Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest: differenze tra le versioni

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I Semoventi Gepard erano soggetti al programma NDV per un totale di 147 mezzi dei 420 presenti dal '76 nell'Esercito tedesco. Con interventi mirati alla manutenzione si pensava nondimeno anche di sostituire il sistema compunterizzato analogico con uno digitale e munizioni avanzate, sistema di raffreddamento per il comparto di combattimento e in generale miglioramento del rendimento operativo e disponibilità. Era previsto che il potente sistema antiaereo tedesco venisse aggiornato entro il 2002.
 
Il programma GTK/MRAV/VBCI era per un nuovo mezzo corazzato per la fanteria, e ruotato per sostituire gli M113 e gli FV432. Il consorsio per l'aggiornamento era l'ARGE che comprendeva Rheinmetall, GKN e GIAT. Il programma tattico venne elaborato nel febbraio 1990, quindi ancora ai tempi della Guerra Fredda (in fase però rapidamente calante), ma la definizione avvenne solo 5 anni dopo. Era destinato a sostituire anche l'M113 e nacheanche il Fuchs, con migliori capacità di sopravvivenza, affusto polivalente per mitragliatrici e altre armi, elevata mobilità e carico utile, così come anche per il volume. Ci si era orientati su di un grosso blindato 8x8 con peso fino a 36 t, oppure se con i tipi 6x6, fino a 27 t. Quest'ultimo, considerato il tipo-base, era da 24-26 t con motore da 380 kWh, velocità 100 kmh e autonomia di 750 km. Le dimensioni sarebbero state di 6,6 m e passa, 3 m di larghezza, 2,2 di altezza, con 5 t o 11-12 m3 di carico, e ruote run-flat. La Francia si aggregò il 18 marzo 1993, la Gran Bretagna nel '96, con diversi team concorrenti: l'AG-GTK con la Krauss-Maffei, MAK e Wegmann, oltre la GKN; il secondo era il TEAM, con la Henshel e KUKA, Vickers e Panhard. Le offerte sono state presentate il 1 aprile del '97 con un vincitore proclamato si sperava, nel '98.
 
 
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I missili controcarri 3LR a guida IR automatica erano i TRIGAT LR con gittata fino a 4.500 m, e capacità antielicotteri e fire-and-forget, resistenza alle ECM e capacità perforante, che sarebbe stato il successore dei MILAN e HOT. il PARS 3MR era il TRIGAT MR, con gittata di 2 km, cosviluppatoco-sviluppato con la Francia, Belgio e Olanda, simile al 'fratello maggiore', ma per la fanteria, anche lanciabili da mezzi corazzati.
 
Il Panzerfaust 3 - Bunkerfaust erano armi anticarro e antibunker, con munizioni con testata doppia con effetto anche antibunker. Il drone d'attacco Taifun era invece un sistema da 150 kg al decollo e autonomia di 4 ore, capace di essere usato per attacco con testata radar millimetrica (MMW) e testata HE/HEAT, capace di identificare ed attaccare un bersaglio e un operatore umano che supervisiona e dà ordini tramite un data-link. Il Taifun era stato iniziato, come programma, nel '97, per essere comprato in ben 2.592 esemplari, da mettere in servizio nei primi 18 nel 2006. Il drone da ricognizione è invece il Brevel, con un raggio d'azione di 30 km, da consegnarsi in sette esemplari dal 2001 al 2007. Erano anche previsti sviluppi ECM e altri carichi per 50 kg al massimo.
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La Spagna ha avuto gli 2A6E che sono chiamati 'Leopardo', il quale è simile allo standar A6, ma con un BMS del tipo LINCE, anche migliore di quello dei mezzi svedesi e sviluppato congiuntamente da ditte spagnole e tedesche, compatibile oltretutto con il sistema informatico dell'Esercito SIMACET. Esiste anche una APU per risparmiare carburante e sistemi di visione per capocarro e puntatore migliorati, della Indra (un'industria locale). Poi è giunta la Grecia, che nel 2002 ha scelto il Leopard 2A6 ordinandone 170 come Leopard 2HEL o EX, da consegnarsi dal 2005 in poi. Dopo i primi 30 costruiti in Germania, gli altri sono realizzati localmente dalla EWO, prevedibilmente entro il 2009. E' simile al LEOPARDO, ma con sistema di mira EMES-15 con raggio utile portato a 6 km e cannone da 120/55, sistema di visione per capocarro e cannoniere OPHELIOS e apparato di comunicazione a banda larga WISPR. 56 carri sarebbero stati destinati al compito di mezzi comando, e quindi dotati di radio aggiuntive. Nel frattempo gli Svizzeri per i loro Pz.87 (Leopard 2A4), comprati in 380 esemplari nel 1987-93, hanno pensato di modernizzarne 150 con un intervento simile a quello del programma KWS II. La locale Ruag ha proposto un sistema con corazze maggiorate sul tetto (20 mm) per resistere meglio al munizionamento d'attacco e una torretta telecomandata da 12,7 mm per il servente, BMS VIINACCS nonché una migliore protezione contro le mine. I primi due '''Pz.87WE''' (sta per Wertherhaltung) hanno fornito prestazioni positive.
 
Quanto ai particolari delle modifiche di cui sopra, la potenza di fuoco attira certo l'attenzione perilper il cannone da 120 L55, sempre della Rheinmetall, già autrice del precedente L44 che ha, tra l'altro avuto come clienti gli USA e Israele. Con la nuova b.d.f è possibile sparare la granata DM53 APFSDS a ben 1.750 m.sec, con una energia alla bocca di 12,8 MJ, ovvero circa il 30% superiore rispetto agli oltre 9 MJ del cannone precedente. Ma anche questo, se non lo si vuole sostituire, può essere migliorato, con lo smorzatore di rinculo K900 al posto del K600, il che rende il cannone compatibile con la DM53, anche se la Vo. cala a 1.670 m.sec per un totale di 11,5 MJ di energia, il che significa che il penetratore vero e proprio pesa circa 8 kg. Esiste anche la DM 63, che è stata adattata dai Finlandesi e che permette di tirare i colpi con l'uso di una nuova polvere pirica, che è capace di conservare pressoché stabilmente le sue prestazioni senza riguardo per la temperatura, almeno entro 0/+70°. Sotto i 10° è addirittura superiore alla DM53 quanto a prestazioni, nonostante che la velocità dichiarata della munizione sia solo di 1.650 m.sec (naturalmente, però, con il pezzo da 120/44). Questa munizione è compatibile con il cannone anche per un altro motivo: la pressione nella camera, nell'intervallo -46 e +70° resta sotto i 570 MPa durante la fase dello sparo. Altre munizioni sono una granata HE programmabile, con scoppio a contatto o in aria con timing dipendente dalla distanza del bersaglio. Questo significa che essa è capace di esplodere, ingaggiando una postazione di fanteria, direttamente sopra le teste dei difensori, superando quindi i problemi del tiro diretto, che magari verrebbe arrestato da costoni rocciosi o da muri. Naturalmente questa granata è anche una buona notizia nel settore della lotta anti-elicotteri, visto che non occorre più un centro pieno per distruggerli o danneggiarli: dopo che il telemetro laser e il computer balistico stabilisce l'apposita soluzione di tiro, parte il colpo che va ad esplodere da qualche parte vicino al bersaglio, anche se non dovesse centrarlo in pieno. Un altro tipo di munizione (in entrambi i casi i carri russi hanno fatto da apripista) speciale è il missile LAHAT israeliano, di cui il Leopard 2 è il primo MBT europeo a dichiarare la compatibilità. E' un'arma a guida laser da 8 km di gittata, quindi largamente al di fuori della gittata utile dei cannoni con munizioni normali (come dev'essere visto il costo dei missili rispetto a quello dei proiettili), guidata da un laser multifunzione della El-Op israeliana.
 
[[File:Leo2pso_009.jpg|350px|right|thumb|Il Leopard 2 PSO]]
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===Il PUMA e l'evoluzione del panzergrenadiere<ref>Po, Eugenio: ''PUMA'', RID giu 2006</ref>===
I Tedeschi furono antisignaniantesignani della meccanizzazione della fanteria, sia pure con i limiti dei mezzi disponibili negli anni '30 e '40. La meccanizzazione dell'Esercito tedesco, in realtà, era inferiore a quanto si potrebbe immaginare: per tutta la guerra, l'uso di cavalli, muli e ogni sorta di mezzo civile e militare catturati fu la prassi (i quadrupedi non furono usati solo nel teatro africano), e anzi verso la fine, con le crescenti carenze di carburante, i Tedeschi usarono ancora di più gli animali da soma. I quali non solo non consumavano idrocarburi, ma potevano all'occorrenza anche essere macellati per ottenerne cibo. Ma l'impressione di modernità data dall'esercito tedesco era dovuta non alla superiorità di mezzi, ma al loro uso tatticamente moderno. Mentre i Francesi, per esempio, avevano migliaia di cingolette porta-armi e materiali, ma non riuscirono a scostarsi dalla pratica di rallentare i carri alla velocità della fanteria. I Tedeschi, invece, resero la fanteria veloce quanto i carri. Per farlo c'erano due vie. Una era il mezzo interamente cingolato, ma si trattava di un lusso. L'altra erano rimedi che spaziavano dall'uso degli stessi carri per portare i fanti (del tutto esposti alle offese nemiche), all'uso di mezzi semicingolati. La mobilità era fondamentale sul campo di battaglia, e gli scafi a ruote multiple e a trazione integrale, molto costosi, vennero piuttosto dati ai reparti da ricognizione. Alla fine restavano solo i semicingolati, complessi da produrre ma non molto costosi. Il Mod. 251 fu il classico mezzo della categoria fin dal '39, offuscato in parte solo dai mezzi americani, dalla sagoma meno inclinata (specie fui fianchi). Questo semicingolato, per quanto più lento dei tipi americani era un eccellente veicolo, anche se esposto sul tetto alle offese nemiche, perché era a cielo aperto. Nel dopoguerra l'uso tattico della fanteria meccanizzata non fu certo dimenticato e la NATO si dotò di numerosi mezzi della categoria. I Tedeschi, ripartito il loro esercito dalla metà degli anni '50, adottarono l'HS-30 o Spz-12-3. Si trattava di un veicolo di progettazione francese, che aveva varie innovazioni per l'epoca. Una era la sagoma bassa e assai sfuggente; un'altra era la corazza piuttosto spessa; ma forse era particolarmente degna di nota la torretta armata di una mitragliera calibro 20 mm, un tipo sensibilmente più potente delle armi da 12,7, anche se molto più costoso. Tant'é che ben presto ci si è orientati verso il 20 mm ad alte prestazioni e poi verso un più decisivo sistema da 25 mm. L'Spz-12 non era privo di difetti, per esempio il motore a benzina che garantiva una buona, ma non eccezionale autonomia su strada di 400 km. Al suo interno c'erano solo 6 fanti più l'equipaggio, anche se erano in grado di combattere anche da dentro il mezzo. Nell'insieme era un veicolo non del tutto soddisfacente, ma pur sempre un mezzo confrontabile concettualmente con l'IFV piuttosto che un semplice APC. Mezzi coevi all'epoca erano l'AMX-13 VCI e L'Pbv 302 svedese. L'HS-30 venne prodotto in oltre 1.800 esemplari ed era concepito per operare assieme ai carri M48. Ma il Leopard era un veicolo più veloce e, forse sopratutto, con motore diesel. Per operarvi assieme il 1 gennaio 1960 venne dato origine al programma MARDER, sviluppato con l'aiuto svizzero. Di questo possente mezzo vennero prodotti 2.136 esemplari dal 1970 al 1976, ma altre fonti parlano di circa 3.000, forse riferendosi al totale della famiglia, che non comprendeva solo l'IFV ma anche i carri armati leggeri TAM, i blindati antiaerei con i missili Roland 2 ecc. I carri, tra l'altro, diedero origine all'IFV sullo stesso scafo, noto come LTCP. Il Marder era un veicolo ammirato e valido, ma sebbene ideale per operare con i Leopard di fatto non venne mai esportato al di fuori della Germania. Per gli altri utenti, come anche per i Tedeschi (nelle unità di seconda linea) c'erano i più semplici M113. Il costo del Marder era troppo alto, anche per il motore da 600 hp. Del resto il derivato del TAM ne aveva uno del 20% più potente, ma ironicamente doveva operare con il carro più leggero della produzione europea.
 
Il Marder aveva un'elevata mobilità, un'ottima corazzatura e un armamento ridotto, di una torretta Kuka di tipo 'senza equipaggio', con la mitragliera da 20 mm Rh-202, con un'alzo sufficiente anche per il tiro a.a. C'erano due mitragliatrici telecomandate esterne e i fanti potevano usare le armi di bordo dall'interno, mentre molti mezzi hanno ottenuto nel corso degli anni un lanciamissili MILAN, per poter ingaggiare anche i carri armati (ma entro un raggio limitato a 2 km). Per la Guerra fredda andava molto bene e solo il Bradley americano e il Warrior britannico erano paragonabili per prestazioni. Il Marder, con le sue 27 t era il più pesante della classe e sacrificava alla protezione (molto elevata, specie nella piastra frontale superiore) la capacità di galleggiare di molti altri mezzi della categoria. A cominciare dal BMP e dall'AMX-10P, entrambi pesanti sulle 13-14 t.
 
Per il dopo-Guerra fredda andava bene, ma prima o poi sarebbe stato necessario da sostituire. Con che cosa, era un problema aperto. Il Marder 2 era destinato ad operare con il Leopard 2, con 3 uomini d'equipaggio e 7 fanti, un armamento senza missili ma con una potente (e molto costosa) arma bicalibro da 35/50 mm RH 503, corazza spessa e motore da 1.000 hp per una massa totale di 42,5 t. Il prototipo venne usato per un ciclo di prove molto intenso, ma non ebbe seguito. Così gli oltre 1.000 esemplari da costruire non vennero mai realizzati e il capostipite si trova adesso nel museo di Munster (dedicato alle truppe corazzate). Il programma, cancellato nel 1992 sull'onda della riunificazione e relativi costi, lasciò il Marder come unico mezzo della categoria nell'Heer, ma progressivamente invecchiato nel tempo, specie perché l'arma da 20 mm, sempre meno efficace contro i blindati moderni, non è stata sostituita con quelle da 25. Nel 2000 si ritornò sulla questione e all'inizio del 2002 venne stabilito a che requisiti dovesse rispondere il futuro SPz-3, diventato improvvisamente una priorità per l'Heer. Il peso doveva essere di 32, 40 o 45 t, variabile a seconda delle necessità (corazza modurale). Nondimeno, doveva essere trasportabile dagli A-400M, grazie allo smontaggio delle corazze pesanti; doveva essere ben protetto contro razzi da fanteria, cannoni automatici e mine, e possedere un sistema ECM contro i missili, dato che sarebbe stato troppo difficile resistere a questi ultimi con la sola protezione. In pratica il mezzo sarebbe stato vulnerabile solo ai cannoni dei carri armati. Poi avrebbe dovuto essere riccamente equipaggiato di elettronica (vetronica) e con un nuovo motore di tipo diesel-elettrico. In sostanza, si trattava di un mezzo ibrido, come alcune auto moderne, ma con la complicazione che si trattava di un cingolato di circa 40 t. Sviluppare questo mezzo dalla Rheinmetall e Krauss MAfferiMaffei Wegmann fu però complicato per contenere i costi, al punto che il Ministero della Difesa pensò di abbandonare il programma e comprare mezzi stranieri come il Warrior o addirittura il BMP-3 russo (del resto l'Heer ha avuto per anni centinaia di BMP-1 modificati in servizio, eredità della NVA). Il CV-90 era un altro candidato, e data la sua modernità, una scelta del tutto plausibile, sebbene meno corazzato del desiderato. Alla fine, però, il PANTHER continuò la sua avanzata, fino a chiamarsi, dopo ulteriori evoluzioni, PUMA. Dei 1.152 mezzi previsti, però, solo 400 vennero confermati. Già nella seconda metà del 2002 quasi tutte le caratteristiche finali del mezzo erano state decise, fino a che nel 2003-07 dovevano essere provati i prototipi. L'avvio del programma fu il 20 settembre 2002 con un contratto di studio da quasi 200 mln di euro per il consorzio PSM, il che comportò la nascita di un dimostratore tecnologico completato nel 2005. Era a quel punto previsto che il mezzo, nato con contributi di numerose ditte (tra cui EADS, H&K, Honeywell ecc), fosse seguito da 4 mezzi di pre-produzione costanti ben 363 mln di euro, per poi essere seguiti da altri 405 per un costo di 2,7 mld, a partire dal 2009.
 
Progettato al computer (CAD) con il lavoro di oltre 200 ingegneri, il PUMA è un mezzo apparentemente tradizionale, ma in realtà è un concentrato di tecnologie di alto valore, nato per essere compatibile con l'A-400M e le sue 31,45 t di carico utile. Nondimeno, per operare con tutti i sistemi previsti si è dovuto ridurre il peso con l'uso di leghe leggere e corazze modulari, mentre la torretta è diventata di tipo telecomandato (come sul Marder, ma con una tecnologia diversa); il volume interno, che accoglie 3+6 uomini, è stato contenuto in 10 m3.
 
Il mezzo ha dimensioni di 7,33x3,71x3,05 m, dunque un veicolo dalle misure importanti, sebbene ridotte dalla presenza di una squadra di appena 6 elementi contro i 7 dell'M2, e gli 8 del CV-90. La torretta è molto arretrata e le ruote sono solo 5 per lato.
 
Apparentemente è solo un grosso mezzo moderno della categoria. In pratica è tutto di una generazione avanti rispetto agli altri suoi predecessori. La torretta è telecomandata, il che rende possibile farla più bassa e sopratutto senza il cesto di torretta, che ingombra moltissimo dentro il vano di combattimento, già affollato da una squadra di fanteria e i tanti equipaggiamenti che attualmente sono in uso (con zaini pesanti decine di kg). Tutti i componenti della torretta sono così superiori allo scafo, eccetto ovviamente i comandi, il che evita anche l'accumulo di gas di sparo all'interno del mezzo. Grazie a studi come il VERDI inglese si è maturato negli anni '90 un modo di integrare i sistemi meccanici con quelli elettronici senza precedenti, sistemando l'equipaggio dei veicoli dentro lo scafo. Così tutti e tre gli uomini d'equipaggio sono davanti, conduttore a sinistra del motore e puntatore e capocarro dietro affiancati, più i sei fanti nella parte posteriore del mezzo. La torre è spostata a sinistra e così il capocarro ha una piccola cupola di osservazione indipendente. I sedili sono ergonomici e l'impostazione degli interni aeronautica. Vi sono sistemi NBC e antincendio dei tipi più recenti. Si pensa poi a derivati come i portamortaio da 120 mm e magari in futuro, anche un carro da battaglia, successore del Leopard 2. Come del resto accadde con il Marder divenuto TAM grazie ad una compatta torretta da 105 mm.
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I sistemi di controllo del tiro sono modernissimi e tali da mettere il PUMA in una categoria a sé, almeno per il momento. Al suo interno vi è persino un sistema a fibra ottica che consente di vedere in vari schermi quello che riportano i sensori (è il Video Matrix), più il Can Bus per il dialogo tra i sottosistemi e anche l'implementazione di nuovi apparati senza praticamente modifiche. IL capocarro ha 5 iposcopi e schermi touch-screen per riportare le immagini del periscopio panoramico, che ruota indipendentemente osservando i 360° con copertura -15/+45°; è stabilizzato, con tre ingrandimenti, campo visivo tra 22,2x16,7° e 2,8°x2,1°, 6 Mpx di risluzionerisoluzione diurna, camera termica ATTICA notturna di terza generazione da 384x288 px, t.l. LDM 48, 2 camere CCD. Il tutto nella struttura corazzata sopra la torre, a sinistra del cannone. I tedeschi erano stati antisignaniantesignani con i periscopi PERI di sistemi di visione in posizione nettamente dominante sulla torretta, ma questo è un sistema di nuova generazione, più simile ad un sistema aereo o navale che uno per mezzi terrestri. Quanto al puntatore, ha un sistema stabilizzato sempre entro 40 mrad, il WAO, stessi ingrandimenti (ovvero fino a 8x). Il guidatore ha 3 iposcopi e uno schermo per la marcia all'indietro; i fanti hano 4 telecamere, 2 iposcopi, un sistema periscopico rotante e 2 LLTV, più due display per vedere quello le immagini termiche dei sensori principali. Da notare che, dato il disassamento della torre a sinistra, su questo lato siedono solo due fanti mentre gli altri 4 sono su quello destro.
 
Il PUMA è quindi stato concepito sulla stessa linea di condotta del MARDER. La protezione, persino nella classe A (31 t) è superiore a quella di ogni altro mezzo della classe (come del resto il peso); non sono note le caratteristiche dei package di protezione, ma sono anni che oramai si è smesso di misurare quest'ultima in mm di acciaio e gradi di inclinazione. Inoltre i package sono aggiornabili o sostituibili a seconda della necessità. Tutto questo ha un costo, mentre il mezzo trasporta appena 6 fanti che quindi hanno circa 6,5 t ciascuno disponibili, contro 1,2 dell'M113. Il costo del Marder era a suo tempo il maggiore della categoria; lo è anche nel caso del PUMA, che vale 7 mln di euro al mezzo. Il peso poi rende impossibile trasportarlo da un C-130, che è ancora il trasporto più diffuso. Sarebbe quindi opportuno un veicolo meno pesante e impegnativo, ma sempra che di fatto i nuovi mezzi per la fanteria ora come ora sono costituiti o da grossi 'gipponi' ruotati, oppure da cingolati di grosse dimensioni e pesi sufficienti per sostenere battaglie ad alta intensità e operazioni in ambiente urbano, dove sotto a qualunque tombino può essere in agguato un tiratore di RPG o una mina improvvisata (IED) ma di grande potenza distruttiva.
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Da allora gli indugi e le resistenze, nel bene e nel male, sono stati superati. Oggi la Germania fa parte di ISAF (Afghanistan), EUFOR (Bosnia), e di Enduring Freedom in Oman. Così si è presa la sua parte del carico che adesso viene chiesto alle F.A. mondiali, quello di combattere il terrorismo e l'instabilità politica, necessità del tutto diverse da quelle della vecchia Guerra fredda, con enormi schieramenti di uomini e mezzi oltre confine.
 
La 10a Panzerdivision è, assieme alla 13a Meccanizzata di Lipsia, parte delle 'Forze di stabilizzazione', che sono quanto disponibile nella Bundeswher accanto a quelle chiamate 'Forze speciali' , che sono di combattimento vere e proprie. Queste due divisioni, invece, sono destinate alla 'proiezione' in Paesi stranieri, per quanto possa sembrare strano dato che sulla carta sarebbero unità di seconda linea. E invece, di fatto fanno parte della prima scelta per le missioni in cui si combatte davvero, mentre il suolo tedesco non ha praticamente nessuna minaccia da fronteggiare ai propri confini, a parte l'immigrazione clandestina. Per questi motivi, la 10a Panzer di Sigmaringen, ha subito un processo di 'snellimento' formidabile in pochi anni, e ha partecipato nel 2005 sia alle missioni balcaniche che in Afghanistan. Essa aveva, fino a non molti anni fa, un organico realmente mostruoso di ben 32.000 effettivi, anche perché ha 'digerito' l'intera 1a Divisione da montagna, l'unica dell'esercito tedesco, con due brigate di Gebirgjaeger. Entro il 2008 avrebbe assunto la sua connotazione effettiva, scendendo leggermente sotto ai 12. 000 effettivi. Ma come si è arrivati a questa unità 'definitiva'? La sua nascita avvenne nel 1959, con il compito di combattere eventuali invasioni nella pianeggante regione bavarese, dove le due brigate corazzate vennero dislocate. In effetti questa divisione faceva parte delle forze della Riserva, e non era un'unità attiva in tempo di pace. Poi però, proprio dopo il 1991 e quindi la fine della Guerra fredda, venne attivata, ssorbìassorbì il V Comando territoriale e poi la 1a Divisione di cui sopra.
 
Nel 2007, in attesa di completare la ristrutturazione, era costituita dalle brigate seguenti: la 30a Panzergranadierenbrigate di Ellwagen, la 23a Gerbisjaegerbrigade di Bad Reichenhall, ela 12a Panzerbrigade di Amberg. Insomma, una brigata di fanti meccanizzati, una di alpini e una di corazzati, almeno sulla carta: in pratica, una brigata di fanteria meccanizzata, una di fanteria leggera e una di fanteria meccanizzata nominalmente chiamata 'corazzata'. Il fatto è che i carri armati sono stati in larga misura radiati dai reparti, profondamente ristrutturati, e anzi, la 30a brigata sarebbe stata sostituita dalla 12a come principale reparto corazzato della divisione, nonostante che quest'ultima sia stata accorpata alla 10a Panzerdivision solo nel 2006. Dislocata in 4 regioni tedesche, di cui la Baviera è solo una, oramai è slegata dai canoni della Guerra fredda, per i quali sarebbe stata chiaramente troppo leggera e certo indegna di essere chiamata 'corazzata' (con una brigata fanti meccanizzati e una fanti leggeri). Quanto alle sue unità:
 
La 30a brigata aveva due battaglioni meccanizzati, il 294 e 352, su 4 compagnie fanti e una mortai l'uno, e il 363° carri su due cp carri, una terza di riservisti e il 345° btg di artiglieria semovente, unico superstite nel 2007 assieme al 294°. Dei due gruppi d'artiglieria, il 345° e il 225° (per la 23a) erano assegnati alle brigate disponibili ma con organici molto diversi: il primo aveva btr comando, 1 di acquisizione obiettivi, 2 a pieni organici e una di riserva, il secondo aveva una sola batteria di artiglieria a pieni organici e le altre 4 da completare con i riservisti. Il primo aveva 24 PzH-2000 e il secondo, fino a metà 2007 gli M09A3G2, storici semoventi più volte ammodernati, che hanno partecipato alle ultime esercitazioni nel maggio dell'anno e poi sono stati ritirati di lì a poco, entro il 1° luglio. Questa scomparsa non è stata rimpiazzata direttamente: la componente d'artiglieria a livello di brigata è stata sciolta, sostituita dalla compagnia 'pesante' come pedina di fuoco, e solo per la brigata alpini (mortai da 120 mm). Di fatto, l'esercito tedesco ha annullato la politica di unità rigidamente organizzate, formandole con i reparti di cui v'é necessità. In tutto dovrebbero essere 245 gli addetti al comando divisionale, 5.728 quelli della 12a Panzerbrigade e ben 6.893 quelli della 23ima da montagna, quest'ultima suddivisa nei battaglioni 231, 232, 233, il 5° e 230° da ricognizione, l'8° batgbtg del genio, 210° trasmissioni e 8° logistico.
 
Nel caso della 12a invece vi sono 7 battaglioni: 112 e un'unità similare meccanizzati su 5 compagnie (comando, servizi, 3 arma base da 141 effettivi); il 104imo Panzer (3 cp carri, una comando, una riservisti); l'8° da ricognizione, il 4° genio. 4° logistico, e il 4° trasmissioni (unità omonime che rischiano di fare confusione dal punto di vista numerico). I mezzi di questa unità sono i carri Leopard 2 per gli interventi più pesanti e di combattimento diretto, i Marder per la fanteria e i Fuchs da ricognizione. Dal 2010 dovrebbero arrivare i primi Puma cinglati, di cui il dimostratore e 5 prototipi risultano realizzati con un contratto da 386 mln di euro, e a cui dovrebbero seguire altri 405 esemplari di serie, mentre i validi ma vecchi Fuchs verranno sostituiti dai Boxer 8x8. I battaglioni di questa unità hanno perso l'appoggio dell'artiglieria, ma anche quello della cp mortai, in questo caso perché fatti 'cadere' direttamente a livello delle compagnie stesse.