Filosofia presocratica e socratica/Senofane: differenze tra le versioni

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'''Senofane''' riapre nel VI sec la tradizione poetica, interrotta dalla scuola eleatica (Talete, Anassimandro e Anassimene), per una prosa che si prestasse meglio ad argomenti scientifici. Si cadrebbe tuttavia in un importante anacronismo nel non vedere l'emergere della novità contenutistica che la poesia di Senofane porta con sè: la filosofia.
Egli era originario di Colofone ma , dopo la conquista da parte dei Medi, si trovò errante, ventenne e solitario per le strade della Magna grecia. Qui si conquistò per il suo interresse per i fenomeni naturali, ereditato dalla scuola ionica, l'appellativo del "fisico". Il poeta-filosofo tento di dare una spiegazione:
1- alla luce del sole, risultato del movimento di tante scintille.
2- ai "fuochi di Sant'Elmo" nuvolette luminose visibili soprattutto durante la navigazione.
3- alla luce lunare che appare come caratteristica interna alla luna stessa.
 
Egli era originario di Colofone ma , dopo la conquista da parte dei Medi, si trovò errante, ventenne e solitario per le strade della Magna greciaGrecia. Qui si conquistò per il suo interresseinteresse per i fenomeni naturali, ereditato dalla scuola ionica, l'appellativo del "fisico". Il poeta-filosofo tento di dare una spiegazione:
Il cosmo si presentava a Senofane similmente ad Anassimandro e successivamente a Parmenide: vi è l'a-peiron(in-finto) all'interno del quale, per un movimento a lui connaturato(critica di Aristotile a tutti i Presocratici di non aver spiegato il movimento), si spiegano tutti i peiràs, fenomeni limitati. L'infinito è quindi condizione e causa della nascita di tutti i fenomeni particolari perchè essi esistono proprio in quanto si differenziano, attraverso il loro limite, dagli altri fenomeni e dall'apeiron stesso. Pertanto i due frammenti riportati da Diels e Kranz " Nulla si crea e nulla si distrugge" e "tutto cio che nasce è perituro" non sono in contraddizione ma complementari perchè il primo si riferisce all'apeiron, che è sempre, e il secondo ai peiras che, dal momento in cui nascono, si staccano dall'infinito, sono destinati alla morte, a rientrare nell'apeiron.
1-# alla luce del sole, risultato del movimento di tante scintille.
Se tutto è in movimento lo sarà anche la terra, ma se il movimento determina il cambiamento sarà possibile descriverne una "storia naturale"del nostro pianeta. Egli fu pertanto il primo a studiare i fossili comprendendo lo stravolgimento storico della geografia terrestre laddove sulle montagne si trovano segni di esseri marini conservateci gelosamente dalle rocce. Senofane critica pertanto i suoi predecessori come Omero ed Esiodo per essersi posti in un atteggiamento religioso nei confronti della fusis attribuendo tutto ella divinità; ma non solo, egli si scaglia contro una visione anatropomorfa del Dio sostenendo che "se il cavallo avesse le mani disegnerebbe il Dio con una lunga criniera". La divinità per Senofane è una, onnipresente ed immobile, essa è sia nell'apeiron che nei peiras e tutto muove senza sforzo con la sola forza del pensiero.
2-# ai "fuochi di Sant'Elmo" nuvolette luminose visibili soprattutto durante la navigazione.
3-# alla luce lunare che appare come caratteristica interna alla luna stessa.
 
Il cosmo si presentava a Senofane similmente ad Anassimandro e successivamente a Parmenide: vi è l<nowiki>'</nowiki>''a-peiron'' (in-fintofinito) all'interno del quale, per un movimento a lui connaturato (critica di AristotileAristotele a tutti i Presocratici di non aver spiegato il movimento), si spiegano tutti i ''peiràs'', fenomeni limitati. L'infinito è quindi condizione e causa della nascita di tutti i fenomeni particolari perchèperché essi esistono proprio in quanto si differenziano, attraverso il loro limite, dagli altri fenomeni e dall'apeiron stesso. Pertanto i due frammenti riportati da Diels e Kranz " Nulla si crea e nulla si distrugge" e "tutto ciociò che nasce è perituro" non sono in contraddizione ma complementari perchèperchèé il primo si riferisce all'apeiron, che è sempre, e il secondo ai peiras che, dal momento in cui nascono, si staccano dall'infinito, sono destinati alla morte, a rientrare nell'apeiron.
 
Se tutto è in movimento lo sarà anche la terra, ma se il movimento determina il cambiamento sarà possibile descriverne una "storia naturale"del nostro pianeta. Egli fu pertanto il primo a studiare i fossili comprendendo lo stravolgimento storico della geografia terrestre laddove sulle montagne si trovano segni di esseri marini conservateci gelosamente dalle rocce. Senofane critica pertanto i suoi predecessori come Omero ed Esiodo per essersi posti in un atteggiamento religioso nei confronti della fusis''physis'' attribuendo tutto ella divinità; ma non solo, egli si scaglia contro una visione anatropomorfaantropomorfa del Dio sostenendo che "se il cavallo avesse le mani disegnerebbe il Dio con una lunga criniera". La divinità per Senofane è una, onnipresente ed immobile, essa è sia nell'apeiron che nei peiras e tutto muove senza sforzo con la sola forza del pensiero.
 
[[Categoria:Filosofia presocratica e socratica|Senofane]]
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