Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Bulgaria: differenze tra le versioni

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L'attuale condizione delle Forze armate della '''[[w:Bulgaria|Bulgaria]]''' è la seguente. Il comandante in capo è il Presidente Georgi Purvanov, il Ministro della Difesa è Nikolai Tsonev, il capo del CSM è il Gen Zlatan Stoykov.
 
L'età per il servizio è di 18 anni di età, la fascia d'età tra 16 e 49 anni è di 1,7 mln di cui 1,37 circa adatti al servizio militare (stime 2008), ogni anno l'età per il militare è raggiunta da 39.477 persone. Le F.A. hanno un totale di 45.000 effettivi, che è il posizionamento mondiale n.72. Vi sono truppe all'estero: 100 in Bosnia, 48 Kosovo, 610 Afghanistan e due in Eritra, ma l'elenco è incompleto. Le spese militari sono di 1,339 mld di dollari al 2008, pari al 2,1% del PIL. Le industrie locali non sono molto sviluppate e in particolare fanno capo al gruppo TEREM. Al 2008 l'export di armi, seppure di tipo non particolarmente avanzato, pare abbia fruttato ben 210 mln di dollari. La Bulgaria ha una lunga storia, anche prima del XX secolo. La sua presenza in qualità di 'zoccolo duro' e fedele del Patto di Varsavia è stata importante, non molto nota allo stesso tempo. Con l'entrata nella NATO nell'aprile del 2004 è stato approvato un piano (PLAN 2004) per ridurre le forze armate e circa 50.000 effettivi, ma naturalmente meglio equipaggiati e addestrati rispetto alla situazione precedente. Infatti vi sarebbe stata una forza di Reazione e due QG per dei Corpi d'impiego basati sulle brigate. Il servizio militare, rimasto a lungo in Bulgaria più che in altre nazioni europee, è stato abolito dal 1 gennaio 2008.
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La guerra scoppiata nel 1914 vide i Bulgari impegnati solo dal 15 ottobre 1915, ma dalla 'parte sbagliata' ovvero delle Potenze centrali, trascinata dall'inimicizia con la Serbia. Il 29 settembre 1918 dovette soccombere con l'armistizio di Tessalonica. In seguito i Bulgari cominciarono ad essere sia ostili ai Russi che agli Occidentali, e di fatto divennero ancora alleati dei Tedeschi con il governo di Vasil Radoslavov. Durante la guerra avevano avuto anche modo di battere in maniera durissima i Britannici che nella Seconda Battaglia di Doiran persero 12.000 soldati contro 2.000 bulgari; durante la Terza Battaglia UK e Grecia vennero ancora battuti con la perdita di oltre 3.000 soldati contro 500 bulgari, e per giunta, nella Battaglia del Muro Rosso i Francesi ebbero 5.700 soldati uccisi su 6.000, il resto catturati. Ma nonostante questo, la Bulgaria aveva al suo interno movimenti fortemente contrari alla guerra e la Bulgaria, nonostante questi successi sul campo, ebbe alla fine del conflitto le dimissiioni del governo Radoslavov e ammutinamenti nell'esercito, influenzato anche dalla Rivoluzione Russa. Dopo il Trattato di Neuilly sur-Seine i Bulgari vennero duramente ridimensionati a livello militare, senza un esercito di leva e uno professionale di non oltre 32.000 effettivi, senza artiglieria e bombardieri. Ma all'inizio della II GM i Bulgari furono pronti a riprendere le armi, con una forza militare tutto sommato efficiente.
 
Inizialmente, i Bulgari proclamarono la loro neutralità, dopo di che però cambiarono idea quando sperarono di guadagnare territori preziosi, sopratutto quelli con forti minoranze bulgare che però erano nei confini di altre Nazioni, dopo la fine della II Guerra Balcanica, il 1 marzo 1941 aderì al Patto Tripartito sotto il regno di Tzar Boris III. In seguito combatterono contro gli Yugoslavi e Greci con l'obiettivo, pienamente raggiunto, di arrivare fino all'Egeo e occupare la Macedonia. I Bulgari però non parteciparono, differentemente alle tante altre piccole nazioni mittel-europee, all'invasione dell'URSS. Oggi non viene ricordato frequentemente, ma l'Asse aveva allora numerose nazioni estimatrici o Alleate: dalla Finlandia, all'Ungheria, Romania, Bulgaria, le Repubbliche Baltiche ecc. Quando i Tedeschi invasero l'URSS, al contrario, molti Bulgari protestarono apertamente e venne anche cominciaro un movimento di guerriglia già nell'agosto del '42, specie dopo le vittorie Alleate che indicavano un cambiamento di rotta negli eventi storici. I Bulgari, tra l'altro, si opposero energicamente a che i loro Ebrei venissero perseguitati, a differenza delle altre nazioni dell'Asse. Nel '43 Boris III morì all'improvviso, nel '44 i Sovietici si approssimarono ai Balcani e il 26 Agosto scoppiò una aperta rivolta contro il governo ancora pro-tedesco. I Sovietici non avevano dichiarato guerra ai Bulgari in quanto questi non li avevano invasi. Gliela dichiararono il 5 settembre, ma non incontrarono resistenza, anzi vennero salutati come liberatori. Nel frattempo, il 23 agosto la Romania aveva dichiarato guerra alla Germania cambiando alleanze: la partita per i Balcani era compromessa. L'8 settembre, appena 3 giorni dopo la 'guerra' contro l'URSS e un anno esatto dalla resa italiana, i Bulgari accettarono di dichiarare guerra ai Tedeschi.
 
Visto e considerato tutto, ai Bulgari non andò molto male. Inglobati nel centro del Patto di Varsavia, ebbero le F.A. ristrutturate e riorganizzate rapidamente come Esercito Popolare della Bulgaria o '''Bulgarska Narodna Armiya''', BNA. Presto ebbero i mezzi tipici dell'epoc: T-34/85, Il-2, SU-100, caccia ad elica ecc e la Bulgaria divenne in fretta uno dei fondatori del Patto di Varsavia. Visto che era uscita dalla II GM praticamente imbattuta, anzi vincente, la Bulgaria ebbe presto un esercito di oltre 200.000 effettivi e un gran numero di riservisti, ben armato ed equipaggiato; dovendo fronteggiare il vecchio nemico Turco, ora parte della NATO, costruì la Lina Krali Marko, una specie di Maginot moderna, sul confine con la parte europea della Turchia. I Bulgari erano stati in grado di fortificarlo anche con carri Panzer III e IV tedeschi, catturati e inglobati nella linea difensiva. La Bulgaria fu anche l'unica nazione del Patto a partecipare alla sanguinosa azione di repressione della rivolta ungherese, cosa poi replicata a Praga nel '68. Governata da Todor Zhivkov, ebbe in quei tempi anche un significativo complesso industriale per produrre artiglierie, mezzi corazzati, armi leggere e munizioni. Sebbene non si trattasse di nulla di paragonabile a quanto si vedeva all'epoca in Cecoslovacchia, Polonia, Romania e anche DDR, l'industria bellica bulgara fu in grado di vendere armi a nazioni come l'Algeria, l'Irak, la Libia, la Siria e lo Yemen, e di contribuire marginalmente anche allo sforzo bellico Nordvietnamita. Al 1970 l'aviazione bulgara raggiungeva il massimo della sua efficienza, con almeno 500 aerei da combattimento moderni. Nel 1989, quando cadde il Muro di Berlino, la Bulgaria aveva circa 120.000 soldati in servizio attivo. Il cambiamento fu piuttosto lento e dei Bulgari poco si seppe per anni, ma ad un certo punto successe che anche loro chiesero di diventare parte della NATO, mandando anche 100 soldati in Irak, nel 2004. La cosa non ebbe certo il plauso di Mosca, che era preoccupata di come la NATO la stesse circondando, e assieme al suo allargamento ad Est, portasse con sé l'influenza americana con vari 'contrattempi' (come la questione dei sistemi ABM e radar da piazzare, in funzione anti-iraniana e anti-nordcoreana.. in Polonia e Cechia).
 
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