Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Svezia-3: differenze tra le versioni

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Ma esiste anche un'altra particolarità: sfruttando il largo scafo, il mezzo è capace, con apposita preparazione, di guadi anfibi. E' un caso unico per un mezzo di tale mole, dato che già per veicoli che pesano la metà è un'impresa. Qui viene eretto un telone molto grande e alto, da cui continua a sporgere il cannone, troppo lungo per essere avviluppato. Normalmente questo telone è ripiegato ai lato del carro armato, ed è esteso, un pò come negli M4 Sherman DD, quando necessario. La preparazione è eseguita in appena un quarto d'ora, meno di quanto molti tipi di carri impiegano per prepararsi per guadi profondi, che comunque non sono superiori a 4-5 m. Invece il carro 'S' si muove con i suoi cingoli a 6 kmh. Quanto alla trasmissione, esiste un convertitore di coppia con cambio con sole 2 marce avanti e una indietro, e la sterzatura ha un doppio differenziale idrostatico.
 
*Potenza di fuoco: il mezzo è armato di un 'arma da 105 mm. Qualcuno potrebbe dire: e con questo? Era lo standard per l'epoca. Ma questo cannone non è lungo 51 calibri come lo 'standard', ma ben 62, quindi con una maggiore velocità iniziale e quindi precisione e capacità perforante. Secondo discorso è quello che il cannone è solidale con lo scafo, nemmeno cioè in configurazione con casamatta a brandeggio limitato, come nel caso, per esempio, del Jadpanther. Il cannone è talmente solidale con il carro che è fissato anteriormente con una specie di grosso fermo metallico, ma non è per il trasporto (fissaggio del cannone), ma proprio per le azioni di fuoco, per mantenere più stabile e allineato il lungo cannone. Questo principio di funzionamento non è un'assoluta novità: venne adottato anche da alcuni degli ultimi cacciacarri Hetzer per ragioni di economizzazione della produzione, e funzionò. A parte questo, il mezzo è dotato anche di un caricatore automatico capace di sparare a ritmi, specie in fuoco sostenuto, maggiori dei 6-8 colpi-min che in genere è possibile camerare con un carro armato col 105 mm. Qui invece si arriva a 15 colpi al minuto. La riserva di fuoco arriva a ben 50 colpi pronti al tiro, in genere 25 APDS, 20 HR e 5 WP. E' il primo e più rapido caricatore automatico per un carro armato entrato in servizio, ed è facilitato dal fatto che ovviamente il caricamento è possibile da un caricatore fisso ad un cannone perfettamente solidale rispetto al primo. Come sistemi di controllo del tiro esistono due fondamentali settori: movimentazione e puntamento. La movimentazione non è banale visto che il cannone non dispone nemmeno di una limitata capacità di alzo-depressione e tantomeno di meno di brandeggio laterale. Forse almeno la prima, molto più semplice, poteva essere raggiunta, ma non è successo. La movimentazione quindi ha a che fare, in direzione, con un precisissimo sistema di controllo dei cingoli, che deve esserlo visto che non esiste nemmeno un minimo angolo di qualche grado per 'aggiustamenti' precisi dopo il brandeggio. I comandi, non sorprendentemente, sono a disposizione sia del pilota che del capocarro e consentono, in un unico complesso integrato, sia i comandi di fuoco che di movimento (cosa che nella fiction è stata solo avvicinata da Rambo III, che vedeva l'eroe guidare e sparare simultaneamente con il cannone di un T-72: questo non era possibile con il carro russo, ma lo sarebbe forse stato con quello svedese!). I bossoli vengono espulsi da dietro lo scafo, per il combattimento notturno sono previsti 2 lanciarazzi Lyran illuminanti, mentre inizialmente v'era il fucilone d'aggiustamento per la mira del cannone principale (nessuna sorpresa, dopotutto la Svezia aveva già in servizio il carro Centurion inglese). Esistono anche due mitragliatrici leggere FN sul davanti, parafango sinistro, e una sulla cupola del capocarro. Tutte si devono comunque ricaricare dall'esterno, mentre la dotazione di munizioni è di appena 2.750 colpi . I mezzi aggiornati sono stati equipaggiati di calcolatore e telemetro laser. Il pilota è a sinistra dello scafo, con un periscopio combinato con un binocolo a 1-6-10-18 ingrandimenti, mentre il radiofonista è dietro al pilota, seduto di spalle e quindi rivolo dietro al veicolo. Il capocarro, a destra del pilota e del cannone, ha un sistema di osservazione simile a quello del pilota, che in entrambi i casi ha un reticolo di puntamento incorportato: in più ha anche il sistema di mira OPS-1, stabilizzato e con campo di mira di 208 gradi.
 
Insomma, complessivamente: sospensioni idropneumatiche, doppio motore CODAG (già il diesel 6 cilindri boxer meriterebbe certamente mensione), cannone fisso, caricatore automatico per ben 50 colpi, sofisticato sistema di controllo del mezzo, pala meccanica apripista o per preparare postazioni (più grande di quelle dei mezzi sovietici), capacità anfibia, cannone a canna lunga, 3 uomini d'equipaggio etc. Sparando da postazioni interrate, in controtendenza, l''S' è quasi invisibile, mentre se spara da una postazione non del tutto adatta deve esporre una maggiore sagoma rispetto ad un carro. Sopratutto, però non è veloce e rapido nel cambio di posizione, difesa a 360 gradi (se sta a scafo sotto specialmente), e non può assolutamente sparare in movimento. Inoltre, come motore il mezzo è complesso ma non necessariamente adatto. I motori sovralimentati da una turbina erano una possibilità ancora relegata al mondo aeronautico (specie per la potenza in quota), ma non per i mezzi terrestri. Se per ottenere i suoi 720 hp il carro 'S' avesse ottenuto il motore H-S dell'AMX-30 non ne avrebbe certo dovuto pentirsene. L'M60 aveva un diesel da 780 hp, lo Chieftain nonostante le dimensioni doveva adattarsi ad un motore diesel boxer (come del resto anche il T-64, che se non altro era 'giustificato' dalle piccole dimensioni') che diede poca potenza ma moltissimi grattacapi tecnici. La migliore soluzione (dato il peso dell'M60 e la scarsa affidabilità della meccanica AMX-30) fu certo il motore del Leopard 1, capace di 830 hp senza soluzioni esotiche, e ottimamente affidabile, con il quale il Leopard arrivava a 65 kmh e a 600 km su strada, dunque battendo sia in velocità che in autonomia il carro S, che pure era più leggero. Chissà se gli svedesi hanno portato avanti questo complesso sistema di propulsione per necessità per mancanza di motori stranieri disponibili, oppure è stata una deliberata scelta. Anche se i due motori erano inferiori per potenza, prestazioni e autonomia a quanto offrivano i diesel già disponibili. La soluzione più semplice al problema di avere potenza e compattezza fu risolto ben più efficacemente con l'integrazione dei due tipi di motore: alla fine vennero fuori i motori turbocompressi, che a costo di un consumo speficico più alto, sono ben apprezzati: il T-72 con il vecchio motore del T-55 'turbo' è passato da 580 a 780 hp.
 
Il carro 'S', il più rivoluzionario tra i carri postbellici, ha avuto degli aggiornamenti: in particolare motori diesel e turbine più potenti e affidabili. Un' altro aggiornamento, tra i vari, è stata la protezione con un sistema a 'ringhiera' che negli intendimenti funziona così: la testata HEAT arriva verso l'arco frontale del mezzo ed esplode anzitempo. Se è un proiettile perforante viene disturbato e destabilizzato nel profilo di volo. L'idea, sfruttando il lunghissimo glacis del carro è interessante, ma non può fare molto contro il munizionamento moderno senza anche un irrobustimento dell'armatura base, che però negherebbe le capacità anfibie e renderebbe il mezzo un pò sottopotenziato (in tal senso, la potenza maggiore del nuovo diesel è stata molto utile per la marcia su strada). Prove condotte nel dopo-guerra fredda hanno ridimimensionato l'efficacia della protezione dell' 'S': nonostante siano state condotte con i T-72, dotati di munizioni non certo di ultima generazione, i risultati sono stati piuttosto sconcertanti: i proiettili potevano essere deflessi e disturbati dalla 'ringhiera' e talvolta questo lo faceva rimbalzare sulla corazza: ma il più delle volte il colpo passava attraverso la corazzatura del carro svedese senza nessun problema: contro carri armati non eccezionalmente corazzati e pesanti del resto, i cannoni da 125 mm sono più che efficaci (come sperimentato anche dagli Chieftain iraniani, nonostante le loro 55 t).
 
Oltretutto, il carro 'S' è maggiormente utile come cacciacarri difensivo che come mezzo d'assalto, ma sopratutto come carro da combattimento in campo aperto, per cui le sue prestazioni vanno sfruttate con accortezza. Una conseguenza dei limiti di non avere una torretta è stato l'IKV-91, ovvero un carro armato leggero, pure questo anfibio grazie alle sue 20 t circa. Ha una torretta brandeggiabile, armamento stabilizzato, è anfibio senza preparazione, sistema di condotta del tiro con clacolatore di tiro, sospensioni a barre di torsione, ottima mobilità con 65 kmh di velocità massima. Ma ovviamente, questo mezzo, nato nel '68, ha anche dei limiti: il cannone, sia pure ad alta pressione, è da 90 mm, mentre la corazzatura è sottile. Così la Svezia si è ritrovata, durante la Guerra fredda con: un progetto estremamente potente senza esito, i Centurion, ben poco mobili e certo non anfibi, gli 'S' con molte virtù ma anche limiti, e gli IKV-90, mezzi che sono stati reputati complementari (ma classificati come cacciacarri) agli 'S' ma che hanno una corazza leggera e un cannone di calibro minore rispetto agli standard. Insomma, tutte e tre le componenti avevano dei limiti, e per certi aspetti l'unico dei tre che avrebbe soddisfatto per una battaglia campale è proprio il Centurion, però lento e vecchio.