Java/Classi e oggetti: differenze tra le versioni

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Compilando “a mano” la procedura diventa trasparente, più chiara, almeno per quanto riguarda la formazione di pacchetti di classi del programmatore.
 
I nomi del package devono avere una corrispondenza diretta nel filesystem: ad esempio, se si vuole archiviare il file helloWorld.class nella cartella “saluti” del file system, la cartella "saluti" dovrà essere presente, perchèperché è qui che vogliamo conservare il file insieme ad altri dello stesso argomento e crearci la nostra collezione di classi.
 
Dovrà esserci la directory saluti e dunque si pongono degli interrogativi: dove è montata la cartella saluti? A che livello del file System? Ricordiamoci che dopo deve essere anche ritovata e occorre sapere non solo il suo nome ma anche dov'è.
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Per usare le classi dei package bisogna scrivere la parola chiave <tt>import</tt>.
Precisamente <source lang=java>import nomedelpackage;</source>
Questa istruzione va inserita dopo "package", se presente (perchèperché è opzionale), e prima di "class".
 
Vogliamo riusare le classi che abbiamo già fatto. Per farlo dobbiamo dire all'interprete dove sono le classi e in contemporanea quali sono. Dove e quali...
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La variabile PATH fa riferimento agli eseguibili java come i programmi java, javac, jar, ed altri, mentre la CLASSPATH punta alle classi.
Attenzione si ripete che è importante il "." punto nel classpath che rimanda ai file presenti nella dir corrente: questo è importante se vogliamo eseguire (comando "java") i file. class che abbiamo compilato (comando "javac") o che sono comunque presenti in questa stessa dir . Se lo omettiamo potremmo non poter eseguire i programmi: la JVM non trova i file.class nella dir corrente perchèperché li cerca altrove.
 
Spessissimo, avremo bisogno di accedere alle classi contenute nei packages del JDK.