Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-3: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: apostrofo dopo l'articolo indeterminativo
Nessun oggetto della modifica
Riga 379:
}}
 
===Fort Knox, 1991: l'arma corazzata statunitense<ref>Nativi, Andrea: ''Fort Knox: la culla dell'arma corazzata statunitense'', RID Dic. 71-78</ref>===
Il 1991 fu un anno di assoluta importanza per gli equilibri geopolitici del mondo e una parte fondamentale la giocarono le F.A. americane sconfiggendo la potenza irakena, e per giunta, pagando un prezzo ridottissimo rispetto al risultato (e alle previsioni: c'era chi prefigurava 150 aerei americani abbattuti nei primi 3-5 giorni, contro meno di 40 in 6 settimane realmente occorsi). Così i giornalisti generici, e a maggior ragione specializzati, si diedero da fare al massimo per raccontare cosa vi fosse dietro quel successo, e questi 'tour' spesso riguardarono anche il territorio americano, alla scoperta delle principali basi americane, centri motori delle più potenti componenti della macchina bellica statunitense. Una di queste è senz'altro Ft.Knox, Kentucky, uno stato poco popolato e ideale per esercitarsi alla guerra. Anche se Ft. Knox è più nota per le riserve auree, al 1991 era una instalazione enorme di 170 miglia quadre dentro la quale v'erano 2.600 mezzi (di cui 500 carri) e circa 25.000 civili e militari. Una vera armata presa anche da sola.
 
L'ente preposto a studiare le tecniche di combattimento era il Total Armor Force Readiness. La disposizione dei corazzati americani era suddivisa in divisioni, brigate indipendenti corazzate e analoghe unità di cavalleria corazzata. Come in Italia e in altre nazioni, insomma, esisteva anche lì il dualismo che ha visto i corazzati nascere sia dalla fanteria che dalla cavalleria. Le unità americane erano poche rispetto a quelle sovietiche, ma erano enormemente potenti: 17.000 uomini per ciascuna divisione corazzata (Armoured Division o AD); questi erano suddivisi in 5 brigate, di cui 3 corazzate con 348 carri M1 Abrams più 216 M2 Bradley (gli M3 similari erano per le unità di cavalleria o esploranti); 1 brigata artiglieria (batteria da 9 MLRS e 72 semoventi M109A2/3); la brigata aviazione esercito, con decine di elicotteri da esplorazione, combattimento e supporto (i soli AH-64 erano fino a 42, più 21 o 42 OH-58 da esplorazione, a seconda degli anni e degli ordinamenti). Infine c'erano i cavalieri di uno squadrone M3 ed elicotteri.
 
Scendendo più in basso, il btg corazzato aveva una cp. comando su 6 M3, 2 M1 e 6 semoventi M106, più 4 cp. carri su 3 plotoni di 4 mezzi l'uno, e un plotone comando su altri 2 carri, per un totale di 14 carri per compagnia, e 58 per battaglione. I plotoni erano scesi da tempo da 5 a 4 mezzi, una formazione meno potente ma più flessibile ed agile. Il battaglione meccanizzato aveva anch'esso cp. comando, 4 meccanizzate (ma su 14 M2 Bradley), più una c.c. con 12 M-901 ITV, piuttosto superflui considerando che c'erano già lanciatori binati TOW per ciascun Bradley, ma questi M901 (su base M113) erano i superstiti dei tempi precedenti, quando c'erano gli M-113 assieme ai carri armati.
 
Per le missioni di combattimento c'erano sopratutto formazioni a livello di battaglione, ma erano TF (Task Force) composite tra carri e fanteria; era sopratutto intesa per azioni d'attacco, ma poteva essere anche impiegata per azioni difensive, possibilmente però di tipo dinamico.
 
 
La Cavalleria corazzata (armoured Cavalry)aveva invece compiti di esplorazione, con troop (compagnie) come unità base, uno squadrone (=battaglione) per divisione, una brigata (130 carri, 110 IFV, 24 semoventi, circa 80 elicotteri) per Corpo d'Armata. La combinazione di mezzi corazzati ed elicotteri era particolarmente curata nel caso delle unità di cavalleria, strutturate sopratutto per essere altamente mobili. Tant'é che gli squadroni assegnati alle divisioni non avevano carri armati ma solo Bradley, per svolgere missioni di ricerca, sicureza sui fianchi e in avanti, ed interventi in combattimenti limitati quando necessario.
 
Il tutto era inquadrato nel nuovo concetto di Airland Battle, ovvero la blitzkrieg aggiornata con le tecnologie americane. Ora che il Patto di Varsavia si stava sgretolando, la necessità di fare strage di carri sovietici in marcia sulla Germania era molto diminuita; piuttosto le operazioni andavano ripensate in ambienti esterni all'Europa Centrale, come dimostrato dalla pronta riprova nel Deserto arabo. A dire il vero non tanto pronta, visto che sono occorsi 45 giorni per mandare finalmente i carri armati M1 nel deserto saudita, pur in assenza di una opposizione armata. In effetti, questo è stato uno dei motivi del programma C-17, che ha la caratteristica di portare i più pesanti rifornimenti fino alle retrovie dei campi di battaglia (se non oltre), cosa improponibile con i C-5. Le unità 'pesanti' in stile Europeo, dove i comandanti e le truppe erano assegnati al 'limes' tedesco, conoscendo un teatro di combattimento di pochi chilometri d'estensione, non si sarebbero più ripresentate; in un certo senso era la riproposizione della guerra di trincea (con 'elmetti' per soldati pesanti tra 10 e 56 tonnellate); ora invece servivano truppe proiettabili rapidamente e nel mondo, visto che non era semplice nemmeno per l'USAF spostare così tanti rifornimenti in poco tempo, idem anche per la possente US Navy e persino le navi 'preposizionate' con armi e mezzi non erano sufficienti: per supportare Desert Shield/Desert Storm vi fu uno sforzo impressionante, superiore persino a quello che potevano fare gli americani, tanto che riuscirono a spostare molti dei propri rifornimenti ricorrendo ad aiuti di nazioni 'amiche', persino della Cecoslovacchia. Nuove tecnologie e nuovi mezzi erano disperatamente necessari in tal senso: i C-17 erano stati richiesti in 210 esemplari, poi però ridotti a 120; costavano troppo persino rispetto a quello che valevano. Ma un cannone d'assalto da 105 mm (basato sul LAV o su qualche altro mezzo cingolato o ruotato) pesante 17 t poteva essere trasportato in 4 esemplari da un C-17 o 6 da un C-5. Ma questi mezzi 'leggeri', già studiati innumerevoli volte negli anni '80, non sarebbero riusciti ad ottenere risultati e la sostituzione degli M551 Sheridan (perché non semplicemente il riarmo con un 105 mm a lungo rinculo?) non avrebbe trovato risposte, visto che apparentemente, per accontentare gli strateghi americani ogni nuovo AFV doveva comunque essere grossomodo armato e corazzato come un M1 Abrams: troppo per qualunque tecnologia si usasse nella costruzione di un AFV così leggero. Ma in ogni caso, si pensava nel 1991 ad una forza leggera di 3-5 battaglioni corazzati leggeri (LAB), più un REeggimento di cavalleria per il XVIII Corpo, un nuovo LACR con 3 squadroni per 120 mezzi AGS. Lanciato ad occupare strisce d'atterraggio, opererebbero poi contro le forze di seconda linea e alle spalle di quelle di prima, operando una specie di concetto occidentale di 'desantya' alla sovietica (con ASU e BMD), costringendo le forze nemiche a concentrarsi e a cadere vittime dell'aviazione, che ovviamente dovrebbe garantire il supporto tattico.
 
La componente pesante dell'US Army avrebbe forse potuto ridurre in futuro i plotoni carri a soli 3 (come nel Patto di Varsavia), e gli Hummer corazzati come mezzi esploranti, ma senza stravolgere i fondamentali ruoli del btg carri e del reggimento cavalleria corazzata. Possibilmente il successore dei carri M1 sarebbe stato limitato a 55 t. Nel frattempo era in revisione l'Airland Battle con l'aggiunta della parola 'Future', per immaginare nuove minacce e teatri di combattimento. Non era facile, dopo decenni passati a fossilizzarsi sul confronto con il Patto di Varsavia in Europa. In ogni caso si prevedeva di colpire pesantemente il nemico con l'aviazione, poi con l'artiglieria (MLRS) e infine combatterne i resti con i mezzi meccanizzati; la cavalleria avrebbe guidato l'avanzata in poco tempo, aiutando la componente più pesante ad attaccare nei punti identificati come i più deboli dello schieramento nemico, distruggendolo il più in fretta possibile per evitare che si riorganizzi. Questo concetto era simile al Dynamic Battle della NATO ma più centrato sull'offensiva piuttosto che su una combinazione di ritirate e contrattacchi.
 
Quanto alle unità presenti a Ft. Knox, c'erano il 1st Armour Training Brigate per l'addestramento dei carristi; di essa c'era il 1st Sqn con 28 carri (7 troops, cioè plotoni) con M1 e anche M60, più uno di M551, e il 5th sqn con 6 troops con M113, M3, M901, M1.
 
Poi c'era la 4th Brigade d'addestramento con due btg e supporti. Infine c'era la 194th Brigade, un'unità operativa del XVIII Corpo Aviotrasportato (quello delle divisioni 82 e 101). L'unità sperimentale del 1991 si chiamava CAFT, un ibrido per interventi d'urgenza a lungo raggio, con cp comando, plotone esplorazione com HMMWV (Hummer), plotone con 6 mortai da 107 mm, 3 cp con 44 carri M1, 2 con 28 M113 e 4 M901 totali, una btr semoventi con 8 M109. Dal 1992 ci sarebbero stati carri M1A1 e M2 al posto dei mezzi precedenti (M1 Abrams e M113).
 
In collaudo c'erano già M1A2 della successiva generazione, da far entrare in servizio nel 1993, ma per il momento previsti solo in 62 esemplari per via dei tagli ai programmi; tra i tanti miglioramenti, una corazza in DU ulteriormente migliorata, il cannone portato ad una vita utile di 1.000 colpi (maggiore dei precedenti cannoni; per confronto il 115 mm sovietico arrivava originariamente a solo 120 APDS, ma i cannoni del T-80U arrivavano tra i 700 e i 1.000), cingoli dalla vita utile doppia, e sopratutto il databus Mil-Std1553B con doppia rete di circuiti per ragioni di sicurezza, che lo rendeva, per la prima volta, un mezzo 'intelligente' se comparato ai mezzi precedenti, dotati di sistemi avanzati ma slegati tra di loro eccetto che per il FCS. Il telemetro laser dell'M1A2 era al CO2, meno pericoloso per la vista, c'erano radio SINCGARS digitali e per datalink, display tattici, e una camera termica indipendente per il capocarro; tutti i membri d'equipaggio avevano display per la presentazione dati. Con il sistema IVIS (inter veicular Information System) era possibile scambiare le informazioni tra i mezzi, e comunicarli anche ai comandi superiori. Questo significa che un plotone di carri in azione avrebbe conosciuto la posizione di tutti gli altri mezzi e una volta localizzato il nemico, anche la sua posizione (ottenuta con il telemetro laser) grazie all'integrazione anche dei dati GPS. Una rivoluzione totale nel modo di combattere dei carri, prima slegati tra di loro e limitati alla necessità di tenere il contatto visivo tra di loro. Inoltre i dati comparivano anche sugli elicotteri AH-64 Apache, che potevano subito intervenire in aiuto. In futuro si pensava anche ai dati passati da e per i JSTARS volanti nel cielo del campo di battaglia. In tutto si trattava di un moltiplicatore di forze eccezionale per i reparti terrestri: condividere i dati di una intera formazione senza magari nemmeno usare la radio (tantomeno in fonia e in chiaro!). Eppure nemmeno l'M1A2 era il carro 'definitivo', perché si pensava al successivo progetto ASMP (Armoured System Modernization Program), da cui far nascere il BLOCK III e il FIFV, sostituti degli Abrams e dei Bradley, ma anche il semovente AFAS, il mezzo per il Genio CMV e il caccia carro LOSAT, più altri programmi ancora per i corazzati del XXI secolo.
 
Il carro Block III sembrava il mezzo più interessante ma anche forse il più incerto: motore diesel o turbina, cannone da 140 mm o elettromagnetico o con propellenti liquidi, corazzatura in ogni caso modulare per adattarla a tutte le esigenze, con elementi corazzati magari immagazzinati in appositi depositi avanzati: in caso di emergenza i carri sarebbero stati trasportati con minima protezione e poi 'appesantiti' con l'applicazione della corazza, variando così la massa da 50 a 55 t. Ma si voleva anche uno scafo comune per carro, semovente e IFV, il che avrebbe comportato un peso adatto per il carro ma eccessivo per gli altri mezzi. Ma già si dibatteva se valesse la pena di costruire un IFV pesante 30 o più t, quando le tecnologia moderne erano in grado di concentrare molte più capacità in un unico scafo. Quanto al FSV (il mezzo per la ricognizione) avrebbe dovuto sostituire almeno gli M3A1, e magari anche gli Hummer (c'erano anche le moto, ma queste davvero non sono sostituibili con un cingolato). Si voleva un veicolo da circa 7,5 t, anfibio e aviolanciabile. Qualcosa che potrebbe essere attualmente descritto una cosa grossomodo comparabile tra un 'Lince' e un BRDM-2, o meglio ancora un mezzo sofisticato come il Fennek, perché i sistemi di osservazione e comunicazione erano richiesti al meglio della tecnologia disponibile.
 
L'evoluzione della minaccia era ovviamente importante: l'URSS aveva mezzi superati al momento, mentre la futura generazione pare fosse costituita dall' FST 1 (cannone sempre da 125 mm) e l'FST 2 (con il pezzo da 135 mm), da preparare entro l'inizio del XXI secolo. Nel frattempo a Ft. Knox erano presenti T-72 e BMP catturati nel Golfo; il carro aveva un sistema di disturbo sulla torretta per contrastare i missili c.c. ma non si sapeva che cosa fosse (o almeno non si sapeva all'epoca). Questi apparati, esistenti anche in Occidente (sebbene la maggior parte dei missili c.c. russi fossero forse ancora MCLOS), esistevano anche in Oriente, sia di tipi cinesi che russi.
 
Gli Americani si allenavano fortemente alla guerra convenzionale: il st Armour Brigate 'Men of steel', era alle Disney Barracks, con tre btg e due squadroni di cavalleria; c'erano un pò tutti i mezzi da combattimento dell'US Army. Il 1st/81 era comandato da un ufficiale dei Marines, perché c'erano anche i Marines nel centro di Ft.Knox. Le cp addestrative avevano 160 uomini e il corso si svolgeva in 14 settimane per gli M1 e 15 per gli M2 (non si sa quanto per gli M60). Dopo la preparazione fisica e la familiarizzazione del mezzo (5 settimane), c'era l'addestramento al tiro con le armi portatili, navigazione, conduzione dei mezzi; nelle settimane 9-11a c'era l'uso di armi di bordo e approfondimenti tecnici e operativi; le ultime 3 settimane erano quelle 'divertenti' con il tiro sui poligoni e una esercitazione di 8 giorni più gli esami finali. C'erano anche sistemi addestrativi come il CFT (per la simulazione dei tiri) e i soldati erano addestrati per fare più di un compito all'interno dei carri. Alla fine l'85% dei candidati passava l'esame, ma c'erano anche corsi di recupero; in ogni caso il soldato americano era 'migliorato' rispetto ad anni prima, l'età media era di 19 anni e c'era un diploma di scuole superiori alle spalle.
 
Tra i poligoni c'era tutto il desiderabile: erano presenti 14 solo per i carri, 40 per le armi leggere e altri 38 di tipo 'minore', su 190 km2 con quasi 300 km di strade asfaltate e sterrate, frequentate da circa 6.000 uomini al giorno. L'M1 Abrams era molto ben considerato, differentemente da prima della guerra, quando era spesso criticato per la scarsa affidabilità meccanica e per il costo elevatissimo di gestione. Il mezzo era ben diverso da quelli sovietici, con sistemi pratici e funzionali, e semplici da azionare, la torretta spaziosa a sufficienza per consentire di viverci e anche di tirare fino a 8-9 colpi al minuto, con exploit anche di 3 colpi in 10 secondi. L'affidabilità ha visto circa 300 M1 Abrams (dei circa 2.000) percorrere, con una divisione corazzata, circa 350 miglia accusando solo il 5% di avari. Il suono dei cannoni è diverso: schiocco secco per il 105 mm, rombo per il 120 mm. L'azionamento del motore è facile e la guida con il cambio cross-drive e la trasmissione automatica anche. La cosa venne provata dallo stesso Nativi, a cui venne affidato il compito di fare un 'giretto' di prova con un carro armato ('è così facile che ci può riuscire anche un giornalista' gli dissero gli ufficiali US Army). Accendere il motore significava premere per un paio di secondi un pulsante, il cambio aveva 4 marce av+2 retromarce, il gas era a manetta motociclistica. Il mezzo era capace di accelerare fino a 32 kmh in appena 6-7 secondi. La prova, iniziata con la premessa di un paio di minuti, continuò per mezz'ora su circa 10 km di percorso, in cui venne verificata l'agilità dell'M1, notevole per sottrarsi rapidamente ad un'eventuale minaccia.
 
Quanto ai tiri con il cannone, era previsto l'uso di distanze tipiche non eccessive, 1.500-2.000 m, ma sparando con il carro fermo contro bersagli fermi, era possibile usare proiettili da 105 mm anche a 2.900, 3.400 e 3.900 m, oppure per il 120 mm (con la M-829A1) a 3 e 4 km, ma erano tiri 'sniper' che richiedevano una notevole preparazione. In ogni caso, tiri anche a 3 km erano facilmente tirati con successo dai carristi USA nel Golfo. In genere si sparava da fermi per ottenere un'adeguata precisione.
 
L'addestamento al tiro era importante: c'erano all'epoca il SIMNET-T e il SIMNET-D, presenti nel CATTC dell'Armour Center. Questo centro di simulazione era stato possibile dalle tecnologie DARPA e poi costruito dalla Burtek (poi Thomson). Era nato come simulatore per un plotone, ma poi ne sono state aumentate le capacità ed è stato collegato ad altri centri in Europa e negli USA. V'erano ben 41 simulatori per carri M1, 16 per M2, 2 posti comando ecc. C'era anche la stazione di osservazione capace di 'infilarsi' in tutti i simulatori per controllarne il campo d'azione. Era dentro un hangar, non c'erano movimenti meccanici ma solo simulazioni elettroniche. Era possibile usare una forza di 3 cp carri e una meccanizzata. Il nemico simulato era una forza fino a livello di reggimento di T-80 e BMP, con variazione delle capacità dei loro equipaggi tra il 25 e il 100%, mentre il campo di battaglia virtuale arrivava a 75x50 km, ma più si riduceva la taglia e più era dettagliato. Tutto questo era notevole, ma non c'erano condizioni degradanti come la pioggia e non c'era fanteria ma solo uno scontro tra mezzi corazzati. Era possibile peraltro inserire artiglieria, elicotteri e aerei collegandosi con altri SIMNET, come quello di Ft.Rucker. Era poi possibile registrare tutta l'esercitazione e rivederla, ottimizzando l'addestramento e imparando dagli errori fatti. Tutto questo era propedeutico all'addestramento vero, senza sostituirlo ma agevolando l'apprendimento delle procedure, anche quelle meno facili da emulare nella realtà addestrativa.
 
 
 
 
<references/>