Divina Commedia/Inferno/Canto III: differenze tra le versioni

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*45.'''Dicerolti''': te lo dirò. Questo ordine dei pronomi atoni (prima l'accusativo ''lo'' e poi il dativo ''ti'') è normale fino al Boccaccio (cfr. ''Vita Nuova'' XXII, ''Voi che portate'' 7: «Ditelmi, donne, che 'l mi dice il core» e ''Dec.''II 1, 10: «Dicolti»), sostituito poi fino a oggi dall'ordine dativo più accusativo («te lo dirò»).
*'''breve''': brevemente, come si conviene a costoro: cfr. v.51.
 
 
{{quote|Questi non hanno speranza di morte,}}
*46.'''speranza di morte''': non possono sperare neppure di morire, cioè di essere annullati per sempre, in modo da lasciare quella vilissima vita. Tale è del resto la condizione di tutte le anime dannate, che anche altrove nell' ''Inferno'' invocano la morte (cfr.XIII 118). Ma questi invidiano ''ogne altra sorte'', cioè anche i peccatori più gravi nei più gravi tormenti, tanto la loro vità è ignominiosa.
*46.
 
 
{{quote|e la lor cieca vita è tanto bassa,}}
*47.'''cieca''': oscura, senza alcuna luce; «come del resto fu la loro vita terrena» (Padoan). ''Cieco'' è per altro aggettivo tipico dell' ''Inferno'' dantesco, quasi definitorio della condizione dei dannati, a cui è tolta per sempre la luce di Dio; cfr. IV 13: ''cieco mondo''; X 58-9 ''cieco carcere''; ecc.
*47.
*'''bassa''': abietta, ignobile (Scartazzini).
 
 
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{{quote|Fama di loro il mondo esser non lassa;}}
*49.'''Fama di loro...''' (49-51): il mondo non lascia che resti alcun ricordo di loro; sia il misericordia sia la giustizia li disdegnano; non fermiamoci dunque a parlare di loro, ma guarda e tira dritto. Terzina scandita in tre fasi lapidarie e proverbiali, di cui l'ultima è rimasta forse la più nota di tutta la ''Commedia''. Tipicamente dantesca è la condensazione di una forte idea in formule brevi e di estrema evidenza, con parole che sembra impossibile sostituire. Sia gli uomini (''il mondo'') sia Dio stesso (nei suoi attributi di ''misericordia'' e ''giustizia'', che corrispondono al paradiso e all'inferno dei vv. 40-1) sdegnano costoro. Meglio quindi non fermarsi a parlarne. Cfr. ''Sir.'' 44. 9: «Di altri non sussiste memoria: svanirono come se non fossero esistiti; nacquero come se non fossero mai nati».
*49.
*'''esser non lassa''': non lascia che sia, che resti; quella fama terrena che è invece l'unica parvenza di conforto che resta ai dannati, come vedremo nel seguito della cantica.
 
 
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{{quote|E io, che riguardai, vidi una 'nsegna}}
*52.'''una 'nsegna''' (52-53): un vessillo, uno stendardo, che correva in tondo tanto veloce ...;
*52.
 
 
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