Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica: differenze tra le versioni

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Le forze terrestri erano calate sensibilmente, dando la precedenza alla ristrutturazione; le divisioni attive erano scese da 214 a 190, quelle di mobilitazione da 6 a 3; le unità corazzate hanno visto ridursi i mezzi: da 330 carri +225 IFV/APC+165 artiglierie e 11.100 uomini, a 264 carri, 430 APC/IFV e 190 artiglierie, più 13.500 effettivi; le unità di fanteria motorizzata, prima su 13.500 effettivi, 220 carri (270 per quelle assegnate ai Gruppi di Armate), 439 IFV e APC, 215 artiglierie, si sono ritrovate 162 carri, 650 IFV/APC, 190 artiglierie. Quindi più artiglierie e mezzi per la fanteria, ma meno del principale mezzo offensivo, il carro armato; tuttavia così si trattava di unità meglio bilanciate per tutte le evenienze, con la precisa volontà di ridurre le loro capacità offensive rispetto all'avversario storico, la NATO del centro-Europa.
 
Tra i materiali introdotti nel 1990 1.700 carri, 6.500 APC e IFV e 2.350 artiglierie; tra i prodotti 'nuovi' i T-72 ultimo modello, il T-80M 1989 (T-80U), questo mostrato nell'aprile del 1989, o forse si tratta del T-80U, infatti è riportato avente un diesel policarburante. I sovietici avevano circa il 70% dei carri nella zona ATTU (fino agli Urali), pari a 24.900 esemplari di cui il 70% moderni; ma dopo i CFE dovevano scendere complessivamente a 13.150; eppure tra il 1988 e il 1990 solo qui l'incremento di carri moderni era stato del 24%. Si segnalavano poche difficoltà per rendere il 100% di questi carri moderni, tanto che il T-80 era dato come prodotto già in oltre 8.000 esemplari. Tre divisioni dell'esercito, però, erano state trasferite alla marina. Il BMP-3 era un'altra novità, prodotto in 700 esemplari nel 1989 e poi introdotto in servizio, con capacità innovative. ; era apparso anche il 2S6 Tunguska, anche se i suoi SA-19 venivano valutati come aventi guida IR e gittata di 7-10 km, mentre il radar aveva portata di scoperta di 20 km e inseguimento di 8-10, e si pensava che i due cannoni da 30 fossero quelli del BMP-2 a canna singola. Venne identificato per la prima volta nel 1986, anche se correttamente era indicato come avente 34 t di peso, per il resto era ampiamente sottovalutato in potenza di fuoco; identificato anche l'SA-15, con i missili accreditati fino a 12-15 km di portata, e l'SA-11, con gittata di 30 km, quota 30-14.000 m, lunghezza 5,6 m, diametro 0,4, peso 650 kg e testata di 90; il mezzo di lancio aveva il radar 'fire dome' da 100 km di portata e peso complessivo di 16 t (9,4 c 3,1 x3,4 m); il mezzo di scoperta invece aveva radar Tube Arm da 180 km di portata; il primo era di guida monopulse a 6,9 GHz, il secondo di osservazione e 3,4 GHz di frequenza.
 
I missili più potenti erano i SAM SA-12A da 80 km e SA-12B da 100 km, identificati correttamente come aventi lo chassis del 2S7 d'artiglieria; dell'SA-10 era già identificata la versione B semovente, in tutto il 25% dei sistemi SAM di difesa del territorio. Presenti ai livelli più bassi l'SA-14 (Strela 2M), e l'SA-16 (Igla), ma non ancora identificati gli SA-18; le artiglierie semoventi vedevano l'avvento dei vari tipi relativamente moderni, come il 2S1 e 2S3, ma anche i 2S7 da 203 mm e 40 t, i 2S4 da 240 mm, i 2S9 da 120 mm, e i 2S5 da 152 mm, oltre a un 'nuovo semovente' (quasi certamente il 2S19) a lungo raggio. Vi erano in distribuzione su larga scala i sistemi di direzione tiro 1V12 su scafo MT-LB; inoltre c'erano i BM-220 e gli Smerch in distribuzione (oramai da qualche anno), e gli SS-21 avevano quasi totalmente rimpiazzato i FROG.
 
===Fanteria di Marina, fino al 1991<ref>Fatutta, Francesco: ''Moskaia Pekhota'', RID nov 1991 p.20.31</ref>===