Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/URSS-2: differenze tra le versioni

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I Sovietici furono in grado di produrre già nel '41 i loro primi sistemi: quelli da 82 e da 132 mm. Questi ultimi, molto temibili e temuti, erano montati su rotaie di lancio e avevano una testata da 16 kg recapitabile a 8,2 km. Erano i BM-13, talmente rispettati da essere utilizzati per decenni a fianco di razzi moderni, con alette ripiegabili (dentro ad appositi tubi, vedi il BM-14 e BM-21). Questi razzi diedero un fattivo contributo alla vittoria sovietica e oltre ai danni incutevano un notevole timore ai soldati, che venivano, nell'arco di secondi, bersagliati da dozzine di granate (cosa difficile da fare con le artiglierie). Un effetto 'sorpresa' decisamente temibile. I razzi da 300 mm invece non avevano abbastanza gittata e nel dopoguerra verranno rimpiazzati senza rimpianti dai BM-24 (11 km).
 
Ecco qualche altro particolare in più su queste armi d'attacco. I razzi non sono un'invenzione moderna, nemmeno in termini militari. Già gli Antichi conoscevano miscele incendiarie e primordiali fuochi d'artificio o di guerra, come il segretissimo 'fuoco greco'. Francesco Bacone aveva scritto riguardo di come ottenere 'tuoni' mettendo una miscela di sostanze apposite dentro un tubo chiuso. Gli Arabi lanciarono ordigni contro le forze di Luigi IX durante la settima crociata, nel 1250, i Mongoli contro gli arabi nel tragico attacco a Baghdad nel 1258. Ma nel XV secolo ai razzi si preferiranno le bombarde, certamente più pesanti ma più precise. I razzi tornarono nelle cronache durante le battaglie del tardo 1700 dai Rajah indiani contro gli Inglesi. Erano razzi che avevano una caratteristica piuttosto strana: erano lanciati non con un bastone, ma con una specie di lama a mò di spada, in acciaio, che all'impatto sul campo avversario tendeva a ruotare falciando quello che trovava. C'erano anche diverse armi di tipo 'normale', sempre con struttura in ferro di 3-6 kg e bacchette di lancio di 2,5 m per una gittata dai 2.500 metri. Le cariche esplosive erano più promettenti. In ogni caso questi razzi, che terrorizzavano i cavalli in particolare, e impressionarono il col. William Congreve, all'epoca molto giovane, che cominciò a studiarli per l'impiego con l'esercito britannico dal 1801. E così dal 1805 al 1813 le navi di Sua Maestà tirarono contro le città costiere, come Copenaghen, centrata da 25.000 razzi, e un reparto d'uso dei razzi, il Rocket Corps, partecipò poi alla battaglia di Lipsia, contribuendo a battere Napoleone. Si trovano persino accenni dei razzi nell'Inno nazionale americano (quelli lanciati nel 1812 contro il forte McHenry a Baltimora, nella guerra tra inglesi e americani). E Congreve non mancò nemmeno di elencare i tipi di razzi che erano già molto evoluti all'epoca di tale pubblicazione, il 1817, con portate di 1800-2700 m, che potevano essere esplosive, ma anche perforanti (semi-perforanti?), incendiari, shrapnel, e persino illuminanti con un piccolo paracadute, per un peso che nel caso degli shrapnel era di 5,4-14,5 kg, con dentro una piccola carica esplosiva e 48-200 pallottole da fucile. Al solito c'era un sistema di governali a bacchetta, mentre i lanciatori avevano struttura di rame sottile. Siccome i razzi erano economici e facili a portare, con lanciatori leggeri simili ad una scala a pioli, si trattava di un tipo interessante, ma impreciso. Per migliorarlo a metà del XIX secolo si ebbe una notevole innovazione con l'orientamento degli ugelli fatto da W.Hale, cosa che migliorò molto la precisione perché induceva un movimento rotatorio attorno all'asse, come i proiettili di artiglieria a canna rigata. Alcuni anni dopo, il colonnello inglese Edward M. Boxer ebbe l'idea di aggiungere ai razzi un secondo stadio, in modo da aumentarne la gittata. Così Congreve, che pensava che un giorno i razzi avrebbero sostituito i cannoni, non fu del tutto dimenticato. Anche se certo non fu un gran bene per chi ne subì le conseguenze, per esempio nel Risorgimento in Italia, nella Guerra civile americana, in azioni coloniali da parte inglese. Ma l'uso di artiglierie leggere, obici, cannoni, a canna rigata fece sparire apparentemente in maniera definitiva i razzi, anche se durante la I GM vennero usati per compiti di segnalazione e illuminanti. Sembrava la fine del razzo bellico, a parte limitatissime eccezione come i razzi anti-dirigibile francesi, simili a fuochi d'artificio, tirati da batterie a rampa nelle ali degli aerei. Ma era solo un intermezzo, perché negli anni '30 nuovi studi vennero fatti a Leningrado, con un ufficiale del Genio, tale Boris Petropavlovski, che però morì nel '35. Per questo il padre dei razzi sovietici spesso è indicato in Andrej Kostikov, e tali armi sembrarono promettere tanto che esse divennero un'arma segreta, manovrata solo da personale dell'NKVD, che era una polizia speciale discendente dal GPU e madre del KGB. I Sovietici ovviarono a molti problemi, in particolare al fatto che i razzi erano troppo visibili per la nuvola di detriti che facevano quando partivano da rampe terrestri. La cosa non poteva essere risolta per la scia, ma montando i razzi su rampe a I sopra autocarri, si risolse parte del problema dato dalla nuvola sollevata, e permetteva di scappare dalla reazione dell'artiglieria e mortai, visto che la portata non era sufficiente per starne fuori. Questi erano i 'Kannoni Kostikov', vera artiglieria semovente, che poi venne soppiantato dal termine Katjusha durante la guerra. I razzi erano da 82 o 132 mm, i primi erano con ogni evidenza i parenti stretti dei tipi sperimentati sugli aerei (a parte i primissili RS-75 da 75 mm) durante gli anni '30, i secondi invece vennero probabilmente adattati al loro uso. In ogni caso, il razzo primigenio usato dalle artiglierie era l'RS-82, lungo appena 60 cm, pesante 8 kg di cui 1 per il propellente e 3 per la testata, con alette di stabilizzazione e un ugello con tubo di Venturi, per una velocità a termine combustione di 315 m.sec e una gittata tutt'altro che disprezzabile di 5.500 m. Il lanciatore era su due file di rotaie per 14 e 12 razzi su rotaie lunghe 1,88 m superiori (14 sopra e 12 sotto la struttura a T) e una fila inferiore di altri dieci, per un totale di ben 36. I razzi erano tirabili in coppie in rapida successione con un'accensione elettrica e l'alzo era di 15-45 gradi, brandeggio di dieci gradi, l'autocarro era lo ZIS-6 da 2,5 t del '34, peso totale da 4,230 t con capacità di trasporto su strada di circa 4 tonnellate, grazie alla sua robusta struttura a sei ruote. Vennero poi usati largamente anche autocarri americani e carri leggeri T-60 se non anche T-70 appositamente modificati, mentre non mancarono razziere da 8 colpi o da 48 su GAZ-63 costruiti dal 1944. Ma presto i razzi principali erano diventati i BM-13 o BM-13-16, con ordigni ben più potenti. Il loro impiego con iniziò l'agosto del 1941, mentre il 15 luglio debuttarono i razzi da 82 mm con una massiccia e terrificante salva di 320 ordigni impattati vicino a Rudnja, spaventando i soldati tedeschi come quelli sovietici: nessuna delle due parti sapeva dei razzi, nemmeno dei Nebelwerfer che anche i Tedeschi stavano sviluppando.
 
Il 15 agosto, nel fronte di Kiev, partirono salve di otto razzi dei BM-13, con razzi RS-132 (il calibro in mm), ordigni da 1,42 m per 42,5 kg, peso testata 18,5 kg e propellente 7 kg. La velocità raggiungibile, ancora meramente sonica o poco oltre, era sufficiente nondimeno per raggiungere gli 8.500 m. Le rampe erano a doppia T con 8 di esse con due razzi, uno sopra e uno sotto, per un totale di 16, autocarri ZIS-6 o 150, poi dal' 44 i GAZ-63, mentre non sarebbero mancati lanciatori su scafo dei T-60, T-70 e trattori cingolati STZ-5. Questi razzi erano tanto longevi, che continuarono anche negli anni '80 ad essere impiegati, anche se solo come ordigni d'addestramento e al più di riserva, avendo gittata e testata di tutto rispetto. Aumentando la potenza si assistette nel '42 ai razzi 'Vanjuscia' che avevano ordigni M-30, calibro 300 mm, peso 158 kg, gittata di 2.800 m. Erano certamente scarsi in portata, ma potevano causare danni enormi dove colpivano, in azioni essenzialmente d'attacco. Dal '43 si aggiunsero razzi da 310 mm, pesanti 'solo' 92,5 kg, ma con portata di 4.800 m. Erano in tutti i casi tirati da lanciatori statici a 4 rampe. Solo il TS-31, pesante 95 kg, venne installato su autocarri americani o sovietici. Naturalmente vi erano rampe multiple, stavolta però da 12 armi in una specie di gabbia a parallelepipedo di 3 m di lunghezza e 2,13 di larghezza, alzo 10-50°. Era l'antenato, anche se di portata limitata, del potente BM-24. Altri ordigni comparsi, ma di cui si hanno scarse notizie, erano armi come quella da 280 mm prodotta a Leningrado dagli assediati, c'era un'arma da 200 mm e 57 kg, un'altra da 14 kg e 120 mm con portata di 5 km, che comparve nel '42. I Sovietici della prima batteria sperimentale sui BM-13 tirarono tutti i circa 600 razzi disponibili in quell'estate del '41, assistiti da un obice da 122 per gli aggiustamenti di tiro. Poi distrussero i materiali rimasti. I Tedeschi sul momento pensavano che i loro avversari avessero armi come 'cannoni automatici', e ne vennero impressionati.