Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Austria: differenze tra le versioni

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===L'Esercito Austriaco, al 1993<ref> Valpolini, Paolo: ''Nuovi compiti per il Bundesheer'', PD lu 1993 p.36-41</ref>===
L'Heer austriaco, quasi omonimo del più celebre esercito tedesco, ha fatto notizia molto raramente durante gli anni della Guerra fredda: eppure, incuneato tra le nazioni del Patto di Varsavia, NATO e neutrali non era certo nella migliore condizione per un'esistenza pacifica. Dopo il 1990 l'Austria è stata investita da una forte immigrazione proveniente dall'Est e poi dagli effetti della guerra nella vicina ex-Yugoslavia. All'inizio del 1991 è stato revisionato lo strumento militare per adattarlo alle nuove esigenze, con l'approvazione della riforma il 14 luglio 1992; è la HG-Neu (Heeres Gliederung-Neu). Prima l'esercito non si sognava di difendere seriamente le zone di confine: troppo limitate le risorse disponibili, e allora si creava una zona di attrittoattrito locale, per difendere altre zone 'chiave' per la sopravvivenza della nazione. All'Est infatti l'Austria aveva confini piatti e molto esposti alle forze del Patto di Varsavia, ovviamente visto come il principale pericolo, e non poteva difendersi dal loro attacco. Per combatterle durante la penetrazione nel piccolo stato alpino, era tuttavia disponibile una divisione meccanizzata per il 'pronto intervento' e 8 brigate di fanteria motorizzata in funzione di 'milizia mobile'; infine v'erano 26 reggimenti di 'milizia territoriale', formati da riservisti e inquadrati in due corpi d'Armata, come anche le unità regolari. L'Heer contava anche la Divisione Aerea, ovvero l'Aeronautica, che era formata da 12 gruppi di velivoli.
 
Tutto questo rendeva possibile uno strumento di difesa capace di mobilitare fino a 200.000 effettivi, il 90% dei quali di leva o riservisti. Non era moltissimo, certo meno della vicina Svizzera, ma era quello che l'Austria si poteva permettere. Tuttavia non c'era l'obbligo di essere richiamati in unità che fossero, per i soldati, le stesse con cui si erano addestrati e questo non era certo positivo per l'efficienza del reparto in generale; c'erano anche poche unità già pronte al combattimento in tempo di pace, così da ricorrere frequentemente alla mobilitazione parziale per rendere possibile una risposta a crisi limitate. Nel futuro invece si prevedeva una forza di 120.000 effettivi più 30.000 riservisti senza assegnazione prefissata, mentre la leva sarebbe stata importante come prima, ma al solito, fissata in appena 8 mesi. L'esercito sarebbe stato più flessibile e in grado di adattarsi a missioni differenti dalla solita difesa del territorio nazionale, articolato su 12 brigate di fanteria e 3 meccanizzate, più supporti. Ma in tempo di pace, tutto si sarebbe ridotto a 12 reggimenti di fanteria, il nocciolo da cui estrapolare le brigate quando necessario. Questi reggimenti sarebbero stati assegnati alle 9 province, uno per ciascuna eccetto che in tre casi dove ve n'erano due: Stiria, Karnten e Burgenland; le principali forze anche in tempo di pace sarebbero state però le 3 brigate meccanizzate più i supporti. Tutto questo sarebbe stato inquadrato in 3 Corpi d'Armata.
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Le missioni all'estero, per conto ONU, vedevano una forza fino a 20.000 effettivi costituiti da volontari, sottoposti a 2 mesi di addestramento e poi mandati in missione per altri 6.
 
L'emergenza maggiore però è stata vissuta dentro il territorio nazionale stesso: dall'estate del 1990, dall'agosto per la precisione, si è presentato un nuovo problema: quello delle fughe massicciemassicce dai Paesi dell'Est, spesso a cura di organizzazioni criminali, che hanno raggiunto i 1.000 clandestini a settimana. L'Austria, allarmata, ha fronteggiato l'emergenza con la polizia ma anche con lo spiegamento di 2 battaglioni, poi aiutati da un terzo, portati ai confini mentre la Polizia agiva pattugliano i 10 km di territorio della fascia di territorio dietro al confine, intercettando 19.000 immigrati (di cui 15.000 dall'esercito); non vi sono stati conflitti a fuoco mentre il totale dei soldati impegnati a fine 1992 era di oltre 50.000 in tutto, con rotazioni mensili e turni di 3 giorni più uno di riposo; le forze mediamente presenti erano di 2.000 effettivi di cui 1.400 di leva. Gli accordi con l'Ungheria avrebbero cercato di ridurre quest'afflusso, ma la maggior parte dei clandestini arrivava dalla Romania (corsi e ricorsi della Storia), che tra l'altro stabiliva due anni di prigione per chi espatriava illegalmente, diventando così un criminale a tutti gli effetti. Purtroppo, i problemi sociali rumeni non sono stati risolti da queste misure come la cronaca recente insegna.
 
Quanto ai materiali, finalmente l'Austria ha deciso, dopo la fine dell'URSS e quindi della validità degli accordi postbellici, di dotarsi di missili. Prima sono arrivati i BILL svedesi controcarri, e entro breve tempo si sperava di avere anche missili AAM, visto che i Draken erano armati solo con un cannone da 30 mm; da poco era stato ordinato un totale di 63 postazioni e 500 missili Mistral per la difesa aerea; erano anche attesi anche radar per la difesa aerea, e nuovi APC ruotati PAndur, elicotteri, giubbotti antiproiettile, sistemi di sorveglianza notturni. Il tutto tenendo presente il livello di spesa sul PIL, all'epoca di appena l'1%.
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Iniziamo dal notare le pistole Glock, ampiamente costruite in polimeri e largamente esportato.
 
A parte questo, in termini militari si parte dall'eccellente Steyr-Mannlicher AUG da 5,56 mm. Come altri tipi che hanno cominciato ad arrivare in servizio in tempi recenti, come l'SA-80 britannico e il FAMAS, lo Steyr è un fucile bullpup. AUG significa Armee Universal Gewher, fucile universale dell'Esercito. Esso ha configurazione Bullpup, ovvero con l'otturatore praticamente dentro il manico. Arma estremamente moderna, è costituita per lo più di materiale plastico e nylon, mentre le uniche parti metalliche sono la canna e i meccanismi interni, oltre alla camera di scoppio. Il caricatore è dietro il calcio che ha un'elaborata ma funzionale impugnatura, e un ulteriore impugnatura anteriore. L'aspetto è quasi fantascientifico, a maggior ragione considerando che è entrata in produzione nel 1978. Ha anche un mirino da 1,5 ingrandimenti come strumentazione fissa. Può essere inoltre modificato in vari modi: la sua è infatti una concezione modulare, da cui si possono estrapolare molti tipi di armi, un pò come l'M63 di Stoner. Questo significa canne e ottiche diverse, e la predisposizione per sistemi di visione notturna. Di fatto è possibile trasformarlo su di una sorta di carabina, un fucile di precisione con canna allungata e pesante, e un fucile-mitragliatore. Non solo, ma con un pratico sistema di lanciagranate alla volata, con relativo alzo metallico,è p sossibilepossibile lanciare granate MECAR da 40 mm con carica HEAT fino ad almeno 100 m di gittata utile, trasformandolo in un fucile controcarri.
 
Ampiamente usato per la sua maneggevolezza anche fuori dell'Austria, ha le seguenti caratteristiche:
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*Cadenza di tiro: 650 c.min. (750 il mitra).
 
La diffusione è stata ampia: dal Col Moschin in Italia, alle truppe del Camerun, Pakistan, Nuova Zelanda, Olanda, Irlanda ecc. La canna negli anni '90 era diversa per calibro e lunghezza: o il 9 mm para o il 5,56 mm. La 9 para è lunga appena 400 mm, la lunghezza del 5,56 mm è di 407 o 621 mm, quest'ultimo per le armi di squadra. Il sistema dei 5,56 mm è con funzionamento a presa di gas, così le 9 mm, che però hanno chiusura dell'otturatore a massa; il caricatore del 9 mm ha dimensioni minuriminori e necessita di un adattatore. Il castello è uguale per tutti, compreso il cannocchiale standard Swarosky da 1,5 ingrandimenti integrato alla maniglia di trasporto. VI era il selettore per tirare in semiautomatico o automatico. Il calcio è dotato di due aperture, in genere è chiusa quella di sinistra, ma se il tiratore è mancino la copertura di plastica è spostabile a destra per non farsi sparare in faccia i bossoli. La migliore delle armi è quella con canna standard, le altre tendono ad essere troppo sbilanciate, in avanti per per le armi di squadra, e all'indietro con i fucili corti; la mitragliatrice è leggermente sbilanciata in avanti e ha un caricatore di soli 42 colpi. L'azionamento è facilissimo e fluido. Le hcannecanne hanno un efficaeefficace soppressore di fiamma, l'arma è nel tipo standard molto stabile. La costruzione è notevolmente curata con la martellatura a freddo come sistema di fabbricaionefabbricazione. La precisione è ottima, specie nel tipo standard e nel tipo mitra, quest'ultimo superiore ai tipici modelli di questa categoria, dato il peso elevato per la pallottola. Insomma, un'arma formidabile, che ha anche un rompifiamma efficace per i fucili d'assalto<ref>RID dic 1997</ref>.
 
I fucili di precisione sono un'altra caratteristica: l'SSG 69 da 7,62 mm del '69 è un eccellente arma della Steyr; ha canna forgiata a freddo, caricatore da 5 colpi a leva, ma sostituibile anche con uno ad astuccio da 10 colpi; vi è anche un telescopio Kahles ZF69 a sei ingrandimenti, ma sostituibile anche con quelli di tiro notturno. Il peso è di 4,6 kg, la lunghezza di 1.140 mm di cui 650 di canna.
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Salendo di livello, molto noti sono anche i mortai austriaci che sono di tutte e tre le categorie classiche: 60, 81 e 120 mm. Essi sono stati prodotti dalla Sudsterische GmbH, ovvero l'Industria metallurgica della Stiria meridionale. Nonostante sia stata una new-entry rispetto ad altri produttori storici, essa ha avuto un valido successo. I suoi mortai della serie SMI M6 erano negli anni '80 l'M6/214 standard, il /314 a gittata allungata, e il /530 leggero, di tipo 'commando', senza bipiede. La ragione del successo di questa e delle altre armi della serie è che si tratta di lavori relativamente semplici per la SMI, grazie all'esperienza nella produzione di valide leghe d'acciaio (e i mortai sono davvero poco più che tubi). Le bombe SMI sono sistemi come quella HE-80, da 1,6 kg e sparabile a ben 4.200 m con il tipo a gittata prolongataprolungata M6/314. Si tratta di una portata degna di un proiettile da 81 mm.
 
Questi sono gli SMI M8 da 81,4 mm, simile all'L16 britannico ma con leghe d'alluminio per la base e acciaio ad alta resistenza per la canna, onde ridurre i pesi: l'M8/122 standard e l'M8/222 a lungo raggio ne sono gli esponenti. con la HE-70 è possibile arrivare a ben 6.500 m, gittata questa degna invece di un mortaio da 120 mm. Tali armi hanno una portata sensibilmente maggiore e così hanno sostituito i tipi britannici prima usati. Vi sono anche versioni da 82 mm per gli utenti del calibro similare di scuola sovietica, con le relative munizioni.
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*Prestazioni:75 kmh max,400 km di autonomia, 65% pendenza, 0,4 m guado.
 
Tra gli autocarri, vi sono stati mezzi pesanti coemcome lo Steyr 1491 M3, ottimo trattore pesante 6x6 da 10 t, assieme ad altri mezzi 4x4 da 6 t. Può trainare rimorchi o artiglieria fino a 15 t fuoristrada o 40 t su strada. Il motore ha 293 hp di potenza, e la versione turbodiesel da 340 hp WD 815.7 al posto del 615.7 normale. Vi è un cambio ZF 5 S 111 SP con 9 marce avanti e una retro. Inoltre l'Esercito austriaco negli anni '80 aveva ottenuto anche oltre 300 mezzi OAF Type 2.320 6x6 con 10 t di capacità su terreno vario, che è il MAN con modifiche austriache richieste appositamente, tra cui un motore più potente. La massa del 1491 è di 12.400-22.400 kg; dimensioni di 8,39 x 2,5 x 3,02 m, prestazioni 79 kmh, autonomia 800 km, pendenza 60% e laterale di 30%, guado 0,8 m.
 
 
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Passando ai 'pesi massimi', vi sono anche una ricca tradizione di cingolati da combattimento, poi anche ruotati. Il primo importante è il cacciacarri SK-105 Jagdpanzer Kurassier, progettato dalla solita Steyr-Puch a metà anni '60 per l'Esercito austriaco, ma poi ampiamente esportato. Capace di viaggiare nel territorio montuoso austriaco, si tratta di un vero mezzo da montagna, che è capace di inerpicarsi, invece che del solito 60%, al 75% della pendenza possibile. Il prototipo venne costruito nel '67 ed entro il 1983 venne costruito in 400 esemplari, di cui 150 per l'Esercito austriaco. Il mezzo è simile agli APC analoghi ed è protetto come questi da armi anche calibro 20 mm sull'arco frontale, armi leggere e schegge per il resto del mezzo; la torretta FL-12 (della Fives-Cail-Babock) è armata con il 105 mm, come quella dell'AMX-13 di ultimagenerazioneultima generazione. A sinistra c'é il capocarro, a destra il cannoniere e dietro due caricatori da 6 colpi per il pezzo a media pressione (105/44) che ha anche freno di bocca e manicotto termico, alzo tra -8 e +13, mentre internamente vi sono 44 colpi più 2.000 per la mitragliatrice da 7,62 coassiale. Un grosso proiettore IR e a luce bianca è installato dietro la parte superiore della torretta, vi sono periscopi, visori IR, 6 lanciabombe fumogene. La trasmissione è ad azionamento manuale della ZF, le sospensioni a barra di torsione con 5 ruote gommate per lato; come accessori vi è infine un sistema NBC e un riscaldatore per la temperatura interna. Esistono anche carri soccorso Greif, carri del Genio e addestramento. Il Greif ha una gru da 6 t e un verricello da 20.
 
Nell'insieme si tratta di un mezzo simile all'AMX-13, ma la sua potenza meccanica gli dà prestazioni superiori, così come lo scafo più grande e pesante gli permette maggiore protezione e capacità di trasporto munizioni. Nell'insieme un carro leggero capace di dimostrarsi un insidioso difensore delle vallate austriache. Ha avuto anche successi all'export, specie in Argentina. In tutto l'Esercito austriaco ne ha ricevuti 291 e altri 247 sono stati esportati. Il nome con cui è noto è KURASSIER.
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. Il Pandur venne sviluppato un pò sulla falsariga di quanto facevano gli Svizzeri della MOWAG, iniziando con un modello 6x6 dal 1979. Certo era tardi rispetto alla DAF che in Olanda era già riuscita a costruire 750 YP-408 8x8, tra il 1964 e il 1968, per l'Esercito Olandese, oppure la Porsche e la D.B. che dal '64 realizzarono il TPz-Fuchs, realizzato in ben 1.614 esemplari dalla Thyssen Henschel sia per la Germania che per altre 5 nazioni; o la Renault con il VAB sviluppato dal 1967, prodotto in 3.840 pezzi 4x4 per l'Esercito e esportato in altre 13 nazioni, o la ENASA-Pegaso che dal '72 realizzò il BMR-600 in 682 pezzi per l'esercito spagnolo e poi forniti ad altre 4 nazioni almeno. Infine il Piranha della MOWAG, realizzato a partire dal 1972, è stato un vero best-seller pur nascendo come iniziativa privata destinata per lo più all'export. Nato per l'esigenza dell'esercito austriaco per un mezzo da ricognizione, i prototipi vennero realizzati entro il 1984, ma per ragioni di bilancio il programma venne annullato. Venne quindi offerto al British Army ma senza seguito. La presentazione avvenne nel 1985, poi seguirono 6 di preserie nel 1986, e un prototipo venne inviato in Svezia per valutazioni in ambiente artico, sperando nell'acquisizione da parte degli svedesi. Ad un certo punto andarono anche nel deserto e due di essi, un prototipo e un esemplare di preserie con la torretta MECAR da 90 mm, vennero catturati dagli irakeni nel 1990, andando successivamente persi.
 
Sostituiti questi, il successo alla fine arrise nel 1994 quando gli Austriaci ordinarono 68 veicoli come APC, consegnati nel 1995-96 e del resto utili per le missioni di peacekeeping dove le ruote contano molto più dei cingoli. 17 di questi mezzi vennero infatti prontamente spediti per le missioni internazionali ONU e divennero ben noti, mentre gli altri andarono a due battaglioni, uno occidentale e l'altro orientale, presenti sul territorio nazionale. Avevano solo una M2HB e 6 lanciafumogeni., con i soliti portelli posteriori e feritoie laterali per l'equipaggio. In seguito, a questo modesto ordine seguì nel 1996 uno per i Kuwaitiani, da parte però della AV Tecnologies, la consociata americana della Steyr. Quest'ordine era per la Guardia nazionale kuwaitiana e ammontava a 170 milioni; già entro novembre 1997 vennero consegnati in ben sei versioni diverse, tra cui sofisticati modelli cone le torrette da 25 mm, portamortaio da 81, recperorecupero, comando, ambulanza e ricognitore con cannone da 90/48 mm Cockerill.
 
Questo fu un grosso successo a cui seguì quello per i Belgi, altri 54 mezzi di cui 41 APC, ordinati nel gennaio 1997 e consegnati già nel 1998 per la Para Commando Brigade. Essi erano assemblati in Belgio dalla EMI, così come vennero prodotti su licenza dalla Slovenia come Valuk un lotto di almeno 36 mezzi: in tutti i casi lo scafo era fornito dalla Steyr, la meccanica era montata localmente. Non solo, ma finalmente vi fu nel 1998 anche un cliente prestigioso, l'USSOCOM, che ordinò nel 1998 50 mezzi per le sue operazioni (di tipo 'speciale'). Quell'anno il 25% della società era stata acquisita dalla GD. la potente compagnia americana avrebbe completato la fagocitazione nel novembre 2003. Il Pandur partecipò alla scelta per un mezzo PPD, con 4 esemplari, e per il concorso Interim Armoured Veicle andò in finale contro il solito Piranha, risultato poi vincitore. Arrivarono altre piccole commesse da Gabon e Austria, e nel frattempo apparve la versione 8x8, più pesante di 2 t. Nel dicembre 2004 il Portogallo finalmente diede al Pandur quello che si meritava il suo sviluppo 25ennale: ne vennero scelti 260 per un costo di 365 mln di euro ma con compensazioni del 150% in 9 anni, mentre le consegne sarebbero arrivate nel 2006-09, a assemblarsi dalla locale GOM, una consociata della Steyr-Daimler-Puch. Ve ne saranno in tutto 15 versioni diverse e 240 mezzi sono per l'esercito; ra questi mezzi IFV con cannone da 30 mm Mauser,(30 mezzi), 105 APC da 12,7 mm, e altri del tipo portamortai da 120 e mezzi di sostegno. Altri 20 per i marines hanno in genere armi da 12,7 mm.
 
Il Pandur 6x6 è pesante 10 t, 13,5 in ordine di combattimento, con 2 uomini più 8 truppe, è di configurazione tradizionale con il solito motore in avanti a destra, ha scafo resistente al 7,62 Ap da 30 metri e al 12,7 tirato sull'arco frontale, più la possibilità di un aumento con corazze aggiuntive per reggere sui 360° al 12,7 mm oltre 100 m. Ottimamente costruito, con scafo alto 1,82 m sul terreno ma anche con tipi rialzati da 2,06 e 2,16 m, per migliorare la vivibilità interna, e anche lo scafo arriva a 5,69 o a 6,17 m. IL motore è turbodiesel WD da 6,6 l e 285 hp, più trasmissione americana Allison automatica con 5 marce avanti e retromarcia, capace di accellerareaccelerare fino a 50 kmh in 15 secondi e a 80 in 35, mentre il motore è rimovibile in 20 minuti se necessario. La linea di trasmissione è ad I per le ruote, per il movimento su strada si possono disinserire due di queste; tutte le componenti della trasmissione sono dentro lo scafo per migliorare la protezione, le sospensioni sono indipendenti per tutte le ruote con escursioni di 280 mm. I due assi sono sterzanti (quelli anteriori). Il guado è normalmente limitato a 1,2 m ma può diventare anche anfibio.
 
Il Pandur II è stato realizzato come prototipo nel 2001 con scafo allargato da 2,5 a 2,68 m, e più alto da 1,38 a 1,63 m, nonché allungato a 7,54 m, più dei 7,24 del Piranha e meno degli 8 del VBC Freccia, volume interno di 10 m3 per il 6x6, 13 m3 per l'8x8 che aumenta la capacità a 12 soldati più i soliti due d'equipaggio; il carico utile, originariamente di 1,9 t, è passato con il Pandur II a 3,5 ma il Pandur III arriva a ben 8,5 raggiungendo le 22 t. Il mezzo resiste al 7,62 ma con corazze aggiuntive arriva al 14,5 mm da 100 m; le mine sopportabili sotto lo scafo arrivano a 8 kg di HE. IL motore ha adesso 400 hp di potenza sempre a 6 cilindri, ma da 9 litri di cilindrata; pesa 700 kg e anche se non è common-rail, rispetta le norme Euro 3. VI è anche un nuovo cambio ZF a 6 marce, moltiplicabili a 12.
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Nel novembre 1960 gli Austriaci scelsero il Saab-29 Tunnan, preferendolo alle proposte fatte dai Blocchi (F-86 e MiG-17), comprandone 15 per 8 mln di corone svedesi. Questi erano aerei ex-Flygvapnet ricomprati dalla Saab e ricondizionati; gli Svedesi curarono anche l'addestramento ei 15 piloti e 40 specialisti, necessari per dare il via alla specialità in Austria (addestramento fatto per lo più all'F15). Consegnati i caccia nel luglio 1961, seguì un secondo contratto per altri 15 aerei al costo di 7,7 mln, ricondizionati dalla SFA di Malmo e trasformati in caccia-ricognitori con 3 macchine sul lato sinistro al posto di due cannoni. Per fare questo bastava mezz'ora di lavoro e se ne ottenevano dei caccia ricognitori abbastanza validi per entrambi i ruoli (ma ovviamente, con un compromesso al 50%). I J29F ebbero impiego con i Jagdbomber-Staffel 1 e 2, basati a Schwechat (Vienna) e Klegenfurt, sia come cacciabombardieri che (sorprendentemente) in maniera secondaria come caccia. Radiati nel 1972, vennero sostituiti dai Saab 105OE. Gli Austriaci avevano quindi trovato un fornitore che non fosse 'dei Blocchi', neutrale come loro (all'epoca anche la Francia era della NATO).
 
Un altro aereo svedese su il Saab 105OE (Osterreich), con motori J85 da 5,74 kN; essi ebbero modo di servire in 4 squadroni, malgrado fossero solo 40 esemplari. Furono l'unica commessa per l'export del Saab Sk 60. In tempi più recenti sono giunti anche i Draken. I J 35D, il primo modello "maturo" di questo caccia. Aveva un motore RM6C con una spinta da 7.830 chili a pieno postbruciatore, e quattro AIM-9B. Entrato in linea nel 1963, tre anni dopo il primo volo. 24 aerei denominati S-35OE vennero consegnati nel 1987 all'aviazione austriaca. Dato che l'aviazione non aveva missili (come del resto nemmeno l'esercito) a causa delle clausuleclausole politiche (l'Austria aveva perso la guerra assieme alla Germania, a cui era integrata), essi operarono solo con il cannone da 30 mm.
 
Si parlava anche di eventuali export di Saab 37 Viggen, e sopratutto dei JAS-39 Gripen, ma le cose sono cambiate nel dopo-Guerra fredda e piuttosto che restare isolata, l'Austria ha voluto integrarsi con l'Europa. Così ecco l'ultimo capitolo della saga dei caccia austriaci.
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L'Esercito Federale (Bundesheer) non era di per sé molto migliore, dato che era meramente capace di rallentare un eventuale invasore, possibilmente ottenendo aiuto 'dall'altra parte', visto che contro il Patto o la NATO non aveva alcuna chance di resistere. Forse sarebbe andata di qualcosa meglio contro la Svizzera, anche se era pur sempre un confronto impari (e improbabile). Naturalmente gli Austriaci pensavano più come una nazione 'occidentale' e quindi temevano piuttosto un'aggressione da parte del Patto, sebbene dal 1972 ebbero garanzie di aiuto anche da parte di Tito in caso di invasione Russa: bastava in tal caso che gli Austriaci fossero riusciti a trattenere i Sovietici per 4 giorni, quel che bastava per mobilitare l'Esercito Federale Jugoslavo.
 
Al dunque, negli anni '80 l'Austria comprò 24 Saab 35 Draken revisionati, preferendoli a un ventaglio di offerte quali gli F-5 americani, i MiG-23 soveiticisovietici e gli Kfir israeliani. Nondimeno nell'estate del 1991 la situazione non era cambiata di molto, dato che gli aerei Yugoslavi iniziarono a penetrare, durante la guerra civile, anche nel territorio austriaco, non solo con i caccia veloci MiG-21 ma anche con i Galeb G-4. A dire il vero non era la prima volta che succedeva, c'erano spesso sconfinamenti dentro lo spazio aereo austriaco, in genere non più di 5-10 km, ma erano per lo più degli errori di navigazione. Stavolta no, si trattava di aerei da combattimento e in missioni d'attacco. I Draken erano veloci, ma con poca autonomia e senza un allarme precoce non c'era niente da fare: dovevano stare sulla base di Graz-Thallerhof pronti al decollo quando si avvisavano di eventuali incursioni aeree; dopo di che dovevano volare per 50 km a tutto gas verso l'intruso (il termine 'nemico' non era ammesso), con strette regole per aprire il fuoco, in pratica solo per autodifesa; contro i MiG-21 e i MiG-29 questo era ben poco efficace, e tantomenotanto meno si sarebbe potuto 'indurli' ad atterrare su di una base austriaca; ma alcune volte, forse tre, vennero incontrati i Super Galeb G-4, dopo essere stati avvistati fortunosamente; senonché essi sgusciavano via dalla presa dei caccia (che pure erano supersonici anche a bassa quota) austriaci e usando la maggiore maneggevolezza, erano in grado di disimpegnarsi e ritornare nei propri confini. Non era nemmeno facile identificare questi incursori, perché se la visuale era buona da dentro l'abitacolo, esso era piuttosto stretto, più stretto per esempio di quello di un MiG-21. Oltre a questo, c'era il problema dei piloti: ce n'erano appena 9 per i 24 Draken disponibili. Così non deve stupire che questa pur non disprezzabile forza di caccia bisonici non fosse in grado di intervenire efficacemente e di impedire, per esempio, che i MiG-21R si spingessero anche 50 km dentro i confini austriaci e certo non per errore: scattare foto su Graz per confermare ai vertici Yugoslavi che le forze di Vienna non erano capaci di intraprendere nessuna seria operazione militare per intervenire eventualmente nella ex-Yugoslavia. Quello che fu possibile fare, fu di muovere 6.000 soldati lungo in confini per difenderli almeno dalle intrusioni da terra.
 
Così venne presa una decisione che andava, in un certo senso, in direzione opposta rispetto all'interesse dei Serbi: con l'accordo delle '4 Potenze' venne cambiata la Costituzioen e finalmente vennero comprati dei missili. I Draken ebbero dalla Svezia gli AIM-9P-3, l'Esercito ottenne i Mistral SAM, e radar di tiro per la contraerea. L'addestramento è stato intensificato e verso la fine degli anni '90 un gruppo di piloti austriaci era quasi sempre presente in Svezia, per volare missioni addestrative con un addestramento intensivo e combattimenti aerei inclusi; nel 2002 sono stati fatti questi 'corsi' anche con la vicina Svizzera, che ha messo a disposizione gli F-18 Hornet. Il tutto diede non dei caccia 'intercettori' ma dei 'caccia da controllo dello spazio aereo', tanto per non allarmare eccessivamente sulle ambizioni di riarmo austriache. Anche i Saab 105 erano ancora usati, malgrado le limitate prestazioni, assieme ai Draken in tal senso. Insomma, tutti gli anni '90, con la guerra nella ex-Yugoslavia alle porte di casa, gli Austriaci hanno avuto uno strumento militare di controllo del proprio spazio aereo quasi inefficiente. Sarebbe stato il tempo di cambiare, ma non era ancora il momento giusto per farlo.
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EADS [European Aeronautic and Space Company], Saab (più BAe) e Lockheed erano sempre più intenzionate ad accaparrarsi il più grande contratto austriaco nel settore militare e gli americani erano adesso disposti ad offrire oltre 200 progetti per collaborare con 350 compagnie austriache e università.
 
Il 25 maggio 2002 la solita Die Presse annunciò che però anche l'F-16 venne scartato da questo gioco al massacro, e stavolta in maniera definitiva. Il Gripen ritornò in testa, assieme all'EF-2000. Visto che non c'era molta differenza nel rapporto qualità-prezzo, la decisione sarebbe stata più che altro politica. Nel frattempo settori dell'industria austriaca si stavano muovendomovendo a favore dell'EF-2000, attratti dagli offset offerti dall'EADS. Gli F-16, oramai, essendo offerti solo come 'usato' e non come macchine nuove, non erano più quotati come i vincitori. Nel frattempo si rifecero vivi i Russi offrendo caccia vs debiti: nessun denaro da spendere in cambio di 24 MiG-29SMT per un ammontare pari alla riduzione di debito concordata.
 
Nel frattempo, il referendum anti-intercettori ebbe una data: incredibilmente, avrebbe dovuto tenersi tra il 29 luglio e il 5 agosto, nel pieno delle vacanze. Non stranamente, questa decisione del Ministero degli Interni venne definita un terrorismo di governo e uno sporco trucco dagli organizzatori, visto che non si sarebbe potuta tenere una data peggiore per la sua riuscita.
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Nonostante la petizione indetta dalle sinistre, che arrivò a circa il 10% dei votanti, il cancelliere Shuessel firmò ugualmente l'accordo. La Lockheed-Martin lasciò perdere e si ritirò definitivamente, ma non la Saab. E dopo le alluvioni che subì la nazione, il costoso Eurofighter divenne oggetto di dibattito, e ancora di più quando il 3 settembre gli Svedesi offrirono 18 Gripen di prima generazione in affitto per appena 500 mln di euro, disponibili dal 2003. Ma il governo non riaprì il concorso e la Saab si ritrovò nella stessa barca della MiG-MAPO che stava proponendo i suoi caccia MIG-29, nonostante che nessuno gli avesse chiesto niente. Purtroppo per la Saab, quello sforzo in più non venne fatto prima della scelta finale, che altrimenti avrebbe premiato il Gripen: forse erano ancora troppo sicuri, i sostenitori 'locali' dell'aereo svedese, che vincesse. L'EF-2000, invece, avrebbe spinto in alto l'operatività di un corpo aereo austriaco pressoché inesistente in pratica, ma anche le spese militari del Paese che spendeva meno in Europa nella difesa.
 
Quanto riguarda la sostituzione dei Draken, essi avrebbero dovuto essere rimpiazzati nel 197-98, quando non ci sarebbe stato modo per l'EF-2000 di farsi sotto: all'epoca i Gripen avrebbero dovuto vincere di sicuro. Ma non erano i soli contendenti possibili nemmeno allora: gli F-16 e i Mirage 2005 erano altri formidabili opzioni. Il costo dei Gripen è stato comunque troppo alto per la situazione: 18 aerei EF-2000 per circa 2 mld di euro, tutto incluso e pagamenti finanziati dal 2007 in poi, che era confrontabile con i Gripen, più economici solo del 3-4% e da pagare entro 5 anni. Con un caccia leggero inferiore nei parametri fondamentali anche del 30% la situazione era chiaramantechiaramente sbilanciata. L'Austria avrebbe avuto poi l'EF-2000 a prezzo fisso della Tranche 2, ancora da definire. Il gen. Wolf, comandante della forza aerea austriaca, ha detto che si voleva un caccia nuovo che coprisse i successivi 40 anni di servizio (!), quindi l'F-16 era per così dire, non ben visto, inoltre non piaceva la mancanza di mappa mobile e di resistenza alle ECM del loro radar (o così avevano proclamato). Poi c'era da dire che l'EF-2000 sembrava più promettente: aveva delle capacità che eccedevano le necessità austriache e poi i margini di crescita sarebbero stati pagati da delle potenze economiche, non da Paesi poveri come quelli del Gripen.
 
Il Gen. Wolf era piuttosto dispiaciuto, invece, della mancata risposta della Dassault nel 2002; quando gli austriaci testarono il Mirage 2005 nel 1998 trovarono che il livello di radar, data-fusion e integrazione di sistemi superava tutto quello che all'epoca era disponibledisponibile. Un'altra osservazione era sull'integrazione dell'Austria, prima nazione neutrale, nella NATO con la presenza in basi quali Manching in Germania. La manutenzione del Typhoon era un'altra sfida: 170 uomini di assistenza e 83 computer di bordo, di 5 famiglie diverse, erano un qualcosa di nemmeno immaginato prima per la piccola aviazione austriaca.
 
 
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Ecco gli aeroporti austriaci:
 
Fliegerhorst Vogler - Linz International Airport; è ad Overs di Linz, costruito come base per la LW tedesca nel 1938-40 e poi usato anche dagli americani come Camp McCuley-Horsching, fino al 1955, quando venne ridato sotto il controllo del governo austriaco; il primo aereo di Vienna, uno Yak-18 giunse nel 1957; nominata a ricordo del tnl W. Vogler nel 1967, ebbe direzione mista militare e civile fino agli anni '70, poi però a nord della base stessa venne costruito un aeroporto totalmente civile e così finì la 'diarchia'. Questa base, la più grande dell'aviazione austriaca, è solo militare e ospita il "Fliegerwerft 3", responsibileresponsabile della gestione degli AB212 e C-130, non ché i reparti operativi del 3° ReggimenoReggimento di volo: i Saab 105OE del 3° Squadrone, del ; i C-130 C.Mk.1P del 4° Squadrone da trasporto, e gli AB212 del 1° e 2° Squadrone.
 
 
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Quanto ai missili, l' lFAL (leichte Fliegerabwehrlenkwaffe) Matra (ora MBDA) Mistral è usato sia dalle batterie dei Reggimenti di Difesa Aerea, che dalle batterie di protezione dei QG nelle Brigate dell'esercito. In tutto sono stati comprati 72 lanciamissili e diverse centinaia di missili (ma il totale non è noto ufficialmente), comprati dall'inizio del 1993. Il loro uso è ottimizzato dal sistema ZZR (Zielzuweisungsradar), ovvero i 16 Thomson-CSF (ora Thales Group) RAC 3D a medio raggio per la designazione dei bersagli, tridimensionali, comprati nel 1998 e battendo così le offerte analoghe dell'Alenia, già piazzata con i radar di scoperta aerea. Ogni batteria ha 9 lanciamissili e due radar.
 
Tra i sistemi a.a. ritirati già: il 20 mm Model 65/69 GAI-BO1 (della Oerlikon-Contraves), il 25 mm Model 38/39 (Hotchkiss) tolto dal servizio nel 1959, e il 40 mm Model 55/57 Bofors, ritirato già negli anni '70. e attualmente il 20 mm Model 65/69 GAI-BO1 (della Oerlikon-Contraves),
 
 
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Tornando alla difesa aerea, nel passato c'era una singola stazione radar alla sommità del Kolomannsberg, più 2 radar degli aeroporti civili e alcuni Bendix AN/TPS-1 mobili. Attualmente le cose sono molto più complesse ,con il programma Goldhabe (cappello d'oro) per una vera rete di scoperta radar, iniziato negli anni '90.
 
Tutti i sistemi sono connessi tra di loro in maniera efficiente con un vero network il cui centro è 300 m sotto una montagna vicino al villagiovillaggio di Heukareck (è un bunker noto come 'der Berg') costruito nel 1977-82, per ospitare la leadership militare e civile in caso di crisi.
 
Il modo in cui il sistema è stato messo insieme poco a poco è stato quello di costruire nel 1964-70 la stazione radar fissa di Kolomannsberg, nel 1970-83 la pianificazione del Goldhaube con l''acquisto di un primo RAT-31 e un RMCS-403, la costruzione del bunker 'di crisi' e varie altre infrastrutture.