Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Austria: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 149:
 
L'affare fu concluso un anno dopo per un costo di 943.500.000 € includendo 15 aerei, addestramento piloti e equipe di terra, logistica, manutenzione e un simulatore. Il prezzo di un singolo Eurofighter è invece di 62.900.000 €.
 
 
 
 
===La 'chiacchierata' querelle della scelta sul nuovo caccia===
Dal 1938 al 1945 l'Austria era parte integrale della Germania Nazista, annessa da Hitler anche a costo di provocare una crisi con l'Italia fascista (il tutto è riportato anche da Chaplin ne 'Il Dittatore'). Alla fine della guerra i sovietici avevano occupato l'Austria orientale arrivando fino alla capitale Vienna, mentre gli Americani raggiunsero Linz, dove catturarono i resti di 2 divisioni SS Panzer. Era il 9 aprile e la Germania capitolò. Come la Germania, anche l'Austria fu ripartita in 4 Zone d'Occupazione tra UK, URSS, USA e Francia. Vienna, già annessa non senza qualche problema alla Germania stessa, cercò di dimostrare che non era parte della Germania, ma una realtà indipendente: persino nella lingua, definita austriaco anche se non c'era molta differenza con il Tedesco. Alla fine della II GM, l'Austria era insomma del tutto trasformata: entrata nel 1914 in guerra come impero Austoungarico, perse due guerre mondiali (nella seconda fu quasi messa in mezzo a forza) e si ritrovò occupata da 4 diverse Potenze mondiali: una catastrofe da cui cercò di riprendersi, anzitutto riorganizzandosi come nazione neutrale e indipendente. Nel 1956 fu proclamato lo Staatsvertrag' la Costituzione, con forti garanzie per gli Alleati e i Sovietici che la nazione sarebbe rimaste neutrale 'per sempre', senza nessuna arma offensiva. Così ottenne che gli occupanti se ne andassero, cosa che accadde entro il 26 ottobre 1956. Tra le armi 'offensive' erano compresi anche i caccia a reazione e i missili guidati di qualunque sorta, fino a che nei tardi anni '50 la necessità di assicurare dei sistemi di controllo aereo per lo spazio aereo, vennero concessi i Saab J-29 svedesi, previa garanzia di non munirli di missili o di razzi di qualunque sorta. L'aviazione austriaca non era indipendente, ma parte dell'Esercito in qualità di 'Divisione Aerea'. L'Esercito era Federale, rispecchiando il fatto che la pur piccola Austria era costituita da 7 Nazioni diverse. Quanto alla contraerea, essa era presente ma solo di tipo ottico: non erano consentiti nemmeno radar di controllo del tiro.
 
Durante gli anni '80 questo stato di cose non era più sostenibile e così venne elaborato il Progetto 'Goldhaube' per ottenere radar moderni in combinazione con i Saab 105OE, i sostituti dei Tunnan. Non che fosse un gran miglioramento: le prestazioni dei Saab erano così ridotte che non potevano intercettare praticamente nessuno in una situazione di guerra reale, ma almeno in tempo di pace era maggiormente garantito il controllo dello spazio aereo.
 
L'Esercito Federale (Bundesheer) non era di per sé molto migliore, dato che era meramente capace di rallentare un eventuale invasore, possibilmente ottenendo aiuto 'dall'altra parte', visto che contro il Patto o la NATO non aveva alcuna chance di resistere. Forse sarebbe andata di qualcosa meglio contro la Svizzera, anche se era pur sempre un confronto impari (e improbabile). Naturalmente gli Austriaci pensavano più come una nazione 'occidentale' e quindi temevano piuttosto un'aggressione da parte del Patto, sebbene dal 1972 ebbero garanzie di aiuto anche da parte di Tito in caso di invasione Russa: bastava in tal caso che gli Austriaci fossero riusciti a trattenere i Sovietici per 4 giorni, quel che bastava per mobilitare l'Esercito Federale Jugoslavo.
 
Al dunque, negli anni '80 l'Austria comprò 24 Saab 35 Draken revisionati, preferendoli a un ventaglio di offerte quali gli F-5 americani, i MiG-23 soveitici e gli Kfir israeliani. Nondimeno nell'estate del 1991 la situazione non era cambiata di molto, dato che gli aerei Yugoslavi iniziarono a penetrare, durante la guerra civile, anche nel territorio austriaco, non solo con i caccia veloci MiG-21 ma anche con i Galeb G-4. A dire il vero non era la prima volta che succedeva, c'erano spesso sconfinamenti dentro lo spazio aereo austriaco, in genere non più di 5-10 km, ma erano per lo più degli errori di navigazione. Stavolta no, si trattava di aerei da combattimento e in missioni d'attacco. I Draken erano veloci, ma con poca autonomia e senza un allarme precoce non c'era niente da fare: dovevano stare sulla base di Graz-Thallerhof pronti al decollo quando si avvisavano di eventuali incursioni aeree; dopo di che dovevano volare per 50 km a tutto gas verso l'intruso (il termine 'nemico' non era ammesso), con strette regole per aprire il fuoco, in pratica solo per autodifesa; contro i MiG-21 e i MiG-29 questo era ben poco efficace, e tantomeno si sarebbe potuto 'indurli' ad atterrare su di una base austriaca; ma alcune volte, forse tre, vennero incontrati i Super Galeb G-4, dopo essere stati avvistati fortunosamente; senonché essi sgusciavano via dalla presa dei caccia (che pure erano supersonici anche a bassa quota) austriaci e usando la maggiore maneggevolezza, erano in grado di disimpegnarsi e ritornare nei propri confini. Non era nemmeno facile identificare questi incursori, perché se la visuale era buona da dentro l'abitacolo, esso era piuttosto stretto, più stretto per esempio di quello di un MiG-21. Oltre a questo, c'era il problema dei piloti: ce n'erano appena 9 per i 24 Draken disponibili. Così non deve stupire che questa pur non disprezzabile forza di caccia bisonici non fosse in grado di intervenire efficacemente e di impedire, per esempio, che i MiG-21R si spingessero anche 50 km dentro i confini austriaci e certo non per errore: scattare foto su Graz per confermare ai vertici Yugoslavi che le forze di Vienna non erano capaci di intraprendere nessuna seria operazione militare per intervenire eventualmente nella ex-Yugoslavia. Quello che fu possibile fare, fu di muovere 6.000 soldati lungo in confini per difenderli almeno dalle intrusioni da terra.
 
Così venne presa una decisione che andava, in un certo senso, in direzione opposta rispetto all'interesse dei Serbi: con l'accordo delle '4 Potenze' venne cambiata la Costituzioen e finalmente vennero comprati dei missili. I Draken ebbero dalla Svezia gli AIM-9P-3, l'Esercito ottenne i Mistral SAM, e radar di tiro per la contraerea. L'addestramento è stato intensificato e verso la fine degli anni '90 un gruppo di piloti austriaci era quasi sempre presente in Svezia, per volare missioni addestrative con un addestramento intensivo e combattimenti aerei inclusi; nel 2002 sono stati fatti questi 'corsi' anche con la vicina Svizzera, che ha messo a disposizione gli F-18 Hornet. Il tutto diede non dei caccia 'intercettori' ma dei 'caccia da controllo dello spazio aereo', tanto per non allarmare eccessivamente sulle ambizioni di riarmo austriache. Anche i Saab 105 erano ancora usati, malgrado le limitate prestazioni, assieme ai Draken in tal senso. Insomma, tutti gli anni '90, con la guerra nella ex-Yugoslavia alle porte di casa, gli Austriaci hanno avuto uno strumento militare di controllo del proprio spazio aereo quasi inefficiente. Sarebbe stato il tempo di cambiare, ma non era ancora il momento giusto per farlo.
 
Gli Austriaci, all'inizio del XXI secolo, erano in cerca di nuovi caccia intercettori. Una decisione venne presa il 23 gennaio 2002, ma la cosa, come vedremo, si trascinò a lungo e non senza polemiche. I Russi avevano offerto 24 MiG-29, come parziale compenso dei loro debiti verso l'Austria, per un totale di circa 2,4 miliardi di dollari, ma l'offerta non venne accettata. Nemmeno gli F-16 americani di seconda mano vennero giudicati interessanti (proprio in un tempo che vide invece i 'potenti vicini' italiani scegliere proprio questo tipo di aerei), e nonostante che Franz Viehbock, il primo 'Austronauta' (volò con i Russi nel 1992, quindi sarebbe un 'cosmonauta') fosse il rappresentante della Boeing, il governo austriaco non era nemmeno interessato a comprare gli F-18 Super Hornet.
 
Ma all'inizio del 2002 la Svezia si fece avanti con un'offerta apparentemente allettante, per 24 caccia JAS-39, quel che ci voleva per mantenere la 'tradizione' svedese. Tra le offerte collaterali c'era anche la costituzione di un reparto 'aggressor' in Austria per addestrare gli altri utenti già numerosi, dei piccoli Saab da combattimento, possibilmente ad Aichfeld.
 
All'epoca era reputato possibile vincere in Polonia un contratto anche per 60 Gripen, così in tutto l'Europa avrebbe avuto circa 100 caccia di questo tipo (Ungheria con altri 14, Cechia con 24, Austria eventualmente con 24), per cui l'Austria sarebbe diventata una specie di 'Top Gun' allietata dal rumore dei jet svedesi. L'Opposizione gridava alla corruzione perpetrata dalla Saab (verso il Governo) e ai danni ecologici che questo dispiegamento di caccia avrebbe portato.
 
L'offerta non era tecnicamente tanto disprezzabile, ma in generale il contratto era tutt'altro che economico: per 24 aerei si chiedevano 1,85 milardi di euro, di questi 19,59 milioni di euro per la sola vernice.
 
Questo non impedì comunque che il programma dei caccia andasse avanti. Tra l'altro, giova ricordare che gli austriaci completarono la valutazione del Super Hornet già nel tardo 1996, con un periodo di 2 settimane a S.Louis, alla base dei Marines di Beaufort. I collaudatori austriaci provarono sia gli F-18D che il simulatore. Vennero condotte numerose missioni, anche di combattimento aereo contro più avversari e missioni d'attacco notturne; la loro impressione fu che l'aereo aveva un'ottima maneggevolezza ad alto angolo d'attacco, accelerazione e 'situation awareness', con i sistemi di bordo facili da usare.
 
Il 5 marzo 2002 una Reuter dava l'incontro per una fornitura di F-16 a Washington, tra il ministro della difesa Schreibner e due alti ufficiali americani, che cercavano di convincerlo a comprare gli F-16; tra questi, il Segretario della Difesa Wolfowitz. Nel frattempo, mentre gli USA premevano per gli F-16 in Austria, era imminente la scelta per il nuovo caccia polacco, che come si sa, è stato l'F-16.
 
Il 19 marzo gli USA offrirono gli F-16 in conto FMS, in competizione con i sempre favoriti JAS-39 Gripen. Si trattava di 30 aerei, ma per una somma di appena 1 miliardo, essendo macchine di seconda mano: per i 24 F-16 offerti in precedenza si chiedevano ben 1,7 miliardi di dollari. I Falcon di seconda mano sarebbero stati aggiornati con lo standard MLU, che comprende radar APG-66(v)2 e lanciatori LAU-129, ALQ-131, IFF APX-113, GPS, MDF a colori, sistemi Pantera (derivati dal LANTIRN) o Litening II per la designazione bersagli; 4 F-16 Block 10 (A) per cannibalizzazione, 4 motori F-100-200, 4.000 colpi del cannone da 20 mm, 8 pod ALQ-131, 16 Pantera o Litening II, 30 cannoni M61A1 e varia altra roba. Il programma MLU è stato avviato nell'agosto del 1990 per aggiornare i tanti F-16 di prima generazione, specie quelli europei, e ha avuto indubbiamente molto successo.
 
Il 19 aprile è stato dichiarato che il Ministro della Difesa non era però interessato ad un caccia 'ad interim', che era ritenuto prima fondamentale per colmare il buco nella difesa aerea inevitabilmente aperto dopo il 2005, con la radiazione dei Draken. Ma dato che le date di consegna erano comunque lontane nel tempo anche per questa soluzione 'd'emergenza', questo programma, comunque costoso, è stato lasciato cadere.
 
A quel punto era entrato in competizione anche il proverbiale 'terzo incomodo', ovvero l'EF-2000, finalmente maturato in maniera credibile. Quindi i competitori sulla piazza restavano gli F-16, Gripen ed EFA.
 
Il 24 aprile 2002 l'EADS, responsabile per l'EF-2000, era arrivata ad offrire per le industrie locali la produzione delle coperture dei flap per i nuovi, giganteschi A.380, il che avrebbe comportato circa 400 mln di euro di rientro previsti e molti posti di lavoro in Austria. L'accordo era chiaramente definito SE l'Austria avesse accettato l'EF-2000. In tutto l'offerta dell'EF-2000 era diventata allettante proprio per questo: tutto il programma di offset offerto dall'EADS era tale da coprire il 200% del valore dell'ordine, un'offerta estremamente allettante che nessuno degli altri competitori poteva fare a Vienna.
 
Il 22 aprile il giornale Die Presse annunciava numerose discussioni e nervosismo, specie da parte svedese, mentre gli USA continuavano con la loro lobbyng. Gli Svedesi avevano fatto il miglior prezzo, si diceva, ma non avevano da proporre un caccia 'ad interim', mentre gli USA avrebbero potuto offrirlo al costo di circa 500 mln. Gli F-16, nel frattempo, erano scesi ad un prezzo totale di 1,34 mld di euro, 110 mln in meno anche degli aerei svedesi. Nel frattempo si aumentava le compensazioni al 74% del valore di contratto, con una progressiva disaffezione alla competizione della Saab, oramai messa alle strette: come poteva la Svezia offrire di meglio dell'UE e degli USA, e certo non il 200% chiesto dall'Austria. Il direttore delle vendite del Gripen, tale Simon Carr, aveva così detto che da un lato volevano fare l'affare con l'Austria, ma non volevano indebolirsi più di tanto con trasferimenti di lavoro e di tecnologie all'estero.
 
L'Austria stava facendo delle richieste francamente stravaganti: il 25 aprile il Kurier di Vienna, annunciava che si sarebbero voluti 6 dei caccia successori del Draken già consegnati per la fine del 2003, una soluzione temporanea prima di mettere a terra i Draken alla fine del 2005, quando comunque avrebbero dovuto essere già operativi almeno un gruppo di 5 dei nuovi caccia 'definitivi', 24 in tutto, da consegnare entro il 2007. Gli USA offrivano F-16 di un tipo però privo dei sistemi per essere connesso allo spazio aereo austriaco, gli Svedesi chiedevano 0,5 mld di euro per dei loro Gripen usati, e il consorzio Eurofigher offriva giusto due aerei, non avendone altri disponibili al momento. Il Brigadiere Erich Wolf, capo del Dipartimento Aviazione, aveva in mente un leasing di caccia usati, di un tipo però ancora da scegliere definitivamente. Nel frattempo aveva in mente di cessare ai suoi piloti i voli sui Viggen in Svezia, per risparmiare 2,9 mln di euro all'anno.
 
Questo, tra l'altro, non era certo una scelta facile: con la vittoria di Haider l'Austria era diventata uno Stato-paria dell'Europa, vista la dichiarata simpatia di estrema destra manifestata dal nuovo esecutivo. Nondimeno, la competizione per questi nuovi, pochi caccia, attirava senza tanti complessi e distinguo interi gruppi di industrie e relativi governi, nella speranza di fare affari. Anche il Ministro delle Finanze era 'scettico' nel buon esito dell'affare. ma già allora, dei 23 Draken rimasti, solo la metà era operativa in media e il tempo che restava a questi vecchi guerrieri era tra uno e tre anni di attività. In termini politici, i Socialisti che pure avevano a suo tempo iniziato la procedura per il nuovo caccia anni prima, ora erano contro e con i Verdi, potevano fare una maggioranza parlamentare. Potevano anche vincere le elezioni, ma non si dimostrarono abbastanza scaltri da cementare le proprie alleanze prima del voto.
 
Tutto era diventato particolarmente caotico, per tante ragioni. Il Gripen era il favorito iniziale, poi ci si mise in mezzo anche l'F-16 e soprattto il fatto che il Bundesheer voleva le prime consegne nel 2003 e la piena operatività entro il 2007. Apparentemente l'EF-2000 era per tale ragione 'scartato' a prescindere. Poi molte cose sono cambiate. Il Gripen era offerto a 1,5 mld di euro per 24 aerei, lo stesso per l'F-16, ma senza il 73% di offset dell'aereo svedese, poi aumentato al 200%. Gli EF-2000 vennero offerti in 12 esemplari a 1,2 mld, con pochi offset, ma poi anche qui le cose cambiarono. Gli Svedesi il 30 aprile cambiarono l'offerta rispetto a quella del 23 gennaio, con la prospettiva di consegnarne 5 entro metà 2005 e 7 per la fine dell'anno, con gli altri 12 per la metà del 2007. L'offset restava del 200%, e comprendeva ben 110 progetti di collaborazione sparsi per le 9 province federali. Un grosso affare potenziale per l'Austria: avrebbe speso circa 1 mld di euro ma avrebbe avuto lavoro per 2 mld.
 
Die Presse riportò però che il 4 maggio la Lockheed offrì altri F-16 di seconda mano, per un valore di circa 700 mln di euro. Più l'offset portato al 100%, per la prima volta nella storia delle vendite di aerei Lockheed.
 
 
In seguito, tornando alla disputa dei caccia, venne deciso di non procedere a delle acquisizioni ad 'interim' e questo innervosì sopratutto la Lockheed.
 
Ma a quel punto, l'EF-2000, fino ad allora poco considerato, il 15 maggio le news riportarono che da un lato la scelta era attesa entro un paio di settimane, dall'altro che l'Esercito preferiva dal punto di vista tattico, l'EF-2000, giudicato superiori agli altri aerei. La situazione era nelle mani del ministro della Difesa Herbert Scheibner, mentre dall'altro lato Rudolf Fussi stava preparando già un referendum anti-intercettori.
 
Alla fine era diventata una questione del tutto politica ed economica, e il Gripen, prima favorito rispetto al vecchiotto F-16 e al costoso e ancora non pronto EF-2000, era praticamente sparito dietro di questi contendenti. Nel frattempo atterrarono a Graz 2 F-16, 1 EF-2000 e 1 Gripen per la presentazione ufficiale a circa 300 politici e uomini d'affari. Oramai il contratto, fissato attorno a 1,8 mld di euro, era da assegnare entro breve tempo. Al pubblico sembrava piacere di più il Gripen, i rapporti tra Austria e Svezia erano molto migliorati dopo la consegna dei Draken, ma questo non significava molto. La cosa era oramai vista da molti osservatori come un confronto tra i Repubblicani americani e la CSU tedesca: l'Austria avrebbe dato un segnale politico su chi seguire e non era affatto pacifico quale sarebbe stata la scelta.