Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest: differenze tra le versioni
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I Semoventi Gepard erano soggetti al programma NDV per un totale di 147 mezzi dei 420 presenti dal '76 nell'Esercito tedesco. Con interventi mirati alla manutenzione si pensava nondimeno anche di sostituire il sistema compunterizzato analogico con uno digitale e munizioni avanzate, sistema di raffreddamento per il comparto di combattimento e in generale miglioramento del rendimento operativo e disponibilità. Era previsto che il potente sistema antiaereo tedesco venisse aggiornato entro il 2002.
Il programma GTK/MRAV/VBCI era per un nuovo mezzo corazzato per la fanteria, e ruotato per sostituire gli M113 e gli FV432. Il consorsio per l'aggiornamento era l'ARGE che comprendeva Rheinmetall, GKN e GIAT. Il programma tattico venne elaborato nel febbraio 1990, quindi ancora ai tempi della Guerra Fredda (in fase però rapidamente calante), ma la definizione avvenne solo 5 anni dopo. Era destinato a sostituire anche l'M113 e
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I missili controcarri 3LR a guida IR automatica erano i TRIGAT LR con gittata fino a 4.500 m, e capacità antielicotteri e fire-and-forget, resistenza alle ECM e capacità perforante, che sarebbe stato il successore dei MILAN e HOT. il PARS 3MR era il TRIGAT MR, con gittata di 2 km,
Il Panzerfaust 3 - Bunkerfaust erano armi anticarro e antibunker, con munizioni con testata doppia con effetto anche antibunker. Il drone d'attacco Taifun era invece un sistema da 150 kg al decollo e autonomia di 4 ore, capace di essere usato per attacco con testata radar millimetrica (MMW) e testata HE/HEAT, capace di identificare ed attaccare un bersaglio e un operatore umano che supervisiona e dà ordini tramite un data-link. Il Taifun era stato iniziato, come programma, nel '97, per essere comprato in ben 2.592 esemplari, da mettere in servizio nei primi 18 nel 2006. Il drone da ricognizione è invece il Brevel, con un raggio d'azione di 30 km, da consegnarsi in sette esemplari dal 2001 al 2007. Erano anche previsti sviluppi ECM e altri carichi per 50 kg al massimo.
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La Spagna ha avuto gli 2A6E che sono chiamati 'Leopardo', il quale è simile allo standar A6, ma con un BMS del tipo LINCE, anche migliore di quello dei mezzi svedesi e sviluppato congiuntamente da ditte spagnole e tedesche, compatibile oltretutto con il sistema informatico dell'Esercito SIMACET. Esiste anche una APU per risparmiare carburante e sistemi di visione per capocarro e puntatore migliorati, della Indra (un'industria locale). Poi è giunta la Grecia, che nel 2002 ha scelto il Leopard 2A6 ordinandone 170 come Leopard 2HEL o EX, da consegnarsi dal 2005 in poi. Dopo i primi 30 costruiti in Germania, gli altri sono realizzati localmente dalla EWO, prevedibilmente entro il 2009. E' simile al LEOPARDO, ma con sistema di mira EMES-15 con raggio utile portato a 6 km e cannone da 120/55, sistema di visione per capocarro e cannoniere OPHELIOS e apparato di comunicazione a banda larga WISPR. 56 carri sarebbero stati destinati al compito di mezzi comando, e quindi dotati di radio aggiuntive. Nel frattempo gli Svizzeri per i loro Pz.87 (Leopard 2A4), comprati in 380 esemplari nel 1987-93, hanno pensato di modernizzarne 150 con un intervento simile a quello del programma KWS II. La locale Ruag ha proposto un sistema con corazze maggiorate sul tetto (20 mm) per resistere meglio al munizionamento d'attacco e una torretta telecomandata da 12,7 mm per il servente, BMS VIINACCS nonché una migliore protezione contro le mine. I primi due '''Pz.87WE''' (sta per Wertherhaltung) hanno fornito prestazioni positive.
Quanto ai particolari delle modifiche di cui sopra, la potenza di fuoco attira certo l'attenzione
[[File:Leo2pso_009.jpg|350px|right|thumb|Il Leopard 2 PSO]]
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===Il PUMA e l'evoluzione del panzergrenadiere<ref>Po, Eugenio: ''PUMA'', RID giu 2006</ref>===
I Tedeschi furono
Il Marder aveva un'elevata mobilità, un'ottima corazzatura e un armamento ridotto, di una torretta Kuka di tipo 'senza equipaggio', con la mitragliera da 20 mm Rh-202, con un'alzo sufficiente anche per il tiro a.a. C'erano due mitragliatrici telecomandate esterne e i fanti potevano usare le armi di bordo dall'interno, mentre molti mezzi hanno ottenuto nel corso degli anni un lanciamissili MILAN, per poter ingaggiare anche i carri armati (ma entro un raggio limitato a 2 km). Per la Guerra fredda andava molto bene e solo il Bradley americano e il Warrior britannico erano paragonabili per prestazioni. Il Marder, con le sue 27 t era il più pesante della classe e sacrificava alla protezione (molto elevata, specie nella piastra frontale superiore) la capacità di galleggiare di molti altri mezzi della categoria. A cominciare dal BMP e dall'AMX-10P, entrambi pesanti sulle 13-14 t.
Per il dopo-Guerra fredda andava bene, ma prima o poi sarebbe stato necessario da sostituire. Con che cosa, era un problema aperto. Il Marder 2 era destinato ad operare con il Leopard 2, con 3 uomini d'equipaggio e 7 fanti, un armamento senza missili ma con una potente (e molto costosa) arma bicalibro da 35/50 mm RH 503, corazza spessa e motore da 1.000 hp per una massa totale di 42,5 t. Il prototipo venne usato per un ciclo di prove molto intenso, ma non ebbe seguito. Così gli oltre 1.000 esemplari da costruire non vennero mai realizzati e il capostipite si trova adesso nel museo di Munster (dedicato alle truppe corazzate). Il programma, cancellato nel 1992 sull'onda della riunificazione e relativi costi, lasciò il Marder come unico mezzo della categoria nell'Heer, ma progressivamente invecchiato nel tempo, specie perché l'arma da 20 mm, sempre meno efficace contro i blindati moderni, non è stata sostituita con quelle da 25. Nel 2000 si ritornò sulla questione e all'inizio del 2002 venne stabilito a che requisiti dovesse rispondere il futuro SPz-3, diventato improvvisamente una priorità per l'Heer. Il peso doveva essere di 32, 40 o 45 t, variabile a seconda delle necessità (corazza modurale). Nondimeno, doveva essere trasportabile dagli A-400M, grazie allo smontaggio delle corazze pesanti; doveva essere ben protetto contro razzi da fanteria, cannoni automatici e mine, e possedere un sistema ECM contro i missili, dato che sarebbe stato troppo difficile resistere a questi ultimi con la sola protezione. In pratica il mezzo sarebbe stato vulnerabile solo ai cannoni dei carri armati. Poi avrebbe dovuto essere riccamente equipaggiato di elettronica (vetronica) e con un nuovo motore di tipo diesel-elettrico. In sostanza, si trattava di un mezzo ibrido, come alcune auto moderne, ma con la complicazione che si trattava di un cingolato di circa 40 t. Sviluppare questo mezzo dalla Rheinmetall e Krauss
Progettato al computer (CAD) con il lavoro di oltre 200 ingegneri, il PUMA è un mezzo apparentemente tradizionale, ma in realtà è un concentrato di tecnologie di alto valore, nato per essere compatibile con l'A-400M e le sue 31,45 t di carico utile. Nondimeno, per operare con tutti i sistemi previsti si è dovuto ridurre il peso con l'uso di leghe leggere e corazze modulari, mentre la torretta è diventata di tipo telecomandato (come sul Marder, ma con una tecnologia diversa); il volume interno, che accoglie 3+6 uomini, è stato contenuto in 10 m3.
Il mezzo ha dimensioni di 7,33x3,71x3,05 m, dunque un veicolo dalle misure importanti, sebbene ridotte dalla presenza di una squadra di appena 6 elementi contro i 7 dell'M2, e gli 8 del CV-90. La torretta è molto arretrata e le ruote sono solo 5 per lato.
Apparentemente è solo un grosso mezzo moderno della categoria. In pratica è tutto di una generazione avanti rispetto agli altri suoi predecessori. La torretta è telecomandata, il che rende possibile farla più bassa e sopratutto senza il cesto di torretta, che ingombra moltissimo dentro il vano di combattimento, già affollato da una squadra di fanteria e i tanti equipaggiamenti che attualmente sono in uso (con zaini pesanti decine di kg). Tutti i componenti della torretta sono così superiori allo scafo, eccetto ovviamente i comandi, il che evita anche l'accumulo di gas di sparo all'interno del mezzo. Grazie a studi come il VERDI inglese si è maturato negli anni '90 un modo di integrare i sistemi meccanici con quelli elettronici senza precedenti, sistemando l'equipaggio dei veicoli dentro lo scafo. Così tutti e tre gli uomini d'equipaggio sono davanti, conduttore a sinistra del motore e puntatore e capocarro dietro affiancati, più i sei fanti nella parte posteriore del mezzo. La torre è spostata a sinistra e così il capocarro ha una piccola cupola di osservazione indipendente. I sedili sono ergonomici e l'impostazione degli interni aeronautica. Vi sono sistemi NBC e antincendio dei tipi più recenti. Si pensa poi a derivati come i portamortaio da 120 mm e magari in futuro, anche un carro da battaglia, successore del Leopard 2. Come del resto accadde con il Marder divenuto TAM grazie ad una compatta torretta da 105 mm.
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I sistemi di controllo del tiro sono modernissimi e tali da mettere il PUMA in una categoria a sé, almeno per il momento. Al suo interno vi è persino un sistema a fibra ottica che consente di vedere in vari schermi quello che riportano i sensori (è il Video Matrix), più il Can Bus per il dialogo tra i sottosistemi e anche l'implementazione di nuovi apparati senza praticamente modifiche. IL capocarro ha 5 iposcopi e schermi touch-screen per riportare le immagini del periscopio panoramico, che ruota indipendentemente osservando i 360° con copertura -15/+45°; è stabilizzato, con tre ingrandimenti, campo visivo tra 22,2x16,7° e 2,8°x2,1°, 6 Mpx di
Il PUMA è quindi stato concepito sulla stessa linea di condotta del MARDER. La protezione, persino nella classe A (31 t) è superiore a quella di ogni altro mezzo della classe (come del resto il peso); non sono note le caratteristiche dei package di protezione, ma sono anni che oramai si è smesso di misurare quest'ultima in mm di acciaio e gradi di inclinazione. Inoltre i package sono aggiornabili o sostituibili a seconda della necessità. Tutto questo ha un costo, mentre il mezzo trasporta appena 6 fanti che quindi hanno circa 6,5 t ciascuno disponibili, contro 1,2 dell'M113. Il costo del Marder era a suo tempo il maggiore della categoria; lo è anche nel caso del PUMA, che vale 7 mln di euro al mezzo. Il peso poi rende impossibile trasportarlo da un C-130, che è ancora il trasporto più diffuso. Sarebbe quindi opportuno un veicolo meno pesante e impegnativo, ma sempra che di fatto i nuovi mezzi per la fanteria ora come ora sono costituiti o da grossi 'gipponi' ruotati, oppure da cingolati di grosse dimensioni e pesi sufficienti per sostenere battaglie ad alta intensità e operazioni in ambiente urbano, dove sotto a qualunque tombino può essere in agguato un tiratore di RPG o una mina improvvisata (IED) ma di grande potenza distruttiva.
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Da allora gli indugi e le resistenze, nel bene e nel male, sono stati superati. Oggi la Germania fa parte di ISAF (Afghanistan), EUFOR (Bosnia), e di Enduring Freedom in Oman. Così si è presa la sua parte del carico che adesso viene chiesto alle F.A. mondiali, quello di combattere il terrorismo e l'instabilità politica, necessità del tutto diverse da quelle della vecchia Guerra fredda, con enormi schieramenti di uomini e mezzi oltre confine.
La 10a Panzerdivision è, assieme alla 13a Meccanizzata di Lipsia, parte delle 'Forze di stabilizzazione', che sono quanto disponibile nella Bundeswher accanto a quelle chiamate 'Forze speciali' , che sono di combattimento vere e proprie. Queste due divisioni, invece, sono destinate alla 'proiezione' in Paesi stranieri, per quanto possa sembrare strano dato che sulla carta sarebbero unità di seconda linea. E invece, di fatto fanno parte della prima scelta per le missioni in cui si combatte davvero, mentre il suolo tedesco non ha praticamente nessuna minaccia da fronteggiare ai propri confini, a parte l'immigrazione clandestina. Per questi motivi, la 10a Panzer di Sigmaringen, ha subito un processo di 'snellimento' formidabile in pochi anni, e ha partecipato nel 2005 sia alle missioni balcaniche che in Afghanistan. Essa aveva, fino a non molti anni fa, un organico realmente mostruoso di ben 32.000 effettivi, anche perché ha 'digerito' l'intera 1a Divisione da montagna, l'unica dell'esercito tedesco, con due brigate di Gebirgjaeger. Entro il 2008 avrebbe assunto la sua connotazione effettiva, scendendo leggermente sotto ai 12. 000 effettivi. Ma come si è arrivati a questa unità 'definitiva'? La sua nascita avvenne nel 1959, con il compito di combattere eventuali invasioni nella pianeggante regione bavarese, dove le due brigate corazzate vennero dislocate. In effetti questa divisione faceva parte delle forze della Riserva, e non era un'unità attiva in tempo di pace. Poi però, proprio dopo il 1991 e quindi la fine della Guerra fredda, venne attivata,
Nel 2007, in attesa di completare la ristrutturazione, era costituita dalle brigate seguenti: la 30a Panzergranadierenbrigate di Ellwagen, la 23a Gerbisjaegerbrigade di Bad Reichenhall, ela 12a Panzerbrigade di Amberg. Insomma, una brigata di fanti meccanizzati, una di alpini e una di corazzati, almeno sulla carta: in pratica, una brigata di fanteria meccanizzata, una di fanteria leggera e una di fanteria meccanizzata nominalmente chiamata 'corazzata'. Il fatto è che i carri armati sono stati in larga misura radiati dai reparti, profondamente ristrutturati, e anzi, la 30a brigata sarebbe stata sostituita dalla 12a come principale reparto corazzato della divisione, nonostante che quest'ultima sia stata accorpata alla 10a Panzerdivision solo nel 2006. Dislocata in 4 regioni tedesche, di cui la Baviera è solo una, oramai è slegata dai canoni della Guerra fredda, per i quali sarebbe stata chiaramente troppo leggera e certo indegna di essere chiamata 'corazzata' (con una brigata fanti meccanizzati e una fanti leggeri). Quanto alle sue unità:
La 30a brigata aveva due battaglioni meccanizzati, il 294 e 352, su 4 compagnie fanti e una mortai l'uno, e il 363° carri su due cp carri, una terza di riservisti e il 345° btg di artiglieria semovente, unico superstite nel 2007 assieme al 294°. Dei due gruppi d'artiglieria, il 345° e il 225° (per la 23a) erano assegnati alle brigate disponibili ma con organici molto diversi: il primo aveva btr comando, 1 di acquisizione obiettivi, 2 a pieni organici e una di riserva, il secondo aveva una sola batteria di artiglieria a pieni organici e le altre 4 da completare con i riservisti. Il primo aveva 24 PzH-2000 e il secondo, fino a metà 2007 gli M09A3G2, storici semoventi più volte ammodernati, che hanno partecipato alle ultime esercitazioni nel maggio dell'anno e poi sono stati ritirati di lì a poco, entro il 1° luglio. Questa scomparsa non è stata rimpiazzata direttamente: la componente d'artiglieria a livello di brigata è stata sciolta, sostituita dalla compagnia 'pesante' come pedina di fuoco, e solo per la brigata alpini (mortai da 120 mm). Di fatto, l'esercito tedesco ha annullato la politica di unità rigidamente organizzate, formandole con i reparti di cui v'é necessità. In tutto dovrebbero essere 245 gli addetti al comando divisionale, 5.728 quelli della 12a Panzerbrigade e ben 6.893 quelli della 23ima da montagna, quest'ultima suddivisa nei battaglioni 231, 232, 233, il 5° e 230° da ricognizione, l'8°
Nel caso della 12a invece vi sono 7 battaglioni: 112 e un'unità similare meccanizzati su 5 compagnie (comando, servizi, 3 arma base da 141 effettivi); il 104imo Panzer (3 cp carri, una comando, una riservisti); l'8° da ricognizione, il 4° genio. 4° logistico, e il 4° trasmissioni (unità omonime che rischiano di fare confusione dal punto di vista numerico). I mezzi di questa unità sono i carri Leopard 2 per gli interventi più pesanti e di combattimento diretto, i Marder per la fanteria e i Fuchs da ricognizione. Dal 2010 dovrebbero arrivare i primi Puma cinglati, di cui il dimostratore e 5 prototipi risultano realizzati con un contratto da 386 mln di euro, e a cui dovrebbero seguire altri 405 esemplari di serie, mentre i validi ma vecchi Fuchs verranno sostituiti dai Boxer 8x8. I battaglioni di questa unità hanno perso l'appoggio dell'artiglieria, ma anche quello della cp mortai, in questo caso perché fatti 'cadere' direttamente a livello delle compagnie stesse.
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