Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni

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Il nome in codice della massiccia partecipazione inglese alla guerra del 1991 fu 'Gramby', che non era una specie di sigla creata dal computer o un qualche acronimo, ma il nome del Marchese di Gramby, audace comandante di cavalleria del '700. Ma questa operazione e i suoi precursori non era stata pianificata: anzi, ancora il 14 settembre, quando il governo inglese dichiarò che avrebbe schierato una brigata corazzata nel Golfo, circa 40 giorni dopo l'invasione, il British Army dovette arrangiarsi. E' ben vero che le esperienze britanniche 'fuori area' non erano mancate negli anni precedenti, ma è anche vero che una simile forza da battaglia non era mai stata schierata oltre la Germania Occidentale. Le ultime volte che forze corazzate inglesi si erano concesse 'una vacanza' erano state le operazioni in Oman e poi l'addestramento in Libia, negli anni '60 svolto spesso con altre forze alleate.
 
La Marina inglese aveva già da anni in zionazona un contingente di navi chiamato 'Armilla patrol', inizialmente era costituito dall'HMS York (Type 42), Battleaxe (Type 22) e Jupiter, e il rifornitore RFA 'Appleleaf' che assistettero alla fase dell'invasione. Prima pattugliavano indipendentemente tra di loro ma poi si riunirono in una squadra da pattugliamento, e continuarono la loro attività di embargo in ossequio alla risoluzione ONU di embargo contro l'Irak. La fase durante 'Desert Shield' comprese il controllo di 3.171 mercantili e l'abbordaggio su 36 di questi, iniziando dalla 'Alwasitti' irakena l'8 ottobre.
 
Le navi inglesi sarebbero poi state impiegate sopratutto per la zona settentrionale del Golfo con i caccia Type 42 che pur tutt'altro che modernissimi, assicuravano il 40% della difesa aerea dei gruppi navali operativi. L'aviazione navale britannica avrebbe poi partecipato davvero alla difesa di una corazzata americana da due missili antinave irakeni, e sopratutto massacrato le navi irakene che cercavano (soltanto) di raggiungere l'Iran uscendo dai porti. Anche di questo si parlerà poi. L'autore dell'abbattimento del missile Styx è l'HMS Gloucester con una coppia dei suoi missili Sea Dart. Possibile, ma non dimostrato, vi è stato anche l'aspetto sottomarino della storia. Il problema era che l'Irak non aveva sottomarini e quindi non vi erano problemi di difesa ASW delle navi Alleate (situazione ben diversa da quello che si verificherebbe con l'Iran..). La forza subacquea inglese era forse costituita dai soli sottomarini classe 'Oberon' OTUS e OPOSSUM. Ma è difficile credere che gli SSN non parteciparono, almeno sulle retrovie, alle operazioni.
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In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l''appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece se ne è mantenuta molto al di sopra. Lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il concetto di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare', i guasti minori vengono ignorati.
 
In ogni caso non tutto è andato per il verso giusto: inizialmente i motori si rompevano spesso, e durante la campagna almeno 15 motori hanno dovuto essere rimpiazzati: anche perché, date le economie del BAOR ( e la rarità del Challenger, per giunta non esportato) , la scarsità di pezzi di ricambio ne ha impedito la riparazione. La manutenzione ha consentito di manteremantenere i carri ad alti livelli di disponibilità, ma è stato possibile solo usando uno sforzo notevole e molto tempo: il Chally non è affatto un mezzo 'facile' da mantenere. Il cambio TN37 avrebbe avuto bisogno di più rapporti per le basse velocità, ma nonostante le protezioni aggiuntive, gli equipaggi non hanno rilevato peggioramenti in mobilità ma anzi una marcia più confortevole e stabile le sospensioni sono parzialmente idropneumatiche). La torretta ha consentito di combattere bene, ma era troppo bassa per viverci a lungo data l'assenza di ergonomia e lo scarso spazio interno, e forse la situazione non è stata particolarmente sofferta solo per la breve durata della campagna terrestre; la questione era aggravata dal dover viaggiare a lungo coi portelli chiusi per la minaccia di agenti NBC che gli irakeni possedevano e si temeva potessero usare.
 
Alla fine della campagna, il Primo Ministro John Major (successore della Tatcher, inaspettatamente caduta subito dopo la guerra) dichiarò che il Challenger si era comportato magnificamente, al di là di quanto ci si poteva immaginare.
 
Questo per quello che riguarda i carri, ma la fanteria merita anch'essa mensionemenzione. Ai 3 battaglioni di fanteria meccanizzata si sono aggiunti rinforzi: sia per questi stessi reparti, provenienti da altre 6 unità meccanizzate, sia poi per 4 altri battaglioni di fanteria leggera mandati in retrovia per controllare i prigionieri di guerra nei campi di raccolta, e in generale per proteggere le installazioni strategiche. I Warrior si dimostrarono all'altezza della situazione anche come affidabilità che all'inizio delle operazioni era dell'ordine del 95%, con i motori dimostratisi capaci di funzionare per 4.000 km prima di una revisione, mentre la trasmissione aveva già mediamente 16.000 km. Due soli veicoli sono stati messi KO da avarie meccaniche, mentre 3 sono andati perduti. 2 di questi sono stati vittime di uno dei peggiori episodi di 'friendly fire' quando sono stati distrutti da un A-10 americano, che evidentemente (nonostante la loro alta sagoma e la corazzatura laterale aggiuntiva di forma ampiamente scatolata) li scambiò per BMP-2. Il risultato fu la distruzione dei mezzi e l'uccisione di 11 soldati inglesi. La cosa si sarebbe ripetuta, ancora con un A-10, anchenel 2003, sia pure non in maniera tanto cruenta.
 
L'artiglieria schierava ben 6 reggimenti e 4 batterie indipendenti per un totale di ben 5,000 soldati, più della stessa fanteria! Nella strana (almeno rispetto agli altri eserciti) organizzazione dell'esercito inglese, i reggimenti erano assegnati alle brigate, ciascuna delle quali aveva sia un reggimento con gli M109 che uno con 36 Javelin mentre la divisione aveva reggimenti con gli M110, gli MLRS, con gli M109 (a organico ridotto) e antiaereo con i Rapier. Tutte queste unità vennero impiegate massicciamente (eccetto quelle antiaeree) e i nuovi MLRS si dimostrarono micidiali contro truppe allo scoperto, capaci com'erano di saturare con quasi 8000 submunizioni un'aera di quasi 1 km2 (ma lasciando anche un gran numero di granate inesplose e potenzialmente mortali per chi si accingesse ad occupare quel territorio tanto che per l'artiglieria convenzionale, essendovi la possibilità di scegliere tra testate CBU e HE, venivano per quanto possibile scelte queste ultime mentre le prime erano viste con non poco sospetto).
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Come comunicazioni è stato usato il 30° Signal Regiment, la prima delle unità inviate nel Golfo, poi è arrivato il reparto divisionale, e gli squadroni delle brigate. I collegamenti con Londra sono stati fatti con i satelliti, come già fatto con la guerra delle Falklands, ma anche con comunicazioni HF. Il nuovo sistema PTARMIGAN ha debuttato a livello tattico con un'ottima prova garantendo comunicazioni protette. Almeno due unità di guerra elettronica sono state pure usate, ma ovviamente, nulla è stato rivelato, almeno nei mesi successivi, del loro impiego e della loro stessa identità.
 
La logistica ha gestito, solo per l'esercito, 19.000 t settimanali di carichi che arrivavano via mare e aria, in Arabia, smistati alla Force Maintenance Area o FMA, e poi alle due brigade AdministrativeAministrative Area o BMA. Alle unità arrivavano solo pochi rifornimenti dall'aria (i C-130 per quanto validi non sono certo C-17), per il resto si trattava di convogli terrestri. Le cifre di quanto usato nel teatro operativo sono state impressionanti, con 520 mezzi corazzati e ben 11.700 ruotati e rimorchi con il trasporto i 260.000 t di carico 'normale' a cui si aggiungevano 102.000 t di armamenti (che da l'idea del consumo di munizioni e della loro disponibilità in una guerra moderna). La 1a AD aveva 2 reggimenti trasporti completi dell RCT (Royal Corps of Transport) con ranghi completi, e 3 altri reggimenti a ranghi ridotti erano in carico all' FMA. L'immenso numero di veicoli, tra cui molti autocarri pesanti era testimone della complessità di mantenere una forza corazzata pesante oltremare.
 
Oltre alla logistica dei trasporti non mancavano gli ingegneri del REME (che all'epoca era addirittura il Corpo più grande in tempo di pace del British Army) con 3 officine per veicoli corazzati di cui due divisionali e una con la FMA che gestiva anche un'officina aeronautica. Altri elementi logistici erano il Royal Army Ordnance Corps per le riserve, la Royal Military Police anche per il controllo del traffico, Army Caterings Corps per le cucine, Military Provost Staff Corps per i prigionieri (normalmente si occupavano del 'centro di correzione ' a Colchester), Royal Pioneer Corps che avevano i compiti meno grati, tra cui la raccolta e identificazione dei caduti.
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Dopo lo spiegamento iniziale, mentre si preparava lo strumento militare, vennero fatti ruotare i reparti, creati reparti misti con Tornado e Jaguar, e svolto addestramento intensivo. A Cipro venne perso un Phantom, in Arabia un Tornado (il primo di tanti) e un Jaguar (incredibilmente, l'unico perso in tutta la campagna).
 
La gueraguerra iniziò con massicci attacchi che interessarono 15 basi aeree irakene, tutte molto ben difese dall'antiaerea, nel solo periodo 17-21 gennaio, usando per lo più le spezzoniere JP233 ciascuna con 30 bombe antipista SG357 da 26 kg e 215 mine HB876 pesanti 2.2 kg e usate per impedire i lavori di riparazione delle piste: ne vennero usati 100 sistemi, a coppie per ciascun Tornado, 100 nuovissimi missili antiradar ALARM, 3000 t di bombe da 454 kg, un numero ignoto di armi a grappolo -sempre che impiegate- e 700 razzi aria terra, oltre alle munizioni per i cannoni da 30 e forse 27 mm. Non vennero impiegati gli Harrier, così importanti nell'82 ma qui del tutto irrilevanti: la RAF aveva qualche problema a metter in servizio in maniera affidabile questi apparecchi, mentre l'USMC usò gli equivalenti AV-8B con piena soddisfazione. Della campagna aerea ci si occuperà più tardi.
 
Una nota sul sistema di comando e controllo britannico, modificato dopo la Guerra delle Falklands. Il comandante dello Strike Command venne allora nominato come Comandante delle Forze combinate nel QG di High Wycombe, assieme ad ufficiali della Royal Navy e British Army così da formare uno Stato maggiore. Poi venner formato un comando a Ryadh con il comandante per le F.A. britanniche di tutto il Medio Oriente con l'Air Marschall Wilson, rimpiazzato però e ridotto a 'vice' quando arrivà il Lt. Gen Sir Peter de la Billiere, ex-SAS ed esperto del Medio Oriente. La cosa era stata necessaria quando il British Army riuscì a formare una intera divisione corazzata, troppo per farsi comandare dalla RAF. In ogni caso le F.A. britanniche hanno operato durante il conflitto sotto la supervisione di un ufficiale americano. Il BAOR e la RAF Germany fornivano la maggior parte delle forze impiegate e vennero messe nella catena comando con i relativi QG ma in ogni caso nemmeno il comando britannico in Arabia Saudita poteva prendere decisioni realmente autonome dalla volontà americana.
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===La campagna aerea<ref>Price, Alfred: ''Le 100 ore più difficili'', RID 2/1993 pagg. 60-63</ref>===
Alle 2.00 locali del 17 gennaio i primi Tornado iniziarono le operazioni di volo in quella che diventerà una delle più discusse campagne operative di tutta Desert Storm. I Tornado erano basati a Muharraq, Bahrein, con il No.15 Squadron composito (comandato dal Wing Commander John Broadbent che era anche il comandante di tutti i reparti RAF della base), avendo equipaggi provenienti dai Nos. 9,17,27 31 e 617. Un'altra base ereaera a Tabuk, in Arabia, e al comando del W.C. Ian Travers v'era il No.16 Sqn con equipaggi dei 2,9, 13,14,16, 20 e 617. Si trattava di Tornado speciali, essendo tutti quelli capaci di usare i missili ALARM. Il terzo distaccamento, nonché quello più vicino al confine irakeno (circa 500 km) il che gli consentiva di non avere bisogno del rifornimento in volo, era a Darhan, W.C. Jerry Witts con il No.31 sqn, equipaggi dei 9,14, 17 e 41. In questo distaccamento v'erano comprendeva anche 6 GR.Mk 1A, che pur se non utilizzati per attacco al suolo, portavano il totale dei soli Tornado IDS a ben 50 esemplari. Inoltre, un gran numero di rimpiazzi era disponibile, pronto a volare nel Golfo dalla Germania Occidentale, dove il grosso dei 224 IDS consegnati era schierata con la RAF Germany.
 
Il principale obiettivo dei Tornado, per i primi attacchi, erano le basi aeree irakene. Queste non erano un bersaglio facile essendo (per via dell'esperienza bellica con l'Iran) tutte di grandi dimensioni tanto che alcune avevano addirittura 6 piste di volo, tutte separate tra di loro! Era quindi impossibile metterle fuori uso in un sol colpo, a meno che non si lanciassero attacchi con 20-30 Tornado alla volta, armati naturalmente di due JP233 l'uno, così il Comandante in capo delle Forze aeree della Coalizione, il generale americano Horner, richiese piuttosto attacchi di disturbo che fossero in grado almeno di ridurre l'attività dei suddetti aeroporti. Fu in base a questa direttiva che i Tornado, macchine particolarmente adatte allo scopo, decollarono a partire dalle 2 di notte del 17 gennaio. Invece di attaccare con tutti gli aerei disponibili non più di due basi per volta, vennero lanciati gruppi di 4 aerei decollarono contro Al Taquaddum, Mudays e Al Asad mentre Tallil ebbe due formazioni assegnate per un totale di 22 Tornado, alcuni dei quali armati con ALARM ma la maggior parte con i JP233. Grazie all'attacco da parte degli AH-64 contro due postazioni radar irakene di capitale importanza, grazie all'uso di missili cruise (si sarebbe scoperto che oltre ai Tomawhak erano usati anche gli ALCM-86 CALCM) l'attacco inglese potà svolgersi con una notevole sorpresa, volando a circa 60 m in modalità 'Hard ride' (consente di seguire il terreno con grande accuratezza, ma è tremendamente faticosa per l'equipaggio e di fatto è utilizzabile per lo più su terreni assai piatti), mentre la formazione era quella definita come CARD-4, ovvero con gli aerei che erano distanziati di 3-5 km e si appoggiavano a vicenda, per esempio coprendosi in caso di attacco di caccia nemici. A Mudaysis i Tornado ottennero una totale sorpresa e si avventarono a 1020-1110 kmh a 60 m sopra la pista scaricando le submunizioni delle JP233 e poi sganciando pure queste (con le quali i Tornado non erano certo supersonici a bassa quota), anche ad Al Asad venne ottenuta una totale sorpresa e anche qui la contraerea cominciò a sparare quando gli aerei erano già praticamente fuori tiro (non ci vuole certo molto a 300 metri al secondo, a portarsi fuori dalle difese perimetrali di una base, ancorché grande). Ma qui i Tornado erano giunti per primi, sulle altre due basi erano invece la 'coda' di formazioni d'attacco americane con gli A-6 Intruder, e le difese erano ben attive. Il comandante Broadbent descrisse come la contraerea, dal Kalashikov ai pezzi da 57 mm innalzava un muro di traccianti che salivano fino a 4500 m. Nondimeno, i Tornado riuscirono a passare attraverso questo sbarramento e a sganciare le armi.
 
Tutti gli aerei riuscirono a rientrare (non è chiaro se danneggiati o meno) ma era chiaro che gli Irakeni sapevano difendersi se mancava l'effetto sorpresa. All'alba del 17 tre aerei vennero lanciati in una missione di loft bombing (sgancio in cabrata delle bombe) contro Ar Rumaylah, vicino Bassora. Ma proprio sopra uno dei punti di virata per la rotta sull'obiettivo si vide una postazione irakena e allora, a quel punto era chiaro che gli irakeni non sarebbero stati colti di sorpresa. I Tornado accelerarono a 1100 kmh (ovviamente e nonostante le false affermazioni in merito circolate a suo tempo su molta stampa specializzata, la velocità di crociera dei Tornado ''non'' è 1.100 kmh, ma piuttosto attorno agli 800-950. 1.100 kmh sono ottenibili ma solo con il postbruciatore inserito o senza carichi esterni, nessuna delle due cose è concreta per un impiego operativo NdA). Appena giunti a 450 m tutti gli aerei sganciarono le 8 bombe da 454 kg che non gli avevano impedito di raggiungere, assieme agli altri carichi subalari, mach 0,9 in una cabrata in cui perin un lunghissimo secondo tutte le armi vennero sganciate. Poi i Tornado vennero inquadrati dalla contraerea di ogni tipo: cannoni, mitragliere (favoriti dalla bella giornata di sole con ottima visibilità: a questo proposito i Tornado erano stati ridipinti in una mimetica color sabbia, come praticamente tutti gli aerei inglesi impiegati in zona), ma anche missili SA-8, SA-6, Roland. Erano una minaccia temibile e dopo il rollio di 135 gradi di disimpegno i Tornado scesero a tutto gas a forse appena 10 m di quota (chiaramente erano in modalità guida manuale, il TFR non poteva assicuare un volo a quote tanto basse) e rischiarono di schiantarsi al suolo conseguentemente. Eppure non gli bastò, l'aereo di Peters venne colpito da un missile in coda e poco dopo dovettero lanciarsi diventando prigionieri di guerra. Attaccare di giorno non era consigliabile.
 
La notte ricominciarono gli attacchi con le spezzoniere JP233, che al solito richiedevano il sangue freddo di uno stoico: volare trasversale sopra la pista e attaccarla passando letteralmente sulle canne dei cannoni irakeni non era facile (e non lo sarebbe stato nemmeno se si fosse trattato degli aeroporti del Patto di Varsavia, similmente difesi) anche perché la sequenza di sgancio era di circa 6 secondi, ma ancora venne attaccata la grande base di Tallil, Shaibahm Ubaydah Bin Al Jarrahm Wadi Al Khirr New e Al Asad per un totale di 24 aerei o almeno, pare che solo in quest'ultimo caso vennero usati 8 Tornado. Anche stavolta la contraerea non mancò d'impressionare i piloti inglesi, che si saranno sentiti, sopratutto a Tallil, come i caccia ribelli contro la Morte Nera, A Shaibah gli aerei inglesi arrivarono quando era in corso un attacco in grande stile da parte degli aerei dell'US Navy con supporto anche di macchine come gli F-4G americani. Dopo l'attacco con le JP, fecero due virate di 90 gradi ma dopo 40-50 secondi dall'attacco,a diversi km dall'aeroporto videro una grande palla di fuoco a terra: era il No.3 del Wing Commander Nigel Elsdon, forse vittima di un errore di manovra dato che si stava volando in quel momento ancora in TFR manuale. Questo, nonostante la 'cattiva stampa' fu l'unico Tornado perso mentre attaccava con le JP233. A Ubaydah un Tornado, in volo a 1020 kmh e 60 m venne apparentemente colpito dalla contraerea, riuscendo a sganciare le SP233 ma poi resosi conto che vi erano dei problemi all'ala, tanto che dovette atterrare con la freccia a 45 gradi. Era stato colpito all'ala sinistra da un grosso e sfortunato uccello, forse un airone e dovette essere riparato. Aveva rischiato di schiantarsi al suolo pure questo velivolo. Anche ad Al Ashad fu incontrata una poderosa contraerea che entrò in azione subito dopo l'attacco dell'aereo No.1, con missili e proiettili di ogni sorta, ma senza riuscire a colpire i Tornado, che usarono presumibilmente anche le ECM per scampare (era pratica automatica di rilasciare chaff-flare e attivare i sistemi ECM Sky Shadow). Sempre nella notte del 17-18 8 aerei di Tabuk lanciarono anche ben 14 missili antiradar ALARM, stavolta contro la base H-3 vicino al confine giordano, a seguire vennero anche 3 dei 4 aerei (uno ebbe un'avaria dopo il decollo) con le solite JP. Anche qui, molto irrazionalmente, i Tornado erano la 'coda' della formazione (quando casomai avrebbero dovuto essere la testa, date le loro capacità d'attacco 'furtivo') che stava martellando la base da 20 minuti. Il risultato fu che gli irakeni s'erano davvero arrabbiati e da 8 km gli equipaggi dei Tornado videro la peggior contraerea immaginabile, con una grande corona di traccianti che saliva fino al cielo come tiro di sbarramento e 'intimidazione'. E in effetti il capo-formazione disse ai suoi di interrompere l'attacco e tornare alla base.
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La notte tra il 18 e il 19 gennaio vennero inviati da Muharraq altri 8 aerei con le JP contro Jalinah, mentre Tabuk mandò contro la base H-2 una forza di 4 aerei con bombe VT (ovvero con una spoletta di prossimità per esplodere in aria), attaccanti da Sud, seguiti da altri 4 con le JP-233 da Ovest un minuto dopo, e 2 altri Tornado impegnati ad appoggiarli con gli ALARM. Pare che la cosa funzionò: quando le 32 bombe da 454 kg esplosero in aria la contraerea, che aveva iniziato già la sua azione di fuoco contro i Tornado impegnati nell'attacco 'loft', ridusse subito la sua virulenza: le tremende esplosioni dei grappoli di bombe da quasi mezza tonnellata, e le schegge erano certamente sconvolgenti per i difensori, sia materialmente che psicologicamente. Infine, questa tecnica venne usata anche a S.Carlos, nelle Falklands per colpire il locale e ben difeso aeroporto.
 
Stessa tecnica contro Jallibah, da parte di 4 lofters e 4 con JP-233. Decollarono da Dharhan ma stavoltestavolta non vi fu il successo sperato: i 'lofters' si ritrovarono subito presi sotto tiro e forse non riuscirono nemmeno a sganciare con precisione; di sicuro, non mancarono di 'distrarre' la contraerea. La potenza dei cannoni irakeni, per quanto relativamente primitivi, causò a 4 dei 6 aerei che conclusero la missione danni che in un caso erano stati tanto gravi da far sostituire la deriva (che tra l'altro nelle macchine inglesi ospita anche un serbatoio di carburante, ovvio rischio potenziale). L'intensità dell'antiaerea non venne sminuita dall'attacco e i piloti si presero uno spavento non indifferente.
 
Notte del 19-20 gennaio: ancora attacco da parte di Muharraq con 4 aerei con le JP233 e 4 bombardieri contro Tallil (buffo come queste battaglie presero corpo: sembrava quasi di vedere le vecchie battaglie aeronavali, con le portaerei che si attaccavano tra di loro tramite i reparti di volo: per le basi terrestri era la stessa cosa). Durante l'avvicinamento il Tornado di 'Robbie' Stewart venne 'beccato' da 12 km da un sistema radar, poi mentre avvicinava e accelleravaaccelerava a 1000 km per sganciare le bombe, salendo necessariamente di quota, arrivò un missile. L'aereo scartò a sinistra, il pilota Waddington (che evidentemente sul Tornado non ha modo di lanciare il chaff, con i comandi solo per il navigatore) urlò di 'chaffare' ma troppo tardi. L'aereo venne abbattuto, forse da un Roland (il primo Tornado abbattuto da un missile fu, pare, colpito addirittura da un vecchio SA-2) e i due finirono prigionieri. Certo che la sorte era piuttosto rabbiosa contro il distaccamento di Muharrah, visto che su 24 equipaggi 3, tutti quelli perduti fino ad allora, erano stati abbattuti, il che lasciava davvero poche speranze di sopravvivenza 'se' le cose fossero andate in quel modo ancora a lungo. Nella notte del 20-21 vi fu l'ultimo attacco con le JP-233, sempre da Muharraq, con 8 aerei diretti a Jarrah (di cui 4 armati con bombe da 454 kg). Due andarono in avaria, due non riuscirono a rifornirsi, solo 4 (2 con bombe e due con JP) quindi attaccarono la base e seppure indenni, ebbero ancora a che fare con una contraerea feroce e determinata. Da Tabuk decollarono 8 aerei con bombe da 454 kg per bombardare la base H-3 (n.b. negli ultimi attacchi mensionatimenzionati le bombe non sono più usate come attacco 'loft' anti-flak, ma come armi convenzionali), altri 8 contro Al Taqaddum appoggiati da due con gli ALARM. Non vi furono perdite causate da azioni nemiche, ma poco dopo il decollo l'aereo del Wing Commander Heath manifestò una grave avaria: poteva virare solo a destra. Si liberò delle bombe e circuitò sopra Tabuk per un'ora, ma alla fine venne abbandonato dopo averle provate tutte per salvarlo.
 
Questa campagna di attacco aereo anti-aviazione fu devastante per entrambe le parti, ma alla fine ne soffrirono più gli irakeni che riuscirono nei primi 4 giorni a fare solo una trentina di missioni al giorno e perdere 16 aerei in combattimento aereo senza forse contropartita. Dopo la neutralizzazione delle difese irakene strategiche, ovvero gli aeroporti e molti radar e missili SAM a lungo raggio, vennero finalmente sospese le missioni a bassa quota e la RAF, artefice di molti dei danni subiti dagli irakeni, perse sì altri 2 Tornado, ma in quasi 6 settimane di guerra.
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Tra le tante missioni della RAF v'erano quelle della notte del 29 gennaio: 10 aerei di cui 8 con 8 bombe da 454 kg e 2 con missili ALARM contro Al Taqaddum, 75 km S.O. di Baghdad, 8 con bombe da 454 kg contro un deposito di carburante ad Al Diwaniyah nonché l'aeroporto di Jarrah. Con l'equivalente di 3 1/2 squadroni di Tornado IDS questo ritmo venne mantenuto per settimane. DAl 2 febbraio iniziarono massicce azioni diurne, con l'uso delle prime bombe Paveway grazie al supporto dei Buccaneer S.2 col vecchio pod Pave Spike AQ-152, ma i Tornado il alcuni casi avevano anche il sistema TIALD ognitempo. I Jaguar si sono dati molto da fare con lo squadrone composito di Thurmayt, già dopo 10 ore dal debutto dei Tornado con bombe da 454 kg, CBU da 272, razziere da 70 mm. Queste ultime hanno i nuovi razzi CRV7 canadesi, che sono armi micidiali, avendo la caratteristica di una traiettoria piatta e molto precisa essendo ordigni iperveloci da oltre 1000 ms, circa il doppio (con una energia cinetica 4 volte maggiore) dei razzi normali e capacità perforanti paragonabili a quelle di un cannone: tutt'altra questione rispetto ai vecchi tipi come gli SNEB e affini da 51-68 mm. Il 30 gennaio 8 Jaguar distrussero una batteria di obici vicino a Kuwait City (20 km a Nord), mentre 5 altri attaccarono un centro di comando a sud, obiettivo colpito anche da altri 4 aerei. Sempre il 30 hanno colpito, assieme ad alcuni A-6, con bombe, razzi e cannoni 3 navi da sbarco leggere 'Polnocny'. Certo che i Jaguar, sia francesi che inglesi si sono dimostrati aerei sorprendenti. I Jaguar inglesi non avevano armi guidate di sorta, in genere avevano due missili sopra le ali, due pod ECM o lanciatori ai piloni subalari esterni, 2 -4 bombe o due razzi in quelli interni, 1 serbatoio ventrale. E' vero che molte missioni sono state annullate per il cattivo tempo, che i Jaguar non gradiscono certo: però le bombe da 272 kg BL 755 di seconda generazione si sono dimostrate micidiali nel loro debutto operativo, più valide rispetto a bergali di tipo 'generale'. I razzi CRV-7 con 1250 ms di velocità a termine combustione possedevano una gittata di 6.5 km. Lanciati da razziere da 19 colpi come al solito per le armi di questo calibro, si sono dimostrati efficaci anche contro bersagli corazzati. In tutto ne sono stati usati 700.
 
Piccoli, veloci, stabili, difficili da rilevare otticamente e ben pilotati, con una ridotta emissione termica, i Jaguar si sono dimostrari apparecchi di tutto rispetto. Certo è difficile capire come abbiano nondimeno fatto a non riportare nemmeno una perdita in azione, nelle centinaia di missioni svolte spesso solo con armi non guidate (sempre nel caso dei velivoli inglesi) quando fior di macchine come Tornado, F-15E, A-6, AV-8 e A-10, per non dire degli F-16, hanno subito danni non indifferenti. Certo il fatto di essere bimotori li ha salvati dalla perdita in azione come successo ad un apparecchi francese colpito in un motore da un MANPADS, ma anche i Tornado sono bireattori, come quasi tutti gli altri tipi summensionatisummenzionati. Resta insomma una mistero come gli aerei di questo tipo non abbiano subito perdite quando i loro successori molto più evoluti sì: il tipo di bersagli e di scenari può spiegare alcune cose, la comprovata affidabilità della macchina -basti pensare all'Operazione Epervier e all'attacco a Oaud Doumm- altre, ma anche così è strano come la sorte possa essere benevola in certe situazioni e non in altre: con 10 Tornado perduti delle varie aviazioni, ci si sarebbe potuti aspettare, e forse ci si aspettava, un numero quantomeno doppio di Jaguar distrutti; invece l'unico aereo perso fu una macchina inglese in addestramento, poco prima della guerra e ciò nonostante fossero apparecchi primitivi rispetto ai Tornado; mentre anche contro obiettivi tattici non si trattava di missioni facili, con parecchi A-10 e AV-8 abbattuti dall'antiaerea irakena. Insomma, il Jaguar nel Golfo è un caso da studiare: e meno male, che non sia stato ottimizzato con qualche sistema di navigazione e attacco notturno-ognitempo, altrimenti avrebbe operato anche meglio (e la cosa poteva esser fatta: dopo tutto, gli A-7 USAF sono stati in parte convertiti con l'antenato del pod LANTIRN, ovvero il LANA per ottenere capacità d'attacco notturno, similmente a quello che venne fatto con gli A-7E della Marina).
 
== Note ==