Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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In cambio il Sudafrica ha ricominciato a comprare armi sofisticate, di cui del resto aveva bisogno. Questo schema era chiamato SDP, ovvero Strategic Defense Packages. La situazione era propizia. Anzitutto c'erano i caccia che avrebbero dovuto succedere ai Mirage: furono scelti i più economici e promettenti tra quelli disponibili all'epoca, ovvero 26 JAS-39 Gripen. Per sostituire gli elicotteri leggeri vennero invece chiesti gli A.109LUH, 30 elicotteri con varie opzioni (fino a 60 in tutto); per le navi, vennero ordinate le 'LaFayette' nell'ennesima configurazione, le VALOUR. Per queste non era certo possibile usare i vecchi Wasp, e allora venne passato un ordine minimale per 4 Lynx. Infine gli addestratori: i vecchi Macchini erano oramai supersfruttati, e così, sebbene non certo in un rapporto di 1:1, vennero ordinati 24 Hawk.
 
==Situazione attuale: industria, politica, articoli<ref>Nativi, Andrea: ''AA Defence'', Novembre 2008, p.34-41</ref>==
Il Sudafrica è una realtà molto complessa e mai banale, e questo grande Paese non manca mai di stupire il suo visitatore. Specialmente se poi il governo storico di Thabo Mbeki, espressione tipica del 'post-Apartheid', cade e lascia un vuoto politico che sarebbe stato riempito poi dal nuovo leader Jakob Zuma. Le attuali SANDF (ex-SADF), sono afflitte da parecchi problemi. Vediamoli uno per uno. Anzitutto la dimensione: la leva è finita anni fa e pochi ne sentono la mancanza; ma il suo ritorno potrebbe non essere impossibile. Il Sudafrica ha militari professionisti, ma la loro preziosa e costosa formazione va sprecata come e più delle nazioni occidentali. Aviatori che finiscono nei trasporti civili, ufficiali di Marina che si dedicano alle piattaforme off-shore, commandos che diventano contractors, termine inglese moderno per quelli che sostanzialmente sono i vecchi mercenari. Si tratta di un fenomeno, nel suo insieme, molto consistente per numeri: circa 1.000 persone all'anno. Questo con le F.A. che complessivamente hanno appena 60.000 effettivi, per giunta per un Paese che è immenso, popolato da 45 milioni di persone e con uno dei tassi di violenza più alti del mondo, triste retaggio dei problemi irrisolti dei 'neri' del dopo-Apartheid.
 
Il personale è quindi la cosa più importante, come da sempre per una nazione abituata a vincere per la superiorità delle sue tecniche e professionalità, più che nel numero e nella forza bruta delle armi. Il bilancio è in rapida crescita, ma a sua volta l'inflazione sale dell'11% l'anno e l'aumento delle spese militari tiene a stento il passo. Il tutto è aiutato, per fortuna non solo delle SANDF, dalla crescita economica, che nel 2008 ha continuato a viaggiare attorno al +4%, consentendo di chiudere negli anni recenti il bilancio statale con la magica parola 'pareggio', o con l'ancor più impronunciabile 'surplus'.
 
In termini concreti si parla, per il 2008, di cica 28,2 mld di rand, salendo del 7,4% rispetto al 2007. Focalizzazione nei prossimi anni attorno all'esercito, da far crescere in termini di investimento del 25%. Ma questo è dato da un altro fattore: l'aver preferito SAAF e SAN per lunghi anni, data l'entità degli investimenti richiesti. La spesa per il personale è del 35% appena, mentre l'investimento pesa per un impressionante 35%, da far crescere a scapito del primo, che si ridurrebbe ad appena il 30%. Forse anche per questo i militari sono tentati di abbandonare la divisa: in Sudafrica la manodopera non istruita è tanta, ma le professionalità sono in proporzione rare e pregiate, per cui il lavoro nel settore civile si trova e senza tanta fatica, sia in patria, sia all'estero (magari ritornando a vestire l'uniforme).
 
Le missioni all'estero sono una vera novità per il Sudafrica. Ironicamente, visto che fino a pochi anni fa Pretoria aveva i suoi uomini in Namibia e spesso anche in Angola. Stavolta però sono missioni sotto controllo ONU. Nel 2006 si è arrivati a ben 4.000 uomini così destinati; nel 2007 si è scesi a 2.700 e nel 2008 ci si aspettava di attestarsi a 3.000 circa.
 
Un altro aspetto è l'industria locale. Come si è detto, questa ha fatto cose egrege durante l'autarchia dei tempi dell'Apartheid. Ma tenere il passo delle attuali sfide tecnologiche è difficile e costoso. L'export non è sufficiente per alimentare tali attività di R&S, specie considerando il sostanziale fallimento di programmi chiave come i Rooivalk, sconfitti in Malaysia e da ultimo, in Turchia (in cui il rivale era l'AW.129, a sua volta con l'acqua alla gola). Circa 20 anni fa l'industria della Difesa era costituita da qualcosa come un migliaio di ditte con 80.000 dipendenti. Adesso quest'armata è ridotta a circa 15.000 impiegati e sopratutto, ad appena un'ottantina di aziende. Poi, il problema è che molte di esse non sono più realmente sudafricane, per esempio la Saab controlla varie aziende tra cui il 20% di Denel aviazione (con la possibilità di arrivare fino al 70%), la Zeiss nel settore ottiche è in unione con la Denel per il 70% e la Rheinmetall controlla il settore munizioni; poi c'é la BAe per la OMC e la Thales per la specialista dell'elettronica navale, ovvero la ADS; infine, per Denel Dynamics c'é da scegliere tra Bofors e la MBDA quale patner. Tra le poche aziende ancora 'di casa' c'é la Reutech e la ATE. La Denel ha visto poi la partenza del suo maneger Liebenberg niente di meno che per il gruppo Rheinmetall, mentre la fine dei programmi SDP potrebbe privarla di un carico di lavoro e di sviluppo che, assieme alla sua scarsa efficienza, causa non poca preoccupazione. Malgrado tutto, nel 2007 è stato registrato un totale di commesse di 10 mld di rand, di cui 4 per l'esportazione. Un volume d'affari pari a oltre un terzo del bilancio complessivo per la Difesa, che tra l'altro non ha 'correttivi' fantasiosi, come quelli dei sostegni all'industria ecc per la maggior parte degli impegni, incluse le missioni all'estero. La vetrina di tali attività è l'Africa Aerospace &Defence, usualmente tenuto sulla base dell'aviazione di Ysterplaat, vicino a Città del Capo. Questo salone è molto importante per tastare il polso ad un intero continente, con circa 200 espositori di 30 Paesi diversi, spesso sconosciuti nei più celebri saloni europei o asiatici, da IDEX a Satory. Molti i professionisti in visita (nel 2008 si parlava di 15.000) e numerosi i cittadini 'comuni', specie durante l'attività aerea.
 
Ma cosa comprano e vendono i mercanti di armi nell'Africa sub-sahariana? Gli USA stanno costituendo l'AFRICOM, il comando apposito, voluto da Bush (e visto non senza ragione come fonte di ingerenze estere, proprio come del resto gli USA hanno fatto per decenni nell'America Latina e centrale in particolare). Questo crea preoccupazione. I costi delle materie prime sono saliti di molto, e questo consente un certo margine di spesa. Per arginare l'ingerenza americana, ma senza poter comprarne in ogni caso i costosi prodotti. Gli USA fanno quasi esclusivamente articoli 'gold plated', che costano troppo per le tasche di qualunque nazione della regione, cosicché possono proporre macchine usate a buon prezzo, come i CH-47D Chinook, che comunque costano circa 20 mln di dollari l'uno, più l'eventuale aggiornamento allo standard F; oppure aerei civili militarizzati della famiglia Boeing 737; o anche proporre degli UAV come lo Scan Eagle, se non addirittura i 737 come AWACS, un piano che Pretoria gradirebbe, ma come Roma, non ha mai avuto denari per attuare.
 
Tra i programmi indigeni, rilievo ha in particolare il settore elicotteri. Il possente Rooivalk era un'autentica rivelazione ai tempi in cui fu presentato, attorno al 1989; ma pur essendo armato con sistemi nazionali (si può dire in qualche caso obsoleti, ma se l'MG-151/20 è un'arma della II GM, le M2 Browing se è per questo, sono ancora più vecchie, eppure si continuano ad usare), e prestazioni eccellenti, non ha avuto successo. Circa 15 velivoli sono stati prodotti e circa 12 assegnati al 16° Sqn, con standard diversi di aggiornamento che comporteranno altri costi, oltre a quelli sostenuti, per unificarli. Il Rooivalk, per la cronaca, venne anche sperimentato con 16 Hellfire, come se fosse un Apache, anche se non venne adottato in questa forma. Forse si deciderà di metterli a terra definitivamente, e magari ordinare qualcos'altro (per esempio l'AW.129, il Tiger o forse l'AH-64); ma sarebbe dura da accettare la fine della loro carriera. Se questo avvenisse, verrebbe forse terminato anche il programma MOKOPA, il missile controcarri di nuova generazione, che doveva essere anche adottato dai Lynx della Marina. Il programma di aggiornamento della ATE per i Mi-24 è stato messo in atto con gli elicotteri algerini, e se ne propone un altro tipo ancora più avanzato. La Nigeria è interessata a circa 20 elicotteri da combattimento, ora che deve combattere il MEND e supportare i suoi Caschi blu del Darfur. Un'altra ventina di macchine sono previsti per i nuovi pattugliatori oceanici, possibilmente più piccoli dei Super Lynx, come nel caso dell'A.109LUH, attualmente in produzione dalla Denel (un programma piuttosto lento da avviare). Questi elicotteri sono stati consegnati in 25 esemplari, più altri 5 entro il 2009. Le opzioni per altri 20 e 10 elicotteri difficilmente saranno esercitate, causa problemi di bilancio. Forse, piuttosto, si ordineranno 1-2 elicotteri in aggiunta ai 4 soli Super Lynx, letteralmente 'contati' per ciascuna fregata 'Valour' (MEKO 200).
 
La patata più bollente, però, è la sostituzione degli Oryx, ovvero i cloni locali dei Puma, molto amati, molto usati ma oramai vecchie. Dei circa 50 elicotteri ancora presenti, in aggiornamento sull'avionica, circa 40 sono operativi. Con gli aggiornamenti del caso si potrebbe tirare avanti fino al 2020, ma in realtà la sostituzione potrebbe partire prima, dal 2012. Questo fa sì che già l'AW potrebbe proporre l'AW-149 e il più grosso AW-101 (ex-EH101), oppure (anche qui con la partecipazione AW, quindi Finmeccanica) l'NH-90; gli americani della Sikorsky propongono versioni del Blackhawk, potente ma oramai non più tanto aggiornato (forse arriverà anche l'offerta per l'S-92). Tutte macchine complesse e costose, che fanno capire come il tempo in cui si potesse, con pochi soldi, comprare una forza di elicotteri moderni e capaci sia un tempo passato. Anche per questo vengono proposti dalla ATE i kit per modificare i Mi-24 allo standard Mk-4 Super Hind, successivo all'Mk-3. La trasformazione, si spera, riuscirà esteticamente più accettabile, al di là dell'efficienza i Super Hind realizzati fin'ora sono decisamente velivoli sgraziati. Stavolta si prevede la ricostruzione con tanto di un nuovo missile, lo INGWE. Altra proposta per i tanti clienti degli elicotteri russi è il kit per modernizzare il Mi-17.
 
Un settore particolarmente in voga è quello degli UAV: la ATE ha proposto il 'Vulture', già esportato con licenza di produzione inclusa, non è noto a chi. La Denel è invece responsabile del programma Seeker I, II e adesso, 400, l'ultimo dei quali capace di missioni 'quasi-strategiche', con 16 ore di autonomia e la capacità di essere controllato fino a 250 km dal punto di controllo diretto o addirittura 700 km con un sistema di controllo disgiunto dalla batteria di lancio; esso ha un carico utile di ben 100 kg su due baie diverse di cui una per un IRST e un'altra per un radar SAR (tra i carichi possibili). Il velivolo ha quindi capacità elevate, stando a circa 6.000 m di quota può controllare in maniera continuativa una vasta zona. E' proposto sia per l'export, per cui è nato, che alla SAAF. Non mancano il Male Bateleur, il radiobersaglio Skua e i mini-velivoli come il Kiwit, tutti programmi in corso di sviluppo o già in produzione. Il Sudafrica è purtroppo afflitto da un tasso di violenza allucinante, che costringe a reclutare anche 5.000 poliziotti all'anno. I Mondiali del 2010 apriranno le porte tra poco più di 12 mesi e getteranno luce con il loro carrozzone mediatico su di un Paese di cui non si parla quasi più dal 1994. Gli elicotteri sono usati per questioni di ordine pubblico, ma costano molto e spesso si possono sostituire dato che eseguono sopratutto azioni di sorveglianza. Gli UAV sono i candidati ideali per pattugliare le zone interessante dagli incontri di calcio. Tra i candidati anche il Desert Hawk di Lochkeed-Martin.
 
I programmi aerei sono poca cosa: i 24 Hawk sono già tutti consegnati, riducendo il numero dei reparti d'addestramento e COIN in misura drastica, essendo appena un decimo dei vecchi Impala. I primi 4 JAS-39 sono stati consegnati proprio per l'AAD edizione 2008, tutti biposto; altri 5 sarebero seguiti nel 2009 e poi sarebbe stata la volta dei 17 monoposto, completati entro il 2012. Data l'obsolescenza della linea trasporti sono stati considerati e ordinati, come successori dei Transall, 8 grandi A.400M, possibilmente consegnati dal 2011, mentre esiste la possibilità di arrivare a 14 aerei. I vecchi Turbodak (C-47 con motori a turbina, realizzati una ventina d'anni fa), invece, sono ancora in uso senza un successore previsto. Ve ne sono anche in configurazione ELINT e pattugliamento marittimo. Chissà se arriveranno ai 100 anni di servizio. Intanto, i vecchi C-130B (usati come pattugliatori) necessitano, come i C-47, di un sostituto, per il quale sono in considerazione il C-295 e il C-27J. Quanto agli elicotteri, da segnalare che la Polizia aveva interesse a sostituire per i mondiali i suoi BO105 con la solita competizione tra Eurocopter e AW.
 
 
Quato ai missili, il discorso è ancora più complesso. Il Sudafrica ha prodotto vari sistemi interessanti, a cominciare dai primi AAM specificamente pensati per operare assieme ad un HMS, ovvero i V3B Kukri, scelta importante, anche se francamente non è ben chiara la ratio di tale programma, essendo già disponibili i prestanti R.550 Magic I, che hanno un raggio d'azione molto maggiore. I successivi V3C Darter sono molto superiori, ma per i JAS-39 verranno ordinati i missili IRIS-T. Solo per ora, però, perché per il futuro c'é il Denel Dynamics A-Darter, recentemente finanziato anche dal Brasile (a suo tempo fautore dei missili IR nazionali, l'AA-1 Piranha). Questo è un missile da 90 kg distribuiti su quasi 3 m di lunghezza e 166 mm di diametro. I Sudafricani erano già nell'era dei missili AAM dei tipi più moderni, perché i Chetaah (Mirage ammodernati) avevano l'R-Darter, missile a guida radar-attiva che era in sostanza il DERBY israeliano. Una versione migliorata dovrebbe essere il futuro missile a lungo raggio sudafricano, strettamente imparentato con il tipo IR e dotato di un radar che forse è il tipo studiato per il programma RASTER, con un sensore migliorato rispetto all'R-Darter, da cui deriva. A livello più basso, l'Esercito ha invece ordinato un missile c.c. a medio raggio, il MILAN nelle ultime versioni. Finalmente, dato che un sistema simile non era mai stato usato nelle pur impegnative campagne militari passate, pur essendo un sistema fondamentale per la tattica degli eserciti moderni. Il programma GRADS è ben più impegnativo e fondato su di un sistema mobile per la protezione contraerei. Passati i tempi dei Ratel in versione contraerei, si punta ai pezzi K-63 modernizzati più missili Thales Starstreak, il tutto con radar Thales Page e il Reutech SR-220 per la scoperta a lungo raggio. Ne verranno dotati, di questo sistema, 2 reggimenti. La Denel però propone l'UMKHONTO, versione SAM del tipo aria-aria con lanciatore a sei pozzi di lancio (uno da otto era stato studiato, ma anche abbandonato), trasportabile su mezzi o semirimorchi. Esso è un sistema a guida IR scelto già dalla Marina finlandese e possibile candidato alla sostituzione anche degli SA-11. In futuro si pensa a trasformare quest'arma in un tipo a guida radar attiva e aiutato da un booster per estendere il raggio d'azione. Infine potrebbe trovare impiego sulle fregate Valour.
 
I radar vedono tra le novità il RS 220, RSR 940 e l'RSR 21ON, il più importante perché trattasi di un radar di scoperta aerea navale bidimensionale. Altre attrezzature sono quelle ECM e ESM, ma su queste se ne sa molto meno.
 
 
Navi: molta carne al fuoco è stata data dal programma VALOUR, per le 4 MEKO 200 appena entrate in servizio, e per le quali i Tedeschi sarebbero molto interessati a far ordinare una quinta nave (se ne parla dal 2004); sempre dalla Germania sono arrivati 3 degli ultimissimi Type 209/1400, un articolo di grande successo. Queste 7 navi sono di costruzione tedesca, perché in Sudafrica non vi sono cantieri adatti. Per il futuro però si pensa al progetto Millennium, che segue per importanza i sottomarini e il SITRON (per le MEKO di cui sopra). Il Millennium vede la realizzazione di 2 LHD da 12-20.000 t; il programma BIRO per 6 (in origine si pensava a 10) pattugliatori d'altura per rimpiazzare le vecchie Warrior, che sono navi d'attacco e quindi non adatte specificatamente allo scopo; si vorrebbero navi da 90-100 metri, armate forse con un cannone, sicuramente con due torrette da 12,7 Sea Rogue e un elicottero. Il programma prevede la costruzione nazionale a partire dal 2011. L'HOTEL è il nome del programma per una nave oceanografica. Per tutti questi programmi c'é un'accesa competizione internazionale. La Marina per adesso ha realizzato anche il programma XENA per 15 battelli (3 squadriglie) veloci, per pattugliamento costiero e fluviale.
 
 
Detto questo, l'Esercito è impegnato nel progetto VISION 2020. Questo verrà portato avanti con la creazione di uno Stato Maggiore (che adesso, praticamente, non esiste) e tre comandi subalterni per supporto, addestramento e operazioni. Questo ridurrà la forza a 2 divisioni di cui una meccanizzata (3 brigate) e una motorizzata (6). Totale forze dieci brigate, 7 delle quali di fanteria, 1 corazzata, 1 meccanizzata, e una di pronto intervento. I battaglioni di autodifesa sudafricani erano rimasti come retaggio del vecchio esercito dell'Apartheid, e per varie ragioni (politiche) sono rimasti fino ad oggi. Si prevede di smobilitarli progressivamente, cosa non indolore, ma necessaria data la dubbia utilità di tali reparti (formati da riservisti) nelle condizioni odierne.
 
La riorganizzazione comprende anche i materiali, in particolare il pensionamento dei gloriosi ma vetusti Ratel. Il programma HOEFYSTER ha prodotto il BADGER. Segno dei tempi, difficilmente immaginabile 20 anni fa, il successore dei Ratel è un veicolo finlandese, il Partia AMW 8x8, armato peraltro di una torretta Denel del tipo LCT, ben corazzata e profilata e con un moderno sistema di visione giorno-notte con periscopio panoramico. Il cannone di bordo è un potente GI-30, che sembra rimpiazzerà il previsto Bushmaster Mk-44. In ogni caso usa le munizioni 30x173 mm, solo che è un'arma nazionale e il suo doppio sistema d'alimentazione ha la caratteristica di essere senza nastro, con vari vantaggi in termini di reattività e sicurezza d'impiego. I primi 264 IFV saranno consegnati, se tutto va bene, dal 2012, anche in versioni specializzat come i mezzi comando e i portamortaio. Insomma, è l'equivalente del VBC Freccia attualmente in acquisizione nell'E.I. Questo è il corazzato più pesante, perché i vecchi Olifant Mk IB per ora saranno solo aggiornati alla versione Mk II. In tutto saranno solo circa 30 carri, mentre gli altri 130 Mk IA e B saranno in parte mandati in riserva. Il programma AORTA era originariamente previsto nell'SDP e giustamente con tale programma si prendeva in considerazione di sostituire il vecchio carro con un nuovo MBT (90-110 esemplari). Forse un giorno si riprenderà in considerazione, se davvero i carri saranno ancora considerati utili. Quanto alle Rooikat, esse sono abbastanza numerose e moderne, ma dopo il fallimento delle versioni contraerei (non passate in produzione) ci si aspetta adesso l'aggiornamento di 80 mezzi circa, con un programma comunque limitato rispetto alle offerte dell'industria. Molto più impegnativo sostituire i circa 5.000 SAMIL 50 (4x4) e 100 (6x6). Si voleva farlo con il programma VISTULA, inizialmente basato su 796 veicoli 6x6 con opzione fino a 3.000 esemplari. Stranamente, stavolta erano favoriti i tedeschi della MAN, ma il programma è confuso e per ora non si capisce bene chi la spunterà (a fine 2008). Da questo mezzo, di cui non è chiaro nemmeno le dimensioni e il peso, si estrapolerà (programma SAPULA) un APC blindato e armato forse con la Land Rogue da 12,7 (la versione terrestre della torretta Sea Rougue), onde rimpiazzare 170 Casspir e 220 Mamba. Nel contempo, curiosamente, mentre questo programma langue vi è il successo per l'RG-31 (il Mamba, ma non lo stesso di cui sopra). Esso è un veicolo da trasporto corazzato e con protezione antimina, molto robusto. Proposto dalla BAe Systems (avendo comprato OMC), esso è stato sviluppato per il requisito 'Ridgback' del British Army. Non bastando più i gipponi blindati, oramai si pensa a dei veri camion blindati. 1.388 di questi colossi (ampiamente dotati di blindovetri) sono stati consegnati a ben 12 nazioni e altri 984 sono in ordine. Non è chiaro se questo include anche 440 Mk-5E di un nuovo e prestigioso cliente, l'USMC. Vi sono poi i blindati leggeri Maverick della Paramount Group, furgone blindato per la polizia.
 
Le artiglierie sono rappresentate dal programma MUSUKU, che la Denel intende onorare con il suo nuovo cannone leggero LEO da 105 mm. Anche più interessante la versione terrestre su scafo LAV (e forse successivamente, Badger) e il piccolo cannone-mortaio M10 BLLR, che nonostante i 60 mm di calibro raggiunge 6.000 m. Esso è successore dell'M6 ed è la seconda arma di questo tipo nata dopo il Brandt sistemato nelle blindo AML-60 (Eland). Elevazione e sparo possibili tra -4 e +70°. In futuro si prevede sia sistemato sul Badger. Scendendo ancora di più nel calibro, vi sono una vastità di armi portatili. La Gemaco Elbree e la Denel hanno in catalogo il fucile modello 'Aliens 2', il NEOPUP. Esso ha peso di appena 6 kg per offrire il fucile e lanciagranate da 20x42 mm di calibro. Questo è molto inferiore rispetto a precedenti realizzazioni e rende più sensato pensare ad un fucile+lanciagranate integrale. I proiettili sono leggeri ma con le tecnologie moderne sufficientemente letali e hanno un caricatore da 6 colpi rotativo, v. 310 m.sec e gittata di 1 km. La Travelo ha in catalogo il Raptor, ennesimo fucile convenzionale da 4,6 kg. Entrambi potrebbero essere i sostituti, dopo il 2015, del G-4, per ora solo ammodernato (programma Warrior). I fucili anti-materiali sono oramai passati dal 12,7 al 14,5 e persino al 20 mm. Il fucilone NTW-20 è disponibile nei calibri 14,5x114 mm, il 20x82 mm (maggiore potenza esplosiva) e il 20x110HS, il più potente.
 
== Note ==