Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Sukhoi: differenze tra le versioni

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In servizio dal '71 con 2 squadroni aventi l'originario 'Fitter-B', il nuovo aereo è stato sempre un velivolo enigmatico, mai pienamente apprezzato nella sua efficacia operativa anche dalla NATO, più preoccupata dai più moderni MiG-23.
 
Dopo venne il momento del Su-20 'Fitter-C', con ben 3 reggimenti rapidamente riequipaggiati nella Germania Est, dando luogo a dei problemi perché la NATO non riusciva a farsi un'idea delle capacità dell'aereo. Poco dopo arrivarono in linea anche gli altri modelli, mentre le esportazioni riguardarono una dozzina di paesi.
 
Le fonti circa l'impiego dei nuovi Su-17 durante la guerra del Kippur sono contrastanti: c'è chi afferma che essi vi presero parte, ma se le cose andarono così il loro impiego fu quantomeno limitato. Eppure si ha anche notizia dell'esordio dell'aereo già durante la Guerra d'Attrito, certamente in piccolo numero. Pare che uno di questi venne addirittura catturato dagli Israeliani nel settembre 1970: abbandonato dal pilota, diede dimostrazione della sua capacità di 'volo lento' quando impattò sulle dune e non riportò gravi danni. Non si sa bene come sia andata e da altre fonti si evince che piuttosto non fossero possibili consegne prima del 1972.
 
Tra gli utenti del patto di Varsavia, il velivolo entrò in linea inizialmente con l'aviazione polacca, che fino al 1990 manteneva alcuni Su-20 (versione da esportazione del Su-17 iniziale) in un reggimento da ricognizione. In seguito i velivoli, per lo più di modelli successivi, rapidissimamente apparsi nel corso degli anni anni settanta-ottanta, entrarono in linea anche in Germania Orientale e Cecoslovacchia, come pure Ungheria e Bulgaria, ma non la Romania, che aveva a disposizione i suoi Soko J-22 Orao (aquila).
 
Il confronto tra il MiG-23 e il Su-17 nella Luftstreitkräfte, come anche nell'aviazione di marina della Germania orientale, non fu favorevole per il MiG. Malgrado la concezione decisamente più moderna, con ala totalmente a geometria variabile e di concezione (motore incluso) totalmente nuova rispetto al precedente MiG-21. Ma il MiG-23BN presentava, almeno inizialmente, dei limiti, e così venne considerato non molto positivamente, oneroso da manutenere e senza grandi capacità belliche. Di fatto solo un reggimento ebbe una fornitura di MiG-23BN, in aggiunta ai due con i MiG-23 da caccia (uno con gli MF e uno con gli ML, come in Cecoslovacchia). Di fatto i MiG-21 rimasero il basamento dei numerosi reparti da caccia tedesco-orientali (specialmente nei molto potenziati tipi di ultima generazione, i 'bis', che sfioravano i 300 m.sec di salita e battevano pertanto persino i Flogger), tanto che il programma per i MiG-23 come sostituti dei '21 non venne di fatto attuato: tutte le nazioni del Patto rimasero largamente con i più semplici MiG-21, molto più facili da mantenere, mentre i Flogger andarono sopratutto alla VVS e ad alcuni clienti esteri, dove comunque la versione d'attacco, tutto sommato, ebbe più successo (vedi India e anche Irak, Etiopia e Algeria) di quella da caccia. Per l'attacco, i Su-22 divennero il velivolo standard del Patto di Varsavia, la DDR se ne dotò per un reggimento d'aviazione e uno per il supporto della Marina. Il Su-22 era affidabile e portava anche armi guidate di vario tipo, cosa che i MiG non facevano o non nella stessa misura.
 
Dopo circa 10 anni da questi eventi, grazie alla riunificazione delle due Germanie, il WTD-61, ovvero il reparto sperimentale tedesco, ne collaudò alcuni per capirne le caratteristiche. Il modello valutato era il Su-22M, paragonabile al Su-17M4, l'ultimo e più sofisticato membro della famiglia.
 
Venne trovato addirittura più sorprendente del Fulcrum, forse perché non ci si aspettava molto da tale vecchio e grosso apparecchio (sottovalutato, come tutti i cacciabombardieri Sukhoi, a vantaggio dei MiG).
 
Tra le conclusioni stilate e riportate dalla stampa di allora, è interessante leggere che il velivolo si pilotava bene e in maniera assai facile, con una buona risposta ai comandi, ma questi continuavano ad essere assai pesanti per le abitudini occidentali (il Su-7 era comunque decisamente peggiore), mentre la visibilità verso il settore posteriore era limitata (era certo migliore in tal senso l'originario Su-7, ma il MiG-23, con il suo abitacolo incassato tra le prese d'aria e il muso, era anche peggiore).
 
La dotazione avionica consentiva missioni d'attacco nucleare, attacco con armi a guida laser, difesa contro i radar nemici grazie ad un buon ''radar warning receiver'' e contromisure elettroniche interne, giudicate "molto interessanti". Nell'insieme, il Su-22M/Su-17M4 ha fornito prestazioni talmente interessanti che, a due anni dalla fornitura di queste macchine al reparto (6 in tutto, dalla metà 1991), i tecnici ci stavano ancora lavorando.
 
Il WTD-61 non ha valutato anche il MiG-23, che pure era nella potente versione MiG-23ML, ma la carenza di personale di supporto e di manuali in tedesco non lo ha apparentemente consentito.
 
Questo spiega perché la Polonia non solo si sia tenuta i suoi velivoli (oltre un centinaio), ma addirittura ne abbia programmato la modernizzazione per renderli pienamente compatibili con i sistemi IFF NATO. I suoi primi Fitter vennero acquistati nel 1974, Su-20 destinati alla ricognizione armata. Tenuti in carico fino al termine del patto di Varsavia, non sono stati sostituiti dai Su-22, assegnati invece ad altri reparti equipaggiati con MiG-17 e Su-7, fino a raggiungere i 4 reggimenti operativi, che hanno costituito la punta di lancia dell'aviazione polacca fino al giorno d'oggi.
 
Il Perù è l'unico cliente dell'America meridionale per il Su-17/22. Ebbe 52 Fitter F e alcuni Fitter E biposto, con il contratto per i primi 36 costato 250 milioni di dollari, e firmato nel 1977. Il problema degli aerei Sukhoi peruviani si dimostrò il supporto e la manutenzione, per non parlare di ricorrenti crisi economiche che, ad un certo punto, avevano costretto a mettere fuori uso tutti gli aerei tranne 7, ma il velivolo è ancora in servizio, con vari aggiornamenti. Due macchine vennero abbattute nei combattimenti contro l'Ecuador qualche anno fa, sembra dai Mirage F.1 della piccola ma efficiente aviazione ecuadoriana (il Perù sostiene che sia stata la contraerea) nell'ambito di circa 40 missioni belliche volate.
 
Vi sono stati almeno due programmi d'aggiornamento per tali velivoli, ancora in anni recenti, che hanno comportato l'aggiunta di nuove armi e la sostituzione di parte dell'avionica originale, altro punto assai debole del modello venduto al Perù. Tra le altre cose cambiate, il RWR, e i sistemi di navigazione, più i missili AA-11 e bombe antipista, ma forse la cosa più interessante è l'introduzione di un sistema totalmente automatico per la variazione della freccia alare. Uno dei Fitter, nel 1992, aprì il fuoco contro un C-130 spia dell'USAF, danneggiandolo e uccidendo un membro dell'equipaggio.
 
L'Iraq è stato certamente il maggior cliente, con decine di macchine comprate dagli anni 1970|anni settanta in poi, ed usate intensamente nel conflitto Iraq-Iran. Il velivolo venne spiegato in praticamente tutte le versioni prodotte, inclusi esemplari portati in azione da piloti sovietici. Esso ebbe un vasto impiego, con rilevanti successi, come quelli ottenuti in alcune missioni dai Su-22 biposto equipaggiati per azioni antiradar con ECM e ARM, (come gli F-105F/G, i velivoli USA più simili ai Fitter), ma subirono anche molte perdite a causa della reazione iraniana, specie dai caccia e dai missili HAWK. Altre missioni vennero volate in azioni di supporto aerotattico contro la fanteria iraniana e con effetti tremendi, specie quando armati di razzi calibro 57 mm e poi con bombe chimiche (che colpirono un gran numero di sventurati giovani fanti iraniani).
 
Tali armi erano necessarie per bilanciare la superiorità nemica in uomini, ma era pur sempre un crimine secondo le convenzioni internazionali. Incidentalmente, Saddam Hussein finì giustiziato per le stragi contro i Curdi ma non per l'uso dei gas contro gli Iraniani, che non sono rimasti soddisfatti dal processo che non ricordò le loro perdite.
 
Due Su-22 vennero infine abbattuti, poco dopo la fine della guerra del 1991, il 22 e il 2 marzo, dagli F-15 USA a seguito del sorvolo di aree interdette agli aerei iracheni (erano in corso le ribellioni sciite e curde, che tuttavia sanguinosamente fallirono, grazie all'intervento dell'aviazione irachene, soprattutto gli elicotteri che non rientravano nella moratoria USA)