Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-SAM navali: differenze tra le versioni

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Di questo sistema ci si cominciò ad interessare quando entrò in servizio il primo dei 'Kirov', ovvero dei Pr. 1144 'Orlan'. Si trattava delle armi di terza generazione in servizio nella Marina Sovietica.
 
====La prima generazione====
Dopo il 1945, lo sviluppo dei sistemi di difesa aerea navale furono alquanto erratici. Nel '54 i caccia navali vennero messi sotto controllo della Difesa Aerea di terra, per il rischio crescente di un attacco occidentale dall'aria. Ma col tempo la difesa delle installazioni della Marina e delle navi ritornò ad essere d'importanza crescente. Tra le soluzioni escogitate, la modifica di 5 sottomarini 'Whiskey' e due dozzine di dragamine in unità di osservazione aerea; le navi T.43 e T.58, e i sottomarini, appositamente modificati (rispettivamente Pr. T-43GR e T.58GR, e per i sub, Pr.640), vennero dotati di radar capaci di 300-500 km di portata, per dare l'allarme precoce, funzionando come 'picchetti radar'.
 
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Anche i V-600, rimasti i SAM a medio raggio più diffusi della Marina Sovietica, la cui gittata passò da 19 a 24 km; nel frattempo anche l'elettronica veniva migliorata. Queste armi, a quanto pare, avevano anche una testata nucleare. Il sistema Volnya M-1, sviluppato dal '55 e impiegava i missili Fakel 4K90 e 4K91. Entrò in servizio nel '62, lo stesso anno del Tartar americano. Questo missile russo era però diverso; in termini di prestazioni era grossomodo analogo al molto più piccolo Sea Sparrow americano (su base AIM-7E), e come questo (in netta differenza con i tipi USA a medio raggio) era quasi totalmente incapace di ingaggiare bersagli al traverso, ovvero diretti verso altre navi: era un'arma d'autodifesa, insomma. Dallo scafo dei Kynda vennero fuori anche i Pr.62, ovvero i 'Kresta'.
 
====L'intermezzo====
Nel '67 questo sistema ebbe un discendente, che non era la navalizzazione dell'SA-6 (che non ha mai avuto corrispondenti navali) né dell'SA-4 (idem), ma una specie di grosso V-600, designato V-611. Armava navi come le 'Moskva' (Pr 1123) e i 'Kara' (Pr 1134 e 1134B), con gittata di 30 km. I missili (4K60) vennero progressivamente aggiornati, così come del resto continuò il processo di miglioramento dei V-600, ma anche questo sistema era grossomodo capace delle prestazioni del Tartar (ma con gli ingombri di un Terrier), il che non era un gran progresso. Per le 'Kiev' (Pr. 1143) si dovette adottare questo sistema, ma per i successivi grandi incrociatori 'Kirov' (ovvero i Pr.1144 Orlan) c'era bisogno di qualcosa di meglio. Inoltre la linea sovietica era a quel punto di costruire task group navali, con le portaerei classe Tblisi (pr.1143-5) da proteggere con adeguate navi di scorta. Mentre i caccia ebbero un nuovo missile, simileche all'SA-11avrebbero terrestre,avuto mabisogno cona unloro diverso setvolta di sensori.nuovi Questomissili però fa parte dei sistemi di cacciatorpediniere, mentre qui si parla di quelli dia maggiormedio importanzaraggio.
 
====L'S-300 Fort====
Il nuovo sistema missilistico era moderno ed evoluto, affidato all'NPO Altair, ora Almaz-Antey. Esso nacque nel 1933 come Istituto per la telemeccanica e le comunicazioni, nel '42 produsse il primo radar navale di ricerca sovietico, il Ryf, e poi il primo radar FCS Yupiter 1 per la flak, il primo per i cannoni di cacciatorpediniere (Yupiter 2) e il primo per artiglierie costiere (Mars 3). Questo OKB procedette quindi allo sviluppo del missile S-300 nelle versioni P terrestre strategico (poi noto come SA-10), V come sistema mobile tattico (SA-12) e infine il S-300F, ovvero il tipo navale della Marina (SA-N-6). Il direttore responsabile era V.A. Bukatov. Lo sviluppo dei missili venne affidato all'OKB-2 Fakel, il più importante tra gli uffici di progettazione per i sistemi di difesa aerea, diretto da Grushin fino al 1991 e poi da Svetlov, autore dei sistemi SA-N-1 e successivi navali, degli S-200 (SA-5), OSA (SA-8), TOR (SA-15). Questo era dunque un settore d'eccellenza, ma il compito era impegnativo: un sistema multicanale, con elevata resistenza alle ECM, con la possibilità di scoprire e distruggere bersagli ad ogni quota ed elevata Pk, nonché facile da movimentare e con prestazioni elevate. Iniziò a concretizzarsi nel 1966. Il sistema ebbe per la prima volta al mondo un apparato di lancio verticale, per giunta e nonostante le dimensioni, di tipo 'a freddo' ovvero con un generatore di gas o una catapulta inferiori. Il sistema di guida era anche più importante e incorporava il concetto TVM, come quello adottato dal Patriot: il missile era in grado quindi di scambiare informazioni con la centrale di tiro, i cui computer erano in grado di elaborare meglio del missile stesso i dati che venivano passati, e quindi guidarlo con maggiore resistenza alle ECM eventualmente dispiegate, e con maggiore precisione. Lo scotto da pagare è ovviamente il canale radio che -teoricamente almeno- risulta disturbabile. Il missile venne approvato con il nono piano quinquennale (1971-75) e sperimentato nel '77 dall'AZOV classe Kara (Pr.1134B), con 4 complessi di lancio ciascuno con 8 missili, in un caricatore rotante a revolver, il tutto a poppavia della nave. Il decimo piano quinquennale del '76-80 autorizzava lo sviluppo in serie e l'operatività raggiunta nel 1982 con il Kirov, anche questo -come il L.Beach- a propulsione nucleare (ma in un arrangiamento misto con bruciatori di gasolio), entrato in servizio nel 1980. Questi avevano 12 complessi di lancio, sempre a caricatori rotanti, con altrettanti boccaporti e 8 missili l'uno. I 3 'Slava', del 1983 in poi, hanno avuto invece 8 complessi con 64 missili, ma di tipo più semplice; i Kirov avevano una struttura 'piramidale' nelle sue generalità e nei particolari e anche i lanciatori, quasi ad incrementare il livello di 'mistero' erano dotati di cappuccio 'piramidale'. Il Fort (il vero nome dell'SA-N-6) era dotato di 4 componenti: il centro di comando e controllo, siglato 3K41; il lanciatore 3S41; il radar 3R41 Volna ('Top Dome'), e ovviamente il missile; anzi 'i' missili, in quanto ne risultano almeno 5 tipi diversi, fino ad arrivare all'S-400 Triumf di ultima generazione (SA-N-20).
 
Le munizioni sono state quindi sottoposte ad una forte evoluzione e ricambio. I primi missili '''5V55''' erano a quanto pare con un sistema di guida privo del TVM e forse anche per questo avevano una gittata ridotta a 50 km circa, pur sempre quanto i più grandi SA-2 Guideline, ma alquanto inferiore a quello che ci si aspettava da un missile moderno da quasi 2 t (l'SM-1MR era già in grado di arrivare anche a distanze maggiori, pur pesando circa 650 kg). Il 5V55 non pare tuttavia essere stato usato dal FORT, ma si è passati subito dopo al '''5V55R''' che ha aumentato la gittata fino a 90 km (minima 5) e la quota tra 25 m e 25 km. Il 5V55 era lungo 7,25 m, diametro 508 mm, 4 alette verso la coda e un aspetto molto allungato, quasi da missile balistico. Totalmente contenuto in uno speciale cilindro grazie alle alette ripiegabili (che arrivano ad un'apertura di 1,124 m), il missile pesa 1.665 kg, oltre il 50% di un Patriot, confermando la difficoltà dei sovietici a realizzare armi equivalenti con ingombri analoghi a quelli americani, sopratutto per la miniaturizzazione dell'elettronica. La testata bellica del 5V55 arriva a ben 130 kg, un valore enorme per un SAM di tipo moderno, che in genere affida maggiormente la sua letalità alla precisione (fino ad arrivare ai concetti tipo 'hith to kill' tipici dei missili ABM; se si considera che i primi missili antibalistici erano armati di una testata da vari MT, si potrà apprezzare il progresso di avere realizzato piccoli veicoli che impattano direttamente sul bersaglio, distruggendolo con la forza viva dell'impatto). Inizialmente il missile parte con un sistema INS che lo porta con la traiettoria approssimativa sul bersaglio; poi viene acquisito dal 'Top Dome' e seguito assieme al bersaglio; il missile viene telecomandato dal calcolatore di bordo e gli viene fatta assumere la traiettoria più efficiente in termini energetici per sfruttare appieno la sua potenza propulsiva e intercettare il bersaglio alla maggior distanza possibile. La trasmissione dei comandi di guida è ottenuta non con i segnali radio, ma con la modulazione del fascio radar che insegue il missile, e così gli comanda anche di orientare l'antenna nella direzione del bersaglio e quando il suo sensore lo acquisisce si passa alla modalità TVM, che consiste nel filtrare i dati riportati dal sensore del missile da segnali spuri e ECM, e poi guidare il missile con il datalink radar di cui sopra; vi è anche la possibilità di usare il missile in varie modalità, come lo HOJ ovvero l'uso del disturbatore come bersaglio (il missile diventa una specie di arma anti-radar, è una cosa piuttosto comune nei missili SARH e ARH); il missile, quando lanciato con sistema pneumatico o a catapulta, accende il razzo ad almeno 20 m di quota, così da minimizzare i danni alla nave lanciatrice. Negli anni '90 è apparso il 48N6 da 1.800 kg, usato anche dall'S-300PMU 1, lungo 7,5 m anziché 7,25, e con diametro di 519 mm, testata ulteriormente cresciuta a 145 kg, ma usa ancora lo stesso contenitore-lanciatore a silos; adesso è possibile arrivare a 150 km di gittata ed è possibile intercettare bersagli fino a 2.800 m.sec di velocità, con l'aiuto anche di piccoli razzi laterali a circa un terzo del missile (partendo dall'ogiva). Grushin morì nel 1993 e questo fu l'ultimo missile sviluppato con la sua supervisione. Negli anni '90 apparve però anche il 48N6 E2 equivalente all'S-300PMU 2 Favorit, usato sull'ultimo 'Kirov', il P.Velikiy (pr.1144-2). Esso aveva testata accresciuta a ben 180 kg e per giunta, ad azione direzionale; a parte l'efficacia maggiore e le superiori ECM, è possibile ingaggiare bersagli tra 3 e 200 km. Anche se il FORT resta in larga misura un sistema adatto sopratutto a difendere la nave che lo ospita più che una formazione, le sue prestazioni cinematiche sono notevolissime. Ogni sistma ingaggia fino a 6 bersagli in simultanea con angolo di 90° in direzione e 70 in elevazione, tra i 5 e i 20 km, e con distanze di ingaggio di 120 km (con le condizioni di cui sopra). Tra le sue capacità, quella dichiarata di attaccare missili antinave in volo a 10 m di quota fino a 23 km di distanza. Questo è il FORT-M, il tipo migliorato del Veliky. Ma per migliorarlo ancora, nel 1999 vennero introdotti in servizio nuovi sistemi: uno è il 9M96 e deriva dall'S-400 Triumpf. Questo è un missile molto più piccolo e come il PAC-3 o l'ESSM, è possibile ospitarne 4 al posto di ciascuno dei tipi precedenti. I due missili sono dotati dello stesso stadio superiore calibro 240 mm e con diametro delle alette di 40 cm, peso di 140 kg. Quest'arma pesa meno di un decimo rispetto ai tipi precedenti ed è disponibile con due tipi di booster, che danno origine al 9M96 E che ha un booster con impennaggio di 48 cm di diametro, lunghezza 3,65 m, peso 193 kg; in tutto pesa 333 kg, lungo 5,65 m, con una gittata rispettabile ma inevitabilmente ridotta a 40 km, (quote tra 5 e 25.000 m). Il 9M96 E2 ha booster da 24 cm e alette da 48 cm, ma è lungo solo 4,75 m più il booster per un totale di 6,75 m; pesa 420 kg in tutto e arriva così a 120 km, quota fino a 30 km. Praticamente è l'equivalente dell'ASTER 30 e come tale è probabile che abbia un radar attivo e un autopilota programmabile al posto della guida semiattiva. La Pk è di 0,9 contro aerei pilotati e 0,8 contro missili balistici. Quanto ai tempi, quello di reazione è di 8 secondi, mentre la vita utile dell'arma nei suoi contenitori è di 15 anni. I 'Kirov' per il lancio delle armi hanno a disposizione il lanciatore da 6 colpi B-203 e gli Slava il B-204 da 8 colpi. Fino a non molti anni fa si dubitava o si escludeva che il FORT potesse essere ricaricato in mare. Invece, negli anni '90, è stata vista in azione una gru speciale capace di rimpiazzare in mare i grossi silos di lancio dei missili (infatti gli S-300 non sono mai maneggiati al di fuori dei loro contenitori-lanciatori, non esistono missili 'sfusi' ma solo complessi di lancio).
 
Il missile parte con un sistema INS che lo porta con la traiettoria approssimativa sul bersaglio; poi viene acquisito dal 'Top Dome' e seguito assieme al bersaglio; il missile viene telecomandato dal calcolatore di bordo e gli viene fatta assumere la traiettoria più efficiente in termini energetici per sfruttare appieno la sua potenza propulsiva e intercettare il bersaglio alla maggior distanza possibile. La trasmissione dei comandi di guida è ottenuta non con i segnali radio, ma con la modulazione del fascio radar che insegue il missile, e così gli comanda anche di orientare l'antenna nella direzione del bersaglio e quando il suo sensore lo acquisisce si passa alla modalità TVM, che consiste nel filtrare i dati riportati dal sensore del missile da segnali spuri e ECM, e poi guidare il missile con il datalink radar di cui sopra; vi è anche la possibilità di usare il missile in varie modalità, come lo HOJ ovvero l'uso del disturbatore come bersaglio (il missile diventa una specie di arma anti-radar, è una cosa piuttosto comune nei missili SARH e ARH); il missile, quando lanciato con sistema pneumatico o a catapulta, accende il razzo ad almeno 20 m di quota, così da minimizzare i danni alla nave lanciatrice. Negli anni '90 è apparso il '''48N6''' da 1.800 kg, usato anche dall'S-300PMU-1, lungo 7,5 m anziché 7,25, e con diametro di 519 mm, testata ulteriormente cresciuta a 145 kg, ma ancora lo stesso contenitore-lanciatore a silos del tipo precedente; adesso è possibile arrivare a 150 km di gittata ed intercettare bersagli fino a 2.800 m.sec di velocità, con l'aiuto anche di piccoli razzi laterali a circa un terzo del missile (partendo dall'ogiva). Grushin morì nel 1993 e questo fu l'ultimo missile sviluppato con la sua supervisione. Negli anni '90 apparve però anche il '''48N6 E2''' equivalente all'S-300PMU 2 Favorit, usato sull'ultimo 'Kirov', il P.Velikiy (pr.1144-2). Esso aveva testata accresciuta a ben 180 kg e per giunta, ad azione direzionale; a parte l'efficacia maggiore e le superiori ECM, è possibile ingaggiare bersagli tra 3 e 200 km. Anche se il FORT resta in larga misura un sistema adatto sopratutto a difendere la nave che lo ospita più che una formazione, le sue prestazioni cinematiche sono notevolissime. Ogni sistma ingaggia fino a 6 bersagli in simultanea con angolo di 90° in direzione e 70 in elevazione, tra i 5 e i 20 km, e con distanze di ingaggio di 120 km (con le condizioni di cui sopra). Tra le sue capacità, quella dichiarata di attaccare missili antinave in volo a 10 m di quota fino a 23 km di distanza. Questo è il FORT-M, il tipo migliorato del Veliky. Ma per migliorarlo ancora, nel 1999 vennero introdotti in servizio nuovi sistemi: uno è il '''9M96''' e deriva dall'S-400 Triumpf. Questo è un missile molto più piccolo e come il PAC-3 o l'ESSM, è possibile ospitarne 4 al posto di ciascuno dei tipi precedenti. I due missili sono dotati dello stesso stadio superiore calibro 240 mm e con diametro delle alette di 40 cm, peso di 140 kg. Quest'arma pesa meno di un decimo rispetto ai tipi precedenti ed è disponibile con due tipi di booster, che danno origine al '''9M96E''' che ha un booster con impennaggio di 48 cm di diametro, lunghezza 3,65 m, peso 193 kg; in tutto pesa 333 kg, lungo 5,65 m, con una gittata rispettabile ma inevitabilmente ridotta a 40 km, (quote tra 5 e 25.000 m). Il '''9M96 E2''' ha invece un booster da 24 cm e alette da 48 cm, ma è lungo solo 4,75 m più il booster per un totale di 6,75 m; pesa 420 kg in tutto e arriva così a 120 km, quota fino a 30 km. Praticamente è l'equivalente dell'ASTER 30 e come tale è probabile che abbia un radar attivo e un autopilota programmabile al posto della guida semiattiva. La Pk è di 0,9 contro aerei pilotati e 0,8 contro missili balistici. Quanto ai tempi, quello di reazione è di 8 secondi, mentre la vita utile dell'arma nel suo contenitore è di 15 anni.
 
Quanto ai '''sistemi di lancio''', i 'Kirov' hanno a disposizione batterie con rampe ricaricabili (a tamburo) da 6 colpi B-203, gli Slava il B-204 da 8 colpi. La cadenza di tiro è di circa un missile ogni 3 secondi. Fino a non molti anni fa si dubitava o si escludeva che il FORT potesse essere ricaricato in mare. Invece, negli anni '90, è stata vista in azione una gru speciale capace di rimpiazzare in mare i grossi silos di lancio dei missili (infatti gli S-300 non sono mai maneggiati al di fuori dei loro contenitori-lanciatori, non esistono missili 'sfusi' ma solo complessi di lancio).
 
Il '''sistema di guida''' è non meno importante, essendo l'occhio di guida dei missili: il 'Top Dome' è in banda X ovvero tra 8 e 12 GHz; in realtà ha diverse antenne, di cui una angolata fissa sull'orizzonte a 20 gradi con radome emisferico dal diametro di 4 metri, nella tipica installazione 'a panettone' tipica di altri sistemi sovietici della categoria(radar di tiro per cannoni come i Bass Tilt e per missili come i Top Dome). Insegue missili e bersagli e fornisce l'illuminazione radar semiattiva. Vi sono anche 3 antenne coperte da radome semicilindrici in posizione verticale; è possibile gestire fino a 12 missili contro 6 bersagli, con un campo di 120 gradi; dato che gli Slava hanno solo un sistema e i Kirov 2, non c'é una copertura continua sui 360 gradi tipo l'AEGIS, ma anche così si tratta di un sistema molto sofisticato e capace. Esso, per funzionare, richiede i radar di scoperta aerea: l'MR 600 Voskhod (per la NATO: 'Top Pair') e MR 700 Fregat (Top Steer); il primo è un 3D da ricerca aerea ottenuto con l'assemblaggio, in tipico stile sovietico, dei due radar noti come 'Top Sail' (3D) e 'Big Net' (2D), sistemati 'schiena contro schiena'; il 'Top Sail' è stato il primo sistema 3D sovietico, sviluppato dal Salyut OKB dal '62 e in servizio sulle 'Moskva' dal '67, con scansione di frequenza come principio di funzionamento (noto anche come Frescan, quello dell'AN/SPS-39), dimensioni 7,5x8,5 m a parabola cilindrica e illuminatore a spirale nel fuoco centrale, che genera il fascio di scansione elettronica mosso verticalmente. Il 'Big Net' ha una più moderna antenna cassegrain di 6,1 x 7,5 m, per la ricerca orizzontale. Quanto al 'Top Pair' in banda L, esso è il più potente radar di questo tipo nella marina russa e arriva a 500 km di portata. Quanto all'MR 700, ha maggiore frequenza e funzione bidimensionale, per il resto opera in maniera complementare rispetto all'altro, con frequenza maggiore (S, 2-4 GHz) e portata ridotta a 300 km.
 
Il sistema di guida è non meno importante, essendo l'occhio di guida dei missili: il 'Top Dome' è in banda X ovvero tra 8 e 12 GHz; in realtà ha diverse antenne, di cui una angolata fissa sull'orizzonte a 20 gradi con radome emisferico dal diametro di 4 metri. Insegue missili e bersagli e fornisce l'illuminazione radar semiattiva. Vi sono anche 3 antenne coperte da radome semicilindrici in posizione verticale; è possibile gestire fino a 12 missili contro 6 bersagli, con un campo di 120 gradi; dato che gli Slava hanno solo un sistema e i Kirov 2, non c'é una copertura continua sui 360 gradi tipo l'AEGIS, ma anche così si tratta di un sistema molto sofisticato e capace. Esso, per funzionare, richiede i radar di scoperta aerea: l'MR 600 Voskhod (per la NATO: 'Top Pair') e MR 700 Fregat (Top Steer); il primo è un 3D da ricerca aerea ottenuto con l'assemblaggio, in tipico stile sovietico, dei due radar noti come 'Top Sail' (3D) e 'Big Net' (2D), sistemati 'schiena contro schiena'; il 'Top Sail' è stato il primo sistema 3D sovietico, sviluppato dal Salyut OKB dal '62 e in servizio sulle 'Moskva' dal '67, con scansione di frequenza come principio di funzionamento (noto anche come Frescan, quello dell'AN/SPS-39), dimensioni 7,5x8,5 m a parabola cilindrica e illuminatore a spirale nel fuoco centrale, che genera il fascio di scansione elettronica mosso verticalmente. Il 'Big Net' ha una più moderna antenna cassegrain di 6,1 x 7,5 m, per la ricerca orizzontale. Quanto al 'Top Pair' in banda L, esso è il più potente radar di questo tipo nella marina russa e arriva a 500 km di portata. Quanto all'MR 700, ha maggiore frequenza e funzione bidimensionale, per il resto opera in maniera complementare rispetto all'altro, con frequenza maggiore (S, 2-4 GHz) e portata ridotta a 300 km.
 
Tutto questo armamentario è stato praticamente sviluppato solo per pochissime navi -7- con il Fort, e fino a non molto tempo fa, differentemente dalla versione terrestre, era rimasto inesportato. Ma nella sua versione export, il RYF, è stato studiato per essere imbarcato anche su navi di appena 6-7.000 t, e finalmente ha ottenuto un successo commerciale con i Cinesi, che hanno comprato due RYF-M (la versione migliorata), per i caccia Type 051C da 7.000 t, i primi 'quasi AEGIS' cinesi. La classe Luzhou ha il radar MR760 di ricerca 3D, ma sopratutto è dotata del radar 'Flap Lid B', che è nient'altro che il sistema usato dall'SA-10 terrestre, ben più semplice e installato prima a scopo sperimentale sul P.Velikiy; inoltre i Cinesi hanno l'S-300 fin dal '99. Siccome hanno una notevole propensione per copiare quanto fatto dagli altri (di recente è scoppiato uno scandalo sul fatto che avrebbero costruito Su-27 'clandestini' al di fuori del contratto con la Russia), hanno anche copiato il missile realizzandone l'HQ-9 terrestre e la RF-9 navale. Questa sarebbe la versione operativa sui due caccia consegnati nel luglio 2004 (Lanzhou 170) e nel 2005 (Hikou 171); ma potrebbe anche essere che si tratti dei missili 9M96 russi o anche entrambi, ma in ogni caso in sei lanciatori a 6 celle l'uno a prua e altri due a poppa. Il radar a 4 facce planari Type 346 è un Phased Array attivo come il Sampson britannico o l'APAR, e copre tutto l'orizzonte, pur con l'ausilio del Fregat. Non è chiara la sua provenienza, se autoctona o derivata dal Tombstone russo. Così alla fine si è messo insieme un formidabile complesso fatto dai migliori missili russi, da un sistema tipo AEGIS con scoperta basata su 4 antenne a giro d'orizzonte e con un radar di direzione tiro anch'esso di tipo elettronico. Infatti se i Russi non sono riusciti a sviluppare un valido 'Phased Array' per le navi nel settore di scoperta, in compenso lo hanno fatto in quello dei sistemi di tiro, per ingaggiare più bersagli in simultanea. Nel caso occidentale è successo esattamente il contrario, e i radar di tiro 'Phased array' sono rimasti praticamente sconosciuti fino a pochi anni fa.
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===Il medio e corto raggio===
Nel '71 entrò in servizio l''''OSA-M''', ovvero la versione navale dell'SA-8, capace di intercettare bersagli entro distanze d i 1,5-10 km e quote di 25-5.000 m, veloci fino a 500 m.sec. Esso era caratteristico per la sua sistemazione totalmente a scomparsa, tanto che è raro osservare le foto della sua rampa di lancio retrattile, tra l'altro molto esile strutturalmente e normalmente ripiegata sotto un caratteristico coperchio di forma rotonda. Arrivato inizialmente in servizio sulle corvette Pr.1234 'Nanuckha' e 1124 'Grisha', rispettivamente antinave e ASW, poi è apparso come arma d'appoggio o principale anche per innumerevoli altre classi di navi, dalle 'Kiev' ai 'Kirov' alle 'Krivak'. Le più piccole su cui è stato installato tale sistema, in genere con rampa binata e 18 missili nel deposito, sono i Pr.1240 'Sarancha', tra le navi più grandi invece i rifornitori Berezina (Pr. 1859). Questi missili di piccole dimensioni si sono insomma imposti presto come le più diffuse armi SAM del blocco comuunista, adattate a navi tra le 425 t (gli aliscafi Pr.1234) e le 35.000 t (portaerei). Non sono armi eccezionali e si possono, pur essendo assai più grandi e pesanti, considerare della classe del Crotale o del Roland. In seguito ne sono stati introdotti diversi tipi migliorati e potenziati (gittata fino a 12 km), e addirittura un modello filoguidato, da usarsi in condizioni di guerra elettronica eccezionalmente severe (normalmente l'arma è a guida radio).
 
I cacciatorpediniere Pr.956 hanno invece avuto il sistema Shtil, o M-22 Uragan; è stato sperimentato nel 1977 da un Kashin modificato, il PR.6E 'Provorny'. I missili hanno gittata di circa 25-32 km e velocità di mach 3 e possono affrontare bersagli in volo fino a mach 2,5; la massa dell'arma è di 600 kg, il tempo di reazione di meno di 20 secondi, la capacità di ingaggio è di un massimo di sei bersagli con 2 rampe da 24 missili l'una, sui 360 gradi; fino a tre missili possono essere lanciate per ogni bersaglio. Anche quest'arma è stata continuamente aggiornata nell'elettronica e di recente è arrivato anche l'equivalente dell'SA-17 terrestre, con gittata di 50 km.