello "Petra d'Amico"'' ([[IX secolo]]), sito in prossimità della diga (che da esso prende il nome), al confine con il territorio di Alessandria della Rocca. Fu eretto su di un masso e assunse in poco tempo un ruolo fondamentale anche per i paesi limitrofi. Ne fu signore Pietro D'Amico, che dette il nome alla costruzione. Solitamente il termine feudale ''Petra'' in Sicilia designava una fortificazione isolata: unica eccezione fu la ''Petra D'Amico'', che si trattava inizialmente di un casale, in seguito di una baronia. Nel [[XVI secolo]] il feudo della Pietra D'Amico, di proprietà dei nobili Abbatellis, fu avocato dallo stato. Nel [[1542]] fu venduto a don Nicolò Barresi, fondatore della vicina Alessandria della Rocca. Oggi del castello rimane ben poco: solamente qualche pezzo di muro, parte della scalinata e il masso su cui venne edificato. Le acque dell'Invaso Castello sommergono i ruderi del Mulino della Pietra; durante i lavori di costruzione della diga, negli [[Anni 19891980|anni ottanta]], intorno al castello vennero trovati altri ruderi, cocci, vasellame e utensili che testimoniano la presenza di un insediamento che, probabilmente, veniva difeso proprio dal Castello<ref>{{cita libro|nome=Nino|cognome=Raineri|titolo=Alessandria della Rocca: Storia-Tradizioni-Immagini|anno=1991|editore=Comune di Alessandria della Rocca |luogo=Alessandria della Rocca}} Pag. 11.</ref>.
 
Le architetture militari non più esistenti di cui si hanno notizia sono: