Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran: differenze tra le versioni

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===Esercito e forze di terra===
Le F.A. iraniane attualmente spendono 6,3 mld di dollari (2007) per le proprie esigenze, e sono comandate formalmente dall'Ayatollah Ali Khamenei, con comandnte di Stato maggiore Gen Salehi. Le spese sono pari al 2,5% del PIL, non molto per una nazione così apparentemente bellicosa. Le industrie locali sono molto sviluppate, concentrate per lo più nel DIO, Defense Industries Organization. In tutto sono circa 945.000 elementi più la polizia e la riserva. Le F.A. sono numerose, consistendo nell'Aviazione, marina, Esercito, e i Pasdaran, con le relative branche. In tutto vi sarebbero circa 820 mila effettivi nelle forze regolari, di cui 650.000 nell'esercito. La Marina della Repubblica islamica ha 70 mila effettivi e 100.000 sono nell'aviazione, da cui è stata filiata recentemente la Difesa aerea come unità indipentente e in stile sovietico. A questo si aggiungono circa 125 mila guardie rivoluzionarie (Pasdaran), che sono relativamenet poche, ma che controllano i volontari delle milizie Basij, un numero sterminato di persone (anche donne) che in caso di guerra totale formerebbero addirittura 2.500 battaglioni. Si tratta delle forze paramilitari più grandi del mondo e nell'insieme l'Iran è la nazione definita (dagli USA, precisamente dal gen. Abizaid) come la nazione più potente dell'aerea, inclusa la pur armatissima Arabia Saudita[http://en.wikipedia.org/wiki/Military_of_Iran].
'''Armi leggere''': S.5 da 5,56 mm, Kahybar 2002 da 5,56 mm, pistole PC-9 (SiG-226), cannoni SR SPG-9 da 73 mm, AKM, Type 56 (KL-7), G3, MG3, MP-5 (Tondar), Dragunov, Steyr HS 12,7 mm, maschere antigas, giubbotti antiproiettile ecc.
 
Un risultato di tutto rispetto visto che fino all'era Pahlavi la Persia quasi non aveva u nesercito, formato poi rapidamente con l'aiuto occidentale. Furono poi britannici e sovietici ad invadere, senza quasi sforzo, la nazione nel '41, per i timori che potesse dare appoggio alle mire dell'Asse (dopo la rivolta irakena, la cosa era tutt'altro che improbabile, e i bersagli sarebbero stati i campi di petrolio del Caucaso). Nel dopoguerra, circa 1.500 iraniani supportarono l'Oman contro la ribellione del Dhofar (anni '60-70), vi furono missioni come quelle ONU in Congo e Golan, e poi il confronto sempre più aspro con l'Irak, culminato poi nella Prima guerra del Golfo. Attualmente l'Iran cerca di mantenersi con armi sia proprie che di fornitura orientale, per esempio 29 sistemi Tor-M1 (SA-15) recentemente comprati.
'''Corazzati''': carri Zulfiqar 1/3 (100+), Chieftain (400?), Scorpion (80), M47 e 48 (168), M60A1 (150), T-62 (75), T-72S (480), T-72Z, Type 59 e 69 (540), Tosan (FV101 clonato); Cobra BMT-2, Boragh (140+), M113 (200), EE-9 (35), BTR-50 e 60 (300), 210 BMP-1 e Type 86, 400 BMP-2.
Il budget non è così elevato, tanto che si parla di circa 91 dollari per abitante dedicati ogni anno alla Difesa, meno di qualunque altra nazione del Golfo, ma alta in termini assoluti data la popolazione complessiva. Il PIL è sacrificato in maniera marginale, tanto da essere tale valore (2,5%) superiore solo a quello dedicato dagli EAU alla Difesa, tra tutti gli Stati della regione. L'industria della Difesa contribuisce a far fruttare questi soldi spesi (quest'anno pare che l'Irak spenderà più denari dell'Iran per il settore militare, per esempio), anche nel settore tecnologico e commerciale. Già nel '73 nacque la IEI, Iran Electronics Industries, e ben presto vennero fuori altri importanti realtà per supportare l'ammontare di armi disponibili e produrne delle altre. Tra le iniziative della prima fase, la copiatura di BM-21, SA-7 ed RPG-7, tutte armi orientali ma diffuse ed apprezzate anche nell'occidentalizzato Iran. Prima, negli anni '70, gli affari iraniani erano stati sopratutto con l'Occidente, tanto che i soli acquisti negli USA arrivarono a 8 mld e molto di più era previsto in futuro, tanto da allarmare il Congresso americano che rinforzò una legge sull'export del '68 ridenominandola Arms Export COntrol Act, ma non fermò totalmente la marea di armi americane che le industrie erano ben felici di riuscire a piazzare, per non dire di quelle europee. Per esempio la Grumman era riuscita nell'impresa di piazzare il proprio F-14, aereo costosissimo per l'epoca, battendo la MDD con l'F-15 e conquistando un pò di ossigeno, a maggior ragione necessario dopo la frenata delle spese militari post-Vietnam. Negli anni della guerra, supportato solo da pochi (Cina, Libia, Corea del Nord), l'Iran si è degradato notevolmente quanto a capacità, ma ha fatto di necessità virtù e dagli anni '90 ha cominciato a fabbricare anche armi e sistemi importanti, come radar e carri armati. Per non parlare dei missili, una proliferazione impressionante di tipi, dai razzi d'artiglieria e controcarri a quelli balistici a medio raggio. Ora vi sono anche gli UAV, uno dei quali usato (venne abbattuto) anche su Israele, e un altro, nel 2006, spiò senza essere avvistato la potente portaerei USS R.Reagan per 25 minuti, prima di ritornare alla base. I programmi missilistici iraniani sono un continuo allarme per l'Occidente, sopratutto quando nel novembre 2006, durante le esercitazioni di quell'anno, vennero tirati tra l'altro missili Shahab-2 e 3, e sebbene queste armi non superino i 1.400 km di portata, e non abbiano testate più pericole di quelle a submunizioni, pare che vi siano programmi per lanciare anche missili intercontinentali, come il progetto Ghadr-110 da circa 3.000 km. Del resto, avendo l'Iran la capacità di lanciare satelliti (progetto IRIS) la possibilità di un 'doppio uso' dei vettori è praticamente implicita.
 
Quanto alle armi speciali, ovvero le WMD, nonostante le varie accuse, sopratutto israliane, sul loro sviluppo, nel 2006 la IAEA non trovò evidenza dello sviluppo di ordigni nucleari da parte delle pur consistenti infrastrutture nucleari iraniane. Del resto Israele non permette a nessuno di visitare le proprie ed è noto per possedere un ammontare non dichiarato di ordigni atomici e resta per ora l'unica potenza nucleare della regione. Le armi chimiche sono state dichiarate inammissibili almeno con la convenzione firmata nel 1997, e gli Iraniani non hanno nessuna simpatia per tali armi che a loro causarono innumerevoli perdite e sofferenze, tanto che, contrariamente a tante altre nazioni che invece sono interessate a sviluppare le capacità nel settore, si sono dichiarati apertamente contari al loro uso e produzione e non sono noti utilizzi o anche produzioni iraniane. Del resto, vi sono ancora oggi circa 30 mila iraniani che hanno le conseguenze, spesso con esiti letali, delle armi chimiche usate dagli irakeni per arrestare le 'ondate umane' di iraniani. I medici iraniani sono con ogni probabilità i più esperti nel settore, specie con le conseguenze del 'gas mostarda' ampiamente usato dagli irakeni, a loro volta forzati a queste soluzioni data l'inferiorità numerica (l'Iran è 3 volte più popoloso dell'Irak). Quanto alle armi biologighe, queste vennero messe fuori legge già ne 73 mentre al contempo sono presenti dei programmi avanzati per la produzione dei vaccini, anche destinati all'export, per controllare eventuali problemi di questo tipo. Naturalmente è estremamente pericoloso lavorare con i bacilli e si fa presto a sviluppare armi biologiche, anche in maniera inconsapevole, con il loro maneggio. In tal senso le armi biologiche sono forse e di gran lunga le più pericolose, capaci di sviluppare infezioni anche letali e persino pandemiche (vi sono state molte voci, per esempio, sull'origine dell'AIDS/HIV). Se non altro, sono anche le più difficili da realizzare, a meno che non si disponga già degli organismi patogeni. Pare che nei mesi scorsi, terroristi islamici in Algeria sono rimasti uccisi da un'infezione a cui stavano lavorando in un laboratorio, forse la peste. Questo per dire come sia possibile a tutt'oggi lavorare su bacilli altamente patogeni e contagiosi in ogni angolo della Terra, e di come sia difficile contrastare tale minaccia.
'''Artiglieria''': trainata da 105 mm, D-30 da 122 mm (600), Type 54 da 152 mm, D-20 da 152 mm, da 155 mm WAC-21, GHN-45, M114, Soltam M-71, G-5; da 203 mm M-115; semoventi 2S1 (210), Raad 1, Raad 2, M109 (390), da 170 mm (?) M197, da 175 mm M107, da 203 mm M110,
 
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'''Missili SSM e ASM''' (sotto il comando delle Guardie Rivoluzionarie): 18 missili mobili da 3.200-4.000 km Musudan (R-27 sovietici con gittata migliorata), AS-15 (?, pare comprati dall'Ucraina); Fajr-2, 3, 5, Tondar-69, Oghab, Shahin-II, Naze'at, Zelzal, Fateh-110; razzi Type 69, missili Toophan (TOW clonati), AT-3, 4, 5, Towsan-1, Saegheh, RPG-7, RPG-29, MILAN.
 
L'esercito Iraniano, ovvero l'Esercito Islamico della Repubblica dell'Iran o Artesh (Esercito), che nel 2007 aveva una forza stimata di 650.000 effettivi, e piuttosto stranamente, nonostante questa taglia solo 220.000 sono coscritti, mentre i riservisti sono solo 300.000 circa, non molti comparati rispetto alla forza di prima linea. Il servizio è di 18 mesi ma i compiti dei coscritti paiono essere relativamente limitati. L'Esercito si suddivide, dai tempi della Rivoluzione, in quello regolare e quello dei Guardiani della Rivoluzione o Pasdaran (IRGC).
'''SAM''': MIM-23 Hawk, SM-1, Shahab Saqueb (FM-90), Saqb, Sayyad-1 (HQ-2), Ghareh (SA-5 con gittata di 250 km); SA-6. SA-10. SA-15, SA-22; SAM portatili Misagh-1 e 2 (QW-1 e 2), RBS-70, SA-7, 16, 18.
 
Erede dei quasi 3.000 anni di storia dai tempi dei Persiani, con la dinastia Pahlavi (dagli anni '20) era arrivato ad essere la 5a forza di terra mondiale, specie durante gli anni '70, quando arrivò a 285.000 soldati suddivisi in 3 Corpi con QG a Teheran, Shiraz e Kermanshah (vicino l'Irak), con un quarto in formazione a Chah Bahar.
'''Sistemi radar''': Gamma, Kasta, Kolchuga, JY-14
 
In tutto c'erano 3 divisioni corazzate e un'altra in formazione a Sistan Baluchestan, ognuna con sei battaglioni corazzati e 5 meccanizzati. Un'altra era in formazione per il quarto Corpo d'Armata. Vi erano anche 3 divisioni di fanteria, 2 della Guardia Imperiale e 4 brigate indipendenti, ovvero 1 corazzata, 1 di fanteria, una aviotrasportata e una di Forze speciali. Il comando dell'aviazione dell'esercito aveva oltre 200 elicotteri. L'operatività di queste forze era stimata all'85%, ovvero molto elevata.
'''Aviazione''': 188 aerei e 527 elicotteri teorici, non è chiaro quanti sono attuali operativi.
Aero Commander (4), Bell 205 e Shabaviz (100), Bell 206 (40?), AH-1 (150), CH-47, Cessna 185 (10), Dassault Falcon 20 (1), F-27 (14). Altri mezzi in riserva o radiati di recente: Bell 204, H-300C. UAV Ababil, Mohajer I/IV, Sahand, Faraz I e II, Sabokbal.
 
Con la Rivoluzione le cose cambiarono drammaticamente, e molti ufficiali vennero epurati, spesso fucilati. Alle volte cercati ed uccisi in Paesi stranieri. Per un destino beffardo, l'ultimo capo dell'Esercito imperiale iraniano, il Gen. Gholam Ali Oveissi, fu ucciso da terroristi islamici a Parigi, nel 1984. Proprio la città in cui per tanto tempo poté stare indenne e al sicuro Khomeini dalla repressione dell'Impero. Il suo successore era il Gen. Gharebaghi, che di fatto contribuì con gli islamici, a sfasciare l'esercito. La rivoluzione iraniana fu un evento popolare e partecipato, ma lo Sha aveva distrutto tutte le opposizioni organizzate, specie con la sua famigerata Savak, la polizia segreta. Così le redini nel periodo post-rivoluzione furono prese dall'unica forza che esisteva in alternativa al governo, ovvero i religiosi, rimasti potenti anche nell'Iran laico e presto riorganizzatisi con quella capillare diffusione delle strutture religiose proprie dell'Islam. Per questo il Paese, da laico che era (almeno nelle città) scivolò rapidamente in un'esistenza di teocrazia, celebrando il ritorno di Khomeini dall'esilio come una grande vittoria. Come l'URSS nei primi anni '40, quando l'Iran fu invaso dall'Irak nel 1980 non c'erano rimasti molti ufficiali di valore a comandare. Peraltro gli scontri di frontiera esistevano da settimane e gli Irakeni non furono affatto 'sleali' in questo contesto, in cui semplicemente pensarono di dare all'Iran una punizione sufficiente con un'offensiva rapida e che li salvasse dalle perdite di una lunga guerra di confine. Molti ufficiali dell'aviazione e dell'esercito vennero scarcerati o salvati dalla fucilazione o dall'esilio per combattere contro gli irakeni, cosa che fecero con grande abnegazione ed efficacia, salvando il loro Paese dal potente esercito di Saddam. In realtà, sarebbe stato difficile che l'intero Iran fosse conquistato dal novello Alessandro, mentre il nuovo regime religioso era tutt'altro che popolare e rischiava entro qualche anno di fare una fine non molto gloriosa. Come spesso accade, certe azioni risultarono in effetti contrari alle speranze e così l'Iran si compattò attorno al suo regime e non esitò a combattere accanitamente una lunga e distruttiva guerra, che si trascinerà per 8 anni, combattuti per lo più in posizioni statiche e limitate offensive, in stile più da Prima guerra mondiale che da guerre moderne. Infatti dopo la prima offensiva irakena e qualche controffensiva iraniana, i due contendenti non avevano più le forze per schiacciarsi a vicenda in maniera risolutiva.
 
Nel 1987 c'erano in attività 3 divisioni meccanizzate (3 battaglioni corazzati e sei meccanizzati, il tutto suddiviso in 3 brigate, che evidentemente avevano uno dei primi e due dei secondi per ciascuna); 7 di fanteria, una di Forze speciali (4 brigate), una brigata aeromobile, il comando di supporto aereo e varie unità indipendenti, anche corazzate, di fanteria e costiere.
 
Dopo la guerra l'esercito iraniano ha conosciuto una forte ristrutturazione e poi ha comiciato a crescere nuovamente di numero, sebbene non abbia riconquistato la posizione di eccellenza che aveva prima del conflitto.
 
Attualmente non si sa bene come sia strutturato l'esercito iraniano, ma la confusione è tanta che varie unità non si conosce se siano brigate o divisioni, dato che nel periodo bellico nuove divisioni sono nate da brigate, e nel dopoguerra forse si è verificato il fenomeno opposto.
 
Attualmente, secondo l'almanacco Jane's, vi sono sempre tre QG d'Armata, e questi comandano 12 divisioni; altre fonti danno 5 comandi regionali con 4 divisioni corazzate e sei di fanteria, più brigate corazzate, meccanizzate, (1) forze speciali, 2 divisioni commando e varie unità indipendenti a livello di brigata, nonché una brigata paracadutisti o aerotrasportata. Infine, tra le unità di supporto vi è un totale di sei gruppi d'artiglieria indipendenti e le forze dell'aviazione dell'esercito. Tra le unità note, le divisioni 23a (forze speciali), nata dopo il 1993, e la 55a divisione parà (o brigata?). La prima delle due è una delle migliori dell'esercito, con circa 5.000 soldati tutti professionisti. Un'altra divisione nota è la 92a corazzata. Tutte le divisioni 'regolari' (fanteria e corazzate) sono suddivise in tre brigate. Tra le unità di supporto, vi è una brigata logistica indipendente, una aviotrasportata, e le forze speciali organizzate in brigate (Takavar), più 5 reggimenti di artiglieria e unità di difesa costiera e gruppi di difesa aerea, circa 4-6 unità dell'aviazione dell'esercito, e un crescente numero di unità di supporto logistico. Secondo alcune fonti il Gruppo Forze aeromobili sarebbe stato creato dopo la guerra e include sia la 29a che la 55a divisione, mentre i commandos dell'esercito e delle Guardie Rivoluzionarie (Pasdaran) sarebbero in un corpo unico di 30 mila elementi supportati da elicotteri, con un centro d'addestramento a Shiraz.
 
===Marina===