Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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Fu svelato al pubblico durante un'esibizione ad Atene nel 1982, stupendo il mondo per la sua tecnica avanzata. Questo tipo di tecnologia, nata dagli studi di Gerry Bull, consente di aumentare la gittata a 30 km con proiettile standard da 45 kg, e raggiungere con il 'base bleed' o il RAP i 35-37 km. Il primo ha una specie di cavità in cui si accumulano i gas di sparo, i quali vengono rilasciati poi come una sorta di 'razzo' a pressione. I secondi sono dotati di un vero motore a razzo, il che rende possibile aumentare ulteriormente la gittata, ma è anche molto più costoso del primo, e spesso trasporta un carico esplosivo minore. Ultimamente sono apparse munizioni ancora più impressionanti, ma anche di questo si parlerà poi.
 
Il G-5 è stato impiegato dal Sudafrica negli anni '80, in particolare nell'ultima grande campagna del 1987-88, capace com'era di superare tutte le artiglierie sovietiche, come anche quelle NATO. Solo le più recenti artiglierie da 52 calibri hanno aumentato ancora di più le prestazioni di distanza raggiunte dal G-5 (giungendo a circa 45km), come nel caso del PZh-2000. Non c'era solo il pezzo trainato: la sua versione semovente, il G6, era anch'essa presente, ma la cosa rimase a lungo segreta. La nascita di quest'ultima era del resto dovuta alle caratteristiche del sistema: infatti, la grande gittata che il cannone possedeva, comparabile solo con quella del semovente M107 da 175 mm e con l'S-23 sovietico in calibro 180 mm, era ottenuta con un peso dell'arma particolarmente elevato, e con una cadenza di tiro complessiva piuttosto ridotta. Anche così si rivelò eccezionalmente utile per mettere sotto tiro basi angolane di cui fosse nota l'ubicazione, interdicendo efficacemente anche gli aeroporti. Inoltre, per movimentare il suo peso elevato, è presente anche una APU che di fatto lo rende una sorta di cannone motorizzato semi-indipendente. Questo consente brevi spostamenti, ma è pur sempre un' aiuto. Vi sono 2 assali con 4 ruote. La parentela con il GNH-45 della Norincum austriaca è molto stretta, e forse per questo il G-5 è stato segnalato come artiglieria usata dagli Irakeni. In realtà si sa della presenza di 150 armi austriache (capaci di una gittata persino maggiore, fino a 39 km), ma non è, o non era, nota alcuna consegna dei G-5 (che oltretutto sarebbe stata piuttosto irrazionale, considerando il già vasto parco di armi irakene). Ecco le caratteristiche del sistema d'artiglieria in parola:
 
*Progettazione: 1976, servizio 1983
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====Flak====
Tutto questo va bene per i combattimenti contro altre forze di terra, ma la contraerea era un' altro problema e non si poteva sempre scappare o nascondersi all'attività degli aerei. I cannoni da 20, 23 e 35 mm disponibili sono in genere trainati, ma alcuni da 20 mm (singoli) vennero montati sui Yersvark corazzati ruotati, e nel 1987-88 abbatterono 2-3 MiG-23. Sembrava che l'unico modo di migliorare la situazione fosse quella di usare i 35 mm sui SAMIL Kwevoel ruotati, ma sopratutto c'erano in sviluppo un sistema portatile, uno missilistico e uno d'artiglieria in fase di sviluppo.
 
Mesi dopo, questi sistemi divennero più noti. Data la difficoltà dell'operare in Angola senza supporto aereo e con un'aviazione nemica ben presente, si pensò ad una nuova generazione di armi contraerei. Già nel 1983 venne completato il programma di sviluppo, almeno per quanto riguarda lo studio in generale, ma dopo il 1988 il problema si ripropose. Non che l'aviazione marxista fosse molto efficace, data la quota a cui operava per stare al sicuro dalla contraerea, ma nondimeno la sua apparizione faceva prontamente smettere di sparare all'artiglieria e a dover mimetizzarsi in maniera efficace. I cannoni da 35 mm K-63, con sistemi di controllo del tiro Super Fledermaus e LPD-20 erano necessariamente lasciati il più delle volte nelle retrovie, così che solo i semoventi da 20 mm singoli, e improvvisati, vennero usati con qualche successo. Troppo poco per la guerra moderna, anche contando i materiali catturati ZPU, ZU e SA-7. Le basi sudafricane erano invece difese dai Cactus e dai Tigercat, più alcuni Bofors da 40 mm tenuti in riserva. Il tutto non convinceva per le operazioni altamente mobili e così si ritenne di sviluppare due sistemi di alte prestazioni e mobilità. Essi ebbero lo scafo ROOIKAT, il più adatto allo scopo.