Storia della definizione geografica del Friuli: differenze tra le versioni

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===Considerazioni===
Dalle descrizioni appena citate emergono una serie di considerazioni interessanti. In primo luogo è bene osservare che i confini non seguono mai criteri linguistici, etnici o definiti in base a qualunque altra caratteristica culturale. Essi, tuttavia, non sono neppure di carattere strettamente amministrativo, in quanto queste descrizioni dei confini del Friuli sembrano non prendere in considerazione le divisioni politico-amministrative posteriori al 1420<ref>Rienzo Pellegrini, ''Tra lingua e letteratura. Per una storia degli usi scritti del friulano'', pag.101, Casamassima, Udine 1987</ref>. . Infine, se è vero che vi è una certa costanza nel prendere come punti di riferimento il Livenza, il Timavo, le Alpi ed il mare, si registrano alcune oscillazioni del confine orientale e di quello occidentale. Alcune volte il Friuli viene esteso oltre questi confini. Ad esempio Flavio Biondo e Leandro Alberti estendono il Friuli ad occidente fino al Lemene, mentre il Biondo ne sospinge il limite orientale fino al fiume Risano in Istria<ref>Rienzo Pellegrini, ''Tra lingua e letteratura. Per una storia degli usi scritti del friulano'', pag.101-103, Casamassima, Udine 1987</ref>. . Entrambi gli autori, tuttavia, scrivevano senza conoscenza diretta del territorio e trattavano del Friuli in opere non ad esso specificamente dedicate. Le loro delimitazioni del Friuli, pertanto, non sembrano meritare ulteriore attenzione.
 
L’interpretazione di un goriziano della fine del Seicento era tutto sommato coerente con le precedenti. Infatti, secondo Gaspare Brumatti de Jacomino e Sigisberg la Contea di Gorizia comprendeva territori che facevano parte del Friuli (la parte occidentale della Contea, Gorizia inclusa) e terre del Cragno:
 
{{quote|Io lo [il Contado di Gorizia] giudico un misto di parte del Cragno, e parte del Friuli, e così parte Schiavo, parte Forlano, medio frà il residuo dell’uno, e dell’altro, poiché à Levante, Tramontana, e Mezzogiorno, confina con il Cragno [...] et a Ponente, confina col Friuli, e pur da quella parte, è circondato da esso, né si può per mio sentimento, dire, che il Cragno si stenda sin à dove questo Contado s’interna nel Friuli, con tutto assai più à dentro d’esso, [né] per contrario, che il Friuli giunga sin dove, à drittura, et attorno, penetra nel Cragno; ma piuttosto, che da dove comincia nel Cragno, à drittura, et attorno, sino à Gorizia sij parte del Cragno, e da dove principia dal Friuli sin pure à Gorizia, sij parte del Friuli, come mostra d’aver inteso anche il Moisesso nella situazione, che ci fà<!--sic?--> di Gorizia nella parte di Levante, sui fini della Patria e dell’Italia in detta Historia dell’ultima Guerra nel Friuli: lib 1 Can. 2 e si raccoglie anche dall’uso delle lingue, appunto da Gorizia verso il Cragno, à drittura, et attorno, Schiava, e da Gorizia verso il Friuli, precisamente Forlana<ref>Brumatti de Jacomino e Sigisberg G. (1682), L’aquila leone di Gorizia ossia il Contado Principato goriziano uno degli incliti immediati stati del S. R. I., ms</ref>.}}
 
Sempre in relazione ai confini, va, infine, segnalata l’opera di Girolamo da Porcia, il quale nel Cinquecento aveva redatto una Descrizione della Patria del Friuli. A proposito di Gorizia il da Porcia scrive che essa: