Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-11: differenze tra le versioni

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Alla fine degli anni '80 le critiche alla non-modernità dell'A-10 erano ormai molto accese, e si proponeva di sostituirlo con l'F-16. Del resto, avere una macchina moderna che, per quanto manovriera, ben armata e corazzata, è grossa e lenta come un aereo della Seconda guerra mondiale non è molto salutare: anche se il pilota è protetto da una corazza massiva, se l'aereo è investito da una scarica di Shilka o centrato da un missile SA-8 non farebbe molta differenza: indubbiamente l'A-10 avrebbe pagato caro l'evoluire a bassissima quota come programmato (invece che seguire rotte per lo più a media quota) se fosse stato impiegato in Europa. Per esempio, i carri del Patto di Varsavia erano armati di mitragliere da 12,7 tutt'altro che inoffensive, e i nuovi blindati BMP-2 avevano addirittura una mitragliera da 30 mm di notevole potenza, utilizzabile anche contro apparecchi aerei lenti. Consideriamo anche che il 'Warthog' (facocero) era decisamente grosso ed evidente, anche se poteva nascondersi nelle pieghe del terreno volando molto basso, grazie alla manovrabilità a bassa velocità. La sua segnatura IR e la rumorosità erano piuttosto ridotte grazie ai motori turbofan (gli stessi dell'S-3). Comunque, le minacce si evolvevano e in maniera notevole: se i missili come gli SA-7 tendevano ad orientarsi sui motori, evitando di centrare la fusoliera dell'aereo (che poteva volare anche senza uno di questi), a funzionare male in presenza di un terreno caldo o di lanci di flare, e a non riuscire negli ingaggi frontali, la generazione successiva, con testate raffreddate erano ben più pericolosi. I missili Strela (SA-7) erano armi che si fecero notare nei primi anni '70, quando fecero la loro comparsa sui campi di battaglia. Nel Vietnam gli SA-7 riuscivano una volta all'incirca ogni 200 lanci ad abbattere un jet veloce come l'F-4 Phantom, anche per via della lentezza di azionamento della testa di ricerca. Ma contro velivoli più lenti, come gli elicotteri e gli aerei d'attacco Skyrider si dimostrarono molto più efficaci, con percentuali di colpi a segno anche del 20%, in genere con la perdita del velivolo vittima. L'A-10 poteva sopravvivere meglio dei vari A-1 o A-37, ma negli anni '80 comparvero armi come i missili SA-14, SA-16, SA-18, più gli SA-13, tutte armi ben superiori e grossomodo comparabili ai Mistral e agli Stinger. Tutte queste armi erano ben superiori in precisione, prestazioni, resistenza alle IRCM, capacità di acquisizione e distruttività rispetto ai vecchi missili, e il gioco portato avanti dagli A-10 avrebbe potuto essere concluso in perdita (tanto che ben presto sarebbero stati usati operando da media quota); la confusione aumentava considerando l'avvento dei nuovi ZSU con cannoni da 30 mm (erano i Tunguska, all'epoca non si sapeva che avevano pure una batteria di missili SA-19), i quali presentavano la sgradevole caratteristica di proiettili dalla potenza esplosiva e perforante doppie rispetto al 23 mm, pertanto sufficienti anche a far collassare la struttura dell'A-10 e perforarne le protezioni. La gittata e la precisione aumentate contribuivano a prevedere grosse difficoltà per gli A-10 negli scenari degli anni '90 (previsioni che peraltro saranno stravolte dagli eventi politici).
 
Per avere un certo livello di miglioramento, i Warthog vennero aggiornati con un calcolatore balistico per il cannone, prima assente, che permetteva maggiori probabilità di colpire i caccia nemici (non c'era modo di sfuggire in velocità a qualsiasi cosa fosse più veloce di un elicottero armato), e missili AIM-9 Sidewinder prima incredibilmente assenti. Vennero aumentate le ECM con pod ALQ-131 e lanciatori di chaff e flare aggiuntivi (da 4x40 colpi, le predisposizioni aggiungevano poi altrettanti, per un totale di 320 cartucce, tutte nelle ali). Sarebbero servite quando si decise di fare sul serio, con la crisi del Kuwait. Nel Golfo, in quel sanguinoso 1991, l'A-10 venne usato in gran numero (144) ottenne una disponibilità operativa di ben il 95,7%, venne impiegato in oltre 8.200 missioni con circa 23.927 bombe e 5.000 Maverick lanciati (oltre il 90% del totale tirato, forse dalla sola USAF). Il risultato dichiarato fu la distruzione di più di 1.000 carri armati, 2.000 veicoli vari e 1.200 pezzi d'artiglieria. Le macchine perse furono almeno 5, 2 delle quali abbattute da una sola, micidiale batteria di SA-13 Gopher. Nell'insieme, la combinazione A-10/AH-64 si è dimostrata assolutamente micidiale nel ruolo di 'apriscatole' contro i mezzi corazzati del Patto di Varsavia, qui usati dagli Irakeni in un territorio estremamente piatto e sotto un dominio aereo ed elettronico (E-8 Joint Stars) pressoché assoluti. Si consideri che i soli cannoni da 30 mm sono tutto sommato più che sufficienti per garantire una credibile azione d'attacco e combattimento: era possibile eseguire circa 15 attacchi, contro i 2-3 tipici dei cacciabombardieri normali. I colpi non erano APDS, ma nondimeno, le munizioni 30x173 mm del GAU-8 Avenger hanno una potenza distruttiva formidabile e un'eccellente balistica (sono usate anche dal Goalkeeper con lo stesso cannone, nonché dal KCA del Viggen), capaci di centrare facilmente il bersaglio compensando la caduta di gravità con una leggera picchiata. Così era possibile colpire con precisione anche da circa 3 km, anche se non c'era un telemetro laser (ma solo un LRMTS a destra del muso). La perforazione con i proiettili DU era sufficiente (circa 70 mm di acciaio a 1 km) per distruggere un carro da battaglia, ovviamente non c'era modo di perforarne la blindatura frontale, ma questo non era importante per un attaccante aereo. Diciamo che tra l'APDS da 25 mm e lo HVAP da 30 mm non c'era molto da scegliere. Munizioni APDS erano inapplicabili, perché i sabot sarebbero stati risucchiati facilmente dai motori, danneggiandoli gravemente. La penetrazione era sufficiente anche per distruggere un blindato leggero a circa 3 km, il che significa un certo margine contro uno ZSU (ma a 700 kmh si tratta di un vantaggio facile da erodere: chi dei due sbaglia la mossa rischia un prezzo elevato). In seguito l'A-10 è stato utilizzato nel 1999 sulla Yugoslavia e nel 2001 in poi contro l'Afghanistan e poi l'Irak. L'A-10 non ha a tutt'oggi sostituti programmati, dopo il ritiro dei programmi d'aggiornamento per gli A-10 e l'A-16, versione specializzata dell'F-16 per l'attacco al suolo. Al 2003 c'erano 144 apparecchi in servizio nell'USAF (forse in sei squadroni da 24, o forse in 9 da 18), 94 nell'ANG e 36 della Reserve, per un totale attivo di 274. La sua capacità operativa era molto richiesta nei conflitti a bassa intensità, ma in generale l'A-10 è altamente richiesto per la sua lunga autonomia di volo e capacità di tenere sotto tiro il nemico per lungo tempo e con un arsenale di armi micidiale. Ma nessuno si è sbilanciato nell'indicare un sostituto per l'A-10; semmai sarà il JSF, ma in realtà, quello che non si riesce ad ammettere apertamente è che oramai sono i drones come il Predator/Reaper ad assumersi questi incarichi di supporto. A maggior ragione considerando il rinnovo dell'artiglieria: i razzi MLRS guidati e, a livello superiore, gli ATACMS, sono oramai ordigni micidiali e precisi per interventi ognitempo, senza rischiare personale e con tempi di reazione ridottissimi<ref>tra le altre fonti per questa sezione: articolo su A&D nov 2003</ref>.
 
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Il Lockheed AC-130 Spectre ("Spettro" in inglese) è una cannoniera volante in servizio presso l'USAF a partire dalla fine degli anni Sessanta fino ai giorni nostri.