Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Missili 3: differenze tra le versioni

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===Missili antinave<ref>Slade, Stuart: ''La vera storia dei missili antinave russi'', RID mag 1994 p. 28-33</ref>==
 
La guerra aveva insegnato ai sovietici l'importanza delle flottiglie di siluranti collegate ad un comando a terra, che stabiliva come dovessero agire e quando attaccare e ritirarsi. Ma con i sistemi radar di scoperta e tiro, esse si trovavano sempre meno nella possibilità di sfuggire alla scoperta e alla reazione, non importa quanto piccole e veloci fossero. Era necessario inventare dei sistemi a maggiore gittata per superare tale problema, o l'avvicinamento finale sarebbe stato un vero calvario. Erano passati i tempi in cui una motosilurante poteva sbucare dalla nebbia e dalla notte, tirando a colpo sicuro dei siluri e magari affondare una corazzata, come successe alla St.Istvan, e in futuro le Marine occidentali sarebbero state anche più temibili. Per ottenere un'arma capace di attaccare in maniera efficace si poteva anche ricorrere ai siluri guidati o autoguidati con prestazioni migliorate, specie in autonomia, ma non era ancora il tempo per poter combinare armi con sistemi di autoguida e velocità molto elevate, sufficienti per affrontare un bersaglio veloce e allertato. Così alla fine, si scelse un'arma che volasse un pò sopra il livello del mare anziché un pò sotto. Questo dava come premio una maggiore velocità, ma anche la possibilità concreta di essere scoperti durante l'attacco. In ogni caso, non c'erano alternative credibili e allora nel 1952 iniziarono i lavori per il missile P-15, disegnato dal Bereznyak DB; si basava sui disegni aerodinamici TsAGI 1951, usata anche per lo sfortunato Yak-1000: ali a delta tronco con 3 m di apertura si associavano ad una grossa fusoliera, e tre piani di coda equamente distanziati tra di loro, con struttura non tanto dissimile dalle ali principali il che significava un bordo d'entrata ad alta angolazione. Il peso di questo primo missile era 2.320 kg, 500 dei quali per la testata bellica, e la gittata, data da un motore a propellente liquido più booster ventrale a propengolo solido, consentiva ben 40 e passa km di raggio massimo. Il turbogetto era anche stato preso in considerazione, ma al missile serviva una rapida accelerazione per raggiungere la quota e la velocità di volo, altrimenti il funzionamento sarebbe stato problematico. La cosa avrebbe perseguitato i missili sovietici per molti anni. Il razzo a propellente liquido era alimentato a un serbatoio di liquido conservabile, che tuttavia col tempo tendeva a corroderne il corpo essendo marcatamente acido. La configurazione originale impediva poi lanci tra -15 e +38°, due limiti non eccessivi ma nemmeno del tutto accettabili sia per i sovietici della flotta del Nord e del Baltico, sia per il clima caldo delle basse latitudini. Nel 1954 si era passati allo sviluppo pieno dell'arma, e il lancio n.1 venne previsto per il 16 ottobre 1957, ma poi rimandato per il maltempo. I missili vennero comunque considerati efficaci, così come l'elettronica di bordo e designazione.